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CRISTO UNICO MEDIATORE, MAESTRO, CAPO, SACERDOTE

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2022 18:53
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09/05/2012 12:00
 
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Nella Scrittura troviamo tante espressioni perentorie come quelle che seguono:

Matteo 23,9-10

E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 

 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.

oppure:

1Ti 2,5
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù

Eb 10,21
avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio,
22 accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede

Ricorre spesso la domanda: "Perchè i cattolici attribuiscono anche ad altri gli stessi termini?"
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09/05/2012 12:07
 
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Per rispondere occorre riferirsi alla stessa Bibbia.
Infatti nello stesso Nuovo Testamento, troviamo che tali titoli sono riferiti anche ad altre persone, mentre sembrava che la Scrittura lo escludesse perentoriamente.

Troviamo infatti:

da 1 Cor.12,28

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri;

 

da Efes. 4,11

E` lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo.

 

da 1 Timoteo 2

Sono stato fatto banditore e apostolo dico la verità, non mentisco, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

E' chiaro dai testi sopra citati che il termine "maestro" era comunemente attribuito a degli uomini da parte degli apostoli stessinonostante Gesù avesse detto di non chiamare nessuno in tal modo.

 

Ma non basta, leggiamo ancora che anche il termine "padre" era ugualmente attribuito dagli apostoli non soltanto a Dio ma anche a determinati uomini;

1 Cor.4,15

Potreste infatti avere anche, diecimila maestri in Cristo, ma non certo molti padri, perché‚ sono io che vi ho generato in Cristo Gesù , mediante il vangelo.

In tale testo S.Paolo addita se stesso quale "padre" spirituale dei Corinti senza nessuna possibilità di fraintendimento.

Pertanto chi pensava che la Scrittura escludesse perentoriamente l'uso dei titoli Padre o Maestro, ora con la stessa Scrittura deve sapere che tale esclusione esiste solo se si volesse attribuire a tali titoli, dati a taluni credenti, un senso assoluto ed esclusivo, cosa che invece si addice solo a Cristo.

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09/05/2012 12:10
 
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In Matt.5,45 troviamo ancora:

perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Come mai Gesù stesso chiama buoni e giusti taluni uomini se altrove aveva detto che non vi è nessuno buono ? (Mc.10,18)

E  vi era anche un salmo che diceva che non vi è neppure un giusto.(Rom.3,12)

In che senso allora, alcuni sono buoni e giusti?

e QUANTE VOLTE TROVIAMO IL TERMINE "SANTO" ATTRIBUITO AD UOMINI, mentre dovrebbe essere riferito unicamente a Dio? (Apoc.15,4)


In Ebrei 8,3 Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire. 4Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge. 5Questi (sacerdoti) però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti.

Il termine sacerdote viene comunemente usato anche oggi, mentre solo Cristo dovrebbe essere chiamato sacerdote.


1Giovanni 3

1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!

Solo Cristo è il FIGLIO DI DIO eppure anche noi veniamo chiamati tali dalla Scrittura. Come mai?


1 Cor 11,3 dice:

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo.

Eppure il termine "capo" viene attribuito anche a certi uomini come ad esempio in efes.5, 23 il marito infatti è capo della moglie... oppure a rappresentanti del popolo...

Come mai ?


Cristo solo è la Roccia (Sal.62,7), ma ha chiamato Roccia anche Pietro (Tu sei Roccia Mt.16,18)).

 

Qual'è allora la deduzione logica di tutte queste apparenti contraddizioni di termini che si può trarre dalla Scrittura? Vediamola:

 

Cristo è ROCCIA, FIGLIO DI DIO, SACERDOTE, SANTO, BUONO, GIUSTO, CAPO, MAESTRO, MEDIATORE ecc..... PER ESSENZA PROPRIA, IN SENSO ASSOLUTO, mentre taluni uomini lo possono diventare il senso DERIVATO DA CRISTOPER PARTECIPAZIONE, IN FUNZIONE DI LUI, in virtù dei suoi meriti infiniti che ha guadagnato a nostro favore.

Ecco dunque quindi perchè si attribuiscono quei termini anche agli uomini che agiscono in nome e per conto di Cristo come facenti le sue funzioni, alcuni come sacerdoti, altri come maestri e padri, altri come capi, altri come santi oppure ancora come intercessori: sempre e solo grazie al fondamento che è e resta solo CRISTOsenza del quale nessuna di quelle funzioni avrebbe senso nè motivo di essere, nè alcun fondamento.

Occorre dunque ben discernere nella Scrittura l'uso dei termini in  senso assoluto da quelli di senso relativo.

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09/05/2012 12:13
 
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Ora potranno risultarci più chiare i seguenti paragrafi del CATECHISMO a proposito dell'uso scritturale del termine UNICO MEDIATORE attribuito a Cristo:

618 La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo "mediatore tra Dio e gli uomini" ( 1Tm 2,5 ). Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, "si è unito in certo modo ad ogni uomo", [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] egli offre "a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, [Cf Mt 16,24 ] poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [Cf 1Pt 2,21 ]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Cf Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24 ]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Cf Lc 2,35 ].

2634 L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico Intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori [Cf Rm 8,34; 1Tm 2,5-8; 1Gv 2,1 ]. Egli "può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore" ( Eb 7,25 ). Lo Spirito Santo stesso "intercede per noi" e la sua intercessione "per i credenti" è "secondo i disegni di Dio" ( Rm 8,26-27 ).

2635 Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo "il proprio interesse, ma anche quello degli altri" ( Fil 2,4 ), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [Cf Stefano che prega per i suoi uccisori, come Gesù: cf At 7,60; Lc 23,28; Lc 23,34 ].

Da quanto espresso nel Catechismo ne consegue che Cristo è il MEDIATORE ed INTERCESSORE in senso proprio ed assoluto; gli uomini possono esserlo in relazione a Lui, in riferimento a Lui; allo stesso modo che il tralcio porta il suo frutto quando è UNITO alla vite, senza del quale, da se stesso, non può far nulla.

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18/05/2012 08:44
 
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Ci si chiede dove vanno a finire dopo la morte terrena le anime ritenute sante dalla Chiesa cattolica, e come fanno ad intercedere presso Dio per noi che siamo sulla terra.


Cercando nella Scrittura troviamo:
FILIP.1,21 PER ME VIVERE E’CRISTO E MORIRE UN GUADAGNO. SONO ALLE STRETTE TRA DUE COSE: IL DESIDERIO DI ESSERE SCIOLTO DAL CORPO…

2 COR. 5,1-10 QUANDO SARA’DISFATTO QUESTO CORPO,,,RICEVEREMO DA DIO UNA DIMORA ETERNA NEI CIELI. QUANTI SIAMO IN QUESTO CORPO SOSPIRIAMO…
Paolo non vede l'ora di essere sciolto dal corpo per avede da Dio la dimora nei cieli.
EFES.4,8 (GESU’) ASCENDENDO IN ALTO CONDUSSE CON SE’ UNA FOLLA DI PRIGIONIERI.
EB.12,23 VOI VI SIETE ACCOSTATI ALLA GERUSALEMME CELESTE… E AGLI SPIRITI DEI GIUSTI GIUNTI ALLA PERFEZIONE…
Questo testo indica, che noi viventi ci siamo avvicinati spiritualmente, in comunione con loro, a tutti quelli che abitano la Gerusalemme celeste, tra cui troviamo anche gli spiriti dei giusti.
Apoc.6,11 Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco.
Un autorevole commento di Wikenhauser al brano citato dove si dice che le anime dei martiri si trovano sotto l'altare (e che secondo la tua interpretazione indica la terra), dice testualmente: "come risposta alla loro invocazione, i martiri, ricevono un abito candido, cioè il dono della vita eterna, il segno dell'appartenenza al cielo.

La Scrittura dunque ci fa conoscere che i giusti, dopo la morte sono presso Dio. A noi basta sapere questo , dal momento che è impossibile fare una descrizione del luogo.
Paolo infatti parlando del terzo cielo, dove fu rapito riferisce in 2 Cor.12,2...Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. 3E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - 4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.

Cerchiamo di indagare ora sulla preghiera dei giusti:

Apocalisse 8
1Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz'ora. 2Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe.
3Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono. 4E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. 5Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.

Le preghiere dei santi, tanto di quelli che sono sulla terra, quanto di quelli che non sono più in vita, sono ben accetti a Dio.

Giac.5,16 ...pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.
Nella vita presente non esitiamo molte volte a raccomandare a qualcuno: prega per me! Perchè non possiamo farlo anche con i giusti che vivono sicuramente presso Dio e ai quali noi ci siamo "accostati" secondo Eb.12.33?

Vediamo quale considerazione avevano certi uomini:
Atti 5,14 Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore 15fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro.

Atti 19,11 Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, 12al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.
Appare molto strano nella Scrittura che la venerazione e la considerazione per gli apostoli raggiunga il punto da ritenere che anche qualcosa della loro persona, sia utile per essere risanati.
Secondo il comune modo di vedere da parte dei non cattolici, sarebbe stato necessario che gli apostoli avessero dovuto sconsigliare, anzi proibire queste manifestazioni assimilabili a pratiche superstiziose intorno alla loro persona ed addirittura a degli oggetti appartenenti ad essi.
MA NON LO HANNO FATTO !!! CI SI DEVE CHIEDERE: COME MAI?


Anche nel V.T. troviamo alcuni spunti di questa convinzione circa il potere accordato da Dio a taluni uomini per mezzo della loro preghiera di intercessione:

leggiamo questo brano significativo di GEREMIA 42,1

Tutti i capi delle bande armate e Giovanni figlio
di Kareca, e Azaria figlio di Osaia e tutto il popolo, dai piccoli
ai grandi, si presentarono 2al profeta Geremia e gli dissero: Ti
sia gradita la nostra supplica! Prega per noi il Signore tuo Dio,
in favore di tutto questo residuo di popolazione, perchè‚ noi siamo
rimasti in pochi dopo essere stati molti, come vedi con i tuoi
occhi. 3Il Signore tuo Dio ci indichi la via per la quale dobbiamo
andare e che cosa dobbiamo fare. 4Il profeta Geremia rispose loro:
Comprendo! Ecco, pregherò il Signore vostro Dio secondo le vostre
parole...

Si pensi ancora ad esempio alla supplica di Abramo per scongiurare la fine di Sodoma, si pensi a Mose che intercedeva per il suo popolo infedele

Vediamo cosa si pensava di questo argomento da parte dei cristiani dei primi secoli, ce lo riferisce Agostino nel suo libro 22 della Città di Dio:
8. 10. V’era l’anziano Fiorenzo della nostra Ippona, uomo devoto e povero che si sostentava col mestiere di rammendatore. Aveva perduto il ferraiuolo e non aveva denaro per ricomprarlo. Nella cappella dei Venti Martiri, la cui devozione è molto diffusa nel nostro popolo 37 , pregò a voce alta per avere roba da indossare. L’udirono alcuni ragazzi che per caso si trovavano là a deriderlo, e mentre si allontanava, lo seguivano prendendolo in giro come se dai martiri avesse chiesto cinquanta spiccioli per comprarsi un vestito. Ma egli camminando in silenzio vide un grosso pesce fuori dell’acqua che guizzava sulla spiaggia e col benevolo aiuto di quei ragazzi lo catturò e, denunziando quel che era avvenuto, lo vendette per trecento spiccioli a un cuoco, di nome Cattoso, buon cristiano, per la cottura adatta a conservare. Contava di acquistare con quel denaro la lana affinché la moglie, secondo la propria abilità, eseguisse per lui qualche capo da indossare. Ma il cuoco, spaccando il pesce, trovò nello stomaco un anello d’oro e subito, mosso da compassione e intimorito da un senso religioso, lo restituì all’uomo dicendo: "Ecco come i Venti Martiri ti hanno fatto avere un vestito".
Per intercessione di santo Stefano guarigione di una cieca...
8. 11. Dal vescovo Preietto veniva portata alle Acque Tibilitane una reliquia del gloriosissimo martire Stefano in mezzo a una grande folla che accompagnava e veniva incontro. In quell’occasione una cieca pregò di essere guidata al vescovo, offrì i fiori che portava, li riprese, li avvicinò agli occhi e istantaneamente vide. Nello sbalordimento dei presenti procedeva a passo di danza, percorrendo la via senza più chiedere la guida.
... del vescovo Lucillo da fistola.
8. 12. La reliquia è stata riposta nella cittadella di Siniti che è vicina alla colonia d’Ippona. Lucillo, vescovo della medesima località, la portava in processione in mezzo al popolo che precedeva e seguiva. Una fistola, che lo affliggeva da molto tempo e che attendeva l’intervento di un medico, suo grande amico, all’improvviso fu guarita nel trasporto di quel sacro peso; difatti in seguito non la riscontrò più nel suo corpo.
Santo Stefano e la risurrezione del sacerdote Eucario...
8. 13. Eucario è un sacerdote proveniente dalla Spagna e risiede a Calama. Da tempo era afflitto da calcolosi; fu guarito mediante la reliquia del martire Stefano che il vescovo Possidio trasportò dove abitava. Il medesimo sacerdote fu colpito da un male molto grave e giaceva come morto sicché gli stavano già legando i pollici. Egli risuscitò per l’intercessione del martire suddetto quando gli fu riportata a casa, dal luogo ove era la reliquia del santo, la tunica e posta sopra il suo corpo disteso.
.....
Se infatti volessi soltanto riferire, per non parlare degli altri, i miracoli delle guarigioni che per l’intercessione di questo martire, cioè del glorioso Stefano, sono avvenuti nella colonia di Calama e nella nostra, ci sarebbe da compilare moltissimi libri. Tuttavia non potranno essere messi insieme tutti, ma soltanto quelli sui quali sono state consegnate le redazioni per essere lette nelle adunanze. Abbiamo desiderato che questo avvenisse quando abbiamo notato che segni, eguali agli antichi, della potenza di Dio sono in gran numero anche ai nostri tempi e che non debbono andare perduti per la conoscenza di molti.
I miracoli testimonianza della vita eterna.
9. Che cosa dimostrano i miracoli se non la fede con cui si annunzia che Cristo è risorto nella carne ed è salito al cielo con la carne? I martiri stessi furono martiri di questa fede, cioè testimoni di questa fede. Offrendo la testimonianza di questa fede sopportarono con coraggio un mondo assai nemico e crudele e lo vinsero non con la resistenza ma con la morte. Per questa fede sono morti coloro che dal Signore possono ottenere miracoli poiché sono stati uccisi per il suo nome. Per questa fede si rivelò la loro ammirevole sopportazione del male, affinché con i miracoli seguisse il grande dominio sul male. Se infatti la risurrezione della carne per l’eternità o non ha preceduto in Cristo o non avverrà come è preannunziata da Cristo o come è stata preannunziata dai Profeti, dai quali il Cristo è stato preannunziato, non si spiegherebbe perché abbiano tanto potere i morti che sono stati uccisi per quella fede con cui si annunzia la futura risurrezione. Infatti Dio da se stesso può compiere i miracoli nell’ammirabile modo con cui nell’eternità opera le realtà nel tempo, ovvero li compie mediante i suoi ministri; e quelli che compie mediante i suoi ministri può compierli mediante le anime dei martiri, come mediante uomini ancora in vita, ovvero mediante gli angeli, ai quali ordina fuori del tempo, fuori dello spazio, fuori del divenire, sicché i miracoli, che si dicono compiuti mediante i martiri, sono compiuti perché essi pregano e intercedono, non perché li operano. Però tanto gli uni in un modo come gli altri in un altro, che in nessun modo si possono comprendere dai mortali, dimostrano quella fede, in cui si annunzia la risurrezione della carne nell’eternità.
Relativo il culto dei martiri.
10. A questo punto i pagani diranno che anche i loro dèi hanno compiuto alcuni fatti ammirevoli. Bene, ciò significa che cominciano a confrontare i loro dèi con gli uomini morti di noi cristiani. Ovvero vorranno dire forse che anche essi hanno dèi desunti da uomini morti, come Ercole e Romolo, e molti altri che suppongono accolti nel numero degli dèi? Ma per noi i martiri non sono dèi perché riconosciamo un unico Dio nostro e dei martiri. E tuttavia i miracoli, che si dicono compiuti nei loro templi, in nessun modo si devono confrontare con i miracoli che si compiono nei luoghi consacrati ai nostri martiri. E se alcuni sembrano simili, come i maghi del faraone sono stati superati da Mosè 44 , così i loro dèi sono superati dai nostri martiri. Quelli li compirono i demoni con la presunzione di un’infame superbia con cui vollero essere i loro dèi; compiono invece questi miracoli i martiri, o meglio Dio mediante la loro intercessione e preghiera, affinché se ne avvantaggi la fede, con cui crediamo che essi non sono i nostri dèi, ma che hanno in comune con noi un solo Dio. Poi i pagani a simili dèi hanno costruito templi, eretto altari, istituito sacerdoti e offerto sacrifici. Noi invece ai nostri martiri fabbrichiamo non templi come a dèi, ma monumenti sepolcrali come ad uomini, la cui anima vive presso Dio e in essi non erigiamo altari per offrirvi sacrifici ai martiri, ma all’unico Dio dei martiri e nostro. E durante il sacrificio sono nominati secondo il proprio ruolo e ordine, come uomini di Dio che hanno vinto il mondo nel rendere testimonianza, ma non a loro è rivolta la preghiera del sacerdote che offre il sacrificio. E sebbene offra nel luogo a loro consacrato, offre il sacrificio a Dio, non a loro perché è sacerdote di Dio, non loro. E il sacrificio stesso è il corpo di Cristo che non si offre a loro, perché lo sono anche essi. A quali operatori di miracoli si deve dunque preferibilmente credere? A quelli che vogliono essere considerati dèi da coloro per cui li compiono, ovvero a quelli che compiono tutto ciò che di miracoloso compiono, affinché si creda in Dio che è anche il Cristo? A coloro i quali hanno voluto che perfino i propri delitti fossero oggetto di culto, ovvero a quelli i quali vogliono che neanche le loro opere lodevoli siano oggetto di culto, ma il tutto, per cui meritano veramente la lode, si volga a gloria di colui in cui meritano la lode? Difatti nel Signore meritano lode le loro anime 45 . Crediamo dunque a coloro e che annunziano delle verità e che compiono dei miracoli. Per annunziare le verità hanno sofferto la morte e per questo possono compiere miracoli. Fra quelle verità la principale è che Cristo è risorto dalla morte e per primo ha mostrato nella sua carne l’immortalità della risurrezione e ha promesso che essa si realizzerà in noi o al principio di un mondo nuovo o alla fine di questo.
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18/05/2012 08:51
 
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Nel "Martirio di Policarpo" scritto dai primissimi cristiani della prima ora, contemporanea a Giovanni Apostolo di cui Policarpo era discepolo, si dice:

"potemmo raccogliere le sue ossa, più preziose delle gemme e le collocammo in luogo conveniente. Ormai, per quanto ci sarà possibile ci raduneremo nella gioia e nella allegrezza per celebrare il giorno natalizio del suo martirio". (ivi, 18). Più tardi la Chiesa locale ebbe uguale attenzione per i suoi testimoni, gli asceti, i monaci e le vergini. Dopo la morte di Antonio e Flaviano, i monaci celebravano la festa e la memoria del giorno della loro morte. Gli amici di Dio erano venerati e onorati nelle chiese locali in cui essi avevano mostrato le loro opere che li avevano accompagnati. Perchè se essi sono già attorno a Dio nel cielo come nube festosa, sono là attivamente presenti non pregano forse gridando "fino a quando", come ci testimonia l'Apocalisse 6,10?

 

La lode degli eletti, evocata nell'Apocalisse, è fatta di parole di preghiera: "allora tutti gli Angeli che stavano attorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli Amen" (ivi, 7,11-12). Con la preghiera dei Santi del cielo unita a quella dei Santi della terra è offerta a Dio in cielo "la preghiera di tutti i Santi"; "Poi venne un'altro Angelo e si fermò all'altare, reggendo un'incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi, perchè li offrisse insieme con le preghiere di tutti i Santi, bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono" Ap 8,3. La preghiera dei Santi infatti è l'espressione della loro comunione con il Cristo.

 

I Padri già affermavano, con Girolamo: "Se gli Apostoli e i martiri hanno potuto pregare per gli altri quando erano ancora nei loro corpi, quanto più ora che sono incoronati, vittoriosi, trionfanti" (contro Vigilanzio, 6).

 

La preghiera dei morti in Cristo confessata dalla Chiesa non è quindi una ipotesi arricchita. La preghiera sulla terra trova continuità nella preghiera del cielo, nella liturgia celeste che la nube festiva celebra con Dio.

 

I viventi in Cristo sono consapevoli di quanto Dio fa loro conoscere degli avvenimenti terreni. Lo dimostra la parola stessa di Gesù che afferma in Luca 15,7:

Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

E in Ebrei 12, 22 troviamo:

Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa 23e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, 24al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.

 

Vi è dunque un interscambio di preghiere tra tutti coloro che formano l'unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa: sia quella di coloro che vivono sulla terra che quella di coloro che ormai vivono presso il Signore. Il fatto che Cristo sia "l'unico Mediatore" in senso assoluto non elimina il fatto che i suoi fedeli, proprio fondandosi sulla sua esclusiva mediazione, possano e debbano pregare gli uni per gli altri.

 

 

 

Nel "Martirio di Policarpo" scritto dai primissimi cristiani della prima ora, contemporanea a Giovanni Apostolo di cui Policarpo era discepolo, si dice:

"potemmo raccogliere le sue ossa, più preziose delle gemme e le collocammo in luogo conveniente. Ormai, per quanto ci sarà possibile ci raduneremo nella gioia e nella allegrezza per celebrare il giorno natalizio del suo martirio". (ivi, 18). Più tardi la Chiesa locale ebbe uguale attenzione per i suoi testimoni, gli asceti, i monaci e le vergini. Dopo la morte di Antonio e Flaviano, i monaci celebravano la festa e la memoria del giorno della loro morte. Gli amici di Dio erano venerati e onorati nelle chiese locali in cui essi avevano mostrato le loro opere che li avevano accompagnati. Perchè se essi sono già attorno a Dio nel cielo come nube festosa, sono là attivamente presenti non pregano forse gridando "fino a quando", come ci testimonia l'Apocalisse 6,10?

 

La lode degli eletti, evocata nell'Apocalisse, è fatta di parole di preghiera: "allora tutti gli Angeli che stavano attorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli Amen" (ivi, 7,11-12). Con la preghiera dei Santi del cielo unita a quella dei Santi della terra è offerta a Dio in cielo "la preghiera di tutti i Santi"; "Poi venne un'altro Angelo e si fermò all'altare, reggendo un'incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi, perchè li offrisse insieme con le preghiere di tutti i Santi, bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono" Ap 8,3. La preghiera dei Santi infatti è l'espressione della loro comunione con il Cristo.

 

I Padri già affermavano, con Girolamo: "Se gli Apostoli e i martiri hanno potuto pregare per gli altri quando erano ancora nei loro corpi, quanto più ora che sono incoronati, vittoriosi, trionfanti" (contro Vigilanzio, 6).

 

La preghiera dei morti in Cristo confessata dalla Chiesa non è quindi una ipotesi arricchita. La preghiera sulla terra trova continuità nella preghiera del cielo, nella liturgia celeste che la nube festiva celebra con Dio.

 

I viventi in Cristo sono consapevoli di quanto Dio fa loro conoscere degli avvenimenti terreni. Lo dimostra la parola stessa di Gesù che afferma in Luca 15,7:

Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

E in Ebrei 12, 22 troviamo:

Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa 23e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, 24al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.

 

Vi è dunque un interscambio di preghiere tra tutti coloro che formano l'unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa: sia quella di coloro che vivono sulla terra che quella di coloro che ormai vivono presso il Signore. Il fatto che Cristo sia "l'unico Mediatore" in senso assoluto non elimina il fatto che i suoi fedeli, proprio fondandosi sulla sua esclusiva mediazione, possano e debbano pregare gli uni per gli altri.

  

Nei graffiti di S. Sebastiano in Roma, in data 9 Agosto 260, i cristiani testimoniano la loro fede nell'intercessione dei Santi. "Paolo e Pietro pregate per Nativo nell'eternità".

 Nei graffiti di S. Sebastiano in Roma, in data 9 Agosto 260, i cristiani testimoniano la loro fede nell'intercessione dei Santi. "Paolo e Pietro pregate per Nativo nell'eternità".

Così sono nate le invocazioni dei santi, che hanno trovato nella chiesa cattolica la formula litanica "prega per noi".
Tuttavia la preghiera dei Santi non può essere una istanza straordinaria sollecitata da noi, come se l'intercessione di Cristo facesse difetto. I Santi li raggiungiamo solo in Cristo, unico mediatore: solo in Cristo, capo del corpo formato da tutti i Santi del cielo e della terra.

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25/02/2022 18:53
 
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Mediatore significa che sta in mezzo tra noi e il Padre, e cioè per INTERCEDERE. In tal senso anche lo Spirito Santo INTERCEDE per noi, come riporta chiaramente Romani 8,26 , ma non solo. Anche a ciascun cristiano viene chiesto di pregare gli uni per gli altri come raccomanda Giacomo 5,16. e quindi di INTERCEDERE. --Ed allora in cosa invece si distingue la MEDIAZIONE di Gesù da quella degli altri? In che cosa è del tutto UNICA? Proprio nel fatto che solo Gesù, col suo sangue, ha reso possibile ogni altra mediazione. Nessuna preghiera avrebbe avuto effetto se Gesù , col suo sacrificio, non avesse riaperta la porta di comunicazione tra Dio e noi. --- Pertanto ogni cristiano è "mediatore" perchè può pregare intercedendo per gli altri, facendo affidamento in Cristo. Ed a maggior ragione lo possono fare coloro che si sono sforzati di rimanere in comunione col Signore. Ecco perchè dice Giacomo 5,16 che molto può la preghiera del giusto fatta con insistenza. --- Occorre dunque distinguere che Gesù è Mediatore in senso assoluto, mentre tutti gli altri lo sono in rapporto a Lui.
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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