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SCRITTI PATRISTICI PER LA LITURGIA FESTIVA (anno C)

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2017 10:17
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05/04/2013 09:21
 
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II DOMENICA DI PASQUA

Letture: Atti 5,12-16
Apocalisse 1,9-11a.12-13.17-19
Giovanni 20,19-31

1. «Pace a voi»

"E quando fu sera in quel giorno che era il primo della settimana, essendo per paura dei Giudei chiuse le porte del luogo dove stavano i discepoli riuniti, venne Gesú, e stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi». E detto questo, mostrò loro le mani e il costato" (Gv 20,18-20). I chiodi avevano trafitto le sue mani, e la lancia aveva aperto il suo costato; ed erano conservati i segni delle ferite per guarire dalla piaga del dubbio i cuori degli increduli. E le porte chiuse non avevano potuto opporsi al suo corpo, dove abitava la divinità. Colui, la cui nascita aveva lasciato inviolata la verginità della madre, poté entrare in quel luogo, senza che le porte venissero aperte.
"I discepoli furono pieni di gioia, vedendo il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: «Pace a voi»" (Gv 20,20-21). La ripetizione ha valore di conferma; cioè egli dà ciò che era stato promesso per bocca del Profeta, pace aggiunta a pace (cf. Is 26,3). "Come il Padre ha mandato me" - aggiunge il Signore -"anch`io mando voi" (Gv 20,21). Sapevamo già che il Figlio è uguale al Padre; ora ascoltiamo le parole del Mediatore. Egli mostra, in effetti, di essere il Mediatore, in quanto dice: Egli ha mandato me e io mando voi. "Ciò detto, alitò sopra di essi, e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo»" (Gv 20,22). Soffiando su di essi, mostrò che lo Spirito non era soltanto del Padre, ma era anche suo. "A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Gv 20,23). La carità della Chiesa che per mezzo dello Spirito Santo scende nei nostri cuori, rimette i peccati di coloro che partecipano di essa; ritiene invece i peccati di quanti non sono parte di essa. E` per questo che parlò del potere di rimettere o di ritenere i peccati, dopo aver annunziato: «Ricevete lo Spirito Santo».
"Ma Tommaso, uno dei dodici, che era chiamato Didimo, non era con essi, quando venne Gesú. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore». Ma egli rispose loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel luogo dei chiodi, e la mia mano nel suo costato, non credo «. E otto giorni dopo, i suoi discepoli stavano di nuovo in casa, e Tommaso era con essi. Venne Gesú, a porte chiuse, stette in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi». E poi disse a Tommaso. «Appressa qui il tuo dito, e guarda le mie mani, e appressa la tua mano e mettila nel mio costato, e non voler essere incredulo, ma credente». Tommaso gli rispose e disse: «Signore mio e Dio mio!»" (Gv 20,24-28).
Vedeva e toccava l`uomo, ma confessava la sua fede in Dio che non vedeva né toccava. Ma quanto vedeva e toccava lo induceva a credere in ciò di cui sino allora aveva dubitato. "E Gesú gli disse: «Hai creduto perché mi hai veduto»" (Gv 20,29). Non disse: Mi hai toccato, ma disse soltanto: «Mi hai veduto», perché la vista in un certo modo comprende tutti gli altri sensi. Anche noi, infatti, siamo soliti nominare la vista per intendere anche gli altri sensi, come quando diciamo: Ascolta e vedi che suono armonioso, odora e vedi che odore gradevole, assapora e vedi che buon sapore, tocca e vedi come è caldo. In ognuna di queste espressioni si dice: «vedi», anche se vedere è proprio degli occhi. E` cosí che il Signore stesso dice a Tommaso: «Appressa qui il tuo dito, e vedi le mie mani». Egli dice in sostanza: Tocca e vedi, anche se Tommaso non aveva certo gli occhi sulla punta delle dita. Sia alla vista che al toccare si riferisce il Signore dicendo: «Hai creduto perché hai veduto».
Si potrebbe anche dire che il discepolo non lo toccò affatto, sebbene Gesú lo invitasse a farlo. L`evangelista infatti non dice: Tommaso lo toccò. Sia che egli abbia ritenuto sufficiente vedere, sia che abbia anche toccato, è vedendo che credette, e giustamente il Signore esalta come superiore alla sua la fede delle genti che non lo vedranno, con le parole: "Beati coloro che banno creduto, senza avere veduto (ibid.)". In questa espressione usa il tempo passato, in quanto egli considerava, nella predestinazione, già avvenuto ciò che doveva verificarsi nel futuro.

(Agostino, Comment. in Ioan., 121, 4s.)


2. Una cosa è il modo e un`altra è il fatto della risurrezione

Vediamo che cosa ci propone la lettura odierna. Ci suggerisce di cercare una risposta per quelli che si domandano: Come il Signore, che portò nella risurrezione una tale solidità di corpo da essere visto e toccato dai discepoli, poi si sia presentato in mezzo a loro mentre le porte erano sbarrate. Alcuni sono sconvolti da questi particolari al punto da rischiar di perdere la fede, perché oppongono ai miracoli di Dio i pregiudizi dei loro ragionamenti. Essi, infatti, dicono: Se era corpo, se erano carne e ossa, se il corpo era quello stesso che fu appeso in croce, come poté passare per una porta chiusa? Se non era possibile, non è avvenuto. Se era possibile, come era possibile? Ma se tu puoi capire il modo, non c`è piú il miracolo, e se non ti sembra un miracolo, sei sul punto di negare del tutto la risurrezione. Guarda fin dall`inizio i miracoli del tuo Signore, e dimmi come sono avvenuti. Non ci fu intervento d`uomo, e la Vergine concepí. Fammi capire, come ha fatto a concepire una vergine senza l`intervento d`un uomo. Dove vien meno la ragione, lí nasce la fede. Hai già un miracolo nella concezione del tuo Signore; senti ora quello del parto. Una vergine concepí e rimase vergine. Anche lí il Signore, prima di risorgere, è nato a porte chiuse. Mi domandi ancora: Se è entrato a porte chiuse, dove se ne va il modo dei corpi? Ed io ti rispondo: Se camminò sopra il mare, dov`è il peso del corpo? Mi dici: Lí il Signore agí da Signore. Ed io: E quando risuscitò, non era piú il Signore? E come si spiega che fece camminare sul mare anche Pietro? (cf. Mt 14,25-29). In Cristo agí la divinità, in Pietro la fede. Cristo fece da sé, Pietro aiutato da Cristo. Se cominci a discutere l`essenza dei miracoli con i mezzi umani, ho paura che perdi la fede. Lo sai che niente è impossibile a Dio? Se uno, dunque, ti dirà: Se entrò a porte chiuse, non era corpo; tu digli: Eppure, se fu toccato, era corpo; se mangiò, era corpo; lo fece con un miracolo, non per via di natura. Non è meraviglioso il corpo quotidiano della natura? E` tutto un miracolo; ma ciò che accade ogni giorno non sorprende piú. Spiegami un po`: Perché l`albero del fico, che è cosí grande, ha un seme che appena lo si vede e la povera zucca fa un seme cosí grande? In quel seme cosí piccolo, poi, se rifletti, ma non lo vedi; c`è la radice e le foglie, e anche il frutto è anticipato nel seme. Delle cose ordinarie nessuno chiede il come, e tu mi chiedi il come dei miracoli. Leggi il Vangelo e accetta i fatti. Dio ha fatto di piú e tu non ti meravigli della cosa piú grande di tutte: non c`era nulla, e il mondo c`è.

(Agostino, Sermo 247, 2)


3. La Messa proclama la Risurrezione di Cristo

Lo scrittore di questo libro con tanta accuratezza scrisse non semplicemente che Cristo si manifestò ai discepoli, ma precisò, dopo otto giorni e mentre erano tutti raccolti. E che cosa vuole insinuare questo trovarsi di tutti nella stessa casa, se non che Cristo ha voluto manifestarci quale debba essere il tempo delle assemblee che facciamo in suo nome? Si presenta e si ferma un po` con quelli che si erano radunati per cagion sua, nell`ottavo giorno, cioè nella domenica... E` giustissimo, allora, che facciamo le nostre sante adunanze nelle chiese nell`ottavo giorno. E poiché dobbiamo dire qualche cosa di arcano, che supera tutte le menti, chiudiamo le porte; ma viene e appare Cristo a noi tutti, invisibilmente e visibilmente allo stesso tempo; invisibilmente, come Dio, e visibilmente, nel suo corpo. Ci dà la sua carne. Ci accostiamo, per grazia di Dio, per prender parte al mistico sacrificio, prendendo Cristo nelle nostre mani, perché anche noi possiamo credere fermamente ch`egli ha risuscitato il suo tempio. E che la partecipazione al mistico sacrificio sia una professione della Risurrezione di Cristo, è evidente dalle parole che egli stesso pronunziò nella sua celebrazione. Infatti, dopo aver spezzato il pane, lo distribuí dicendo: "Questo è il mio corpo, che sarà dato per voi in remissione dei peccati. Fate questo in mio ricordo" (Lc 22,19; 1Cor 11,24). La partecipazione, dunque, ai misteri è vera confessione e commemorazione che il Signore è morto ed è risuscitato per causa nostra e per nostro vantaggio, e perciò ci riempie di grazia divina.

(Cirillo di Ales., In Ioan. Ev., 12)


4. Il Risorto aiuta l`incredulità di Tommaso

"Metti il tuo dito nel foro dei chiodi" (Gv 20,27), mi hai cercato quando non c`ero, goditi ora la mia presenza. Anche se tacevi io sentivo il tuo desiderio; prima che parlassi, conoscevo il tuo pensiero. Sentii le tue parole e, anche se non mi mostravo, ero vicino alla tua incredulità; senza farmi vedere, davo tempo alla tua incredulità, in attesa del tuo desiderio.

(Basilio di Seleucia, Sermo in Sanct. Pascha, 4)
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