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MADRE DEI CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2013 17:47
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23/07/2013 16:56
 
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Diamo uno sguardo  alla questione del culto a Maria dalla Riforma Protestante
 
La Riforma protestante (prima metà del secolo XVI) non fu esplicitamente antimariana, anche se, prendendo le distanze da certe sensibilità medievali circa Maria, concentrò l'accento sui dati della Scrittura (nulla dunque sull'immacolata concezione e l'assunzione) e sul contenuto del Simbolo di fede.
Il Concilio di Trento, che tanta parte ebbe nel contrastare il pensiero protestante, non ritenne infatti di fare pronunciamenti particolari sulla dottrina e sul culto mariano. Soltanto nei secoli seguenti l'opposizione dei riformatori alle posizioni cattoliche avrebbe portato ad attenuare nelle chiese della Riforma la considerazione e devozione mariana (è esclusa ogni preghiera alla Vergine), ritornate di qualche interesse nel secolo XX.
 
Dalla seconda metà del secolo XVI, e nel corso del successivo, la devozione a Maria divenne una componente di rilievo nella pratica cristiana del popolo di Dio, rilanciata dalla pastorale di evangelizzazione postridentina.
 
 Nel 1570, con la vittoria sul pericolo turco, attribuita a Maria «aiuto dei cristiani», la preghiera del Rosario divenne l'incontestato segno distintivo della devozione mariana che in quel periodo nemmeno il neo-protestantesimo si sognò di contrastare tanto fu l'entusiasmo di questa vittoria.
 
Siamo in pieno fulgore di una certa potenza del Protestantesimo eppure è questo il periodo di maggior diffusione della pietà popolare verso Maria.
Si costituirono e si diffusero le «Congregazioni della Santa Vergine» e il nome di Maria fu sempre più accostato a quello di Gesù. Alla religiosità popolare, con espressioni e linguaggio proprio, corrispondeva una riflessione colta su Maria, per un verso attenta al rigore teologico e per l'altro sospettosa che la devozione mariana potesse scadere in deviazioni, banalità, enfatizzazioni. Fu effettivamente da questi ultimi aspetti che un certo rigore protestante prese ad accentuare sempre più maggiori le distanze, ma per avere le prime affermazioni si dovrà attendere la fine del 1600 primi del 1700.
 
Non mancarono le polemiche tra gli stessi cattolici, che finirono per provocare una crisi mariana (esagerazioni da una parte e critiche dall'altra), che portò nel secolo XVIII a un riequilibrio nel sentire e nell'esprimere la devozione a Maria. In tale contesto è da ricordare, tra altri, san Luigi Maria Grignion da Montfort († 1716), il cui Trattato della vera devozione a Maria (rinvenuto nel 1842 e pubblicato l'anno seguente) traccia le linee per una devozione mariana teologicamente fondata, saldamente centrata nel mistero di Cristo, libera dai sospetti della superstizione, capace di incidere sulla qualità dell'adesione vitale a Gesù Cristo e sull'impegno dell'apostolato.
Ancora oggi è stato giudicato  il più prezioso "documento" (il Trattato) a livello teologico ed esegetico biblico riguardante Maria, il suo ruolo e il culto.
In Italia, nel secolo XVIII, nacque e si diffuse con successo la pratica del mese di maggio, che favorì lungo i secoli la venerazione della gente per la Madre del Signore. Al radicarsi nel popolo cristiano dell'amore alla Madre della grazia e della misericordia, contribuì l'opera di sapienti predicatori, tra cui sant'Alfonso Maria de' Liguori (t 1787).
 
Un altro aspetto importante da non sottovalutare la fioritura di santi di questi secoli e tutti legati in qualche modo alla Madre del Signore e molti vissuti nella tempesta del Protestantesimo. Anche molti predicatori ne subirono il fascino tanto da essere protestanti e al contempo veri devoti di Maria.
 
Col secolo XIX si veniva preparando un nuovo secolo mariano, compreso tra la definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione, compiuta da Pio IX nel 1854, e quella dell'Assunzione di Maria, pronunciata da Pio XII nel 1950. Nel rinnovamento religioso del tempo, il consenso intorno a Maria, nella riflessione teologica come nella pietà del popolo, aprì la strada a riconoscimenti che per secoli erano stati motivo di scontro e di confronto. La pietà mariana rifiorì, sostenuta anche dalle apparizioni della Vergine: Rue du Bac a Parigi (1830), La Salette (1846), e soprattutto Lourdes (1858).
 
Il Card. Newman faceva notare che :" Sembra un paradosso eppure proprio con l'avvento del Protestantesimo appare quasi toccabile come il popolo cristiano abbia avvertito un certo "pericolo" di li a venire contro il culto mariano come lo stiamo vivendo in questo secolo. Quanto è avvenuto per il culto mariano nel secolo XIX appare semplicemente uno scudo aggiunto per proteggere la Verità rivelata. Mai come in questo secolo Maria è stata così posta accanto al Figlio ed insieme al Figlio Gesù evangelizzatrice e sempre più fortemente Madre della Chiesa".
Un altro protestante teologo convertito faceva notare che " Appare incredibile ma se uno si ferma a ponderare i fatti non possiamo dire altro che la questione del culto mariano o è diabolica o è divina, io ho capito per grazia che è opera divina! E non potrebbe essere diversamente, se dobbiamo toccare con mano i frutti, il culto mariano porta ottimi frutti a Dio in favore non solo della Chiesa, ma sopratutto a favore degli uomini!"
 
Effettivamente, se ci pensiamo attentamente, il culto mariano prende vigore proprio con l'avvento del Protestantesimo e più nascevano movimenti ostili a Lei fino a negare nel XX secolo la di Lei maternità divina, più la devozione s'invigoriva:
La devozione mariana si fece sempre più manifesta nel vissuto ecclesiale, come dimostrano le denominazioni di numerosi istituti maschili e femminili, intitolati all'Immacolata, all'Assunzione, alla Sacra Famiglia, al Rosario, al Nome e al Cuore di Maria: le opere di evangelizzazione, l'educazione, l'insegnamento, la stampa, la spiritualità, la cura dei malati e dei poveri, sono poste sotto lo sguardo della Santissima Vergine, riconoscendole un posto eminente nel percorrere la via della santità come nell'azione apostolico-caritativa.
 
Sembra effettivamente un paradosso, eppure questi sono i fatti....o meglio I FRUTTI.....
 
La dimensione mariana si è ulteriormente approfondita, in questo secolo, mantenendo in costante sintonia la pietà popolare e migliorando la riflessione dogmatica. Particolare rilevanza hanno avuto le apparizioni mariane, tra cui le più note sono quelle di Fatima (1917), anche in vista degli sviluppi relativi alla diffusione della precedente devozione al Cuore di Maria: nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, nel 25° anniversario delle apparizioni di Fatima, Pio XII consacrava la Chiesa e il genere umano al Cuore immacolato di Maria.
 
Il Concilio Vaticano Il si aprì l' 11 ottobre 1962, sotto la protezione della Madre di Dio, festeggiata allora in tale giorno, e si concluse 1'8 dicembre 1965, festa dell'Immacolata Concezione. In questa solennità si chiuse anche il primo periodo del Concilio, proprio nella data anniversaria dell'inizio del Concilio Vaticano I convocato da Pio IX, il papa che aveva proclamato il dogma dell'Immacolata Concezione. Tali coincidenze non sfuggirono a papa Giovanni XXIII, che nel discorso conclusivo del primo periodo conciliare osservava:"è bello cogliere queste serene coincidenze, che, nella luce della storia, fanno comprendere come molti grandi eventi della Chiesa si svolgano nella luce di Maria, a testimonianza e garanzia di materna protezione» (8 dicembre 1962).
 
Il Card. Newman faceva notare che se "la devozione mariana era opera diabolica, il Concilio avrebbe dovuto essere un fallimento"
Ennesimo paradosso? Dal Concilio i Frutti si sono invece moltiplicati, è nato l'Ecumenismo vero e proprio, per la prima volta si è avuto un incontro di Preghiera interreligioso, la Chiesa Ortodossa e Cattolica si sono tolte le scomuniche reciproche, il perdono della Chiesa richiesto e donato per ogni torto fatto e ricevuto, l'avvicinamento con il popolo ebraico......Al Concilio parteciparono esponenti Protestanti rimanendone favorevolmente colpiti tanto da intraprendere la strada del rispetto reciproco....
 
Papa Giovanni aveva voluto che la preghiera allo Spirito Santo, suggerita a tutti i fedeli in preparazione al Concilio, terminasse con il ricordo del mistero che suscitò la vitalità della comunità apostolica riunita con Maria: «Rinnova nella nostra epoca i prodigi come di una novella Pentecoste; e concedi che la Chiesa Santa, riunita in unanime, più intensa preghiera attorno a Maria Madre di Gesù e guidata da Pietro, diffonda il regno del Salvatore divino, che è regno di verità, di giustizia, di amore e di pace». Non è difficile cogliere che il richiamo a Maria non è di contorno, ma illuminante per percepire la sua perenne missione nella Chiesa. Lo stesso Giovanni XXIII, il 4 ottobre 1962, una settimana prima dell'apertura del Concilio, volle farsi pellegrino al santuario di Loreto, per affidare a Maria il buon esito dell'evento conciliare: «O Maria, o Maria, madre di Gesù e madre nostra, qui siamo venuti stamane ad invocarvi come prima stella del Concilio che sta per avviarsi; come luce propizia al nostro cammino che si volge fiducioso verso la grande assise ecumenica, che è universale aspettazione... Oggi, ancora una volta ed in nome di tutto l'episcopato, a voi, dolcissima Madre, che siete salutata Auxilium episcoporum, chiediamo per noi, vescovo di Roma e per tutti i vescovi dell'universo, di ottenerci la grazia di entrare nell'aula conciliare della basilica di San Pietro, come entrarono nel Cenacolo gli Apostoli e i primi discepoli di Gesù».
 
Paolo VI la proclemà ufficialmente "Madre della Chiesa", pochi cattolici stessi sanno che non era una definizione ufficializzata, ma una verità sempre presente sia in Oriente che in Occidente.
Nessun Concilio ha riflettuto su Maria come il Vaticano II, l'unico paragonabile è quello di Costantinopoli quando Maria venne proclamata la Teothokos: tredici documenti conciliari di questo Concilio su sedici parlano di lei. L'insegnamento è condensato nel capitolo VIII della Lumen gentium, intitolato La beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Questa felice espressione supera una comprensione autonoma di Maria, vista in se stessa nello splendore dei suoi privilegi, per presentarla dinamicamente congiunta a Cristo e al suo corpo, che è la Chiesa. L'inserimento di Maria nella storia della salvezza, negli eventi di Cristo e nell'attuale pellegrinaggio della Chiesa - di cui è madre, immagine e modello perfetto - fino alla beata speranza della comunione eterna con Dio, ha favorito la ricomprensione della presenza e missione di Maria nell'economia della salvezza e dell'atteggiamento di venerazione per la Madre di Dio da parte dei fedeli. Il testo conciliare mette in luce i fondamenti evangelici su Maria, le ricchezze del pensiero mariologico sviluppato dai Padri, l'apporto della liturgia delle Chiese, la devozione mariana del popolo di Dio.
Nessuna Chiesa Protestante della Riforma ha saputo tenere testa a questi Documenti, nessuno ufficialmente ha potuto ribattere.
 
Non c'è dubbio che la «via mariana» per giungere a meglio conoscere, amare, servire Gesù Cristo sia una realtà interiorizzata dalla Chiesa cattolica e vivamente sentita dalle Chiese d'Oriente. Le stesse Chiese della Riforma e la Chiesa anglicana si stanno reinterrogando sul significato della figura evangelica di Maria. (Corrado Maggioni in "La via mariana alla Porta Santa", ed. S. Paolo, 1999).
 
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