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SCRITTI PATRISTICI PER LA LITURGIA FESTIVA (anno B)

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2017 10:20
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05/03/2012 08:27
 
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III DOMENICA DI QUARESIMA

Letture: Esodo 20,1-17
1 Corinti 1,22-25
Giovanni 2,13-25

1. Perché Gesú caccia i venditori dal tempio

"Ed essendo prossima la Pasqua dei giudei, Gesú salí a Gerusalemme". L`evangelista racconta poi un altro fatto, cosí come se lo ricordava: "E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore e di colombe, e cambiavalute seduti al banco, e fatta una sferza di funicelle li cacciò tutti dal tempio con le pecore ed i buoi; e sparpagliò la moneta dei cambisti e rovesciò i loro banchi. E ai venditori di colombe intimò: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio una casa di traffico» (Gv 2,13-16).
Che cosa abbiamo ascoltato, fratelli? Quel tempio era ancora una figura, e purtuttavia da esso il Signore cacciò tutti coloro che eran venuti a fare i loro interessi, come a un mercato. Che cosa vendevano costoro? Le vittime di cui gli uomini avevano bisogno per i sacrifici di quel tempo. Sapete bene che i sacrifici rituali dati a quel popolo, e per la sua mentalità carnale e per il suo cuore ancora di pietra, erano tali che lo trattenessero dal precipitare nell`idolatria; e nel tempio questo popolo immolava i suoi sacrifici, buoi, pecore e colombe. Lo sapete bene, perché lo avete letto. Non era, quindi, un gran peccato vendere nel tempio ciò che si acquistava per essere offerto nel tempio stesso; eppure, Gesú li cacciò. Che avrebbe fatto, il Signore, qualora avesse trovato nel tempio degli ubriachi, se cacciò coloro che vendevano ciò che era lecito e non era contro giustizia (infatti, è lecito vendere ciò che è lecito comprare), e se non tollerò che la casa della preghiera si trasformasse in un mercato? Se la casa di Dio non deve diventare un mercato, può diventare una taverna?...
Chi sono, poi, quelli che nel tempio vendono i buoi? Cerchiamo di capire nella figura il mistero racchiuso in questo fatto. Chi sono quelli che vendono le pecore e le colombe? Sono coloro che nella Chiesa cercano i loro interessi e non quelli di Cristo (cf. Fil 2,21).
Quelli che non vogliono essere redenti, considerano ogni cosa come roba d`acquisto: non vogliono essere acquistati, quel che vogliono è vendere. Eppure, niente di meglio, per loro, che essere redenti dal sangue di Cristo e giungere cosí alla pace di Cristo. Del resto, a che serve acquistare, in questo mondo, beni temporali e transitori, siano il denaro siano i piaceri del ventre e della gola siano gli onori della lode umana? Che altro sono, tutte queste cose, se non fumo e vento? e passano tutte, corrono via. Guai a chi si sarà attaccato alle cose che passano, perché insieme passerà anche lui. Non sono, tutte queste cose, un fiume precipite che corre al mare? Guai a chi vi cade dentro, perché sarà trascinato nel mare. Insomma, dobbiamo trattenere i nostri affetti da simili concupiscenze.

(Agostino, Comment. in Ioan., 10, 4.6)


2. La Chiesa tempio della Trinità

L`esatto ordine della professione di fede voleva che dopo la Trinità venisse la Chiesa, come la casa segue colui che vi abita, il tempio segue Dio e la città il suo fondatore. E la Chiesa qui va presa nella sua interezza, non solo quella parte, che è pellegrina sulla terra e loda il nome del Signore da oriente a occidente (Sal 112,3) e, uscita di schiavitú, canta un cantico nuovo, ma anche quella parte che, da quando è stata fondata, in cielo, ha sempre aderito a Dio e non ha sperimentato alcun male. Questa è la Chiesa dei santi Angeli ed è quella che assiste l`altra parte, che è ancora pellegrina; l`una e l`altra saranno una sola nella felicità eterna ma già ora sono unite dal vincolo della carità, tanto piú che l`una e l`altra servono lo stesso e solo Dio. Perciò né tutta né alcuna sua parte vuol essere venerata al posto di Dio, né Dio vuole essere possesso esclusivo di nessuno, che appartiene al tempio di Dio, tempio che viene edificato di dèi, che son fatti da Dio increato. Perciò se lo Spirito Santo fosse una creatura e non il Creatore, certo sarebbe una creatura ragionevole, perché questa è la piú eccellente creatura. E quindi nel simbolo della fede non sarebbe posto prima della Chiesa, perché anch`esso appartiene alla Chiesa, relativamente a quella parte che è in cielo. Né avrebbe un tempio, sarebbe lui stesso un tempio. Invece ha un tempio, quello di cui dice l`Apostolo: "Non sapete che i vostri corpi son tempio dello Spirito Santo, che è in voi, che voi avete da Dio?" E ancora: "Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?" (1Cor 6,19.15). Come, dunque, non è Dio, se ha un tempio? o forse è inferiore a Cristo, il cui tempio ha delle membra? Né si può dire che una cosa sia il suo tempio e un`altra cosa sia il tempio di Dio, poiché lo stesso Apostolo dice: "Non sapete che siete tempio di Dio" e per provarlo aggiunge: "E lo Spirito di Dio abita in voi?" (1Cor 3,16). Dio, dunque, abita nel suo tempio, non solo lo Spirito Santo, ma anche il Padre e il Figlio, il quale dice anche del suo corpo, per mezzo del quale è stato fatto capo della Chiesa, che è negli uomini, "perché sia lui a tenere il primato di tutte le cose" (Col 1,18): "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo rifarò" (Gv 2,19). Dunque il tempio di Dio, cioè di tutta la somma Trinità, è la santa Chiesa, naturalmente tutta intera, quella del cielo e quella della terra.

(Agostino, Enchirid., 56, 15)


3. L`uomo nella sua totalità è formato di corpo, anima e Spirito

Dio sarà glorificato nella sua creatura, conformata e modellata sul proprio Figlio, poiché per le mani del Padre - che sono il Figlio e lo Spirito - l`uomo nella sua interezza, e non in una sua parte sola, diventa simile a Dio. L`anima e lo Spirito costituiscono una parte dell`uomo, e non tutto l`uomo l`uomo perfetto infatti risulta dalla compenetrazione e dall`unione dell`anima, che accoglie lo Spirito del Padre, con la carne, creata anch`essa ad immagine di Dio... La carne strutturata, da sola, non è l`uomo completo, ma solo il corpo dell`uomo, cioè una parte dell`uomo. Ma neppure l`anima da sola costituisce tutto l`uomo: è l`anima dell`uomo, cioè una sua parte. E neppure lo Spirito è l`uomo: si tratta appunto dello Spirito, non di tutto l`uomo. Solo la fusione, l`unione e l`integrazione di questi elementi costituisce l`uomo perfetto.
Per questo l`Apostolo, spiegando il suo pensiero, parlò dell`uomo redento, perfetto e spirituale, con queste parole, nella prima lettera ai Tessalonicesi: "Il Dio della pace santifichi voi e vi renda perfetti, serbando intatti e senza biasimo il vostro Spirito, l`anima e il corpo, per la venuta del Signore Gesú Cristo" (1Ts 5,23). Che motivo aveva di augurare la perfetta conservazione, per la venuta del Signore, appunto dell`anima, del corpo e dello Spirito, se non avesse saputo che l`intima unione di questi tre elementi altro non è che la loro salvezza? E perfetti sono appunto coloro che presentano questi tre elementi uniti, senza meritare rimprovero alcuno. Perfetti sono quindi quelli che hanno costantemente in sé lo Spirito, e custodiscono, evitando ogni biasimo, l`anima e il corpo, conservando la fede in Dio e osservando la giustizia verso il prossimo.
Perciò l`Apostolo ci dice anche che la creatura è tempio di Dio: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Chi profana il tempio di Dio sarà da lui sterminato: il tempio di Dio, che siete voi, è santo" (1Cor 3,16s). Evidentemente chiama tempio di Dio il corpo, in cui abita lo Spirito. Anche il Signore dice di se stesso: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò" (Gv 2,19). E non solo come templi, ma come templi di Cristo designa egli i nostri corpi, dicendo ai Corinti: "Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di meretrice?" (1Cor 6,15)... Per questo ha detto: "Chi profana il tempio di Dio sarà sterminato da Dio" (1Cor 3,17). E` dunque certamente una bestemmia dire che il tempio di Dio in cui abita lo Spirito del Padre, che le membra di Cristo non possono sperare redenzione alcuna, ma andranno senz`altro in perdizione. Che poi i nostri corpi risusciteranno non per la loro natura, ma per la potenza di Dio, egli lo dice ai Corinti: "Il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore per il corpo. Dio ha risuscitato il Signore e risusciterà noi pure con la sua potenza" (1Cor 6,13s) .

(Ireneo di Lione, Adv. haer., 5, 6)
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