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Chi garantisce l'origine divina dei Testi sacri e la retta interpretazione?

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2014 08:11
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27/05/2012 17:01
 
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Pontifex.RomaQualcuno pone la seguente domanda:
"Da un punto di vista puramente oggettivo, questi emendamenti, se non fossero stati emanati da un'entità superiore, ma da un uomo comune, non sarebbero stati forse tacciati di razzismo, violenza, lesione della libertà altrui, di sopruso e prevaricazione dell'individuo? Più uomini nel corso della storia hanno tentato di imporre i loro ideali lesivi della libertà della persona, e sappiamo bene la fine che han fatto?" -  
Anche questa domanda è sentita e risentita; è la tipica domanda, purtroppo sempre più spesso posta sotto forma di affermazione, detta da coloro i quali vogliono individuare nella Chiesa un nemico da contrastare. E' la cosiddetta catto fobia che produce queste considerazioni sbagliate e che, in palese violazione anche della Costituzione, tende a discriminare chi ha fede e chi è timorato di Dio. Non so, in particolare, a quali emendamenti ti riferisci, ma suppongo che siano le regole date nell’Antico Testamento. Ebbene, deve essere chiaro che in quei tempi non esisteva lo stato, il ministero dell’interno, le forze dell’ordine, ecc … A quel tempo il Patriarca era capo anche politico della popolazione, e come tale era responsabile anche dell’ordine pubblico, dei provvedimenti disciplinari, delle pene correttive, ecc …

COME TALE, dunque, emanava anche norme di condotta, di ordine e giustizia, ed anche pene per i contravventori.

Nella storia, con l'evolversi dei tempi, è nata la giurisprudenza; la giustizia è stata affidata ai cosiddetti "laici" e, la stessa Chiesa in cammino nel mondo, ma non con il mondo, ha santamente deciso di operare principalmente nell'ambito della spiritualità.

Ai tempi dei Patriarchi, il furto veniva punito anche corporalmente con la legge dei profeti, oggi diversamente, il ladro è giudicato da un tribunale civile, tuttavia se dovesse "farla franca", sarà Dio a commisurare la giusta condanna al momento del Giudizio particolare.

Sempre lo stesso utente pone un altro interrogativo: "In definitiva, sono un fermo sostenitore che la Parola di Dio Signore dev'essere accettata in ogni sua singola forma e parola, sia questo Antico o Nuovo Testamento o Vangelo, per esservi fedele ed evitare diatribe sulla base delle differenze interpretative. Perché se tali Scritture sono passibili di interpretazione, anch'io posso porvi la mia personale interpretazione in quanto quella "ufficiale" data dalla Chiesa Cattolica è stata frutto dell'intelletto umano, e non della volontà Divina, indi per cui io, in veste di umano pensante, ho, a queste condizioni, pieno diritto di interpretarla, oppure no?"

La risposta e la verità e nello stesso contrario ... E' se la leggi “tu” che la interpreti a testa tua, così come me, così come qualsiasi altro uomo. In realtà, il “cristiano” non cattolico, che legge la scrittura, fa la stessa cosa che fa la Chiesa Cattolica. Critica la Chiesa Cattolica, ma fa la stessa cosa!

Solo che nel suo caso OGNI SINGOLO CREDENTE che legge la Scrittura è come una piccola “chiesa cattolica” che la sta leggendo in modo infallibile. E’ come un piccolo “Papa infallibile”.

I “cristiani” non cattolici si scandalizzano di UNA Chiesa Cattolica, ma poi hanno milioni di “piccole chiese cattoliche” infallibili, ovvero quante sono le indipendenti teste dei loro membri.

Si scandalizzano di un Papa, Vicario di Cristo, ma poi hanno milioni di "papi", che leggono ed interpretano la Scrittura, quanti sono cioè i loro membri.

Inoltre, ripeto e ribadisco, neppure sanno il PERCHE’ credono nella Scrittura, dato che se non vi fosse l’autorità dell’istituzione divina della Chiesa Cattolica che conferma quale è la Scrittura divina, non avrebbero certezze neppure in questo senso.

Ti ho fatto anche qualche esempio di versetti. E’ inevitabile interpretare la Scrittura: sia che la interpreti secondo la Chiesa Cattolica, sia che la interpreti secondo un altro autore o secondo il tuo proprio giudizio. TUTTI la interpretano in qualche modo, nessuno escluso.

Dunque, devi solo scegliere a quale interpretazione credere: a quella dell’istituzione - divina -immutabile, la Chiesa Cattolica, oppure a quella della tua testa, o di qualsiasi altra testa di cristiano non cattolico (o di cristiano che dice di essere cattolico ma in realtà non lo è perché non crede in qualche punto della fede cattolica ufficiale).

In veste di umano pensante hai la possibilità di interpretarla, ma in tal caso sappi che puoi sbagliare, perché sei un uomo, non un Dio, e neppure sei un'istituzione divina. Questo vale anche per me e per chiunque altro.

Dice Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Dottore della Chiesa (Verità della Fede, Parte III, Cap. VI, §2.4):

[...] come si prova quale sia il vero senso delle scritture? Dice s. Girolamo che il vangelo, o sia la legge del vangelo non è nelle parole delle scritture, ma nel vero senso di quelle: Non putemus in verbis scripturarum esse evangelium, sed in sensu... Interpretatione enim perversa de evangelio Christi fit hominis evangelium, aut quod peius est, diaboli. Così le parole Pater maior me est (Ioan. 10. 28), come le intende un cattolico, sono parole di Dio; ma come le intende un ariano, sono parole d'un eretico [...]

[...] Né gli eretici secondo i loro principj possono mai provare che abbiano il vero senso della scrittura. Non possono provarlo per mezzo della stessa scrittura, perché, siccome si è detto, la scrittura in molto luoghi è oscura, né in altri luoghi si spiega; e così come un testo può essere giudice dello stesso testo?

Non possono neppure provarlo per lo spirito interno, perché questo spirito è di ciascun uomo privato, il quale può ingannarsi. Non dicono i novatori che la chiesa romana dopo il quinto secolo si è ingannata con tanti uomini dotti suoi seguaci, e così ha corrotta la fede? E come poi ciascun uomo privato non può ingannarsi?

Ma a rispetto di questo spirito privato vediamo che ne dicono questi maestri di fede. Lutero nega tanti libri della scrittura: Giobbe, l'ecclesiaste ed altri riferiti di sopra: Calvino all'incontro gli ammette per veri e divini. Ambedue questi eresiarchi, come dicono i loro seguaci, sono stati messi illuminati da Dio, ambedue hanno avuta la luce interna dallo Spirito santo. A chi dei due dobbiamo noi credere? Di più le parole dell'eucaristia: Hoc est corpus meum, Lutero le intende realmente del corpo di Gesù Cristo; ma Zuinglio e Calvino le intendono figuratamente: Sicché quello che l'uno tiene per fede, gli altri condannano per idolatria. Mi dicano chi di loro dice la verità?

Posto ciò si vede che i riformati non hanno, né possono aver regola certa di fede; poiché non hanno giudice infallibile che decida le controversie. E qual è questo giudice infallibile? È la chiesa. Vediamolo [...]

[...] Dicono gli eretici non esser necessario che ogni cosa sia espressa nella scrittura, ma bastare che sia dedotta da quella per legittima conseguenza senza che siamo tenuti ad ammettere le tradizioni. Ma si risponde che la conseguenza dedotta dalla divina parola non è già parola divina, ma parola umana; mentr'è dedotta dall'intelletto umano, il quale è soggetto a fallire. Oltreché per trarre dalla scrittura una legittima e certa conseguenza, dovremmo esser certi del senso di quella; ma questa certezza non può aversi senza la dichiarazione della chiesa, per mezzo della quale Iddio ci parla più chiaramente, che per mezzo della scrittura; giacché egli con segni molto più evidenti ci ha renduti certi della verità della chiesa, che dell'esistenza delle scritture.

NB: all' "interno" della Chiesa stessa vi sono molti saccenti biblisti e teologi che forniscono stravaganti interpretazioni della Scrittura, non conformi alla tradizione e, molte volte, eretiche. La nostra certezza, quella dell'inerranza e della retta interpretazione, è data dal consenso unanime dei Padri. Chi si discosta dalla retta ed ortodossa interpretazione, così come ben spiegata nel Magistero, pur essendo "incardinato" nella Chiesa cattolica, si dimostra disubbidiente.

Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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