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16/09/2012 23:13 | |
Francis Collins, 1950, genetista, cristiano Genetista di fama internazionale, ha guidato il team di ricercatori che ha decifrato il genoma umano. E’ a capo del National Institutes of Health ed è considerato tra i più influenti scienziati viventi. Raccontando la sua conversione dall’ateismo al cristianesimo grazie alla ricerca scientifica, ha detto: «Ero sbalordito dall’eleganza del codice genetico umano. Mi resi conto di aver optato per una cecità volontaria e di essere caduto vittima di arroganza, avendo evitato di prendere seriamente in considerazione che Dio potesse rappresentare una possibilità reale» (F. Collins, “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 20-22)
«Non riesco a capire come la natura avrebbe potuto crearsi da sé. Nessuno scienziato serio oserebbe affermare di avere a portata di mano una spiegazione naturalistica dell’origine della vita. Solo una forza al di fuori del tempo e dello spazio avrebbe potuto fare una cosa simile. Il Big Bang domanda a gran voce una spiegazione divina», e infatti «si accorda perfettamente con l’idea di un Dio Creatore trascendente» (F. Collins, “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 63).
Ritiene l’evoluzione umana «l’elegante piano di Dio per la creazione del genere umano», rifiutando il creazionismo e l’Intelligent Design, ha avvallato il concetto di “evoluzione teista” (un approfondimento su Wikipedia e su Disf.org): «Il Dio della Bibbia è anche il Dio del genoma. Egli può essere adorato in una cattedrale o in un laboratorio. La sua creazione è maestosa, impressionante, intricata e bella [...] Come scienziato e credente ho la possibilità di scoprire e studiare l’incredibile complessità della creazione di Dio. Ho guardato per la prima volta nella storia umana le lettere del DNA umano – che io ritengo siano il linguaggio di Dio – e ho avuto solo un assaggio minuscolo della straordinaria potenza creativa della Sua mente, così lo è ogni scoperta che compie la scienza. [...] La scienza non mi dirà perché siamo tutti qui, qual è lo scopo nella vita o che cosa succede dopo la morte. Per questo, ho bisogno della fede. Sono grato di poter attingere a più modi di conoscenza al fine di avere un pieno apprezzamento del dono meraviglioso della vita che ci è stata data. A volte qualche scienziato conclude che la fede è qualcosa che arriva per puro sentimento. E’ perché non percepisce la nozione che la fede può essere una scelta del tutto razionale, come lo è stato per me. [...] Abbiamo bisogno di tutti i tipi di modalità per conoscere la realtà e la verità. La scienza è un modo. La fede è un altro. Sono entrambi modi diversi di rispondere ai quesiti più importanti» (in “God Is Not Threatened by Our Scientific Adventures”, intervista di Laura Sheahen, Beliefnet).
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