Riconoscere il proprio bisogno

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Perdonato
00martedì 15 gennaio 2013 17:22
“Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:48)

RICONOSCERE IL PROPRIO BISOGNO

Consideriamo la materia prima dalla quale Cristo trae i Suoi santi. Abbiamo udito il comandamento del Maestro: “Voi dunque siate perfetti”. Abbiamo subito guardato dentro noi stessi ed emesso un gemito di preoccupazione. Tutto è contro di noi: la delusione e il fallimento sono ovunque. Nessuna fede, nessuno zelo, nessun amore: il nostro io rovina ogni pensiero: il peccato s’insinua nelle cose della nostra vita. Un grumo di irascibilità, indolenza e mondanità: tutto appare negativo. A questo punto pensiamo: “Questa vita spirituale non fa al caso mio, non è alla mia portata. Non sono capace di soddisfare le richieste minime: non riesco ad assolvere i doveri più elementari e le esigenze basilari della religione. Il mio cuore è come un luogo privo di tutto, ad eccezione della confusione e del fallimento. Questo non è un palazzo adatto ad un Sovrano”. Ma ecco! Alla soglia del mio cuore si affaccia il Re in persona. “Questo è il posto che cerco”, Egli dice. “Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno de’ cieli”. Grazie a Dio la santità inizia da questo presupposto. Non si trova nelle forze o in qualche buona attitudine di cui disponiamo, piuttosto nella povertà e nel vuoto di cui siamo umilmente consapevoli. Collochiamo questa verità al vertice dei nostri pensieri, così come essa è alla base del sermone del Signore. La santità non è il trionfo estatico di colui che raggiunge inarrivabili vette di gloria. È piuttosto il frutto di un cuore povero e umile che lascia spazio a Gesù. Il principio di questa corrispondenza si trova nel mio vuoto, al quale fa da contraltare la Sua pienezza. Ciò che Dio cerca nel mondo è un posto. “Non v’era posto per loro nell’albergo”, così ad ospitarLo fu la mangiatoia e la capanna oscura dove giaceva il bestiame. L’umiltà e la povertà non possono tenere lontano Gesù, se soltanto c’è un po’ di posto. Questo è sempre il primo passo da fare nel cammino del discepolo: abbassarsi per essere sufficientemente umile e povero. “Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca: e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità: e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga”. La perfezione cristiana si manifesta nella vita di quanti riconoscono il prorio reale bisogno di Dio.
Credente
00martedì 15 gennaio 2013 18:16
Una delle cose che attirano il Signore, è un cuore umile che è pronto a riconoscere la propria indigenza.
E quindi è cosa utile ricordarci che ciascuno di noi è bisognoso per poter procedere con la compagnia di Dio.
ladymira
00mercoledì 16 gennaio 2013 16:09
Una delle cose che attirano il Signore, è un cuore umile che è pronto a riconoscere la propria indigenza. Bisogna sempre essere umili di fronte al signore, riconciliarci con lui , che sicuramente da padre buono qual'è ci perdonerà, Ciò che rende grandi agli occhi di Dio è essere umili come bambini, Gesù disse,Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". 15 E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48 "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.Dio ci chiede amore ed umiltà :), solo queste semplici cose
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