Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

PERCHE' CREDERE

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2013 11:46
Autore
Stampa | Notifica email    
18/07/2013 11:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il mondo c'è, dunque Dio esiste



"Di quanto la religione si allontana da noi, di altrettanto si allontana la ragione". (GILBERT KEITH CHESTEKTON, Ortodossia, IX ed.; Morcelliana, Brescia 1980, p. 48)



l. Partendo dalla osservazione di un dato di fatto, cioè dall'ordine e dal finalismo presenti nella realtà che ci circonda, abbiamo percorso con la nostra ragione una delle vie, la quinta, che san Tommaso ha trac­ciato per giungere a Dio.



2. In questo capitolo ci proponiamo di mostrare un altro percorso, fondato sulla seconda delle cinque vie di san Tommaso, affinché si possa dimostrare la straordinaria capacità di ogni uomo di cogliere le tracce della presenza e dell'opera di Dio nella realtà che lo circonda.



3. Dobbiamo ricordare che il nostro discorso è estremamente sem­plificato, quindi è certo che non tutte le osservazioni, non tutti i pro­blemi, non tutte le domande troveranno una risposta nella nostra esposi­zione. Ma abbiamo volutamente scelto di esporre solo le nozioni ele­mentari, le più comprensibili perché il nostro vuole essere un testo offerto a tutti, qualunque sia il loro grado di istruzione.



4. Veniamo a quest'altra prova che dimostra l'esistenza di Dio. Come nelle prove precedenti, anche questa parte da una constatazione, da un dato di fatto innegabile, che tutti, anche quelli che si dichiarano atei o agnostici, possono osservare.



5. Il dato è questo: tutto ciò che esiste intorno a noi e di cui abbiamo esperienza concreta ha una o più cause. Possiamo osservare intorno a noi una concatenazione di cause ed effetti. Anche ciascuno di noi è un anello di questa concatenazione.



6. Qualche esempio ci aiuterà a comprendere meglio quello che stiamo affermando.



7. Osserviamo un fiore. Qualche tempo fa abbiamo piantato un seme in un vaso colmo di terra. Lo abbiamo innaffiato ed esso è cre­sciuto. Il nostro fiore non esisterebbe senza il seme che abbiamo inter­rato e da cui è nato.



8. Ora il nostro fiore è un "effetto" di quel seme che avevamo piantato. Il seme è stato la "causa" del fiore che è cresciuto.



9. Ma anche il seme ha avuto una sua causa, cioè un precedente fiore da cui deriva; e anche il fiore che ha dato origine al seme è nato da un precedente seme, e quest'ultimo da un precedente fiore, e così via in una lunghissima concatenazione di cause e di effetti.



10. Ci rendiamo conto di aver semplificato al massimo, perché si dovrebbe spendere una parola anche sulle cosiddette "concause" che contribuiscono alla nascita del nostro fiore: pensiamo alla terra fertile, all'acqua, ai minerali presenti, alla luce del sole, tutti elementi dei quali possiamo avere esperienza, che, coordinandosi mirabilmente, contribui­scono al nascere del fiore. Tutti elementi che consentono al seme di essere la causa principale del suo effetto, il fiore.



11. Un altro esempio lo possiamo ricavare considerando ciascuno di noi. È certo che noi, una volta, non eravamo, non esistevamo. Siamo venuti all'esistenza a causa dei nostri genitori. Noi siamo un "effetto" dei nostri genitori, e i genitori sono la nostra "causa".



12. Ma anche i nostri genitori sono stati "causati" dai loro geni­tori, i nostri nonni. Anche qui possiamo constatare una concatenazione di cause ed effetti, una catena della quale siamo parte e che, molto pro­babilmente, si estenderà anche nel tempo futuro, se daremo vita ai nostri figli.



13. Quanto abbiamo detto è un dato di fatto che ogni uomo può osservare, indipendentemente dalle sue convinzioni religiose.



14. Proprio da questa osservazione, parte una riflessione, un ragio­namento che condurrà ad ammettere l'esistenza di Dio.



15. A pensarci bene, a ragionare, dobbiamo ammettere che in que­sta concatenazione di cause e di effetti, di cui abbiamo esperienza, non è possibile logicamente, razionalmente, risalire la serie senza mai giungere ad una Causa prima, ad una Causa che ha dato il via alla concatenazione che osserviamo e che, proprio perché Causa prima, non è stata causata da alcunché.



16. In altre parole: stiamo dicendo che, vista e sperimentata l'esi­stenza della concatenazione di cause ed effetti, deve per forza esistere una Causa prima, e questa Causa prima è chiamata da tutti Dio.



17. Abbiamo il compito di provare, di giustificare ciò che abbiamo appena detto. Perché affermiamo che bisogna necessariamente, logica­mente, razionalmente, ammettere l'esistenza di una Causa prima, cioè di Dio? Per due ragioni.



18. La prima ci sembra più facile da comprendere. Intorno a noi, nella realtà che ci circonda, ci sono soltanto cose finite. Noi abbiamo esperienza solo di cose limitate, determinate o determinabili, misurate o misurabili con gli strumenti in nostro possesso o con altri che saranno costruiti.



19. Gli scienziati misurano la grandezza dell'universo e stabili­scono, anche se con una certa approssimazione, la data della sua nascita. Essi conoscono e misurano anche le infinitesimali grandezze del micro­cosmo e le loro ricerche sono destinate ad ottenere sempre nuovi risul­tati, a raggiungere sempre nuovi traguardi.



20. Nell'universo, nel macro e nel microcosmo, esistono solo cose finite, già misurate o misurabili. Questo è un dato della scienza, che non si può negare, pena il ridicolo.



21. Ecco la prima ragione che ci porta ad ammettere l'esistenza di Dio: poiché esistono solo cose finite, dobbiamo obbligatoriamente ammettere che anche la concatenazione di cause ed effetti, di cui parla­vamo, deve essere finita, deve avere un limite.



22. Infatti, la concatenazione è composta di singoli anelli (ogni singola causa ed ogni singolo effetto), ciascuno limitato e finito. La con­catenazione deve essere necessariamente finita, limitata, perché essa non è altro che la somma di singoli anelli, tutti finiti e limitati.



23. Come tutto ciò che la compone, anche la concatenazione di cause ed effetti, globalmente intesa, una volta non esisteva, dunque ha avuto un inizio, dunque è stata causata.



24. Ma attenzione! Evidentemente, la concatenazione ha avuto inizio da una Causa che, proprio perché ha causato tutto ciò che esiste, non ha avuto una sua propria causa, non può essere un effetto di qual­cosa che esisteva prima, altrimenti non sarebbe la causa di tutto.



25. Ne consegue che, poiché questa Causa è prima, cioè non è stata causata da alcunché, essa esiste da sempre. Questa causa è ciò che chiamiamo comunemente Dio. Dunque Dio, come Causa prima di tutto, esiste.



26. La seconda ragione ci sembra più difficile da spiegare, ma non è meno vera logicamente, razionalmente, della prima. Anche qui ci obblighiamo ad un pericoloso ma necessario sforzo di semplificazione.



27. Tutto quello che ci circonda è soltanto l'ultimo anello della concatenazione di cause ed effetti che lo ha preceduto. Il nostro fiore, di cui si parlava, è solo l'ultimo anello di una concatenazione che com­prende il seme da cui ha avuto origine, un altro precedente fiore dal quale si è costituito il seme, un altro precedente seme dal quale è nato quest'ultimo fiore, e così via.



28. Proviamo a riflettere. Se la strada che, percorsa in retromarcia, conduce dagli ultimi anelli di questa concatenazione (gli effetti che vediamo) alla Causa prima fosse infinita, cioè non avesse mai fine, non giungesse mai alla Causa prima (perché non esiste Dio), dovremmo logicamente ammettere che anche il percorso inverso, quello che giunge fino a noi, deve essere infinito, deve non finire mai, deve non giungere mai fino a noi.



29. Ma in questo caso saremmo costretti ad ammettere che la provvisoria fine della concatenazione di cause ed effetti, cioè il nostro fiore, non dovrebbe esserci, non dovrebbe esistere. E nemmeno noi, che siamo la fine di una concatenazione, avremmo dovuto esistere. Invece, sia il fiore sia ciascuno di noi, effetti provvisoriamente finali di una conca­tenazione, esistiamo. Quindi deve esserci una Causa prima, deve esserci Dio.



30. Chiedendo aiuto a san Tommaso, potremmo ragionare anche in questo modo: tra noi e la Causa prima ci sono delle cause intermedie.



31. Se non ci fosse la Causa prima (Dio), non dovrebbero esistere nemmeno le cause intermedie. Ma se non ci fossero le cause intermedie, non dovremmo esserci nemmeno noi, che siamo gli effetti di queste cause. Invece noi ci siamo e questo significa che le cause intermedie esi­stono e questo vuol dire che esiste la Causa prima, cioè che esiste Dio, Causa prima non causata.



32. Sentiamo san Tommaso: "In una serie di cose collegate tra loro, non si può assolutamente negare la prima, perché da essa dipendono tutte le altre, e se quella si toglie, tutte vengono meno" (Summa theologiae, I-II, q. 1 a 4).



33. Quanto dice san Tommaso ci pare logicamente evidente.



34. Possiamo aggiungere un'altra considerazione logica, un altro ragionamento. La concatenazione di cause e di effetti, della quale noi siamo gli ultimi anelli, e di cui abbiamo esperienza, non può essersi origi­nata da sola. Deve per forza essere stata causata.



35. Infatti, per originarsi da sola, avrebbe dovuto esistere prima di cominciare ad essere. Come causa di se stessa, avrebbe dovuto esistere prima di se stessa come effetto. Ma se diciamo questo cadiamo nella più palese contraddizione, nell'irragionevolezza più totale, nell'assurdo. Dunque tutta la concatenazione di cause ed effetti, che ha preceduto quello che oggi esiste e di cui abbiamo esperienza, certamente è stata causata da Qualcuno che sta fuori dalla concatenazione, da una Causa che chiamiamo Prima, cioè da Dio.



36. Un'altra considerazione logica: la concatenazione di cause ed effetti, di cui noi siamo gli ultimi anelli e di cui abbiamo esperienza, non può essere sempre esistita. Deve avere avuto necessariamente un inizio.



37. Infatti, tutte le singole unità (cause ed effetti) che la compon­gono sono finite, nascono e muoiono, sono imperfette e limitate. Ora, anche sommando tutte le cause-effetti che ci hanno preceduto, si giun­gerà ad una quantità enorme, immensa quanto si voglia, ma in ogni modo finita, limitata. Ricordiamo che tutto ciò che esiste, l'universo intero, non esisteva venti miliardi di anni fa, dice la scienza. E nell'uni­verso si è dispiegata tutta la concatenazione di cause e di effetti che, al pari dell'universo, ha avuto un inizio, una data di nascita, dunque non può essere sempre esistita.



38. Concludendo: con la nostra ragione, senza l'ausilio della Sacra Scrittura e dell'insegnamento della Chiesa, giungiamo ad ammettere che, poiché tutto ciò che esiste ha avuto un inizio e poiché non può essersi generato da solo, deve per forza esistere una Causa di tutto.



39. Questa Causa prima è una realtà che non ha avuto inizio (altri­menti non sarebbe prima), che esiste da sempre, che è non è stata cau­sata: è Dio.



40. Come si è visto, la ragione dell'uomo, partendo da una consta­tazione elementare, cioè dall'esistenza di una serie di cause ed effetti, giunge ad ammettere come necessaria e ragionevole l'esistenza di una Causa prima, di Dio.



41. Dunque Dio esiste.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:21. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com