III
LA FLAGELLAZIONE
«Allora Pilato rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo diede nelle loro mani (Mt 26, 27)
Gesù fu legato con le mani in alto e con il viso rivolto alla colonna. Lo si deduce dal fatto che le impronte della flagellazione sono in maggior numero sul dorso che non sul torace e non vi sono tracce di questo supplizio sugli avambracci.
Il flagello usato per questa tortura consisteva in una striscia di cuoio, terminante in una coppia di pallottole di piombo. Nell'impeto della sferzata, la correggia si avvinghiava al corpo, le sfere si conficcavano nella carne e si ritraevano lacerandola.
Quanti i colpi? Sulla Sindone se ne conta un centinaio: oltre quaranta sferzate di una frusta che portava due cappi. E sotto i colpi il corpo di Gesù va gradatamente arrossandosi per divenire livido. I solchi di sangue si intrecciano e colano sul lastricato.
«Dalla pianta dei piedi fino al capo non c'è nulla che sia rimasto illeso (Is 1, 6) Ogniqualvolta riceverò il tuo perdono, ricorderò che « è da quei lividi che noi fummo guariti» (1 Pt 2, 24).