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CORSO BIBLICO SUI PROFETI

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2012 23:45
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15/11/2012 23:00
 
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Entriamo ora in argomento incontrando un profeta intimo amico di Gesù: Giovanni il Battista.

Lettura di Mt. 3 , 1-10.

Leggiamo questi versetti in quanto io credo che il profeta che di solito ci immaginiamo corrisponda un po' a Giovanni il Battista, anche nel suo aspetto fisico. Di conseguenza non riusciamo, ad esempio, a raffigurarci Isaia, i cui testi leggiamo molte volte durante 1'anno liturgico, se non sulla falsariga della descrizione del Battista fatta da Matteo, anche se magari sarà stato molto diverso da lui.

 

Al v.7 si parla di farisei e di sadducei.

I farisei costituivano all'interno dell'ebraismo un gruppo religioso che metteva in pratica non solo la "Torah" - la Legge - ma anche la "Mishnah" - tutta la tradizione -, cioè tutti i commenti dei maestri autorevoli alla Legge. Così , ad esempio, mentre la Torah stabiliva 1'obbligo di offrire ai sacerdoti la "decima" del grano e dell'orzo, la Mishnah aveva esteso 1'obbligo stesso a tutti i prodotti della terra, compresi i più insignificanti.

Ricordo, per inciso, che il fariseo doveva osservare ben 633 comandamenti.

I farisei erano poco numerosi, ma presso il popolo godevano la fama di santi. Fra di loro si trovavano i "dottori della Legge" ai quali ci si rivolgeva per la soluzione di qualche controversia riguardante 1'interpretazione della Torah e della tradizione. I sadducei costituivano un altro gruppo religioso che, a differenza dei farisei, non credeva nella risurrezione. Erano sostanzialmente gli appartenenti alle grandi famiglie sacerdotali ed erano sostenitori dei romani pur di mantenere potere e ricchezze. Mettevano in pratica la Legge ma non osservavano la tradizione.

Giovanni il Battista chiama "razza di vipere" i farisei e i sadducei e si presenta nel nostro brano come un profeta un po' strano, eccentrico, che abita nel deserto e che incita alla conversione.

Lettura di Lc 3 .1-6

Notiamo che i due evangelisti ci presentano due sottolineature diverse: Matteo ci invita alla conversione citando solo un versetto del brano di Isaia (40,3), mentre Luca motiva la necessità della conversione con il seguito del brano del profeta (40,3-5): "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!".

Ciascun evangelista ha un suo progetto finalizzato alla migliore comprensione della comunità per la quale scrive: Matteo si rivolge agli ebrei convertiti e Luca, invece, ai pagani divenuti cristiani.

E' bene sottolineare che le differenze tra i vangeli sinottici non sono mai casuali.

Con quali termini nella Bibbia vengono definiti i profeti?

A - La parola più usata - ben 309 volte- per indicare il profeta è in ebraico "nabi" , corrispondente in

greco a "prophetéses". Il termine greco deriva da 'pro" e da 'phemí" (=parlare). "Pro" è una preposizione con diversi significati, come "davanti" (da cui "parlare pubblicamente") oppure "al posto di" (da cui "parlare a nome di qualcuno"). Potremmo quindi dire, facendo una sintesi, che il profeta è colui che parla a nome di Dio davanti al popolo.

Il termine ebraico "nabi" ha una radice con due significati:

1 ) far bollire, esalare, espandere e, in senso metaforico, enunciare enigmi in modo insensato. Qui è facile ricordare la tragedia greca con il culto di Dioniso, un dio - il Bacco dei latini - che a un certo momento invasava le sacerdotesse, i sacerdoti, le baccanti e parlava attraverso loro;

2) proclamare, chiamare.

Allora, se lo intendiamo in senso attivo, il profeta è colui che proclama, mentre in senso passivo è colui che viene chiamato.

Pensiamo alla descrizione di Giovanni Battista fornitaci da Luca (3,2) e che rende molto bene questo significato "...la parola di Dio scese su Giovanni...". Ciò significa che Giovanni non ha scelto, ma è stato scelto; è stata la parola a pervaderlo.

B - Altro nome ebraico adoperato ( 17 volte) è "hozéh" e significa "colui che ha delle visioni", "il veggente". Questo termine va letto sia in senso positivo che negativo.

In senso negativo significa che colui che vede è matto oppure ha assunto droga; in senso positivo indica colui che ha delle visioni mandate da Dio. Potremmo definire il veggente con una parola della grande tradizione cristiana: un mistico.

I profeti, comunque, sono dei precursori.

C - Un terzo modo per definire in ebraico il profeta è "ro'éh", ossia "il veggente", ed è sinonimo di "hozéh". Nella Bibbia, però, non viene mai adoperato in senso negativo. Quando leggiamo questo termine sappiamo che la visione avuta da un certo profeta costituisce un messaggio di Dio. Si tratta di una persona che comunica con il divino, anche se non sappiamo come, e che vede cose che noi non vediamo.

Chi è e cosa fa il profeta in rapporto al popolo?

Nella Bibbia il profeta risulta sempre collegato al popolo. E' "somer", il guardiano del gregge, cioè colui che fa la guardia del popolo a nome di Dio.

Con altro termine, ripreso dal gergo militare, è "sofeh", sentinella. Secondo questo significato il profeta è colui che fa da sentinella al popolo e lo avvisa quando si presenta un pericolo. E il nemico è il peccato del popolo.

Alcuni profeti fondarono delle scuole e vennero chiamati anche padri o madri, in senso spirituale, e diedero così inizio a una stirpe-scuola profetica (come, ad esempio, la grande scuola profetica di Isaia) lasciando un seme destinato a svilupparsi.

Allora il profeta in rapporto al popolo è un guardiano, una sentinella, un padre o una madre.

Chi è e cosa fa il profeta in rapporto a Dio?

Teniamo presente che senza il popolo e senza Dio non si ha il profeta.

In rapporto a Dio il profeta viene definito nell'Antico Testamento con tre termini:

I - uomo di Dio - Viene usato tipicamente per due personaggi - Mosè e Davide - e poi applicato ai profeti. (Ricordo che tutti noi con il battesimo siamo diventati profeti, re e sacerdoti)

II - angelo di Jahve - "Angelo", dal greco, significa "messaggero", "annunciatore" ; Quindi il profeta è colui che annuncia i messaggi di Dio.

Noi annunciamo il messaggio divino a quante persone?

III - servo di Jahve - In questa espressione "servo" è inteso come colui che fa in pienezza, sempre, completamente la volontà di Dio.

Nella mia vita, quindi, non deve esserci nessun altro padrone che il Signore. Togliamo, allora, dal nostro bagaglio mentale 1'idea che il profeta sia colui che prevede il futuro. Infatti il profeta è colui che vive in comunione con Dio. il quale gli affida i suoi messaggi perché li riporti fedelmente al popolo.

Caratteristiche della profezia biblica:

1 ) comunicazione del mondo divino con il mondo umano attraverso un intermediario. Due mondi che entrano in collegamento attraverso un uomo. Ne consegue che noi dobbiamo essere collegamento tra Dio e il mondo di oggi. Da ciò discende 1'importanza per noi del discernimento, ossia della capacità di capire il tempo in cui viviamo, 1'oggi, senza alcun rimpianto per il passato che non è certamente più glorioso del presente;

2) illuminazione interiore in quanto la profezia non è frutto di una ricerca del profeta. Vi ricordo che le illuminazioni interiori non sono proprie dei profeti biblici; possono avvenire anche oggi, ma dobbiamo pregare per averle;

3) messaggio non sollecitato, cioè non richiesto.

Potremmo allora dire che il profeta è un uomo chiamato a parlare ad Israele perché questo popolo proceda nella fede e sia sempre fedele al Signore. Ma ciò che caratterizza il profeta è 1'essere "uomo della Parola".

Come abbiamo detto prima, il profeta è uomo di Dio, angelo di Jahve e servo di Jahve. E questo Signore si manifesta attraverso la Parola.

Noi sappiamo dalla Bibbia che la parola di Dio è ben diversa dalla nostra che viene pronunciata, ma di per sé non produce effetto. Troviamo conferma dell'efficacia della Parola divina, ad esempio, in Genesi 1,3 "Dio disse “Sia la luce!” e la luce fu."; in Gv 5,8: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina."; e, ancora, in Gv 11,43: "Lazzaro, vieni fuori!". La parola di Dio si realizza sempre.

Il profeta è 1'uomo della parola di Dio e non della propria. Di conseguenza la parola del profeta, come quella divina, risulta efficace. E' una Parola che distrugge, crea, sollecita, solleva, abbatte, secondo ciò di cui ha bisogno il popolo.

Ma la parola di Dio può anche venire meno. Ed in alcuni episodi della Bibbia troveremo il profeta che non accetta il diritto di Dio di tacere in quanto è un uomo con tutte le sue debolezze. Allora vedremo il profeta che si sforzerà di inventare qualche parola spacciandola per la parola di Dio e sarà così un profeta di menzogna.

La Parola è veramente la "signora" nella vita del profeta il quale vede la realtà, ma soltanto Dio gliene rivela il senso profondo. II lezione

I profeti - continuazione

Nella prima lezione abbiamo evidenziato alcuni elementi che qualificano il profeta, un uomo che si impegna su vari fronti, che si confronta con diverse realtà.

I Confronto: con il popolo infedele alla legge di Dio.

Da questo importante elemento emerge la dimensione sociale dei profeti.

Il popolo è infedele a causa dell'idolatria e dell'inosservanza del comandamento dell'amore per il prossimo, costituito in particolare dalle categorie deboli: vedove,

orfani, stranieri.

II Confronto-scontro: con il sacerdozio, perché i sacerdoti utilizzano spesso il culto a Jahve per i propri scopi (arricchimento, potere, ecc.).

III Confronto: con il re.

I profeti non avevano remore nel parlare chiaro. Il re che è infedele, che non pensa al bene del popolo, che non protegge la vedova, 1'orfano e lo straniero, cadrà sotto la spada verbale del profeta.

IV Confronto: con i falsi profeti.

Nella storia d'Israele troviamo molti profeti e molti falsi profeti. Questi ultimi, per servilismo verso il re e i potenti oppure per tornaconto personale, invece di ripetere le parole di Dio dicevano le proprie, anche a scapito della sicurezza del popolo.

Il profeta, quindi, è colui che legge la storia non come un insieme di vicende umane ma come storia della salvezza. In questa storia, apparentemente solo umana, Dio è presente

e agisce misteriosamente.

Il profeta che coglie negli avvenimenti i segni della presenza divina, se necessario, critica il presente e propone un futuro alla luce del passato, cioè alla luce dell'Esodo.

Il profeta si potrebbe definire un "restauratore" in quanto vorrebbe cambiare radicalmente le situazioni, ripristinare il potere divino, ritornare al tempo in cui Jahve era veramente il Signore del suo popolo e in cui Dio era lo sposo fedele e il popolo la sposa fedele. Si tratta di un "restauro" proiettato in chiave messianica sul futuro.

I generi letterari presenti nei libri dei profeti.

I - gli oracoli, ossia le parole pronunciate dal profeta che le ha ricevute direttamente da Dio. (Erano famosi anche nel mondo pagano gli oracoli, come, ad esempio, quelli di Apollo delfico e della Sibilla cumana).

Gli oracoli si suddividono in vari sottogeneri letterari:

1 - le sentenze contro un privato. ' Lettura di Amos 7,16-17.

Qui Amos polemizza con il sacerdote Amasia che lo accusa e lo scaccia dal tempio di Betel. Il profeta si difende con una sentenza di condanna pronunciata in nome di Dio contro Amasia e tutti i suoi parenti.

Questo è un esempio di sottogenere letterario che incontreremo spesso negli scritti profetici;

2 - le sentenze contro Israele.

Isaia 30,12-14 - lettura;

3 - le invettive o i guai

Abacuc 2,6b-7 e - inoltre - 9,12,15,19 - lettura;

4 - 1'azione giudiziaria, cioè un processo immaginario che Dio intenta contro il popolo o una sua parte.

Lettura di Osea 4,1-3 in cui è evidente 1'azione sociale dei profeti; i peccati non

sono soltanto contro Dio, ma anche contro 1'uomo;

5 - il dibattito (del Signore con gli accusati)

Geremia 2,23-25 - lettura

Qui 1'accusata è Gerusalemme che Dio paragona a una cammella o a un'asina nel deserto;

6 - la comparazione

Lettura di Ezechiele 4,1-4.

Abbiamo in questo caso un paragone per far capire quale sarà la sorte della città di Gerusalemme;

7.- 1'allegoria

Ezechiele 17 - lettura

Nel nostro capitolo vengono usate delle immagini, in questo caso 1'aquila, per simboleggiare altre realtà;

8 -le lamentazioni (genere molto frequente).

Amos 5,1-3 - lettura - Si tratta di uno dei tanti lamenti sulla sorte di Israele;

9 -1'istruzione profetica.

Lettura di Michea 6,6-8 in cui si parla del culto autentico;

10 -le sentenze contro i nemici di Israele

Isaia 10,5-15 - lettura;

11 - gli oracoli di salvezza

Isaia 40-55 - lettura;

12 - le esortazioni

Sofonia 2,3 - lettura;

13- le escatologie, cioè le visioni riguardanti i tempi ultimi.

Lettura di Zaccaria 14.

II - le narrazioni-(genere letterario molto diffuso):

1 le vocazioni, cioè le chiamate.

Lettura di Geremia 1,4-10.

In questi versetti leggiamo tutto quanto è stato detto nella precedente lezione sui profeti. Si tratta di un brano stupendo che dovrebbe essere attualizzato per ciascuno di noi: la nostra chiamata battesimale, la chiamata al matrimonio ecc..

E' un brano che segna gli inizi anche della mia vocazione: quando iniziavo a sentire "qualcosa" il diacono con il quale mi sono confidato mi ha fatto avere un testo nel quale veniva commentata la vocazione del profeta Geremia. Probabilmente la mia esperienza ricalcava un po' quella del profeta, soprattutto riguardo alle paure.

Dio, che ci ha pensato dall'eternità, ci donerà tutto quanto è necessario per realizzare in pienezza ciò che ci chiede;

2 -i sogni

Lettura di Zaccaria 1,7 e seguenti.

Spesso ai profeti la volontà e la parola di Dio si manifestano attraverso i sogni. Anche in una certa parte del Vangelo di Matteo i sogni hanno un'importanza notevole (ricordiamo 1'angelo apparso in sogno a Giuseppe - Mt. 1, 20-21);

3 - le visioni

Amos 7, 1-9 lettura;

4 - le audizioni

Isaia 5,9 - lettura;

5 - i racconti biografici e autobiografici

lettura dei capitoli 26, 27, 28 e 29 di Geremia;

6 - le azioni simboliche

Ezechiele 24, 15-21 - lettura

A1 profeta Ezechiele viene richiesto da Dio di tenere un comportamento assurdo in occasione della morte della moglie con lo scopo di far comprendere agli Israeliti che, nonostante sia stato loro tutto distrutto e i loro figli siano caduti di spada, essi continueranno nella condotta cattiva che li porterà alla perdizione. Lettura di Osea 1,2-9.

III - Le parole rivolte a Dio

Lettura di Geremia 20,7-18 - "Estratti diversi dalle Confessioni"

Si tratta di un brano bellissimo. Geremia è un uomo solo, è perseguitato: ha soltanto il Signore.

La vita di questo profeta ha avuto grandi slanci verso Dio e grandi momenti di sconforto; egli, però, affermava "...nel mio cuore c'era come un fuoco ardente...mi sforzavo di contenerlo ma non potevo..." (20,9);

IV un gruppo misto che comprende:

1 - le canzoni

Lettura, come esempio, di Osea 6,1-3;

2 - gli inni

Isaia 44 - lettura;

3 - le narrazioni storiche

Isaia 36-39;

4 - le letture

Lettura di Geremia 39. 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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