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FIAMMA VIVA (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 15:40
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03/08/2013 15:25
 
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9. Infatti questa festa dello Spirito Santo si celebra nella sostanza dell’anima, dove i sensi e il demonio non possono penetrare. Per questo è tanto più sicura, sostanziale e piena di delizie, quanto più è interiore. Ma più è interiore, più è pura; e quanto più è pura, tanto più Dio si comunica abbondantemente, frequentemente e in pienezza. D’altronde, il diletto e la gioia dell’anima e dello spirito non possono essere che profondissimi, perché è Dio l’artefice di tutto, mentre l’anima non può far nulla da parte sua. Già nella presente condizione essa non può fare nulla da sé, se non tramite l’aiuto dei sensi corporali; ma anche se in questo caso si è liberata ed è molto lontana da essi, suo compito è solo ricevere quanto Dio opera in lei. Egli solo può agire nel suo intimo, senza l’aiuto dei sensi, e spingerla all’azione. Per questo tutti i movimenti dell’anima in queste condizioni sono divini; e sebbene siano di Dio, sono anche dell’anima, perché Dio li compie in lei e con lei. L’anima vi mette di suo solo la volontà e il consenso. Quando l’anima dichiara che è ferita nel più profondo centro, lascia intendere che vi sono altri centri meno profondi; è opportuno, dunque, spiegare di che cosa si tratti.
10. Anzitutto occorre notare che l’anima, in quanto spirito, non ha alto né basso, né una parte più profonda o meno profonda, come i corpi sottoposti alle leggi della quantità. L’anima, dunque, non è composta di parti; non vi è diversità fra il suo interno e il suo esterno; è tutta semplice. Non ha, quantitativamente parlando, un centro più profondo e un altro meno profondo; non può essere illuminata più in una parte che in un’altra, come i corpi fisici; se essa riceve più o meno luce, la riceve come questa si presenta; è un po’ come l’aria che è più o meno luminosa, ma lo è tutta in modo uniforme.
11. Chiamiamo centro più profondo dell’anima il punto estremo a cui possono giungere il suo essere, la capacità e la forza della sua azione e del suo movimento, punto oltre il quale non si può andare. Così è del fuoco e della pietra: hanno una proprietà e una tendenza naturale per arrivare al centro della loro sfera, che non possono oltrepassare ma che non mancano di raggiungere, a meno che siano trattenuti da un ostacolo contrario e violento. In base a questo possiamo dire che la pietra, quando in qualche modo o misura è dentro la terra, anche se non nel più profondo di essa, in un certo senso è nel suo centro, perché si trova all’interno della sfera del suo centro, del suo orientamento e del suo movimento. Ciò nonostante, non possiamo dire che si trovi nel più profondo di esso, che è il centro stesso della terra; essa conserva sempre capacità, forza e inclinazione per scendere ancora e arrivare fino al centro ultimo e più profondo, qualora venga rimosso l’ostacolo che ha davanti. Se vi giungesse e non avesse più forza e inclinazione per muoversi ancora, diremmo che si trova nel suo centro più profondo.
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