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CITAZIONI E PENSIERI DI SCIENZIATI

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2023 21:49
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10/09/2012 12:09
 
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Citazioni di scienziati credenti, cristiani e cattolici

La concezione epistemologica dominante in alcuni ambienti, vale a dire la convinzione intorno all’infallibilità della conoscenza scientifica e la diffidenza verso altre forme di sapere o di credenza, a cominciare da quella filosofica e religiosa, ha permesso che un “abusato” luogo comune possa resistere ancora oggi: quello secondo cui lo scienziato non può che essere lontano dalla fede oppure, se credente, non può che vivere in un perenne stato di dissociazione interiore. Quest’idea, per chi conosce veramente il metodo scientifico e il contesto in cui viene utilizzato, oltre a essere metodologicamente scorretta, è anche smentita dai fatticome ha spiegato Giandomenico Boffi, ordinario di Algebra al­l’Università di Chieti-Pescara

Con questo elenco (in continuo aggiornamento) di citazioni dei cosiddetti “dissociati”, cioè importanti uomini di scienza (attuali e non) credenti, dimostriamo l’infondatezza della propaganda scientista.

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10/09/2012 12:11
 
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Laurent Lafforgue1966, matematico, cattolico
Professore all’
Institut des hautes études scientifiques, membro dell’Académie des sciences, vincitore della massima onorificenza nel campo matematico, la Medaglia Fields (2002). Ha contributo in modo determinante nel campo della teoria dei numeri e della geometria algebrica, dimostrando parte delle cosiddette congetture di Langlands.

  • «Perché la scienza si espandesse nel mondo moderno bisognava considerare importante la materia. E ciò sembra profondamente legato al cristianesimo. Questa mia è un’ipotesi; ma penso che il disprezzo della materia non sia cristiano. Una cosa che noto con i miei colleghi matematici e fisici è che io sono più materialista di loro. C’è una doppia tentazione: da una parte rifiutare la materia, cioè la tentazione idealista; all’opposto, c’è la tentazione di buttare la scienza moderna fondata sull’interpretazione matematica dell’universo. Da un certo punto di vista sarebbe tutto più semplice se il mondo fosse solo una struttura matematica, o se la matematica non avesse nulla a che vedere con il mondo fisico. La realtà è che la materia è sottomessa a leggi matematiche ma non si riduce a queste leggi. E questo è un mistero. In sé la relazione della matematica col mondo fisico resta un mistero. La matematica è una tradizione, come la Chiesa; implica una trasmissione vivente e quindi si pratica in seno a una comunità»
    (L. Lafforgue, “
    Lafforgue: io, toccato da quel mistero che unisce idee e realtà, Ilsussidiario.net, 28/10/09)

 

  • «Per la sua oscurità e la sua profondità misteriose, a causa della sua mistura di saperi che riguardano i fatti e di tensione verso la bellezza dell’intelligibile, la conoscenza ha essa stessa qualche cosa che evoca la profondità insondabile di Dio. Grazie alla sua sottomissione ai fatti, la verità conoscibile possiede un legame con Colui che discende nelle profondità dell’Essere terrestre, con il Verbo fatto carne. Grazie alla sua sottomissione ai saperi specifici, la conoscenza possiede un legame con il Verbo incarnato»
    (citato in F. Agnoli, “
    Un grande matematico parla della Verità, Il Foglio, 29/08/12)

 

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10/09/2012 22:01
 
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Enrico Medi, scienziato, diceva dei sacerdoti:

«Mi sono sempre chiesto come fate a vivere dopo aver detto Messa. Ogni giorno avete Dio fra le mani…», scrive lo scienziato Medi. Che bello! Quante volte, giunto a sera, contemplo incredulo le mie mani. Chissà che ne sarebbe stato se Gesù non le avesse fatte sue. Invece. Le mie mani, la mia voce, la mia vita capaci di costringere il Figlio di Dio a diventare Pane. Pane da mangiare. Pane da adorare. Pane nella Chiesa per ricordarci che tutti siamo figli, tutti siamo poveri, tutti siamo peccatori. Dio ci brama. Solo chi ama può capire. «Siete grandi! Siete creature immense! Le più potenti che possono esistere. Sacerdoti, vi scongiuriamo: siate santi! Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti»
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11/09/2012 08:39
 
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11/09/2012 23:01
 
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 Marco Bersanelli1960, astrofisico, cattolico
Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso l’Istituto di Fisica Cosmica del CNR e con l’Agenzia Spaziale Europea.

  • «La ricerca scientifica mette in luce la natura della realtà come “mistero”: essa esiste, vi si stabilisce un rapporto, ma ultimamente sfugge alla comprensione completa della ragione. Come se ogni nostra conoscenza o conquista rimandasse inesorabilmente a un oggetto ultimo e nascosto. La conoscenza scientifica è una manifestazione di quella inguaribile tendenza dell’uomo a domandarsi il “perché” delle cose, mai sazio di risposte parziali. La ricerca scientifica ha il suo seme e le sue radici profonde nel senso religioso e nell’esigenza umana di soddisfazione e di senso»
    (M. Bersanelli e M. Gargantini, 
    “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. XII e 7)

 

  • «Noi possiamo parlare di “origine” a diversi livelli, e bisogna stare bene attenti a non confondere l’oggetto delle nostre domande e quindi il metodo coi cui tentare delle risposte. Questo è ancora più importante quando si tratta dell’essere umano. Se uno mi chiede “qual è la tua origine?”, posso rispondere che sono nato a Milano da mio padre e mia madre; posso rispondere che la mia struttura fisica proviene da una lunga e straordinaria storia evolutiva e, prima ancora, cosmica; posso rispondere che ultimamente il mio io ha origine in un infinito, in Dio, e che nessun antecedente fisico o biologico può definire completamente il mio io. La verità della terza risposta non impedisce che possano essere vere anche le prime due. Viceversa, le prime due non negano la terza, anzi la arricchiscono».
    (M. Bersanelli, “
    Il Monte Bianco in una moneta e la tensione all’infinito, IlSussidiario.net, 17/08/12)

 
 

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14/09/2012 23:43
 
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John David Barrow, 1952, cosmologo e matematico, cristiano
Prestigioso cosmologo e fisico teorico, docente di Scienze Matematiche presso l’università di Cambridge. Vincitore nel 2008 del “Premio Faraday” assegnato dalla Royal Society.

  • «In effetti, se l’intero universo materiale può essere descritto dalla matematica, deve esistere una logica immateriale più vasta dell’universo materiale […]. Convinzioni di questo tipo sembrano implicare che Dio sia un matematico».
    (J.D. Barrow, “Perché il mondo è matematico?”, Laterza 1992, pag. 69)

 
 
 
Lucio Rossi, 1952, fisico, cattolico
Responsabile del 
“Magnets, Cryostats and Superconductors Group” al CERN di Ginevra, è ricercatore dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e docente del Dipartimento di Fisica dell’università di Milano.

  • «La scienza nasce dall’accorgersi che il mondo è razionale, che le leggi che governano il mondo e la mia ragione sono affini [...]. La scoperta del bosone di Higgs apre tantissime domande ma è chiaro che la simmetria razionale c’è. Ci vuole fegato per dire che l’universo è fatto a caso . Parlando con un famoso fisico teorico, siamo arrivati a dire che questa simmetria, se autofondata, può essere il concetto di Dio. Io gli facevo notare però che posso conoscerla, vuol dire che mi ha voluto. Riconoscere l’infinito è un atto di libertà, ed è giusto che sia così. Se i miei studi mi costringessero a riconoscerne l’esistenza, sarei avvantaggiato rispetto a mia madre, sarebbe ingiusto. C’è abbastanza luce per credere e abbastanza per non credere. E io e mia madre abbiamo le stesse chance di credere. Questa libertà però mi fa pensare che “dietro” c’è una Persona e non una macchina autoalimentata».
    (L. Rossi, “
    Il bosone sfida chi dice che tutto nasce dal caso, Meeting Rimini 2012)

 
 

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16/09/2012 23:13
 
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Francis Collins1950, genetista, cristiano
Genetista di fama internazionale, ha guidato il team di ricercatori che ha decifrato il genoma umano. E’ a capo del National Institutes of Health ed è considerato tra i più influenti scienziati viventi.

  • Raccontando la sua conversione dall’ateismo al cristianesimo grazie alla ricerca scientifica, ha detto:
    «Ero sbalordito dall’eleganza del codice genetico umano. Mi resi conto di aver optato per una cecità volontaria e di essere caduto vittima di arroganza, avendo evitato di prendere seriamente in considerazione che Dio potesse rappresentare una possibilità reale»
    (F. Collins, 
    “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 20-22)

 

  • «Non riesco a capire come la natura avrebbe potuto crearsi da sé. Nessuno scienziato serio oserebbe affermare di avere a portata di mano una spiegazione naturalistica dell’origine della vita. Solo una forza al di fuori del tempo e dello spazio avrebbe potuto fare una cosa simile. Il Big Bang domanda a gran voce una spiegazione divina», e infatti «si accorda perfettamente con l’idea di un Dio Creatore trascendente»
    (F. Collins, 
    “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 63).

 

  • Ritiene l’evoluzione umana «l’elegante piano di Dio per la creazione del genere umano», rifiutando il creazionismo e l’Intelligent Design, ha avvallato il concetto di “evoluzione teista” (un approfondimento su Wikipedia e su Disf.org): «Il Dio della Bibbia è anche il Dio del genoma. Egli può essere adorato in una cattedrale o in un laboratorio. La sua creazione è maestosa, impressionante, intricata e bella [...] Come scienziato e credente ho la possibilità di scoprire e studiare l’incredibile complessità della creazione di Dio. Ho guardato per la prima volta nella storia umana le lettere del DNA umano – che io ritengo siano il linguaggio di Dio – e ho avuto solo un assaggio minuscolo della straordinaria potenza creativa della Sua mente, così lo è ogni scoperta che compie la scienza. [...] La scienza non mi dirà perché siamo tutti qui, qual è lo scopo nella vita o che cosa succede dopo la morte. Per questo, ho bisogno della fede. Sono grato di poter attingere a più modi di conoscenza al fine di avere un pieno apprezzamento del dono meraviglioso della vita che ci è stata data. A volte qualche scienziato conclude che la fede è qualcosa che arriva per puro sentimento. E’ perché non percepisce la nozione che la fede può essere una scelta del tutto razionale, come lo è stato per me. [...] Abbiamo bisogno di tutti i tipi di modalità per conoscere la realtà e la verità. La scienza è un modo. La fede è un altro. Sono entrambi modi diversi di rispondere ai quesiti più importanti»
    (in 
    “God Is Not Threatened by Our Scientific Adventures”, intervista di Laura Sheahen, Beliefnet).

 

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21/09/2012 22:11
 
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John Lennox1949, matematico, cristiano
Docente di matematica presso l’Università di Oxford e Fellow in Matematica, Filosofia della Scienza presso il Green Templeton College of Oxford University.

  • «Dawkins combatte contro un mulino a vento, respingendo un concetto di Dio in cui comunque non crede nessun pensatore serio. Una tale attività non è necessariamente da considerare un segno di sofisticazione intellettuale»
    (J. Lennox, “
    Fede e scienza”, Armenia 2009)

 
 
 
William D. Phillips1948, fisico e Premio Nobel, cristiano.
Nobel per la fisica nel 1997 per lo sviluppo di metodi di raffreddamento degli atomi tramite laser.

  • «Molte persone sono convinte che scienza e religione siano inconciliabili. Io sono un fisico, faccio ricerca tradizionale, pubblico nelle riviste peer-reviewed, formo gli studenti e i ricercatori, cerco di imparare dalla natura come essa lavora. In altre parole, sono uno scienziato. Sono anche una persona di fede religiosa. Io frequento la Chiesa, canto nel goro gospel, alla domenica vado al catechismo e prego regolarmente, cerco di “essere giusto, misericordioso e camminare umilmento con Dio”. In altre parole, sono una comune persona di fede. Uno scienziato serio che seriamente crede in Dio [...] Come faccio a credere in Dio? Questa non è una questione scientifica. Una dichiarazioni scientifica deve essere “falsificabile” [...], mentre i contenuti a carattere religioso non lo sono necessariamente. Non c’è bisogno che ogni dichiarazione sia scientifica e queste non sono inutili o irrazionali semplicemente perché non sono scientifiche: “lei canta splendidamente”, “lui è un uomo buono”, “io ti amo”…queste sono tutte dichiarazioni non scientifiche ma di grande valore. La scienza non è l’unico modo utile per guardare la vita. Perché credo in Dio? Come fisico, guardo la natura da una particolare prospettiva: vedo un universo bello e ordinato, in cui quasi tutti i fenomeni fisici possono essere compresi con poche equazioni matematiche. Vedo un universo che se fosse stato costruito in modo leggermente diverso, non avrebbe mai dato vita a stelle e pianeti, batteri e persone. E non vi è una buona ragione scientifica che spieghi perché l’universo non avrebbe dovuto essere differente. Molti grandi scienziati hanno concluso da queste osservazione che un Dio intelligente deve aver scelto di creare l’universo con queste belle e semplici proprietà adatte alla vita. Altri buoni scienziati hanno deciso tuttavia di rimanere atei. Entrambe sono posizioni di fede. Recentemente, il filosofo e per lungo tempo ateo, Anthony Flew ha cambiato idea e ha deciso che, sulla base di precisi elementi di prova, si deve credere in Dio. Ho trovato questi elementi suggestivi e sostenitori della fede, ma non conclusivi. Io credo in Dio innanzitutto perché posso sentire la Sua presenza nella mia vita, perché vedo l’evidenza di Dio nella mia vita. Credo, più a causa della scienza che nonostante essa, ma ultimamente è esclusivamente una questione di fede»
    (
    “Does science make belief in God obsolete?”, da www.templeton.org).

 

  • «Molti scienziati sono anche persone con una fede religiosa piuttosto convenzionale. Io, un fisico, sono un esempio. Io credo in Dio sia come creatore e amico. Cioè, io credo che Dio sia personale e interagisca con noi».
    (W.D. Phillips, pubblica lettura “Ordinary Faith, Ordinary Science” durante la conferenza“Science and the Spiritual Quest II”, 20/04/2002, UNESCO, Parigi)

 

  • «Credo in Dio. In effetti, credo in un Dio personale che agisce e interagisce con la creazione. Credo che le osservazioni circa la regolarità dell’universo fisico, e l’apparentemente eccezionale messa a punto delle condizioni dell’universo per lo sviluppo della vita suggeriscano che un Creatore intelligente sia responsabile. Io credo in Dio a motivo di una fede personale, una fede che è coerente con quello che so sulla scienza».
    (W.D. Phillips, lettera a T. Dimitrov, 19/05/2002)

 

  • «Tutte le meravigliose cose di cui il professor Hawking ha parlato possono effettivamente essere descritte in un numero molto piccolo di equazioni relativamente semplici. Perché l’universo è così semplice? Perché segue leggi matematiche? Beh, si è speculato molto su questo, e una possibile risposta è che se l’universo fosse stato diverso da quello che è, noi non saremmo qui. Cioè, se le leggi dell’universo non fossero state quello che sono o se non c’erano leggi, sarebbe stato impossibile per la vita evolversi. Sarebbe stato impossibile per noi evolverci al punto di formulare questa domanda. D’altra parte, c’è un’altra risposta, che non è in realtà così lontano dalla prima, e se siete una persona con fede religiosa, come lo sono io, si potrebbe rispondere che il motivo per cui abbiamo un universo che segue delle leggi è perché Dio ha deciso di rendere l’universo in questo modo, perché Dio voleva che noi ci evolvessimo nel modo in cui abbiamo fatto. Questa è, naturalmente, una risposta filosofica e teologica e ha più a che fare con la propria fede oltre alle proprie conclusioni scientifiche, ma è una risposta che mi piace molto e che non trovo molto diversa dalla prima».
    (W.D. Phillips, pubblico incontro al Millennium Lecture Series, Casa Bianca, Washington (USA), 6/03/98, presente anche Stephen Hawking)

 

  • «Essere uno scienziato ordinario e un normale cristiano mi sembra perfettamente naturale per me. E’ anche perfettamente naturale per i molti scienziati che conosco, che sono anche persone di profonda fede religiosa».
    (citato in J. Christie, “Religion and Science: Converging Quests”, The United Church Observer 2002, Toronto, Canada)

 

  • «Ci sono probabilmente più premi Nobel che sono persone di fede di quanto generalmente si creda. La maggior parte delle persone, impegnate nella loro professione, non hanno un motivo speciale per rendere note le loro opinioni religiose, poiché questi sono argomenti molto personali»
    (W.D. Phillips, lettera a T. Dimitrov, 19/05/2002)

 

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22/09/2012 21:31
 
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Aaron Ciechanover1947, biologo e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica nel 2004 per la scoperta della degradazione delle proteine ubiquitina-dipendente.

  • Durante un’intervista nel suo laboratorio, sul cui muro spicca una fotografia sua con Papa Benedetto XVI, ha spiegato: «Questa è la mia libreria professionale, i libri che io uso quotidianamente. La scienza, la medicina e ovviamente la Bibbia di Gerusalemme, che porto con me ovunque e ne ho una copia in ogni mia biblioteca. Io la adoro perché è letteralmente scritta in un modo che trasmette lo spirito della Bibbia e la centralità di Gerusalemme nella vita ebraica»
    (da 
    Rambam Healt Care Campus).

 

  • «Non vedo le ragioni di pregare ogni giorno ma di avere rispetto per la complessità della nostra vita, che non può essere suddivisa in blocchi. Vedo la religione come l’umiltà e la modestia della complessità della natura e della creazione. Penso che la complessità della natura sia al di là di ciò che possiamo apprendere»
    (da 
    Encuentro Cientifico International).

 

  • Parlando della possibilità della scienza di spiegare Dio: «Dio sarà sempre al di sopra di noi, qualunque cosa Dio sia. [...] Così penso che in questo senso Dio – di qualsiasi Dio si tratti – dovrà pur sempre aprire le sue braccia su di noi. Noi viviamo sempre su una linea, siamo sospesi sul ponte»
    (da 
    Lo scienziato che guardò da un’altra parte, L’Osservatore Romano, 3/7/10).

 
 

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23/09/2012 23:43
 
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 Paul Davies1946, fisico e divulgatore scientifico, deista

Tra i più importanti fisici viventi, è particolarmente famoso per i suoi studi di cosmologia e di esobiologia. È titolare della cattedra di Natural Philosophy presso l’Australian Centre for Astrobiology della Macquarie University a Sydney.

  • «Ogni cosa e ogni evento dell’universo fisico richiedono, per giustificare la propria esistenza, il ricorso a qualcosa d’altro, al di fuori di essi. Bisogna quindi ricorrere a qualcosa di non-fisico e di sovrannaturale: Dio»
    (P. Davies, 
    “Dio e la nuova fisica”, Mondadori, Milano 1984, pag. 72-73)

 «La teoria del Big Bang descrive come l’universo si è originato dal nulla -proprio dal nulla, nemmeno lo spazio e tempo- in pieno accordo con le leggi della fisica. Sant’Agostino avrebbe capito perfettamente»

  • (Citato in Bersanelli e Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Rizzoli 2003)

 

  • «Come si trasformarono spontaneamente le stesse sostanze chimiche, prive di vita, nel primo essere vivente? Nessuno lo sa. Si tratta di un autentico mistero. Tradizionalmente gli scienziati materialisti supponevano che l’origine della vita fosse stato un colpo di fortuna chimico di stupefacente improbabilità. Se così fosse saremmo soli in un universo altrimenti sterile e l’esistenza della vita sulla Terra, in tutta la sua esuberante gloria, sarebbe soltanto un caso, senza significato. Secondo la mia opinione e quella di un crescente numero di scienziati, la scoperta che la vita e l’intelletto siano emersi come parte dell’esecuzioe naturale delle leggi dell’universo sarà una forte prova della presenza di uno scopo più profondo nell’esistenza fisica. Invocare un miracolo per spiegare la vita è esattamente quello di cui non c’è bisogno per avere la prova di uno scopo divino nell’universo»
    (Davies, Conferenza pronunciata a Filadelfia su invito della John Templeton Foundation e diffusa da Meta List on 
    “Science and Religion”)

 

  • «Può sembrare bizzarro, ma a mio parere la scienza offre un percorso più sicuro a Dio che la religione…la scienza è avanzata al punto tale che può seriamente affrontare questioni che originariamente erano religiose».
    (P. Davies, “God and the New Physics”, Penguin 1983, pag. XI)

 

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29/09/2012 21:27
 
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  •    George Fitzgerald Smoot III1945, astrofisico, cosmologo e premio Nobel, cristiano.
    È professore di fisica presso l’University of California, Berkeley, ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2006 per la scoperta delle anisotropie del corpo nero presenti nella radiazione cosmica di fondo.

  • Dopo che scienziati americani hanno annunciato la scoperta di diagrammi di radiazione nello spazio che potrebbero segnare l’inizio del tempo stesso, Smoot ha dichiarato: «se sei religioso, è come guardare Dio. L’ordine è così bello e la simmetria è così bella, che pensi che ci sia un disegno dietro. Dio potrebbe essere il progettista».
    (G. Smoot, “Show Me God” Day Star Pub 1997).

 
 
 

Henry “Fritz” Schaefer III ,1944, chimico teorico e computazionale, cristiano.
E’ autore di un gran numero di pubblicazioni scientifiche ed è stato il sesto chimico più citato tra il 1981 e 1997. E’ docente e direttore del Centro per la Chimica Computazionale presso la University of Georgia. Membro dell’International Academy of Quantum Molecular Science, della American Academy of Arts and Sciences e per lungo tempo è stato il presidente della WATOC (World Association of Theoretical and Computational Chemists).

  • «Un Creatore deve esistere. Le increspature del “Big Bang” e le successive scoperte scientifiche stanno chiaramente indicando una creazione ex nihilo coerente con i primi versetti del libro della Genesi»
    (citato in P. Copan, S.B. Luley & S.W. Wallace, “Philosophy: Christian Perspectives for the New Millennium”, CLM & RZIM 2003)

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04/10/2012 22:34
 
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  •  

Christopher Isham1944, fisico teorico, cristiano
Docente presso l’Imperial College di Londra, si interessa di gravità quantistica ed è stato l’inventore di un approccio alla logica temporale quantistica chiamato “formalismo HPO”. Il fisico Paul Davies lo ha definito “il più grande esperto di gravità quantistica della Gran Bretagna”.

  • «Forse il miglior argomento a favore della tesi che il Big Bang sostiene il teismo è l’evidente disagio con cui questa teoria viene salutata da alcuni fisici atei. A volte questo ha portato a sostenere certe idee scientifiche, con una tenacia tale che supera il loro valore intrinseco, tanto che si può solo sospettare che vi sia una forza psicologica che vada ben più in profondità del solito desiderio accademico di un teorico di sostenere la sua teoria».
    (C.J. Isham, “Creation of the Universe as a Quantum Process”, University of Notre Dame 1997, p. 375-408)

 
 
 
 

Antonio Ambrosetti1944, matematico, cattolico
Docente di Analisi matematica presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, ha insegnato alla Normale di Pisa, alla Università di Bologna, alla Rutgers University e al Politecnico Federale di Zurigo ETH. E’ socio dell’ Accademia Nazionale dei Lincei e ha vinto il Premio Caccioppoli per la Matematica.

  • Nel 2009 ha scritto il libro: «La Matematica e l’esistenza di Dio» (Lindau 2009) con l’intenzione di dimostrare che «possano convivere il rigore del pensiero matematico e la profonda fede in Dio». Scienza e religione «coesistono in tanti scienziati e le due cose non sono solo conciliabili, ma addirittura feconde [...] Vorrei anche far capire come, lungi dall’esserci incompatibilità tra scienza e fede, la prima (e, in particolare, la matematica) possa fornire delle suggestioni, delle intuizioni che aiutano il credente a rinsaldare la propria fede [...] Vivo in concreto la mia fede assieme al mio ruolo di matematico, favorito in questo dalla presenza di Dio, che sento viva in me e che non mi ha mai abbandonato»
    (A. Ambrosetti, 
    La matematica e l’esistenza di Dio, Lindau 2009, pag. 10-12, 77).

 

  • «La matematica mi fa intuire la presenza di Dio. Parliamo dell’infinito, l’argomento risale a Pascal. In matematica, ogni numero reale è superato da “infinito”. In questo io scorgo Dio, che è sempre al di sopra di noi. Dio che conosce tutti i teoremi ma non ce li svela, aspettando che noi lentamente progrediamo nella ricerca. Dio non vuole dei robot, ma degli uomini che con umiltà, coscienti dei propri limiti, vanno avanti e Lo cercano sapendo che non potranno mai capirne completamente il mistero. Alla fine, solo la nostra coscienza può dire sì a Dio, con scelte fatte liberamente con la mente e soprattutto con il cuore. Diceva Ennio De Giorgi: “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. La matematica ci avvicina al mistero, ma nel mistero non riesce a penetrare”»
    (da 
    “Perché alla matematica sfugge il divino”, Avvenire 11/12/08). 

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05/10/2012 21:11
 
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  •  

Richard Errett Smalley1943, chimico e premio Nobel, cristiano
Professore di chimica all’Università Rice, è stato premiato con il Premio Nobel per la chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene. Scettico verso la religione per la maggior parte della sua vita, è diventato cristiano poco prima della sua morte.

  • «Recentemente sono tornato in chiesa regolarmente con una nuova attenzione per capire meglio ciò che rende il cristianesimo così vitale e potente nella vita di miliardi di persone, anche se quasi 2000 anni sono passati dalla morte e risurrezione di Cristo. Anche se ho il sospetto di non poterlo mai comprendere appieno, ora so che la risposta è molto semplice: è vero. Dio ha creato l’universo circa 13,7 miliardi di anni fa, e necessariamente si è coinvolto con la sua creazione da allora. Lo scopo di questo universo è qualcosa che solo Dio sa per certo, ma è sempre più chiaro alla scienza moderna che l’universo fosse squisitamente messo a punto per consentire la vita umana».
    (R.E. Smalley, “
    Lettera al Hope College 2005 Alumni Banquet, maggio 2005)

 
 
Gerald Schroeder1941, fisico, cristiano

Docente universitario, ha lavorato al dipartimento di fisica nucleare del Massachusetts Institute of Technology, al Weizmann Institute of Science e al Volcani Research Institute. E’ stato membro dell’United States Atomic Energy Commission.

  • «Da scienziato educato presso il Massachusetts Institute of Technology ero convinto di avere tutte le informazioni per escludere Dio dal grande schema della vita. Ma ad ogni passo in avanti nel dispiegarsi misterioso del cosmo nacque un sottile e pervasivo pensiero che ci dovesse necessariamente essere una coerente unità dietro agli aspetti contingenti dell’esistenza»
    (G. Schroeder, 
    “The Science of God”, Broadway Books 1998, pag. 25)

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11/10/2012 00:39
 
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Frank Tipler1947, fisico, cristiano
Docente di fisica matematica alla Tulane University di New Orleans, noto e discusso divulgatore scientifico.

  • «Io credo che si debbano accettare le implicazioni della legge fisica, quali che esse siano. Se comportano l’esistenza di Dio, allora Dio esiste [...] Dal punto di vista della fisica teorica più recente, il cristianesimo non è soltanto una religione, ma una scienza sperimentalmente verificabile»
    (F.J. Tipler, “
    La fisica del cristianesimo”, Mondadori 2008, pagg. 4 e 6)

 

  • «Quando ho iniziato la mia carriera di cosmologo, una ventina di anni fa, ero un ateo convinto. Nemmeno nei miei sogni più selvaggi avrei mai immaginato che un giorno avrei scritto un libro che pretende di dimostrare che le affermazioni centrali della teologia giudaico-cristiana sono di fatto vere, che queste affermazioni sono semplici deduzioni delle leggi della fisica, come noi ora le capiamo. Sono stato costretto a queste conclusioni dalla logica inesorabile della fisica».
    (F.J. Tipler, “The Physics of Immortality”, Anchor Books 1994, pag. IX)

  

Joseph Hooton Taylor Jr.1941, fisico e premio Nobel, cristiano
Già direttore della Five College Radio Astronomical Observatory (FCRAO), scoprì la pulsar binaria PSR 1913+16 per la quale vinse il Nobel per la fisica nel 1993. Dal 1980 fu docente di fisica presso l’università di Princeton.

  • «Una scoperta scientifica è anche una scoperta religiosa. Non c’è conflitto tra scienza e religione. La nostra conoscenza di Dio è un fatto più grande rispetto ad ogni scoperta che facciamo del mondo»
    (citato in J. Brown, “Nobel Laureates in Science: JoeTaylor’s Searching”, ottobre 1993)

 

  • «Io e mia moglie trascorriamo il tempo con il nostro gruppo cristiano, è un modo per noi di approfondire le nostre opinioni filosofiche sulla vita, sul perché siamo sulla Terra, e cosa possiamo fare per gli altri. I Quaccheri sono un gruppo di cristiani che credono che non ci possa essere comunicazione diretta tra un individuo e lo Spirito, che possiamo chiamare Dio. Noi crediamo che ci sia qualcosa di Dio in ogni persona e quindi la vita umana è sacrosanta».
    (citato in I. Hargittai, “
    Candid Science IV: Conversations with Famous Physicists, Imperial College Press 2004, pag. 665-666)

 

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20/10/2012 22:36
 
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  •  

George Francis Rayner Ellis

1939, cosmologo, matematico e filosofo, cristiano

Docente di Sistemi Complessi presso l’University of Cape Town in Sudafrica, è considerato uno dei principali teorici del mondo in cosmologia. Membro della Royal Society britannica e collaboratore di Stephen Hawking.

  • «Esiste uno stereotipo dello scienziato non credente. Esiste un gruppo molto chiassoso di scienziati antireligiosi. Ma sono una minoranza relativa. Onestamente, un gran numero di scienziati semplicemente non sono interessati [...] C’è la cosmologia con la “c” minuscola, che è la cosmologia fisica -come la formazione delle galassie, l’espansione dell’universo ecc-. E poi c’è la Cosmologia con la grande “C”, che affronta le implicazioni per l’umanità. Questi colleghi sono semplicemente molto più interessati alla prima cosmologia piuttosto che alla seconda». Parlando di etica e della situazione politica in Sud Africa, ha risposto: «Occorre essere disposti a sacrificarsi, a non rispondere alle provocazioni. Ciò richiede coraggio incredibile, devozione e dedizione. La vita di Cristo, sicuramente, è ultimamente il modello di esempio». Affronta poi la tematica dei limiti scientifici, dell’etica nella scienza e della pace, in cui lui è molto impegnato: «Io amo la scienza. Amo il modo in cui funziona, ma essa ha dei limiti. Penso sia veramente importante da capire che la scienza non dice nulla circa l’etica, l’estetica, il significato o la metafisica. Alcuni penseranno subito che io stia parlando del «dio delle lacune», ma non è il dio delle lacune, è il Dio dei confini. E la scienza non potrà mai entrare in queste aree. Da dove viene l’etica? Lasciatemi dire che non vi è alcuna prova scientifica per la risposta che darò, come ogni altra cosa che ha a che fare con la religione, è una dichiarazione di fede. Non posso provarvi che è giusta, ma posso darvi argomenti che sono giusti. A un certo livello, la risposta viene dalla natura di Dio. Questo è evidente in tutte le maggiori tradizioni religiose, è quello che Sir John Templeton chiamava “agape”, amore incondizionato. Questa è la natura di Dio, questo modo di essere [...] E’ cominciando a comprendere questo e guardando alla vita di Cristo, che si capisce che il mondo può cambiare. Non vi è nessuna prova. E’ qualcosa che si riconosce o non si riconosce [..] Il paradosso cristiano è che la vera natura del potere è nella debolezza e nella sofferenza». Concludendo l’intervista afferma: «I miei colleghi stanno producendo teorie su ciò che chiamano la “creazione dell’universo dal nulla”. Ma quando si approfondisce si scopre che assumono un enorme ingranaggio formato dalla teoria quantistica dei campi, particelle e interazioni e non il nulla. Queste dovranno pur venire da qualche parte. E alla fine, ci imbattiamo in un vuoto metafisico e sia che tu lo persegua scientificamente o religiosamente, bisogna semplicemente arrestarsi e dire: “io non conosco la risposta, ed è proprio meraviglioso il modo in cui le cose sono fatte”»
    (da 
    www.beingpubblicradio.org)

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22/10/2012 19:23
 
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Peter Andreas Grünberg1939, fisico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la Fisica 2007 per la scoperta della magnetoresistenza gigante. Ha anche vinto il Premio Wolf, il Premio del Giappone 2007 e nel 2006 è stato nominato Inventore europeo dell’anno.

  • «Sono cresciuto come cattolico conservatore. Io ora vedo le religioni più o meno nello spirito del drammaturgo tedesco Lessing». Le religioni gli appaiono equivalenti, quello che conta «è come le religioni sono praticate, per esempio, con tolleranza». Conclude poi: «Io credo anche che esista più di quanto noi possiamo vedere, sentire ecc.. o rilevare con gli strumenti. Ma questa è una sensazione corroborata da molti dettagli della mia esperienza personale e quindi è impossibile da condividere e comunicare»
    (da 
    NobelPrize/Autobiography).

 

  • «Credo in Dio? Si, naturalmente. Sono cresciuto come cattolico conservatore e credo di aver ricevuto molto da questo. Ciascuna delle tre principali religioni del mondo può essere giusta o sbagliata. E’ una ricerca senza fine». Alla domanda se crede nell’immortalità, ha risposto: «Sì. Un cielo e una vita dopo la morte però non riesco ad immaginarle. Il Paradiso e l’Inferno sono per me, anche se io sono un cattolico, aspettative un pò ingenue. L’immagine dell’aldilà non è disponibile»
    (da 
    Cicero 2007)

 
 
 
  

Nathan Aviezer1938, fisico, ebreo
Ricercatore della Royal Society ed ex presidente del Dipartimento di Fisica della Università Bar-Ilan. Membro d’onore della American Physical Society.

  • «Le prove scientifiche scoperte negli ultimi anni forniscono una spiegazione del testo biblico che è del tutto coerente con le attuali conoscenze scientifiche». E ancora:«Nelle parole di alcuni delle più importanti cosmologi, la creazione dell’universo è avvenuta al di fuori del campo di applicazione delle leggi note attualmente dalla fisica” e rimane inspiegabile. Il Libro della Genesi dà una spiegazione: “In principio Dio creò…” [...]. La cosmologia ha stabilito che l’improvvisa e inspiegabile apparizione della palla di fuoco primordiale è la creazione dell’universo. Il passo biblico “Sia la luce” può quindi essere inteso nel senso della creazione della palla di fuoco primordiale – il big bang – che segnala la creazione dell’universo [...]. La teoria del big bang spiega che l’universo originariamente era costituito da una miscela di plasma. Appariva scuro a causa del plasma. Ma l’improvvisa trasformazione del plasma in atomi, poco dopo la creazione, ha causato la radiazione elettromagnetica (“luce”) della palla di fuoco primordiale. Questa separazione è chiamata disaccoppiamento nella terminologia scientifica. Il passo biblico “E Dio separò la luce dalle tenebre” può essere riferito alla dissociazione della luce [...]. Il ruolo del caos nello sviluppo del primo universo è diventato un argomento importante in cosmologia. Questo è rilevante per la nostra discussione: il libro della Genesi afferma che l’universo è cominciato in uno stato di caos [...]. Centinaia di anni di intenso sforzo scientifico da parte di alcune delle migliori menti che siano mai vissute ha finalmente prodotto un quadro delle origini dell’universo che concorda con le semplici parole che compaiono nell’apertura del Libro della Genesi»
    (da 
    WordGems).

 

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30/10/2012 13:55
 
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Ghillean Tolmie Prance1937, botanico, cristiano
Ha fondato il New York Botanical Garden’s Institute for Economic Botany ed è stato direttore del Royal Botanic Gardens.

  • «Sono diventato cristiano nel primo anno di Università a Oxford. E’ stato mio padre ad incoraggiarmi nello sviluppare il dono che Dio mi ha dato per la botanica. La sfida interessante è stato conciliare la fede con la scienza, e questo divenne più facile quando la mia carriera si è sviluppata. Lavorando nel campo della biologia evoluzionistica ho capito che non c’è alcun conflitto reale qui, i miei studi scientifici hanno confermato la complessità e la perfezione della creazione divina [...]. La mia fede mi ha aiutato in diversi modi. La mia vita in generale e la mia scienza sono state aiutate molto. Inoltre mentre la mia carriera in campo biologico progrediva, mi sono molto preoccupato per le questioni ambientali. E’ una preoccupazione professionale ma è anche molto vicina alla mia fede: curare la creazione di Dio è molto importante»
    (da 
    www.cis.org)

 

  • «Da molti anni credo che Dio sia il grande architetto alla base dell’intera natura. Tutti i miei studi scientifici da allora hanno consolidato la mia fede. Io considero la Bibbia la mia fonte più autorevole»
    (citato in J. Ratzinger, “
    Fede e scienza”, Lindau 2010)

 

Gerhard Ertl1936, fisico e premio Nobel, cristiano
Nobel per la chimica 2007 e Docente al Department of Physical Chemistry di Berlino, ex direttore del Fritz Haber Institute dell’Istituto Max Planck e membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze.

  • Alla domanda se crede in Dio, ha risposto: «Si, di sicuro! Ad ogni passo della mia ricerca sono stato sempre più sorpreso: una minima probabilità ha portato alla creazione della vita. E’ forse la più grande coincidenza concepibile il fatto che tutti i componenti abbiano collaborato assieme in modo che il nostro cosmo abbia potuto presentarsi come lo conosciamo. La probabilità che Dio non esiste, non è minore della probabilità che il cosmo intero sia stato creato dalle nostre spiegazioni scientifiche. La vita è un miracolo enorme, ci avviciniamo alle spiegazioni scientifiche, ma una questione rimane comunque sempre: perché tutto questo? Ecco io credo in Dio! [...] La storia della creazione è molto importante per me, ma è chiaramente da intendersi come una parabola! Mi capita spesso di leggere la Bibbia e vedere che la parabola sempre mi rimette in strada. Non riesco ancora a capirlo». Alla domanda su che cosa porterebbe in un isola deserta, il Nobel risponde: «Sull’isola vorrei portare in ogni caso, la Bibbia. Qui trovo tutto: le parabole la creazione, l’edificazione, e non ultimo, la tensione [...]. Io sono cristiano e voglio tentare di vivere come un cristiano. Non solo frequentando diligentemente la chiesa, ma anche nella vita quotidiana». Tiene comunque a precisare che «Le idee creazioniste, naturalmente, sono pura follia per me»(da Cicero 2007)

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04/11/2012 18:58
 
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Nicola Cabibbo1935, fisico, cattolico
Noto per l’introduzione nella fisica delle particelle dell’angolo di Cabibbo, già presidente dell’INFN e dell’ENEA, è stato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei e uno dei soli 4 scienziati italiani recenti ad essere membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.

  • «Oggi tra gli scienziati cattolici è chiarissimo che si può benissimo credere nell’evoluzionismo e nella Creazione (non nel creazionismo). Dire il contrario è come sostenere che la Terra è piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia»
    (da 
    Darwin, bersaglio della Destra, Il Messaggero 18/1/03)

 

  • «La teoria dell’evoluzione può essere fastidiosa per i cristiani perché sembra entrare in conflitto con l’idea della creazione divina. Questa paura è, tuttavia, infondata. Ciò che entra in contrasto con la creazione divina è la possibile estensione della teoria dell’evoluzione in una direzione materialistica, il cosiddetto evoluzionismo. Ciò che l’evoluzionismo sembra dire, e sto pensando ad autori come Dawkins, è che non c’è necessità di Dio. Ma questa estensione della teoria di Darwin non è parte di ciò che è stato scoperto dalla scienza»
    (da 
    NCA.com 21/7/05)

 
 

 

Francisco J. Ayala1934, biologo e filosofo, cattolico
Evoluzionista e darwinista, insegna all’University of California, già presidente del “
Board of the American Association for the Advancement of Science”, vincitore della National Medal of Science, membro delle principali associazioni scientifiche.

  • «Per certi aspetti biologici siamo molto simili alle scimmie, per altri aspettibiologici siamo molto diversi, e in queste differenze sta la base valida per uno sguardo religioso sull’uomo come creatura speciale di Dio, e per una coscienza di che cosa ci renda squisitamente umani».
    (F. Ayala, “L’evoluzione”, Jaca Book 2009, pag. 123)

 

  • «La conoscenza biologica non elimina considerazioni filosoiche o credenze religiose. Anzi, la conoscenza scientifica può fornire ottime basi per ulteriori affondi sia filosofici sia religiosi».
    (F. Ayala, “L’evoluzione”, Jaca Book 2009, pag. 127)

 

  • «Studiosi e teologi sono stati messi in difficoltà dall’imperfezione, dalla disfunzione e dalla crudeltà del mondo dei viventi, cose difficili da spiegare se prodotti della mente di Dio. […]. L’evoluzione venne in soccorso: dapprima sembrava aver rimosso il bisogno di Dio nel mondo, in realtà ha rimosso in modo convincente la necessità di spiegare le imperfezioni della natura come fallimenti del disegno divino».
    (F. Ayala, “L’evoluzione”, Jaca Book 2009, pag. 191)

 

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05/11/2012 14:01
 
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 Arno Allan Penzias, 1933, fisico e premio Nobel, ebreo

Nel 1978 ha vinto il Premio Nobel per la Fisica grazie alla scoperta della radiazione cosmica di fondo. Fellow della American Academy of Arts and Sciences e medaglia Henry Draper della National Academy of Sciences.

  • «Vi invito ad esaminare l’istantanea fornita da un valore di mezzo secolo di dati astrofisici e vedere come i pezzi dell’universo appaiono in realtà. Al fine di garantire una coerenza con le nostre osservazioni dobbiamo assumere non solo la creazione di materia ed energia dal nulla, ma pure la creazione dello spazio e del tempo. I migliori dati che abbiamo sono esattamente quello che avrei potuto prevedere se avessi avuto davanti i cinque libri di Mosè, i Salmi e la Bibbia nel suo complesso»
    (Intervista al “New York Times”, 12/03/1978)

 

  • «Se ci sono un sacco di alberi da frutto, si può dire che chi ha creato questi alberi da frutto voleva delle mele. In altre parole, guardando l’ordine nel mondo, possiamo dedurre lo scopo e dal fine cominciamo ad avere una certa conoscenza del Creatore, il pianificatore di tutto questo. Guardo Dio attraverso le opere delle mani di Dio e da quelle opere deduco le sue intenzioni. Da queste intenzioni, ho ricevuto un’impressione dell’Onnipotente»
    (citato in J.O. Haberman, “The God I Believe in”, The Free Press 1994, pag. 184)

 

  • «L’astronomia ci porta ad un evento unico, un universo che è stato creato dal nulla, con un delicato equilibrio necessario per fornire esattamente le condizioni necessarie per consentire la vita. In assenza di un incidente assurdamente improbabile, le osservazioni della scienza moderna sembrano suggerire un sottostante, si potrebbe dire, piano soprannaturale»
    (citato in H. Margenau, R. Varghese, “Cosmos, Bios, e Theos”, La Salle 1992, pag. 83)

 

  • «Forse Dio rivela sempre se stesso? Anche in questo caso credo al Salmo 19, “i cieli proclamano la gloria di Dio”, cioè Dio si rivela in tutto quello che c’è. Tutta la realtà, in misura maggiore o minore, rivela lo scopo di Dio. C’è un qualche collegamento con la finalità e l’ordine del mondo in tutti gli aspetti dell’esperienza umana [...]. Per me è la parola di Mosè è la parola di Dio per mezzo di Mosè [...], il Sinai era importante per l’ebraismo e per il futuro del mondo, era un luogo dove Dio ha scelto gli ebrei, ma anche gli ebrei hanno scelto Dio. E’ stato un momento storico in cui è stata effettuata una connessione spirituale [...]. Sì. Credo che il mondo abbia uno scopo, si spera un buon fine. Quindi penso che un Messia sia necessario per contribuire il mondo a raggiungerlo intenzionalmente».
    (citato in J.O. Haberman, “The God I Believe in”, Maxwell Macmillan International 1994, pag. 188-190)

 

  • «La Bibbia parla della creazione intenzionale. Quello che abbiamo, tuttavia, è una quantità impressionante di ordine, e quando vediamo l’ordine nella nostra esperienza si riflette normalmente uno scopo [...]. Se leggiamo la Bibbia nel suo insieme, ci aspetteremmo l’ordine nel mondo. Lo scopo implicherebbe l’ordine, e ciò che effettivamente troviamo è l’ordine [...]. Questo mondo è più coerente con la creazione intenzionale».
    (citato in D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 163-165)

 

  • «Se Dio ha creato l’universo, lo ha fatto con eleganza. L’assenza di qualsiasi impronta di intervento al momento della creazione è ciò che ci si aspetterebbe da un Creatore davvero onnipotente. Non ha bisogno di fregare nessuno, come fosse il mago di Oz, per mantenere l’universo in corso. Invece, quello che abbiamo è mezza pagina di matematica che descrive tutto. In un certo senso, il potere della creazione risiede nella la sua semplicità di fondo».
    (citato in G. Slack, “When Science and Religion Collide or Why Einstein Wasn’t an Atheist: Scientists Talk about Why They Believe in God”, in Mother Jones magazine, november/december 1997)

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05/11/2012 18:54
 
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Sono molti i pensatori che hanno attribuito al cieco meccanismo evolutivo molti più miracoli di quanti non ne abbiano attribuiti a Dio tutti i teologi del mondo.

Isaac Bashevis Singer (1904-1991 scrittore e premio nobel)


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05/11/2012 18:59
 
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John Houghton1931, climatologo, cristiano
Tra i massimi esperti mondiali del cambiamento climatico, è stato professore di fisica dell’atmosfera presso l’Università di Oxford, amministratore delegato presso il Met Office e fondatore del Hadley Center. E’ l’attuale presidente del Victoria Institute.

  • «La nostra scienza è la scienza di Dio. Sua è la responsabilità dell’intera narrazione scientifica. Lo straordinario ordine, la coerenza, l’affidabilità e l’affascinante complessità che si riscontrano nella descrizione scientifica dell’universo sono riflessi dell’ordine, della coerenza, dell’affidabilità e della complessità dell’opera di Dio»
    (citato in J. Ratzinger, “
    Fede e scienza”, Lindau 2010, pag. pag. 21)

 
 
 
  

Giovanni Prodi1925, matematico, cattolico
Tra i più grandi matematici italiani del Novecento è noto anche per le sue molteplici attività riguardanti l’insegnamento della matematica. Grande testimone della compatibilità tra scienza e fede.

  • «Non posso pensare che la scienza crei il minimo disturbo alla fede, e nemmeno che la scienza faccia da propagandista per la fede. Il mio punto di vista è un altro: ammettiamo che ci sia già la fede, o almeno quello stato di ricerca della fede che è forse più diffuso di quanto possa apparire. Allora, se è vero, come dice il salmo 18 che “i cieli narrano la gloria di Dio”, è anche vero che la scienza di oggi apre altri cieli alla nostra meditazione. È’ forse venuto il momento in cui il credente possa trovare nella meditazione sapienziale sulla scienza un modo di lodare Dio e di aumentare il desiderio di possederlo»
    (G. Prodi, 
    Intervento su “Scienza e Fede”, 1981) 

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10/11/2012 13:34
 
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Owen Gingerich1930, astronomo, cristiano

Docente di Astronomia e Storia della Scienza presso l’Università di Harvard e astronomo emerito presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. Oltre alla ricerca e all’insegnamento, ha scritto molti libri sulla storia dell’astronomia . Gingerich è anche membro della American Academy of Arts and Sciences, della American Philosophical Society, e della International Academy of the History of Science.

  • «Come astronomo, sono sempre stato incuriosito da alcuni dettagli sorprendenti del mondo fisico, per non parlare della complessità del dominio biologico. Per me, guardando l’universo attraverso gli occhi della fede, questi dati hanno sempre testimoniato un’impressionanti evidenza di progettazione e uno scopo [...]. L’universo è più facile da comprendere se si supporre che ha uno scopo e una progettazione [...]. Per me, è logico supporre che la superintelligenza, si sia rivelata attraverso i profeti di tutte le età, e supremamente nella vita di Gesù Cristo [...]. Così come credo che il Libro della Scrittura illumina il cammino verso Dio, credo che il Libro della Natura, con i suoi sorprendenti dettagli, suggerisca uno scopo divino e un design. E penso che la mia fede non mi faccia essere uno scienziato minore»
    (O. Gingerich, “
    Is There a Role for Natural Theology Today?)

 
 
  

Neil Armstrong1930, astronauta e aviatore, cristiano
E’ stato il primo uomo a posare piede sulla Luna nel 1969.

 
 
  

Abdus Salam1926, fisico e premio Nobel, musulmano.
Premio Nobel per la Fisica nel 1979, professore di fisica teorica all’Imperial College of Science and Technology di Londra, fondò a Trieste 
l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP).

  • «Ogni essere umano ha bisogno della religione, come Jung ha così fermamente sostenuto, questo profondo sentimento religioso è uno dei principali bisogni del genere umano».
    (A. Salam, in un’intervista a R. Walgate per “New Scientist”, 26/08/1976)

  

  • «Einstein è nato in una fede abramitica, dal suo punto di vista era profondamente religioso. Ora, questo senso di meraviglia conduce molti scienziati all’Essere superiore -”der Alte” (“il Vecchio”), come Einstein affettuosamente chiamava la Divinità – un’intelligenza superiore, il Signore di tutta la creazione e della legge naturale».
    (citato in C.H. Lai & A. Kidwai, “Ideals and Realities: Selected Essays of Abdus Salam”, World Scientific Publishing Co. Ltd. 1989, pag. 285)

 

  • «Il Sacro Corano ci impone di riflettere sulle verità delle leggi create da Allah nella natura, tuttavia, la nostra generazione ha avuto il privilegio di intravedere una parte del suo disegno, è una grazia per la quale io rendo grazie con cuore umile».
    (da “
    Nobelprize.org“) 

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13/11/2012 12:52
 
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Robert Jastrow 1925, astronomo, fisico e cosmologo, agnostico/deista.
E’ stato il primo presidente del “
NASA’s Lunar Exploration Committee”, che ha stabilito gli obiettivi scientifici per l’esplorazione della Luna durante l’atterraggio di Apollo. Fondatore e direttore del “NASA’s Goddard Institute for Space Studies” e docente di Geofisica alla Columbia University.

  • «In questo momento sembra che la scienza non sarà mai in grado di alzare il sipario sul mistero della creazione. Per lo scienziato che ha vissuto la sua fede nel potere della ragione, la storia finisce come un brutto sogno. Ha scalato le montagne dell’ignoranza, sta per conquistare la vetta più alta e viene accolto da un gruppo di teologi che sono stati seduti lì per secoli».
    (R. Jastrow, “God and the Astronomers”, Readers Library 2000, pag. 107)

  

  • «Gli astronomi hanno dimostrato, con i loro metodi, che il mondo ha cominciato bruscamente con un atto di creazione in cui è possibile rintracciare i semi di ogni stella, di ogni pianeta, di ogni essere vivente in questo cosmo e sulla terra. E hanno scoperto che tutto questo è accaduto come un prodotto di forze che non si può sperare di scoprire. Che ci siano quelle che io, o chiunque altro, chiamerei le forze soprannaturali al lavoro, è ora, credo, un fatto scientificamente provato».
    (R. Jastrow, “God and the Astronomers”, 1982, pag. 18)

  

  • «Qual è l’ultima soluzione per l’origine dell’Universo? Le risposte fornite dagli astronomi sono sconcertanti e sorprendenti. La più notevole di tutte è il fatto che nella scienza, come nella Bibbia, il mondo inizia con un atto di creazione».
    (R. Jastrow, “Until the Sun Dies”, Readers Library 1977)

 
 
   

Antony Hewish , 1924, astronomo e premio Nobel, cristiano
Vincitore del Premio Nobel nel 1974 per il suo contributo allo sviluppo della radioastronomia e per il suo ruolo nella scoperta delle pulsar.

  • «La presenza spettrale di particelle virtuali sfida il razionale e non intuitivo buon senso per chi non conosce la fisica. La fede religiosa in Dio, e la fede cristiana che Dio si è fatto uomo circa due mila anni fa, può sembrare strano verso il pensare comune. Ma quando le cose fisiche più elementari si comportano in questo modo, dobbiamo essere preparati ad accettare che gli aspetti più profondi della nostra esistenza vadano oltre le nostre intuizioni del senso comune».
    (citato in J. Polkinghorne & N. Beale, “Questions of Truth: Fifty-one Responses to Questions about God, Science, and Belief”, Westminster John Knox 2009)

 

  • «Io credo in Dio. Non ha senso per me pensare che l’universo e la nostra esistenza sia solo un incidente cosmico, che la vita sia emersa a causa di processi fisici casuali in un ambiente che semplicemente è capitato di avere le caratteristiche giuste. Come cristiano comincio a comprendere cos’è la vita attraverso la fede in un Creatore, la cui natura è stata rivelata da un uomo nato circa 2000 anni fa [...]. Credo che sia la scienza che la religione siano necessarie per comprendere il nostro rapporto con l’Universo. In linea di principio, la scienza ci dice come tutto funziona, anche se ci sono molti problemi irrisolti e credo che ci saranno sempre. Ma la scienza
    solleva questioni che non è mai in grado di rispondere. Perché il Big bang ha condotto a esseri coscienti
    che mettono in discussione lo scopo della vita e l’esistenza dell’Universo? Questo è l’ambito in cui la religione è
    necessaria»
    .
    (A. Hewish, lettera a T. Dimitrov, 27/05/2002)

 °«Dio sembra certamente essere un Creatore razionale. Che l’intero mondo terrestre sia costituito da elettroni, protoni e neutroni e che un vuoto viene riempito da particelle virtuali, richiede una razionalità incredibile [...]. La religione ha un ruolo importante nel sottolineare che vi è di più nella vita del materialismo egoista».

  • (A. Hewish, lettera a T. Dimitrov, 14/06/2002)

 «Dio è un concetto a cui ho bisogno di aderire con la mia totale esperienza. Il cristianesimo si avvicina all’espressione formale di questo per me. C’è qualcosa di diverso dalle sole leggi scientifiche, la scienza non ha intenzione di rispondere a tutte le domande che ci poniamo»

  • (citato in I. Hargittai, “Candid Science IV: Conversations with Famous Physicists”, Imperial College Press 2004, pag. 637)

 

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18/11/2012 22:52
 
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  •    

Arthur Schawlow, 1921, fisico e premio Nobel, cristiano
Nobel per la fisica nel 1981 per il contributo allo sviluppo della spettroscopia laser, è anche promotore del metodo della comunicazione facilitata con i pazienti di autismo.

  • «Mi sembra che di fronte alle meraviglie della vita e dell’universo, ci si debba chiedere “perché” e non solo “come”. Le uniche risposte possibili sono religiose [...]. Per me questo significa che il cristianesimo protestante, alla quale sono stato introdotto da bambino, ha resistito alle prove di una vita».
    (citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992)

 

  • «Sento un bisogno di Dio nell’universo e nella mia vita. Siamo fortunati ad avere la Bibbia, e specialmente il Nuovo Testamento, che ci racconta di Dio in termini umani ampiamente accessibili».
    (citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992, p. 107)

 

  • «Il contesto della religione è uno sfondo ideale per fare scienza. Nelle parole del Salmo 19, “I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento proclama la sua opera”, in questo modo la ricerca scientifica è un atto di adorazione, in quanto rivela più meraviglie della creazione di Dio»
    (citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992, p. 105-106)

 

  • «Ci sono culti e sette religiose enormemente diversi e penso che non sia irragionevole, perché penso che Dio – se Egli è meraviglioso come noi crediamo – è anche molto complesso, e che diverse persone lo vedano in modo diverso. Non puoi aspettarti che un contadino e un filosofo abbiano la stessa immagine di Dio. Penso che Dio è grande abbastanza per coprire tutti, anche gli scrittori di scienza. Anch’essi possono avere la loro immagine di Dio»
    (A.L. Schawlow, “Optics and Laser Spectroscopy, Bell Telephone Laboratories 1951-1961″, Chapter I, Part 5, Stanford University Since 1998)

 

  • «L’imitazione di Gesù è la strada per salvare la tua vita. Oltre a questo non so»
    (citato in D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 242)

 
 
 
   

Margherita Hack1922, astrofisica, atea
Ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste portandolo a rinomanza internazionale ed è membra delle più prestigiose società fisiche e astronomiche.

  • «La scienza non riesce a dare una risposta totale. Quindi il mistero c’è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c’è la vita eterna, direi a Dio che ho sbagliato. E forse tutto sommato, sarebbe bello essersi sbagliati [...]. Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente».
    (M. Hack, 
    “Dove nascono le stelle”, Sperling & Kupfer 2004, pag. 198) 

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19/11/2012 14:47
 
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20/11/2012 13:46
 
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Edward Robert Harrison1919, astronomo e cosmologo, cristiano
Ha trascorso gran parte della sua carriera presso la University of Massachusetts Amherst e la University of Arizona. E’ noto per il suo lavoro sull’aumento delle fluttuazioni nell’universo in espansione e per la sua spiegazione del paradosso di Olber.

  • «Ecco la prova cosmologica dell’esistenza di Dio – l’argomento del “disegno” di Paley – aggiornato e rinnovato. Il “Fine Tuning” dell’universo fornisce elementi di prova del design deista. Prendete la vostra scelta: il cieco caso che richiede una moltitudine di universi o la progettazione che ne richiede una sola. Molti scienziati, quando ammettono le loro opinioni, sono inclinati verso l’argomento teleologico».
    (E.R. Harrison, “Masks of the Universe”, Cambridge University Press 1985, pag. 252, 263)
      

 

Christian Boehmer Anfinsen1916, biochimico e premio Nobel, ebreo
Vincitore del Nobel per la chimica nel 1972 per il suo lavoro sulla ribonucleasi. Lavorò al National Institutes of Health e insegnò biologia alla Università Johns Hopkins.

  • «Penso che solo un idiota possa essere ateo. Dobbiamo ammettere che esiste un potere incomprensibile o una forza illimitata con lungimiranza e conoscenza, la quale ha dato vita all’intero universo in un primo luogo”
    (citato in H. Margenau & R. Varghese, in “
    Cosmos, Bios, Theos Open Court Publishing Company 1997, pag. 139)

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28/11/2012 14:45
 
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Charles Hard Townes, 1915, fisico e premio Nobel, cattolico
Sviluppò gli apparati radar e ricevette il Nobel per la fisica per il lavoro fondamentale nel campo dell’elettronica quantistica.

  • «Credo fermamente nell’esistenza di Dio, basandomi sull’intuizione, sulle osservazioni, sulla logica, e anche sulla conoscenza scientifica».
    (C.H. Townes, “A letter to the compiler T. Dimitrov”, 24/05/2002)

 

  • «La scienza, con i suoi esperimenti e la logica, cerca di capire l’ordine o la struttura dell’universo. La religione, con la sua ispirazione e riflessione teologica, cerca di capire lo scopo o significato dell’universo. Queste due strade sono correlate. Io sono un fisico. Anch’io mi considero un cristiano. Mentre cerco di capire la natura del nostro universo in questi due modi di pensare, vedo molti elementi comuni tra scienza e religione. Sembra logico che a lungo i due potranno anche convergere»
    (C.H. Townes, “Logic and Uncertainties in Science and Religion”, in Proceedings of the Preparatory Session 12-14 November 1999 and the Jubilee Plenary Session 10-13 November 2000)

 

  • «Ci si potrebbe chiedere: dove è Dio? Per me è quasi una domanda inutile. Se credi in Dio, non vi è alcun particolare “dove”, Lui è sempre lì, ovunque, Egli è in tutte queste cose. Per me, Dio è personale ma onnipresente. Una grande fonte di forza, Egli ha fatto una differenza enorme per me».
    (C.H. Townes, “Making Waves”, American Institute of Physics Press, 1995)

 

  • «C’è una tremenda esperienza emotiva nella scoperta scientifica che penso sia simile a quello che alcune persone descrivono normalmente come esperienza religiosa, una rivelazione. In realtà, a me sembra, una rivelazione può essere vista come una scoperta improvvisa di comprensione dell’uomo e della relazione dell’uomo con il suo universo, con Dio, e con il suo rapporto con gli altri uomini»
    (citato in “Current Biography”, vol. 24, No. 1. H. W. Wilson Company, pag. 37)

 

  • «Penso che tutta la scienza, in un certo senso, provenga dalla fede nell’ordine nell’universo. Questa è parte della fede scientifica, che ci sia ordine e dunque affidabilità, e così via, e questo fa parte della concezione tradizionale giudaico-cristiana che vi è un solo Dio»
    (citato in N.W. Palmer, “Should I Baptize My Robot? What Interviews with Some Prominent Scientists Reveal about the Spiritual Quest”, in The Center for Theology and the Natural Sciences Bulletin 1997, Vol. 17, No. 4. University of California at Berkeley, pag.17)

 

  • «Come una persona religiosa, sento fortemente la presenza e le azioni di una Essere ben al di là di me stesso, eppure sempre personale e vicino».
    (citato in S. Begley, “Science found God”, Newsweek Vol. CXXXII, No. 4, 27/7/1998, pag. 44-49)

 

  • «La religione, con la sua riflessione teologica, si basa sulla fede. Ma anche la scienza si basa sulla fede. Come? Per il successo scientifico dobbiamo avere fede che l’universo sia governato da leggi affidabili e, inoltre, che queste leggi possano essere scoperte dell’indagine umana. La logica della ricerca umana è affidabile solo se la natura è di per sé logica. La scienza funziona attraverso la fede nella logica umana, che può nel lungo periodo comprendere le leggi della natura. Questa è la fede della ragione [...]. Noi scienziati lavoriamo sulla base di un assunto fondamentale per quanto riguarda la ragione nella natura e la ragione nella mente umana, un presupposto che si svolge come un principio cardine della fede. Tuttavia, questa fede è così automatica e generalmente accettata che difficilmente la riconosciamo come una base essenziale per la scienza»
    (C.H. Townes, “Logic and Uncertainties in Science and Religion”, in Proceedings of the Preparatory Session 12-14 November 1999 and the Jubilee Plenary Session 10-13 November 2000)

 

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29/11/2012 15:20
 
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Wernher von Braun1912, ingegnere aerospaziale, cristiano
Fu il primo direttore della Nasa e una delle figure principali nello sviluppo della missilistica. E’ ritenuto il capostipite del programma spaziale americano.

  • «Non si può essere esposti alla legge e l’ordine dell’universo senza giungere alla conclusione che ci deve essere una progettazione e uno scopo dietro a tutto. Più si comprende la complessità dell’universo e più dobbiamo ammirare il progetto inerente su cui si basa [...]. Il metodo scientifico non ci consente di escludere i dati che hanno portato alla conclusione che l’universo, la vita e l’uomo siano basati su un progetto. Essere costretti a credere ad una sola conclusione – che tutto nell’universo è accaduto per caso – sarebbe in contrasto con l’oggettività della scienza stessa. Certo, ci sono quelli che sostengono che l’universo si è evoluto da un processo casuale, ma quale processo casuale potrebbe produrre il cervello di un uomo o il sistema dell’occhio umano? [...]. L’elettrone è materialmente impensabile, eppure è perfettamente conosciuto grazie ai suoi effetti, come l’illuminazione delle nostre città. Quale strana logica rende accettabile da alcuni fisici l’inconcepibile realtà dell’elettrone, mentre li fa rifiutare l’accettazione di un Progettista solo per il fatto che non possono concepirLo? Temo che, anche se in realtà non capiscono cosa sia l’elettrone, sono pronti ad accettarlo perché sono riusciti a riprodurre un modello piuttosto maldestro, ma non saprebbero da dove cominciare per costruire un modello di Dio [...]. La resistenza primaria a riconoscere la causa “della progettazione”, come una valida alternativa alla corrente scientifica “della casualità” si trova nel inconcepibilità, agli occhi di alcuni scienziati, di un progettista. Ma l’inconcepibilità di alcuni non dovrebbe consentire di escludere qualsiasi teoria che spiega l’interrelazione dei dati osservati [...]. Noi, alla NASA abbiamo avuto successo perché abbiamo cercato di non trascurare nulla. E’ in questo stesso senso di onestà scientifica che mi associo alla presentazione di teorie alternative per l’origine dell’universo, la vita e l’uomo dal punto di vista scientifico. Sarebbe un errore trascurare la possibilità che l’universo sia stato pianificato piuttosto che sia avvenuto per caso»
    (W. Von Braun, “
    Lettera a Mr. Grose“, del 14/9/1972)

 
  
  

Melvin Calvin1911, biochimico e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica grazie ai suoi studi sulla fotosintesi e per la scoperta del ciclo di Calvin.

  • «Nel cercare di discernere le origini della convinzione sull’ordine dell’universo, mi pare di trovarle in un concetto fondamentale scoperto duemila o tremila anni fa, ed enunciato per la prima volta nel mondo occidentale dagli antichi ebrei: ossia che l’universo è governato da un unico Dio e non è il prodotto dei capricci di molti dèi, ciascuno intento a governare il proprio settore in base alle proprie leggi. Questa visione monoteistica sembra essere il fondamento storico della scienza moderna»
    (M. Calvin, “Chemical Evolution”, Oxford 1969, pag. 258)

 
  
 

Lucien Morren1906, ingegnere ed elettrotecnico, cattolico
Stimato docente di elettrotecnica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Cattolica di Louvain La Neuve e fondatore e presidente del SIQS (Segretariato Internazionale per le Questioni Scientifiche). Scrisse più volte sulla responsabilità degli scienziati cattolici nel mondo.

  • «L’uomo è aperto all’orizzonte illimitato dell’essere, è chiamato ad operare nello spartiacque tra il divenire e il nulla, tra il senso e il non-senso»
    (L. Morren, 
    “Temps et Deveir”, 1984)

 
  
 

Nevill Mott1905, fisico e premio Nobel, cristiano
Vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1977, per le indagini teoriche sulla struttura elettronica dei sistemi magnetici e disordinati, presidente della Physical Society.

  • «Io credo in Dio, in Colui che è in grado di rispondere alle preghiere, in Colui a cui si può dare fiducia e senza il quale la vita su questa terra sarebbe senza significato (“una favola raccontata da un idiota”). Io credo che Dio ha rivelato Se stesso a noi in molti modi e attraverso molti uomini e donne, e che per noi, qui in Occidente, la più chiara rivelazione è avvenuta per mezzo di Gesù e attraverso quelli che lo hanno seguito»
    (citato in E.A. Davis, “Nevill Mott: Reminiscences and Appreciations”, Taylor & Francis Ltd, 1998, pag. 329)

 

  • «I miracoli della storia umana sono quelli in cui Dio ha parlato agli uomini. Qualcosa è successo a quei pochi uomini che conoscevano Gesù, che hanno creduto che Gesù fosse ancora in vita con tanta intensità e convinzione che questa fede rimane la base della Chiesa cristiana duemila anni dopo».
    (citato in H. Margenau & R.A. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, 4th ed. Open Court Publishing Company 1997, pag. 68)

 

  • «La scienza può avere un effetto purificante sulla religione, liberandola da credenze di un’età pre-scientifica e aiutandoci ad avere una concezione più vera di Dio. Allo stesso tempo, sono ben lungi dal credere che la scienza ci possa sempre dare le risposte a tutte le nostre domande [...]. La mia comprensione di Dio inizia con alcune convinzioni. La prima è che le leggi della natura non sono violate: Dio opera, io credo, nel rispetto delle leggi naturali e, secondo le leggi naturali».
    (citato in H. Margenau & R.A. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, 4th ed. Open Court Publishing Company 1997, pag. 65)

 

  • «Credo che né la scienza, né la psicologia fisica possano mai “spiegare” la coscienza umana. Per me, quindi, la coscienza umana è al di fuori della scienza, ed è qui che cerco il rapporto tra Dio e l’uomo».
    (N. Mott, “Can Scientists Believe?”, James & James Science Publishers Ltd, 1991, pag. 8)

 

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01/12/2012 15:28
 
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John Carew Eccles1903, neurofisiologo e premio Nobel, cattolico
Premio Nobel per la medicina nel 1963, fu autore di scoperte fondamentali sulla fisiologia di neuronied in particolare sul meccanismo biochimico dell’impulso nervoso. Respinse apertamente l’impostazione atea e neoempiristica che afferma lo scientismo e la casualità del mondo.

  • «Io accetto tutte le scoperte e tutte le ipotesi ben corroborate della scienza, però esiste un importante residuo non spiegato da essa, anzi al di là di ogni futura spiegazione scientifica. Ciò conduce al tema della teologia naturale, con l’idea di un soprannaturale che si trova oltre il potere esplicativo della scienza»
    (J.C. Eccles, 
    “Il mistero uomo”, Il Saggiatore 1990, pag.18)

 

  • «L’emergere della vita non avrebbe potuto essere predetto neppure partendo da una completa conoscenza di tutti gli eventi di un mondo prebiotico; e neppure si sarebbe potuto predire l’emergere dell’autocoscienza. Contro la teoria materialistica monistica io esporrò la mia convinzione che nella nostra esistenza e nelle nostre esperienze di vita c’è un grande mistero, non spiegabile in termini materialistici. Il nostro sentimento di libertà non è un’illusione e il cosmo non è qualcosa che gira perennemente senza senso. Le nostre conoscenze non possono andare al di là del fatto che siamo tutti parte di un qualche grande disegno»
    (J.C. Eccles, 
    “L’origine della vita”, Garzanti 1983, pag. 18,19)

 

  • «Scienza e religione sono molto simili. Entrambi sono aspetti immaginativi e creativi della mente umana. L’aspetto di un conflitto è il risultato di ignoranza. Arriviamo a esistere attraverso un atto divino. Questa guida divina è il tema di tutta la nostra vita. Ognuno di noi è un unico, essere cosciente, una creazione divina. La visione religiosa è l’unica visione coerente con tutte le prove»
    (J.C. Eccles, “Modern Biology and the Turn to Belief in God”, in The Intellectuals Speak Out about God: A Handbook for the Christian Student in a Secular Society, Regnery Gateway 1984, pag. 50)

 

  • «C’è un mistero fondamentale nella mia esistenza personale, che trascende il profilo biologica dello sviluppo del mio corpo e del mio cervello. Questa convinzione, naturalmente, è in linea con la concezione religiosa dell’anima e con la sua creazione da parte Dio»
    (D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 371)

 

  • «Sono costretto ad attribuire l’unicità del Sé o dell’Anima spirituale alla creazione soprannaturale. Per dare la spiegazione in termini teologici: ogni anima è una nuova creazione divina, che è impiantata nel feto in crescita ad un certo tempo tra il concepimento e la nascita»
    (J.C. Eccles, “Evolution of the Brain: Creation of the Self”, Routledge 1991, pag. 237)

 

  • «Io sostengo che il mistero umano è incredibilmente svilito dal riduzionismo scientifico, con la sua pretesa di materialismo, riducendo tutto il mondo spirituale in termini di modelli di attività neuronale. Questa convinzione deve essere classificato come una superstizione. Dobbiamo riconoscere che siamo esseri spirituali con le anime esistenti in un mondo spirituale, così come esseri materiali con enti e cervelli esistenti in un mondo materiale».
    (J.C. Eccles, “Evolution of the Brain: Creation of the Self”, Routledge 1991, pag. 241)

 

  • «Come dualista credo nella realtà del mondo della mente o spirito, così come nella realtà del mondo materiale. Inoltre io sono un finalista, nel senso di credere che ci sia qualche disegno nei processi di evoluzione biologica, che ha portato a noi esseri autocoscienti con la nostra esclusiva individualità, tanto da essere in grado di contemplare e tentare di comprendere la grandezza e la meraviglia della natura».
    (J.C. Eccles, “The Human Mystery”, Springer International 1979, pag. 9)
      

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03/12/2012 13:42
 
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  •  

Paul Dirac1902, fisico, matematico e premio Nobel, deista.
Viene annoverato tra i fondatori della fisica quantistica, predisse l’esistenza del positrone. Nel 1933 ricevette il premio Nobel per “la scoperta di nuove forme della teoria atomica”.

  • «Vi chiederete: perché la natura è costruita in questo senso? Si può solo rispondere che le nostre conoscenze attuali sembrano dimostrare che la natura è così costruito. Dobbiamo semplicemente accettarlo. Si potrebbe forse descrivere la situazione dicendo che Dio è un matematico di un ordine molto elevato, e ha usato la matematica molto avanzate nella costruzione dell’universo».
    (P. Dirac, “
    The Evolution of the Physicist’s Picture of Nature, Scientific American 1963)

 

  • «Dio ha usato una bellissima matematica nella creazione del mondo».
    (citato in H.R. Pagels, “The Cosmic Code: Quantum Physics As The Language Of Nature”, 1982, pag. 295 e in B.N. Kursunoglu & E.P. Wigner, “Paul Adrien Maurice Dirac: Reminiscences about a Great Physicist”, 1990, pag. XV)

 
  
 

Werner Karl Heisenberg1901, fisico e premio Nobel, cristiano
Premio Nobel per la fisica nel 1932 è considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica.

  • «Le scienze naturali sono in un certo senso il modo con cui andiamo incontro al lato oggettivo della realtà. La fede religiosa, viceversa, è l’espressione di una decisione soggettiva, con la quale stabiliamo quali debbano essere i nostri valori di riferimento nella vita. Devo ammettere che non mi trovo a mio agio con questa separazione, dubito che alla lunga delle comunità umane possano convivere con questa netta scissione tra sapere e credere»
    (K.H. Heisenberg, 
    “Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti 1920-1965″, Boringhieri 1984, pp. 92-103)

 

  • «Il primo sorso dalla coppa delle scienze naturali ti renderà ateo; ma al fondo del bicchiere ti attende Dio».
    (citato in G. Rasche & B.L. van der Waerden, “Werner Heisenberg und die moderne Physik”, pp. VII-XXXIII)

 

  • «Nella storia della scienza, dal famoso processo a Galileo, è stato ripetutamente affermato che la verità scientifica non può essere conciliata con l’interpretazione religiosa del mondo. Anche se sono ormai convinto che la verità scientifica è inattaccabile nel proprio settore, non ho mai trovato la possibilità di respingere il contenuto di pensiero religioso semplicemente come parte di una fase superata nella coscienza del genere umano, una parte a cui dovremmo rinunciare. Così, nel corso della mia vita sono più volte stato costretto a riflettere sul rapporto di queste due regioni del pensiero, perché non ho mai potuto dubitare della realtà a cui puntano»
    (W. Heisenberg, “Scientific and Religious Truth”, 1973, pag. 213)

 

  • «In mancanza di ideali di guida ad indicare la strada, la scala dei valori scompare e con esso il significato delle nostre azioni e le sofferenze, e alla fine può rimanere solo negazione e disperazione. La religione è quindi il fondamento dell’etica, l’etica è il presupposto della vita».
    (W. Heisenberg, “Scientific and Religious Truth”, 1973, pag. 219)

 

  • «Ci si può consolare con il fatto che il buon Signore Dio conosce la posizione delle particelle, e quindi può lasciare che il principio di causalità continui ad avere validità»
    (lettera ad A. Einstein, citata in G. Holton & Y. Elkana Y, “Albert Einstein: Historical and Cultural Perspectives”, Princeton University Press)

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