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COMMENTO DELLA LETTERA AGLI EBREI

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2019 14:01
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16/01/2012 22:58
 
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TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE

L’inefficacia è l’essenza stessa dell’Antico Culto. Ombra, non potere di condurre alla perfezione. Le promesse della Legge. L’Antica Alleanza è inefficace per essenza. Essa non poteva in nessun modo condurre alla vera salvezza, perché essa non liberava l’uomo dal peccato e dalla morte. Quanto non libera dal peccato, non libera neanche dalla morte. Quanto non libera dalla morte non è vera salvezza. L’Antica Alleanza era però figura, ombra dei beni futuri. È l’inizio del cammino verso la salvezza, ma non è perfezione di salvezza. Questo lo si può anche constatare dalle promesse della Legge che erano finalizzate al possesso e alla conservazione della Terra. L’Antica Alleanza è l’inizio del cammino verso la vita, ma non è il dono della vita eterna. Giovanni nel Vangelo lo dice con una frase assai semplice: la Legge ci fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità per mezzo di Gesù Cristo. È nella grazia e nella verità di Cristo la differenza sostanziale, abissale, divina, eterna tra l’Antica e la Nuova Alleanza.
La purificazione della coscienza: impeccabilità. Altra differenza è questa. La Nuova Alleanza ha tanta potenza di grazia e di verità non solo da rigenerare l’uomo come vera nuova creatura, ma anche di renderlo impeccabile. La grazia di Cristo ha tale forza da far sì che il cristiano rimanga nella grazia per sempre, anzi cresca di grazia in grazia fino alla perfezione del suo essere, reso in tutto conforme all’essere di Cristo Gesù.
La vera fede è nella Parola di oggi. Questione teologica e non solo cristologica. La fede è alla Parola di Dio, non a quella che Dio ha detto ieri, ma a quella che Dio dice oggi. La fede è anche alla verità che nasce dalla Parola, non alla verità di ieri, ma a quella che lo Spirito Santo suggerisce oggi, come pienezza di verità, o come verità tutta intera verso la quale egli conduce. È giusto sapere chi è Cristo. Questa è questione di pura cristologia. Conoscere Cristo è sapienza perfetta. Ma prima ancora di conoscere Cristo, bisogna sapere che Cristo è la Parola ultima, piena, definitiva, perfetta di Dio all’umanità. La questione è prima teologica, poi si fa cristologica. Se non si parte da questa verità, noi rimarremo sempre fuori dalla fede, perché crederemo nella fede di ieri e non di oggi, professeremo la verità di ieri e non di oggi, andremo al Dio che ha parlato ieri, ma non al Dio che parla oggi; cammineremo con lo Spirito che ha donato ieri la verità alla Chiesa ma non con lo Spirito che la dona oggi tutta intera. La questione che deve sempre animare la Chiesa è una sola: qual è l’ultima Parola che Dio ha proferito, proferisce, sta per proferire. Qual è l’ultima tappa della verità cui ci sta conducendo lo Spirito Santo o ci ha già condotto. È da Dio che bisogna sempre partire, dal suo Santo Spirito, dalla Parola. Partendo da Dio ci si deve interrogare cosa Dio vuole e perché lo vuole. Ma è sempre Dio che vuole. Santità perfetta è camminare sempre con l’ultima Parola di Dio, con l’ultima Verità dello Spirito Santo. Tutto infatti è dalla volontà del Padre. Tutto si deve ricondurre nella volontà del Padre. Tutto deve essere fatto per obbedire, o per compiere la volontà del Padre.
Il corpo è della Persona. Il Sangue è della Persona. Chi vuole conoscere la potenza di grazia che è racchiusa nel sangue di Cristo, offerto per la nostra redenzione eterna sulla croce, altro non deve fare che riflettere sulla Persona che il Sangue ha versato. Il corpo è quello della Seconda Persona della Santissima Trinità. Il sangue è pertanto sangue di Dio, del vero Dio. La grazia di quel sangue è tanto grande quanto è grande Dio. Per questo esso ha tanta efficacia e tanta forza da redimere e santificare il mondo intero.
Cristo Gesù escluso dal Sacerdozio alla maniera di Aronne. Cristo Gesù, Figlio eterno del Padre, essendo stato annunziato da Dio come Sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedek, viene escluso dall’essere Sacerdote alla maniera di Aronne. Essendo Aronne sacerdote dell’Antico Patto, Dio non vuole il suo Figlio diletto sacerdote di questo Patto. Lo vuole di uno Nuovo. Lo vuole Sacerdote della Nuova Alleanza. È Dio quindi che non vuole più l’Antico Patto. Ma è sempre Dio che vuole il Nuovo Patto. Per Lui è iniziato l’Antico Patto e per Lui è finito. Per Lui è iniziato il Nuovo Patto è rimane stabile in eterno. Questa è una decisione eterna di Dio, è sua eterna volontà, alla quale ogni uomo è chiamato a dare l’assenso della sua fede.
Nel rotolo del Libro è scritta la tua volontà su di me. Cristo Gesù è dalla volontà eterna del Padre. Tutto in Cristo è dalla volontà eterna del Padre, perché il Verbo stesso è dalla eternità del Padre. Esiste eternamente il Verbo, ma eternamente esiste dal Padre. Lui è dal Padre. Questa è l’essenza del Verbo della vita. Questa essenza è eterna. Anche nel tempo, quando si fa Verbo Incarnato, è sempre dalla volontà del Padre. Come vero Dio e come vero uomo il Verbo di Dio è sempre dal Padre, dalla sua Volontà. Ma anche egli esiste per essere per la Volontà del Padre. È dalla Volontà del Padre per donarsi alla volontà del Padre. La volontà del Padre è eterna, come eterna è la vocazione di Cristo ad essere sacerdote alla Maniera di Melchisedek. Questo significa che tutto è in funzione di Cristo, tutto finalizzato a Cristo, tutto orientato a Cristo, ma anche che tutto in Cristo riceve vita, perché ogni vita è da Cristo, che è la vita eterna del Padre.
L’uomo è dalla volontà eterna di Dio in Cristo. Anche l’uomo è dalla volontà eterna del Padre. È però dalla volontà del Padre per creazione. Ma è dalla volontà del Padre in Cristo, non fuori di Lui. L’uomo è naturalmente orientato a Cristo, perché Cristo è la vita dell’uomo: vita della natura, o secondo la natura; vita anche secondo la grazia. Non c’è vita se non in Cristo, per Cristo, con Cristo. Cristo è la vita del Padre e ogni vita del Padre è data in Cristo Gesù e per Cristo Gesù. Ogni uomo per redenzione, per creazione, per santificazione, per giustificazione, per risurrezione finale è sempre per Cristo, con Cristo, in Cristo. Questa è la sua vocazione: realizzare Cristo, realizzandosi in Cristo; amare Cristo, amando la verità di Cristo, compiendo la verità di Cristo, progredendo nella verità di Cristo.
Il vero culto: compimento della volontà di Dio nella verità del Vangelo. Dopo che Cristo offrì al Padre il culto nel sacrificio del suo corpo, che è in Lui obbedienza perfetta, in tutto, sino alla morte di croce, il culto del cristiano non può essere che uno e uno solo: il compimento della volontà di Dio nella verità del Vangelo. Il cristiano vive il vero culto osservando il Vangelo. L’altro culto, quello della preghiera o dei sacramenti, è finalizzato a questo.
Ecco io vengo. Ecco io vengo, o Padre, per fare la tua volontà. È questo il culto del cristiano. È questa la sua vera adorazione. Il cristiano riconosce Dio come suo Signore e a Lui consegna la sua volontà.
Fede: accogliere ciò che Dio ha scritto per noi nel suo libro. È la fede che deve professare il cristiano: quanto Dio ha scritto per lui nel suo libro egli lo deve accogliere e vivere in ogni sua parte. Il primo libro da accogliere è il Vangelo. È questo il libro fondamentale della fede. Il secondo libro, nel quale bisogna inserire tutto il primo, è la vocazione personale voluta dal Padre fin dall’eternità. Nella fede il cristiano accoglie l’uno e l’altro libro e consegna interamente ad essi la propria vita.
Il sacrificio è della volontà. Il sacrificio del cristiano non è nel dono del corpo al Signore. È invece nel dono della volontà. Donando la volontà, si dona a Dio tutta la Persona: corpo, anima, spirito. Tutto è dato al Signore perché solo la Sua volontà risplenda e sia fatta in ogni parte.
Conoscere nello Spirito Santo. L’uno e l’altro Libro (AT e NT) si possono conoscere secondo verità, se ci si lascia guidare dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo guida però nella santità del cristiano. Il cristiano santifica corpo, anima, spirito, li offre santificati allo Spirito del Signore e Lui li conduce di verità in verità in una conoscenza piena, perfetta. Chi non è santo, mai potrà conoscere secondo verità né il Vangelo, né l’altro libro, il libro della propria vocazione.
Tutto è abolito con l’abolizione dell’Antico Patto. L’unità del Patto. Il Patto è uno, anche se composto di quattro parti: Legge, impegno, rito, promessa. Se cade il Patto, cade in ogni sua parte. Abolendo il Signore l’Antico Patto per farne un altro, uno tutto Nuovo, la Nuova Alleanza, tutto è caduto dell’Antico Patto, anche il Sacerdote che ne era il ministro. Poiché tutto è caduto, si è passato dalla particolarità, o singolarità di un solo popolo all’universalità di tutti i popoli; si è andati dalla promessa della terra alla promessa del Cielo. Questa la vera novità della Nuova Alleanza stipulata nel sangue di Cristo Gesù.
Volontà di Dio. Volontà di Cristo. Offerta del Corpo. La volontà di Dio chiede a Cristo Gesù l’offerta della volontà del vero uomo. Il vero uomo che è in Cristo offre la volontà umana alla Persona del Verbo e il Verbo si offre al Padre, si dona a Lui come Persona per compiere del Padre tutta la volontà su di essa. L’offerta della volontà non è solo della volontà, è offerta di tutta la Persona, che è anche corpo, anima, spirito del vero uomo. Questa offerta diviene anche del corpo e non sarebbe potuto essere diversamente, essendo la Persona una e indivisibile ed anche l’umanità di Cristo essendo una e indivisibile.
Una volta per tutte. Non c’è più ripetizione né delle offerte, né del sacerdozio. La Nuova Alleanza è stata stipulata nel Sangue di Cristo Gesù. La Persona è una. La sua umanità è una. La morte dell’umanità di Cristo è anche una. Essendo Lui l’unico e il solo Sacerdote della Nuova Alleanza, ma anche: essendo la Nuova Alleanza stipulata nel suo Sangue, questa offerta è una e irripetibile, è una e fatta una volta per tutte. Non c’è ripetizione dell’offerta, perché non è possibile la ripetizione della morte. Non è possibile la ripetizione della morte perché l’umanità è una e uno è il Sacerdozio che è in eterno alla maniera di Melchisedek. È in ragione dell’unicità e dell’eternità del Sacerdozio di Cristo, alla maniera di Melchisedek e non alla maniera di Aronne, che non è possibile alcuna ripetizione e neanche iterare il Sacrificio cruento della croce. Nel Sacramento della Cena c’è attualizzazione, non ripetizione.
Nell’unico sacerdozio “ordinato” partecipazione differente per ordine e grado. Chiunque viene reso partecipe del Sacerdozio eterno di Cristo Gesù, viene inserito nel suo unico ed eterno Sacerdozio, in ordine e grado differente (Vescovi e Presbiteri). Tutti sono Sacerdoti in quest’unico sacerdozio. Tutti partecipano non un altro sacerdozio, ma l’unico e il solo. Né lo esercitano fuori di Lui, ma in Lui, con Lui, per Lui, nel suo nome e con la sua autorità, in Persona Christi. Se si vuole un paragone è questo: Come coloro che sono resi partecipi della divina natura, non acquisiscono una natura divina differente, o distaccata, o separata dall’unica natura divina, ma sono inseriti vitalmente e santamente in essa, come il ferro che viene inserito nel fuoco e viene reso partecipe della natura del fuoco, così è di chi viene reso partecipe dell’unico sacerdozio di Cristo Gesù. Tutti partecipano dell’unico Sacerdozio, tutti vivono l’unico Sacerdozio, tutti rendono presente l’unico Sacerdozio, tutti agiscono nel nome e con l’autorità dell’unico Sacerdote, tutti operano in Persona Christi, l’unico e il sommo sacerdote della Nuova Alleanza. È questo il grande mistero di chi viene elevato in Cristo sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedek.
Il vero concetto di peccato. Il vero concetto di perdono. Eliminazione per deificazione. Il peccato si connota come morte. È morte di Dio, o della sua carità, nel cuore dell’uomo, morte che trascina tutto l’uomo in un processo irreversibile che lo porta alla separazione dell’anima dal corpo (morte fisica), ma anche alla separazione delle facoltà dell’uomo razionale, intelligente, volitivo, cose queste che lo pongono in un vero dissidio interiore; morte ancora come separazione eterna dell’uomo da Dio con la dannazione nell’inferno. Il perdono non è solo remissione della colpa e cancellazione della pena, come atto giuridico. Il perdono si connota anche e soprattutto come ritorno dell’uomo in vita: anima, corpo, spirito ritrovano la loro compattezza e unità, perché in essi è ritornata la divina carità e con essa tutto Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il peccato viene eliminato non solo come ritorno in vita, ma anche e soprattutto come deificazione dell’uomo, o come uomo reso partecipe della divina natura. È questa la vera novità cristiana. Cambia essenzialmente l’uomo con il perdono di Dio. Cambia sostanzialmente perché ritorna in vita, ma soprattutto perché ritorna in Dio come il ferro nel fuoco e ricomincia a vivere. L’uomo vive solo se immerso nel fuoco dell’amore di Dio. E non c’è vera vita per l’uomo se non nella sua deificazione.
Tutto è nuovo nel Nuovo Patto. Il Nuovo Patto è vera nuova creazione. È creazione ancora più mirabile di quella antica. Nel Nuovo Patto l’uomo che è uscito da Dio viene riportato in Dio, mediante Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo. La potenza della grazia e della verità che trasformano un uomo sono contenute nell’espressione: “partecipi della divina natura”. Il Nuovo Patto opera la divinizzazione dell’uomo, in Dio, non fuori di Lui.
Dio innalza Cristo. Questione teologica e poi cristologica. Il Padre è “autore” di Cristo. Chi vuole comprendere chi è Cristo deve necessariamente partire da Dio. Chi crede in Dio, deve credere in ogni opera che Dio compie. Ora Cristo Gesù è “l’opera di Dio”. Nell’eternità è “l’opera di Dio”, non perché fatta, ma perché “generata nell’oggi eterno: oggi ti ho generato”. Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato della stessa sostanza del Padre, l’unica e sola sostanza del Padre è l’unica e sola sostanza di Cristo Gesù. Nel tempo è “l’opera di Dio”, perché concepito nel seno della Vergine Maria il giorno dell’Incarnazione, per opera dello Spirito Santo. Il Padre genera Cristo, il Padre chiede a Cristo Gesù l’Incarnazione (=parliamo sempre del Verbo Eterno che si fa Verbo Incarnato), la chiede per la salvezza dell’uomo. Per questo motivo, o ragione la questione è prima di tutto teologica, solo in secondo tempo è cristologica. “Autore” di Cristo è il Padre dalla sua generazione nei giorni dell’eternità, alla sua Incarnazione, nei giorni del tempo, nella missione, nel sacrificio, nella risurrezione gloriosa. Cristo Gesù è sempre dal Padre, ma è anche sempre per il Padre, nel Padre, con il Padre.
La non ripetizione. Perfetti per sempre. Lo si è già accennato. Il sacrificio di Cristo è l’offerta della vita della sua umanità. Lo offre la Persona divina, ma si compie nel suo corpo di carne. Ora la vita di ogni uomo è una sola. Per questo non c’è ripetizione del sacrificio della croce. Questo sacrificio è però perfetto in sé a motivo della Persona che lo offre. La Persona è divina, eterna, senza prezzo, la sua grazia è anch’essa eterna, divina, incommensurabile. È questa potenza di grazia e di verità che ci rende perfetti per sempre.
Ogni religione via di salvezza? Via di salvezza è la coscienza, non la religione. Non è la religione la via della salvezza. La via della salvezza è la coscienza. È la coscienza perché è in essa che l’uomo legge il bene e il male, il male per evitarlo, il bene per compierlo. La coscienza però va formata. Con l’intelligenza illuminata dallo Spirito Santo l’uomo discerne il male dal bene, il bene dal meglio, il meglio dall’ottimo per seguire il bene, il meglio, l’ottimo. Nessuno può rinunciare all’esercizio dell’intelligenza nella ricerca del meglio, anzi dell’ottimo per seguirlo ed entrare così nella vita.
Una volta sola: perché allora la Chiesa celebra l’Eucaristia più volte. La Chiesa celebra l’Eucaristia più volte perché Cristo le ha comandato di farlo in sua memoria: “Fate questo in memoria di me”. Deve farlo in sua memoria più volte a motivo del cammino dell’uomo verso la perfezione, verso la santità, verso il cielo. L’Eucaristia è il pane del cammino dell’uomo nuovo, Il quale ogni giorno, o almeno di domenica in domenica, se ne deve nutrire, se vuole raggiungere la santità che è la vocazione nuova cui lo chiama il Signore.
Eucaristia: mirabile unità: fede in Cristo e vita di Cristo in noi. Celebra santamente l’Eucaristia, secondo la sua essenza divina ed umana insieme, solo chi crede in Cristo Parola del Padre e fa divenire la vita di Cristo secondo la Parola del Padre vita in lui. Cosa è infatti l’Eucaristia se non il sacrificio dell’obbedienza di Cristo? Perché il cristiano mangia l’Eucaristia? Per divenire obbedienza di Cristo nella sua vita. Questa unità deve sempre cercare il cristiano. Per il raggiungimento di questa unità egli deve mangiare il Corpo e il Sangue del Signore.
Eucaristia: mirabile unità: corpo di Cristo e corpo della Chiesa. Altra unità da raggiungere è questa: l’Eucaristia è il Corpo di Cristo offerto per noi. Il Corpo di Cristo è ora la Chiesa. Si mangia il Corpo di Cristo offerto per fare del Corpo di Cristo che è la Chiesa un’offerta gradita a Dio. Si mangia Cristo per divenire nella sua offerta, offerta santa per il nostro Dio e Padre. Anche questa unità bisogna ricomporre.
Unità da ricomporre: mistero dell’Eucaristia. Il mistero dell’Eucaristia è questa unità: Si fa il sacrificio per avere l’Eucaristia. Si vive l’Eucaristia per compiere il sacrificio. Il sacrificio che si fa è quello della Croce. Attualizzando quel sacrificio il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo. Si fa il sacrificio della croce perché il cristiano, corpo di Cristo, compia nel suo corpo lo stesso sacrificio dell’intero corpo. La sua vocazione è quella di divenire in Cristo sacrificio, ostia, vittima, olocausto, offerta per il nostro Dio. Se non si ricompone l’unità del sacrificio che fa l’Eucaristia e dell’Eucaristia che ci conduce al sacrificio celebriamo inefficacemente questo grande ministero.
Con Cristo il cristiano entra nel santuario del Cielo. Gesù è entrato nel Santuario del Cielo con il suo Corpo glorioso. Ora, ogni cristiano che riceve il battesimo diviene Corpo di Cristo. Anche lui nel Corpo di Cristo è nel Cielo. È nel Cielo per realtà spirituale che si è compiuta in lui. Deve camminare verso il cielo anche nella realtà materiale, cioè nel suo corpo di carne, perché questa è la sua vocazione. Egli deve portare tutto nel Cielo nel quale ora abita in Cristo, nello spirito. La via per raggiungere il cielo è questa via vivente che è lo stesso Cristo Gesù. La via vivente si percorre in Lui, con Lui, per Lui. Divenendo corpo del suo Corpo.
Con cuore sincero. Nella pienezza della fede. Cuori purificati da ogni cattiva coscienza. Il corpo lavato con acqua pura. Sono queste le modalità esatte secondo le quali bisogna camminare, se si vuole raggiungere il Cielo e indossare, o rivestirci della stessa gloria del Cristo Risorto. Il cuore è sincero quando in esso c’è solo la ricerca della verità. Si è in pienezza di fede quando si trasforma in vita ogni Parola del Vangelo. Se la Parola non è creduta, non si è nella fede. Se una sola Parola non è creduta, non si è nella pienezza della fede. I cuori sono purificati da ogni cattiva coscienza quando sono mondati da ogni peccato. Il corpo è lavato con acqua pura quando lo si libera da ogni vizio, da ogni concupiscenza; quando lo si riveste delle sante virtù. Circa la pienezza di fede, nella quale bisogna camminare, c’è da aggiungere una verità, che nel contesto ha un valore non minimo: La pienezza di fede è nel Sacerdozio di Cristo e nella Nuova Alleanza stipulata nel suo Corpo, nel suo Sangue. Chi esclude Cristo come suo unico e solo Redentore, costui non è in pienezza di fede, è semplicemente nella non fede. Le Parole del Vangelo che Lui legge sono svuotate della verità e senza verità creduta e vissuta non c’è fede.
La professione della nostra speranza. La professione della nostra speranza è una sola: attendere vigilando la venuta del Signore Nostro Gesù Cristo che dovrà porre fine alla storia, o individuale, o collettiva e trasferirci nel regno del Padre suo. La professione della nostra speranza in nessun modo potrà essere mantenuta nella sua più alta e profonda verità, se una sola falsità si introduce nel mistero di Cristo Gesù. Senza vera fede in Cristo Gesù nessuna professione di speranza sarà mai possibile. Chi vuole ricostruire la speranza nei cuori deve formare Cristo. O si forma Cristo, o si lavora invano. Falliscono tutti quei programmi di vita che prescindono dalla vera, perfetta, santa formazione di Cristo nei cuori.
Eresia deleteria: abrogare un solo elemento dell’Alleanza. La Nuova Alleanza abroga ogni elemento dell’Antica Alleanza: il Sacerdozio, la Promessa, il Rito, la stessa Legge. Quest’ultima non è stata abolita, perché la Volontà di Dio è parte perenne in ogni Alleanza. Anzi l’Alleanza è stipulata per il compimento della Volontà di Dio. La Volontà di Dio contenuta nella Legge è stata portata a compimento nelle Beatitudini, che sono la via attraverso cui chi si converte e crede al Vangelo, dona la sua vita a Dio in sacrificio, in espiazione, in olocausto, allo stesso modo di Cristo Gesù. Abrogare un solo elemento, il rito del sangue, e lasciare gli altri in vigore, è modo errato di vivere la Nuova Alleanza. Un solo elemento dell’Antica Alleanza lasciato in vigore, corrompe la Nuova e la trascina per vie non percorribili.
La giustizia di Dio. La giustizia di Dio è la sua Verità, la sua Volontà, la sua Parola. Dio è giusto in sé per essenza che è Verità, Bontà, Carità. Dio è giusto dinanzi al mondo intero perché agisce con noi sempre secondo la sua eterna Verità, Bontà, Carità. Egli è giusto con noi perché agisce sempre in riferimento alla Parola che ci ha comunicato. La giustizia in Dio verso di noi è l’adempimento di ogni Sua Parola pronunciata. Dove non c’è Parola di Dio non c’è Volontà di Dio manifestata. Lì non c’è neanche giustizia di Dio.
Stimolarci a vicenda. Esortarsi a vicenda. I cristiani non solo devono condurre a Cristo il mondo intero, portandolo nel suo Vangelo. Nel Vangelo devono rimanere loro stessi, il Vangelo vivere, il Vangelo testimoniare interamente vissuto in ogni sua parte. Per questo ognuno deve essere per l’altro aiuto, sostegno, stimolo, incoraggiamento, esortazione. Potrà fare questo chi è nel Vangelo per attrarre nel Vangelo. Chi è fuori del Vangelo mai potrà essere di aiuto agli altri. Deve lui per primo chiedere aiuto e poi divenire aiuto e sostegno per i fratelli. Aiutandosi vicendevolmente, stimolandosi ed esortandosi i cristiani costituiscono una comunità di fede forte, robusta, solida capace di vera testimonianza, di vero annunzio, di vera proclamazione del Vangelo ad ogni uomo. La creazione di una comunità cristiana compatta, solida, forte nella fede, nella carità, nella speranza è la via migliore di tutte per l’annunzio e il ricordo del Vangelo al mondo. Ognuno è chiamato ad aiutare e a lasciarsi aiutare. Questa è la via della fortificazione della fede all’interno della comunità, punto di inizio per la edificazione della stessa fede in ogni cuore che ancora non appartiene a Cristo Gesù.
Il peccato contro lo Spirito Santo. Qual è la verità conosciuta. Il peccato contro lo Spirito Santo è il peccato contro la verità della salvezza. Commette questo peccato chi impugna la verità conosciuta, chi la combatte, chi la distrugge, distruggendo chi la porta. La verità della salvezza nel nostro caso è una sola: Cristo Gesù Sommo ed Eterno Sacerdote dei beni futuri, della Nuova Alleanza, del Nuovo Patto. È verità conosciuta, quindi autentica verità, perché è stato Dio stesso a darle testimonianza, a proclamarla. Se Dio ha costituito e proclamato Cristo Sommo Sacerdote della Sua salvezza, chi è l’uomo che possa impugnare una così grande verità, se non chi pecca contro lo Spirito Santo? Da questo peccato ognuno si deve guardare, perché questo peccato esclude dalla salvezza eterna. Chi cade in questo peccato è già dannato in vita.
La Legge puniva con la morte alcune trasgressioni. È questo un severo monito contro coloro che distruggono Cristo nel suo essere Sacerdote Eterno, Sommo, alla maniera di Melchisedek, Sacerdote della Nuova Alleanza. Se la Legge antica puniva alcune trasgressioni dell’Antica Alleanza – e quella era solo figura, non realtà – chi distrugge Cristo nella sua più piena ed essenziale verità, quella di essere il solo, l’unico Sacerdote della Nuova Alleanza, potrà forse pensare di sfuggire alla punizione? Questa sarà assai più grave, perché più grande è la perdizione di coloro che a motivo di questa distruzione di Cristo vengono tratti fuori della via della verità e della salvezza.
Il Figlio di Dio è calpestato. Il sangue profanato. La Spirito della grazia disprezzato. Vengono ora indicati tre gravi, anzi gravissimi peccati, che si commettono contro la Nuova Alleanza. Il Figlio di Dio è calpestato quando non viene accolto nella sua verità più piena. Chi distrugge la verità di Cristo, distrugge Cristo. Chi distrugge Cristo è senza salvezza eterna, perché non c’è salvezza se non nel Nome, cioè nella verità di Cristo Gesù. Il sangue è profanato quando lo si svuota della sua verità, della sua santità, della sua unicità. Chi ritorna nell’Antica Alleanza altro non fa che profanare il sangue di Cristo Gesù. Da sangue di salvezza, anzi da unico sangue di salvezza, se ne fa un sangue di non salvezza. Si da più valore al sangue degli animali che non a quello del Figlio di Dio. Questa è vera profanazione che esclude dalla salvezza eterna, perché solo in quel Sangue è la salvezza e senza quel Sangue nessuna salvezza sarà mai possibile. Lo Spirito della grazia è disprezzato perché non lo si accoglie nei suoi doni. È Lui che rigenera, giustifica, santifica, redime, salva, porta a compimento in Cristo la nostra vocazione. Chi calpesta il Figlio di Dio rimane senza lo Spirito della grazia e di conseguenza lo disprezza, Gli toglie ogni valore in ordine alla nostra nuova vita. Questo è vero peccato. È peccato che è concepito in noi quando ci allontaniamo dalla giusta, santa, vera, perfetta professione di fede in Cristo Gesù. Chi cade dalla retta e santa fede in Cristo, cade semplicemente da tutta la verità e da tutta la grazia che provengono da Cristo. Anche lo Spirito Santo ci è stato dato come grazia e verità di Cristo Gesù. Questa verità ci conduce ad una sola possibile conclusione: chi vuole riportare la verità della salvezza nel mondo, deve iniziare dalla retta fede in Cristo. Ogni sfasamento della fede in Cristo comporta uno sfasamento in ordine a tutta la salvezza. Nessuno può pensare di agire per la salvezza se la verità della sua salvezza è falsa nel suo cuore, nelle sue parole, nelle sue opere.
Il giusto giudizio di Dio. Il giusto giudizio di Dio è il compimento nei nostri riguardi di ogni Parola che il Signore ha proferito, sia in bene che in male. Per giusto giudizio di Dio siamo salvi, ma anche per giusto giudizio di Dio siamo condannati alla pena eterna. Chi vuole sapere quale sarà il suo giusto giudizio è sufficiente che rifletta su quale Parola di Dio è impostata la sua vita. Quale la Parola vissuta, tale il giusto giudizio di Dio. L’errore più grave di oggi è questo: ognuno si pronunzia un giusto giudizio di Dio ma senza la Parola di Dio. Senza Parola di Dio non può esistere alcun giudizio giusto, vero, santo.
È terribile cadere nelle mani del Dio vivente. È terribile per colui che si pone fuori della vera Parola di Dio, della sua verità. È terribile per colui che dopo aver conosciuto e adorato Cristo Gesù nella sua verità, passa a confessare ogni falsità su di Lui. La Parola di Dio è una, la Verità è una, la professione della fede è una. Chi cade dalla Verità, cade dalla Parola, cade dalla fede. Chi cade dalla Parola, dalla stessa Parola sarà giudicato in vita e in morte. Chi infatti cade dalla Verità, cade anche dalla Parola e dalla fede. Chi cade dalla fede, cade dalla Parola e dalla Verità. Chi cade dalla Parola, cade dalla Verità e dalla fede. Parola, Verità, fede insieme stanno, insieme cadono. Chi cade dalla Verità di Cristo Gesù, cade anche dalla verità della sua Parola e dalla verità della fede in Lui. Rimane senza salvezza eterna.
Il peccato contro lo Spirito Santo della Teologia. La teologia pecca contro lo Spirito Santo in due modi: quando si pone fuori della Parola, della Verità, della Fede in Cristo Gesù; ma anche quando ferma il cammino della Verità della fede in Cristo a ciò che di Cristo Gesù si è compreso ieri. La Teologia ha un sentiero obbligato: aiutare la comprensione della Parola, della Verità, della Fede in Cristo Gesù. L’oggetto della Teologia è la Parola di Cristo, la Verità di Cristo, la Fede in Cristo. Se la Teologia non rispetta il soggetto proprio del suo essere teologia, prima o poi incorre anch’essa nel peccato contro lo Spirito Santo.
Il momento della fondazione della fede. Il momento della fondazione della fede è per tutti la predicazione della Parola di Cristo, che ci ha annunziato la Verità di Cristo, che ci ha dato la fede in Cristo. Questo momento deve essere sempre ricordato. È il momento della fondazione del nostro nuovo essere. A questo momento bisogna sempre ritornare nei tempi di forte tentazione. Chi mantiene fisso lo sguardo su questo momento che ha fondato la sua fede, potrà superare ogni tentazione contro la fede. Chi invece si discosta da questo momento, con facilità abbandona la fede e si consegna alla falsità, all’errore, al peccato, alla morte.
L’illuminazione. Il battesimo è illuminazione, perché in esso e per esso siamo avvolti dalla luce di Cristo e condotti nel suo regno di luce infinita. È anche illuminazione perché in questo sacramento siamo fatti noi stessi luce nel Signore, luce del Signore, per illuminare il mondo. Dio è luce. Il cristiano nel battesimo diviene in Cristo partecipe della luce di Dio, diviene luce. Deve vivere come figlio della luce e non più come figlio delle tenebre. Potrà fare questo se rimarrà sempre nella verità della fede in Cristo e nel compimento della sua Parola. Ora la prima fede che lui deve avere è questa: Cristo Gesù è il Sommo, Eterno Sacerdote della Nuova Alleanza.
La fede si radica nella verità. La fede non si fonda sulla teologia. La fede non può esistere senza sana dottrina. La forza della vera fede. Si è detto che Fede, Verità e Parola sono una cosa sola, o esistono insieme, o non esistono affatto. La fede ha bisogno per produrre frutti di vita eterna di una solida verità a suo fondamento. La verità che deve fondarla è quella rivelata nella Parola. Lo Spirito Santo dona l’intelligenza della Parola, dona la verità della Parola perché la si ponga a fondamento della fede. La fede non si fonda sulla teologia. È invece la teologia che si fonda sulla fede, perché la teologia è la comprensione della fede, della verità che è a fondamento della fede, della Parola che contiene la verità della fede. Fondare la fede sulla teologia è sostituire il pensiero di Dio con quello dell’uomo. Fede e sana dottrina, o complesso delle sue verità, devono costituire una cosa sola. Una fede senza sana dottrina non serve, perché è priva della sua verità, o del complesso delle verità che la rendono vera fede in Cristo Gesù. La forza della fede è la verità che è a suo fondamento, come la forza della verità della fede è la Parola di Cristo, dalla quale la verità della fede è stata tratta.
In vista di beni migliori e più duraturi. Non abbandonare la franchezza. Tutto nella Nuova Alleanza è in vista di beni migliori e più duraturi. Questi beni migliori sono la partecipazione all’uomo della divina natura in Cristo Gesù. Sono più duraturi perché vanno oltre l’estensione della nostra vita sulla terra. Sono infatti l’eredità eterna e la risurrezione gloriosa in Cristo che dovrà renderci in tutto simili a Dio: farci interamente di spirito come Lui è Spirito purissimo. Sapendo la ricchezza che gli è donata dalla fede, il cristiano è chiamato a riprendere la sua antica franchezza. La franchezza è nel dire a tutti, senza timore, il Vangelo della Salvezza, della Grazia, della Vita Eterna che Dio ci dona in Cristo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote della Nuova Alleanza.
Cristo unico fondamento della fede. Il motivo della crisi della fede. Cristo Gesù è unico fondamento della fede, perché la sua Persona è l’unica nella quale è stabilito che possiamo avere salvezza. La salvezza è in Lui, ma anche per Lui e con Lui. Chi abbandona Lui, si priva dell’unico fondamento della fede. La sua fede è vuota. Il vuoto della fede è il motivo di tanta crisi nella fede. Chi vuole risollevare la fede dalla sua crisi, deve rimettere Cristo Gesù al suo centro, a suo fondamento. Cristo è la nostra fede e senza Cristo nessuna fede sarà mai possibile.
Bisogno di costanza. La fine è imminente. Al nostro posto nella fede. Il giusto vivrà mediante la fede. Tempo della fede. Tempo del giudizio. Fede nella Parola di Dio. Uomini di fede. La fede inizia. Nella fede bisogna perseverare sino alla fine. Per questo si ha bisogno di costanza. La costanza è fermezza nel compimento del cammino della fede sino alla fine. Quando si dice che la fine è imminente, si dice semplicemente che ormai tutto è stato rivelato e che il cristiano non deve attendere più alcun’altra rivelazione. Ora siamo al tempo del compimento della nostra fede e la fine in questo compimento è sempre imminente. Può venire da un istante all’altro. Mentre camminiamo verso la fine, ognuno deve rimanere al suo posto nella fede. Il posto nella fede è uno solo: compiere secondo pienezza di verità la missione che il Signore gli ha assegnato. Il cristiano dovrà sempre ricordarsi che Il giusto vivrà mediante la fede. Se lui vuole giungere in Paradiso dovrà perseverare di fede in fede. Mai dovrà dubitare, o cadere dalla fede. Chi cade dalla fede, cade dalla verità, cade dalla grazia. Ora è il Tempo della fede. Ora siamo chiamati a vivere di Parola, di Verità, di ascolto. Domani non sarà più il tempo della fede. Sarà invece il Tempo del giudizio. Saremo convocati al cospetto di Dio per rendere ragione della nostra vita di fede, di non fede, di verità, di falsità, di giustizia, di ingiustizia. La fede, quella vera, è solo Fede nella Parola di Dio. Chi esclude la Parola dalla fede, si esclude dalla fede. Essere Uomini di fede vuol dire una cosa sola: essere uomini della Parola di Cristo Gesù. Chi è vero uomo di fede ascolta la Parola, vive di Parola, nella Parola cresce ed abbonda di ogni opera buona.
Metodologia del coinvolgimento. È vera metodologia di coinvolgimento quella che ha come unico suo scopo quello di far sì che ogni uomo di fede sia, divenga, si faccia responsabile della fede del mondo intero. Quando un solo uomo viene escluso dalla sua responsabilità in ordine alla fede del mondo intero, questo avviene perché nella nostra fede c’è un vizio di fondo e questo vizio è sicuramente un peccato che milita nella nostra anima. Il cristiano inizia il suo cammino di santità proprio dalla fede, o meglio dalla professione della vera fede. Ed è professione della vera fede solo quella che dona a ciascuno la sua responsabilità in ordine alla fede del mondo intero. Chi esclude, o priva, o impedisce in qualche modo che l’altro si possa assumere e vivere per intero questa responsabilità, chi non aiuta l’altro a vivere pienamente questa responsabilità, in lui sicuramente vi è un peccato. Questa verità ci porta ad un’altra conclusione: chi vuole iniziare a camminare secondo verità nella fede, deve iniziare ad espellere il peccato dal suo cuore, dalla sua mente, dalla sua anima. La sana, retta, giusta metodologia del coinvolgimento nell’opera della fede attesta per noi che camminiamo nella vera fede.
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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