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FIAMMA VIVA (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 15:40
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03/08/2013 15:38
 
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27. A questo punto occorre spiegare il motivo per cui sono così pochi quelli che arrivano al sublime stato della perfetta unione con Dio. Ora, è bene ricordarlo: non è perché Dio voglia limitare il numero delle anime privilegiate; anzi egli vuole che tutti siano perfetti. Il fatto è che egli trova solo pochi disposti a intraprendere un’impresa così ardua e sublime. Appena li prova un po’, li trova deboli, perché tali persone fuggono la sofferenza: non vogliono sopportare la più piccola afflizione o mortificazione. Di conseguenza, poiché il Signore non li trova forti e fedeli per compiere quel poco che per sua misericordia chiedeva loro per cominciare a sgrossarli e purificarli, si rende conto che lo saranno molto meno in occasioni di sofferenze più intense. Così, non continua più a purificarli e a sollevarli dalla polvere della terra attraverso la sofferenza della mortificazione, per la quale era necessaria maggior costanza e fortezza di quella che essi dimostrano. Vi sono, certo, molte persone che desiderano progredire nella perfezione e chiedono continuamente a Dio di attirarle a sé e d’introdurle in questo stato di perfezione. Ma nel momento in cui Dio comincia a far loro sentire le prime prove e le prime mortificazioni, come è necessario che avvenga, non vogliono affrontarle, si sottraggono, evitando il sentiero stretto della vita (Mt 7,14) e cercando quello ampio della consolazione, che è quello della perdizione (Mt 7,13). In breve, non si pongono in quelle disposizioni richieste per ricevere da Dio ciò che gli avevano domandato, quando già cominciava a esaudirle. Rimangono così come vasi inutili (cfr. Mt 6,15), perché vogliono arrivare allo stato dei perfetti senza passare attraverso il sentiero delle prove, che è quello dei perfetti. Anzi, quasi non vogliono cominciare a muovere i primi passi, accettando le piccole prove che comunemente tutti devono subire. Ora, possiamo rispondere loro con le parole di Geremia: Se correndo con i pedoni ti stanchi, come potrai gareggiare con i cavalli? Se non ti senti al sicuro in una regione pacifica, che farai nella boscaglia del Giordano? (Ger 12,5). Il che vuol dire: se nei travagli che ordinariamente e umanamente tutti i viventi devono affrontare, per il tuo passo lento tu facevi tanta fatica come se dovessi correre, come potrai gareggiare con la velocità del cavallo, cioè con i travagli più che ordinari e comuni, per i quali si richiede una forza e una leggerezza più che umana? E se non hai voluto rinunziare alla pace e ai gusti terreni, cioè alla tua sensualità, non volendo combatterla né contraddirla in nulla, come potrai affrontare le impetuose acque delle tribolazioni e delle pene dello spirito, che sono più interiori?
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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