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La vera vita cristiana

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2013 18:00
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06/05/2013 17:58
 
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LA VIA PER LA QUALE IL CREDENTE VA A DIO
Il sangue di Gesù ha soddisfatto Dio, ma deve soddisfare anche noi. Ha, dunque,un secondo valore, che è per l'uomo, in quanto purifica la nostra coscienza. Meditando sull'epistola agli Ebrei troviamo quello che ha fatto il sangue. Ci ha procurato "il cuore asperso e purificato dalla mala coscienza" (Ebrei 10:22). Ciò è molto importante. Consideriamo attentamente quello che è scritto. L'autore non ci dice soltanto che il sangue del Signore Gesù purifica il nostro cuore; non si ferma a questa dichiarazione. È un errore mettere in relazione il cuore con il sangue in questo modo. Mostriamo di non comprendere la sfera nella quale opera il sangue, quando preghiamo: "Signore, purifica il mio cuore dal peccato col tuo sangue" ; il cuore, Iddio dice, è "insanabilmente maligno" (Geremia 17:9). Dio deve fare dunque qualcosa di più fondamentale che purificarlo: Egli deve darci un cuore nuovo. Noi non penseremo mai di lavare e stirare qualche cosa che sia da gettar via. Come vedremo un po' più avanti, la "carne" è troppo corrotta per essere purificata: essa deve essere crocifissa.

L'opera di Dio in noi dev'essere qualcosa di completamente nuovo. "Io vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo" (Ezechiele 36:26). No, io non trovo nessun passo in cui si dichiari che il sangue di Cristo purifica il cuore. La sua opera non è soggettiva in questo senso, ma interamente oggettiva, davanti a Dio. È vero che l'opera di purificazione del sangue, secondo Ebrei 10, tocca il nostro cuore, ma è in relazione con la coscienza. "Avendo il cuore purificato dalla mala coscienza": che cosa significa? Significa che un ostacolo si è introdotto fra me e Dio, creando in me una mala coscienza che avverto ogni qualvolta cerco di accostarmi a lui. Essa mi ricorda costantemente la barriera che si è creata fra me e lui. Ma adesso, l'opera del sangue prezioso ha tolto quella barriera, e Dio mi ha fatto conoscere questo fatto mediante la sua Parola.

Allorché ho creduto e accettato Cristo, la mia coscienza è stata purificata ed il mio senso di colpa è sparito; non ho più una cattiva coscienza davanti a Dio. Ognuno di noi sa quanto è prezioso avere, nella nostra relazione con Dio, una coscienza pura da ogni macchia di peccato. Sì, un cuore pieno di fede e una coscienza affrancata da tutte le accuse sono due cose essenziali per noi, e l'una accompagna l'altra. Quando perdiamo la pace della coscienza, la nostra fede fa naufragio, e sentiamo subito che non ci è possibile avvicinarci a Dio. Ma per poter continuare a camminare con Dio dobbiamo conoscere sempre il valore attuale del sangue. Dio tiene una contabilità molto precisa, ed è per il sangue di Cristo che noi possiamo ogni giorno, ogni ora ed ogni minuto accostarci a lui. Il sangue non perde mai la sua efficacia come nostra base d'accesso al trono della grazia, purché ci affidiamo interamente ad esso. Allorché entriamo nel Luogo Santissimo, su quale fondamento oltre che su quello del sangue oseremmo noi appoggiarci?

Io debbo pormi questa domanda: cerco veramente di andare a Dio attraverso il sangue, o faccio affidamento su qualche altra cosa? Che cosa intendo quando dico: "attraverso il sangue"? Voglio dire semplicemente che io riconosco i miei peccati, che so d'aver bisogno di purificazione e di espiazione, e che mi accosto a Dio appoggiandomi solo sui suoi meriti, e mai confidando nelle mie forze; mai, per esempio; fondandomi sul fatto d'essere stato particolarmente amabile o paziente durante la giornata, o d'avere fatto qualcosa per il Signore questa mattina. Devo avvicinarmi a Dio sempre per la via del sangue del suo Figliuolo. La tentazione, per molti di noi, quando vogliamo accostarci a Dio è di pensare che, poiché Dio ha agito in noi, ci ha fatto conoscere qualche cosa di più su di lui e ci ha aperto gli occhi su lezioni più profonde riguardo alla Croce, ha messo così davanti a noi nuove norme di vita, e solamente attenendoci ad esse possiamo avere una coscienza pura davanti a lui.

No! Una coscienza pura non è mai basata su una vittoria che abbiamo riportato; essa può essere stabilita soltanto sull'opera che il Signore Gesù ha compiuto versando il suo sangue.

Posso sbagliarmi, ma ho l'impressione molto forte che qualcuno di noi abbia forse dei sentimenti come questi: "oggi sono stato più attento; oggi ho agito un po' meglio; questa mattina ho letto la Parola di Dio in modo più raccolto, in modo che oggi posso meglio pregare!" o, ancora: "oggi ho avuto certe difficoltà con la mia famiglia, ho incominciato la giornata essendo di cattivo umore, sgarbato, ed ora non mi sento tanto a mio agio; sembra che qualcosa non vada; non posso, perciò, accostarmi a Dio".

Qual è, infine, la base sulla quale vi accostate a Dio? Venite a lui sul fondamento incerto dei vostri sentimenti, pensando di aver potuto fare oggi qualche cosa per lui? Oppure vi appoggiate su di un fondamento molto più sicuro,e cioè sul fatto che il sangue è stato versato e che, vedendo quel sangue, Dio è soddisfatto? Naturalmente se fosse stato possibile concepire che la virtù del sangue potesse essere cambiata, la base sulla quale ci avviciniamo a Dio sarebbe meno degna di fiducia. Ma la virtù del sangue non è mai cambiata e non cambierà mai. Possiamo, dunque, sempre accostarci a Dio con sicurezza e questa sicurezza la otteniamo attraverso il sangue, e mai per i nostri meriti personali.

Qualunque sia la misura dei nostri meriti oggi, ieri o avant'ieri, appena ci accostiamo con piena coscienza al luogo tre volte santo, bisogna che immediatamente ci appoggiamo sul terreno sicuro ed unico del sangue versato. Che abbiamo una giornata buona o una giornata cattiva, che abbiamo peccato consapevolmente o no, il fondamento sul quale ci accostiamo a Dio resta lo stesso: il sangue del Cristo. Il fatto che questo sangue è gradito a Dio rimane la sola base sulla quale possiamo entrare in sua presenza; non ne esistono altre.

Come in molte altre tappe della nostra esperienza cristiana, questo fatto dell'accesso a Dio è composto di due fasi, una iniziale ed una successiva. La prima ci è presentata in Efesini 2 e la seconda in Ebrei 10. All'inizio, la nostra posizione davanti a Dio è assicurata per il sangue, perché noi siamo stati "avvicinati per il sangue di Cristo" (Efesini 2: 13). Ed anche in seguitola base del nostro continuo accesso a Dio sussiste ancora nel sangue; perciò l'apostolo ci esorta così: "Avendo dunque libertà d'entrare nel Santuario in virtù del sangue di Gesù... accostiamoci" (Ebrei 10: 19-22). Per incominciare sono stato riavvicinato per il sangue, e per continuare in questa nuovarelazione con Dio debbo sempre ricorrere al sangue. Non è che sia stato salvato su una certa base e che mantenga, dopo, la mia comunione con Dio su un'altra base. Voi direte: "Ciò è molto semplice; è l'ABC dell'Evangelo". Sì, ma purtroppo sta di fatto che molti di noi si sono allontanati da questo ABC.

Abbiamo pensato di aver fatto progressi e di averlo così superato, ma non possiamo mai fare questo. No, io mi sono avvicinato a Dio la prima volta attraverso il sangue e ogni volta che mi presento a lui è con lo stesso mezzo. Fino alla fine, sarà così sempre e unicamente sulla base del sangue di Cristo. Questo non significa affatto che dobbiamo vivere una vita noncurante; studieremo infatti più avanti un altro aspetto della morte del Cristo, che ci mostrerà qualcosa di completamente diverso. Ma per il momento, contentiamoci del sangue che è con noi ed è sufficiente. Possiamo essere deboli, ma considerando la nostra debolezza non diventeremo mai forti. Nemmeno cercando di sentire la nostra miseria e facendo penitenza saremo resi più santi. Non troveremo nessun aiuto in questo senso. Abbiamo dunque il coraggio di accostarci a Dio confidando nel sangue, e diciamo: "Signore, io non conosco bene il valore del sangue, ma so che il sangue ti ha soddisfatto, perciò il sangue mi basta, ed è il mio solo rifugio. Vedo ora che, abbia io fatto dei progressi o no, che sia pervenuto a qualche cosa o no, non posso mai presentarmi davanti a te se non sul fondamento del sangue prezioso". Allora la nostra coscienza sarà realmente libera davanti a Dio. Nessuna coscienza potrà mai essere purificata al di fuori del sangue. È il sangue che ci dà la sicurezza davanti a Dio; "non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati" questa è la potente espressione di Ebrei 10:2. Siamo purificati da ogni peccato; possiamo fare eco con Paolo alle parole di David: "Beato l'uomo a cui il Signore non imputa il peccato"(Romani 4:8).

Continua...

[Modificato da Perdonato 06/05/2013 18:00]
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