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MADRE DEI CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2013 17:47
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23/07/2013 17:05
 
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Riprendiamo questo testo da una conferenza tenuta dal Card. Leo Suenens, una delle personalità della Chiesa più sensibili sia al dialogo ecumenico che al mistero di Maria. Le critiche dei protestanti circa la confusione di ruoli tra Maria e lo Spirito è occasione per esaminare più in profondità il loro rapporto.

del Card. LEO SUENENS
   

Nel settembre del 1970, nell'apertura di un congresso Teologico Internazionale, dissi: «Io non conoscerò altri che te, quando suonerà l'ora della riscoperta dell'unità. Io penso che i cristiani della mia generazione debbano accontentarsi, come Mosè, di scorgere solo da lontano la Terra Promessa. Ma, se leggo bene i segni Il Card. Leo Suenens.dei tempi, possiamo credere che questo ritorno di tutti i Cristiani all'unità visibile verrà presto. La stella che ha condotto i Magi a Betlemme brilla ancora nel cielo dell'ecumenismo. I pellegrini verso l'unità sono ancora in cammino, essi avanzano, ma talvolta la stella è nascosta ed essi devono controllare la strada che hanno preso e consultare la mappa. Ma tutto indica che essi non sono lontani da Betlemme».

Ed ho aggiunto: «Forse, come i Magi, anche essi tutti assieme vedranno prima la Madre che il Bambino. Sarebbe difficile immaginare la riunione dei figli disuniti nella loro casa comune senza che essi trovino la Madre in attesa sulla soglia per riceverli e per condurli al Signore».

Pronunciando queste parole allora (1971) ho come anticipato questo Congresso, che considero realmente come un segno di speranza, un simbolo, una primizia. Esso mi appare come un raggio di luce all'alba: la notte non è ancora del tutto scomparsa e la tenebra è ancora stesa su di noi, ma il raggio di luce annuncia già il brillio dell'aurora.
   

Maria Vergine al posto dello Spirito Santo?

Il secondo motivo di gioia è il tema stesso della mia conferenza: la relazione che esiste tra lo Spirito Santo e Maria. Non solo il tema è fecondo in sé, ma ancora di più, esso offre l'opportunità di chiarire, forse, alcune ambiguità che turbano il dialogo ecumenico e blocca la strada verso l'unità. Ed è proprio su questo punto che rimangono delle incomprensioni fra cristiani di differenti tradizioni.

La difficoltà di capirsi gli uni gli altri circa il posto occupato, rispettivamente, dallo Spirito Santo e da Maria è stato sottolineato in modo molto chiaro in un articolo da Elie Gibson. Ella scrive: «È possibile che, come per i Cattolici è difficile comprendere ciò che i Protestanti credono circa lo Spirito Santo, così per i Protestanti ciò che i Cattolici credono su Maria. Quando cominciai a leggere le riviste e i libri cattolici, rimasi subito sconcertata e offesa dalle caricature della nostra posizione riguardo allo Spirito Santo, più che da ogni altra cosa. Il pensiero comune dei cattolici sembrava essere che noi esaltavamo gli impulsi e le decisioni umane, attribuendole all’ispirazione della Terza Persona della Ss.ma Trinità. Questo è travisare la posizione protestante... Quando incominciai lo studio della teologia cattolica, ogni qualvolta io mi aspettavo l’esposizione della dottrina sullo Spirito Santo, vi trovavo Maria».

Fra i cristiani non cattolici non è inusuale incontrare un senso di disagio nei confronti di certe affermazioni ed espressioni riguardanti la Vergine Maria. Tali affermazioni sembrano presentare ai loro occhi un errore comune: la sostituzione dello Spirito Santo con Maria, l’attribuzione a Maria di ciò che appartiene, di fatto, allo Spirito Santo, o di ciò che gli appartiene in modo assolutamente prioritario. Si rilevano espressioni come:

  • a Gesù per Maria;

  • Maria forma Cristo in noi;

  • Maria è il legame fra noi e Gesù;

  • Maria è associata alla Redenzione;

  • Maria è la mediatrice di grazia.

Si obietta, a proposito di tali espressioni, che il ruolo dello Spirito Santo è precisamente quello di condurci a Gesù, di formare Cristo in noi, di unirci a lui, che lo Spirito Santo ha cooperato in maniera unica nella Redenzione e che se Cristo è il solo Mediatore, appartiene allo Spirito assisterci e promuovere il nostro ritorno al Padre tramite Cristo.

Tutto questo ci invita ad usare la necessaria precisione perché la gerarchia delle verità venga rispettata e che lo Spirito Santo abbia il posto prioritario che gli compete e che ci permette di situare quelle espressioni su Maria nel loro contesto, riferiti allo Spirito Santo e in connessione con lui.

Il rimprovero di "sostituzione", di offuscamento dello Spirito Santo in favore di Maria non ci può lasciare indifferenti e non possiamo sorvolarlo. È possibile incontrare la stessa reazione negativa presso diversi autori, sia protestanti che cattolici. È un fatto che, storicamente, la mariologia latina si è fortemente sviluppata, mentre la pneumatologia è stata in calo.

 

Il massimo capolavoro dello Spirito Santo

Dopo aver rilevato gli opposti punti di vista sul nostro tema, Elie Gibson continua la sua esposizione tentando di individuare la via per uscire da questo punto morto ed ella sottolinea un aspetto che merita la nostra riflessione: «Nel Protestantesimo la divina presenza dello Spirito Santo è riconosciuta dalla santità generata sia in personalità, in forme di azione o sviluppi nella vita della Chiesa. Forse i cattolici trovano tali effetti visibili in Maria più che in nessun altro? Se la vita di Maria è il primo frutto della permanente azione dello Spirito Santo nella Chiesa, in contrasto con l’attività temporanea dello Spirito del Signore nella parola profetica del l’Antico Testamento, questo può aiutare a spiegare ai Protestanti la priorità conferita a lei dalla Chiesa cattolica. Forse il disegno stesso della Chiesa rende in modo più chiaro la relazione tra lo Spirito Santo e Maria. Ma come il problema si poneva nel passato, anche ora una figura umana sembra eclissare la divina Persona».

Come abbiamo già detto, anche noi crediamo, per parte nostra, che è necessario porre l’accento sull’assoluta priorità dello Spirito Santo, dello Spirito santificatore e quindi mostrare Maria come la santificata per eccellenza, in modo incomparabile, e come l’umile donna che lo Spirito Santo ha adombrato in modo ineguagliabilmente profondo.

Per essere vista come ella realmente è, Maria deve apparire a noi come una creatura reale privilegiata dallo Spirito Santo, come il suo più eminente successo, sempre come il risultato dell’azione dello Spirito Santo, sempre sotto la sua ispirazione e in dipendenza da lui. E’ in questa prospettiva che noi vogliamo riflettere su di lei per poterla situare meglio in rapporto allo Spirito Santo e per situare meglio noi stessi nella nostra propria adesione allo Spirito Santo, conformemente al suo esempio e in comunione spirituale con lei.

Il roveto che arde e non si consuma

Consideriamo, prima di tutto, il fondamentale rapporto fra lo Spirito Santo e Maria, così come si trova nel cuore stesso del mistero dell’Incarnazione.

La Sacra Scrittura ci riferisce di come, quando Mosé salì sul monte Oreb, egli vide l’angelo del Signore sotto forma di fiamme che si sprigionavano gagliarde da un roveto. Guardando il fenomeno, egli si avvide che, benché il roveto ardesse, esso non si consumava; come egli volle avvicinarsi per esaminare meglio tale fenomeno, Dio lo chiamò di mezzo al roveto e gli comandò: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!» (Es 3,5).

La tradizione ha paragonato Maria a quel roveto, il quale, benché bruciasse, non si consumava. Essendo divenuta madre senza cessare di essere vergine, essa porta in sé tale fiamma di fuoco, che è il Dio vivente; la presenza dello Spirito in Maria l’ha resa, proprio così, un santuario vivente, una terra santa, da non poter essere accostata se non con infinito rispetto e dopo esserci liberati da idee che sono troppo umane.

L’Angelo Gabriele le dice che la divina presenza stava per farsi presente, proprio così, nel suo grembo verginale e che la stava trasformando in un vivente "Santo dei Santi".

Nell’ora dell’Annunciazione, nel preludio alla Incarnazione e all’unica mediazione di Cristo, ella è l’elemento di unione fra il cielo e la terra. Si potrebbe dire che lo Spirito Santo è l’amore di Dio che viene a noi, nella sua forma massima, come il Messaggero del Padre e del Figlio. Maria è l’amore umano più puro mai espresso in una creatura, che sia puramente creatura, e che sia stato suscitato dallo Spirito nell’incontro con essa.

Dal momento che noi vediamo lo Spirito Santo discendere su di lei, è necessario comprendere come lo Spirito Santo è all’opera nel profondo del cuore di Maria. Il suo "fiat" sorge dal profondo della sua libertà, ma questa supremamente libera risposta è essa stessa opera della grazia divina. La libera ed attiva co-operazione di Maria è interamente nutrita e guidata dall’Amore che produce in lei "il volere e l’operare". Ella rimane totalmente recettiva rispetto all’azione di Dio nell’impulso del suo libero consenziente volere. Non è lei che prende l’iniziativa: è Dio che la solleva fino a sé, è Dio che le dà l’inaudita grazia del completo dono di se stessa.

E’ certamente per la sua gloria che Dio chiama una creatura al suo servizio e dargli prender parte della sua traboccante generosità, che Dio nella sua assoluta indipendenza può consentire di essere dipendente. E’ questo un sovvertimento di valori? E’ inconcepibile che Dio, per mezzo dell’arcangelo Gabriele, richieda il consenso di Maria? E’ disdicevole per lui richiedere il di lei consenso? Non è piuttosto un esempio di ineguagliabile delicatezza? Mai una creature ha ricevuto una più decisamente magnifica o trionfale grazia che Maria; e mai libertà umana è rimasta più inviolata. L’angelo si è inchinato davanti a Maria in segno del rispetto di Dio per lei e tutto il suo essere è stato in trepida venerazione per Dio. Quel "fiat", capolavoro di divina grazia e di umana libertà, un mistero di grazia preveniente che ha fatto sottomettere Maria al volere di Dio, è, per ragioni che non saranno mai eguagliate, «il più altro trasporto di un amore libero da ogni condizionamento».

Nel mondo protestante 
l’azione materna 
e confortatrice di Maria 
viene attribuita spesso 
alla Parola di Dio.

Una Madre in attesa sulla soglia di casa

Perché i nostri fratelli cristiani così spesso persistono nel pensare a lei come ad una ostacolo? Più un’anima appartiene a Dio, più strettamente è unita a Dio. Le nostre riserve e la nostra diffidenza nell’amare pienamente Maria per paura di mostrare non sufficiente riverenza a nostro Signore è prova della nostra fondamentale non comprensione di chi ella sia. «E’ compito della Beata Vergine condurre noi in modo sicuro verso Cristo, come il compito di Gesù è quello di condurci in modo sicuro verso il Padre», ha scritto S. Luigi M. da Montfort.

Qui siamo al cuore del mistero di Dio; essa perfeziona tutti i nostri ristretti pensieri, i nostri timidi calcoli e distrugge le nostre artificiose divisioni e compartimenti; entriamo in un mondo di mutua sincerità di assoluto disinteresse e di luminosa comunione. In proporzione che cresce la nostra unione con Maria, non solo ella porrà nei nostri cuori le disposizioni che ella ha preso da Gesù, ma ella ci darà il suo stesso cuore con il quale amare lui. Questo è il suo unico pensiero e il suo proposito. Dare Gesù ad ogni anima e a tutto il mondo è sempre l’unica ambizione di questa incomparabile madre . Uniamoci a lei: il suo amore senza limiti per Gesù diverrà il nostro Noi conseguiremo una trasformazione dell’anima, una identificazione con Cristo, che ci farà pensare, sentire, agire e volere come lui. Allora, e solo allora, il compito di Maria sarà completato, quando lei potrà dire (con più ragione che lo stesso S. Paolo): «Figli miei, che io di nuovo partorisco, finché non sia formato Cristo in voi» (Gal 4,19). Questo "parto" non sarà altro che la nostra nascita nel paradiso.

 
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