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COMMENTO AGLI ATTI DEGLI APOSTOLI

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2011 12:05
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28/11/2011 12:02
 
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ATTI Capitolo 3

La guarigione dello storpio

1 Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. 2 Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. 3 Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. 4 Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». 5 Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. 6 Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». 7 E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono 8 e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. 9 Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio 10 e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.

Discorso di Pietro al popolo

11 Mentr'egli si teneva accanto a Pietro e Giovanni, tutto il popolo fuor di sé per lo stupore accorse verso di loro al portico detto di Salomone. 12 Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo? 13 Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; 14 voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino 15 e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. 16 Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.

17 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; 18 Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. 19 Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati 20 e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. 21 Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti. 22 Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. 23 E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo. 24 Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.

25 Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. 26 Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità».

 

Il capitolo terzo fornisce una chiave di lettura degli Atti che è fondamentale quanto l’evento della Pentecoste con il discorso esplicativo di Pietro. Anche questo brano presenta quell’intreccio "azione/discorso" che è essenziale ai fini di ogni testimonianza. Come annunciare Gesù, Parola di grazia che guarisce e libera, se non a partire da una guarigione-liberazione concreta? Come potrebbero gli apostoli essere testimoni di un Vivente che salva, se fossero soltanto dei parolai che ripetono a pappagallo (cf 17,18) la dottrina di un maestro defunto?

Questo capitolo è dunque incentrato sulla persona di Gesù che agisce attraverso i suoi testimoni, e non più sullo Spirito Santo, che non viene qui nominato.

L’episodio mette in scena la coppia Pietro e Giovanni, che comparirà anche in seguito (4,13.19; 8,14). Si tratta probabilmente di un’allusione a qui passi del vangelo che parlano dei discepoli inviati a due a due (Lc 10,1; 19,29; 22,8). Questa pratica sottolinea che essi non agiscono in nome proprio, ma come inviati, testimoni, ambasciatori. Incontreremo questi binomi lungo tutto il racconto degli Atti: Barnaba e Saulo, Giuda e Sila, Paolo e Sila, Barnaba e Marco… Qui, Pietro e Giovanni rappresentano il gruppo dei credenti che rende testimonianza al suo Signore. Il loro gesto di guarigione fa vedere come la benedizione venga attraverso la comunità riunita attorno al suo Signore.

L’episodio avviene all’ingresso del Tempio, presso la porta orientale che ha i battenti in bronzo di Corinto. La si chiamava la porta bella. Viene indicata anche l’ora: sono le tre del pomeriggio, l’ora della morte di Gesù (Lc 23,44). Uno zoppo, un uomo escluso dal Tempio, viene legittimamente introdotto nel luogo sacro. Lo zoppo si rivolge a Pietro e a Giovanni chiedendo l’elemosina. Pietro gli risponde in qualità di testimone del Risorto: "Nel nome di Gesù Messia, il Nazareno, cammina!". E con la mano destra (cf Lc 6,6) lo rialza. L’uomo si alza in piedi ed entra con loro nel Tempio, camminando, saltando e lodando Dio. "Luca mette in scena la guarigione come una rappresentazione della restaurazione definitiva di Israele, operata da Dio il giorno di Pentecoste con la creazione della comunità cristiana di Gerusalemme" (Hamm). Il discorso di Pietro, che segue, annuncerà che la riabilitazione di quell’escluso, che può entrare nel Tempio e lodare Dio, significa e preannuncia la restaurazione dell’intero popolo.

Il secondo discorso di Pietro costituisce una proclamazione di Gesù come "Figlio-Servo di Dio" (vv. 13-26), mentre il primo discorso era incentrato su Gesù in quanto "Signore". Il titolo di "Servo di Dio" è molto significativo per un ebreo. Viene attribuito ai grandi personaggi biblici che servono Dio con fedeltà, come Abramo (Sal 105,6.42), Giosuè (Gs 24,29), Davide (Sal 18,1), Giobbe (Gb 1,8), Daniele (Dn 6,20…), oppure a quelli che sono stati investiti di una missione, come Mosè (Dt 36,5) e i profeti (Ger 7,25; Zc 3,8…), o anche a un pagano come Ciro (Is 42,1), scelto per realizzare il piano divino e permettere il ritorno in patria degli ebrei esiliati. In maniera del tutto particolare viene attribuito al misterioso Servo di cui parla Isaia (Is 41,8; 45,4; cf Lc 1,54: "Venne in aiuto a Israele, suo Figlio-Servo"). Si tratta di un nome che è nello stesso tempo collettivo e personale: indica la totalità del popolo d’Israele, il cui servizio consiste nel testimoniare il nome del Dio unico di fronte alle nazioni e in mezzo ad esse, ma può anche designare un personaggio singolo, come ad esempio Geremia, il profeta sofferente.

La prima parte della proclamazione di Pietro (vv. 12-16) è incentrata sul Nome di Gesù Servo, colui che "il Dio dei nostri padri glorificò" e che ora guarisce davanti a tutti lo zoppo, immagine della discendenza di Abramo "restaurata" (v. 21). La piena guarigione dello zoppo è infatti la primizia della "restaurazione di tutte le cose" annunciata dai profeti (cf Lc 1,70). La fede nel Nome del Servo Gesù è la chiave di questa restaurazione (cf 1,6), che si è realizzata per mezzo della sua potenza. La fede è presentata qui come piena adesione a Gesù e come condivisione del suo destino di Servo. Pietro esorta il popolo a diventare anch’esso "testimone", come gli apostoli (v. 15). E’ dunque venuto il momento di svelare il grandioso disegno che Dio si propone di realizzare tramite il suo Servo Gesù.

La seconda parte della proclamazione (vv. 17-21) descrive il disegno di Dio che si sta realizzando. Pietro mette il popolo e i suoi capi di fronte alla necessità di operare una scelta. L’"ignoranza" (v. 17), per un giudeo, non è una scusante, anzi, può essere un peccato, specialmente se è frutto di una negligenza nello studio della Bibbia. Pietro considera un peccato il non aver riconosciuto che il Messia doveva soffrire, mentre tutti i profeti l’avevano annunciato. Lo Spirito Santo, parlando per bocca dei profeti, aveva annunciato da sempre questo Servo. Ma Israele ha meritato l’accusa che Stefano pronuncerà in 7,51: "Uomini duri di cervice e incirconcisi di cuori e di orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo".

La terza parte della proclamazione (vv. 22-26) spiega qual è il posto del Cristo Servo nel disegno di Dio, indicando, di conseguenza, qual è il modo un cui il popolo deve riorganizzarsi attorno al Servo-Profeta attraverso cui viene la benedizione divina. Chi non si converte e non ascolta il Profeta di cui aveva parlato Mosè, sarà eliminato dal popolo. Tutto ciò che avevano annunciato Mosè e i profeti viene ricapitolato e portato a compimento in Gesù. La vera conversione consiste nel riporre la propria fede in Gesù, nel considerarlo il centro della propria vita. Fa dunque parte del popolo di Dio chi aderisce a Gesù. Il popolo si ristruttura prendendo Gesù come fondamento (cf 4,8-12).

Il rifiuto storico di Gesù messia e salvatore compiuto dal giudaismo ufficiale con la sua condanna a morte, non esaurisce le possibilità di salvezza del popolo ebraico. La Pasqua cristiana segna una svolta nella storia dell’infedeltà del popolo di Dio. Essa inaugura il tempo del perdono e della riconciliazione universale. Basta che il popolo giudaico e i suoi capi riconoscano il loro errore o la loro falsa coscienza rivedendo la propria posizione nei confronti di Gesù di Nazaret. La conversione per Luca è una rottura con il passato di ignoranza e di infedeltà, e l’apertura al progetto di Dio rivelato in Gesù. Conversione, fede e perdono dei peccati sono tre momenti del cammino della salvezza che ha la sua iniziativa in Dio e il centro di realizzazione in Gesù. Egli è e rimane il Messia d’Israele, colui che realizza la promessa di salvezza fatta al padre Abramo (v. 25). I primi destinatari sono i giudei, gli eredi dei profeti e i membri dell’alleanza fedele a Dio. Ma la condizione previa per l’adesione di fede a questo progetto di Dio è la conversione, cioè il superamento del passato di infedeltà (v. 26).

La priorità storica d’Israele e nello stesso tempo l’apertura universale della salvezza sono convalidate dalla promessa di Dio ad Abramo, il padre dei credenti: "Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Gen 12,3). Il progetto di salvezza presentato da Pietro non è arbitrario e illegittimo ma si inserisce nel quadro storico della genuina esperienza biblica. Anzi esso rappresenta il compimento storico di una grande promessa che è stata conservata e trasmessa con fedeltà. Gesù, il messia ucciso dagli uomini, ma glorificato da Dio, è il punto di convergenza di tutte le parole di promessa contenute nella Bibbia, e costituisce la chiave di lettura del cammino storico del progetto di Dio.

 

ATTI Capitolo 4

Pietro e Giovanni davanti al sinedrio

1 Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, 2 irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. 3 Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera. 4 Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.

5 Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi, 6 il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. 7 Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: «Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?». 8 Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, 9 visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, 10 la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. 11 Questo Gesù è

la pietra che, scartata da voi, costruttori,

è diventata testata d'angolo.

12 In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati».

13 Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù; 14 quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere. 15 Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: 16 «Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17 Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui». 18 E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; 20 noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». 21 Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto. 22 L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni.

Preghiera degli apostoli nella persecuzione

23 Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani. 24 All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, 25 tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:

Perché si agitarono le genti

e i popoli tramarono cose vane?

26 Si sollevarono i re della terra

e i principi si radunarono insieme,

contro il Signore e contro il suo Cristo;

27 davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele, 28 per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse. 29 Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola. 30 Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù».

31 Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza.

La prima comunità cristiana

32 La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33 Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. 34 Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

La generosità di Barnaba

36 Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa «figlio dell'esortazione», un levita originario di Cipro, 37 che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.

 

ATTI Capitolo 5

La frode di Anania e di Saffira

1 Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere 2 e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? 4 Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». 5 All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. 6 Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono.

7 Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. 8 Pietro le chiese: «Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?». Ed essa: «Sì, a tanto». 9 Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te». 10 D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. 11 E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.

Quadro di insieme

12 Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13 degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14 Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore 15 fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. 16 Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti.

Arresto e liberazione miracolosa degli apostoli

17 Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, 18 e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica. 19 Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: 20 «Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita». 21 Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.

Gli apostoli davanti al sinedrio

Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio e tutti gli anziani dei figli d'Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. 22 Ma gli incaricati, giunti sul posto, non li trovarono nella prigione e tornarono a riferire: 23 «Abbiamo trovato il carcere scrupolosamente sbarrato e le guardie ai loro posti davanti alla porta, ma, dopo aver aperto, non abbiamo trovato dentro nessuno». 24 Udite queste parole, il capitano del tempio e i sommi sacerdoti si domandavano perplessi che cosa mai significasse tutto questo, 25 quando arrivò un tale ad annunziare: «Ecco, gli uomini che avete messo in prigione si trovano nel tempio a insegnare al popolo».

26 Allora il capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma senza violenza, per timore di esser presi a sassate dal popolo. 27 Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: 28 «Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo». 29 Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. 30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. 31 Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. 32 E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui». 33 All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte.

L'intervento di Gamaliele

34 Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, 35 disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. 36 Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. 37 Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi. 38 Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; 39 ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!».

40 Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. 41 Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù. 42 E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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