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PREGHIERE DI S.AGOSTINO

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2019 11:30
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31/01/2012 10:02
 
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O Verità, mantieni le tue promesse!

Quante cose vorrebbe sapere il mio cuore colpito, Signore, nella grande povertà della mia vita, dalle parole della tua santa Scrittura! In genere l'esiguità della comprensione umana abbonda in parole, poiché la ricerca è più loquace del ritrovamento, la domanda più lunga del conseguimento, e la mano più impegnata a bussare che a prendere. Ma noi abbiamo la tua promessa, e chi potrà infirmarla? - se Dio è per noi, chi contro di noi? - "Domandate e riceverete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto; perché chiunque domanda riceve, e chi cerca troverà, e a chi bussa sarà aperto". Sono tue promesse. Come temere inganni, quando promette la Verità? (12,1,1).

O verità, anelo alla tua fonte!

O verità, lume del mio cuore, non vorrei che fossero le mie tenebre a parlarmi. Riversatomi fra gli esseri di questo mondo, la mia vista si è oscurata: ma anche di quaggiù, di quaggiù ancora ti ho amato intensamente. Nel mio errore mi sono ricordato di te, ho udito alle mie spalle la tua voce che mi gridava di tornare, con stento l'ho udita per le gazzarre di uomini insoddisfatti. Ed ora torno riarso e anelante alla tua fonte. Nessuno me ne tenga lontano, ch'io ne beva e ne viva. Non sia io per me la mia vita: di me vissi male, fu morte per me, e in te rivivo: parlami, ammaestrami. Ho creduto nei tuoi libri, e le loro parole sono arcane assai ( 12, 10, 10).

Mirabile profondità!

Mirabile profondità delle tue rivelazioni! Ecco, davanti a noi sta la loro superficie sorridente ai piccoli, ma ne è mirabile la profondità, Dio mio, mirabile la profondità. Un sacro terrore ci afferra a immergere in essa lo sguardo, terrore per onore, e tremore per amore. Odio violentemente i suoi nemici. Oh, se tu li sterminassi con una spada a doppio taglio, affinché non vi siano più suoi nemici! Vorrei che morissero per sé, onde vivere per te. Ma ecco altri che, anziché censurare, esaltano il libro della Genesi e dicono: "Lo Spirito di Dio che, per il tramite del suo servitore Mosè, è il vero autore di questo scritto, non volle che queste parole fossero intese così. Non volle che fossero intese come tu dia, ma diversamente, come noi diciamo". A costoro e sotto il tuo giudizio, o Dio di noi tutti, rispondo nel modo seguente (12, 14, 17).

Verso Gerusalemme, casta madre nostra

O dimora luminosa e graziosa, amai la tua bellezza e il luogo dove abita la gloria del mio Signore, che ti edificò e possiede. A te i miei sospiri nel mio pellegrinaggio; al tuo Creatore la preghiera che possegga me pure in te, poiché creò me pure. Errai come una pecora sperduta, ma sulle spalle del mio pastore, tuo costruttore, spero di esserti riportato (12 ,15, 21).

Canto una canzone d'amore

Io voglio discutere alla tua presenza, Dio mio, soltanto con quanti ammettono come vero tutto ciò che la tua verità manifesta dentro, nella mia mente. Quanti invece lo negano, abbàino a proprio piacere fino a stordirsi. Mi sforzerò d'indurli alla calma e ad aprire il loro cuore alla tua parola. Se poi si rifiutano e mi respingono, ti supplico, Dio mio, non tacere tu, allontanandoti da me. Parla nel mio cuore con verità. Tu solo sai farlo. Li espellerò, fuori, a soffiare nella polvere, a sollevare la terra nei loro occhi; e mi ridurrò nella mia stanza segreta, ove cantarti canzoni d'amore fra i gemiti, gli inenarrabili gemiti che durante il mio pellegrinaggio suscita il ricordo di Gerusalemme nel cuore proteso in alto verso di lei, Gerusalemme la mia patria, Gerusalemme la mia madre, e verso di te, il suo sovrano, il suo illuminatore, il suo padre e tutore e sposo, le sue caste e intense delizie, la sua solida gioia e tutti i suoi beni ineffabili, e tutti simultanei, perché unico, sommo, vero Bene. Non me ne distoglierò, fino a che nella pace di quella madre carissima, dove stanno le primizie del mio spirito, donde traggo queste certezze, tu non abbia adunato tutto ciò che sono da questa deforme dispersione, per formarlo e fermarlo definitivamente in eterno, o Dio mio, misericordia mia. Vi sono però altri che, pur non dichiarando falsi tutti questi veri, anzi rispettando e ponendo come noi al vertice dell'autorità da seguire la tua santa Scrittura divulgata per il tramite del santo Mosè, tuttavia ci muovono alcune obiezioni. Così rispondo a costoro. E tu, Dio nostro, sii giudice fra le mie confessioni e le loro obiezioni (12, 16, 23).

Il nutrimento delle Scritture

Voglio invece unirmi a te, Signore, e godere in te con coloro che si nutrono della tua verità nell'ampiezza della carità. Accostiamoci insieme alle parole del tuo libro e cerchiamo in esse la tua volontà attraverso la volontà del tuo servitore, per la cui penna le hai elargite (12, 23, 32).

Riponimi nel nido

Signore Dio, abbi pietà: il pulcino implume non sia calpestato dai passanti, manda il tuo angelo a riporlo nel nido, ove viva finché sappia volare (12,27,37).

Signore, Dio della mia vita!

T'invoco, Dio mio, misericordia mia, che mi hai creato e non hai dimenticato chi ti ha dimenticato. T'invoco nella mia anima, che prepari a riceverti col desiderio che le hai ispirato. Non trascurare ora la mia invocazione. Tu mi hai prevenuto prima che t'invocassi, insistendo con appelli crescenti e multiformi affinché ti ascoltassi da lontano e mi volgessi indietro chiamando te che mi richiamavi. Tu, Signore, cancellasti tutte le mie azioni cattive e colpevoli per non dover punire l'opera delle mie mani, con cui ti ho fuggito; prevenisti tutti i miei meriti buoni per retribuire l'opera delle tue mani, con cui mi hai foggiato. Tu esistevi prima che io esistessi, mentre io non esistevo così da offrirmi il dono dell'esistenza. Eccomi invece esistere grazie alla tua bontà, che prevenne tutto ciò che mi hai dato di essere e da cui hai tratto il mio essere. Tu non avevi bisogno di me, né io sono un bene che ti possa giovare, Signore mio e Dio mio. Il mio servizio non ti risparmia fatiche nell'azione, la privazione del mio ossequio non menoma la tua potenza, il mio culto per te non equivale alla coltura per la terra, così che saresti incolto senza il mio culto. Io ti devo servizio e culto per avere da te la felicita, poiché da te dipende la mia felicità ( 1 3, 1, 1 ).

Il dono del tuo Spirito

Di lui solo fu detto che è dono tuo, il dono ove riposiamo, ove ti godiamo. Il nostro riposo è il nostro luogo. Là ci solleva l'amore, e il tuo spirito buono eleva la nostra bassezza, strappandola alle porte della morte. Nella buona volontà è la nostra pace. Ogni corpo a motivo del suo peso tende al luogo che gli è proprio. Un peso non trascina soltanto al basso, ma al luogo che gli è proprio. Il fuoco tende verso l'alto, la pietra verso il basso, spinti entrambi dal loro peso a cercare il loro luogo. L'olio versato dentro l'acqua s'innalza sopra l'acqua, l'acqua versata sopra l'olio s'immerge sotto l'olio, spinti entrambi dal loro peso a cercare il loro luogo. Fuori dell'ordine regna l'inquietudine, nell'ordine la quiete. Il mio peso è il mio amore; esso mi porta dovunque mi porto. Il tuo Dono ci accende e ci porta verso l'alto. Noi ardiamo e ci muoviamo. Saliamo la salita del cuore cantando il cantico dei gradini. Del tuo fuoco, del tuo buon fuoco ardiamo e ci muoviamo, salendo verso la pace di Gerusalemme. Quale gioia per me udire queste parole: "Andremo alla casa del Signore"! Là collocati dalla buona volontà, nulla desidereremo, se non di rimanervi in eterno (13, 9, 10).

Sia fatta la luce!

Procedi nella tua confessione, o mia fede. Di' al Signore Dio tuo: "Santo, santo, santo Signore Dio mio". Nel tuo nome siamo stati battezzati, Padre e Figlio e Spirito Santo; nel tuo nome battezziamo, Padre e Figlio e Spirito Santo. Anche presso di noi nel suo Cristo Dio creò il cielo e la terra, ossia i membri spirituali e carnali della sua Chiesa; anche la nostra terra prima di ricevere la forma della dottrina era invisibile e confusa, e noi eravamo immersi nelle tenebre dell'ignoranza, perché hai ammaestrato l'uomo per la sua cattiveria e i tuoi giudizi sono un abisso profondo. Ma poiché il tuo spirito era portato sopra l'acqua, la tua misericordia non abbandonò la nostra miseria. Dicesti: "Sia fatta la luce: fate penitenza, poiché il regno dei cieli è vicino. Fate penitenza: sia fatta la luce". Nell'intimo turbamento della nostra anima ci siamo ricordati di te, Signore, dalle rive del Giordano e dal monte uguale a te, però rimpicciolito per noi. Provammo disgusto delle nostre tenebre e ci volgemmo verso di te: e fu fatta la luce. Ed eccoci un tempo tenebre, ora invece luce nel Signore (13, 12, 13).
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È Lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri.. Ef 4,11
 
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