V
IL CARICO DELLA CROCE
«Ed egli, portando la sua croce, s'incamminò verso il luogo detto Calvario » (Gv 19, 16)
Gesù porta sulle spalle il « patibulum », ossia il braccio trasversale della croce, che doveva poi essere agganciato su quello verticale, infisso permanentemente nel luogo del supplizio.
La lunghezza, sufficiente ad accogliere l'apertura delle braccia, era almeno di due metri; il peso quindi di oltre mezzo quintale: notevole per un uomo normale, immenso per un uomo malmenato e dissanguato.
La trave è tenuta obliqua sulla spalla destra, già coperta di piaghe che si riaprono e si allargano.
Alle cadute, il peso schiaccia tutto il corpo: la contusione più ampia della spalla destra e quella della scapola sinistra si spiegano col peso e con l'escoriazione del legno nel trasporto della croce e nelle cadute.
Sulla tunica che Maria ha tessuto, un'enorme macchia di sangue va sempre più allargandosi.
Gesù si riserva la parte più gravosa.
È per poter dire a me: « Il mio giogo è soave, il mio peso è leggero » (Mt 11, 30).