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L'ANTICRISTO E IL RITORNO DI CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2019 11:07
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19/04/2012 23:36
 
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Qui habet aurem, audiat quid Spiritus dicat ecclesiis: Qui vicerit, non laedetur a morte secunda. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte. (Ap.2,11) - Nostro Signore Gesù Cristo, pur attestando che "quanto all'ora e al giorno nessuno lo sa" - "Vigilate ergo, quia nescitis qua die Dominus vester venturus sit. / Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Mt.24,42), ci ha rivelato i segni precursori evidenti del Suo ritorno, ci invita a guardare i "segni dei tempi", ma senza dare importanza al "giorno o all'ora" quanto, piuttosto, essere sempre pronti. Gli apostoli ci hanno trasmesso queste profezie importanti per iscritto, tutta la Sacra Scrittura è improntata non soltanto per l'avvento del Messia che è già venuto, ma anche a riguardo del Suo definitivo ritorno. L'evangelista Luca dice a questo proposito : "Saranno infatti giorni di vendetta, affinché si compia ...

... tutto ciò che è stato scritto"(Lc. 21,22).

L'Apocalisse è stato l'ultimo Libro ad entrare nel Canone della Bibbia, ed è stato completato intorno all'anno 100 d.C. e non esiste alcun dogma in merito alle rivelazioni contenute, se non quella dottrina costante relativa a Cristo Nostro Signore Dio, Re del Cielo e della Terra, di tutto l'Universo e che tornerà come ha promesso e come ci è stato rivelato, ossia, come è riportato nelle Scritture, e di conseguenza all'atteggiamento vigilante ed operativo che dobbiamo mantenere in ogni tempo, fino al Suo ritorno glorioso e definitivo, ed alla attività della Chiesa nella storia, con la sua specifica missione insieme alla Santissima Vergine Maria (cap.12).

Oggi più che mai dobbiamo prendere in considerazione le parole profetiche rileggendo il ritorno del Cristo nei Vangeli e nell'Apocalisse, essendo quest'ultimo libro consacrato in modo più specifico alle profezie: alcune già avverate, altre che riguardano il ritorno di Gesù e la fine della battaglia contro le potenze del male. Per ciò dobbiamo prestare attenzione alle parole profetiche come consiglia, con forza san Pietro : "Abbiamo resa così più solida la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come la lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori" (2 Pietro 1,19). La Stella del mattino è Gesù (Ap. 2,28 / 22,16), e come san Giovanni Battista fu il Precursore del Cristo, così oggi è la Vergine Santa a precedere la venuta del Figlio glorioso attraverso le Apparizioni e la Sua costante opera mediatrice ma soprattutto cooperante nella Chiesa, per questo anche a Lei viene attribuito il titolo di "Stella del mattino" in quanto prepara i figli all'incontro con Gesù, al suo ritorno, Lei è in prima fila con noi, con la Chiesa che attende il ritorno glorioso dello Sposo.

E' nei nostri cuori che si opera già per il Suo ritorno. Molti l'hanno già riconosciuto e sono coloro che chiamiamo "Santi" e che di certo vivono già diventandolo.

Interrogato dai farisei: Quando verrà il regno di Dio?, Gesù rispose:...il regno di Dio è in mezzo a voi! (Lc 17, 20-25).... Non cerchiamo, come cercavano i farisei, un regno di Dio in cose eccezionali. Ci viene detto ancora di più: non cercate il Cristo di qua, o di la, perché non lo troverete. In verità, il Signore che sta nei Cieli non lo troverete se non nel Cielo stesso, e Gesù ci rammenta però: Nessuno può vedere il regno di Dio se non rinasce dall'alto... (Gv 3, 1-8), insomma, dobbiamo convertirci, o con Dio o contro Dio, non esiste la via di mezzo!

Gesù ci raccomanda anche di "Tenere le nostre lucerne accese" (Lc.12,35), ossia la fede, rimandandoci sempre alla parola profetica per riconoscere i segni dei tempi: "Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte" (Mt. 24,33). Del resto, il Nuovo Testamento insiste su questo principio: siamo nel regime dell’ascolto della Parola Incarnata e non della visione: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola e la mettono in pratica" (Lc 11, 28). "Beati quelli che pur non vedendo, crederanno" (Gv 20, 29).

Trascurare le profezie o non riconoscere il loro compimento significa che si è mortalmente addormentati come le Vergini stolte (Mt. 25). Coloro che comprendono le profezie realizzano che Gesù "è alle porte", e vivono come se Egli fosse già venuto, i Santi "precedono" questa venuta, come Egli aveva annunciato (Lc. 12,36 / Ap. 3,20), essi sono coloro che già vivono sulla terra il Regno di Dio e nell'Eucaristia, nei Sacramenti, lo vivono realmente, concretamente, come "Persona" e non come una idea, o come una filosofia o peggio, come una moda, una immagine del momento a seconda delle proprie opinioni o del relativismo... in una parola sola Gesù vuole "discepoli", amici disposti a dare la propria vita come ha fatto Lui affinché il progetto Divino possa completarsi dal momento che questo è già stato realizzato, e Cristo ha vinto! Ma così ci avverte chiaramente Gesù Cristo: "Qui non est mecum, contra me est / Chi non è con me è contro di me" (Mt.12,30).

Di quale porta parla san Luca e l'Apocalisse? Di quella del cuore certamente.

Perché bussa? Per aprirGli, perché Egli desidera entrare.

Per quale scopo? Gesù stesso risponde : "Io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con Me" (Ap. 3,20), "... perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza"(Gv.10). Gesù ritorna per completare la giustizia di Dio e dare ad ognuno "il premio o la pena eterna": il Paradiso è la Casa del Padre Celeste il luogo dove noi, come eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo (Rom.8,17), ci uniremo a Lui per sempre, e l'Inferno con la dura reprimenda per i reprobi:" Discedite a me, maledicti, in ignem aeternum, qui praeparatus est Diabolo et angelis eius. / Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli."(Mt.25,41); "i figli del regno (del mondo) saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti" (Mt.8,12); " è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue" (Mc.9 46-48).

Generalmente ci si sofferma sul brano delle Beatitudini descritte nel Vangelo, credo che ormai tutti le conosciamo: beati gli operatori di pace, beati i puri di cuore, beati gli afflitti, ecc... ma poco si parla di altre beatitudini verso le quali è importante volgere la nostra attenzione.

Scrive san Luca: "Beati quei servi che il Padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli" (Lc. 12,35-37).

"Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il Tempo è...prossimo" ammonisce Giovanni (Ap. 1,3).

"Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola e la mettono in pratica" (Lc 11, 28). "Beati quelli che pur non vedendo, crederanno" (Gv 20, 29).

Questo tempo è giunto?

Era "prossimo" già 2000 anni fa, 1500 anni fa, 400 anni fa, 200 o 100 anni fa, oggi, perché come spiega Pietro : "Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo" (2 Pietro 3,8).

I primi cristiani "Esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stessero davvero così" (Atti 17,11). Facciamo la stessa cosa, esaminiamo le Scritture, rimaniamo svegli : "Voi fratelli non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro : voi tutti, infatti, siete figli della luce e figli del giorno. Noi non siamo della notte, né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobri..." (1 Tessalonicesi 5,4-7). Per rimanere svegli, bisogna consultare le Sacre Scritture.

Capiamo che Gesù è già alle porte. A noi non resta che aprirGli se davvero Gli crediamo.



I segni visibili della fine dei tempi possiamo così condensarli

1. apparizione dell'Anticristo

2. presenza dei falsi profeti

3. guerre, nazione contro nazione

4. carestie, pestilenze, terremoti, stravolgimenti naturali in crescendo

5. tradimenti, persecuzioni anche tra "fratelli"

6. propagazione del Vangelo in tutto il mondo

7. segni nel cielo

8. il più grande smarrimento di tutti i tempi, grave apostasia

9. tenebre spirituali, Satana "liberato" dalle catene negli "ultimi tempi"

10. la Luce ritorna dall'Oriente, l'importanza di Gerusalemme



1 Apparizione dell'Anticristo

Taluni pensano erroneamente che Satana, i demoni, siano l'Anticristo, no!

La caratteristica principale dell'Anticristo è che egli nega "che Gesù è il Cristo" (1Gv. 2,18-22 / 1Gv. 4,2-3 / 2Gv. 7-11), per questo fin dal primo secolo si parla subito di "anticristi", questi sono già presenti nel mondo pronti a negare il Cristo, i demoni invece istigano ma non sono l'Anticristo perché loro sanno che Gesù è il Cristo e non lo negano affatto! al contrario essi lo confessano (Mt. 8,29 / Mc. 1,34 / Lc. 4,41) seppur lo combattono. L'Anticristo è invece colui che si sostituisce al Cristo, ingannando gli uomini, facendogli credere di essere lui.

San Paolo ha annunciato l'apparizione dell'Anticristo, che chiama : "l'Apostasia, l'Empio, l'Essere perduto, l'Avversario, il Mistero dell'Empietà " (2 Tess 2,2-9).

L'Apocalisse ha annunciato l'apparizione della "Bestia", è l'Anticristo (Ap. cap.13 e 17). La Vergine a La Salette (1846), ha annunciato l'apparizione vicina dell'Anticristo.

Così ci istruisce il Vangelo a riguardo:

- Mt. 24,4-5: "Molti verranno...dicendo: Io sono il Cristo … non credetegli".

- Mt. 24,23-25: "Falsi cristi e falsi profeti".

- Mc. 13,5 / 21-22, Lc. 21,8: "Molti verranno in mio nome, dicendo: sono Io il messia", non credetegli!

Non si faccia ulteriore discussione sull'argomento al di fuori dell'insegnamento della Chiesa, tenendo per saggio il monito di Papa Leone X nel Quinto Concilio Lateranense del 1516, nel quale emanò il seguente Decreto mai dismesso: "Ordiniamo a tutti coloro che esercitano l'ufficio della predicazione o che l'eserciteranno in futuro, di non presumere di fissare nelle loro predicazioni o nelle loro affermazioni un tempo determinato per i mali futuri, sia per la venuta dell'Anticristo, sia per il giudizio finale. Poiché la Verità ha detto: non vi è dato di conoscere il tempo o il momento che il Padre ha fissato di sua propria autorità. Dunque, coloro che sino al presente, hanno osato asserire simili cose, hanno mentito, ed è accaduto che, per causa loro, un gran danno è stato arrecato all'autorità di coloro che predicano saggiamente".

La Chiesa insegna che sappiamo per certo che l'impero dell'Anticristo sarà universale, S. Giovanni ci dice che alla bestia "fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione" (Ap.13,7), e - spiega S. Giovanni Grisostomo: " E neanche pensiamo ch'egli (l'Anticristo) sia il Diavolo o un demone, come alcuni erroneamente pensano, ma sarà uno dell'umanità (un uomo) in cui Satana abiterà totalmente (...) proferendo dalla sua bocca grande vanto, perché egli è l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, tanto che siederà nel tempio come fosse Dio..." (S. G.Chrisost. III Om. su II.Tess. ), e S. Girolamo scrive: "Cristo non verrà a giudicare i vivi e i morti, se prima non verrà il suo avversario, l'Anticristo, a trarre in errore i morti nell'anima, sebbene attiene a un giusto giudizio di Dio che da lui siamo tratti in errore. Infatti la sua presenza avverrà nella potenza di Satana con ogni specie di portenti, di segni e prodigi, di menzogna, e con ogni sorta di inganno per quelli che si vogliono perdere. Allora Satana sarà slegato e regnerà per un certo tempo e agirà mediante l'Anticristo..." (S. Girolam. Commentariorum in Danielem).

Due sole sono le corrispondenze che noi, viventi, dobbiamo avere a riguardo di questi tempi:

a. Verumtamen Filius hominis veniens, putas, inveniet fidem in terra? / Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8);

b. et multi pseudoprophetae surgent et seducent multos. Et, quoniam abundavit iniquitas, refrigescet caritas multorum; qui autem permanserit usque in finem, hic salvus erit. / Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato" (Mt.24,11-13).



2 Presenza dei falsi profeti

Questi falsi profeti conducono i loro seguaci all'apostasia, se prima erano cristiani, e conducono nell'errore quanti ancora devono diventare cristiani.

- Mt. 24,1 : "Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti..." (oggi l'inganno si compie anche attraverso i media, anche internet …).

- Mt. 24,24-25 : "...falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti...Ecco, Io ve l'ho predetto"...

- Mt. 7,15-20/ Ap.13,3 : "...vengono a voi in veste di pecore..."

- Mc.13,22 : "...perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti...Io vi ho predetto tutto".

L'Apocalisse indica questi falsi profeti come "Il falso profeta" (Ap. 19,20 / 20,10) e "L'altra Bestia" (Ap. 13,11) o ancora "I dieci re" (Ap. 17,12), al servizio della "Bestia" che è l'Anticristo (Ap. 13,12 / 17,13 / 19,20).

Quali metodi adoperano l'Anticristo e il falso profeta per sedurre?

Le "Eresie perniciose, rinnegando il Signore..." (2 Pietro 2,1-3), le canzonature (2 Pietro 3,3-7), la dissolutezza (2 Timoteo 3,1-5), " Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né i fornicatori, né gl'idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Corinzi 6,9-11), le false prospettive di pace (1 Tess 5,1-3).....

" E se alcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa, o da quella città, scotete la polvere da' vostri piedi. In verità io vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città " (Mt. 10,14-15)... il metodo è quello che abbiamo sotto gli occhi: la legge sull'aborto, la legge sull'eutanasia, ora anche la legge che valorizza e legittima l'omosessualità, ecc... sono metodi che stanno portando la società verso il collasso perché una Nazione, uno Stato, una civiltà che per legge legittima l'uccisione dei concepiti che sono il suo stesso futuro, non può sperare di avere un futuro; una Società che uccide con l'eutanasia i soggetti più deboli, non può avere futuro giacché le civiltà crescono, maturano e si rafforzano quanto più maggiormente si preoccupano e si attivano per accudire il ceto più debole; una Società che impone come legittima l'unione di persone dello stesso sesso, innesca la mina che distruggerà la Famiglia, innesca la fine del diritto naturale, innesca la fine della legge naturale, e con essa la stessa società.



3 Guerre, nazione contro nazione

- Mt. 24,6-7 e 24,21.

- Mc. 13,7-8.

- Lc. 21,9-10.



4 Carestie, pestilenze, terremoti...

- Mt. 24,7. Mt. 24,7.

- Mc. 13,8. Mc. 13,8

- Lc. 21,11



5 Tradimenti, persecuzioni anche tra "fratelli"

Mt. 24,10-13 : "Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e si odieranno a vicenda per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà". Per questo Gesù chiede: "Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc. 18,8).





6 Propagazione del Vangelo in tutto il mondo, poi verrà la "fine"

- Mt. 24,14.

- Mc. 13,10.

Il Vangelo è tradotto in quasi 4mila lingue. E' sparso nel mondo intero. Lo stesso Pontefice, anche se in Pontificati diversi, ha praticamente girato tutti i Continenti portando a tutto il mondo la Buona Novella, cosa che in passato non era mai accaduto, così è per il suo Magistero Universale, esso valica da qualche anno tutti i confini della terra, e viene predicato a tutte le persone, anche se non viene ancora assimilato da tutti e non è ancora portato ad ogni singola persona, come a ricordarci che molto deve essere ancora fatto, ma i tempi sono maturi o stanno maturando proprio nel nostro tempo.



7 Segni nel cielo

- Lc. 21,11 : "...fatti terrificanti e segni grandi dal cielo".

- Lc. 21,25-27: "...gli uomini moriranno dalla paura per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra...allora vedranno il Figlio dell'uomo venire..." (vedere anche 2 Pietro 3,10-13). Riguardo a segni materiali, gli aerei e la conquista dello spazio possono essere letti anche come dei "grandi segni nel cielo", non solo meteoriti o affini, così come dovette apparire ai tre Pastorelli a Fatima quando la Vergine profetizzava loro la fine della Prima Guerra ma anche l'inizio della Seconda Guerra mondiale, e la stessa minaccia nucleare (che viene dal cielo perché sparata con missili) spaventa gli uomini, ed è una realtà oggettiva, drammatica, del nostro tempo.

Ci sono anche una crescita di segni visibili nel cielo spirituale:

- Le apparizioni di Maria, in costante aumento.

Le apparizione di Maria furono predette da San Giovanni nell'Apocalisse : "Nel cielo un segno grandioso apparve: una Donna!…" (Ap. 12,1-2). Questo segno meraviglioso si è manifestato più di una volta, se non altro stando alle Apparizioni confermate autentiche dalla Chiesa, ne segnaliamo alcune :

- Alla Salette (1846), ha fatto profezie drammatiche a riguardo anche della Chiesa;

- A Lourdes (1858), Maria si rivelò come l'Immacolata Concezione;

- A Fatima (1917), parlando dell'Inferno, del santo Rosario, della fedeltà al Pontefice che altro non significa che fedeltà alla sana Dottrina della Chiesa.



8 Il più grande smarrimento di tutti i tempi, grave apostasia

- Mt. 24,21.

- Mc. 13,19-20.

- Ap. 7,14 / 16,18-21.

- Dn. 12,1.



9 Tenebre Spirituali

- Mt. 13,24-25 / Mt. 24,29 "Sole e Luna oscuri" (Ap. 6,12).

- Lc. 21,26-34 : "...dissipazioni, ubriachezza e affanni della vita" (2 Tim. 3,1-5).

Il sole e la luna oscuri rappresentano le tenebre spirituali:

- Mt. 24,29 : "...le potenze dei cieli (potenze spirituali) saranno sconvolte".

- Mt. 24,37-39 / Lc. 17,26-30 "...come fu ai giorni di Noè e di Sodoma".

- Ap. 13,5-6 : La Bestia ha il potere di proferire parole d'orgoglio e bestemmie contro Dio ed i santi e di vincere.

- 1 Tess. 5,1-8 : Differenza tra i figli della luce ed i figli delle tenebre.



10 La Luce ritorna dall'Oriente, l'importanza di Gerusalemme

Le profezie attirano la nostra attenzione su quello che deve accadere in Terra Santa e particolarmente in Gerusalemme alla fine dei tempi dell'Anticristo:

- Mt. 24,15-16 : "L'Abominio della desolazione nel luogo Santo…in Giudea. Allora si dirà: ecco il Cristo è qui o eccolo là" (Mt. 24,23-24).

- Daniele ha parlato dell'Abominio della desolazione (Dn. 9,27 / 12,11), ma gli è stato rivelato che: "Queste parole sono chiuse e sigillate fino al tempo della fine" (Dn.12,4 e 9).

- Mc. 13,14 : "L'Abominio della desolazione lì dove non deve essere…in Giudea".

- Lc. 21,21-24 : "Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti..."

- Ap. 11,2 : "...calpesteranno la Città Santa ..." (Gerusalemme).

- Ap. 11,8 : " ...dove appunto il loro Signore fu crocifisso..." (Gerusalemme).

- Ap. 20,9 : "...e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la Città Diletta..." (Gerusalemme).

La luce ritorna dall'Oriente

- Mt. 24,27-28 : "...Come la folgore viene da Oriente e brilla fino ad Occidente...".

- Ap.7,2 : L'Angelo sale dall'Oriente.

- Cantico dei cant. 4,8 : "Vieni con me dal Libano, o sposa...".

- Is. 29,17-18 : "Il Libano si cambierà in un frutteto...i sordi udranno le parole di un Libro (l'Apocalisse ?)".

- Ezec.17,22-24 : Un ramo del cedro piantato da Dio sopra il monte alto d'Israele. Diventerà un cedro magnifico per mettere al riparo gli uccelli (=fedeli).

- Ap. 7,2-3 : Viene "Dall'Oriente portando il sigillo del Dio vivente", per "segnare la fronte dei suoi servi" prima di "devastare la terra e il mare".

- Ap. 10,1-11 : Egli è "Potente" e discende dal cielo "avvolto in una nube, la fronte cinta di un arcobaleno", segno che detiene l'Alleanza sacerdotale stabilita da Gesù. Tiene "Nella mano un piccolo libro aperto". Deve emettere un "grido fortissimo" e "Profetizzare di nuovo contro molti popoli, nazioni e re".

Di questo cap. 10 di Ap. si legga la consonanza con il Sal.29,3-9, e riferimenti a Dn.12,4/ 2Cor.12,4. Riguardo al "compimento del mistero di Dio" si leggano le consonanze in Rm.11,25/16,25/ Ef.1,9/ 2Tess.2,6-7.



Conclusioni alle riflessioni fatte

Più che di conclusioni dobbiamo parlare di "silenzio", dopo aver letto si deve fare silenzio non per commentare o interpretare, ma per meditare e rivedere la propria vita in rapporto a Dio, al Cristo, nessuna conclusione in questo senso, ma piuttosto una vera apertura al Cristo che viene. E non importa a noi "l'ora e il giorno", ma quel farci trovare pronti ed agire come le vergini sagge e prudenti della parabola.

Gesù ha annunciato l'invio dei suoi apostoli per la fine dei tempi:

- Mt. 24,31 : "Egli manderà i suoi angeli (suoi inviati) con una grande tromba (la tromba descritta più volte nell'Apocalisse) per radunare i suoi eletti dai quattro venti" (Mc. 13,27).

- Mt. 13,40-43: "...alla fine del mondo...il Figlio dell'uomo manderà i "suoi angeli", i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità" (Ap. 21,8 / 22,14-15), non ci sembra azzardato vedere in Papa Benedetto XVI uno di questi "inviati da Gesù" a raccogliere "gli scandali" avvenuti nella Chiesa, lui al quale Cristo stesso ha affidato le chiavi del regno....

Gesù ritorna "sulle nubi del cielo" ossia nelle anime dei fedeli (Mt. 24,30, Mc. 13,26, Lc. 21,27, Ap. 1,7 e Dn. 7,13). Tutto avviene nell'intimità del cuore, ma non solo. Alcuni l'hanno già visto (Gv 14,7) perché "Egli si manifesta a coloro che Lo attendono" (Eb. 9,28), molti di questi la Chiesa ce li ha additati come Beati, Santi, Mistici, Dottori, Profeti. Questa visione sarà manifesta e generale dopo la caduta della Bestia (Ap. 1,7 e 15,8).

- Lc. 21,15-19: Gesù darà Egli stesso ai suoi apostoli degli ultimi tempi "Lingua e sapienza a cui tutti gli avversari non potranno resistere, né controbattere".



Come regolarsi?

"Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che Egli è vicino, alle porte" (Mc 13,29) e desidera entrare per cenare con voi nell'intimità (Lc. 12,36-37 / Ap. 3,20).

Da: La Chiesa Cattolica - la sua dottrina - Vol.II - con Imprimatur Vescovile - Trieste 1886, leggiamo:

Per capire come queste profezie di Nostro Signore vadano interpretate, è saggio e confortevole ascoltare i Santi Padri come S. Cipriano nel terzo secolo, nel quarto ne parlava S. Giovanni Grisostomo, nel sesto S. Gregorio Magno e sempre, fra i più grandi Santi c'è l'insegnamento a guardare "i segni dei tempi". La opinione che il mondo non dovrebbe durare oltre i "sei mille anni" (da non confondersi con l'eresia millenarista) è antichissima, si pensa persino apostolica, di certo è che Sant'Agostino la riporta nel suo Libro "La Città di Dio" e vi osserva che: "essendo mille anni presso Dio come un giorno solo (2Pt.3,8), come la settimana della Creazione durò sei giorni e il settimo fu di riposo, così sei mille anni durerà il tramestio delle cose terrene, ed a questo succederà il Sabbato eterno. Ma nessuno può sapere quando ciò avverrà, quando il mondo finirà, quale il suo giorno, quale la sua ora, solo ci è detto di guardare ai segni dei tempi...".

"Vigilate ergo, quia nescitis qua die Dominus vester venturus sit. / Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Mt.24,42), nell'insegnamento dei Santi Padri è più conveniente che il fedele si preoccupi più per la sua anima che non di stabilire il giorno e l'ora del finimondo: " Dico vobis: Cito faciet vindictam illorum. Verumtamen Filius hominis veniens, putas, inveniet fidem in terra? / Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8), benché i segni saranno manifesti, il Signore amorevolmente continua a metterci in guardia dall'ozio spirituale: " Sicut enim erant in diebus ante diluvium comedentes et bibentes, nubentes et nuptum tradentes, usque ad eum diem, quo introivit in arcam Noe, et non cognoverunt, donec venit diluvium et tulit omnes, ita erit et adventus Filii hominis. / Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo" (Mt.24,38-39).

Intorno al modo del finimondo, oltre quanto riportato dal Vangelo di Matteo 24, anche San Pietro scrive: " dicentes: “ Ubi est promissio adventus eius/ e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione". Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio; e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì. Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi" (2Pt.3,4-7), l'uomo oggi sa che le indagini della scienza confermano le parole dell'Apostolo. Come il corpo dell'uomo ha in sé stesso il principio della dissoluzione, così racchiude la terra nelle sue viscere l'elemento che se oggi l'alimenta, domani la distruggerà. E' riportato nel Corso di Storia Naturale (Geologia di F.S. Beudant, Milano, Vallardi 1847) che le osservazioni dei dotti hanno dimostrato che ad ogni 33 metri di profondità sotto il punto della temperatura stazionaria, il calore cresce d'un grado; per il che, se anche il calore non cresce uniformemente, ad una profondità di 200 chilometri l'interna temperatura dev'essere di 4000 gradi, temperatura che mantiene in fusione qualunque corpo. Considerando ora, che il raggio terrestre è di 6000 e più chilometri, e lo spessore della crosta solida non è più che di 20 e quindi non raggiunge neppure, in paragone, allo spessore che ha il guscio dell'uovo relativamente al suo raggio, s'arriva a persuadersi, che il periodo di calma in cui si trova oggi la nostra terra (ricordiamo che questo testo è del 1886 - nota mia), periodicamente riprende le sue attività assottigliandosi sempre di più, aumentando i disastri naturali, terremoti e vulcani, e il tutto trova un appoggio anche nelle stesse leggi che sembrano reggere il mondo e che sono riportate nella "Città di Dio" di Sant'Agostino dove scrive:

"In questo mondano incendio s'abbruceranno interamente le qualità degli elementi corruttibili ch'erano adatte ai nostri corpi corruttibili, e la sostanza medesima avrà quelle qualità che per ammirabile cambiamento possono convenire a corpi immortali; cioè così, che il mondo rinnovato in meglio, ben si adatti agli uomini, che pur saranno nella carne in meglio rinnovati."

Il Santo Padre della Chiesa non fa altro che riportare le parole dell'Apostolo: " Non tardat Dominus promissionem, sicut quidam tarditatem existimant, sed patienter agit in vos nolens aliquos perire, sed omnes ad paenitentiam reverti. / Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace" (2Pt.3,9-14).

***

Gli apostoli domandarono a Gesù dove dovevano accadere gli avvenimenti della fine dei tempi. Gesù rispose loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi" (Lc 17,37/ Mt. 24,28), non c'è dunque un posto definito, ma tutta una situazione ben conoscibile, leggiamo, come chiusura, un passo di un articolo comparso sull'OR che tentava di spiegare proprio questo verso del Vangelo:

"Situazione (questa degli avvoltoi citati nel Vangelo - nota mia) già oggetto di esame da parte di René Girard, là dove lo studioso francese parla dell'effetto prodotto dalla corsa alla preoccupazione vittimaria o souci victimaire, tipica dei nostri giorni. Definibile anche come ricatto vittimario o "strategia del caso pietoso". (..) non si è mai parlato così tanto della necessità della difesa della vittima come da quando se ne fa un uso improprio e strategico, uso che ha poco a che fare con la difesa della vittima stessa, ma più con l'abuso della pietà che suscita, finalizzata, questa, a secondi fini. Globalizzata, planetaria e secolarizzata, sorta di ingiunzione totalitaria e inquisizione permanente, la compassione obbligatoria diventa così il punto di partenza che dà origine a quel tipo di emergenze umanitarie che possono degenerare in forme di falsificazioni e totalitarismi del bene che la storia ci ha mostrato.

Ma per restare a casi più recenti, è evidente che, tanto per cominciare, essere e presentarsi sotto forma di vittima, magari incatenandosi come novelli Prometeo ai cancelli di un edificio o rinunciando a mangiare e a bere o rinchiudendosi in strutture mobili collocate sulla pubblica piazza, è diventato lo strumento più sicuro in grado di fornire oltre a visibilità, potere e consenso, anche la supremazia e la forza contrattuale necessarie al desiderio di dare soddisfazione alle proprie motivazioni. Niente, infatti, come manipolare il genere di situazioni vittimarie descritte assicura il vantaggio necessario a chi vuole prevalere sul bersaglio del momento, sia esso una istituzione da colpire o la Chiesa cattolica, spesso accusata di oscurantismo per aver tentato di ostacolare la scienza e di aver fatto pertanto della ricerca una nuova vittima.

Ognuno può cercare, fra i tanti i casi o le tante situazioni in cui la manipolazione citata si verifica, quello o quella che più lo convince (rammentando che: Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi). Il meccanismo è in ogni modo sempre quello del lupo e dell'agnello del racconto di Fedro, con la differenza che oggi ad accusare l'agnello di avergli sporcato l'acqua da bere non è più il lupo, ma sono le "anime belle" che per difendere la vittima ne hanno indossato preventivamente l'aureola. Un certo genere di ambientalisti, di rivendicazionisti patentati, di pubblici accusatori a tempo pieno, di soccorritori e tutori mediatici, di indignati di professione sono il tipo di anime belle per le quali si può dire che le anime belle non sono poi così belle. (..)

In quanto capace di esprimere meglio di ogni altro il bisogno del risentimento di affiorare in superficie nelle parole prima ancora di essere soddisfatto, "rabbia" è il termine più evocato dai difensori delle vittime che si presentano nelle vesti di anime belle. Certo non è una parola che fa onore al genere umano. Ma è la parola che, tratta dal vocabolario della violenza, meglio esprime, in tempi esasperati dalla indifferenza come i nostri, quel bisogno di rivalsa e di soddisfazione inseguito in nome del bene e di una ipotetica armonia, sbandierati dalle anime belle. Ma di quale armonia si parla? Fermiamoci qui e cerchiamo la risposta in Dostoevskji, là dove nel testo del Grande Inquisitore l'autore dichiara: "Non voglio l'armonia, non la voglio, per l'amore dell'universo. Preferisco rimanere con le mie sofferenze invendicate. Preferisco rimanere con la mia indignazione insoddisfatta".
(da OR. 7.12.2008 commentando proprio questo passo del Vangelo).

Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati... ecc.. (Mt.5 1-12), "Beati quei servi che il Padrone al suo ritorno troverà ancora svegli..." (Lc. 12,35-37), "Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il Tempo è...prossimo" (Ap. 1,3).

"Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola e la mettono in pratica" (Lc 11, 28). "Beati quelli che pur non vedendo, crederanno" (Gv 20, 29).

Le beatitudini, tutte e non solo alcune, sono il codice della vita cristiana, la sintesi del messaggio rivoluzionario che Cristo ha portato al mondo: un messaggio di autentica felicità. Gesù proclama e realizza un cambiamento più sorprendente di quello di Cana (Gv 2,1-11): la povertà diventa ricchezza, le lacrime gioia, l'ingiustizia viene crocefissa con il vero Giusto, con la vera giustizia e mentre l'ingiustizia muore inchiodata, la Giustizia trionfa nella Risurrezione e ritornerà per sempre. Egli non segue le vie battute dagli uomini, né suggerisce nuovi mezzi perché la loro affannosa ricerca trovi finalmente la meta. Prende atto del loro bisogno di gioia, lo approva, perché lo ha installato Dio creatore nel loro cuore, ma cambia la segnaletica del percorso, muta radicalmente il valore delle cose, ribalta la mentalità del mondo, mentre l'Anticristo Gli si oppone e fa esattamente il contrario, insegna il contrario, rivendica il contrario facendolo apparire vincente. Non si tratta di leggere lo straordinario messaggio delle beatitudini per suscitare in noi uno sterile entusiasmo estetico o un’illusione di facile consolazione. È parola di Dio, il vangelo è fuoco, ardimento, è la forza di Dio... Il vangelo ci dice cose che sembrano irreali, esso sgombra dai nostri cuori la congerie dei falsi fondamenti delle nostre speranze terrene.... Quelli che vogliono seguire Gesù Cristo devono essere forti, impegnati, liberi, leali: non possono servire a due padroni, a Dio e a mammona (Mt 6,24). Così vuole ritrovarci Cristo al Suo ritorno: perseveranti nella fede, fedeli alla dottrina, innamorati dell'Amore stesso, leali nella Chiesa, impregnati delle Beatitudini. Il vero credente che vive questa realtà, non teme alcuna Apocalisse, al contrario, supplica il ritorno di Cristo, non lo vuole tardare, canta ogni giorno Maranathà: "Colui che attesta queste cose dice: Sì, verrò presto!. Amen. Vieni, Signore Gesù" (Ap.22,20).

Amen!
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