È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

L'INTERPRETAZIONE BIBLICA IN CONFLITTO (J. Ratzinger)

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2012 14:13
Autore
Stampa | Notifica email    
30/10/2012 14:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

2. L'origine filosofica del metodo

A questo punto sorge il problema di sapere perché i grandi principi esplicativi di Dibelius e Bultmann - la forma pura, l'opposizione tra ciò che è semitico e ciò che è greco, tra gli elementi cultuali e quelli profetici, tra l'apocalittica e l'escaologia, ecc. - potevano avere ai loro occhi un'evidenza tale, da far loro credere d'avere davanti un puro strumentario per la conoscenza della storia. Perché, a tutt'oggi, questa struttura categoriale è in larga parte ancora presupposta ed utilizzata senza discussione? Gran parte di questa struttura è, nel frattempo, divenuta una certezza scolastica che precede il singolo, e che sembra legittimarsi con l'ovvietà della sua applicazione. Ma cosa ne è dei fondatori del metodo? È certo che Dibelius e Bultmann appartenevano già ad una tradizione: abbiamo già citato la loro dipendenza nei riguardi di GunkeI e di Bousset. Ma quale idea soggiacente li guidava? Di fronte a questo problema, l'auto-critica del metodo storico cede il posto ad una autocritíca della ragione storica, senza la quale la nostra analisi resterebbe prigioniera di questioni preliminari.
In primo luogo, si può osservare che è all'interno della scuola della storia delle religioni, che il modello evoluzionista è stato trasferito all'analisi dei testi biblici. Si partiva da metodi e modelli delle scienze naturali, e si cercava di applicarli ugualmente allo studio della storia. Bultmann ha generalizzato questa idea conferendo alla cosiddetta immagine del mondo secondo le scienze naturali, una sorta di carattere dogmatico. Cosi, per esempio, la non storicità dei racconti dei miracoli non costituiva più alcun problema; la sola cosa che restava da spiegare era il modo in cui si erano formati i racconti dei miracoli. Per un verso la sua immagine del mondo delle scienze naturali restava vaga e prereflessiva; per un altro forniva la norma assoluta per discernere ciò che poteva avere avuto luogo e ciò di cui ci si doveva accontentare di spiegare la genesi. A quest'ultima categoria apparteneva tutto ciò che non si incontra abitualmente nell'odierna esperienza media (
25), Poteva essere accaduto soltanto ciò che accade sempre; per tutto il resto, occorreva inventare processi storici la cui ricostruzione costituiva il compito proprio dell'esegesi.
Ma penso che occorra scavare più a fondo, per comprendere l'opzione fondamentale e sistematica che è stata all'origine delle diverse categorie di giudizio. Il vero presupposto filosofico di tutto il sistema mi sembra si situi nella svolta filosofica compiuta da Kant, secondo la quale la voce dell'essere in sé non può essere percepita dall'uomo; questi può intenderla solo indirettamente, nei postulati della ragion pratica, che sono rimasti, per cosi dire, la fenditura stretta attraverso la quale avviene per l'uomo il contatto con ciò che gli è proprio, col suo destino eterno. Riguardo a tutto il resto, riguardo ai contenuti della attività della sua ragione, deve accontentarsi dell'ambito categoriale. Donde la riduzione a ciò che è positivo, empirico, all'ambito della scienza "esatta", ove, per definizione è escluso che possa manifestarsi ciò che è totalmente altro, colui che è il Totalmente Altro, un inizio totalmente nuovo che proviene da un altro piano. Tradotto in termini teologici, ciò significa che la rivelazione deve ritirarsi nell'ambito puramente formale dell'atteggiamento "escatologico": ciò corrisponderebbe alla scissione kantiana (
26). Per il resto, si può "spiegare" tutto: ciò che altrimenti avrebbe potuto apparire come una manifestazione diretta del divino non può che essere mito, del quale è possibile scoprire le leggi di sviluppo. È con questa convinzione di fondo che Bultmann - e con lui la maggioranza degli esegeti moderni - legge la Bibbia.
Egli è convinto che i fatti, così come sono descritti nella Bibbia, non possono essere accaduti, e trova dei metodi che dovrebbero mostrare come in realtà sarebbero accaduti. A questo livello, l'esegesi moderna comporta una "reductio historiae in philosophiam": la storia viene ricondotta alla filosofia e attraverso la filosofia.
La vera questione quindi è questa: si può leggere la Bibbia anche in un altro modo? O più esattamente: si deve essere d'accordo con la filosofia che costringe ad una tale sorta di lettura? Poiché il dibattito attorno all'esegesi moderna non è nel suo nucleo centrale un dibattito tra storici, ma un dibattito filosofico. Solo a questo livello può essere correttamente condotto; altrimenti rimane una lotta nella nebbia. In questo senso il problema esegetico si identifica totalmente con A dibattito contemporaneo sul fondamento. Tale dibattito non può essere condotto in modo approssimativo, e non può giungere a buon fine con qualche semplice indicazione. Esso esige, come è già stato sottolineato, l'impegno attento e critico di tutta una generazione. Non può, ormai, consistere in un semplice ritorno al Medio Evo e ai Padri, per contrapporli allo spirito dell'epoca moderna. Ma, in senso opposto, non si può nemmeno rinunciare alle intuizioni dei grandi credenti di tutti i tempi, e fare come se la storia del pensiero avesse preso seriamente inizio soltanto con Kant. Di una tale limitazione di orizzonti soffre, a mio parere, largamente il dibattito recente attorno al problema dell'ermeneutica biblica. L'esegesi dei Padri non può essere eliminata qualificandola come "allegorica"; e la filosofia del Medio Evo, a sua volta, non può essere liquidata semplicemente perché la si classifica come "precritica".
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:50. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com