È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

CAMMINO DI PERFEZIONE (s.Teresa d'Avila)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 09:06
Autore
Stampa | Notifica email    
03/08/2013 08:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CAPITOLO 39 (23)
Tratta di quanto sia necessario, per chi ha cominciato il cammino dell’orazione, non tornare indietro, e insiste sull’importanza di procedere in esso con salda determinazione.
1. Quante digressioni sto facendo! Dico che è molto importante cominciare con grande determinazione, per tante ragioni che, a dirle tutte, ci sarebbe da dilungarsi molto, e in altri libri in parte sono già state esposte. Ve ne voglio dire solo due o tre. La prima è che, quando ci determiniamo a dedicare un po’ del nostro tempo e dare qualcosa (non certo senza interesse, ma con enorme guadagno) a chi tanto ci ha dato e ci dà di continuo, non è giusto non dargliela con assoluta generosità, ma solo come chi fa un prestito per riprendersi quello che ha dato. Questo a me non sembra un dono. Inoltre, colui al quale si è prestato qualcosa resta sempre un po’ dispiaciuto quando essa gli viene ripresa, specialmente se sono amici e se quello che gliel’ha prestata gli deve molte cose dategli senza alcun interesse. A ragione ciò gli sembrerà una grettezza e un segno di ben scarsa benevolenza, se non vuol lasciargli in dono nemmeno una piccola cosa sua, non foss’altro come testimonianza di affetto amichevole.
2. Qual’è la sposa che, avendo ricevuto dal suo sposo molti gioielli di valore, non gli dia almeno un anello, non per quel che vale, perché ormai tutto ciò che possiede gli appartiene, ma come segno d’amore, come pegno ch’ella sarà sua fino alla morte? E merita forse meno questo nostro Signore perché ci prendiamo gioco di lui, prima dandogli e poi riprendendoci subito quel niente che gli abbiamo dato? Almeno questo po’ di tempo che ci risolviamo a dedicargli – di tutto quello che sciupiamo per noi stesse o per chi non ce ne sarà grato – visto che vogliamo darglielo, diamoglielo libere da ogni altro pensiero, staccate da preoccupazioni terrene, e con ferma determinazione di non riprenderglielo mai più, nonostante le difficoltà, i contrasti o le aridità. Consideriamo quel tempo come cosa non più nostra e pensiamo che ci può essere richiesto a buon diritto, se non vogliamo consacrarglielo interamente.
3. Dico interamente non nel senso che sia un riprendersi quanto abbiamo dato se tralasciamo l’orazione un giorno o anche più, a causa di legittime occupazioni. Sia ben salda la volontà, perché il nostro Dio non è meticoloso e non bada a piccolezze. Pertanto, avrà di che esservi grato: qualcosa gli avete dato. L’altro modo di agire va bene per chi non è generoso, anzi così avaro che non ha il coraggio di donare; è già molto che presti. Comunque, faccia qualcosa, perché questo Imperatore tiene conto di tutto e in tutto si adegua a ciò che desideriamo. Nel tener conto di quel che facciamo, non è affatto esigente, ma generoso: per quanto grande sia il nostro debito, egli non esita a condonarlo. È così attento a ricompensarci, che non abbiate a temere che un semplice levar d’occhi nel ricordo di lui resti senza premio.
4. Il secondo motivo è dato dal fatto che il demonio non ha mano libera di tentarci; teme molto le anime ben determinate, perché sa per esperienza che lo pregiudicano moltissimo e che quanto egli ordisce a loro danno, si converte a profitto di esse e d’altri, e ch’egli ne esce con perdita. Ma non dobbiamo mai cessare di stare in guardia né fidarci troppo di questo, perché siamo in lotta con una genia di traditori che non osano, in generale, attaccare chi è vigilante, essendo assai vili; ma se si accorgono della nostra distrazione, possono recarci un gran danno. E se vedono che qualcuno è incostante e non persevera nel bene, né ha la ferma decisione di farlo, non lo lasceranno in pace né giorno né notte; gli frapporranno paure e ostacoli a non finire. Io lo so molto bene per esperienza; per questo ve ne posso parlare e vi dico che non c’è nessuno che sappia quanto ciò sia importante.
5. Il terzo motivo – di gran peso per l’argomento che trattiamo – è che allora si combatte con coraggio. Si sa ormai che qualunque cosa avvenga non si deve tornare indietro. È come chi, impegnato in una battaglia, se sa che, una volta vinto, non gli sarà risparmiata la vita e che, se non muore nella mischia, dovrà morire subito dopo, è sicuro, a mio avviso, che combatterà con maggiore accanimento né temerà troppo i colpi avversi, avendo presente l’importanza che ha per lui la vittoria. È, altresì, necessario cominciare con la sicurezza che, se non vogliamo lasciarci vincere, riusciremo vittoriosi; su questo non c’è il minimo dubbio: per quanto piccolo sia il guadagno che ne potremo ricavare, ci ritroveremo molto ricchi. Non temete che il Signore, dopo averci chiamato a bere a questa fonte, vi lasci morire di sete. Ve l’ho già detto e vorrei ripetervelo mille volte, perché il non conoscere bene la bontà del Signore per esperienza personale, anche se la si conosce per fede, rende le anime molto pavide. È davvero un gran vantaggio aver fatto esperienza dell’amicizia e della dolcezza con cui tratta coloro che vanno per questo cammino.
6. Non mi meraviglio che coloro i quali non l’hanno provato esigano la sicurezza di un qualche interesse. Ma voi già sapete che quest’interesse è del cento per uno fin da questa vita e che il Signore dice: Chiedete e vi sarà dato. Se non credete a Sua Maestà, che ce lo assicura in vari passi del Vangelo, serve a poco, sorelle, che io mi rompa la testa a ripetervelo. Dico tuttavia a chi avesse qualche dubbio che non si perde nulla a farne la prova, perché ha questo di buono un tale viaggio: frutta più di quel che si chiede o che riusciremmo a desiderare. Non c’è dubbio, e io so che è così; e se trovaste che non è la verità, non credete più a quanto vi dico. Voi, sorelle, lo sapete per esperienza, ed io posso presentarmi a voi come testimone, per la bontà di Dio. Per quelle che verranno dopo di voi, è bene averlo detto.
7. Ho già detto che mi occupo di anime che non possono raccogliersi né costringere l’intelletto a un’orazione mentale, né fare alcuna meditazione. Non voglio qui neanche pronunciare il nome di queste due cose, non essendo alla loro portata. Vi sono, in realtà, molte persone alle quali solo il nome sembra sia causa di spavento.
8. Siccome può darsi che qualcuna di tali anime venga in questa casa (e, come ho detto, non tutte possono andare per lo stesso cammino), ciò che voglio consigliarvi (e anche potrei dire insegnarvi, perché come vostra madre mi è lecito farlo) è il modo in cui dovete pregare vocalmente, in quanto è giusto che comprendiate quello che dite. E siccome chi è incapace di pensare a Dio può darsi che si stanchi anche di lunghe preghiere, non voglio affatto parlarvi di esse, ma solo di quelle che, come ogni cristiano, dobbiamo necessariamente recitare, cioè il Pater noster e l’Ave Maria.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:38. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com