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FIAMMA VIVA (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 15:40
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03/08/2013 15:39
 
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28. O anime che desiderate camminare sicure e rasserenate nelle vie dello spirito, se sapeste quando dovete soffrire per arrivare a questa dolce sicurezza! Se solo vi accorgeste che, senza sofferenza, lungi dal raggiungere questo stato, voi tornate indietro, non cerchereste nel modo più assoluto consolazione alcuna né da parte di Dio né da parte delle creature; al contrario, prendereste la vostra croce e, inchiodate su di essa, vorreste bere a grandi sorsate il fiele e l’aceto puro (Gv 19,29; Mt 27,34). Vi stimereste allora grandi privilegiate, convinte che morendo al mondo e a voi stesse vivreste in Dio, colme di gioia spirituale. Sopportate, dunque, con pazienza e fedeltà le poche pene esteriori, e meriterete che Dio posi lo sguardo su di voi per purificarvi e santificarvi più profondamente con prove spirituali interiori e per darvi beni più intimi. Infatti occorre aver reso grandi servizi al Signore, aver mostrato molta pazienza e costanza, aver insomma condotto una vita e compiuto opere che ci rendono graditi ai suoi occhi, perché il Signore ci conceda una grazia particolare come quella di essere sottoposti a prove molto interiori, per colmarci di doni e ricompense. È quanto leggiamo del santo Tobia, al quale san Raffaele disse che, essendo accetto a Dio, questi gli aveva fatto la grazia di mandargli la tentazione per metterlo maggiormente alla prova onde potergli dare di più (Tb 12,13 Volg.). E così, dopo quella prova, come dice la sacra Scrittura, Tobia trascorse nella gioia il resto della sua vita (Tb 14,14 Volg.). Lo stesso vediamo essere accaduto al santo Giobbe. Il Signore, che aveva approvato le sue opere dinanzi agli spiriti buoni e cattivi, immediatamente dopo gli fece la grazia di mandargli quelle terribili prove, per poi dargli molto di più, come di fatto fece moltiplicando i suoi beni materiali e spirituali (Gb 1-2 e 42,12).
29. In questo stesso modo si comporta Dio con coloro ai quali intende procurare il vantaggio principale. Fa sì che vengano provati, li lascia nella prova per elevarli il più possibile, fino all’unione con la sapienza divina, che, al dire di Davide, è argento passato per il fuoco, purificato nel crogiuolo di terra, cioè nella nostra carne, raffinato sette volte (Sal 11,7 Volg.), ossia al massimo grado. Non è il caso di soffermarsi qui per spiegare quali siano queste sette purificazioni, quale la natura di ciascuna di esse per arrivare alla sapienza divina, né tanto meno per dire come esse corrispondano ai sette gradi d’amore di questa sapienza. Tale sapienza è per l’anima, in questa vita, qualunque sia la sua unione con Dio, come l’argento di cui parla Davide; nell’altra vita invece sarà come l’oro.
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