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CORSO BIBLICO SULL'APOCALISSE

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 20:44
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16/11/2012 19:27
 
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L'Apocalisse

Prologo: cap. 1, 1-3. Lettura

Inizio drammatico e solenne.

Introduzione generale.

Nel libro stupendo dell'Apocalisse noi troviamo alcuni elementi caratteristici dell' apocalittica, come il riferimento a fatti concreti, che però devono essere interpretati alla luce di Dio e che vengono narrati attraverso un simbolismo molto complicato, ma anche raffinato.

L'autore definisce la sua opera come una profezia e si qualifica come un profeta. Ricordiamo in proposito che 1'apocalittica prende il posto del profetismo e che qui siamo di fronte ad un testo apocalittico con caratteri profetici. Sembra di tornare indietro nei secoli per la presenza di tante esortazioni, di tanti inviti alla conversione (che di per sé non sono tipici dell'apocalittica).

Rilettura del v.3. "Beato che legge...". L'espressione significa che si tratta di un testo destinato alla lettura nell'assemblea liturgica (oggi diremmo durante la Messa), di grande ricchezza, sottolineata dal rapporto esistente fra lettore e uditori. Quindi é un libro apocalittico, profetico e liturgico.

C'è già il significato della lettura della parola di Dio durante la Messa: "Beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte..."

Struttura

A - Prologo 1,1-3

B - Epilogo 22, 6-21

Il testo contenuto fra il prologo e 1'epilogo si Suddivide in due parti: I^ parte - 1,4 - 3,22 .

Contiene le famose sette lettere, che sono messaggi inviati alle Chiese dell'Asia che corrisponde all'attuale Asia Minore).

II^ parte - 4,1 - 22,5

Si suddivide in 5 sezione:

1) capitoli 4 e 5 - Presentazione dei personaggi che successivamente entreranno in azione:

Dio, corte celeste, Agnello. Libro dei sigilli.

2) 6,1 - 7,17 - Inizia 1' azione e viene presentata 1' apertura dei 7 sigilli. Si tratta di una prima esposizione, più profonda dell'introduzione, degli elementi che verranno poi sviluppati.

3) 8,1 - 1l,l4 - Qui abbiamo la successione delle sette trombe.

Si entra maggiormente nel vivo dell' azione e comincia il confronto tra il bene il male che nel corso della storia avrà alterne vicende. Viene approfondita in particolare la figura dei protagonisti negativi.

4) 11,15 - 16,16 - Sono proposti tre grandi segni: il drago, la donna e i sette angeli con le coppe. Assistiamo ad un crescendo della lotta tra il bene e il male fino al suo momento culminante, il grande giorno in cui uno degli elementi vincerà.

5) 16,17 - 22,5 - Ecco la conclusione della vicenda con la condanna definitiva e irreversibile del male e 1'esaltazione del bene. E' il trionfo di Dio e del suo popolo che confluisce nella grande immagine della Gerusalemme celeste.

Autore. L'autore si definisce "servo Giovarmi" e mai "apostolo Giovanni", anche se nell'antichità 1'Apocalisse era attribuita allo stesso autore del Vangelo.

In ogni caso si potrebbe dire che si era fatto riferimento, come accadeva spesso nell'apocalittica apocrifa, ad un personaggio molto noto per dare maggiore importanza allo scritto. Questo libro potrebbe essere stato composto da un autore sconosciuto appartenente alla scuola di Giovanni, al quale è stato poi attribuito.

Nell'Apocalisse sono contenute alcune notizie sul suo autore.

Prima di tutto 1'Autore afferma di essere un "servo" (cap. 1,1). E' un'espressione che troviamo in altri testi riferita anche a Pietro, Giacomo e a Paolo (che si definisce più volte "servo di Gesù e nell'A.T. ad Abramo, Mosé e Davide. Notiamo allora un ideale collegamento fra Antico e Nuovo Testamento: sono tutti servi di Dio.

Il nostro autore però, contrariamente a quanto fanno Pietro e Paolo, non rivendica il titolo di "apostolo". Infatti Pietro e Paolo di definiscono entrambi "servo di Gesù Cristo e apostolo per volontà di- Dio", mentre Giovanni si considera solo "servo'(termine anche tecnico per designare un appartenente alla comunità cristiana).

Al v.9 del cap.l Giovanni dice di essere "...vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù."

Sappiamo cosi con certezza che Giovanni è un fratello cristiano. Per la precisione la parola "compagno'' andrebbe tradotta "associato", termine raro che compare solo tre volte nel N.T. e che designa una persona che partecipa con altre alla salvezza (e quindi si ritiene un salvato) perché è stato fedele nella tribolazione, nel regno e nella costanza. Questi tre termini (tribolazione, regno e costanza) erano molto in voga alla fine del I secolo e designavano il complesso dell'essere cristiano. In altre parole il cristiano era tribolato, perseguitato, ma regnava con Gesù e con Lui viveva nella costanza, ossia nella testimonianza che veniva resa ai pagani. (Ricordiamo in proposito un brano di una lettera, di S. Paolo in cui si dice che Gesù diede la sua bella testimonianza davanti a Pilato. Tribolazione, regno e costanza erano indicativi di un cristiano serio, tanto serio da trovarsi per la sua testimonianza in un luogo di pena come l'isola di Patmos che era una colonia penale.

 

Epilogo

Colleghiamo 1'introduzione con il cap. 22,18-19 e notiamo un ritorno all'idea di profezia. E' possibile dedurre che 1'autore dell'Apocalisse fosse un profeta appartenente ai circoli profetici cristiani allora molto in voga. Era, comunque, un cristiano impegnato ad alto livello nella comunità, talmente innamorato di Cristo da vivere la sua pena proprio in quanto seguace di Gesù Cristo.

A questo punto ha scarsa importanza sapere se l'autore del libro sia o meno l'apostolo Giovanni, anche se 1'opinione prevalente è che si tratti proprio di lui.

 

Epoca della composizione

L'Apocalisse è indirizzata alle sette Chiese dell'Asia, perseguitate e impegnate a definire il proprio rapporto con il giudaismo e con già al loro interno il male dell'eresia. Si tratta quindi di Chiese e di comunità già sviluppate (non siamo certamente negli anni più vicini a Cristo). In particolare, la presenza dell'eresia sta a significare che il pensiero teologico è già cresciuto e che sono presenti diverse interpretazioni di Cristo.

Sicuramente siamo in un tempo di tribolazione, ma non di disperazione. Infatti la parola "costanza" ricorre nell'Apocalisse sette volte ed implica una "fedeltà nonostante tutto". La Chiesa non è distrutta perché, nonostante la tribolazione, i cristiani restano fedeli a Cristo e questo apre i cuori alla speranza.

Fra gli elementi presenti nell'Apocalisse ricordiamo gli inni liturgici, molto elaborati e di altissima teologia, e le grandi tensioni interne alle comunità cristiane. Dopo la scomunica dei cristiani da parte degli ebrei molti si chiedono se abbia ancora valore 1'Antico Testamento. Prevale 1'intuizione che non si possono rinnegare le radici comuni.

Un altro motivo di tensione nelle varie comunità è costituito dal difficile rapporto con 1'autorità imperiale di Roma.

tutti questi elementi ci aiutano a definire 1'epoca di composizione del libro: tra il 90 e il 100 d.C.

Roma è considerata la bestia con le sette teste, che ha origine dai sette colli. Possiamo dire con certezza che siamo nell'epoca della tremenda persecuzione di Domiziano (morto nel 96 d.C.), che ha inizio nel 95.

Si tratta di una persecuzione più dura di duella di Nerone che si era accanito contro i cristiani, soprattutto perché accusati di essere responsabili dell'incendio di Roma. Domiziano inizia la persecuzione dei cristiani dalla cerchia dei suoi parenti. Tutto ciò significa che il cristianesimo aveva raggiunto i ceti più alti della società. L'imperatore perseguita un cugino cristiano che in quell'anno era console e in tale veste doveva presiedere al culto pubblico, trovandosi così ad operare una scelta fra Cristo e Domiziano che pretendeva di essere chiamato "dominus et deus" (signore e dio). Non era possibile che un cristiano venerasse come dio un tiranno.

Gli storici sostengono che Domiziano avesse capito per primo che il cristianesimo minava alle radici la base del potere imperiale. Solo gli ebrei erano esentati, dietro pagamento di una tassa di 10 dragme, dall'obbligo di sacrificare all'imperatore. Pare anche che Vespasiano avesse esteso ai cristiani tale possibilità, sicuramente per poterli individuare meglio.

La persecuzione di Domiziano costituisce una vera e propria svolta con intimidazioni sempre più gravi. L'accusa che il diritto romano formula verso i cristiani è di "impietas"(empietà, ateismo) in quanto non riconoscono le divinità di Roma. Tale accusa comporta la pena di morte.

La prima vittima della persecuzione fu, appunto, il cugino dell'imperatore condannato a morte, mentre la cugina venne esiliata su un'isoletta.

Poiché gli studiosi collocano tale persecuzione nel 95, la data dell'Apocalisse può essere credibilmente situata tra il 95 e il 96, anni in cui hanno avuto inizio le persecuzioni codificate dal diritto romano.

 

L'Apocalisse è un discorso profetico e, come tale, non può avere una trattazione sistematica. Dobbiamo trarre, di volta in volta, le verità che l'autore ci propone.

Quali sono le tematiche più importanti che costituiscono la struttura teologica portante del nostro libro?

 

1° elemento teologico portante: Dio.

Nell'Apocalisse Dio è presentato con i termini dell'Antico Testamento, come ad esempio "santo", "giusto", "onnipotente". Ovviamente si aggiunge poi la connotazione cristiana, tanto che nell'Apocalisse e nel N.T. Dio è detto "Padre di Cristo". (Notiamo, per inciso, che proprio partendo dal nostro libro si può leggere tutta la Bibbia a ritroso.) Negli ultimi anni del I secolo d.C. la teologia stava elaborando concetti che per noi oggi sono scontati. Proprio in quel periodo iniziarono i contrasti tra i cristiani per il sorgere delle prime eresie, come l'eresia gnostica, una delle più gravi dell'epoca, secondo la quale Jahwe, il Dio dell'A.T., malvagio e vendicativo, non sarebbe stato il vero Dio, ma un "eone", una creatura eccelsa e malvagia la quale, per ingannare gli uomini, si spacciava per Dio. Sorse così la necessità di un'altra realtà, questa volta buona, Gesù, che rivelasse il vero Dio santo e misericordioso. Dio viene definito "Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente" in Ap.1,8, con evidente richiamo alla risposta data a Mosè nell'Esodo: "Io sono colui che sono!" (Es.3,14). Jahwe è colui che è.

La rielaborazione cristiana del concetto di Dio ci dà il senso dell'eterno. Infatti Egli mette in moto e conduce lo sviluppo della salvezza e non è come il "motore immobile" di Aristotele che dà inizio al mondo e poi lo abbandona. Il processo di salvezza ha lo scopo di superare poco per volta il male. Secondo l'Apocalisse, infatti, Dio opera comunque e gradualmente smantella il male. Alla fine ci sarà il "giorno di Jahwe", secondo i profeti. Dio rinnoverà tutto e con il suo popolo vivrà in una intimità profonda.

2° elemento teologico portante: Cristo.

Cristo per il nostro autore è "l'Agnello", "il testimone fedele", è "l'Amen" (= così è), "il Verbo di Dio", "il Figlio di Dio", "la stella luminosa del mattino".

Il tema centrale è così sintetizzato: Cristo morto, risorto e vivente guida la Chiesa. L'Apocalisse ci dice che le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa che è guidata da Cristo vivente e risorto. Cristo guida la sua Chiesa con una duplice funzione:

a) giudica la Chiesa con la sua parola e la purifica;

b) l'aiuta a sconfiggere tutte le forze ostili che la insidiano dall'interno e dall'esterno.

Attraverso la Chiesa, attraverso la comunità da Lui guidata, Cristo prolunga la sua presenza personale che è vittoriosa in tutto. Ecco perché l'Apocalisse è un libro di speranza.

 

3° elemento teologico portante: la Chiesa.

Nell'Apocalisse è già presente una bella visione della Chiesa universale (che comprende tutte le comunità sparse nel mondo allora conosciuto, cioè le Chiese locali). L'ecclesiologia del nostro libro è richiamata dal Concilio Vaticano II: la Chiesa universale è costituita dalle Chiese locali che sono appunto l'immagine, in piccolo, di quella universale. Si tratta di comunità che crescono tra le molte difficoltà che si presentano al tempo della stesura dell'Apocalisse e che hanno una meta sicura: la Gerusalemme celeste, cioè il momento in cui la Chiesa sarà perfetta. Allora sarà la sposa totalmente integra di Cristo. Fino a quel momento la Chiesa avrà la duplice componente di santa e peccatrice.

 

Altri elementi importanti ma non diffusi come gli altri nel nostro testo sono:

1) lo Spirito Santo. L'Apocalisse, infatti, è il libro del N.T. che meglio riesce a raggiungere l'idea trinitaria già presente nel Vangelo di Giovanni. Leggiamo in proposito i vv.4^ e 5^ del cap.1. Si tratta di un saluto perfetto nel quale è presente una formula trinitaria perfetta, dove lo Spirito Santo è rappresentato dai sette Spiriti, Spirito settiforme;

2) gli angeli che danno una manifestazione concreta e complessa di Dio. Diversi angeli collaborano con lui per realizzare il piano di salvezza mentre altri vi si oppongono;

3) l'escatologia (= discorso sulle cose ultime). Apparentemente nell'Apocalisse compaiono due elementi contraddittori:

a) una realtà eterna che va al di là del tempo, immobile. L'autore fa delle allusioni e dei riferimenti non concreti a determinate situazioni, tanto che tutto sembra collocato su uno sfondo irreale ma eterno;

b) descrizioni e riferimenti a fatti concreti e cronologicamente individuabili.

 

E' facile conciliare questi due elementi perché l'Apocalisse ci dice che determinati avvenimenti accadono oggi (95 d.C.) ma accadranno anche in futuro (per es. le persecuzioni). Un fatto reale come la persecuzione di Domiziano si trasfigura e diventa simbolo di tutta la storia della Chiesa, che sarà costellata di avvenimenti simili (persecuzioni ed eresie nelle varie parti del mondo in epoche successive). Il fatto diventa tipico e sarà ripetuto per millenni. E' un'annotazione importante: il tempo scorre verso una meta, verso l'eternità. Quindi l'Apocalisse ha una bellissima teologia della storia, di una storia guidata da Dio, che è la storia di ciascuno, della Chiesa, dell'umanità: storia della salvezza in cui contempliamo l'amore di Dio. Il Signore guida la storia misteriosamente, secondo un piano che prevede comunque la salvezza.

 

Il cammino della Chiesa nella storia delle salvezza è tra il "già" e il "non-ancora", in uno stato di purificazione interiore, sottomessa al giudizio di Cristo e dello Spirito. La comunità ecclesiale così purificata sarà in grado di fare una riflessione sapienzale sul mondo e su di sé per cogliere le realtà autentiche nascoste sotto le apparenze.

 

 

Per esempio, il Cap.17,1-7.

La donna qui citata altri non è che Roma divinizzata. Proviamo a pensare a un tempio con la statua della dea Roma (esattamente come quella descritta nel brano) che la gente di allora era abituata a vedere. Non per nulla le città dell'Asia Minore erano state le prime ad accogliere il culto dell'imperatore e della dea Roma, che dovevano essere i culti unificati di tutto l'impero. Questi versetti dicono ai fedeli che la statua che vedono in realtà rappresenta una prostituta, non una dea. Dio porta a una realtà autentica ciò che era stato mascherato. E una delle funzioni della 2^ parte del libro è proprio quella di aiutare i lettori a cogliere la realtà vera. Inoltre il nostro lavoro è un esempio di lettura sapienzale della storia (degli avvenimenti, delle persone e delle situazioni). Il Signore ha rivelato i segreti a Giovanni che ne rende partecipe la comunità.

 

I simboli dell'Apocalisse.

1) Simboli biblici, numerosi.

Vengono ripresi concetti già presenti nell'A.T. come ad es. il cielo, simbolo della trascendenza divina, il corno, simbolo della potenza, la vendemmia, simbolo del giudizio divino.

2) Simboli cosmici.

Soli di diverso colore, luna color sangue, disastri. Vogliono comunicarci che il Signore è l'unico padrone del creato e che con la sua onnipotenza, se vuole, può incidere a suo piacimento nella storia del mondo.

3) Simboli teriomorfi.

Gli animali ai quali si riferisce (per es. l'agnello, il leone, le cavallette) servono all'autore per dire che nella storia ci sono realtà non pienamente spiegabili.

4) Simboli aritmetici.

Sono molto complessi e partono da un presupposto orientale, secondo il quale ogni realtà è misurabile e quantificabile compiutamente. Il simbolo più comune è il numero 7 che indica la totalità, la perfezione. Lo stesso vale per i suoi multipli. La metà di 7 o le frazioni di 7 sono indice di imperfezione, di non pienezza.

5) Simboli cromatici.

Alcuni colori hanno equivalenze precise. Ad esempio "bianco" è il colore della trascendenza, "verde" il colore della saggezza e del comando.

 

Nell'Apocalisse troviamo almeno 500 riferimenti diretti e allusivi dell'Antico Testamento. Lo steso procedimento di citazioni indirette è presente nel Vangelo di Gv. il quale solo nell'ultimo capitolo riporta l'unica citazione diretta. L'autore interpreta e rielabora alcuni riferimenti per farci arrivare alla "interpretazione tipica". In alcuni casi l'interpretazione della citazione è fornita dalla Bibbia stessa. Un brano viene ripreso nei libri successivi in un determinato contesto che gli dà un certo significato. Ricordiamo a questo proposito il salmo 90 (91) che viene citato da Satana nell'episodio della tentazione del Vangelo di Mt. (4,5-6). Qui Satana dà un'interpretazione messianica al salmo proprio nei versi in cui si parla del Messia. Potremmo dire che Apocalisse costituisce una rilettura cristiana dell'A.T..

 

Considerazioni generali.

Nell'Apocalisse sono presenti due elementi che si completano a vicenda:

1) il mistero, cioè il piano di salvezza di Dio, che si manifesta in modo cifrato, simbolico;

2) la sapienza, la virtù che ci permette di cogliere il significato dei simboli, che ci consente di arrivare all'autenticità del piano di salvezza.

Concludendo possiamo definire l'Apocalisse un libro rivoluzionario perché sovverte gli ordinamenti dall'alto, sottoponendoli (non solo quello romano, ma tutti quelli che seguiranno nel corso della storia) al giudizio di Dio. E' Dio che giudica la validità di una forma di governo. Si scopre così che ogni potere umano è caduco.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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