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PERCHE' CREDERE

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2013 11:46
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18/07/2013 11:29
 
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Indifferenza religiosa

 

15. L'indifferenza religiosa è l'atteggiamento di quanti attribui­scono a tutte le religioni lo stesso valore e, nei fatti, finiscono con non seguirne alcuna. Essa sfocia spesso nell'ateismo.

 

16. È un atteggiamento molto diffuso ai nostri giorni. Un certo tipo di inconsapevole indifferenza religiosa lo registriamo anche in ambiente cattolico. Qui, una errata concezione dell'ecumenismo porta molti a credere che essere cattolici, musulmani, ebrei, buddisti o induisti non è poi così decisivo per la salvezza dell'uomo, essendo sufficiente cre­dere in Dio. La Chiesa ha sempre condannato questa posizione. Oltre­tutto, essa disarma le ragioni dell'opera di evangelizzazione che va indi­rizzata non solo verso quanti non credono, ma anche nei confronti di coloro che, pur credendo in Dio, non conoscono la vera religione.

 

17. L'indifferenza religiosa può essere "pratica", cioè di chi non pratica nessuna religione, o "teorica", cioè di chi considera false, dannose e inutili tutte le religioni, pur non escludendo l'esistenza di Dio.

 

18. Come risponde un cattolico all'indifferenza religiosa? Difficil­mente il cattolico può combattere discutendo di Dio e mostrando la ragionevolezza della Fede, perché l'indifferente non si occupa - quindi non trova interessante discutere - di Religione. La battaglia contro l'in­differenza religiosa va affrontata ricorrendo in primo luogo a mezzi spiri­tuali (la preghiera, i Sacramenti, l'offerta di digiuni e sacrifici). Tuttavia, forse uno spiraglio esiste: se l'indifferente si interessa di argomenti secon­dari (antropologia, filosofia, scienza, etc.), si potrebbe tentare di partire dai suoi interessi per giungere alla vetta di Dio.

 

Empietà

 

19. L'empietà è l'atteggiamento di chi nega l'esistenza di Dio, ma giunge fino all'odio e alla bestemmia della divinità.

 

20. Sono purtroppo molti coloro che bestemmiano Dio, ma assai pochi quelli che fanno pubblico elogio della bestemmia. Tra questi segnaliamo Manlio Sgalambro che ha scritto un Trattato dell'empietà.

 

21. Il cattolico, specialmente il militante, combatte l'empietà con mezzi spirituali (preghiera, i Sacramenti, digiuni e sacrifici), evitando lo scontro verbale con l'empio perché spesso gli si dà occasione di bestem­miare ulteriormente. Naturalmente l'empio è un miserabile ed un vigliacco e il cattolico non teme di considerarlo tale: bestemmia Dio che sta nei cieli e possiede infinita pazienza, ma solitamente si guarda bene dal combattere i potenti ed i forti di questa terra, capaci di restituire pan per focaccia. L'empio fa soltanto pena e non merita alcuna stima.

 

Le cause dell'ateismo

 

22. Lo studioso Battista Mondin, nel suo magistrale volume "Dio: chi è?" (editore Massimo), che ha fatto da guida alla nostra esposizione in questo capitolo, elenca alcuni tra i motivi per i quali l'uomo sceglie la via dell'ateismo.

 

23. Il cattolico li deve conoscere a fondo, per dotarsi degli stru­menti necessari alla battaglia contro l'ateismo e per la conversione di chi non crede.

 

24. Alcuni scelgono l'ateismo perché non credono possibile conci­liare l'esistenza di un Dio infinitamente buono con la presenza del male, soprattutto quello sofferto dagli innocenti, nel mondo.

 

25. Il cattolico sa che il male resta sostanzialmente un mistero per l'uomo, anche se il credente riceve dalla Fede risposte chiarificatrici (dopo la Croce viene la risurrezione; molto del male esistente è frutto dei peccati; vi è l'opera del demonio, etc.) e dalla sana filosofia risposte parzialmente soddisfacenti. Ma sa distinguere il male che è mistero (per esempio la sofferenza di innocenti) dal male che è provocato dalla cattiveria umana (per esempio le guerre, la fame, la povertà in genere e molte delle sofferenze sopportate da innocenti), male - quest'ultimo - che troppo comodamente viene attribuito all'indifferenza di Dio per le sorti dell'uomo.

 

26. Altri scelgono l'ateismo perché non sanno conciliare l'esistenza di Dio con la libertà dell'uomo. Se Dio esiste - essi affermano - l'uomo non è libero, e dunque preferiscono eliminare Dio. A costoro si risponde illustrando che cosa sia la vera libertà e mostrando che essa è dono di quel Dio che intendono negare. A questo scopo il cattolico potrà servirsi dell'Enciclica Veritatis splendor, di Giovanni Paolo Il, che offre abbon­danza di argomenti.

 

27. Altri invocano a sostegno del loro ateismo il "cattivo esempio" dei cattolici e della Chiesa. In questo caso, i cattolici, specialmente i mili­tanti che non rifuggono la battaglia culturale per l'affermazione della verità, dopo un serio esame di coscienza e decisi propositi di non peccare più, abbiano il coraggio di smascherare le falsità storiche che vengono promosse dalla cultura laicista dei tempi nostri e non temano di chiedere conto a chi li attacca delle loro opere.

 

28. È quanto suggerisce di fare un agnostico onesto, Leo Moulin. Ecco le sue parole, che andrebbero imparate a memoria dai cattolici: "Date retta a me, vecchio incredulo che se ne intende: il capolavoro della propaganda anti-cristiana è l'essere riusciti a creare nei cristiani, nei cat­tolici soprattutto, una cattiva coscienza, a instillargli l'imbarazzo, quando non la vergogna, per la loro storia. A furia di insistere dalla Riforma sino ad oggi, ce l'hanno fatta a convincervi di essere i responsa­bili di tutti o quasi tutti i mali del mondo. Vi hanno paralizzati nell'au­tocritica masochistica, per neutralizzare le critiche di ciò che ha preso il vostro posto.

Femministe, omosessuali, terzomondiali e terzomondisti, esponenti di tutte le minoranze, contestatori e scontenti di ogni risma, scienziati, umanisti, filosofi, ecologisti, animalisti, moralisti laici: da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c'è problema, o errore, o sofferenza della storia che non vi siano stati addebi­tati. E voi, - così spesso ignoranti del vostro passato, avete finito per crederci, magari per dar loro man forte. Invece io (agnostico, ma storico che cerca di essere oggettivo) vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso, infatti, non è vero. E se talvolta del vero c'è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di Cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi: perché non chiedete a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è avve­nuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche?" (VITTO­RIO MESSORI, Pensare la storia, Paoline, Cinisello Balsamo [MI] 1992, pp. 23-24).

 

29. Certi giungono all'ateismo perché convinti che la scienza ed il progresso tecnologico abbiano finalmente eliminato le superstizioni reli­giose. Grazie alle conquiste della scienza, l'uomo non teme più la natura, non la divinizza come accadeva in epoche passate, ma ne è diventato padrone. L'uomo avrebbe così scoperto che nella natura non vi è alcuna traccia di Dio ma solo leggi che la governano e che sono totalmente comprensibili alla ragione umana.

 

30. Il cattolico risponde invitando tutti i sostenitori di queste tesi ormai obsolete ad aggiornarsi. Da un lato, la cronaca ci informa che pro­prio nei Paesi a maggiore sviluppo tecnologico e scientifico si registra oggi un'esplodere di nuove religioni, segno che il bisogno di Dio è un dato insito nella natura umana, anche nell'uomo della civiltà tecnologica. D'altro lato, proprio la scienza moderna, mentre continua la sua inda­gine sulla natura e arricchisce il suo bagaglio di informazioni, scopre in essa un ordine ed un finalismo che non si riesce a spiegare con le sole conoscenze scientifiche e che rimandano a Dio come loro autore. Pro­prio di questo argomento parleremo in un prossimo capitolo.

 

31. Altri giungono all'ateismo grazie al loro benessere materiale che li induce a dimenticarsi di Dio e a preoccuparsi solo dei propri interessi. Dal punto di vista culturale, questo ateismo non merita alcuna stima. A tutti costoro il cattolico saprà spiegare le ragioni della Fede.

 

32. Altri, infine, scelgono la via dell'ateismo perché consapevol­mente o inconsapevolmente intendono fuggire dalle respopsabilità che derivano dall'ammettere l'esistenza di Dio. Questo è un atteggiamento di viltà, che si vince praticando la virtù e superando le proprie paure. Anche a questi, il cattolico dovrà mostrare le ragioni della Fede, attra­verso una necessaria opera di evangelizzazione.

 

"L'ateismo non è soltanto macchinoso e raro, è anche un fenomeno recente, una bizzarria sostenuta da pochi e da poco tempo nel solo ambiente di certa intelligencija occi­dentale".

(JEAN GUITTON, tratto da VITTORIO MESSORI, Inchiesta sul Cristianesimo Oscar Mondadori, 1993, p. 72)

 

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