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COME FARE UNA TESTIMONIANZA (appunti)

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    ulisseitaca
    05/02/2013 18:04

    COME FARE UNA TESTIMONIANZA

    PREMESSA. Gesù risorto appare ai

    testimoni, non ai maestri. La Chiesa nasce dalla testimonianza , che è

    il cuore dell’evangelizzazione.

    La prima nella testimonianza (del Risorto) è Maria Maddalena

    , con il suo “ho visto” (Eoraka) che significa

    “ho visto” ma anche “ho ancora lo splendore del Risorto nei miei occhi”. Il

    testimone non è un cronista, ma

    uno che ha visto, toccato, sentito. (vedi episodio di Emmaus)

    1) Atteggiamento del testimone

    A

    )Tre colori dell’amore

    *

     

    = Dio mi ama gratuitamente e senza condizioni.

    E’ Lui che fa il primo passo, ed il suo amore è gratuito.

     

    Dio sa che non potrò mai adeguatamente ricambiare

    questo amore e mi ama nonostante la profonda conoscenza del mio peccato, del mio fallimento, della

    mia parte meschina ed impresentabile.

    Abbraccia (vedi braccia aperte sulla croce) tutto di me, luce e tenebre, santità e peccato, ricchezza e povertà.

    E’ suo l’amore primario, ogni altro amore deriva da questa sorgente.

    E’ Lui ad amare in me quello che nessuno ama.

    E’ Lui a darmi la salvezza gratuita, quella che mai potrò meritare.

    Questa verità è assai difficile da accettare, perché noi siamo abituati ad una mentalità retributiva (pensiamo

    di essere amati nella misura in cui ce lo meritiamo, vorremmo quasi sederci al tavolo alla pari con Dio).

    Divento così consapevole dei quattro passaggi (eucaristici) che Dio compie nella mia vita:

    -

    preso (sono l’amato di Dio, che mi ama incondizionatamente dall’eternità)

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

    2

    -

    benedetto (non solo Dio mi ha amato all’inizio, ma cammina con me ed il suo amore si manifesta nella sua

    vicinanza e nella sua benedizione quotidiana. Oltre ad essere l’amato, sono il benedetto)

    -

    spezzato (anche le mie sofferenze e le mie cadute sono necessarie per il piano di Dio perché la mia vita sia

    donata agli altri. Il pane non puo’ essere distribuito se non è spezzato)

    -

    dato (non solo sono benedetto ma sono colui attraverso il quale passano le benedizioni di Dio per i fratelli)

    **

    Amo Dio

    =

    Il mio “grazie”, la mia “gratitudine” è una risposta al Suo amore.

    Non è quindi un dovere, un obbligo morale , ma il naturale manifestarsi di un “fuoco” di gratitudine

    che divampa nel cuore.

    Quando mi sento amato, ciò che mi muove alla testimonianza è quindi l’esigenza di dire

    grazie a Dio, di dare

    gloria a Lui

     

    , riconoscendo i suoi prodigi e la sua bontà. Dio mi ama (e si muove per primo nell’amore)

    ed io

    lo amo (mia risposta al suo amore).

    ***

    Amo i fratelli=

    Il mio grazie, oltre ad essere “intimo e personale”, è anche “pubblico e comunitario e si muove

    sull’onda dell’amore”. Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date.

    Io sono amato ma anche i miei fratelli sono amati dallo stesso Padre. Man mano che cresco nell’amore per

    Dio e mi avvicino a Lui, mi avvicino anche ai miei fratelli e scopro che siamo parte di un medesimo corpo

    (del quale Gesù Cristo è il capo). L’onda (la frequenza) nella quale si comunica per contagio la testimonianza

    è l’amore. Se non c’è amore per il fratello c’è

    propaganda (o proselitismo, vedasi annuncio di Giona), se

    c’è amore c’è comunione ed

    evangelizzazione (linguaggio universale dell’amore: pentecoste).

    Si noti che il linguaggio dell’amore è anche il linguaggio del “

    noi” (nel senso che , pur essendo la testimonianza

    personale, si ha la consapevolezza di essere un corpo e di non potere trattenere solo per sé alcun dono:

    vedasi Pietro e l’annuncio dopo la Pentecoste).

    Siamo “corpo di Cristo” e, grazie all’amore “donato” e “incondizionato”, scopriamo di essere “uno”.

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

    3

    B) Invocazione dello Spirito e preghiera

    *

    Si invoca lo Spirito Santo= l’invocazione dello Spirito Santo (che è l’agente dell’evangelizzazione, colui

    che conduce ad un incontro personale con Gesù) è fondamentale. Chiediamo infatti allo Spirito Santo che

    unga

     

    il nostro cuore, le nostre labbra, purifichi i nostri cuori.

    Chiediamo allo Spirito Santo che ci immerga in un’atmosfera di amore, così che noi diventiamo

    docili

    strumenti

     

    nelle mani di Dio e che la nostra testimonianza diventi la chiave che Dio usa per entrare nel cuore

    dei fratelli.

    Lo stesso Spirito che, come unzione (balsamo), scende dal capo, tocca la barba (colui che fa la testimonianza)

    e giunge fino all’orlo del manto (i fratelli che ascoltano la testimonianza).

    Ci apriamo quindi senza condizioni per essere pieni dello Spirito Santo e per ricevere il Suo sigillo.

    **Si entra in un clima di preghiera=

     

    l’unzione dello Spirito Santo e l’entrata in un clima di preghiera ci

    rendono strumenti docili nelle mani di Dio e ci aprono alla dimensione del

    dono. Cio’ che io ho ricevuto

    gratuitamente, in dono, sono spinto a “donarlo” gratuitamente.

    In questa prospettiva lo Spirito (e Maria, donna del si e della trasformazione) possono operare con

    potenza

    nei cuori.

    La preghiera

    per i fratelli (prima della testimonianza) apre i cuori e rivela la comunità nella sua bellezza

    e nella sua profonda unità.

     

    Tutto è dono e tutto è per l’edificazione comune : di bocca in bocca, di cuore in

    cuore, passa la gioia di annunciare

    Cristo Risorto e vivo che compie prodigi.

    C-

    tre movimenti del testimone:

    *-

    cammina verso Emmaus: ha il cuore incendiato dall’incontro con Gesù Risorto ;

    **

    -scende nel fiume Giordano: ha ricevuto la forza dall’alto per annunciare pubblicamente le meraviglie di

    Dio ;

    ***-

    sale sul monte Tabor: ha fatto l’esperienza dell’amore pieno ed incondizionato dell’amore di Dio

    2: COS’E’ LA TESTIMONIANZA ?

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

    4

    Cos’ è la testimonianza?

    A)

    un modo per proclamare pubblicamente (fede e conversione, Signoria di Gesù) che Gesù è il mio salvatore

    ,unico e personale (Gesù è il Signore di tutte le aree della mia vita);

    B)

    un modo per rendere presente Gesù Risorto dandogli gloria. E’ Lui che compie prodigi,è Lui che ama, è

    Lui che dona la vita

     

    ( è dire ai fratelli: Gesù sta passando di qui, ora, alzati e vieni a toccarlo) ;

    C)

    un modo per evangelizzare (con megale diname) partendo da un’esperienza personale di incontro con

    Dio. Quanto piu’ è forte questa esperienza fondamentale , tanto piu’ forte sarà la potenza

    dell’evangelizzazione.

    D)

    la testimonianza è rivolta non ad illuminare la mente, ma al cuore, alla volontà. Se Dio ha fatto questo

    per me, può farlo anche per te.

    Decidi ora per Lui.

    3-QUALE TESTIMONIANZA DARE ? (occorre una “Damasco”)

    A)

    la più recente= se devo tornare indietro anni nella mia vita per trovare l’opera di Dio, c’è qualcosa che

    non va anche perché Dio opera meraviglie ogni giorno

    B)

    la piu’ importante= la deroga al criterio temporale (la piu’ recente) puo’ avvenire sensatamente se sento

    nel cuore che è opportuno comunicare la mia esperienza, che seppure non recente è la piu’ importante, come

    ad esempio quanto è avvenuto nel giorno della mia conversione.

    Così ad esempio, San Paolo avrebbe potuto narrare con efficacia la sua testimonianza dell’episodio sulla

    strada di Damasco anche a distanza di anni.

    In questo caso prevale il criterio del

    Kairòs sul criterio del Kronòs.

    4-CON QUALE STILE?

    A) Amore

    B) Gioia

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

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    5: QUALI SONO I NEMICI DELLA TESTIMONIANZA ?

    A)

    Diluire la potenza del messaggio= Gesù ha cambiato l’acqua in vino e quello che noi non dobbiamo assolutamente

    fare (per timore o rispetto umano…riempiamo l’annuncio di tanti elementi dottrinali da non potersi

    rintracciare la presenza di Gesù ) è di cambiare il vino in acqua. Diluiamo la testimonianza quando trasformiamo

    l’esperienza di fuoco in una sorta di insegnamento o in una informazione dottrinale o storica. Allora

    siamo

    cronisti ma non testimoni. Possiamo vedere cio’ nei due discepoli di Emmaus (caso limite) che

    all’andata sono semplici cronisti della resurrezione di Gesù (nel loro racconto non c’è alcuna forza, nessuna

    potenza

    perché raccontano quello che hanno detto le donne, che è stato loro riferito dagli angeli) , ma che

    al ritorno

    corrono con gioia e potenza di annuncio perché sono diventati testimoni della resurrezione di

    Cristo (prima ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono).

    Si diluisce la potenza Kerigmatica della testimonianza quando dirigiamo la stessa alla mente e non al cuore/

    volontà di chi ascolta.

    La testimonianza diluita porta ad una

    riflessione, la vera testimonianza porta ad una decisione.

    B)

    Complicare il messaggio=

    Si inseriscono nella testimonianza tanti elementi dottrinali, filosofici, teorici, apologetici che si fa

    una gran

    fatica a rintracciare Gesù e la sua opera nella nostra vita.

    6: COME DEVE ESSERE LA TESTIMONIANZA ?

    A-Breve=

     

    si deve andare all’essenziale, senza disperdersi in elementi secondari che distraggono da cio’ che

    veramente è importante

    B-Gioiosa=

     

    deve mostrare il frutto dell’avere incontrato il tesoro nascosto

    C-Cristocentrica=

     

    il protagonista è Cristo, non il testimone e le sue azioni. La vera testimonianza glorifica

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

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    Cristo, non un uomo. Cristocentrismo significa che la testimonianza è Kerigmatica, essenziale , fondamentale

    , basica (Vangelo di Marco).

    D-

    Carismatica= con le due ali dello Spirito Santo (dynamis, ovvero potenza di Dio nel toccare i cuori e

    parresia

     

    ovvero unzione, franchezza, libertà nell’annuncio)

    7:QUALI SONO LE PARTI DI UNA TESTIMONIANZA ?

    A-Come ero prima=

     

    la vita del peccato, senza senso

    B-Incontro con Cristo=

     

    con la mia risposta di fede e conversione

    C-Dopo l’incontro con Cristo=

     

    quello che è cambiato nella mia vita, grazie a Gesù

    D-Motivare colui che ascolta e portarlo a prendere (o a rafforzare) una decisione =

     

    se Dio lo ha fatto in

    me, lo puo’ fare in te

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    : QUALI SONO I SEGRETI DELLA TESTIMONIANZA ?

    A-Inquadrare la testimonianza nei sei punti del

    Kerigma oggi (amore, peccato, salvezza, fede e conversione,

    Spirito Santo, Comunità). Non si presentano teorie, dottrine, discussioni.

     

    Il solo sole della testimonianza

    deve essere Gesù

     

    (vedi Vangelo di Marco);

    B-

    Essere innamorati di Gesù . Infatti solo chi è innamorato trasmette l’amore;

    C

     

    -Narrare con assoluta franchezza e senza timore umano il proprio incontro con Gesù vivo. Se molti sono

    allergici al messaggio del Vangelo, ben pochi si rifiutano di sentire la testimonianza della nostra esperienza

    di salvezza.

    D-

    Rivolgersi al cuore, non alla mente, alla volontà, non all’intelletto;

    E-

    Non dare controtestimonianza con il proprio atteggiamento o condotta (coerenza di vita);

    Ff-

    Inculturare, ove possibile, la testimonianza (es: bambini o teologi…)

    Piergiorgio-Merlo_COME-FARE-UNA-TESTIMONIANZA.doc-PM

     

    7

    9:

     

    QUAL E’ L’OBIETTIVO DELLA TESTIMONIANZA ?

    A-portare i fratelli all’incontro con Gesù vivo;

    B-portare i fratelli ad accogliere Gesù vivo come unico Signore e Salvatore della loro vita decidendo per

    Lui (o rafforzando la decisione per Lui);

    C-portare i fratelli alla salvezza ed alla vita piena in abbondanza.

    D-

    mostrare il Kairòs, il tempo opportuno

    (Zaccheo, Buon ladrone, Bartimeo).

    Temo il Dio che passa e non ritorna.

    10: QUAL E’ IL NOSTRO MODELLO DI TESTIMONIANZA ?

    A

    -quello di Gesù

    B-quello di Maria;

    C-quello degli apostoli (S. Paolo: io ho visto Gesù);

    D-quello di chi è stato strumento perché noi giungessimo alla fede.


     Piergiorgio Merlo
  • ladymira
    06/02/2013 15:14
    Grazie per questa utile chicca