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RAZIONALITA’ E RAGIONI DELLA FEDE

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2018 11:53
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09/02/2018 11:53
 
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L' ATEISMO È FIGLIO DELL' IRRAZIONALITÀ
(natura e ragione, naturale e soprannaturale)

Il termine "natura" richiama il termine greco physis e quello latino nascor, che significano qualcosa che è generato e procede spontaneamente, secondo determinate leggi interdipendenti tra loro. "Naturale", dunque, è ciò che accade di per sé, che si muove spontaneamente, senza che qualcuno intervenisse per modificarlo. Anche nel linguaggio comune si esprime questo significato, ad esempio quando si dice: sii naturale; è naturale (cioè spontaneo) comportarsi così ecc.
Occorre dunque distinguere tra "natura" e "ragione", ovvero tra la gran massa degli eventi irrazionali (fisici e psicologici che siano) che procedono spontaneamente e ciò che è distinto e non riducibile a questo processo: il capire, il pensare, l'ordinare ecc. Queste sono tutte realtà che interagiscono con la natura ma nello stesso tempo la trascendono. "Ogni possibile oggetto che possiamo vedere davanti a noi: le pareti, il soffitto, i mobili, il libro, le nostre mani lavate e le unghia tagliate, è tutto una testimonianza della "colonizzazione" della natura operata dalla ragione, perché nessuna di queste cose sarebbe come è ora se la natura avesse potuto agire spontaneamente, a modo suo" (C.S. Lewis). In altri termini, la natura non ha in sé stessa la "coscienza dello scopo", non ha la capacità di senso critico e in base a questo di agire e sciegliere teleologicamente. Perciò, come conseguenza logica, non si può nemmeno affermare che la ragione umana sia una emanazione della natura, un suo prodotto che scaturirebbe (non si sa come, dove è quando) in una fase del suo casuale divenire.

Diceva Nietzsche: "Come è venuta al mondo la ragione? Come è giusto che arrivasse, in modo irrazionale, attraverso il caso". Appunto, ma è propriamente questa l'evidente contraddizione logica del "naturalismo" su cui si fonda l'ateismo e le sue declinazioni, ovvero sostenere che quella ragione umana che dovrebbe stabilire ciò che è razionale oppure no, sarebbe figlia dell'irrazionalità, della non-ragione. In altre parole, si adotta un certo criterio (la razionalità) per poter giudicare l'attendibilità di qualsiasi affermazione, non accorgendosi che quello stesso criterio scredita lo "strumento" (la ragione umana) che sta giudicando. Così in questo modo l'ateismo si dà la zappa sui piedi, invalidando da solo tutto ciò che afferma. Da una parte l'ateismo non accetta come valida una singola affermazione considerata irrazionale ma nello stesso tempo accetta senza battere ciglio che la ragione nel suo insieme, dalla quale ogni singola tesi scaturisce, sia figlia dell'irrazionalità, il risultato finale di un cieco e irrazionale divenire.

Spesso si cade in un equivoco: si dice che non si crede al trascendente o al soprannaturale perché non lo vediamo o perché non si può dimostrare empiricamente, come se il soprannaturale dovesse essere una "cosa" osservabile davanti a noi, da vagliare come spettatori. Non è così. Soprannaturale è la stessa capacità di ragionare, di capire, di amare, tutte facoltà umane che interagiscono con la natura ma nello stesso tempo la trascendono. Di più, non si potrebbe neanche arrivare a dire: "il soprannaturale non esiste", se non avessimo una capacità soprannaturale e quindi razionale di vedere, valutare e considerare la realtà.

No, la ragione umana non può essere figlia dell'irrazionalità, non può essere originata dalla non-ragione, ma soltanto da un Principio razionale che trascende anch'esso la natura, da una Ragione superiore.

"Se la Ragione viene prima della materia e se la luce di quella Ragione originaria illumina le menti finite, posso capire come gli uomini siano giunti, tramite l'osservazione e la deduzione a conoscere molte cose riguardo all'universo in cui vivono. Se invece le intelligenze dipendono solo dai cervelli, e i cervelli dalla biochimica, e la biochimica (alla lunga) dal divenire insensato degli atomi, non riesco a capire come il pensiero di quelle menti abbia più significato del frusciare del vento fra gli alberi".
(C.S.Lewis)
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