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LA QUESTIONE DELLE IMMAGINI

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2022 19:39
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23/07/2012 14:46
 
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 Per capire la questione delle immagini occorre tener presente che la Legge antica nel suo complesso è stata considerata superata dopo l'avvento di Cristo (cf Rom.6,14). 
Gesù,  come Egli dice, è venuto a portare a compimento la Legge ed i profeti ed ha instaurato una Nuova e più perfetta Alleanza. Le vecchie prescrizioni e norme (circa 600 !!!) continuano a servire solo per i tipi simbolici che mantengono. Se valessero ancora saremmo tenuti certamente alla osservanza delle abluzioni, della circoncisione, della rinuncia a certi alimenti, delle tante norme igieniche e sanitarie. Paolo invece afferma a più riprese quanto segue:
Efesini 2,15 ANNULLANDO, per mezzo della sua carne, la LEGGE fatta di prescrizioni e di decreti,...
Ebrei 9,10 tutte prescrizioni umane, VALIDE FINO AL TEMPO IN CUI SAREBBERO STATE RIFORMATE...
Le uniche cose che sono state mantenute valide, le troviamo ESPLICITAMENTE espresse nel Nuovo Testamento. Tra questi ci sono alcuni dei comandamenti dati a Mosè e in alcuni casi in forma diversa. 


Questi concetti li ha chiari perfino la wt come si può verificare al seguente link:
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1101989114?q=sono+soggetti+alle+leggi&p=par
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La Chiesa, giustamente ha ritenuto di riproporre solo i Comandamenti mantenuti da Cristo (Mt.19,18-19) e dagli apostoli e nella forma con cui essi li hanno riproposti ed osservati.

Ad esempio il comandamento antico ordinava di riposarsi il SABATO astenendosi da OGNI LAVORO.
La chiesa l'ha iniziato a celebrare non più di SABATO, come previsto nella Legge antica, ma di DOMENICA in cui veniva fatta la cosiddetta "frazione del pane" (At.20,7)  o anche quella che viene ricordata come una colletta fatta il primo giorno dopo il sabato in 1 Cor.16,2. Inotre si osservava il riposo festivo in maniera più libera, meno ossessionante, secondo l'esempio di Gesù, ricordando quanto da Lui enunciato e cioè che il "sabato" è per l'uomo e non l'uomo per il "sabato", il che vuol dire che il giorno di riposo e di ricarica spirituale,  è fatto a favore dell'uomo e non l'uomo a favore di esso. Ecco cosa precisava Paolo per rimarcare il modo diverso di concepire il SABATO: Colossesi 2,16-18
16 Nessuno dunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda, o riguardo a feste, a noviluni e a SABATI:  tutte cose queste che sono ombra delle future; ma la realtà invece è Cristo! 

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Il comando di non commettere adulterio è stato inglobato alla luce del Nuovo Testamento con un camandamento più estensivo ed inclusivo: " non commettere atti impuri", che abbraccia una serie di atti legati alla sessualità e che vengono esplicitamente enunciati da s.Paolo nel Nuovo Testamento, come l'incesto 1Cor.5,1) la fornicazione (1 Cor.6,18), l'omosessualità (Rom.1,27), l'incontinenza (1Cor.7,2) .
Anche in questo caso la chiesa ha modificato il comandamento antico ma lo ha fatto IN BASE A QUANTO ESPLICITATO NEL NUOVO TESTAMENTO.

Già fin qui possiamo capire il perchè vi sia stata una rivisitazione dei Comandamenti.
Alla luce di quanto espresso, dobbiamo quindi inquadrare il comandamento di non fare immagini, per poter comprendere bene la questione.

In Esodo 20,4 vi è un DIVIETO ASSOLUTO per qualsiasi immagine.
Si rilegga il testo del Deut. e ci si accorgerà di quanto sia perentorio e non ammetta la rappresentazione di NESSUNA IMMAGINE.
Ecco il testo di Esodo 20,4:
 "Non ti farai idolo né IMMAGINE ALCUNA di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra."
Il testo è chiaro e non ammetteva NESSUNA raffigurazione, IN NESSUNA FORMA, di NESSUNA REALTA' presente in cielo, in terra o in alcun altro luogo.

Se noi cristiani fossimo ancora vincolati a tale DIVIETO ASSOLUTO,  non si potrebbe fare neppure una fotografia perchè NESSUNA rappresentazione, in NESSUNA FORMA sarebbe consentita, e neppure RAFFIGURAZIONI O ILLUSTRAZIONI della stessa Bibbia,  perchè anche in questo caso si tradirebbe il comando preciso così come era  espresso nel Vecchio Testamento.
Non si possono accampare attenuanti con i se ed i ma.
O si ritiene che la vecchia Legge è tuttora valida in tutte le sue singole parti, ed allora ci si dovrebbe astenere in maniera assoluta a produrre qualsiasi immagini, in qualsiasi forma, oppure si ritiene che la legge antica vada riconsiderata alla luce del Nuovo Testamento. Non vi sono altre vie di uscita dalla questione.  
Perchè questo ordinava il Comandamento antico. Inutile affermare ad esempio che  una fotografia, una illustrazione sono ben diversi da una statua.
Anche queste figure ed immagini sono  comprese ed espressamente VIETATE NEL COMANDAMENTO ANTICO.

Per questo allora occorre essere obiettivi. E qual'è questa obiettività?
E' il fatto che NOI SIAMO NELLA NUOVA ALLEANZA e perciò tutta la Legge antica deve essere ricosiderata alla luce di quanto Cristo e gli apostoli hanno mostrato.

IL DIVIETO DI FARSI IMMAGINI, NEL NUOVO TESTAMENTO NON LO RITROVIAMO MAI RIBADITO NE' ESPRESSO.

Cristo ha fatto tante precisazioni nel suo discorso sul monte (Mt. cap. da 5 a 7) e di alcuni comandamenti come "non uccidere" o non "commettere adulterio", ha precisato AVETE UDITO CHE FU DETTO, MA IO VI DICO,... ma del "non fare immagini", non ha mai fatto  neppure un accenno.  E neanche gli apostoli hanno parlato di Immagini.  Rimaneva certamente valido il concetto di non farsi degli idoli, cioè delle cose o delle realtà da contrapporre a Dio nella propria adorazione o nella priorità del valore ad essi attribuito, ma non parlarono di immagini.

Ecco quindi come mai già i primi cristiani rappresentavano nelle catacombe molti soggetti con molta libertà e non si facevano problema col comandamento di Es 20,4.
Cristo Dio si è fatto carne e quindi si è reso visibile; dunque rappresentabile.  Gli eventi del Vangelo, ed ogni singola frase è stata raffigurata in tutti i modi possibili, e permettono di rivivere o di avere subito sotto gli occhi le narrazioni evangeliche, in maniera diretta e che si possono imprimere maggiormante alla nostra considerazione e ai nostri cuori. Se ci si dovesse attenere al comando di Es.20,4 ci si priverebbe di una enorme possibilità di evangelizzazione che può avvenire proprio grazie alle raffigurazioni del Vangelo.

E' anche opportuno notare comunqe che le immagini erano proibite nel Vecchio Testamento quando il fine era quello di adorarle e non quando il fine era quello di rappresentare delle semplici creature come risulta nel caso del serpente di rame e le tante altre rappresentazioni che venivano ordinate da Dio stesso per l'abbellimento del tempio che Salomone gli dedicò. 
Pertanto le immagini idolatriche destinate all'adorazione, si oppongono in ogni caso al concetto di esclusività dell'adorazione dovuto a Dio, e quindi restano comunque proibite. Ma se le raffigurazioni sono un mezzo per esprimere l'appropriata forma di culto A CHI VI VIENE RAPPRESENTATO, possono essere un aiuto e non un impedimento.

In ogni caso è chiaro che col primo comandamento,  che resta in vigore perchè richiamato in vari modi nel Nuovo Testamento, si intende che l'adorazione non possa essere mai rivolta ad altri se non a Dio soltanto ("non avrai altro Dio al di fuori di me) e con esso si esclude quindi tutte le immagini idolatriche, a cui venga rivolta adorazione per se stesse, e si escludono le cose e le creature che vengono messe al posto di Dio o al pari di Lui nella nostra vita. (il denaro, il successo, i piaceri, ecc.).
Questa è la forma in cui la Chiesa include il concetto di non adorare le immagini, senza escludere che si possa fare delle immagini che servono per ricordare fatti o persone della storia sacra. E' appunto il modo migliore per essere consequenziali con la NUOVA ALLEANZA.
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E'  completamente errato dire che la Chiesa ha alterato i Comandamenti e nascosto la volontà di Dio.
Innanzitutto il Catechismo al paragrafo 2051 riporta testualmente il brano biblico di Esodo 20,2-17 e parallelo Deuteronomio 5,6-21, dove si enuciano i comandamenti, e poi dal paragrafo 2129 al 2132 si esamina specificamente il punto sulle immagini come riportato nel seguente testo:






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DOMANDE E RISPOSTE SULLE 
ICONE  

dal sito:

 Ikthys   

 

A cura del PATRIARCATO DI MOSCA DIOCESI DI CHERSONESO - DECANATO D'ITALIA 
PARROCCHIA CRISTIANA ORTODOSSA "SAN MASSIMO, VESCOVO DI TORINO"

 

1. Che cos'è un'Icona? 

Un'icona (dal termine greco eikòna, "immagine") è un'immagine - di solito bidimensionale - di Cristo, dei Santi, degli Angeli, o di importanti eventi biblici, parabole, o eventi nella storia della Chiesa. San Gregorio il Dialogo (Papa di Roma attorno agli anni 590-604), parla delle Icone come di Sacra Scrittura per gli analfabeti: "Ciò che uno scritto presenta ai lettori, una raffigurazione lo presenta agli illetterati che la contemplano, poi che in essa anche gli ignoranti vedono ciò che dovrebbero seguire; in essa gli analfabeti leggono" (Epistola al Vescovo Sereno di Marsiglia, NPNF 2, Vol. XII, p. 53). A quanti vorrebbero suggerire che ciò non ha più alcuna rilevanza nella nostra era illuminata, vorremmo far considerare quanto è alto il nostro tasso di "analfabetismo di ritorno", e il fatto che anche le società più colte hanno un notevole segmento di analfabeti: i loro bambini piccoli! 
Le icone elevano le nostre menti dalle cose terrene a quelle celesti. San Giovanni Damasceno scrive: "siamo condotti da Icone percettibili alla contemplazione di quelle divine e spirituali" (PG 94:1261a). E mantenendo di fronte a noi la loro memoria attraverso le Icone, siamo pure ispirati a imitare la santità di quanti vi sono raffigurati. San Gregorio di Nissa (ca. 330-395) parlava di come non potesse passare "senza lacrime" di fronte a un'Icona di Abramo che sacrifica Isacco (PG 46: 572). Commentando su questo passo, fu notato nel Settimo Concilio Ecumenico, "Se a un simile Dottore l'immagine era d'aiuto e procurava lacrime, quanto più nel caso di persone ignoranti o semplici porterà compunzione e beneficio." (NPNF2, Vol.4, p. 539). 

2. I cristiani ortodossi pregano le Icone? 

I cristiani pregano in presenza di Icone (così come gli Israeliti pregavano in presenza di Icone nel Tempio), ma noi non preghiamo "le" immagini. (anche i cattolici NON pregano "le immagini")

3. Le Icone fanno miracoli? 

Per mettere questa domanda nella giusta prospettiva, consideriamo alcune altre domande: 

L'Arca dell'Alleanza faceva miracoli? (Gs 3: 15s; 1 Sam 4-6; 2 Sam 11-12) 

Il Serpente di Bronzo guariva chi era stato morso dai serpenti? (Num 21 :9) 

Le ossa del Profeta Eliseo risuscitarono un uomo dai morti? (2 Re 13:21) 

L'ombra di San Pietro guariva i malati? (At 5:15) 

I grembiuli e fazzoletti toccati da San Paolo guarivano gli infermi e scacciavano gli spiriti maligni? (At 19:12) 

La risposta a queste domande è: sì, in un certo senso. Nondimeno, per essere precisi, era (ed è) Dio che operava miracoli attraverso queste cose. Nel caso dell'Arca e del Serpente di Bronzo, abbiamo immagini che vengono usate per operare miracoli. Dio operò miracoli attraverso le reliquie del Profeta Eliseo, attraverso l'ombra di un Santo, e attraverso oggetti che avevano appena toccato un santo. Perché? Perché Dio onora quanti lo onorano (1 Sam 2:30), e perciò si compiace di operare miracoli attraverso i suoi Santi, anche attraverso questi mezzi indiretti. Il fatto che Dio possa santificare oggetti materiali non dovrebbe sorprendere alcuna persona che sia familiare con le Scritture. Per esempio, non solo l'Altare del Tempio era santo, ma pure tutto ciò che lo toccava era santo (Eso 29:37). Rifiutare la verità che Dio opera attraverso le cose materiali significa cadere nello gnosticismo. 
Perciò sì, in senso lato, le icone possono fare miracoli -ma per essere precisi, è Dio che opera miracoli attraverso le Icone, perché Egli onora quanti lo hanno onorato. 

4. I cristiani ortodossi adorano le icone? Qual'è la differenza tra "adorazione" e "venerazione"? 

I cristiani ortodossi non adorano le icone nel senso in cui la parola "adorazione" si usa comunemente in italiano. In traduzioni antiche (e in alcune traduzioni più recenti in cui i traduttori insistono a usare questa parola nel senso originale), si trova la parola "adorare" usata per tradurre il verbo greco proskyneo (letteralmente, "prosternarsi"). Nondimeno, bisogna comprendere che tale uso era molto più ampio di quello odierno. Spesso si usava questo verbo per indicare l'atto di onorare, venerare, riverire. Oggi si restringe il temine "adorazione" al senso del termine greco latrìa (che il Settimo Concilio Ecumenico aveva precisamente stabilito come culto che si deve solo a Dio, a differenza della venerazione dovuta ai santi). I cristiani ortodossi venerano le icone, vale a dire, rendono loro rispetto poiché sono oggetti santi, e poiché onorano ciò che le icone raffigurano. Noi non adoriamo le icone più di quanto un patriota non adori la sua bandiera. Il saluto alla bandiera non è esattamente lo stesso tipo di venerazione che diamo alle Icone, ma è proprio un tipo di venerazione. E così come non veneriamo il legno e la vernice, ma piuttosto le persone dipinte nelle Icone, i patrioti non venerano il tessuto e le tinture, ma piuttosto il paese rappresentato dalla bandiera. Queste furono le conclusioni del Settimo Concilio Ecumenico, che stabilì nel proprio Oros (decreto) quanto segue: "Poiché questo è il caso in questione, seguendo il sentiero regale e l'insegnamento divinamente ispirato dei nostri santi Padri e della Tradizione della Chiesa cattolica - poiché sappiamo che essa è ispirata dal Santo Spirito che in essa vive - decidiamo in tutta correttezza e dopo un completo esame che, così come la santa e vivifica Croce, allo stesso modo le sante e preziose Icone dipinte con colori, ornate con piccole pietre o con quant'altro è utile a questo scopo (epitedeios), debbano essere poste nelle sante chiese di Dio, sui vasi e paramenti sacri, su muri e tavole, nelle case e nelle strade, sia che esse siano Icone del nostro Dio e Salvatore, Gesù Cristo, o della nostra intemerata Signora e Sovrana, la santa Madre di Dio, o dei santi angeli e di santi e pii uomini. Ogni volta, infatti, che vediamo le loro rappresentazioni in immagine, siamo condotti, mentre le contempliamo, a rammentare i prototipi, progrediamo nell'amore per loro, e siamo indotti a venerarli ulteriormente baciando le icone e testimoniando la nostra venerazione (proskenesin), non la vera adorazione (latreian) che, secondo la nostra fede, è appropriata solo per l'unica natura divina, ma nello stesso modo in cui veneriamo l'immagine della preziosa e vivifica Croce, il santo Vangelo e gli altri oggetti sacri che onoriamo con incenso e lumi di candela secondo la pia usanza dei nostri antenati. L'onore reso all'immagine va infatti al suo prototipo, e la persona che venera un'Icona venera la persona che vi è rappresentata. Invero, tale è l'insegnamento dei nostri santi Padri e della Tradizione della santa Chiesa cattolica che ha propagato il Vangelo da un capo all'altro della terra." 
Gli ebrei capiscono la differenza tra venerazione e adorazione. Un pio ebreo bacia la Mezuzà sugli stipiti della sua porta, bacia il suo scialle da preghiera prima di indossarlo, bacia i tallenin (filatteri), prima di legarli alla fronte e al braccio. Bacia la Torah prima di leggerla nella Sinagoga. Senza dubbio Cristo fece le stesse cose, quando leggeva le Scritture in Sinagoga. Anche i primi cristiani capivano questa distinzione.

 

(Da notare che in questo, essendo uno dei Concili ai quali partecipò la Chiesa ancora unita, è quanto insegna l'attuale Catechismo Cattolico..)

[Modificato da Credente 21/07/2020 15:36]
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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