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MISTICI DELLA BIBBIA

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2013 16:07
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02/08/2013 16:07
 
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LA MISTICA DI GIOVANNI

 

 

 

Per Giovanni Dio è amore. Perciò, « chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4,16) 
Solo a condizione che ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimorerà e porterà a perfezione il suo amore in noi 
(1 Gv 4,12) .
 Dio è amore e noi sappiamo ciò che è amore perché Cristo morì spontaneamente per noi 
(1 Gv 3,16)
Infatti, noi possiamo amare solo perché Dio ci ha amati per primo (1 Gv 4,19)
Perciò, anche noi dovremmo essere disposti a morire per gli altri 
(1 Gv 3,16)
Questo è il fondamento del comandamento nuovo di Gesù, « che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,34-35).    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se l'espressione « in Cristo » sintetizza la mistica trinitaria di Paolo, la mistica giovannea può essere sintetizzata nell'espressione « dimora in me ». Giovanni insegna « se rimane in voi quel che avete udito dal principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre » (1 Gv 2,24). Naturalmente, questa è la « parola di vita » (1 Gv 1,1-3), la Parola fatta carne, «la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi». Secondo Giovanni, non solo il Padre e il Figlio dimorano nel cristiano, ma anche « l'unzione ricevuta da lui rimane in loro » (1 Gv 2,27), cioè lo Spirito di Gesù, lo Spirito di verità (Gv 14,14-17). E da questo noi conosciamo che Cristo dimora in noi « dallo Spirito che ci ha dato » (1 Gv 3,24).  

Per Giovanni Dio è amore. Perciò, « chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4,16) . Solo a condizione che ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimorerà e porterà a perfezione il suo amore in noi (1 Gv 4,12) . Dio è amore e noi sappiamo ciò che è amore perché Cristo morì spontaneamente per noi (1 Gv 3,16). Infatti, noi possiamo amare solo perché Dio ci ha amati per primo (1 Gv 4,19). Perciò, anche noi dovremmo essere disposti a morire per gli altri (1 Gv 3,16).Questo è il fondamento del comandamento nuovo di Gesù, « che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,34-35) .  

Poiché Gesù e il Padre sono uno (Gv 10,30), la mistica giovannea esige che tutti i cristiani dovrebbero essere uno. « Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo » (Gv 17,3) . 
Questo è il motivo per cui Gesù pregava che « tutti fossero una cosa sola: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato » (Gv17,21).  
Se l'amore con cui il Padre amò Gesù è nei discepoli di Gesù, allora Gesù stesso è in loro (Gv 17,26).  

Come la vera vite che il Padre pota, si deve rimanere in Cristo per portar frutto (Gv 15,1-10).Gesù è la vera luce che illumina tutti (Gv 1,9),poiché il Verbo si fece carne, Cristo è tutto ciò che si può conoscere del Padre. 
Gesù è il vero tempio (Gv 2,21), la vera dimora della presenza del Padre. Poiché Gesù è nel Padre e il Padre è in lui, chi vede Cristo vede il Padre (Gv 14,9-10)
Per questo motivo, Giovanni fa riflettere il lettore sulle qualità umano-divine manifestate da Gesù durante la sua vita terrena.  

Secondo Giovanni, Cristo risorto attirerà tutto a sé, quando sarà innalzato da terra (Gv 12,32)
Lo Spirito poté essere effuso solo quando Gesù fu crocifisso, poiché dal suo petto squarciato scaturirono sangue ed acqua (Gv 7,38-39; 19,34). 
Di conseguenza, solo Gesù in quanto pane vivo, datore e sorgente d'acqua viva può saziare la fame mistica ed estinguere la sete. I cristiani dimorano misticamente in Cristo soprattutto per mezzo del battesimo e dell'Eucaristia. Solo chi è « nato dall'acqua e dallo Spirito » (Gv 3, 5) può entrare nel regno di Dio. E solo chi « mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui » (Gv6,56).  

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