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La fede della Chiesa primitiva nella DIVINITA' DI CRISTO (da Eusebio di C. )

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2013 18:22
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27/07/2013 18:18
 
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10. Non è lecito pensare che le teofanie su esposte siano di angeli inferiori o di ministri di Dio: infatti, quando qualcuno di questi si manifesta agli uomini, la Scrittura, narrando il fatto, non lo definisce ne Dio ne Signore, ma Angelo, come è facile provare da innumerevoli testimonianze.

11. Anche Giosuè, il successore di Mosè, pur non avendolo visto se non in figura e aspetto umani, lo chiama capo supremo dell'esercito del Signore, nel senso che egli guida gli angeli celesti, gli arcangeli e le potenze che sono al di là del mondo, e nel senso che è potenza e saggezza del Padre, ed ha ricevuto in affidamento il secondo posto nel regno e nel comando del mondo.

12. Egli pertanto ha scritto: E avvenne che Giosuè, quando si trovava a Gerico, alzato lo sguardo, vide un uomo ritto davanti a sé con una spada sguainata in mano, Giosuè, avvicinatesi, gli chiese "Sei dei nostri o un nemico?", ed egli rispose "lo sono il capo supremo dell'esercito del Signore" E Giosuè, prostratesi con la faccia per terra, abbassato lo sguardo, gli disse "Signore, che cosa comandi al tuo servo^", e il capo supremo del Signore gli rispose "Sciogli i calzari dai tuoi piedi, perché il luogo in cui ti trovi è sacro" n.

13 Avrai appreso da queste parole che egli non è diverso da colui che ha parlato anche a Mosè: a lui infatti la Scrittura fa riferimento usando le stesse parole: Quando vide che egli si avvicinava per vederlo, il Signore lo chiamò dal cespuglio dicendo "Mosè, Mosè", ed egli rispose "Che c’è? ", ed il Signore "Non avvicinarti oltre, sciogli prima il calzare dai tuoi piedi, poiché il luogo in cui ti trovi è terra sacra". Poi continua dicendo "lo sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe" °.

m Gn 32, 31 " Gs 5, 13-15 ° Es 3, 4-6

14. Che esista una sostanza anteriore al mondo e sussistente, che ubbidisce ai comandi del Padre e dìo dell'universo per creare tutte le cose viventi, chiamata Verbo di Dio e Sapienza 10, è possibile apprenderlo, oltre che dalle prove già apportate, anche dalla Sapienza in persona, che con chiarezza rivela di sé queste cose per bocca di Salomone: lo, la Sapienza, ho portato nella mia tenda il consiglio, il mio nome è conoscenza e intelligenza, grazie a me i rè regnano e i giudici amministrano la giustizia, per opera mia i grandi menano vanto e i tiranni governano sulla terra p. 15. A queste parole aggiunge: II Signore mi ha creato principio delle sue vie per le sue opere, prima del tempo mi ha generato, in principio, prima di creare la terra, prima di far scaturire le fonti delle acque, prima di far sorgere le montagne, prima di tutte le colline mi ha generato, quando preparava il cielo io ero con lui, e quando poneva fonti stabili sotto il cielo, io ero lì con lui. Ero là dove egli gioiva ogni giorno, e mi rallegravo davanti a lui in ogni momento, quando era felice di avere creato il mondo q. 16. SÌ è così detto brevemente che il Verbo divino è preesistente al mondo ed è apparso ad alcuni, anche se non a tutti.

17. Perché il suo insegnamento non è stato annunciato, come ai nostri tempi, anche in quelli antichi a tutti gli uomini e a tutti i popoli, lo si potrebbe spiegare così u. La vita degli uomini antichi non era affatto nelle condizioni di accogliere l'insegnamento saggissimo e virtuoso di Cristo. 18. In principio infatti, subito dopo aver vissuto la prima vita fra i beati, il primo uomo, per non aver rispettato il volere divino, è precipitato in questa vita mortale ed effìmera, ottenendo così questa terra maledetta in cambio della felicità divina di un tempo.

p Prv 8, 12, 15, 16 q Prv 8, 22 25, 27,28, 30

10 L'identificazione tra Cristo e la Sapienza è attestata già in 1 Cor 1, 24 e ripresa da Giustino, Dialogo con Tnfone, 61, 1

11 Eusebio riprende qui un'antica questione, sollevata già sul finire del II secolo da Celso nel Discorso sulla verita .

La soluzione qui da lui data è in parte presente già in Ongene, Contro Celso, 5, 15

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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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