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PERCHE' CREDERE

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2013 11:46
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18/07/2013 11:26
 
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L'esistenza di Dio: il pensiero cattolico

'Ora, si dà il fatto che io conosca, per un caso straordinario, la verità sulla più dibattuta delle cause e sul più antico dei processi: Dio esiste, io l'ho incontrato'.

(ANDRÉ FROSSARD, Dio esiste. Io l'ho incontrato, SEI, Torino 1994, p. 12)

 

l. Ogni cattolico crede fermamente che Dio esiste. Egli è chia­mato non solo a motivare questa certezza, ma anche a difenderla dall'at­tacco di quanti la contestano. Affinché la difesa abbia successo, è necessa­rio confutare le opinioni avverse, respingerle, mostrandone punti deboli e incoerenze. Ma prima è bene che ogni cattolico, specie se militante, conosca le ragioni delle proprie convinzioni. Ecco perché questo capitolo è dedicato al pensiero cattolico riguardante l'esistenza di Dio.

 

2. Dio esiste! Lo rivela la Sacra Scrittura, lo afferma la Sacra Tradi­zione e lo insegna infallibilmente il Magistero della Chiesa. Per questa ragione, nessun cattolico, se intende conservare tale titolo e rimanere in comunione con la Chiesa, può dubitare dell'esistenza di Dio.

 

3. Dedicato principalmente, ma non esclusivamente, ai cattolici, questo capitolo potrà interessare come documentazione anche agli atei e agli agnostici.

 

L'insegnamento della Sacra Scrittura

 

4. Che Dio esiste lo afferma in primo luogo ogni pagina della Sacra Scrittura, che per un cattolico è Parola di Dio. La Bibbia insegna che la sua esistenza è conoscibile anche con le sole forze dell'intelletto umano, e chi osa negarla è definito "stolto". Così leggiamo nel primo versetto del Salmo 13: "Lo stolto pensa: non c'è Dio" e nel primo versetto del Salmo 52. "Lo stolto pensa: Dio non esiste".

 

5. Per il noto Dizionario Biblico di John McKenzie, nell'Antico Testamento lo stolto è "una persona senza intelligenza", colpevole dinanzi a Dio perché rifiuta consapevolmente di riconoscerne la presenza e l'azione (v. voce "stolto", pp. 953-954).

 

6. Quanti negano l'esistenza di Dio sono detti stolti anche nel Libro della Sapienza: "Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vive­vano nell'ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero Colui che è, non riconobbero l'Artefice, pur considerandone le opere" (13, 1).

 

7. In questo importante passo biblico viene indicato il percorso che la ragione umana, anche senza l'ausilio della Rivelazione divina, può e deve compiere per scoprire l'esistenza di Dio: partire dalla considera­zione delle cose create per giungere al loro Creatore; dall'esame delle perfezioni del creato per contemplare le perfezioni del Creatore.

 

8. Per san Paolo, anche i pagani sono in grado di conoscere che Dio esiste. Scrive l'apostolo delle genti: "Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'in­telletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1,19-20).

 

9. Se l'esistenza di Dio è naturalmente conoscibile dalla ragione umana, quanti la negano per colpa propria, sono "(...) inescusabili, per­ché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria, né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa" (Rm 1, 21).

 

10. Forte del pensiero di san Paolo, il cattolico non apprezza cul­turalmente quelle filosofie che negano l'esistenza di Dio. Evidentemente, ogni cattolico deve amare anche quanti si dichiarano atei, pregare e lottare perché la loro mente si apra alla luce della Fede e si convertano. Ma conserva tutta la consapevolezza che sulle cose che contano - Dio, immortalità dell'anima, natura dell'uomo, senso della vita, scelte morali - il pensiero ateo non ha nulla da insegnare a chi crede.

 

11. Oggi, questa ferma convinzione urta la suscettibilità anche di non pochi credenti. Persone importanti, titolate, distintesi in svariati campi dell'agire umano, talvolta con merito, non mancano di esternare la loro incredulità con inflessibile sicurezza: Dio non esiste, sentenziano. Dinanzi alle loro opinioni, molti cattolici si sentono disarmati e si rifu­giano in un difensivistico relativismo: a ciascuno il suo pensiero, comun­que meritevole di apprezzamento e di rispetto, anche se non condivisi­bile. In materia di Fede questo atteggiamento ci pare errato. Il cattolico è confortato da quanto insegna, a ragione, il cardinale Giacomo Biffi: "Non dobbiamo preoccuparci troppo di ciò che dicono sulle cose importanti uomini famosi, premi Nobel, atleti e cantanti, perché su queste tematiche possono essere analfabeti" (in Avvenire, 18.4.1997).

 

12. Per concludere: la Sacra Scrittura insegna che Dio esiste certis­simamente e ogni uomo, anche chi non crede, con la sua ragione può risalire al Creatore, contemplando le perfezioni del creato.

 

L'insegnamento dei Santi Padri

 

13. Fin dall'antichità cristiana, 'padre' era considerato colui che, insegnando i contenuti della Fede, generava figli spirituali, cioè nuovi credenti. San Paolo scrive: "Potreste infatti avere anche diecimila pedago­ghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo" (1 Cor 4,15). Di seguito esponiamo il pensiero di alcuni dei Santi Padri. È bene che i cattolici, soprattutto i militanti, ne conoscano il contenuto ai fini della loro opera evangelizza­trice.

 

14. Clemente Alessandrino (Atene 150ca. - 212 ca.), uomo col­tissimo, convertito fin da giovane, padre della filosofia cristiana, direttore di una delle migliori scuole di teologia, quella di Alessandria, scriveva: “La Divina Provvidenza si manifesta alla semplice vista delle cose visibili, tutte fatte con arte e sapienza e svolgentisi con ordine e con ordine manife­stantisi” (Stromata, 5).

 

15. Tertulliano (Cartagine 160-220), il primo grande teologo della Chiesa latina, strenuo avversario dell'eresia gnostica, prima di ab­bracciare, purtroppo, quella montanista, scriveva nel suo celebre Apolge­ticur. "(...) e questo è il massimo delitto di quelli che non vogliono conoscere Colui che non possono ignorare. Volete una conferma delle tante e sì mera­vigliose sue opere, da cui siamo conservati, sostentati, ricreati e magari anche atterriti?" (L'Apologetico, Paoline, Roma 1950, p. 104).

 

16. Lattanzio (Numidia 250 ca. Treviri 325 ca), ritenuto da san Girolamo l'uomo più colto del suo tempo, precettore del figlio dell'im­peratore Costantino, scriveva nel Liber de vita beata: "Dio è conoscibile da noi non congli occhi, o con altro fragile senso corporeo; ma lo si deve mirare con gli occhi della mente vedendo le sue opere splendide e meravigliose" (Liber de vita beata, 9).

 

17. S. Agostino (350 - 430), uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi, scriveva: "Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un inno di lode. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?" (Sermo 241).

 

18. Riguardo l'esistenza di Dio, il pensiero cattolico ci offre un se­condo dato: i Santi Padri insegnano che le realtà visibili sono una traccia che rimanda all'Invisibile Dio. A questo proposito, l'esortazione di s. Agostino ad interrogare il creato suona come un esplicito invito a do­mandare la causa, la ragion d'essere del creato - e questo è compito della filosofia - per giungere ad affermare l'esistenza di un Creatore.

 

19. Il cattolico fa tesoro della dottrina dei Santi Padri e la espone anche a quei fratelli nella Fede che, errando, sostengono posizioni similari al pensiero debole, secondo il quale la ragione umana nulla può dire con certezza su Dio.

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