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IL VALORE DELLA DONNA NEI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2019 18:21
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12/01/2019 18:18
 
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2. LA DONNA NEI VANGELI E IL CAMBIAMENTO IMPOSTO DA GESU’


La femminista cattolica Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma, ha scritto che «il cristianesimo per primo ha proposto la parità spirituale tra donne e uomini, è la tradizione cristiana ad aver gettato il seme dell’emancipazione femminile in Occidente» (L. Scaraffia, Dall’ultimo banco. La Chiesa, le donne e il Sinodo, Edizioni Marsilio 2016). Effettivamente, rispetto ai tempi precedenti in cui, come abbiamo visto, il ruolo della donna era subalterno rispetto all’uomo, diversamente dai maestri e dai dottori della legge dell’epoca Gesù manifesta una propensione positiva nei confronti delle donne. Parla con loro in pubblico, anche con chi non gode di buona nomea, come l’adultera (Gv 8,1-11), la prostituta nella casa di Simone (Lc 7,37-47) o la samaritana (Gv 4,7 ss). Molte donne sono presenti tra i suoi seguaci, cosa abbastanza insolita per un rabbì, per discepole ha le due sorelle di Lazzaro Marta e Maria, come leggiamo al momento della crocifissione, tra gli apostoli solo Giovanni rimane ed è in compagnia della Madre di Gesù, della «sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala» (Gv 19, 25), ma anche «molte donne che stavano ad osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo» (Mt 27, 55). Il giorno della Risurrezione sono ancora una volta le donne a udire: «Non è qui. E risorto, come aveva detto» (Mt 28, 6) e sempre una donna, Maria di Magdala, colei alla quale Gesù appare per primo e invita a portare agli altri il Suo annuncio di gioia e di speranza.


Per questo il filosofo laico Umberto Eco, professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna, si è domandato: «visto che è indubbio che Cristo si è sacrificato per maschi e per femmine e che, in spregio ai costumi dei suoi tempi, ha conferito privilegi altissimi alle sue seguaci di sesso femminile, visto che la sola creatura umana nata immune dal peccato originale è una donna, visto che è alle donne e non agli uomini che Cristo è apparso in prima istanza dopo la sua resurrezione, non sarebbe questa una chiara indicazione che egli, in polemica con le leggi del suo tempo, e nella misura in cui poteva ragionevolmente violarle, ha voluto dare alcune chiare indicazioni circa la parità dei sessi, se non di fronte alle leggi e i costumi storici, almeno rispetto al piano della Salvezza?» (C.M. Martini, U. Eco, In cosa crede chi non crede?, Liberal Libri 1996 p. 14). Addirittura la femminista Elisabeth Schùssler Fiorenza, ha scritto: «Ciò che ci porta a vedere i testi biblici come una risorsa nella lotta per la liberazione dall’oppressione patriarcale, oltre che come modelli per la trasformazione della Chiesa patriarcale, non è un qualche canone speciale di testi che possano pretendere un’ autorità divina; è piuttosto l’esperienza delle donne stesse, nelle loro lotte di liberazione» (citata in C.M. Martini, “Guida alla lettura della Bibbia” p. 57).


Se dunque prima del cristianesimo la donna non ha mai avuto un ruolo importante, anzi -nel Medio Oriente antico- un ruolo «di profonda subordinazione sociale, il cui unico potere era nella fecondità, nel generare, nonostante che, alla fine, anche questo fosse amministrato da autorità maschili attraverso scambi di alleanze fra le famiglie» (C. Augias e M. Pesce, “Inchiesta su Gesù”, Mondadori 2006, pag. 38), i Vangeli attribuiscono ad esse un altissimo valore e responsabilità. Lo testimonia ancora lo storico del cristianesimo Mauro Pesce: «Maria aveva un ruolo forte all’interno dei primi gruppi cristiani. Accade lo stesso anche alla madre di Giovanni e Giacomo il cui marito, Zebedeo, non gioca alcun ruolo, laddove la moglie ha un rilievo importante nel gruppo; infatti è lei a chiedere a Gesù, secondo Matteo, che i suoi due figli abbiano una funzione importante nel futuro regno di Dio (20,20-21): “Dì, che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno”. In generale possiamo dire che nel gruppo di Gesù il ruolo delle donne è significativo» (C. Augias e M. Pesce, “Inchiesta su Gesù”, Mondadori 2006, pag. 34).



 


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Ro 10,17 La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo.
 
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