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La NATIVITA' (secondo Katerina Emmerich)

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2013 00:40
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03/01/2013 00:23
 
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Suor Emmerick al pomeriggio dello stesso giorno così continuò in uno stato estatico:

"Giuseppe e Zaccaria sono assieme e discorrono della prossima venuta del Messia e del compimento dell'antica profezia. Zaccaria è un bell'uomo anziano, vestito da sacerdote. Egli risponde sempre con segni, oppure scrivendo su una tavoletta. La stanza dove essi si trovano ha una porta sul giardino, il sole splende e tutto richiama all'armonia del cuore. Vedo adesso i due nel giardino, all'ombra di un grande albero; sono seduti al suolo su un tappeto. Dietro l'albero vi è un pozzo da cui si attinge l'acqua aprendo un rubinetto. Ammiro meglio questo giardino: è coperto di erba molto verde, ci sono fiori ed alberi carichi di piccole susine giallognole. Mentre discorrono lentamente, mangiano un po' di frutta che prendono dal sacco portato da Giuseppe. Zaccaria prosegue la conversazione sempre scrivendo sulla tavoletta. Com'è commovente la loro semplicità! I due servi e le due ancelle addette alla casa si affaccendano nei servizi domestici, preparano la tavola sotto un altro albero, dove sopraggiungono Zaccaria e Giuseppe per mangiare qualcosa. Giuseppe rimane otto giorni a casa di Zaccaria. Fino a questo momento egli ignora ancora le condizioni in cui si trova il corpo della Santa Vergine. Maria ed Elisabetta, che si comprendono per i moti interiori dell'animo, tacciono. Alcune volte, specialmente poco prima del pranzo, le sante donne intonano una litania e poi pregano tutti insieme. Vedo apparire in mezzo a loro una croce.

3 luglio

Ieri sera si trattennero fino a mezzanotte sotto l'albero del giardino. Una torcia li rischiarava. Poi Giuseppe e Zaccaria si ritirarono per la preghiera, anche Maria ed Elisabetta, rapite in estasi, cantarono e contemplarono il Magnificat, come ogni sera. Vidi Zaccaria condurre San Giuseppe in un orticello che apparteneva pure alla casa, e siccome era un uomo ordinato e precisissimo, così pure quest'orto mostrava una coltura diligente: era ricco di belle piante e di alberi da frutta. Vidi nell'orto una casetta quasi nascosta tra il fogliame in cui scorsi due figure; penso che rappresentassero Zaccaria ed Elisabetta quand'erano più giovani. Di più non saprei dire, perché la visione di quelle figure fu assai breve e indistinta. Frattanto, Elisabetta e Maria erano rimaste, a casa assai affaccendate. La Vergine prendeva parte a tutte le vicende domestiche e preparava tutto quanto occorreva per l'imminente parto della cugina. Lavoravano insieme a tessere un gran tappeto che doveva servire da letto ad Elisabetta. Le ebree si servivano di tappeti nel cui centro era assicurato un largo mantello di lana, in modo tale che la partoriente vi si potesse avvolgere dentro interamente col nascituro. L'orlo del tappeto era ricamato a fiori e vi erano incisi dei proverbi. Le due donne prepararono pure molte cose da regalare ai poveri in occasione del parto. Zaccaria e Giuseppe, dopo aver pregato sotto le stelle, si ritirarono a dormire nella capanna dell'orto. Allo spuntar dell'alba tornarono a casa dove si ritrovarono con le rispettive consorti. Stanotte ho visto le sante donne assorte in preghiera. Improvvisamente in questa visione ho compreso molte allusioni contenute nel Magnificat, fra le quali una relativa all'istituzione del Santo Sacramento. Al passo: "Tu hai fortificato il tuo braccio..." mi sono comparsi moltissimi simboli relativi al Santo Sacramento dell'altare contenuti nell'Antico Testamento, fra questi Abramo mentre stava per sacrificare Isacco, e Isaia che predicava la verità ad un re cattivo, il quale lo scherniva. Ho visto numerose cose da Abramo fino ad Isaia e da questi fino ai tempi della Santa Vergine. Ho visto che i giorni del Santo Sacramento e della Chiesa di Gesù Cristo erano veramente prossimi. Il saluto dell'Angelo aveva consacrato la Santa Vergine alla Chiesa, e quand'Ella pronunciò le parole dell'accoglimento: "Ecco l'Ancella del Signore, avvenga di me come tu hai detto" il Verbo di Dio che dimorava nel tempio Celeste andò a germogliare nel suo seno. La Vergine in quel momento si trasformava nel tempio terreno e nell'Arca della Nuova Alleanza di Dio. Il saluto di Elisabetta e la vivificazione di Giovanni nell'utero della madre erano stati i primi omaggi tributati dall'umanità all'Eletta del sacro Santuano.

Prima di addormentarsi Suor Emmerick recitò le litanie dello Spirito Santo, particolarmente il Veni Sancte Spiritus. La sera seguente, come una fanciulla innocente, Suor Emmerick levò in alto le mani segnate dai santi sigilli e continuò la narrazione.

Oggi non ho conversato quasi con alcuno, molte visioni che avevo dimenticato mi sono tornate alla mente come il mistero del Santo Sacramento dell'Antica Alleanza. Ho vissuto un momento di quiete profonda; com'è stato bello! Ho visto di nuovo la Terra Promessa dove abitava Maria. Faceva molto caldo. Vedevo quelle sante persone entrare nel giardino, prima Zaccaria e Giuseppe, poi Elisabetta e Maria. Erano sotto una specie di capanna vicino ad un albero gigantesco, sedevano su piccole sedie, mangiavano e discorrevano, ogni tanto passeggiavano, poi si fermavano per meditare e pregare. Hanno trascorso così la notte intera in quel giardino sotto la volta celeste. Mentre la bellezza della natura illuminata dalla volta stellata li circondava, Maria ha annunciato a Zaccaria che egli presto avrebbe ricevuto la grazia della parola. Il mio Angelo custode mi ha illuminato il cuore con un simbolo, il quale mostrava che solo un'ingenua e viva fede in Dio può operare e realizzare ogni cosa. Più tardi Giuseppe si è preparato per il viaggio di ritorno a Nazareth, che avrebbe fatto da solo; Zaccaria gli sarebbe stato compagno per un tratto di strada.

7 luglio.

Nella casa di Elisabetta ho visto la Vergine dormire nella sua stanza, era distesa su un fianco ed appoggiava la testa sul braccio. Maria era avvolta in un lenzuolo bianco dalla testa fino ai piedi. Sotto il suo cuore ho visto una gloria luminosa a forma di pera circondata da un cerchio di luce chiarissima. Avevo visto anche in Elisabetta manifestarsi una simile aureola che, sebbene fosse più ampia nella forma, presentava però minor pienezza di luce di quella di Maria.

Sabato 8 luglio.

Ieri sera, venerdì, ebbero inizio le solennità del sabato nella casa di Zaccaria. Alcune torce illuminavano il volto di Giuseppe e Zaccaria che, con altre sei persone dei dintorni, pregavano genuflessi intorno ad una cassa sulla quale stavano aperte le pergamene delle preghiere. Le teste degli oranti erano avvolte in panni. Mi sembrò che pregassero come gli Ebrei moderni. Un tramezzo di vimini divideva l'oratorio maschile da quello femminile, dove pregavano Maria, Elisabetta ed altre due donne. Vidi Zaccaria con una veste bianca con maniche non molto larghe, portava una larghissima cintura ornata di lettere e nastri pendenti. Un cappuccio era cucito alla parte posteriore della veste ed era ripiegato all'indietro. Anche Giuseppe indossava una veste sacerdotale assai bella. Consisteva in un mantello pesantissimo tessuto di stoffa bianca e color porpora; non aveva maniche, era agganciato sul petto per mezzo di tre fermagli ornati di gioielli. Dopo aver celebrato il banchetto del sabato, la Santa Vergine ed Elisabetta si ritirarono a pregare. Le vidi una di fronte all'altra, con le braccia congiunte sul petto e il velo nero sul volto. Durante la seconda parte del cantico un fascio di luce celeste scese su Maria. Era appena calata la notte quando Giuseppe, accompagnato da Zaccaria, si preparò ad intraprendere il cammino sotto le stelle. Prima di partire si genuflessero ancora una volta in preghiera. Giuseppe si appoggiava al suo bastone ritorto alla sommità e portava con sé un sacchetto con dei pani ed un piccolo fiasco. Anche Zaccaria si era munito di un lungo bastone. Prima della partenza strinsero le proprie consorti al petto in segno di fraterno amore; non vidi che si baciassero. Le pie donne li accompagnarono per un tratto, poi si separarono per rientrare in casa. Zaccaria e Giuseppe proseguirono da soli il cammino, confortati dalla limpida notte serena.

Martedì 11 luglio.

I due santi uomini passarono la notte in una capanna. Avevano preso la strada più lunga per far visita ad alcuni parenti. Credo che avessero calcolato per quel viaggio tre giorni complessivi di cammino.

13 luglio.

Ieri ho visto Giuseppe solo nella casa di Nazareth. L'ancella di Anna aveva ogni cura di provvederlo del necessario. Anche Zaccaria, dopo essere stato a Gerusalemme, era ritornato alla sua dimora. La Santa Vergine ed Elisabetta, intanto, lavoravano e pregavano. Dopo cena passeggiavano nell'orto, godevano la brezza serale e parlavano di Dio. Di solito le sante donne si coricavano alle ventuno per alzarsi prima dello spuntare dell'alba. Maria rimase presso Elisabetta per tre mesi, fin dopo la nascita di Giovanni; non assistè alla circoncisione del nascituro.

Tutto questo fu quanto Suor Emmerick vide sulla Visitazione della Vergine ad Elisabetta. Ella raccontò le visioni del santo incontro nel mese di luglio, ma in realtà la visita di Maria ebbe luogo in marzo.

Abbiamo pensato di completare questo racconto della Veggente con i seguenti passi dal Vangelo di Luca: "I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei (Elisabetta) la sua misericordia e si rallegravano con lei" (Lc 1,58). "All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria" (Lc 1,59). La circoncisione costituiva il segno dell'alleanza tra Dio e Israele (Gen 17,11) e si praticava l'ottavo giorno (Lv 12,3). Questa poteva farla chiunque, ma comunemente la faceva il padre. "Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome!". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome!". Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i vicini furono presi da timore e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profttò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele". (Lc 1,60-80).

51 - La nascita di Giovanni - Maria ritorna a Nazareth e Giuseppe è consolato dall'Angelo

La Vergine dunque ritornò a Nazareth e Giuseppe fece la metà del cammino per incontrarla. Durante la strada che portava da Juta a Nazareth, San Giuseppe notò per la prima volta che Maria era gravida. Egli fu turbato da molti sospetti, poiché nulla sapeva dell'Annunciazione fatta dall'Angelo alla Santa Vergine. Piena di umiltà, Maria aveva conservato in sé il segreto di Dio. Molto inquieto, Giuseppe combattè dentro se stesso l'angoscia del sospetto che lo pervadeva. La Vergine, che aveva previsto il turbamento di Giuseppe, divenne pensierosa e sempre più severa nel suo contegno; questo aumentò l'inquietudine del pover'uomo. Arrivati a Nazareth, si fermarono per due giorni presso alcuni parenti, che genereranno Parmena, il quale nacque all'epoca di Gesù e fu uno dei sette diaconi nella prima comunità cristiana riunita a Gerusalemme. Mentre alloggiavano presso questa famiglia, l'inquietudine di Giuseppe era giunta a tal punto che pensò di lasciare Maria e fuggirsene segretamente per non condannarla in pubblico. Stava appunto meditando quest'idea quando gli apparve un Angelo che lo consolò.

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