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CORSO BIBLICO SUI SALMI

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2012 17:45
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17/11/2012 16:32
 
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SALMO 51 (50)

 

IL MISERERE, LA PIÙ CELEBRE

PREGHIERA PENITENZIALE:

CONTRO TE HO PECCATO!”

1 AI maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2 Quando andò da lui il profeta Natan perché egli era andato con Betsabea.'

3 Pietà di me, o io, secondo la tua bontà,

secondo l'immensa tua misericordia cancella le mie trasgressioni.

4 Lavami totalmente dalla mia colpa,

mondami dal mio peccato.

5 Perché io riconosco le mie trasgressioni,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

6 Contro te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi l'ho commesso;

perciò sei giusto quando parli,

retto quando giudichi.

7 Ecco, nella colpa sono stato generato,

peccatore mi ha concepito mia madre.

8 Ecco, tu ami la verità della coscienza

e nel mio intimo mi fai conoscere la sapienza.

9 Purificami con issopo e sarò mondato,

lavami e sarò più bianco della neve.

10 Fammi sentire gioia e allegria ,

esulteranno le ossa che hai spezzato.

11 Distogli il tuo volto dai miei peccati ,

cancella tutte le mie colpe!

12 Crea in me, o Dio, un cuore puro ,

rinnova dentro di me uno spirito fermo.

13 Non respingermi dal tuo volto

non allontanare da me il tuo santo spirito.

14 Riportami la gioia della tua salvezza ,

sostieni in me uno spirito generoso.

15 insegnerò ai ribelli le tue vie

e i peccatori a te si convertiranno.

16 Liberami dal sangue, Dio, Dio mio salvatore ,

la mia lingua acclamerà la tua giustizia.

17Signore. apri te mie labbra

e la mia bocca proclami la tua lode.

18 Poiché tu non ami il sacrificio

e se ti offro I'olocausto, non lo gradisci.

19 Lo spirito contrito è il sacrificio perfetto ,

un cuore contrito e umiliato, o Dio, tu non disprezzi.

20 Nel tuo amore favorisci Sion,

ricostruisci le mura di Gerusalemme.

21 Allora amerai i sacrifici legittimi,

I'olocausto e I'oblazione totale,

allora i vitelli saliranno sul tuo altare.

 

SALMO 51 - CONTINUAZIONE

vv.5-8

Lettura della versione allegata.

L' uomo, dopo l'implorazione della bontà divina, guarda se stesso e rinnega il suo passato di peccatore. Da un punto di vista psicologico questo salmo è stupendo, perchè descrive tutto il cammino del peccatore. Davanti a Jahve non possiamo che constatare la nostra colpevolezza, ma senza andare in crisi, proprio perchè il termine di paragone è l'amore di Dio.

Al riguardo ricordiamo tutti la parabola del fariseo e del pubblicano al Tempio. Il primo, davanti all'altare, prega il Signore esaltando se stesso perchè si considera un uomo giusto, non certo come il pubblicano che, fermatosi a distanza, si batte il petto chiedendo pietà a Dio.

Quasi sicuramente il pubblicano è più peccatore del fariseo che, però, sbaglia il bersaglio perchè si mette in relazione con un uomo (e ne esce, ovviamente, vincente), mentre si dovrebbe rapportare a Dio. Il pubblicano, invece, non si confronta con il fariseo (ne uscirebbe perdente), ma indovina il bersaglio e prende come interlocutore Jahve, si riconosce peccatore e viene così giustificato.

L'esperienza del pubblicano è simile a quella del nostro salmista.

La misericordia di Dio e la sua fedeltà amorosa ci illuminano e ci fanno capire quanto sia grande la nostra colpa, ce la fanno odiare e ci danno la consapevolezza che l'adesione al peccato ha prodotto un danno enorme, cioè la rottura della comunione con il Signore.

A questo punto ci disperderemmo se non ci fosse l'hesed, ossia la fedeltà amorosa, la misericordia divina.

Nel v. 6 è posto l'accento su Dio ("contro te, contro te solo ho peccato").

Supponiamo pure che questo salmo sia stato scritto da Davide per aver peccato con Betsabea e per aver ordinato l'omicidio di Uria l'hittita, ma teniamo presente che ogni peccato è contro il Signore perchè rappresenta una mancanza di amore. E' un concetto che vale anche quando si parla di peccati contro il prossimo.

In realtà la divisione corrente in "peccati contro Dio" e "peccati contro il prossimo" non è corretta, perchè tutte le nostre colpe sono contro il Signore.

E' bene sottolineare che ogni peccato è contro Dio e contro il prossimo, perchè anche la colpa più nascosta toglie santità alla Chiesa. Inoltre ogni peccato è contro lo stesso peccatore, che non si realizza come persona, perchè creato per amare sceglie di non amare.

Nella confessione l'assoluzione non è data dal sacerdote soltanto in nome di Dio, ma anche in nome della Chiesa, ossia di tutti i nostri fratelli che abbiamo offeso con le nostre mancanze. Quindi ci confessiamo a Dio e anche alla Chiesa. Non a caso, anticamente, la penitenza era pubblica.

La "comunione dei santi" vale nel bene (ogni nostro atto buono aumenta la santità della Chiesa) e vale nel male (ogni nostro peccato intacca la santità della Chiesa).

 

v. 6°.

E' il centro della 1 ° parte.

La giustizia di Jahve è un dato di fatto; non si tratta tanto di "giustizia retributiva", ma di "giustizia misericordiosa".

Qui il salmista professa la fede nella fedeltà amorosa di Dio e nella sua misericordia. Notiamo anche un approfondimento del sentimento di giustizia rispetto alla legge della retribuzione dell' Antico Testamento. Dio è giusto perchè è quello che deve essere; in Lui non c' è nulla di sbagliato: è la perfezione assoluta.

 

vv. 6-8.

Lettura del testo allegato.

Il salmista ci fa notare che il peccato ha radici profonde nell' uomo, gli è connaturato (dogma del peccato originale). Oggi si dimentica spesso che uno degli effetti del battesimo è proprio la cancellazione del peccato originale. Ed è un peccato talmente forte che, nonostante il battesimo, lascia uno strascico nella nostra vita,. per cui l' uomo salvato dalla grazia è ugualmente peccatore (dal ventre di sua madre è stato così generato).

A questo proposito si leggano Genesi 2 e 3 e Lettera ai Romani 5,12-21.

Dio ama la confessione consapevole scaturita dal nostro cuore; ama il pentimento totale. Ricordiamo, ora, la differenza tra contrizione e attrizione (o contrizione imperfetta):

A) la contrizione è il dolore per il peccato commesso con il proposito di non commetterlo più, che scaturisce dall' amore'

B) 1' attrizione (o contrizione imperfetta) è il dolore per la colpa commessa con il proposito di non peccare più, che nasce dal timore del castigo.

La consapevolezza del peccato fa in modo che il nostro cuore se ne renda conto e lo confessi. La coscienza liberata dalla colpa può arrivare a conoscere la sapienza, che non deve intendersi come cultura, ma come la capacità di penetrare in profondità nel progetto di Dio. In pratica si tratta del concetto dell'amore: io sono sapiente quando ho con il Signore un rapporto tale da vedere tutto con i suoi occhi. Però se ho peccato con il cuore non riesco a farlo.

 

vv. 9-11.

Lettura del testo allegato.

Nel "Miserere" vi è una continua anticipazione e ripresa dei verbi. Ad esempio, in questi versetti sono ripresi i verbi dei vv. 3 e 4. Il v. 10 anticipa la seconda parte del salmo.

v.11.

"Il tuo volto": Nella Bibbia il volto di Dio è fonte di gioia o è fonte di terrore. Se il Signore distoglie lo sguardo dal peccato questo non esiste più, perchè ciò che fa esistere le cose, nella Bibbia, è lo sguardo divino. Dio è 1' esistenza, "colui che è". Dalla purificazione, dalla cancellazione dei peccati, nascono la gioia e 1' allegria non solo interiori, ma di tutto l'essere corporeo; quindi anche delle ossa (v. 10). Le ossa prima spezzate sono rimesse a posto da Dio.

Molti sono convinti che dalla confessione non traiamo tutta la grande gioia possibile, tanto che, a volte, proviamo più contentezza nel ricevere il perdono di una persona che non il perdono del Signore. Ciò significa che forse non siamo completamente consapevoli della gravità dei nostri peccati.

La sommaria distinzione tra peccato mortale e peccato veniale può essere valida solo per coloro che pensano alla giustizia retributiva di Dio. Nella prospettiva dell'amore questa divisione appare assurda.

Lettura di Ez. 3 7, 1-14.

vv. 12-19.

"Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova dentro di me uno spirito fermo"(v.12).

Lo spirito umano per tornare ad essere fermo, solido davanti al peccato, ha bisogno di un atto creatore di Dio.

Ci troviamo di fronte al verbo ebraico "bara", un termine tecnico per definire il libero atto creativo di Dio, già da noi incontrato in Genesi 1,1 (la creazione del cielo e della terra) e in Isaia 48,7. Lettura di questi brani.

Il secondo brano appartiene al Deutero-Isaia (secondo Isaia) che, quindi, è stato scritto nella prospettiva della liberazione dall'esilio.

Ecco, vediamo che Jahve, per risistemare le cose, per liberare il suo popolo dal peccato, ha bisogno della stessa energia creatrice usata per creare l'universo, tanto è grave la frattura che il peccato determina tra noi e il Signore.

Il verbo "bara" si ritrova anche in Geremia 24,7, quindi prima dell'esilio, quando il profeta parla del cuore nuovo che il Signore creerà e nel quale sarà iscritta la legge. Leggere Ez. 36, 26-27.

Lo spirito di Dio è l'artefice di questa nuova creazione; è lo stesso spirito che ha creato in noi, mediante il battesimo, persone nuove.

Jahve crea ogni giorno, ovvero è impegnato continuamente a ricreare ciò che noi stoltamente distruggiamo.

Il problema teologico del riposo divino nel giorno di sabato è risolto da Gesù molto semplicemente: Dio, il sabato, ha cessato di creare, ma ha iniziato l'opera di mantenimento della creazione.

Lo "spirito" del v.12 è fermo e stabile, cioè "nakon".

L' uomo è fragile e incostante; solo lo spirito di fermezza che proviene da Dio gli permette di continuare costantemente il cammino verso il suo Signore.

Nel v.13 leggiamo un altro attributo dello spirito: "santo", ovvero "santità", termini che indicano la separazione. Dio è santo perchè totalmente separato dall'uomo.

Il termine viene ripreso dal famoso "trisaghion" di Isaia ("santo, santo, santo... "). Qui dobbiamo pensare a Gesù Cristo fatto uomo.

Nella messa noi proclamiamo: "Santo, santo, santo è il Signore Dio dell'universo...". Sono espressioni che evidenziano due componenti:

A) La trascendenza di Dio, che diventa

B) l'immanenza di Gesù, il Dio fatto uomo.

Il "santo", che ci introduce mirabilmente alla consacrazione che avverrà poco dopo, è una preghiera profondamente teologica e pedagogica allo stesso tempo.

La nostra santità è la separazione che il Signore ha operato fra noi e il mondo (pur lasciandoci nel mondo) perchè diventiamo sua totale proprietà. Il battesimo ci ha reso santi perchè il Signore ci ha presi per sé.

v.14. Lo spirito viene definito "generoso" (terzo attributo).

Questa parola può assumere un duplice significato: "generosità" oppure "obbedienza". Una generosità sovrabbondante suscita come risposta una obbedienza altrettanto sovrabbondante. Dio ci dà tutto; noi dobbiamo rispondere dando tutto.

Lo spirito di generosità è una forza che ci permette di agire con il massimo amore possibile. Dalla consapevolezza di amare deriva la gioia.

v.15. Il cristiano perdonato è gioioso ed ha in sé lo spirito di generosità, di santità, di salvezza che lo porta a diventare missionario. Se non lo facesse si sentirebbe monco.

Il salmista ha fatto l'esperienza del peccato, è stato ribelle, ha ottenuto successivamente la pace con Dio e ora la comunica agli altri, perchè si accorge che ciò che è bene per lui è bene anche per il prossimo suo.

v.16. Qui abbiamo una parola ebraica tradotta "dal sangue", mentre la versione letterale è "dai sangui", al plurale. Non se ne conosce il motivo. Si tratta, comunque, di un termine tecnico che solitamente significa "omicidio" e "violenza".

Coloro che attribuiscono questo salmo a Davide hanno buon gioco perchè il re, che ha compiuto un omicidio, sta chiedendo a Dio di liberarlo dal peccato commesso.

La maggior parte degli esegeti ritiene che questo termine tecnico voglia significare : "Signore, liberami dal castigo" in quanto ogni peccato richiederebbe di essere lavato con il sangue. In tale caso il castigo comporterebbe la perdita di sangue.

Dai versetti 12-16 si deduce che il primo impegno assunto dall'ex-peccatore è di essere missionario.

v. 17.

Il secondo impegno dell'ex-peccatore consiste nel proclamare la lode di Dio e il suo amore. Ciò comporta una profonda coerenza e un'esigenza di vita interiore.

"Signore, apri le mie labbra...". Ecco, il nostro impegno e il nostro annuncio hanno origine dal Signore. E' Lui stesso che fa scaturire la nostra lode.

vv. 18-19.

Ci troviamo di fronte al terzo impegno dell'ex-peccatore: sciogliere il voto sacrificale. Entra in gioco la polemica profetica: a Dio è gradito il cuore contrito, umiliato, amorevole e non tanto il sacrificio materiale. Questa polemica non rappresenta un alibi per cancellare il culto ufficiale (per noi cristiani l' ascolto della Messa), ma sostiene l'esigenza di accostarsi ai sacrifici con cuore adatto per poterli vivere in pienezza. Perfino l'olocausto, che è il più alto sacrificio, non è gradito a Jahve se non è sostenuto dal cuore contrito. Infatti occorre la perfetta unione tra il sacrificio esteriore e il cuore che Io offre.

Ricordiamo che il Concilio Vaticano II° a questo proposito afferma che Cristo è vittima e sacerdote e che noi, partecipando alla Messa, siamo in Cristo vittime e sacerdoti nello stesso tempo.

vv. 20-21.

Questi due versetti ci riportano alla liturgia nazionale di un popolo. E allora potremmo interpretare il salmo non come un evento capitato ad una sola persona (il peccato), ma a tutto il popolo (l'esilio). L'esilio ha permesso aI popolo di Israele di conoscere il suo peccato, di convertirsi, di capire la necessità di circoncidere il proprio cuore. Questo stesso popolo, tornato a Gerusalemme con il cuore purificato, può nuovamente offrire i sacrifici prescritti dalla legge di Mosè.

In questa luce di purificazione del cuore anche la Messa assume il suo vero significato ed è facile capire che non si tratta di un rito esteriore. Evitiamo, comunque, gli eccessi e cerchiamo un equilibrio tra il rito esteriore e il contenuto della Messa.

Per concludere il commento al salmo 51: detestiamo il nostro peccato e sapremo chi è Dio.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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