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LA CHIESA DI FRONTE AI TOTALITARISMI

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2022 10:55
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24/08/2018 15:29
 
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E Pio XII scrisse: 
«Hai tutto il mio appoggio»
Ma non è tutto. Ci sono anche altri documenti che mostrano e siglano con chiarezza il rapporto di stima e di sintonia tra papa Pacelli e il “Leone di Münster”: la loro corrispondenza. Risulta dai documenti dell’Archivio segreto vaticano che Pio XII indirizzò direttamente a von Galen delle lettere. 
Quattro di queste missive scritte dal Papa in lingua tedesca sono contenute nel secondo volume degli Actes et documents du Saint Siège relatifs à la Seconde guerre mondiale, la monumentale opera in 11 volumi e 12 tomi curata da studiosi gesuiti che raccoglie la documentazione della Segreteria di Stato e dell’Archivio segreto vaticano attinente a quegli anni. Opera che, come è noto, fu voluta da Paolo VI, quando, sul principio degli anni Sessanta, fece aprire anticipatamente la consultazione degli Archivi vaticani in seguito al crescere della leggenda nera costruitasi attorno alla figura del suo predecessore. Le lettere inviate al vescovo di Münster recano queste date: 12 giugno 1940; 16 febbraio 1941; 24 febbraio 1943; 26 marzo 1944. 
In questa corrispondenza Pio XII sottolinea più volte la sua gratitudine, la convergenza di vedute e l’apprezzamento verso l’operato del presule tedesco. Nella lettera del 24 febbraio ’43, ad esempio, nel­l’esprimergli la sua viva «consolazione» ogniqualvolta viene «a conoscenza di una parola chiara e coraggiosa da parte di un vescovo», tiene anche a rassicurarlo del fatto che quei vescovi, che agiscono con «interventi risoluti e coraggiosi a favore della verità e del diritto e contro l’ingiustizia, non arrecano danno alla reputazione del loro popolo all’estero», anzi, «gli sono di giovamento», seppure qualcuno dovesse accusarli del contrario. Pio XII ringrazia inoltre espressamente von Galen per aver «preparato», con le sue lettere pastorali, il terreno al suo Messaggio natalizio del 24 dicembre 1942. Messaggio che il New York Times apprezzò per «le parole chiare in difesa degli ebrei» e per aver «denunciato al mondo la strage di tanti innocenti»; e la cui divulgazione, in Germania, fu considerata dalle alte uniformi del Reich «un crimine contro la sicurezza dello Stato, passibile di pena di morte»22. 
I testi di queste importanti missive (due delle quali, insieme alla lettera a von Preysing, vengono ora presentate all’attenzione dei lettori) non erano mai stati tradotti e pubblicati integralmente in italiano. 
La lunga processione durante i funerali nelle strade di Münster distrutta dai bombardamenti

La lunga processione durante i funerali nelle strade di Münster distrutta dai bombardamenti

E l’importanza di queste lettere è tanto più incisiva quanto più si considera il contesto in cui sono comprese. Le lettere a von Galen, infatti, fanno parte di un corpus di 124 missive indirizzate da Pio XII ai presuli tedeschi nel corso degli anni 1939-1944. Il motivo di questa corrispondenza fu espresso dallo stesso Pio XII ai quattro cardinali di lingua tedesca giunti a Roma nel marzo del ’39 in occasione del conclave che lo elesse Papa. Dopo il conclave, i cardinali prolungarono il loro soggiorno nella Città eterna per esaminare con il nuovo Pontefice la situazione della Chiesa in Germania, situazione che il Papa aveva seguito da vicino, prima come nunzio e poi come segretario di Stato. A loro pertanto così disse: «La questione tedesca è per me la più importante. Mi riservo di trattarla io stesso»23. Pacelli, in via eccezionale, aveva quindi invitato i cardinali, e, attraverso loro, l’episcopato, a scrivergli direttamente. Nella sua prima lettera all’episcopato tedesco del 20 luglio 1939 Pio XII, con animo commosso, rievocò i suoi anni trascorsi in Germania e le relazioni che ancora vi conservava: «... perché questo ci ha permesso di avere oggi, della situazione, delle sofferenze, dei compiti, delle necessità dei cattolici della Germania, quella conoscenza approfondita che sola può nascere dall’esperienza personale diretta e prolungata nel corso di molti anni»24. Con l’inizio della guerra queste relazioni dirette sarebbero divenute ancor più preziose. Invitandoli a scrivergli, il Papa aveva loro mostrato che la nunziatura di Berlino possedeva una via sicura di corrispondenza con Roma. La corrispondenza, che venne mantenuta fino all’ultimo anno di guerra, mostra come i vescovi si servirono ampiamente di questa possibilità che veniva loro straordinariamente offerta di comunicare con il capo della Chiesa, e a lui indirizzarono regolarmente tutte le possibili informazioni, allegando a queste anche le copie dei documenti più importanti. 
Le Lettres de Pie XII aux évêques allemands, documenti noti agli studiosi, restano tuttavia ancora sconosciute ai più. Eppure le dichiarazioni contenute in queste missive sono d’importanza capitale per comprendere non solo la resistenza cattolica in Germania, lo stato di persecuzione sotto il nazismo e la posizione dell’episcopato tedesco troppo spesso a torto considerato filonazista, ma, come spiega il gesuita padre Pierre Blet nel suo Pio XII e la Seconda guerra mondiale negli Archivi vaticani, «costituiscono un documento eccezionale del pensiero di Pio XII, delle sue intenzioni e del suo operato»25. Quell’intento e quel pensiero comuni a chi, senza timore, aveva osato gridare in faccia ai nazisti: «Non posso più avere comunanza di popolo con degli assassini che giustificano l’uccisione di innocenti... Il vostro Dio è il ventre.


NOTE

1 Lettera di Pio XII al vescovo di Berlino, vedi p. 50.
2 Ibidem.
3 Lettres de Pie XII aux évêques allemands, in Actes et documents du Saint Siège relatifs à la Seconde guerre mondiale, Città del Vaticano 1967, vol. II, nota a p. 229.
4 Positio super virtutibus beatificationis et canonizationis servi Dei Clementis Augustini von Galen, vol. I, Summarium, p. 427.
5 C. A. Graf von Galen, Un vescovo indesiderabile. Le grandi prediche di sfida al nazismo, a cura di R. F. Esposito, Padova 1985, p. 47.
6 Le Figaro , 28 luglio 1935.
7 A. Rhodes, Il Vaticano e le dittature .1922-1945, Milano 1973, p. 211.
8 C. A. Graf von Galen, Un vescovo indesiderabile, op. cit., p. 122.
9 Ibidem, p. 122.
10 Positio, op.cit., vol. I, Summarium, p. 418.
11 C. A. Graf von Galen, Un vescovo indesiderabile, op. cit., p. 128.
12 Ibidem, p. 129.
13 Positio, op. cit., vol. I, Summarium, p. 422.
14 Riguardo al rapporto del vescovo di Münster con gli ebrei si veda nelle biografie su von Galen: Max Bierbaum, Nicht Lob nicht Furcht, Münster 1974; Joachim Kuropka, Clemens August Graf von Galen. Neue Forschungen zum Leben und Wirken des Bischofs von Münster, Münster 1992.
15 R. A. Graham, Il “Diritto di uccidere” nel Terzo Reich – Preludio al genocidio, in La Civiltà Cattolica, 15 marzo 1975, vol. I, p. 154.
16 Positio, op. cit., vol. I, Summarium, p. 65.
17 L’Osservatore Romano, 10 luglio 1935.
18 Positio, op. cit., vol. II, Documenta, p. 505.
19 Neue Westfälische Zeitung, 28 dicembre 1945.
20 Positio, op. cit., vol. II, Documenta, p. 507.
21 Die Zeit, 28 m
22 G. Sale, Hitler, la Santa Sede e gli ebrei. Con i documenti dell’Archivio segreto vaticano, Milano 2004, p. 221.
23 Pierre Blet, Pio XII e la Seconda guerra mondiale negli Archivi vaticani, Cinisello Balsamo 1999, p. 81.
24 Ibidem, p. 79.
25 Ibidem, p. 83. 

fonte: http://www.30giorni.it/articoli_id_4169_l1.htmarzo 1946.

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