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LA CONFERMAZIONE (CRESIMA)

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2013 17:22
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13/01/2013 17:18
 
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LA CONFERMAZIONE DEL BATTESIMO  (O CRESIMA)

Parliamo del sacramento della confermazione del battesimo, detto comunemente cresima. Il Concilio Vaticano II ci ha presentato la chiesa che è innanzitutto una comunità, il popolo di Dio, in cui tutti ricevono lo Spirito Santo e hanno responsabilità nella missione.

Di fronte a questa presa di coscienza, che cosa significa per il laico essere confermato? Che cosa significa nella chiesa il fatto di celebrare la confermazione dei suoi battezzati? Nella confermazione del battesimo, il battezzato è chiamato a prendere coscienza personalmente di ciò che significa essere cristiano e degli impegni che deve vivere.

Qual è il senso del sacramento della confermazione? Che cosa aggiunge al battesimo?

Riassumiamo le principali risposte date nel corso della storia: 

"La confermazione è per il battesimo ciò che la crescita è per la nascita" dice s. Tommaso d’Aquino;

- è il sacramento dell’apostolato;

- è il sacramento della forza, del coraggio, del martirio;

- è il sacramento dello Spirito Santo, una nuova pentecoste. Il battesimo dona già lo Spirito Santo, lo Spirito che fa vivere della vita di Dio. La confermazione lo dà in pienezza: fa del battezzato un cristiano perfetto. Battesimo e confermazione: due tappe inseparabili di una stessa santificazione;

- è il sacramento della comunione ecclesiale. La presenza del vescovo o del suo delegato esprime l’unità di tutti i cristiani, di cui il vescovo è il legame e il garante.

La confermazione è il sacramento che ci dona la pienezza dello Spirito, il sacramento della pentecoste.

Che cosa produce in noi lo Spirito Santo? Leggiamo nella lettera ai Galati: "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,22).

La confermazione è la pentecoste continuata. È il segno che la pienezza dello Spirito Santo è data a tutto il popolo di Dio.

"Effonderò il mio spirito sopra ogni uomo" (Gl 3,1) aveva promesso il Signore: ecco la confermazione. La confermazione è un sacramento ben distinto, anche se non veramente separabile, dal battesimo e dall’eucaristia.

Tutti i sacramenti ci comunicano lo Spirito Santo. Ogni sacramento viene dalle tre persone divine; ogni sacramento dà la vita, il perdono e lo Spirito. Ciò non impedisce che un determinato sacramento sia "specializzato" al dono della vita, o del perdono, o dello Spirito. Così ogni battesimo è immersione nello Spirito; ma è la confermazione che ci dà il dono pieno dello Spirito.

Chi è lo Spirito Santo?

  È accaduto ad un missionario francescano, padre Cormac. Un giorno comincia la primissima istruzione di un indiano della tribù dei navajos, analfabeta, che chiede il battesimo. Non aveva ancor detto tre parole del "Padre nostro" che il vecchio indiano lo interrompe e recita d’un fiato tutta quella preghiera, nella sua lingua e senza errori. Il missionario rimane stupito e gli chiede: "Chi ti ha insegnato questa bella preghiera?". E il vecchio: "Ascolto il vento che parla!"; Ogni domenica i navajos, radunati attorno a una radiolina nelle riserve dell’Arizona, ascoltavano, nel più grande silenzio, il vento che parla".

"Il vento che parla": meravigliosa immagine dell’inafferrabile Spirito Santo. A coloro che lo ascoltano egli insegna il "Padre nostro" perché li rende pienamente figli di Dio, dall’interno, come dice san Paolo: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio... E voi avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, papà! Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,14-16).

Lo Spirito è una persona senza volto. Gesù lo paragona al vento: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va" (Gv 3,8). Lo Spirito è il vento che parla. Come il vento, così gli altri simboli dello Spirito - l’acqua, il fuoco, l’aria, il respiro - non comportano figura: evocano soprattutto l’irruzione di una presenza, una espansione profonda. Lo Spirito di Dio è uragano, tempesta, potenza irresistibile, amore inarginabile. È il vento impetuoso che aleggiava sulle acque nel primo giorno della creazione; è il soffio che scende sulla vergine Maria nel primo giorno della redenzione: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo" (Lc 1,35).

Su Gesù appena battezzato scende lo Spirito (Mt 3,16). È lo Spirito che lo conduce nel deserto per essere tentato dal diavolo, dove supera vittoriosamente ogni specie di tentazione (Mt 4,1). Gesù inizia la sua predicazione applicando a sé il passo di Isaia: "Lo Spirito del Signore è sopra di me" (Is 61,1; Lc 4,18).

Lo Spirito di Dio è forza e potenza d’amore perché Dio è amore. Leggiamo nel libro degli Atti degli apostoli: "Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo" (At 10,38).

Gesù comunicherà questa potenza d’amore irresistibile a tutto il suo popolo: "Avrete forza dallo Spirito Santo" (At 1,8). E lo Spirito produrrà in tutti uno straripamento di carismi profetici e creerà dei cuori fedeli a Dio e amorevoli verso il prossimo.

Leggiamo nei profeti: "Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito" (Gl 3,1-2); "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi...; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio" (Ez 36,26-28).

Questa era la promessa del Padre che si realizzò puntualmente a pentecoste.

Leggiamo nel libro degli Atti degli apostoli: "Mentre il giorno di pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi" (At 2,1-4).

Gesù aveva detto: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (At 1,8).

La pentecoste è veramente l’invio della chiesa ad "ogni nazione che è sotto il cielo" (At 2,5). E non per parlare in latino o in lingue astruse, ma in tutte le lingue e i dialetti, e in modo comprensibile.

Lo Spirito Santo, che è amore, raduna le genti nella loro diversità, nella varietà delle lingue, delle culture e dei paesi. La chiesa è universale, cattolica: in essa "ogni nazione che è sotto il cielo" vi si trova a casa sua e ascolta la propria lingua. La forza dello Spirito Santo rende i cristiani testimoni rinfrancati e sicuri. Lo aveva preannunciato Gesù: "Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt 10,20); "Egli (lo Spirito) vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" (Gv 14,26); "Egli vi guiderà alla verità tutta intera" (Gv 16,13).

Lo Spirito Santo è promessa del Padre e del Figlio, dono del Padre e del Figlio. Gesù aveva detto: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi" (Gv 14,16-17).

Un sacramento non è mai una devozione privata: è un atto ecclesiale, cioè della comunità universale. E deve essere un "segno" per il mondo. La confermazione è il sacramento di quella pentecoste che strappò i discepoli dal chiuso del loro cenacolo per gettarli come testimoni in mezzo ad una folla di persone "di ogni nazione che è sotto il cielo".

La confermazione è un gesto di Cristo, nella sua chiesa, per il mondo. I sacramenti non sono innanzitutto degli eventi spirituali nella storia personale di ciascuno; sono invece degli eventi della storia della salvezza per il popolo di Dio e per l’umanità. Tutti i sacramenti celebrano l’evento pasquale di Gesù salvatore che è sorto sul mondo come un sole senza tramonto ed è vivente nella chiesa.

La chiesa ha avuto origine da un evento fondamentale che si chiama Gesù Cristo; dalla sua vita, morte, risurrezione e ascensione al cielo da dove effonde lo Spirito. La chiesa resta fondata, radicata in questo evento che continua e si propaga come un’unica onda nella moltitudine di fratelli di cui Gesù è il primogenito. "Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti" (Col 1,18). Perciò, quando la chiesa "fa memoria" del mistero pasquale nella liturgia, specialmente nei sacramenti, non vive di ricordi; vive di quell’evento fondamentale come l’albero trae vita dalle sue radici. È come l’ultimo vagone di un treno che avanza, qui e ora, per la trazione attuale della locomotiva che pure è lontana e alla quale siamo uniti da duemila anni di celebrazione ininterrotta del mistero pasquale nella storia della chiesa e del mondo. La chiesa pone la comunità che celebra un sacramento in una situazione attuale di salvezza; la colloca sul binario di Gesù Cristo, nell’orbita di Gesù Cristo, che, davanti a noi, è"elevato da terra e attira tutti a sé" (Gv 12,32). Egli è sempre presente e attivo in questo cammino in cui la chiesa e l’umanità intera mette i passi nei suoi, ricalca le sue orme. La confermazione si riferisce a quell’evento preciso della storia della salvezza che è la pentecoste e lo rende attuale.

La pentecoste è un fatto della storia, ma trascende la storia di allora, si fa presente dinamicamente in tutta la storia e si fermerà soltanto con la fine di questo mondo.

"Facendo memoria" della pentecoste nella confermazione, la chiesa significa dunque di non essere una società umana, né una società religiosa, e neppure un popolo di Dio, ma il popolo di Dio. Essa proclama di essere nata, duemila anni fa, a Gerusalemme e di nascere costantemente dallo Spirito della pentecoste. L’umanità in attesa, come la Vergine dell’annunciazione, come l’abisso primordiale della creazione, riceve la sua fecondità da questo soffio del Padre.

Celebrando la confermazione, la chiesa significa, dunque, di essere una nuova creatura, una comunità di uomini nuovi per costruire un mondo nuovo. Essa significa, proclama, di non essere nata, di non nascere e di non poter nascere neanche in futuro dal desiderio degli uomini, dall’azione degli uomini; essa proclama di essere nata "non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio" (Gv 1,13) e dallo Spirito che soffia dove vuole.

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