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L'ASSUNZIONE DI MARIA

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11/08/2012 10:08
 
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Iconografia mariana

IL SEPPELLIMENTO DELLA VERGINE

di Duccio di Boninsegna

A cura di padre Gianni Colosio 
  
 

“Gli apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra, la teotoco e sempre vergine Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata loro indicata dal Salvatore; e quivi rimasero tutti insieme vegliandolo per tre giorni” . 
Questo il breve commento dell’apocrifo a cui si è rifatto Duccio per la tavoletta conclusiva delle Storie della Vergine. La composizione ricalca significativamente lo schema del Seppellimento di Cristo. Aiutandosi col lenzuolo funebre, gli Apostoli calano nel sepolcro la salma. I loro corpi riversi formano un’onda che raggiunge l’apice sopra il capo della defunta. La palma che Giovanni inginocchiato regge verticalmente, sembra alludere alla ormai imminente assunzione al cielo della Madre di Dio. Anche la natura pare scostarsi per fare spazio alla sua elevazione: le alture rocciose sprofondano al centro della composizione come ad aprire un corridoio aereo, delimitato da due alberi dal fusto svettante, che incornici degnamente il corpo glorioso che si appresta a raggiungere il Figlio nella gloria del Regno celeste. Poiché ogni separazione dalla persona amata è causa di mestizia, il pittore è attento a stampare sui volti degli Apostoli, fissi sulla Madre di Cristo, espressioni pensose e malinconiche che raggiungono il punto più intenso nell’Apostolo che affiora oltre Pietro, curvo sopra il capo di Maria; turbato, si porta la mano alla bocca e per reprimere i singhiozzi e per significare il lacerante rammarico di perdere, dopo il Maestro, la madre sua, colei che, intrepida, li ha sorretti nei giorni della Passione, li ha accompagnati fino alla Pentecoste e li ha spiritualmente assistiti nelle prime missioni evangelizzatrici. Anche l’oro del firmamento sembra preludere alla gloria della Theotokos. 
Due parole circa l’origine del dogma dell’Assunzione. Pur non essendoci, nei primi tempi della Chiesa, alcun riferimento al destino finale della Vergine, già alla fine del secolo IV si sviluppò la convinzione, espressa ad esempio da Efrem Siro e Timoteo di Gerusalemme, che il suo corpo non avesse conosciuto il disfacimento della morte. Risalgono alla fine del secolo V i più antichi apocrifi sul Transito di Maria secondo i quali ella avrebbe avuto il privilegio di una morte singolare. Nel secolo VI l’imperatore Maurizio decretava per il 15 agosto la celebrazione liturgica del Transito; le chiese copta, abissina, siriaco-giacobita fecero altrettanto. Naturalmente le opinioni non erano sempre concordanti: “Mentre in alcune formule emerge chiara, anche se non completamente espressa, l’idea dell’assunzione, in altre è negata e viene espressa solamente l’idea dell’incorruzione del corpo verginale di Maria. Ma la maggioranza di esse non esprime in modo chiaro l’idea di una assunzione di Maria, così come è concepita oggi dalla teologia ed è espressa dalla formula del dogma, mentre è esplicitamente proclamata la morte gloriosa della madre del Signore” [2]. Dal secolo VII al IX si moltiplicarono, prima in Oriente e poi in Occidente, le testimonianze di autorevoli dottori e teologi a favore dell’assunzione corporea. La prima petizione ufficiale alla Santa Sede per la definizione dogmatica dell’Assunzione, risale al secolo XVIII; la inoltrò un Servita (Cesario Shguanin); l’iniziativa fu imitata da molti altri cattolici tra cui Isabella di Spagna (1863). La pubblicazione, nel 1942, di tutte le petizioni (conservate nell’Archivio segreto del Sant’Ufficio) ad opera di due Gesuiti (Hentrich e De Moos) accelerarono lo sviluppo di un imponente movimento assunzionista. Sollecitato dalle richieste provenienti da ogni parte del mondo cattolico, nel 1946 Pio XII inviava un documento a tutti i vescovi col quale chiedeva la loro opinione in proposito. Avendo avuto risposta affermativa e unanime, con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus (1 novembre 1950) Pio XII definiva dogma di fede l’Assunzione di Maria in corpo e anima.

http://www.padrimaristi.it/Maria-3-2002%5Ciconografia.htm

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