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CORSO BIBLICO SUI PROFETI

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2012 23:45
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15/11/2012 23:17
 
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Un altro tema essenziale della predicazione del nostro profeta è costituito dalla conversione del popolo.

La denuncia dei mali fatta dai profeti, e in particolare da Isaia, non appare fine a se stessa, in quanto è seguita dalla proposta di una via di conversione (contrariamente alla mentalità di sola denuncia del male, oggi diffusa). Il profeta, però, non è un illuso e sa bene che per molti uomini sarà impossibile il cambiamento.

Ecco, allora, che nel tema della conversione verrà inserito il concetto del "resto di Israele", cioè di quella parte del popolo ("gli 'anawim", gli umili, i poveri di Jahve) che ascolta il messaggio divino e lo mette in pratica. Costoro, il "resto di Israele", resteranno fedeli al Signore, si salveranno e riusciranno a dare continuità alla Legge.

Ricordiamo che all'interno dell'ebraismo esistevano diversi gruppi, in particolare la comunità degli Esseni a Qumran, che si ritenevano appartenenti al "resto di Israele".

L'ulteriore sviluppo del pensiero di Isaia ci apre alla speranza. Dio merita la nostra fiducia. Le promesse del Signore si realizzeranno per i pochi che gli resteranno fedeli.

Isaia viene collocato fra i profeti più aperti al bene e all'ottimismo; egli è sicuro che il male, comunque, non vincerà. Dio trionfa perché trova questo "resto" disponibile ad accogliere la sua parola.

Abbiamo, così, concluso 1'esame del primo libro di Isaia, quello attribuito sicuramente a lui. Vedremo più avanti che il secondo e il terzo libro non risultano composti da Isaia ma dai profeti della sua scuola o che, comunque, fanno riferimento al suo insegnamento.

 

Sofonia

E' un discepolo di Isaia.

Anche con Sofonia seguiamo lo schema solito che prevede all'inizio dello studio la descrizione dell'ambiente sociale, politico e religioso in cui agisce il profeta (dal 639 a poco prima del 622 a.C., durante il regno di Giosia in Giuda).

Lettura di Sof 1,1

A differenza di Isaia, Sofonia opera durante il regno di un solo re. Negli anni precedenti a Giosia avevano governato due monarchi malvagi (penso soprattutto a Manasse, nonno di Giosia, che regnò dal 698 al 643 a.C.).

Lettura di 2 Cronache 33, 1-20

Il re Manasse aveva fatto "ciò che è male agli occhi del Signore" (v. 1), riproponendo le divinità e i culti stranieri e distruggendo 1'opera di Ezechia.

Viene alla mente, leggendo il v.9, il proverbio "L'esempio viene dall'alto". Ricordiamoci questa massima quando educhiamo i figli.

Notiamo nei versetti ora letti una particolare concezione della conversione dei popoli, che sarà poi ripresa nell'alto Medio Evo dai popoli barbari che abbracciavano la religione alla quale si erano convertiti i loro sovrani, perché la religione del popolo doveva essere quella del re.

Anche oggi possiamo constatare quanta influenza abbiano gli intellettuali sull'opinione del popolo e come sia, purtroppo, ridotta la presenza degli intellettuali cattolici nella nostra società. Non a caso la Chiesa nel recente convegno tenutosi a Palermo ha rilanciato il tema della scelta culturale, cioè della necessità della presenza animatrice dei cattolici nella cultura.

Lettura di 2 Cronache 33, 21-25

Nel brano viene tradotta con "popolo" una parola che in ebraico esprime soltanto una parte del popolo, quella umile, escludendo certamente le classi sociali più elevate.

Si evidenzia, qui, che, grazie all'opera del popolo che "...uccise quanti avevano congiurato contro Amon" e che "...proclamò re, al posto di lui, suo figlio Giosia" (v. 25), viene garantita la successione davidica nel regno di Giuda. E' il popolo che vuole come re Giosia, successore legittimo di Davide e grande riformatore.

Lettura di 2 Re, 22-23 e

di 2 Cronache 34, 1-21 ("La riforma di Giosia").

Nel secondo brano, a differenza di quanto scritto in 2 Re, si dà una cronologia esatta degli avvenimenti.

Possiamo ritenere che Giosia si avvalesse per la sua opera riformatrice di saggi consiglieri, come il profeta Sofonia.

In modo molto delicato questo scritto ci comunica che Giosia riconquistò gradualmente tutti i terntori perduti e occupati dalla Siria. Ancora un'annotazione: il libro scoperto durante i lavori di rifacimento del Tempio (vv. 14-21 ) quasi sicuramente si deve identificare con il Deuteronomio (contiene, tra 1'altro, il grande discorso finale di Mosè), che proprio durante il regno di Giosia ebbe la sua redazione definitiva.

Lettura di 2 Cronache 34, 22-28

Giosia inizia una grande riforma. Demolisce gli altari che erano stati innalzati dal nonno e dal padre e purifica il Tempio.

Il ritrovamento del libro del Deuteronomio, "la seconda legge" del Signore, durante i lavori di ristrutturazione del Tempio offre 1'occasione al re per portare a compimento in modo radicale la riforma intrapresa. Siamo nel 622 a.C. e viene consultata la profetessa Culda. Gli storici ritengono che in quell'anno Sofonia fosse già morto senza vedere, perciò, il compimento dell'opera di Giosia della quale era stato 1'ispiratore, il suggeritore e la guida nel periodo iniziale.

Il libro di Sofonia è breve, di agile lettura, importante.

Al cap. 1; v. 1 vengono elencati gli antenati di Sofonia, figlio dell'Etiope, per dimostrare che, in realtà, egli era di stirpe ebraica: i suoi avi portavano tutti, infatti, nomi ebraici.

Il libro si suddivide in tre sezioni:

I - dal cap. 1, 2 al cap. 2, 3

II - dal cap. 2, 4 al cap. 3, 8

III - dal v. 9 al v. 20 del cap. 3

Il centro della I sezione è costituito dal giudizio che colpirà Giuda, con una tematica fondamentale, quella del giorno di Jahve che arriverà sicuramente.

Si tratta di un tema attorno al quale si collocano gli oracoli, quasi a significare che il giorno del Signore arriverà a punire e a eliminare le ingiustizie sociali esistenti ed, anche, a ristabilire una giusta concezione della religione.

Lettura di Sofonia 1, 12-13.

Lettura di Sof 1, 14-18

L'ira del Signore si scatenerà nel suo giorno. Per sfuggire al castigo bisogna praticare la giustizia e la moderazione.

Lettura di Sof 2, 1-3

Al giudizio nel giorno dell'ira saranno sottoposti non solo gli abitanti di Giuda ma tutte

le nazioni.

Nella II sezione le invettive contro le nazioni raggiungono 1'apice con 1'ultima contro la nazione di Giuda. E' ovvio: a chi è più dato, più viene richiesto. Il castigo della nazione potrebbe indurre Giuda a convertirsi, ma i capi del popolo sono testardi.

Lettura di Sof 3, 1-5

La III sezione presuppone il compimento del giudizio divino che non comporta lo sterminio finale, la distruzione di tutto, in quanto si apre la fase nuova della speranza, della gioia e della ricostruzione. Anche questo momento, come quello del giudizio, è esteso a tutte le nazioni.

In Sofonia appare presente una certa intuizione universalistica comunque intesa come una conversione di tutte le nazioni a Jahve.

Ricordiamo che dall'antichità fino all'Umanesimo (sec.XV) era sconosciuta 1'idea della tolleranza, considerata, addirittura, un peccato grave contro la verità. Infatti 1'idea della tolleranza religiosa cominciò a farsi strada in Europa soltanto con le guerre di religione.

Il libro di Sofonia si chiude con il bellissimo messaggio di speranza di un Dio che va oltre il castigo.

 

Sofonia - continuazione

Lettura di Sofonia 3, 14-17

Riconosciamo un brano a noi familiare in quanto è una delle letture proposte dalla liturgia in Avvento per prepararci alla venuta del Messia.

Abbiamo letto questi versetti per due motivi:

1) perché si tratta di un passo in cui il profeta si apre alla speranza. Sofonia non si ferma al castigo che costituisce un passaggio, una introduzione alla salvezza. Quindi, più che di castigo, potremmo parlare di purificazione del popolo;

2) perché è bene evidenziare che negli scritti di Sofonia manca. un elemento fondamentale del profetismo del sud, cioè il messianismo regale. Infatti non è presente 1'idea del re-messia, del discendente di Davide, in quanto il Signore stesso è il re d'Israele. Ecco il motivo per cui questi versetti, che vengono proposti in Avvento, sono così vicini alla sensibilità cristiana.

Sottolineo in particolare le parole: " Re d'Israele è il Signore in mezzo a te" (v. 15) e "Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente." (v. 17). E', quindi, un Dio che interviene senza più bisogno di mediatore, di un re discendente di Davide. '

Il v. 15 ci ricorda il Prologo del Vangelo di Giovanni (l, 14): "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi...", anche se sarebbe meglio tradurre "pose la sua tenda in mezzo a noi .

Questo Dio così presente ci richiama immediatamente 1'Emmanuele (Dio con noi) di Isaia. Con Sofonia il Signore diventa "il" protagonista.

Il nostro profeta è molto concreto, non elabora grandi questioni teologiche ma manifesta interesse per la conversione del popolo, perché 1'ultima parola del Signore non è "castigo ma "salvezza", "speranza".

Ricordiamo che Sofonia fu 1'ispiratore e il sostenitore della riforma di Giosia.

A1 termine della lezione vi leggerò alcune frasi del discorso pronunciato in Messico 1'altro giorno da Giovanni Paolo II, questo grande profeta dei nostri giorni. Noteremo che nella seconda parte il Papa apre alla speranza soprattutto quando annuncia che Cristo, comunque e sempre, per tutti ha parole di vita eterna. , 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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