LA VERA OFFERTA
“
E avvenne, di lì a qualche tempo, che Caino fece una offerta di frutti della terra. Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e la sua offerta”
Quando parliamo di Caino, pensiamo a lui come a un assassino, dimenticando il fatto che anche lui era un uomo, a suo modo, molto religioso. Contrariamente a quello che si crede comunemente, egli era ottemperante nei suoi doveri verso Dio e nel suo bisogno di piacere all’Onnipotente. Il delitto di Abele fu il risultato della sua attitudine religiosa sbagliata. Da quanto si nota nel racconto biblico, sembra quasi che la devozione di Caino fosse superiore a quella di suo fratello: non fu Abele ad offrire per primo al Signore, ma Caino. “
Avvenne, dopo qualche tempo, che Caino fece un’offerta di frutti della terra al Signore” (Gen.4:3). Si nota che Caino pensò di portare un’offerta; la prese e la portò al Signore. Qui si evidenzia la devozione di Caino convinto della necessità di fare offerte al Signore. Ma la sua semplicità risultò inutile, perché non accettò i presupposti richiesti da Dio affinché il sacrificio fosse accettabile. Più tardi anche Abele, probabilmente spinto dal fatto che suo fratello Caino, molto religioso, aveva fatto un’offerta a Dio, fece lo stesso. Caino divenne omicida e, invece che dolersi ed agire secondo il volere di Dio, si inacerbì contro Abele, assassinandolo. Caino e Abele sono i rappresentanti delle religioni dell’umanità perché vi sono soltanto due religioni: quella di Caino, in relazione con le foglie di fico usate dai nostri progenitori per coprire la loro nudità, e quella di Abele, che prende esempio dall’agire di Dio. Dio procurò per Adamo ed Eva dei vestiti di pelle nel giardino dell’Eden.
1. Due religioni
Ecco due diversi tipi di religione: quella di Caino, la ricerca della redenzione tramite le opere, e quella di Abele, ossia della salvezza raggiunta per grazia mediante la fede. Ovunque si proclami che solo il prezioso Sangue di Gesù Cristo è l’unica via di salvezza, lì c’è la religione di Abele. Ove, invece, si neghi questa verità, se la grazia in Gesù Cristo è rifiutata, si scoprirà ancora una volta di ritrovarsi in quella che è la religione di Caino.
2. L’elargizione di Caino
Caino era credente, non confutò l’esistenza di Dio, anzi palesò di ravvisarla portandoGli un’offerta.
Non era ateo. Era convinto anche della necessità della salvezza, eppure tutto ciò fu inutile. Le foglie di fico non poterono coprire la nudità di Adamo ed Eva; infatti il Signore dovette provvedere dei vestiti di pelle per insegnare loro tre verità:
• la redenzione è una grazia di Dio, e non si ottiene per l’opera dell’uomo;
• la redenzione si ha solo per la morte di un sostituto innocente;
• la redenzione si ha solo per mezzo di spargimento di sangue.
Caino non può essere giustificato per aver commesso il suo crudele omicidio. Sicuramente i suoi genitori dovevano avergli trasmesso quanto era gradito Dio. Abele capì quel che Dio aveva assegnato. Per questo Caino diede spazio alla sua ambiziosa religione, senza considerare seriamente la volontà di Dio. Ignorò la Parola di Dio e scelse di interpretarla a modo proprio. Così facendo, contestò l’autorità incondizionata e infallibile della Parola di Dio. Non rigettò l’intera Parola di Dio, ma la rimaneggiò per allinearla alla propria filosofia. Infedele non è solo colui che rigetta la Parola di Dio, rifiutandola, ma anche chi si definisce religioso e trae la propria personale morale dalla Bibbia, ma al tempo stesso rigetta la Divinità di Cristo, la Sua resurrezione,la Verità della grazia…
Il veleno è tanto più pericoloso quanto più viene occultato, magari ricoperto di zucchero; allo stesso modo l’errore è tanto più ripugnante quanto più è rivestito di frasi religiose e pie.
3. Il sangue escluso dall’offerta di Caino
Secondo l’epistola agli Ebrei, l’offerta di Caino non fu portata con fede, mentre quella di Abele fu presentata per fede nella Parola rivelata da Dio riguardante lo spargimento di sangue. Questo è chiaro se si tiene conto del verbo, in ebraico, adoperato per definire l’atto dell’offerta di Caino, “minchah”, che significa “oblazione”. Questo verbo è lo stesso usato ripetutamente nel libro di Levitico per descrivere l’oblazione.
Sono cinque i tipi di oblazioni che Dio si aspettava da Israele:
l’olocausto (Lev.1),
l’oblazione (Lev.2),
i sacrifici di azioni di grazie (Lev.3),
i sacrifici per il peccato (Lev.4),
i sacrifici per le colpe (Lev.5).
Eccetto l’oblazione, chiamata “minchah”, composta di farina ed olio, tutte le altre erano offerte che prevedevano uno spargimento di sangue.
Come l’oblazione illustrava anzitempo la vita giusta di Cristo, l’olocausto, invece, ne figurava il Suo sacrificio espiatorio. Solo dopo la salvezza ottenuta per grazia mediante la fede nel prezioso Sangue di Gesù, possiamo camminare ricalcando le orme di Cristo. Cercare una religione che ponesse enfasi solo sulle opere, e non contemplasse il sangue del sacrificio fu l’errore fatale di Caino. Con il suo agire ha mutato l’ordine dell’offerta, ponendo l’oblazione prima dell’olocausto, trasgredendo il precetto di Dio. Nell’ordine divino, prima deve venire la salvezza, poi potrà, di conseguenza, seguire l’oblazione di una vita spesa compiendo le buone opere che Lui ha precedentemente preparato per noi affinché le pratichiamo.
4. Bella, ma inefficace
Che l’offerta di Caino non fosse bella non è provato. Anzi probabilmente, rispetto al sacrificio cruento, grondante di sangue, presentato da Abele, l’offerta di Caino era maggiormente gradevole nell’esteriore. La vera adorazione, però, non sta nelle cose esteriori, ma viene dal cuore: “
Ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore” (I.Pie.3:4). Indipendentemente dal rito, Dio accetta l’adorazione quando questa è fatta sotto la grazia del Sangue prezioso di Gesù. “
Quand’io vedrò il sangue, passerò oltre”(Eso.12:13) per questo Caino fu rigettato e Abele gradito. È scritto: “
Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta…” (Gen.4:4). Sappiamo che una traduzione più antica dice: “
Dio guardò sopra la sua offerta”. Inoltre leggiamo nella lettera agli Ebrei: “
Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino” (Ebrei 11:4).
5. l’offerta confermata
Oblazioni e sacrifici per il peccato dovevano essere infiammati dal fuoco dell’olocausto. L’altare dell’olocausto si trovava nei pressi della porta del tabernacolo e del tempio, questo era una anticipazione della croce del Calvario, per la quale l’anima compunta entra per la porta (Cristo).
La religione non si ferma alla croce, avanza direttamente fino all’oblazione, ma su di essa non cadrà mai il fuoco, segno dell’approvazione di Dio. Se il Signore abbia manifestato col fuoco la Sua approvazione riguardo l’offerta di Abele la Bibbia non lo dice; l’insegnamento è evidente, comunque. Come Abele fu certo che la sua offerta era stata accettata per la testimonianza dello Spirito Santo, così anche noi, quando arriviamo alla croce, possiamo avere la garanzia di essere graditi a Dio. L’apostolo scrive: “
Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figli di Dio” (Rom.8:16).
Lo Spirito di Dio conferma ad ogni credente che egli è salvato. La semplice religione non può far questo, al massimo potrà condurre una persona a dire: “Spero…, tento…, faccio del mio meglio”. Ma colui che ha messo il suo cuore sull’altare e si impegna a perseverare nella volontà di Dio può affermare: “
…io so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno” (2 Tim.1:12).
6. Il significato di questa testimonianza
Molti pensano che la loro testimonianza debba essere confermata con il fuoco o con una voce o una sensazione fisica o un’emozione, altri addirittura rimuginano di ricevere delle visioni o di avere dei sentimenti particolari e di conseguenza dimenticano ciò che la Bibbia dice: “
Chi non crede a Dio, l’ha fatto bugiardo” (I Giov.5:10). La vera testimonianza è la Parola di Dio, e questa è immutabile, le Sue promesse sono sempre le stesse. “
Chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato” (Rom.10:13). Dio ci aiuti a credere in questo. Se abbiamo invocato il Suo nome e abbiamo sperimentato la nuova nascita, siamo salvati. Non abbiamo assolutamente bisogno di rivelazioni austere, basta credere nella fedeltà della Parola di Dio. Se questo è avvenuto, allora il Suo Spirito può testimoniare insieme al nostro spirito, mediante ognuna delle preziose promesse contenute nella Parola, che siamo figliuoli di Dio. Questa è la salvezza. Abele ha creduto, e Dio ha gradito la sua offerta. Caino ha lavorato, si è stancato ed è andato incontro alla perdizione eterna. Dio ci aiuti a confessare Cristo e non una religione, affinché possiamo dire con piena certezza: “
Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figli di Dio” (Rom.8:16).
(Pastore Cesare Turco)