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COMMENTO DELLA LETTERA AI COLOSSESI

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2018 12:00
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28/11/2011 12:09
 
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LA LETTERA AI COLOSSESI
(Pedron Lino)

autori
titoli

Indice:

Introduzione

Lettura e commento

Prima parte didattica

Parte seconda parenetica

 

 

INTRODUZIONE

1) La comunità di Colossi

I cristiani di Colossi non furono portati alla fede in Cristo da Paolo. L’apostolo, nella sua attività missionaria in Asia Minore, non arrivò a Colossi. La lieta novella, da lui annunciata nelle città più grandi e nei centri commerciali, si sparse rapidamente.

I cristiani delle comunità fondate da Paolo divulgarono il Vangelo portandolo anche all’interno del paese, così che sorsero comunità cristiane non solo a Colossi, ma anche a Laodicea e a Gerapoli (2,1; 4,13.15). Gli unici dati sulla fondazione e la situazione della chiesa di Colossi si ricavano solo da questa lettera.

I destinatari della lettera provenivano dai pagani e avevano accolto il Vangelo comunicato loro da Epafra (1,7-8; 4,12-13).

Lo stato della comunità, così come appare dalla lettera, corrisponde in pieno all’immagine di una comunità ubbidiente al Vangelo degli apostoli.

2) L’occasione della lettera.

La vita e il comportamento della comunità non offrono alcun motivo di biasimo. L’autore della lettera mette in guardia i colossesi da una falsa dottrina e dai seduttori che la insegnano. Nella comunità si sono introdotti o stanno introducendosi degli uomini che chiamano la loro dottrina "filosofia" e con questa intendono l’arcana notificazione della profonda essenza divina, la retta conoscenza degli "elementi cosmici" e la via che si deve percorrere per porsi nel giusto rapporto con essi.

Gli elementi cosmici, presentati come potenti forze angeliche, determinano non soltanto l’ordine del mondo, ma anche il destino di ogni singolo uomo. Perciò l’uomo deve prestare loro venerazione cultuale e osservare le disposizioni da loro impartite (2,16-23): uno scrupoloso rispetto dei tempi sacri riservati - festività, noviluni, sabati (2,16) - come pure il rifiuto di certi cibi e di certe bevande, il cui uso è severamente interdetto (2,21).

Questa dottrina, le cui caratteristiche sono rese evidenti nel secondo capitolo della lettera con argomentazioni polemiche, potrebbe avere un influsso anche sui cristiani, perché essa promette una protezione contro le forze e le potenze cosmiche che il Vangelo sembra incapace di garantire con la concessione del perdono dei peccati.

Gli aderenti a questa filosofia probabilmente supponevano che questa dottrina potesse andare benissimo d’accordo con la fede cristiana, anzi, che proprio per questo accordo la fede avrebbe raggiunto la sua autentica pienezza. Per contrastare questa filosofia la lettera ai colossesi, fin dall’inizio, ripropone la professione di fede affidata alla comunità (1,15-20) e di lì sviluppa il suo messaggio in cui Cristo è proclamato Signore del mondo intero. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (2,9), egli è il capo al di sopra di tutte le potenze e potestà (2,10). Egli è il capo del suo corpo, la chiesa (1,18).

Chi perciò nel battesimo è sepolto con Cristo e con lui è risorto per la fede nella potenza di Dio che l’ha risuscitato dai morti (2,12), costui ha ricevuto tutto da Cristo, ogni pienezza, il perdono dei peccati e il dono di una vita nuova (1,12-14; 2,13-15).

Il cristiano non può e non deve più mettersi al servizio degli angeli e sottostare a ordinamenti servili, perché egli è, da tempo, morto con Cristo agli elementi cosmici (2,20). Questa contrapposizione deve essere riconosciuta, in tutta la sua chiarezza, dalla comunità mediante l’ausilio della dottrina apostolica offerta nuovamente attraverso questa lettera. Da una parte Cristo, come è stato annunziato e accolto nella fede; dall’altra la filosofia riguardante gli elementi cosmici che è, in verità, soltanto un "vuoto inganno".

3) Stesura della lettera.

Paolo è prigioniero (4,3.10). In quale luogo si trovi non risulta dalla lettera. Così manca qualsiasi indicazione di datazione circa la compilazione dello scritto.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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