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CORSO BIBLICO SUI SALMI

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2012 17:45
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17/11/2012 16:09
 
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SALMO 2

'IL CARME DEL RE-MESSIA:

TU SEI MIO FIGLlO

 

II trono eterno promesso a David è caduto nel nulla tremila anni fa, ma è vero che durante tremila anni, fatto senza confronti nella storia, non è venuta mai del tutto meno la speranza di un messia davidico destinato a regnare per sempre. Israele è stato tante e tante volte calpestato, ma nessun popolo ha avuto la sua lunga e vivissima vita. Gesù è morto sulla croce come tante migliaia di schiavi, ma da venti secoli il mondo non ha potuto cancellarne del tutto l'immagine.

(Ouinzio S., Dalla gola del leone, Milano 1980, pp. 11-12).

 

1 Perché le nazioni congiurano

e i popoli tramano cose vane?

2 Perché si organizzano i re della terra

e i principi si riuniscono in segreto

contro Jahweh e contro il suo Consacrato?

3 "Spezziamo i loro legami,

gettiamo via il loro giogo!"

4 Colui che è assiso nei cieli ne ride,

Jahweh si fa beffe di loro.

5 Allora parla ad essi nella sua ira ,

li sgomenta nel suo furore:

6 "lo però ho insediato il mio re'

sul Sion, il mio santo monte".

7 Proclamerò il decreto di Jahweh

che a mio riguardo disse: Tu sei mio figlio;

oggi ti ho generato.

8 Chiedi a me e ti darò in eredità le nazioni

e in dominio le estremità della terra.

9 Li spezzerai con scettro di ferro,

li frantumerai come ceramica di vasaio!

10 E dunque, o re, riflettete con impegno,

lasciatevi correggere, o potenti della terra,

" servite Jahweh con timore ,

baciategli i piedi con tremore

12 perché non s'adiri e non smarriate la via!

La sua ira, infatti, s'infiamma rapidamente.

Beato chi in lui si rifugia!

 

IL SALMO 2

Lettura del salmo 2 nella traduzione della Bibbia di Gerusalemme e in un'altra versione. l salmi l e 2 mancano del titolo tanto che alcuni interpreti antichi e alcuni codici occidentali del Nuovo Testamento riportano il salmo 2 citandolo come parte del salmo 1.

 

COMMENTO GENERALE

Il Salmo 2 è uno dei più belli anche se appare di difficile comprensione. Esce infatti dai nostri schemi mentali,, perché da noi manca la monarchia e da ani non ci sono più state guerre. Molti. :Padri della Chiesa l'hanno definito "Il canto del Natale di Cristo" - e, perciò, andrebbe letto e meditato nel giorno di Natale -.

Innanzitutto, in teoria, il salmo 1 potrebbe essere unito al salmo 2 perché il primo ci presenta la Torah (e la via che deve seguire il giusto) e il secondo ci presenta il motore del (giudaismo, il Messia, che ci spinge all'incontro con Dio. Nel Cristianesimo al posto della Torah ci. sono il Vangelo e I'eucarestia e, anziché l'attesa del Messia Giudaico, c'è l'incontro con Gesù Cristo.

Questi due primi salmi ci danno la chiave d'interpretazione di tutto il Salterio e della storia d'lsraele (la Torah, l'infedeltà d'Israele, la speranza, ecc.).

Il salmo due è "regale" perché ci parla del re e, in particolare, del rito d'incoronazione -. tipicamente orientale -. Sarebbe interessante e utile a questo proposito annotare le situazioni parallele delle civiltà dell'epoca.

vv 1-3

E' descritta la tipica situazione di interregno, cioè il periodo che intercorre tra la morte del re e l'incoronazione del suo successore. In questo lasso di tempo manca un potere effettivo e forte e di conseguenza i re vassalli, che fino ad allora erano stati sottomessi, congiurano e si ribellano. Il salmo ci presenta lo statuto teologico della monarchia in Israele, che non ha origine divina, ma è semplicemente legittimata da Jahvè. E notiamo una diversità notevolissima rispetto ai regni circostanti, come ad es. l'Egitto.

Il faraone Amenofi IV, che impose l'abbandono del culto delle divinità tradizionali in favore della venerazione del disco solare, unico creatore e conservatore del mondo, e che introdusse in Egitto questo particolare tipo di monoteismo (che durerà solo fino alla sua morte), si proclamava "figlio del dio-sole" (AKENATON).

Una curiosità: in un rapporto del governatore della Palestina, inviato a questo faraone, compare per la prima volta il nome di Betlemme (1350 a.C: circa).

Il re, quindi, nelle monarchie dell'epoca, circostanti a Israele, era considerato figlio della divinità e. aveva perciò origine divina. Tra 1'altro, questo processo di ".Divinizzazione" è presente anche in Roma, per .es: con la Gens Julia, che una volta giunta al potere, si fa attribuire origini divine. Per gli ebrei i1 re era solamente il luogotenente di Jahvè, cioè il garante visibile e il custode della sua Legge. La figura del re era molto avversata dai profeti e i singoli monarchi erano il loro bersaglio perché si comportavano da

prostituiti, da malvagi e da corruttori del popolo. Si fa strada La convinzione che il re ideale, come lo vuole Jahvè, arriverà soltanto alla fine dei tempi: ecco il messianismo escatologico. Alla fine dei tempi cioè si realizzerà il disegno divino: ci sarà il Consacrato, I'Unto, il vero Messia.

STRUTTURA DEL SALMO 2

vv. 1-3 la rivolta dei re vassalli.

I protagonisti sono sempre tre: il Re, il Messia, i re della terra.

w.. 4-G Una solenne dichiarazione di Jahvè. Anche in questi versetti vi sono sempre gli stessi tre personaggi.

w. 7-9 La dichiarazione del sovrano

w. 10-12 la sottomissione dei re vassalli, dei re della terra al Signore.

I SIMBOLISMI

Sono due:

a) Uno orizzontale, che ha il suo esatto opposto in quello verticale. La dimensione orizzontale va dai re della terra contro il Messia e dal Messia contro i re della terra. Ma questo stesso movimento è anche verticale, perché dietro il Messia c'è Jahvè e quando il Messia vince i re della terra è in realtà Jahvè che li vince;

b) l'altro, antropomorfico: Jahvè è rappresentato con caratteristiche e comportamenti umani quali il riso, l'ira e il furore. Il riso di Dio e la sua parola sono efficaci, mentre il riso di Sara. - che fa eco a quello di Abramo - è un riso ironico, beffardo, quando le viene annunciato che avrebbe avuto un figlio. E il figlio si chiamerà Isacco che significa "Dio ha sorriso".

La promessa di Jahvè si è realizzata. Se Dio ride, significa che ha già provveduto.

COMMENTO vv. 1-3

Siamo di fronte alla situazione storica difficile dell'interregno. l vassalli ribelli non si rendono conto che stanno combattendo, in realtà, contro Dio. Già dall'inizio si comprende che tutto ciò che costoro vanno tramando è cosa vana e inutile. C'è L'affermazione, in negativo, della potenza di Jahvè. Si va insinuando l'idea che gli uomini si possono ribellare a Dio (vedi il peccato originale e l'orgoglio di Saul).E' vero: ci sono i re e i loro sudditi che congiurano contro Dio, ma essi non prevarranno.

Dal salmo 2 scaturisce l'idea, che per il cristianesimo si realizza in Gesù che la luogotenenza di Dio, cioè l'agire al posto di. Dio, non si esaurisca nella discendenza davidica. Gli ebrei attenevano e ancora attendono il vero discendente di Davide, il Messia.

ANALISI DEI vv 1-2

Soffermiamo la nostra attenzione sulle seguenti voci verbali:

1) congiurano: partecipano ad un consiglio, a una riunione segreta, ma nel senso compiere un atto non giusto;'

2) cospirano: è la traduzione dello stesso verbo di sal. l, 2 (medita), cioè mormorare a bassa voce con la sottolineatura della partecipazione dell'intelletto a un progetto;

3) insorgono, da insorgere: significa esattamente "assumere la posizione prestabilita" (simbolismo militare). Questa posizione; manifesta il disegno di qualcuno che va contro il progetto di Dio;

4) congiurano: vedere punto 1 )

 

Queste azioni sono contro il progetto di Dio e contro il Suo consacrato (il Messia) il quale diventa colui che sulla terra realizza il regno di Jahvè. Chi combatte Jahvè non può che combattere il suo Messia e chi combatte il Messia combatte anche Jahvè. Per noi cristiani la Chiesa è all'inizio della manifestazione del Regno, che non si esaurirà in essa, ma si realizzerà pienamente alla fine dei tempi e riguarderà tutta l'umanità. La Chiesa opererà affinché questo Regno si renda visibile. Ecco la nostra attesa.

v. 3 Si realizzano i piani segreti

Quante volte abbiamo sentito Dio come un padrone che ci opprimeva, ci legava; quanti giovani rivendicano la loro libertà!... Come assomigliano gli uomini ai re della terra che si ribellano( vediil peccato originale). "Spezziamo le loro catene" significa "spezzare il giogo". E'questo, il gesto simbolico del vassallo che si ribella proprio perché il giogo è indizio di sottomissione. Il programma dei ribelli è chiiaramente la denuncia di un trattato di vassallaggio.

w. 4-6

Notare la contrapposizione fra quanto è scritto nei vv. l-3 e in questi: là ci sono la congiura e la cospirazione, che avvengono in segreto, mentre qui abbiamo la luce, la chiarezza, la trasparenza.

Jahvè non mormora, parla e appare nella sua maestà confrontandosi con la pochezza dei congiurati. Il Signore vede i congiurati e non riesce a fare di meglio che sorridere di loro. Secondo un'interpretazione del salmo si tratterebbe di un sorriso di compatimento o di amarezza o di delusione per gli sforzi dell'uomo. Viene anche alla mente Gesù che sorride; a Giuda nel Getzemani e lo chiama amico. Invece questi versetti sono l'espressione della manifestazione di onnipotenza di Jahvè che sa di vincere.

L'ira e ilfurore divini provocano il terrore e spaventano i ribelli. Dio dice:

"Io l'ho costituito mio sovrano

sul Sion mio santo monte".

Jahvè è il vero sovrano il vero protagonista della storia.

vv. 7-9

Il v. 7 è citato, caso unico, due volte dal Concilio Vaticano II. E'' Jahvè l'autore del decreto, Lui che parla al re e che lo prende sotto la sua protezione elevandolo alla dignità divina. " Annunzierò " da

"safar" che significa "proclamare solennemente. L'elemento centrale di questi versetti è il decreto del Signore, l'attoufficiale di intronizzazione.

Si noti che tra i popoli confinanti con Israele, per esempio tra i Cananei, il re all'atto dell'incoronazione non avrebbe mai potuto affermare: " Egli, Baal, mi ha detto " tu sei mio figlio, oggi ti ho generato" ", ma avrebbe parlato in prima persona dicendo: " io sono stato generato da Baal".

Questa espressione significa generazione diretta dalla divinità, mentre il decreto di Jahvè, che si esprime " tu sei mio figlio, oggi ti ho generato" significa soltanto una filiazione adottiva e non una filiazione sin dall'origine.

Il re in Israele non è neppure, come in Mesopotamia, il tramite fra Dio e l'uomo, ma è soltanto il custode della Legge. Semmai un intermediario tra Dio e l'uomo è il profeta, colui che parla al posto di Dio. Assistiamo qui alla smitizzazione del monarca e comprendiamo meglio perché gli ebrei si fossero opposti all'introduzione nel Tempio della statua dell'imperatore romano inteso come divinità. Jahvè resta totalmente trascendente, altissimo, irraggiungibile. Non potremo mai vederlo attraverso quegli uomini, i re della terra. Il sovrano, né da vivo né da morto, non potrà essere elevato ad un rango superiore a quello degli altri uomini.

La monarchia per Israele è esclusivamente una esigenza politica e l'approvazione divina è data in base alla risposta di fedeltà del re. Ecco la sorte dei sovrani malvagi e infedeli: Dio ha tolto loro la sua investitura teologica. L'unico re al quale Jahvè ha perdonato è Davide.

 

VALENZA ATTUALE DEI SALMI

I salmi, composti tanti secoli addietro, hanno tutta la loro valenza anche oggi. Non è il re il solo figlio di Jahvè; nell'Antico Testamento risulta evidente che; il figlio primogenito è il popolo e il re è uno del popolo.

v. 7 "Oggi" è il giorno dell'intronizzazione, non il giorno della nascita e va letto nella categoria del memoriale come la Messa, che è ricordo di un fatto accaduto duemila ami fa. E' un avvenimento reso presente adesso, oggi., quando stiamo celebrando la Messa, ma è proiettato verso l'eternità.

v.8 Sono espressi i doni di Dio.

Il v. 9 indica la promessa della vittoria che avverrà per mezzo di Jahvè.

 

SALMO 2 (continuazione)

vv 10-12

Il vero protagonista non è il re, ma Jahvè stesso. "E' ora": espressione che indica un evento importante che esige una risposta concreta da parte dell'uomo. E' un invito ad essere saggi, ad istruirsi. e sottintende anche l'attesa di una risposta. L'appello di Jahvè sollecita a capire: e ad accogliere il progetto divino sulla storia: è inutile ribellarsi a Dio che, prima o poi, vince. Chi è saggio e ha potere: deve rendersi conto che non si può sfidare il Signore.

"Istruitevi": letteralmente andrebbe tradotto "riflettete".

"Riflettere" è un verbo che: nella Bibbia allude all; capacità di penetrare in profondità negli avvenimenti per cogliere il progetto di Jahvè su di noi. Quante volte agiamo come se Lui non esistesse o ci domandiamo dov'è il nostro Dio!. E' questo l'interrogativo terribile che si sono posti gli ebrei nell'olocausto. Le risposte sono state molteplici come, ad esempio, quella di Primo Levi: c'è stata Auschwitz e, quindi, Dio non c'è; oppure la soluzione; di WIESEL: proprio perché c'è stata Auschwitz Dio c'è.

"Istruitevi" suona come un invito ad accettare la correzione, a riconoscere di avere sbagliato mettendoci contro il Signore.

LETTURA DEI VV 10 E 11 IN UN'ALTRA VERSIONE CHE PRESENTA QUALCHE DIVERSITA'

"E dunque, o re, riflettete con impegno,

lasciatevi correggere, o potenti della terra;

servite Jahvè con timore

baciategli i piedi con tremore"

"Servite" in questo caso è un termine tecnico del culto e significa: non mettetevi soltanto a disposizione di Jahvè, ma servitelo in modo totale, rendetegli il culto. Riflettiamo sulla differenza tra "servire" e "rendere culto" e pensiamo alla scena del giudizio finale narrata nel Vangelo di Matteo (25, 40 e seg.) quando Gesù dice: "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Ma i giusti non l'avevano compreso tanto che gli rispondono: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato..."

E' gente che ha fatto del bene a qualcuno senza sapere di averlo fatta direttamente a Dio. Il salmista usando la voce verbale "servite" diventa intransigente, quasi a dire che non basta fare del bene in generale, ma che è necessario rendere culto al Signore, riconoscere che è Dio. Nel prologo del Vangelo diGiovanni è ben chiaro che l'autogiudizio consiste nell'accogliere: o meno il Figlio di Dio. “ Chi non lo accoglie è già giudicato.

Inoltre, "servire" indica l'atto dell'adorazione nel Tempio che sottintende:

1) il timore per latrascendenza di Jahvè (è un Dio irraggiungibile);

2) l'amore che nasce dalla Sua vicinanza. Il Creatore dell'universo si è fatto amare. Ricordiamoci di questi due elementi, di questi due stati d'animo quando adoriamo: tremore e timore davanti alla grandezza di Dio e, nello stesso tempo, amore profondissimo per Lui che è così vicino a noi: "Servite Jahvè con timore": è un richiamare quasi un tremore che nasce però dalla gioia.

"baciategli i piedi con tremore"

Baciare i piedi di Jahvè. Significato letterale: ritenere che quella persona, quell'essere a cui baciamo i piedi è infinitamente superiore a noi.. (Tale gesto era molto comune in Oriente;). In questo caso è ben evidente che si devono baciare i piedi non al re della terra, ma solco a Jahvè. In proposito la storia ci narra che Caligola aveva introdotto questo gesto di omaggio all'imperatore romano come preludio alla sua divinizzazione.

Ultimo versetto: "Beato chi in lui si rifugia", secondo alcuni studiosi è frutto di un'aggiunta successiva. La conclusione del salmo si apre; ad una beatitudine, così come il salmo 1 che inizia con "Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi".

 

INTERPRE'TAZIONE CRISTIANA

E' questo il "Salmo del Natale del Signore". Il Messia di cui si parla è Cristo il Re, il personaggio al quale verrà dato il possesso delle nazioni. A Lui si inchineranno i re della Terra. In Lui c'è l'identificazione tra il Messia e il figlio di Dio non più adottivo, ma generato dal seno del Padre. Riandiamo al prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1-18).

 

SALMO 7

"Preghiera del giusto perseguitato

v. 1 Lamento che Davide rivolse al Signore per le parole di Cus il Beniaminita.

Appartiene alla "Famiglia delle suppliche", mentre il salmo 1 :fa parte della "Famiglia sapienziale" e il salmo 2 appartiene alla "Famiglia regale". Lettura del salmo 7 secondo la Bibbia di Gerusalemme.

Lettura di un'altra versione:

v. 2 "Jahvè, mio Dio, in te mi rifugio:

salvami e liberami da chi mi perseguita,

v. 3 perché non mi mangi come un leone,

non mi sbrani senza che nessuno mi salvi".

COMMENTO

v. 1 Sottotitolo

Lettura e illustrazione di 2 Samuele 18, 9 e seguenti: la morte di la morte di Assalonne che viene inquadrata nella. sconfitta delle sue truppe. Ioab, generale di Davide, uccide Assalonne nonostante I'ordine contrario del suo re ("Trattatemi con riguardo il giovane Assalonne!" 2 Sam. 18,5

"Salvatemi il giovane Assalonne!" .18,12)

Kush potrebbe essere uno schiavo-messaggero etiope (letteralmente "Kushita" da Kush che era il nome dell'Etiopia). "Beniaminita farebbe pensare alla tribù di Beniamino, la stessa di Saul, avversa a Davide. Non si è trovato nella Bibbia alcun riscontro alla "perscecuzione" subita da Davide da parte di Kush. Comunque, dal testo del salmo si evince che ci si trova in un momento altamente drammatico.

 

GENERE LETTERARIO: SUPPLICA

Si distinguono tre elementi:

1) un lamento individuale o supplica;

2) un giuramento d'innocenza (elemento dominante del salmo);

3) una liturgia che rappresenta il giudizio di Dio sugli uomini.

Soffermiamoci sul secondo elemento

Il "giuramento d'innocenza"'. si pronuncia nel Tempio alla presenza di un sacerdote e consiste nell'invocare il giudizio di Dio ed è detto anche "ordalia". Nel caso pratico quando l'inchiesta non riusciva a stabilire quale dei due contendenti avesse ragione, l'accusato chiamava il Signore a testimone della sua innocenza. Importante era che alla fine di tale processo si potesse emanare una sentenza suggellata dal giudizio di Jahvè, che è un giudice giusto. Lo stesso S. Francesco aveva sfidato il sultano a sottoporsi al giudizio divino, ottenendone però un rifiuto.

In questo salmo è espressa la "legge del taglione": Tu, o Signore, se sei buono mi devi salvare, se sono malvagio mi devi punire. Occhio per occhio, dente per dente. E', tutto sommato, una legge positiva, intelligente: la reazione è proporzionata all'offesa.

STRUTTURA DEL SALMO

vv. 2 - 3: la supplica;

vv. 4 - G: il giuramento d'innocenza;

vv. 7 - 14: la grande assemblea divina;

vv. .15 - 17: mia riflessione sapienziale sul male e sull'empio;

v. 18 . la conclusione sullo stile della supplica.

La parte più difficile del. salmo è costituita dai versetti 7 -14 e manifesta diversi stili di composizione.

SIMBOLISMI

1) Simbolismo giuridico: è fondamentale perché la ambientazione del salmo è tipicamente processuale. Il Signore stesso assiso sul trono richiama subito il simbolismo militare: Dio non è solo giudice, ma anche un generale che dispone di un esercito per fare rispettare le sue sentenze. Il salmista qui non parla di armi cosmiche, come i fulmini, ma di armi umane.

2) Simbolismo teriomorfo: quello proprio dell'animale feroce, che è rappresentato in questo caso dal leone che sbrana. Tale simbolismo richiama l'avversario nel processo o il nemico nelle azioni militari, cioè il male stesso. Il leone può significare il male, un nemico concreto che: può essere sia esterne sia interno all'uomo.

3) Simbolismo venatorio: della caccia (w. 13, 14 e seg.). con l'aiuto del Signore;, raffigurato come un guerriero e un arciere implacabile, l'empio cadrà nella fossa approntala per catturare il giusto

4) Simbolismo materno: usato in negativo. L'empio partorisce la menzogna (v. 15)

5) Simbolismo infernale: Secondo alcuni studiosi "la polvere" (v.6) richiama l'inconsistenza, il disonore, le tenebre, lo sheol..

ANALISI DEL SALMO

Il salmo inizia con un'espressione altamente drammatica: ``Signore mio Dio in te mi rifugio". "Azar" in ebraico non significa soltanto un rifugiarsi genericamente in Dio, ma chiedere asilo nel Tempio. (E' da tenere presente che il diritto d'asilo esisteva fino a un passato abbastanza recente nelle chiese e nei conventi e colui che riusciva a rifugiarsi nel Tempio aveva diritto alla tregua da parte dei nemici).

Ora, quest'uomo entra nel Tempio perché sa che il rifugio che Jahvè gli offre nella sua casa è solido e concreto. Ne deriva una prima considerazione: l'importanza di recarsi a pregare in chiesa perché questa dà l'idea concreta dello spazio di Dio. Nel Duomo di Como il soffitto dipinto d'azzurro e d'oro zecchino richiama il cielo e, quindi, la casa di Dio.

Nella Bibbia di Gerusalemme entrambi i verbi del v. 3 vengono tradotti con "sbranare". Invece il primo verbo andrebbe tradotto "squartare", mentre il secondo significa anche "rapire". Allora, se, stando a un'interpretazione simbolica il leone rappresenta il male, è accettabile anche il termine "rapire".

vv. 4 - 6. Secondo la tradizione precedentemente trascritta (e diversa da quella della Bibbia di Gerusalemme) al v. 6 anziché "onore" si legge "fegato". Per i Semiti questo era I'organo dei sentimenti e dei pensieri. Nei vv 4 - 6 si notano due parti:

1) la confessione dei peccati non commessi (confessione in negativo);

2) l'automaledizione (se ho agito male il nemico mi insegua e trascini nella polvere il mio "fegato")

In, pratica si tratta del "giuramento d'innocenza": io non ho commesso nessuno dei peccati accusati; se dovessi averli commessi invocherei su di me la vendetta divina. E' un atteggiamento tipico dell'uomo.

In questo giuramento è evidenziato, molto bene la "legge del taglione" che esigeva che si rendesse bene per il bene e male per il male.

v. 5

"Se a torto ho spogliato i miei avversari". La voce verbale del v. 5 ha più significati in ebraico , come "spogliare" od "opprimere" ovvero "liberare" o "risparmiare". Nella logica del salmo 7 "spogliare" significa "se ho ecceduto nella spogliazione dei miei avversari"; però sarcebbe meglio tradurre "se a torto ho liberato o risparmiato i miei avversari", cioè con il secondo significato. Chiaramente è il clima della legge del taglione, ossia quella della retribuzione terrena.

"Trascini nella polvere il mio fegato"

Per gli ebrei l'essere umano è unitario perché il corpo è inscindibile dall'anima e ha una funzione importantissima nella preghiera, tanto è vero che ancora oggi gli stessi pregano muovendo tutto il corpo. E' tutta intera la persona che prega il Signore. Nel caso di menzogna, quindi, è tutto l'essere umano che viene distrutto.

A proposito del termine "fegato" (in ebraico) c'è tutto un gioco di parole:

Kabod è la gloria,

Kebed è il fegato, che per gli ebrei è appunto la sede e l'origine delle emozioni più autentiche di gioia e di dolore

(Nello stesso salmo [v. l0] costituiscono sede di tali emozioni anche il cuore: e i reni). La diversità di interpretazione della parola è dovuta al fatto che la traduzione. (Kabod e Kebed) dipende dalla libera vocalizzazione di alcuni termini, considerato che l'ebraico antico è privo di vocali. Alcuni testi hanno vocalizzato e ottenuto Kabod, altri Kebed.

Se vogliamo spiritualizzare il testo leggiamo "Kabod", gloria; se teniamo presenti: la versione più: aderente al contesto drammatico del salmo è opportuno tradurre "Kebed", fegato.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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