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DIFENDERE LA VITA DAL CONCEPIMENTO

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2024 17:07
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24/08/2012 18:08
 
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Veneto: vittoria pro-life contro l’oscurantismo femminista

La donna che intende abortire non deve essere informata, la sua non deve essere una scelta responsabile, nessuno le deve parlarle dei rischi e delle conseguenze del suo gesto, l’aborto non valimitato o scoraggiato, la Legge 194 non va applicata anche laddove parla di “prevenzione dell’aborto volontario”, non si devono trovare delle alternative ma deve rimanere l’unica soluzione per ogni tipo di problema, sia esso finanziario o di semplice timore della madre per un cambiamento di vita. La donna va lasciata sola con il suo problema, offrendole sempre l’aborto come unica e semplice soluzione.

Questo è il pensiero di certo femminismo moderno (ne esistono anche versioni sane,anche qui), di coloro che impediscono ai volontari del Movimento per la Vita di entrare nei consultori per tentare di prevenire l’aborto come chiede la Legge 194, offrendo un aiuto economico alle donne in difficoltà e affrontando assieme a loro i problemi che le hanno orientate verso l’interruzione di gravidanza (il 90% degli aborti si potrebbe evitare facilmente con iniziative politiche). La richiesta di poter aiutare le donne a trovare unaalternativa alla soppressione della vita umana che portano nel grembo è vista dallefemministe (non c’è un movimento moderno più nemico della donna di quello femminista,come abbiamo già fatto notare) di “Sinistra ecologia e libertà” come una “caccia alle streghe”.

Con gioia, allora, si apprende la notizia che il Consiglio regionale del Veneto ha votato con una maggioranza trasversale al Pdl, al Pd e alla Lega Nord una legge che assicura a tutte le associazioni legalmente riconosciute la possibilità di fare informazione nelle strutture sanitarie e sociosanitarie della regione su questioni etiche e tematiche riguardanti la vita, garantendo a tutte «pari opportunità di comunicazione». È la conclusione di una complessa vicenda che ha avuto inizio ancora nel 2004 con la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare – oltre 20mila le firmeraccolte dal Movimento per la vita e dai volontari dei centri di aiuto per la vita – per«regolamentare le iniziative mirate all’informazione sulle possibili alternative all’aborto»autorizzando l’esposizione di materiale informativo e l’azione divulgativo dei volontari pro- life nelle strutture sanitarie e nei consultori.

La proposta, inizialmente bocciata, è stata modificata e approvata anche se è rimasta differente dall’originale. «Non è quello che chiedevamo, però è un primo passo importante lungo la strada dell’informazione perché fino ad oggi non disponevamo neppure di questa opportunità», ha commentato il presidente regionale del Movimento per la Vita, Guido De Candia.

L’oscurantismo femminista è stato ridimensionato in Veneto, dopo il Piemonte, e la Legge 194 potrà essere applicata tentando di prevenire l’aborto, le donne potranno davvero essere informate, se lo vorranno, e sopratutto aiutate e sostenute a trovare una soluzione migliore per i loro problemi.

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