Pensare che un problema, od anche una disgrazia, provengano dalla sfortuna, significa escludere Dio da ciò che ci succede e rifiutare di credere nelle Sue promesse....
È Dio che comanda, che ordina, che guida, che dirige ogni singolo fatto della mia vita...
::::::::::::::::::::::::
Vorrei riportare una mia riflessione riguardo a questo argomento:
Possiamo dire senz'altro che tutto ciò che accade è PERMESSO da Lui, ma non tutto quello che accade è gradito a Lui, perchè molte delle cose che accadono dipendono dal male che noi possiamo liberamente fare. Se si affermasse che tutto dipende da Dio, negheremmo la libertà che Dio ha dato all'uomo, di fare il bene ma anche il male.
Quindi, paradossalmente in questo nostro mondo non sempre avviene ciò che Dio vuole ma spesso ciò che non vorrebbe, anche se noi credenti potremmo pensare che tutto è direttamente voluto e determinato da Dio. La prova più evidente di questo è che i Comandamenti, dati da Dio quale espressione del suo volere per il bene degli uomini, non sono quasi mai messi in pratica; e quindi ciò che accade in noi o intorno a noi è spesso il risultato non della compiacenza di Dio ma della Sua contristata sopportazione.
Quando Gesù dice che non cade a terra un passero senza la volontà del Padre, intende dire che tutto accade per permissione di Dio, ma non che tutto gli è gradito. Dio è la causa prima di tutte le cose e non si potrebbe far nulla se Lui non avesse dato inizio alla creazione e non permettesse ciò che noi decidiamo liberamente di fare, ma non è direttamente responsabile delle cause seconde e cioè degli effetti conseguenti ai nostri continui errori, anche se li tollera o li permette in vista di motivazioni che cercheremo di individuare nella Scrittura.
Quando diciamo: “Sia fatta la tua volontà” oltre a chiedere che tutto si svolga secondo i progetti di Dio, dovremmo anche intendere “sia fatta da noi la Tua volontà” oppure “sia fatta la tua volontà come rimedio ai nostri errori”.
La libera volontà di Dio, per quanto possiamo dedurre, interagisce con la libera volontà dell’uomo e spesso è conseguente ad essa. Ad esempio Cristo non sarebbe stato costretto ad incarnarsi, a soffrire e morire se l’uomo non avesse deciso superbamente di diventare come Dio sostituendosi a Lui. Dio non avrebbe mandato il diluvio se gli uomini non fossero stati tanto malvagi. Prima di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio avrebbe voluto che vi fosse almeno un manipolo di giusti per risparmiare tali città, ma non ne trovò che uno solo. Cambiò la sua volontà decisa di distruggere Ninive quando i suoi malvagi abitanti si pentirono, risparmiando la città. Così pure in tante manifestazioni della volontà divina, troviamo che il più delle volte Egli opera in modo da servirsi di taluni mali per riportare l’armonia nelle creature, analogamente a quanto fa per esempio un chirurgo che per ottenere la guarigione di un organo malato deve usare metodi e strumenti che fanno male durante l’uso ma sono finalizzati alla salute finale. Dio quindi, quando non ottiene che noi compiamo ciò che direttamente desidera e cioè la sua reale volontà, mette provvidenzialmente in atto la volontà di poter comunque trovare un rimedio, cercando di raddrizzare, restaurare o migliorare ciò che noi andiamo man mano distorcendo o distruggendo, analogamente a quanto fa un premuroso padre di famiglia che cerca di rimediare alle cadute e agli errori dei figli.
Siccome non è estraneo ai nostri mali, né incapace di risolverli, Dio sa come trovare la soluzione agli errori, alle colpe e ai danni prodotti dall’uomo che non ha né desiderati né predeterminati Lui, altrimenti sarebbe andato contro se stesso, ma che essendo onnisciente sapeva in anticipo che si sarebbero concretizzati.
Prima ancora che l’uomo decidesse di rovinare il meraviglioso disegno originario, Dio sapeva come avrebbe dovuto porvi rimedio (cf Gen.3,15). E allo stesso modo Dio sa già come rimediare ai mali provocati da ogni uomo, facendo in modo che non venga lesa la libertà umana che Egli stesso ha donato, che le leggi della natura trovino la loro attuazione, che non venga meno la Sua stessa libertà, che l’uomo non debba credere per forza alla Sua esistenza e non si debba piegare coercitivamente e immediatamente alla Sua volontà.
Quindi, molto di ciò che Lui fa, intervenendo a tempo opportuno e in maniera spesso discreta e non plateale, è teso a riparare i danni che facciamo noi uomini.