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Cosa dedurre dalla scoperta della "PARTICELLA DI DIO"

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2012 22:23
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25/07/2012 08:33
 
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Deduzioni da fare a seguito di questa scoperta

Pontifex.RomaLa mente umana è ordinata alla conoscenza della Verità: conoscerla, amarla e servirla in questo mondo, per poi godere tutte le sue mirabili manifestazioni per l’eternità. Gli scienziati cercano la verità dell’atomo terreno. Bene, se è un umile inizio senza voler estrapolare una conclusione trascendentale, che non sia il ritorno all’eterno! In tal senso ci sono anche nei rosoni delle nostre cattedrali figure indirizzate a questa meta e per tutti, ben più sublimi ed efficaci che del tanto bramato «bosone». Senza paragonare, poi, la differenza siderale dei loro costi! La multimiliardaria ricerca del CERN sul famoso “bosone di Higgs”, implica chiaramente la confessione di una specifica ...

... ignoranza da superare. Questa è la logica d’ogni ricerca, ma qui, più si approfondisce la questione, meno certezze emergono, poiché la vera questione rimane all’ombra. Quale?

Il fatto che pur la migliore conoscenza del «bosone», il vettore fondamentale più irriducibile della struttura molecolare – denominato scherzosamente “particella di Dio”, può solo confermare che tutto rientra, senza scherzi, nell’incommensurabile progetto del Creatore. Di fronte a questo, l’intelligente ignoranza umana dovrebbe solo auto-certificare la propria confessione in una mega Intelligenza divina nella Creazione.

Eppure, essa non dimostra consapevolezza dei limiti della scienza umana, cui solo spettava concludere «scientificamente» la realtà universale del progetto divino; invece, sembra voler alienarla a favore dell’illusoria capacità umana di varcare l’infinito.

Nel campo della fisica è studiata la possibilità di tale particella, il bosone Higgs, per spiegare come, nelle ipotese del Big Bang, ci sia quel nucleo per lo scambio tra energia e la massa, il collante per l’accumulo di materia nella formazione dell’universo.

L’individuazione di tale bosone avrebbe rivelato l’esistenza di un invisibile «creatore della materia». Sì, ma ignorando ciò che è implicito nella creazione fondamentale: l’esistenza dell’Autore del progetto che precede e permea la Creazione di tutti i bosoni e galassie dell’Universo. Si evita il principale: che tutto ciò non deriva da un indefinito fatto esterno, esplosione che sia, ma del «modello» interno presente in ogni molecola, che rivela la Mente che l’ha “pensato”!

Ecco la vera questione che annulla ogni velleità per far prevalere idee di un’«azione casuale» nel bilico indecifrato tra massa ed energia retta da «caos»!

Potrebbe un «bosone» di un «caos costante» richiede l’immenso investimento di mezzi finanziari e cerebrali, come questo del CERN? Se esiste un vettore che rende possibile l’acquisto di massa per la struttura dell’universo ordinato – dalle particole minime alle maggiori galassie – può ciò avvenire senza il prodigioso progetto di un insuperabile Autore? La logica dice di no. Tuttavia, l’attenzione va tutta per l’invisibile vettore.

Si arriva, con costi astronomici, al cospetto della preziosa chiave per l’equilibrio universale, ma verso Chi la detiene non spendono più che una mezza giocosa parola, concedendo alla «chiave» il nome di “particola di Dio”. Non sembra, però, che ciò fosse per attestare il Suo potere, né per dedurre la necessità della Sua esistenza!

Piuttosto ripetono: trattiamo solo di scienza nella rincorsa del «Big Bang» originale.

Sì, ma come vediamo, ricorrendo spesso nella discussione al Nome di Dio.

È bene ricordare che il primo a proporre la teoria del Big Bang fu il gesuita belga Georges Lemaître (1894-1966). Si trattava del modello teorico confermato poi nelle osservazioni del nordamericano Edwin Hubble (1889-1953) e da altri fisici.

In tale senso sarebbe salutare per la coscienza e la mente umana rimanere ancorata alla conoscenza attraverso il senso comune che tempra le ragioni filosofiche e scientifiche.

Nella «cosmologia», studio del «ens mobile» - la matéria soggetta a mutazioni – quel che più conta per l’intelligenza umana sono le ragioni delle cose, i rapporti di causa ed effetto tra tutto, dai mega ai mini bosoni delle stesse tante cose esistenti.

Non ho titolo per parlare di equazioni di Fisica. Ho abbandonato questi studi nel 1955 nell’Università di San Paolo (dove c’era anche un «Betraton») per darmi all’aviazione civile fino alla pensione. Da allora seguo gli sviluppi scientifici attento a un dettato che Pieter Bruegel il Vecchio ha rappresentato nel suo quadro «Il contadino e il ladro di nidi»: «Chi ruba il nido ha il nido; chi sa dov’è il nido ha una conoscenza»!

All’inizio del secolo scorso le revisioni radicali nelle concezioni della meccanica quantistica in fisica – la teoria che serviva per descrivere i fenomeni del mini universo molecolare atomico – furono totalmente sconcertanti. A tal punto che molti hanno ritenuto che fosse urgente cambiare completamente il modo di vedere il mondo, i loro nidi e rinnovare il suo ordine!

Il nido sembra essere la formula dell’equilibrio interno delle molecole, e quindi una formula per l’intero universo. Ciò che sorpassa ogni conoscenza umana circa il meccanismo di minuscole particelle e dei loro «bosoni», che ora servono a nuovi paradossi. Per esempio del «nido rubato» per fare le bombe atomiche.

Inoltre, tale particella, che è alla radice della struttura della materia, tutta la materia che precede nell’ordine universale, poteva non dipendere da un mega progetto intelligente?

Ebbene, quest’idea, legata anche a un «creazionismo» contrario all’evoluzionismo, fu perfino ridicolizzata da molti goffi scienziati e perciò proibita da molti smilzi giudici! Ma se negano l’esistenza di un da un mega progetto intelligente, non alienano anche il super lavoro per la loro decifrazione in un mini-ordine più «intelligente» che tutte le equazioni degli scienziati della terra? E ciò a favore di un’idea in cui prevale il caso?

Sarebbe un disordine nella presenza costante del mini bosone che, però, richiede per essere definito formule matematiche intricatissime che travagliano i gran cervelli e finiscono per portarli alle maternità del caso! Un povero parto di fronte alla realtà che solo oggettiva esiste; l’intelligenza umana non può partorirla, ma solo accoglierla.

Tornando alla discussione sulla rivoluzione della fisica quantica, che occupò tanti famosi cervelli, ora dobbiamo parlare dei dilemmi di uno dei più conosciuti; Alberto Einstein, considerato una delle maggiori intelligenze del secolo.

Oltre al suo postulato sul quantum della radiazione elettromagnetica, la teoria del “foton” sulla luce del 1905, formulò le sue teorie sulla ‘relatività‘. Documentazione enorme tratta della genialità di tali intuizioni. Qui siamo interessati a ciò che tratta di religione, perché circola l’idea che su tutta la scienza e anche su Dio, quelli ritenuti più intelligenti e nella misura di questa loro fama, hanno un mandato di demitizzazione.

Einstein, quindi, sarebbe indicato per trattare del bene e del male!

Vediamo la parte in cui ha discusso la scienza stessa, quella in cui il suo originario dio era Newton. Ma scendendo nelle profondità degli spazzi riservati alla nuova «età quantica» finì per abiurare gli errori della vecchia “legge della gravità“.

Nel salto verso il futuro della fisica che svolge la relazione della materia con l’energia, Einstein divenne famoso. Ma dopo di ciò ha cercato una cosiddetta esperienza della realtà, che dissentiva di altre audaci interpretazioni «quantiche».. Resistendo ad alcuni aspetti di questa teoria pronunciò la famosa frase, per la quale “Dio non gioca a dadi”. – Energia trasmessa a salti? Non scherziamo! In questo senso sembra essere il lavoro pubblicato nel 1935 da Einstein con Boris Podolsky (1896-1966) e Nathan Rosen (1909-1995), con obiezioni precise. Questo lavoro, ora chiamato semplicemente EPR, è stato risposto dal danese Niels Bohr, premio Nobel per la Fisica (1922), che ha rifiutato la critica con la frase su Dio, dicendo: “Chi sei tu Einstein per dire a Dio cosa deve fare?”.

Diversi esperimenti sono stati eseguiti più di recente, tra cui quello di Alain Aspect, la cui tesi sono stati presentati a Parigi nel 1983. Gli esperimenti per dimostrare la correttezza delle previsioni della teoria quantistica in situazioni in cui si scontrano con le previsioni dei risultati statistici su l’esistenza di variabili nascoste e, quindi, viste come una forte indicazione sperimentale che, nonostante Einstein: “Dio gioca a dadi ‘!

Questo ramo della scienza, ora conosciuta come meccanica quantistica, e quest’aspetto della questione ha continuato a essere sviluppato nonostante la resistenza da Einstein per quanto riguarda i «foton», è proseguito nell’esperimento di Aspect per determinare i dati che fossero stati quantitativamente i più precisi possibili. Questo è stato rilevato in una conferenza del 1988 presso il Dipartimento di Teologia (!) della Princeton University (Stati Uniti), dal fisico-matematico inglese Edward Nelson. In fondo tutto serviva a identificare gli stati quantistici che, in alcune misure portavano a risultati statistici incompatibili con ogni tipo di preparazione non quantistica, dunque una soluzione basata sull’incompatibilità di altre! Varrebbe la legge delle probabilità! Complicato? Certamente. Ma qui la cosa ci interessa, a causa delle speculazioni che coinvolgono indirettamente la Teologia.

In realtà, è un modo di pensare in termini capaci di equazionale tutta la Creazione!

Con quale titolo? Dell’intelligenza degli scienziati che va oltre ogni senso comune.

Davanti a questi, la nostra “scienza” ricorre sempre a esso con domande chiavi.

Alberto Einstein potrebbe pontificare su religione?

Non sembra, ma è caduto nello stratagemma dei “media” intenti a far dire la sua in materia dall’uomo “più intelligente del mondo”, un programma quasi circense della comunicazione di massa cui il grandioso Einstein ad aderito.

Il problema è che, in effetti, questo scienziato, pur riconoscendo una divinità, alla fine ha pontificato incongruenze. Siamo abituati a ciò sentendo la nuova Roma. Einstein disse, per esempio, di credere in un potere superiore, ma che non fosse «persona».

Pensiero di certo rivolto al Cristianesimo, di Dio Uno e Trino nelle tre Persone della Santissima Trinità, contro il quale ha ricevuto la sua educazione ebraica. E qui sorge la domanda. Cosa l’uomo può conoscere nell’universo che ha più valore della persona?

Già S. Agostino secondo il concetto di Dio come essentia, che non cambia, perché è quello che è (Es 3,14) dell’Antico Testamento approfondisce la visione di “persona”.

San Tommaso, poi, indica quel che è decisivo nel tema agostiniano, cioè la distinzione tra ciò che riguarda Dio in modo assoluto, senza distinguere tra le persone, e ciò che li distingue relativamente. E il romano Boezio affronta la questione della Trinità sotto la categoria di relazione, visione chiave che culmina nella questione 28 della Iª della Summa di San Tommaso, citando Boezio per trattare del dogma: “La sostanza mantiene l’unità, il rapporto moltiplica la trinità” e ricorre a Boezio per ripetere che “persona ” significa giustamente rapporto; adotta la sua definizione di persona: rationalis naturae individua substantia – sostanza individuale di natura razionale.

Ricordando questi alti pensieri dei nostri maggiori, torniamo alla domanda elementare: cosa per lo scienziato Alberto vale di più e può essere al di sopra della «persona» in tutto l’universo? Sarà che lui pensava in qualche mega energia o galassia supernova?

Ma in questo caso quel potere colossale doveva avere anche un’intelligenza galattica’!

La negazione della persona è negazione della Santissima Trinità, dell’Incarnazione e del Sacrificio di Amore che salva l’uomo dalla morte. Quale amore senza la persona?

Un amore galattico? In tale assurdo non cade un altro ebreo ben più profondo di AE, Rosenstock-Huessy che mette “tutta la storia dell’umanità sotto il semplice tema: come l’amore diviene più forte della morte… e la storia una grande canzone … rime, relazioni, che sono funzioni degli uomini in terra. Ma che questa sia la nostra funzione lo conosciamo solo dalla nascita di Cristo” («Segredo de Fátima ou Perfídia em Roma?»).

Che cosa insegna la Rivelazione circa la creazione della materia?

Eclesiasticus (18, 1-6): “Qui vivit in aeternum creavit omnia simul“… “Colui che vive in eterno ha creato tutte le cose insieme”. Solo il Signore sarà riconosciuto giusto, e sussiste re invincibile per sempre. Chi può calcolare le sue opere? Chi può scrutare le sue meraviglie? Chi può esprimere il potere della sua grandezza? O chi può enumerare le sue misericordie? Nulla si può togliere o aggiungere. Né è possibile penetrare le meraviglie di Dio. Quando l’uomo penserà di aver finito, sarà solo all’inizio, e quando pensa di aver concluso, allora rimarrà stupefatto.”.

(Attenzione alle cattive traduzioni della Bibbia che invertono la Vulgata)

La rivelazione complica o spiega tutto ciò che la mente umana ignora della Creazione?

Si noti che dal momento in cui il mondo della materia e dell’energia è cominciato a esistere, con tutti i suoi elettroni, fotoni e bosoni, ecc., tutto questo ha avuto lo stesso principio molecolare realizzato in «contemporanea», in «diretta». Incredibile? Sì, ma «Chi può calcolare le sue opere? Chi può scrutare le sue meraviglie? Chi può esprimere il potere della grandezza di Dio?

Il fatto è che ciò segue lo stesso “ragionamento inevitabile” che tutto è apparso insieme e in un istante. Per questo motivo agli scienziati venne l’idea di un ‘Big Bang’. Sembra che ora gli scienziati concordano sul fatto che il tempo di questa realizzazione sia così infimo che è impossibile misurarlo. Altroché velocità della luce! Cioè, si tratta di qualcosa «istantanea», tutta la materia che gli scienziati misurano in termini di tali «miliardi di anni luce», si espanse di colpo contemporaneamente e tutto insieme!

La parola latina è SIMUL, da dove viene «simultaneo». Dopo di che, non vi è nulla di nuovo nel cosmo, che non derivi dalle variazioni del «ens mobile»! Se già esistevano le radiazioni cosmiche nello spazio, già esisteva pure tutta la materia della nostra terra e di noi stessi. La scienza segue questa realtà delle trasformazioni materiali.

Antoine Lavoisier (1743-1794) è stato chi ha sviluppato la chimica moderna con la legge di conservazione della massa nelle reazioni chimiche, studiata dalla combustione in ossigeno: In natura, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Pertanto, non si può creare qualcosa dal nulla e fare ridurre qualcosa a niente. Tutto è entrato in esistenza… Illustre membro della commissione che ha istituito il sistema metrico decimale, Lavoisier fu il responsabile per l’imposta pagata a monte del regime reale, ed è per questo che lo scienziato, che poteva avere la fama di un Einstein del suo tempo, fu ghigliottinato dalla rivoluzione del terrore! La legge costante della brutalità e della stupidità dell’uomo segnato dalla Caduta originale non può mancare!

Quanto alla legge della Chimica essa non può essere estranea alla legge della Fisica, come di quella della Matematica, rientra nella stessa Logica. L’universo obbedisce alla legge della sua Creazione fin dal primo giorno e fu definita nei “giorni” successivi.

Poi, Dio ha “solo” creato e crea, da quanto sappiamo, le anime spirituali degli uomini.

Il resto è lì, tutto insieme, sia di dimensioni astronomiche sia micrometriche.

Di nuovo c’è solo la cattiveria e ignoranza umana su ciò che conta in realtà per la vita.

Il «bosone» è solo un «iota» della Parola creatrice del mondo materiale. Se l’uomo lo cogliesse, come ha rapinato dall’albero della conoscenza del bene e del male, né così potrebbe rapinare dall’albero che è scienza circa l’origine della vita sulla terra.

In questo senso, forse abbiamo una tenue luce sulle pungenti parole del libro della Genesi (3, 21-23): “Allora il Signore Dio disse: “L’uomo è diventato come uno di noi, conoscendo il bene e il male. Che egli ora non stenda la mano per cogliere anche dall’albero della vita, e ne mangi per vivere per sempre ‘”.

L’uomo venne a conoscenza dell’energia atomica e del suo uso per il bene e per il male.

Che sia! Ma la scienza sul cuore dell’intero cosmo materiale? Non sia mai! Tuttavia, quest’obiettivo sembra oggi fascinare un mondo scientifico che può avere la bomba H per distruggere milioni di vite ma spera d’imparare a creare dei cloni di vita eterna, come se avesse il potere di Dio!

Conclusione: il massimo saldo del costo astronomico del bosone dell’ignoranza è a carico, non da centri scientifici, non dai governi, ma dalla moltitudine di anime.

Questa è la”ignoranza scientifica” dell’essenziale per la coscienza umana, cioè il Credo in Dio Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra.

A causa di questa “ignoranza” abbiamo spesso fatto ritorno all’errore originale, come se non avessimo ricevuto la grazia della Redenzione nel sangue e nell’amore di Gesù Salvatore. È il costo fatale per ignorare che solo la verità del Verbo Incarnato salva anche dai miasmi dell’ignoranza eterna. Eppure, nei rosoni delle nostre cattedrali, c’erano già le figure per insegnare ben più di quanto il «bosone» possa fare!

di Arai Daniele

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