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COMMENTO DELLA LETTERA AGLI EBREI

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2019 14:01
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16/01/2012 23:17
 
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TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE

Nella fede: tutto è davanti a noi. Nella fede tutto è davanti a noi, perché Dio è davanti a noi con la sua Parola, la sua Grazia, la sua Verità, il suo Paradiso. Lui ci precede e ci chiama, ci attende. Il cristiano guarda sempre in avanti, nell’attesa che il Signore venga per portarlo con Lui nel suo regno di luce eterna. Guarda avanti anche perché la Parola è sempre da compiere, mai compiuta, mai realizzata tutta per intero. Il cristiano è perfetto solo nel momento in cui rivestirà la risurrezione gloriosa di Gesù Signore. Fino a quel momento egli dovrà vivere di attesa, di speranza, camminando di fede in fede e di verità in verità. Niente è compiuto in lui per il cristiano che vive di fede; tutto ancora si deve compiere, realizzare. Tutto è davanti a lui. Questa è la certezza di fede che spinge il cristiano nei solchi della storia del mondo e ne fa un pellegrino verso Cristo, per conformarsi a Lui in tutto: nella vita e nella morte, sulla terra e nel cielo, nella verità e nella grazia, nella missione e nel compimento della Volontà del Padre.
La fede: cammino che si fa insieme. Chi vuole camminare spedito nella fede deve unirsi agli altri; con gli altri divenire una sola storia di fede, una sola vita, in una comunione perfettissima nella verità e nella grazia di Gesù Signore. La forza della fede è la comunione dei cristiani. Dove non c’è comunione, lì neanche c’è vero cammino di fede. Si è un solo corpo per mistero, si deve divenire un solo corpo per cammino di fede, nella fede.
Il peso è il nostro pensiero. Per operare un santo cammino nella fede è più che necessario che ognuno si liberi, anzi abbandoni i propri pensieri. Il pensiero dell’uomo è un peso che non solo ritarda il cammino della fede, quanto anche lo fa deviare. La fede è ascolto della Parola di Dio secondo la pienezza di verità contenuta in essa e che lo Spirito Santo dice alla Chiesa giorno per giorno. Un solo pensiero umano introdotto nella Parola è sufficiente per corrompere tutta la verità della Parola. Quando questo avviene siamo senza fede. Quanto facciamo è solo opera umana.
Il peccato è assedio. Chi vuole camminare spedito sulla via della fede deve anche liberarsi, togliere dal suo corpo, dal suo spirito, dalla sua anima ogni peccato. Non solo quello mortale, ma anche quello veniale, anche il più piccolo e da noi ritenuto insignificante. Il peccato assedia corpo, anima e spirito e li chiude nella propria umanità corrotta e peccatrice, concupiscente e superba, arrogante e altera, invidiosa e spavalda. Un solo peccato è sufficiente ad assediare un’anima nella propria umanità e ogni cammino di fede viene così impedito. Un solo peccato produce più danni alla nostra fede che mille persecuzioni che vengono dall’esterno. Dona agilità alla sua fede chi si libera da ogni vizio e acquisisce ogni virtù.
Lo sguardo fisso su Gesù. Chi vuole camminare spedito nel cammino della fede, anche se è in grazia, anche se ha acquisito ogni virtù, deve tenere lo sguardo fisso su Gesù, il Crocifisso. La fede in Gesù Crocifisso ci dice che Lui è stato inchiodato per noi sul patibolo della croce. Noi siamo inchiodati per noi stessi, a causa dei nostri peccati. Chi ama Gesù Crocifisso si lascia crocifiggere con Lui per essere conforme a Lui in tutto, in ogni cosa. Noi valiamo ai suoi occhi la sua crocifissione. Questo è il pensiero che deve animarci guardandolo inchiodato sul legno. Anche la nostra vita deve valere ai nostri occhi la nostra crocifissione. Dobbiamo amarci quanto ci ama Lui e per questo dobbiamo morire per la nostra salvezza perché Lui è morto per la nostra. Chi ha questa fede supera ogni persecuzione e si fa sacrificio in onore del Signore per la sua salvezza e la salvezza del mondo in Cristo Gesù.
Autore e perfezionatore della fede. Gesù è Autore della fede perché è Lui l’oggetto della nostra fede. In Lui la fede si apre verso il Padre e lo Spirito Santo. In Lui la fede abbraccia tutti i misteri della salvezza. Lui è anche il perfezionatore della fede perché ogni Parola di Dio, proferita prima della sua venuta, trova il suo compimento, la sua perfezione in Lui, nel suo mistero. Ogni fede che non approda in Cristo e nella sua Parola è una fede non perfetta; anche se è fede in Dio e nella sua Parola, è una fede che non dona la pienezza della salvezza, né nel tempo, né nell’eternità. Questa verità ci rivela quanto sia falsa ogni teoria che ha come finalità quella di escludere Cristo Gesù dalla fede per trovare un punto di incontro solo sul Dio uno ed unico. Ci si dimentica che il Dio uno ed unico, prima di tutto non è Dio uno ed unico, ma è Dio uno e Trino. E poi ci si dimentica anche che il solo ed unico Dio ha anche una sola Parola e questa Parola trova la sua perfezione in Cristo Gesù. Ogni Parola che non termina in Cristo è una Parola imperfetta, incompleta, insufficiente, assai povera di salvezza.
Disprezzando l’ignominia. Gesù non teme di andare in croce per manifestare il suo amore per il Padre e per noi. Lui affronta la croce disprezzando l’ignominia. Si lascia lui stesso crocifiggere per attestare al mondo intero che l’amore del Padre è fino alla morte di croce, fino al dono totale di sé. Ama chi sa donarsi pienamente, totalmente, fino alla morte subita nei tormenti più atroci. È questa la forza della fede: la volontà di rinunciare alla propria vita, di offrirla ad ogni sofferenza per attestare la grandezza eterna dell’amore del Padre.
Gesù unico e solo modello. Gli altri: compagni di fede, non modelli. Gesù è il solo e unico modello nella fede perché Egli è il solo ed unico che fece tutto per amore, senza aver bisogno di qualcosa per se stesso. Tutto quanto Egli ha sofferto, lo ha sofferto per noi, per la nostra salvezza. Gli altri non sono modelli da imitare, sono compagni di fede che attestano ad ognuno di noi che vivere la fede è possibile. È possibile se si attinge da Cristo la grazia di amare sino alla fine e la fine è il dono dell’intera vita, offerta in sacrificio per rendere gloria al Signore Dio nostro.
La lotta al peccato è fino al sangue. Il peccato è dentro di noi, ma anche fuori di noi e si manifesta in noi come concupiscenza e superbia, dall’esterno come tentazione, persecuzione, violenza e attentato contro la verità. Il peccato si vince in un solo modo: consegnando la nostra vita alla morte, alla persecuzione, alla croce. C’è un momento nella vita del credente in cui gli è chiesta la vita per non peccare. Se dona la vita all’amore fino al sangue, resta nella fede; se non dona la vita, si consegna al peccato, lo commette, muore alla fede e alla verità, ritorna ad essere parte del mistero dell’iniquità dal quale il Signore lo aveva tratto fuori per mezzo del dono della verità e della grazia.
Il peccato è l’idolatria. Il peccato è idolatria perché chi lo commette sceglie la vanità, il nulla e abbandona la verità, il tutto che è Dio. Idolo è tutto ciò che è vano e al quale l‘uomo dona valore. Il peccato è la cosa più vana che esiste nel mondo e per questo ogni peccato è purissima idolatria, vanità totale, assoluto niente che però produce la morte dell’anima, dello spirito, del corpo.
Persecuzione come correzione. Vedere sempre e comunque Dio che ci educa. Dio è il Signore della storia, di ogni storia, su ogni storia. Nella storia c’è però una volontà contraria a Dio, volontà che è di satana e di ogni uomo che da lui si lascia tentare e si pone fuori dell’osservanza della sua Parola. Satana spinge l’uomo al male, ad ogni male. Ogni male che satana opera e l’uomo con lui è sempre contro l’uomo; è un male che porta e genera tanta morte nel mondo: morte spirituale, ma anche fisica. Dove un uomo genera morte dell’uomo, lì c’è sempre assenza del vero Dio; lì c’è sempre presenza di satana e di chi da lui si è lasciato tentare. Satana non vuole che l’uomo serva il Signore e per questo lo perseguita in ogni modo, anche con l’eliminazione fisica della sua vita. Il cristiano sa, per fede, che ogni persecuzione serve alla fede: o per provare la nostra fedeltà a Dio, o per rendere la fede efficace in ordine alla salvezza, o anche per liberarla da alcune abitudini che la rendono opaca agli occhi di Dio e del mondo. L’uomo di fede sa sempre vedere in ogni persecuzione, in ogni opposizione alla fede, il Signore che lo educa perché la sua fede sia sempre splendente, bella, capace di ogni frutto spirituale, santa, operatrice di verità e di giustizia in questo mondo.
Non si è nell’amore se non si è nella verità. Chi vuole rimanere nell’amore secondo Dio, deve sempre restare nella verità secondo Dio. L’amore cristiano è fare la verità di Dio, è compiere ogni sua Parola. Chi esce dalla verità non può amare secondo Dio, perché non può trasformare la verità in opera di salvezza.
Correzione e amore. La correzione è opera di vero amore perché essa ci conduce nella verità di Dio e quindi ci permette di poter cominciare ad amare nuovamente secondo la Parola di Dio dalla quale in qualche modo ci eravamo distaccati. La correzione è frutto di amore e solo chi ama corregge. Chi non ama non corregge perché a lui non interessa che si ami secondo Dio.
Paternità e figliolanza. Il primo obbligo della correzione spetta al padre. È il padre che deve correggere il figlio perché percorra sempre una via di verità e di giustizia. Se Dio ci corregge, lo fa perché ci ama come suoi veri figli. Lui è il Padre, noi i suoi figli. Da vero Padre corregge i suoi veri figli perché rimangano sempre nella sua verità e quindi nel suo amore. Questa visione di fede deve accompagnare il cristiano in ogni persecuzione. Dio ci vuole perfetti nella verità e per questo ci corregge attraverso la storia, la persecuzione, la sofferenza.
La teologia della storia. La teologia della storia è solo dei profeti. È solo di loro perché solo loro conoscono l’opera e la volontà di Dio in ogni momento in cui si svolge la nostra storia dinanzi ai nostri occhi. Loro sanno ogni cosa, perché il Signore rivela loro ogni cosa. Chi non è profeta non sa il perché certe cose avvengono, vive però di fede e per fede sa che tutto ciò che accade, accade perché lui impari ad amare Dio con l’offerta dell’intera sua vita.
La scienza degli uomini spirituali. La scienza degli uomini spirituali è una sola: conoscere sempre secondo perfezione di verità il mistero della salvezza, in modo da poterlo compiere nella loro vita in ogni sua parte. Questa scienza è vero, puro, santo dono di Dio. È dono che il Signore ci concede per opera del suo Santo Spirito e nel suo Santo Spirito. È anche scienza che si implora nella preghiera e si vive in una grande umiltà, nel più grande timore del Signore.
Il Padre degli spiriti. Il Padre degli spiriti è Dio. È Dio perché solo Lui è il Creatore non solo delle cose visibili, ma anche di quelle invisibili e le realtà invisibili che Lui ha creato sono gli Spiriti celesti, o Angeli. Spirito è anche l’anima dell’uomo. Ma questa è stata creata per vivere in un corpo per tutta l’eternità. Vive fuori del corpo solo a motivo del peccato, che ha introdotto nel mondo la morte, ma alla fine dei giorni, il giorno della risurrezione, anima e corpo ricomporranno la loro unità per l’eternità.
Fine della correzione: partecipi della sua santità. Viene manifestato qual è il fine della correzione operata dal Signore nei nostri confronti: quello di renderci partecipi della sua santità. Siamo resi partecipi della santità di Dio, divenendo partecipi della sua verità. La verità ci introduce in un amore più grande. L’amore più grande è per noi più grande partecipazione della santità divina. È questa la fede richiesta in ogni persecuzione. Chi ha questa fede si santifica, perché entra in una verità più grande, in un amore più grande.
Causa di tristezza. Frutto di pace. La correzione all’inizio non è causa di gioia, ma di tristezza. Produce e genera tristezza, perché l’uomo deve abbandonare la sua vita interamente nelle mani di Dio, deve togliersi a se stesso per darsi al suo Signore in tutto. Questo togliersi a se stesso per darsi tutto al Signore provoca sull’istante tristezza e pianto. Dopo che ci si è consegnati interamente al Signore, ci si è dati in tutto a Lui, si entra nella pace e la pace è data dal nuovo essere che si è acquisito da parte di Dio. Dio ci ricolma di sé nel momento in cui noi ci svuotiamo di noi stessi.
Scuoiamento. Svestimento. La correzione è simile allo scuoiamento di un essere vivente. Si toglie al cristiano la sua vecchia pelle di cristiano, fatta di non perfetta volontà di Dio, per mettergliene una tutta nuova, composta di sola volontà e verità del Signore. C’è sofferenza nella correzione perché ogni svestimento, ogni scuoiamento produce dolore. Bisogna abbandonare qualcosa di sé per assumere qualcosa di Dio. Più ci si libera di se stessi, più ci si veste di Dio, della sua grazia, della sua verità, della sua santità, del suo amore. Cristo Gesù sulla croce si spogliò anche fisicamente e il Signore lo rivestì di tutta la sua gloria eterna.
Rinfrancate le mani cadenti. La correzione non è fatta solo dalla persecuzione, dal dolore fisico o spirituale inferto dalla storia. Essa viene anche operata amorevolmente dai cristiani nei confronti di altri cristiani. Quando si vede un fratello di fede che non cammina secondo la fede, che non progredisce spedito nella verità e nella carità di Cristo, è giusto che lo si esorti a riprendere il cammino con tutto il vigore che la verità e la carità di Cristo urgono. Questo significa rinfrancare le mani cadenti e le ginocchia infiacchite. Questo significa anche raddrizzare le vie storte. Sono vie storte quelle che si percorrono fuori della pienezza della verità e della carità che sono in Cristo Gesù. Ma anche chi cammina nella verità e nella carità di Cristo potrebbe avere momenti di stanchezza, di smarrimento, di fiacca spirituale. Chi è più forte nella verità e nella carità deve attrarre, trascinare chi è più debole. Questa correzione è vero dono di amore.
La forza della fede è la comunione nella fede. La forza della fede è la comunione nella fede. È comunione nella fede quando la nostra forza si fa carico della debolezza dell’altro e la nostra ricchezza diviene sostegno alla povertà spirituale del fratello.
Cercare la pace e la santificazione. La pace è l’armonia nella verità di Dio. Chi cerca la pace pone se stesso nella verità di Dio e da questa verità vive la sua vita come adorazione verso Dio e carità verso i fratelli. Vive nella pace chi sa donare la sua vita a Dio perché ne faccia un dono d’amore per la salvezza del mondo. La santificazione è estirpazione del nostro spirito, dalla nostra anima, dal nostro corpo di ogni falsità ed è falsità tutto ciò che non è conforme alla volontà di Dio sulla nostra vita. Se manca l’allontanamento dalla falsità, non c’è ricerca della santificazione e la fede che noi viviamo è falsa. La fede è vera quando ci aiuta a togliere la nostra vita dalla falsità per condurla tutta e sempre nella pienezza attuale della verità di Dio.
La radice velenosa. Radice velenosa è ogni falsità che si insinua nel nostro spirito, nella nostra mente e corrompe la verità di Dio. Un solo pensiero falso ha tanta potenza da distruggere tutta la verità di Dio in noi. Ognuno deve vigilare perché rimanga sempre nella più pura verità di Dio. Ognuno deve sapere che satana inizia sempre dal seminare nel nostro spirito una qualche radice velenosa in modo che distrugga ogni pensiero di verità divina.
Fornicazione. Profanazione. La fornicazione è l’uso improprio, peccaminoso del nostro corpo ed è fornicazione ogni uso del corpo fuori del matrimonio santo, vissuto secondo la volontà di Dio. La profanazione invece è rendere vile ciò che è nobile, profano ciò che è sacro, peccaminoso ciò che è santo. Chi cade in questi due peccati si preclude per sempre la via della propria santificazione.
Libertà di Dio e peccato dell’uomo. La libertà di Dio è cammino nella sua verità. Chi vuole camminare nella libertà di Dio si deve allontanare dal peccato che è falsità. La falsità rende l’uomo schiavo. La verità lo rende libero. L’uomo è libero solo se vive in Dio; fuori di Dio l’uomo è schiavo, prigioniero, avvolto dall’ombra della morte sia spirituale come fisica, spirituale che si trasforma anche in morte fisica. Una nave è libera nel mare. Un aereo è libero nel cielo. Un treno è libero sulle rotaie. Un uomo è libero se vive il suo statuto di uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio.
Occhio di fede. Al cristiano che vuole camminare nella libertà gli occorre un occhio di fede. Egli deve sempre vedere la verità di Dio per separarla dalla falsità e dall’errore. Cristo Gesù conosceva sempre la verità di Dio, la volontà del Padre. Mai si lasciò imprigionare nella falsità dell’uomo, neanche dalla sua compassione. Egli amò sempre secondo la volontà del Padre, mai secondo la volontà dell’uomo. Questo occhio di fede hanno i santi. Chi non ha questo occhio di fede, mai potrà giungere alla santificazione.
Volto di Dio e timore. Il cristiano che vuole camminare verso Dio deve avere sempre dinanzi ai suoi occhi il suo Santo Volto e contemplarlo con contemplazione perenne. Il Volto di Dio è volto di pace, di verità, di carità, di giustizia. Il Volto di Dio che si è fatto Volto di Cristo Gesù è anche Volto di sofferenza sulla croce, Volto macchiato di sangue nell’Orto degli Ulivi. Il cristiano contempla il Volto di Dio divenuto Volto di Cristo Gesù e nel timore del Signore, che è profonda, altissima adorazione e compimento della sua volontà, cammina realizzandolo nel suo volto, in modo che il volto del cristiano diventi volto di Cristo, come il Volto di Cristo è divenuto Volto di Dio. È questa la missione che Cristo ha conferito al cristiano: divenire suo volto di verità e di carità in questo mondo.
La Gerusalemme celeste casa del cristiano. Il cammino di ogni cristiano dovrà concludersi nella Gerusalemme celeste, in Paradiso. La terra è il deserto da attraversare. Ci guidano i Pastori della Chiesa. La colonna di fuoco e la nube è il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. La manna del cammino è il Sacramento dell’Eucaristia. Vivendo nella grazia e nella verità di Gesù Signore, il cristiano ha la sicura speranza di pervenire alla sua Casa eterna, Casa di Dio che sarà anche sua.
Sangue di Abele e sangue di Cristo Gesù. Il sangue di Cristo Gesù è più eloquente del sangue di Abele. Il sangue di Abele grida a Dio dal suolo il delitto commesso da Caino nei suoi confronti. Il Sangue di Cristo Gesù grida dalla croce ma per implorare dal Padre perdono, misericordia, pietà, compassione, amore, carità. È questa la potenza di salvezza del sangue di Cristo: la sua preghiera rivolta al Padre per il nostro perdono.
NT: Dio e l’uomo un solo corpo. Nell’Antico Testamento Dio è fuori dell’uomo, per essenza, per natura. L’uomo viene da Dio, ma è fuori di Dio, anche se Dio è in lui. Nel Nuovo Testamento con l’incarnazione Dio si è fatto uomo. Non solo Dio e l’uomo in Cristo sono divenuti un solo corpo, il corpo mistico di Gesù. In Cristo ogni cristiano è corpo del Figlio di Dio, del Verbo che si fece carne nel seno della vergine Maria. Questa è la straordinaria grazia che il Signore ha fatto all’uomo. Non solo lo ha reso partecipe della sua natura divina, ha voluto divenire con lui un solo corpo, il corpo del Signore Gesù. È questo il mistero che conferisce ogni divinità al cristiano. Gli conferisce la dignità di essere corpo del Figlio dell’Altissimo. Le implicazioni pastorali ed antropologiche non sono poche.
Dalla Parola, nella Parola, per la Parola. Questo mistero si riveste di vita se l’uomo, cioè il cristiano, si lascia convertire dalla Parola, vive nella Parola, opera per la Parola, si consegna cioè alla Parola perché sia fatta conoscere ad ogni uomo. Il cristiano annunzia la verità di Dio e di Cristo vivendo la sua verità, quella verità che lo ha fatto corpo del Signore Gesù, suo strumento per l’annunzio e il dono della salvezza ad ogni uomo. Annunziando la verità di Cristo il cristiano annunzia la sua verità. Ogni annunzio della verità di Cristo che non è annunzio della propria verità, è un annunzio non vero, perché Cristo e il cristiano sono stati costituiti una sola verità, un solo corpo di santità. Se è vero corpo di Cristo, il cristiano annunzia la verità, mostrandola.
Dal rifiuto della Parola la morte. Se tutto inizia e si consuma nella Parola, per la Parola, dalla Parola, ne consegue che il rifiuto della Parola può generare solo morte. Rimane fuori della sua nuova essenza – quella cioè di essere corpo di Cristo Gesù, verità della sua verità – chi rimane fuori della Parola e ogni volta che esce da essa. Questo ci deve portare ad una sola verità: non c’è vita se non nella Parola, dalla Parola, per la Parola. Chi vuole la vita del mondo deve donare la Parola, aiutare a rimanere nella Parola, far sì che tutti vivano per il dono della Parola.
Dio scuote la terra e il cielo. Perché? È questo un modo per annunziare il giudizio imminente di Dio su ogni carne, su ogni uomo. È anche questo il modo di invitare ogni cristiano a riflettere, pensare, meditare. Il giusto giudizio di Dio si compirà su ogni persona. Ognuno quel giorno dovrà rendere ragione della sua vita, anche di una parola vana, oziosa. Sapendo questo il cristiano mette ogni impegno a percorrere la via della santità, conformando ogni sua azione, parola, opera al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. È il Vangelo l’unico codice di salvezza eterna. Su di esso ognuno sarà giudicato dal Signore.
La persecuzione via di perfezione. Sulla persecuzione si è già detto abbastanza. Un’idea da completare è questa: spesso l’uomo si adagia nel Vangelo, nella Verità, nella Carità, nella Missione, nella Profezia. Vive come se tutto fosse stato già fatto, come se nulla rimane da fare. Il Signore interviene e ci scuote secondo forme, modalità e vie che sono efficaci per noi. Anche la persecuzione è via per rimetterci in cammino di perfezione, di santità, di più grande impegno per lavorare con frutto nella Vigna del Signore.
Occhio di vera fede per tutto ciò che accade. Al cristiano è richiesta saggezza e intelligenza di Spirito Santo perché legga secondo verità tutto ciò che accade e riporti ogni cosa nella verità di Cristo e di Dio. Se sbaglia lettura della storia, anche la sua salvezza potrebbe venire compromessa. Potrebbe egli agire su strade errate, false, su piste non percorribili, perché il Signore non vuole che si percorrano. Proprio questo oggi sembra che stia succedendo: molti cristiani si sono incamminati su piste sbagliate, proprio a motivo di una lettura non di fede di quanto sta succedendo accanto e attorno a noi. Possedere un occhio di vera fede è dono di Dio. A Dio bisogna chiederlo di volta in volta, giorno per giorno, momento per momento.
La fedeltà di ogni cosa è nella sua verità. Chi vuole essere fedele ad una vocazione, ad una missione, ad un ministero, anche alla più semplice mansione, deve camminare nell’attuale verità, o verità tutta intera, cui conduce lo Spirito del Signore. Senza verità attuale non c’è fedeltà, perché la fedeltà è sequela della verità. Senza verità neanche c’è lavoro pastorale, perché la pastorale è il dono della grazia e della verità di Cristo Gesù ad ogni uomo. La ricerca della verità deve essere il primo ministero, il primo compito, la prima occupazione di ogni strumento del Signore in ordine alla salvezza da realizzare, ma anche da donare al mondo intero.
Tutto nasce dalla sofferenza. Dopo il peccato originale, non c’è salvezza se non c’è sofferenza. La sofferenza è la madre della vita, perché per mezzo di essa ogni uomo viene generato alla vita nuova di Cristo, ma anche coopera perché molti altri ricevano lo stesso dono del Signore. La sofferenza è l’offerta del nostro corpo a Dio perché ne faccia uno strumento purissimo, santissimo, perfettisimo di amore e di misericordia per ogni uomo.
Il culto gradito a Dio. Spesso ci si domanda cosa vuole il Signore da noi. Vuole una cosa sola: l’offerta della nostra volontà a Lui perché tutta la sua volontà viva in noi. Questo è l’unico e solo culto gradito al Signore, perché il dono della nostra volontà è l’unico dono che possiamo offrire a Dio, essendo tutto il resto già di Dio. Solo la volontà è dell’uomo e solo questa possiamo offrire. Gli si offre la volontà, non facendo il bene che vogliamo, ma operando il bene che Lui vuole e che ci ha detto tutto attraverso il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Si offre la volontà a Dio ma per vivere solo la sua Parola, tutta la sua Parola.
Eredità: regno incrollabile. L’eredità che ci attende è un regno incrollabile perché è eterno come Dio è eterno, ma anche invincibile come Dio è invincibile. Nel regno di Dio non ci sarà più il male. Esso sarà posto fuori per sempre. In questo regno ci sarà solo luce, non tenebre; vita, non morte, gioia, non tristezza; verità, non falsità; carità, non odio; libertà non schiavitù; fratellanza eterna non egoismo. Il regno eterno di Dio è ricolmo di gioia indicibile, eterna. Verso questo regno dobbiamo camminare. In esso dobbiamo pervenire. Per esso dobbiamo anche, se è necessario, consegnare il nostro corpo alla morte di croce.
Riverenza e timore. Verso il regno eterno di Dio dobbiamo camminare con riverenza e timore. Riverenza e timore dono dovuti al nostro Dio a motivo della sua Santità che sovrasta il cielo e la terra. Noi dobbiamo sempre vederci alla sua Presenza santissima riconoscendolo e confessandolo come il nostro Dio e Signore. A Lui è dovuto ogni onore, ogni benedizione, ogni gloria. Questa è la riverenza. Gli è dovuto anche ogni rispetto e il rispetto è quel timore che opera in noi affinché restiamo sempre nel compimento della sua volontà. Il timore è obbedienza fino alla morte di croce.
Dio è un fuoco divoratore. Dio è fuoco divoratore perché distrugge in noi ogni peccato, ogni imperfezione, ogni vizio, ogni inconsistenza morale e spirituale. È un fuoco divoratore perché accende in noi la sua divina ed eterna carità che trasforma la nostra vita in un dono di amore, di salvezza, di redenzione per il mondo intero. Il cristiano se vuole liberarsi da ogni vizio, da ogni scoria di peccato, se vuole vincere le imperfezioni, se desidera amare allo stesso modo di Cristo, deve chiedere al Signore che lo immerga nel fuoco del suo amore, della sua carità, della sua verità, della sua misericordia e santità e lo incendi in modo continuativo e perenne. Solo così è possibile amare in modo cristiano. Questa immersione nel fuoco di Dio deve essere quotidiana, giornaliera, anzi di momento in momento.
Tutto è idolatria senza verità: Cristo, Dio, Chiesa, Vangelo, grazia, cristiano: ognuno e ogni cosa diviene un idolo senza la verità. La Chiesa se vuole portare salvezza in questo mondo, deve rivestire di verità se stessa. Riveste se stessa in un solo modo: se conserva nella pienezza della verità ogni dono eterno e divino che le è stato dato. Quando priva della sua verità tutta intera, o Dio, o Cristo, o lo Spirito, o il Vangelo, o la Grazia, tutto si trasforma in un idolo. È idolo tutto ciò che non è vero, ma al quale l’uomo dona un valore di verità. È facilissimo divenire idolatri. Basta privare di verità una sola Parola del Vangelo. Un Vangelo senza Verità è già opera da idolatri e se è opera da idolatri non si genera salvezza né per se stessi, né per gli altri. È sufficiente dire che oggi molta pastorale è senza verità, per sapere in quale baratro di idolatria sono caduti molti uomini di Chiesa.
La verità è nella Parola e nasce dalla Parola. La verità che dona verità ad ogni realtà nella Chiesa è la Parola. Anche la Parola deve essere non solo conservata nella Verità originaria ma anche condotta verso la verità tutta intera. Una sola falsità che si introduce nella Parola, corrompe tutta la Parola. La Parola corrotta è senza verità. Senza verità è pura idolatria. Quanto si fa con essa produce e genera solo vanità, rendendo vani tutti coloro che se ne servono per se stessi e per gli altri. Per conservare la verità della Parola dentro di noi, tutta la verità, dobbiamo conservare intatta l’altra verità quella della grazia. La grazia è vera se ci conduce di santità in santità. Se ci fa rimanere nei nostri peccati, anche essa è stata trasformata in pura e semplice idolatria. La verità della grazia ci consente di cercare sempre la verità della Parola; la verità della Parola ci spinge a crescere nella verità della grazia. Grazia e Parola nella pienezza della verità fanno il cristiano santo.
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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