È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA CONFERMAZIONE (CRESIMA)

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2013 17:22
Autore
Stampa | Notifica email    
13/01/2013 17:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Non è inutile ricordarlo: troppi cristiani, preoccupati di far progredire in modo efficientistico la chiesa, credono di essere loro stessi artefici della propria giustificazione e della salvezza del mondo.

La chiesa della pentecoste e della confermazione è essenzialmente il popolo sul quale è sceso lo Spirito Santo per rivestirlo in permanenza di una funzione sacerdotale e profetica: proclamare la buona novella.

Quale buona novella? Che Dio ama gli uomini e che questo amore è una persona, lo Spirito Santo. Che questo Spirito agisce incessantemente nel mondo, per la salvezza del mondo. La comunità "confermata", cresimata, riceve la missione di aiutare gli uomini a riconoscere la presenza dello Spirito che agisce in loro e nell’universo.

La grazia della confermazione è la grazia della chiesa in ordine alla sua missione nel mondo e all’annuncio della trasfigurazione del mondo. La pentecoste è perciò la nascita della chiesa nel suo essere "missionaria". Per mezzo della confermazione la chiesa è investita dello Spirito Santo, e i battezzati sono mandati nel mondo per la santificazione degli uomini, "finché Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28).

I testi del Nuovo Testamento ci presentano il battesimo e la confermazione come due sacramenti distinti e nello stesso tempo collegati tra di loro.Leggiamo negli Atti degli apostoli: "All’udire tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Cosa dobbiamo fare, fratelli?". E Pietro disse: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo"" (At 2,37-38). E Paolo scrive nella lettera a Tito: "Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi d’ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù d’opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna" (Tt 3,3-7).

La chiesa d’Oriente celebra il battesimo per immersione e, subito dopo, la confermazione per il dono dello Spirito Santo. Eccetto che per i neonati, anche la chiesa cattolica procede ormai nello stesso modo. Le note ufficiali che accompagnano il nuovo rituale della confermazione, promulgato il 22 agosto 1971, dicono: "I catecumeni adulti e anche i bambini che sono battezzati in età di catechismo sono di norma ammessi alla confermazione e all’eucaristia subito dopo aver ricevuto il battesimo" (n. 11).

Questi tre sacramenti dell’iniziazione cristiana - battesimo, confermazione ed eucaristia - sono così incatenati tra di loro da formare un tutt’uno.

Nei primi tre secoli della chiesa, il battesimo era celebrato dal vescovo durante la notte pasquale o la veglia di pentecoste. Nell’uscire dall’acqua il battezzato riceveva dal vescovo la confermazione. Poi si celebrava la messa nella quale il battezzato-confermato riceveva la prima comunione. Questa prassi continuò finché si battezzavano soprattutto adulti e finché le comunità vissero raggruppate attorno al loro vescovo.

Il secolo quarto portò la libertà per la chiesa, la progressiva scomparsa dei pagani, un numero sempre crescente di battesimi di bambini e la moltiplicazione delle parrocchie rurali lontane dalla città dove risiedeva il vescovo...

Si presentarono allora due soluzioni: o battezzare subito e sul posto il neonato, in nome del vescovo, e rimandare la confermazione ad un momento successivo, quando fosse venuto il vescovo; oppure mantenere legati il battesimo e la confermazione e dare ai semplici sacerdoti il potere di confermare. Le chiese di rito orientale hanno scelto la seconda soluzione: il sacerdote battezza e conferma subito - ma sempre con il sacro crisma consacrato dal vescovo - e, molto spesso, dà al bambino alcune gocce del vino eucaristico. Quindi: battesimo, confermazione, eucaristia.

La nostra chiesta occidentale ha scelto invece la prima soluzione: il sacerdote battezza i neonati, mentre il vescovo verrà, di tanto in tanto, a compiere i riti postbattesimali, la confermazione del battesimo.

La chiesa cattolica d’occidente dunque ha dissociato battesimo e confermazione. Niente di strano o di errato, intendiamoci. Facevano così già al tempo degli apostoli. Vi cito solo un esempio, ma non è l’unico. Leggo gli Atti degli apostoli al capitolo ottavo: "Quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare... Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imposero le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (At 8,12-17).

Concludiamo dicendo che battesimo e confermazione sono due sacramenti distinti, due riti diversi per due grazie diverse, ma complementari. Due facce della stessa medaglia.

Nel battesimo, al gesto dell’immersione nell’acqua, segue un’unzione con l’olio santo, un tempo su tutto il corpo, oggi solo sulla testa, per significare l’assimilazione del nuovo cristiano a Cristo. Infatti, Cristo e cristiano vogliono dire "unto", consacrato con l’unzione. Un’altra unzione costituisce l’apice della confermazione.

Per noi oggi la parola "unto" suona veramente male: unto, bisunto, sozzo, condimento grasso, ecc... L’olio, poi, ha ormai solo sentore di cucina e di garage. Ma nella medicina dell’antichità l’olio era uno dei medicinali più comuni: si faceva bere l’olio, lo si applicava come lozione, come unzione, come frizione, come impacco. L’unzione con l’olio veniva adoperata come mezzo terapeutico per guarire le ferite, per lenire i dolori, per regolare le funzioni organiche, per rinforzare le membra, ecc.: questo sarà il significato dell’olio nel sacramento dell’unzione degli infermi.

Ma l’unzione è stata adoperata come gesto simbolico capace di conferire alle persone qualità trascendentali. Perciò in quasi tutti i tempi della storia si riscontrano unzioni religiose per rendere fausti gli avvenimenti cruciali della vita: la nascita, le nozze, la morte, l’incontro con i poteri sovrumani.

Anche Israele conobbe tali usi come, per esempio, nella consacrazione degli oggetti destinati al culto (Gen 28,18; Lv 8,10-12), nell’investitura dei re (1Sam 16,13), dei sacerdoti (Es 29,7) e dei profeti (1Re 19,16). Il Messia è l’unto di Iahvè per eccellenza. Riprenderemo fra qualche istante questo argomento. Prima consideriamo il gesto dell’imposizione delle mani da parte del vescovo e dei sacerdoti presenti alla celebrazione del sacramento. L’imposizione delle mani è un gesto biblico di benedizione o di consacrazione. Gesù guarisce i malati e benedice i fanciulli con l’imposizione delle mani attraverso le quali passa tutta la sua forza divina. Con l’imposizione delle mani, poi, gli apostoli guariscono i malati, consacrano i "presbiteri" e i "diaconi", danno lo Spirito Santo alle nuove comunità. Il gesto infatti è adatto a significare la presa di possesso di un essere da parte della potenza di Dio e della pienezza dello Spirito, per investirlo di un potere spirituale, di una capacità, in vista di una missione.

Il gesto è accompagnato da una preghiera: "Dio misericordioso, guarda questi battezzati sui quali imponiamo le mani: per mezzo del battesimo, tu li hai liberati dal peccato, li hai fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito; secondo la tua promessa, effondi ora su di essi il tuo santo Spirito; dona loro in pienezza lo Spirito che era sul tuo Figlio Gesù: spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di amore filiale; riempili di spirito di adorazione...".

Sono questi i sette santi doni dello Spirito che secondo il profeta Isaia (cap. 11) avrebbero caratterizzato il Cristo e che oggi caratterizzano il cristiano confermato.

A questa prima imposizione delle mani segue il rito essenziale. Comprende un’altra imposizione delle mani più personale: il vescovo posa la sua mano destra sul capo di ognuno singolarmente. Nello stesso tempo traccia sulla fronte del battezzato il segno della croce con il pollice intinto nel sacro crisma e dice: "N., ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono".

continua-2

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:28. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com