Cristo Si... e pure la Chiesa!

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ulisseitaca
00giovedì 14 febbraio 2013 13:45
E’ indubbio. Lo sperimentiamo in ogni missione di evangelizzazione, lo scopriamo ogni qual volta riusciamo a scavare nel cuore di chi ci sta di fronte : oggi come in passato l’uomo è un affannoso cercatore di Dio…vuole credere che il cielo non sia vuoto e che la sua non sia la situazione di un essere gettato nella storia, un anello indifferente dell’eterno evolversi della materia. Secoli di filosofia hanno poi dimostrato che non è assurdo credere. Essere atei, nel senso più stretto del termine, è un’assurdità e contrasta con le stesse leggi della scienza e della logica. La massima parte di coloro che oggi si dicono atei lo fanno più per moda che per convinzione; sono in realtà agnostici …o peggio sono persone a cui Dio semplicemente non interessa, preoccupate solo di tenere lo sguardo ben fisso al suolo per la paura di dover guardare il cielo e porsi domande esistenziali.

Gesù invece, più o meno depauperato della sua divinità, resta sociologicamente un personaggio accattivante. E’ un idealista convinto, un rivoluzionario anticonformista, è il propugnatore e l’icona della esigenza, tutta umana, di amore, eguaglianza e pace. Per quanti hanno il dono della fede (più o meno convinta, più o meno vissuta!) Gesù è “Dio” a misura d’uomo … che sta dalla nostra parte, che si fa dono totale fino alla morte che è pronto a perdonare le nostre immancabili “marachelle”. Certo la teologia ha molto più da dire e precisare sulla figura teandrica di Cristo Gesù …ma tant’è!

Insomma, un Padre nostro che sta lassù: causa incausata, motore immobile…. Postulato della ragion pratica, non dà fastidio a nessuno. Un Gesù supereroe è simpatico a tutti. Una religione senza dogmi e senza impegni ad uso e consumo dell’utente è quanto di più comodo possa trovarsi per restare nel numero di quanti sono abbastanza intelligenti per non essere atei ma non sufficientemente coraggiosi per essere veri credenti.

Il grande Paolo VI, che ebbe a traghettare la Chiesa uscita dal Vaticano II da una visione piramidale e statica alla autocoscienza di essere popolo di Dio itinerante nella storia e luce delle genti, già nel 1972 in una sua omelia che destò non poche perplessità ebbe a dire «Attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». E’ Certo la Chiesa non è stata mai immune dagli attacchi del “cornutaccio” e certamente nella sua lunga storia tante volte ne è risultata colpevolmente vittima nella sua dimensione umana. E’ vero che tanti scandali e tante ipocrisie di uomini hanno minato e minano la sua credibilità, ma è altrettanto certo che da sempre la Chiesa di Cristo è bersaglio di calunnie e attacchi ben orchestrati da parte di quei “figli delle tenebre” che, in diversi modi e in diversi ambiti, cercano di screditarla e renderla inerme. Questa situazione ha provocato oggi più che in passato la convinzione che si può essere credenti e cristiani a prescindere dalla Chiesa.

Esiste poi un attacco più subdolo alla Chiesa che come un cancro intestino la rode dentro. Mi riferisco ad un crescente relativismo dogmatico ed etico da cui non pochi cristiani (compresi sacerdoti ed operatori pastorali) non sono esenti. Troppo spesso in nome di una interpretazione buonista si giustificano comportamenti immorali o si diffondono idee che rasentano l’eresia. Questo ha di fatto ingenerato un cristianesimo elastico che più o meno inconsciamente vuole fare a meno della Chiesa.

Quante volte ci sentiamo dire durante l’evangelizzazione: credo in Dio, credo in Cristo…non credo nella Chiesa.

Eppure Cristo e Chiesa sono un binomio inscindibile. Il mistero stesso dell’incarnazione e tutta la predicazione di Gesù di Nazareth sono in funzione della Chiesa, voluta dalla Trinità come sacramento universale di salvezza.

In altre parole è sempre valido l’asserto di Cipriano di Cartagine (+ 258) “Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre. Se si fosse potuto salvare chi era fuori dall’arca di Noè si salverebbe anche chi è fuori della Chiesa”, così come resta valido (pur con la dovuta esegesi) l’asserto di Bonifacio VIII “Extra ecclesiam nulla salus” (Fuori della Chiesa non c’è salvezza) .

Se è vero che la fede scaturisce da un incontro personale e libero con Dio in Cristo, è altrettanto vero che Dio non ci si salva in diretta solitaria, ma all’interno di un popolo in cammino sostenuto dalla Grazia che ad esso viene offerta dai sacramenti di cui solo la Chiesa è depositaria e ministra.

In una intervista rilasciata a V. Messori l’allora cardinale J. Ratzinger notava che la crepa che allargandosi minaccia la stabilità di tutto l’edificio della fede va individuata nella crisi del concetto di Chiesa.

La nuova evangelizzazione che costituisce uno dei punti forti del nostro carisma, deve farsi pertanto carico di annunciare il Cristo nella sua totalità cioè nel suo intimo legame con la Chiesa. Anche nella evangelizzazione il fine non giustifica i mezzi. A nostro merito va imputato comunque che tutta la nostra attività pastorale è organizzata in simbiosi con le Diocesi e le con Parrocchie e non in competizione con esse.

La comunione ecclesiale in una cattolicità concretamente vissuta in Cristo, costituisce così la prima forma di evangelizzazione e la nota caratteristica che la fonda e la finalizza. In altre parole ogni annuncio del vangelo promana dalla Chiesa (cfr 1 Pt 1,20) ed è finalizzato all’edificazione della Chiesa. Non si fa un buon servizio all’umanità annunciando un Cristo disincarnato dalla Storia e dal suo corpo mistico che è la Chiesa. La Chiesa può anche apparirci talvolta con la veste appariscente ma oscena della prostituta ma essa resta la “sposa bella di Cristo”, resa ogni giorno casta dal perdono e dalla grazia dello Sposo. Cipriano di Cartagine ci ricorda ancora: “La sposa di Cristo non sarà mai adultera: essa è incorruttibile e pura, una sola casa conosce; con casto pudore custodisce la santità di un solo talamo. Lei ci conserva per Dio. Lei destina al Regno i figli che ha generato. Chiunque, separandosi dalla Chiesa, ne sceglie una adultera, viene a tagliarsi fuori dalle promesse della Chiesa: chi abbandona la Chiesa di Cristo, non perviene certo alle ricompense di Cristo”.

E’ solo nella Chiesa una e Santa, diffusa nello spazio della geografia e del tempo che possiamo conoscere la realtà di un Dio concreto, non il Dio dei filosofi ma quello dell’Alleanza, quello dei martiri e dei santi che si rivela come Abbà prima che come causa e fine ultimo.

E’ nella Chiesa che possiamo incontrare il vero Cristo: non un superuomo ma il Salvatore che è a via la verità e vita per l’uomo viatore nel quotidiano…lo Sposo che fa alla sposa il dono nuziale dello Spirito santificatore dal talamo cruento e immacolato della Croce .

.Allora ? Allora amiamo la Chiesa che nonostante le sue macchie e le sue rughe resta nostra madre, difendiamone le verità …rendiamola più bella con la nostra testimonianza.. Così facendo, il volto di Cristo e la presenza di Dio ci saranno certamente meno nascosti.

nuoviorizzonti
ulisseitaca
00giovedì 14 febbraio 2013 13:55
Si può separare Cristo dalla Chiesa, o la Chiesa da Cristo?

■ No, assolutamente. Nulla c’è di più assurdo che separare la Chiesa da Cristo. Fra Cristo e la Chiesa non c’è alcuna divisione né contrapposizione. E questo per diversi motivi:

• la Chiesa è fondata sugli Apostoli, scelti direttamente da Cristo. Essi “sono così il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all’esistenza e alla missione della sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa non c’è alcuna contrapposizione” (BENEDETTO XVI, Catechesi del mercoledì, 15/3/06): “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i dodici...” (Mc 3,13-16; cfr. Mt 10,1-4; Lc 6,12-16).

Per mezzo degli Apostoli, risaliamo dunque a Gesù stesso;

• la Chiesa è il Corpo di Cristo, che ne è il Capo (cfr. Ef 5,3). Non si può separare il Capo dal Corpo né viceversa: si avrebbero due realtà snaturate, decapitate. Cristo «è il Capo del Corpo, cioè della Chiesa» (Col 1,18). Cristo e Chiesa formano il “Cristo totale - Christus totus. (…) Pienezza di Cristo: il Capo e le membra. Qual è la Testa, e quali sono le membra? Cristo e la Chiesa” (Sant’AGOSTINO, In Iohannis evangelium tractatus, 21, 8); «Capo e membra sono, per così dire, una sola persona mistica» (San TOMMASO D’AQUINO, Summa theologiae, III, q. 48, a. 2, ad 1). “Come il capo e il corpo formano un unico uomo, così il Figlio della Vergine e le sue membra elette costituiscono un solo uomo e l’unico Figlio dell’uomo. Secondo la Scrittura il Cristo totale e integrale è Capo e Corpo, vale a dire tutte le membra assieme sono un unico Corpo, il quale con il suo Capo è l’unico Figlio dell’uomo, con il Figlio di Dio è l’unico Figlio di Dio, con Dio è lui stesso un solo Dio. Quindi tutto il Corpo con il Capo è Figlio dell’uomo, Figlio di Dio, Dio. Perciò si legge nel Vangelo: Voglio, o Padre, che come io e tu siamo una cosa sola, così anch’essi siano una cosa sola con noi (cfr. Gv 17, 21). Secondo questo famoso testo della Scrittura né il Corpo è senza Capo né il Capo senza Corpo, né il Cristo totale, Capo e Corpo, è senza Dio” (BEATO ISACCO, - monaco cistercense, vissuto nel XII sec.-, Discorso 42);

• se si separasse Cristo dalla Chiesa;

- si avrebbe una falsificazione della realtà e della missione di Cristo stesso: si avrebbe “un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che egli ha creato e nella quale si comunica. Tra il Figlio di Dio fatto carne e la sua Chiesa v’è una profonda, inscindibile e misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è presente oggi nel suo popolo” (BENEDETTO XVI, Catechesi del mercoledì, 15/3/06);

- si snaturerebbe sostanzialmente anche la natura stessa della Chiesa, la quale, separata dal Suo fondatore e dal Suo Capo, non sarebbe più la stessa realtà. La Chiesa è di Cristo, è nata dalla Sua volontà, dal Suo cuore, dalla Sua Morte e Risurrezione, dalla effusione del Suo Spirito. “La Chiesa non ha altra luce che quella di Cristo. Secondo un’immagine cara ai Padri della Chiesa, essa è simile alla luna, la cui luce è tutta riflesso del sole” (CCC, 748). La Chiesa pertanto non vive di se stessa e per se stessa, ma di Cristo, con Lui, per Lui e per la missione da Lui affidatale: annunciare il Suo Vangelo e comunicare agli uomini la Salvezza operata da Cristo;

• siamo membra della Chiesa, fratelli gli uni degli altri, proprio e solo in quanto siamo fratelli di Cristo. Formiamo la Chiesa, in quanto Cristo ci unisce intimamente a Sé. E’ Lui che ci fa essere una cosa sola tra noi. Più siamo uniti a Lui e più siamo uniti tra noi. Ciò si realizza in particolare mediante il sacramento del Battesimo, in virtù del quale siamo uniti alla Morte e alla Risurrezione di Cristo, e mediante il sacramento dell’Eucaristia, grazie alla quale “partecipando realmente al Corpo del Signore, siamo elevati alla comunione con Lui e tra di noi” (Lg, 7);

• “Se non si ha la Chiesa per madre, non si può avere Dio per Padre” (San CIPRIANO - inizio del III secolo - , De Ecclesiae catholicae unitate, 6);

• “ Dov'è la Chiesa, è anche lo Spirito di Dio; e dov'è lo Spirito di Dio, è la Chiesa e ogni grazia” (SANT'IRENEO DI LIONE, Contro le eresie III, 24, 1-2);

• la Chiesa è criterio saldo e stabile della canonicità della Sacra Scrittura;

• “Il Figlio di Dio ha assunto la natura umana con una unione così intima da essere l’unico ed identico Cristo non soltanto in colui, che è il primogenito di ogni creatura, ma anche in tutti i suoi santi. E come non si può separare il Capo dalle membra, così le membra non si possono separare dal Capo” (Papa LEONE MAGNO, Disc. 12 sulla passione, 3, 6, 7).

■ Lo slogan: “Gesù sì, Chiesa no” è pertanto del tutto inaccettabile e inconciliabile con la volontà di Cristo e con la natura stessa della Chiesa. “Guardati bene dal separare il capo dal corpo; non impedire a Cristo di esistere interamente (…) «Quello che Dio ha congiunto l'uomo non lo separi. Questo mistero è grande, lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa» (Mt 19, 6; Ef 5, 32). Non voler dunque smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe più tutto intero. Cristo infatti non è mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non è mai intera senza Cristo. Infatti il Cristo totale ed integro è capo e corpo ad un tempo” (BEATO ISACCO, Omelia 13; Discorso 11).

tratto da Zenit 11 maggio 2009
ladymira
00giovedì 14 febbraio 2013 13:59
Non c'è ombra di dubbio, su questo seguire sempre la santa chiesa, infatti , ricordiamo che Gesù , figlio di Dio, ha affidato la chiesa a Cristo.
Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l`hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
Questo ci fà capire come la chiesa sia essenziale , e sia frutto di Gesù Cristo.
ulisseitaca
00giovedì 14 febbraio 2013 14:14

Gesù sì, Chiesa no?” da Giovani per i Giovani

La bellezza del volto della Chiesa sta nel riflettere la bellezza del volto del suo Signore. Allora ha senso la frase che sempre più sovente corre sulla bocca di molti giovani e non: “Gesù si, Chiesa no?”. La tendenza a dividere Gesù dalla Chiesa, a mostrare un indice di gradimento per Gesù e insieme una punta di ostilità verso la Chiesa, non porta da nessuna parte.

 

  

Molti oggi, che discutono di teologia, di catechesi, hanno una tale bravura, una tale sottigliezza e scioltezza di linguaggio, che lasciano sempre incerti chi li sta ascoltando proprio su quello che è il centro del nostro essere cristiani, cioè se Gesù Cristo sia vivo oggi, fra noi, come persona unica, irripetibile, singolare, così come lo era prima della sua morte, oppure se sia vivo solo il suo messaggio, la sua grande dottrina morale. C’è una tale “sofisticheria” oggi, nel discorso teologico e catechistico, per cui questo, che è il nodo essenziale della nostra fede viene disatteso.

Se Gesù Cristo è persona viva, dove lo posso incontrare? Perché se è una dottrina basta prendere in mano il libro del Vangelo, ma se è una persona non la si incontra in un libro! Dove lo incontro perciò? Nella Chiesa, nella Chiesa concreta. É lei che dice oggi “Ecco l’agnello di Dio!”, é lei che lo annuncia, é nella Chiesa che Gesù Cristo é vivo, nei Sacramenti della Chiesa. É nella Chiesa che si costruisce, nell’incontro con Cristo, nella fede, la comunione vera.

Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più interiore, la più meravigliosa, la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica della Chiesa. Senza la Chiesa, la persona unica di Cristo risorto finisce sempre per ridursi ad un’idea, o ad una dottrina, o ad un sentimento; tenete presente che ci si innamora delle persone e non delle idee.

Allora ha senso la frase che sempre più sovente corre sulla bocca di molti giovani e non: “Gesù si, Chiesa no?”. La tendenza a dividere Gesù dalla Chiesa, a mostrare un indice di gradimento per Gesù e insieme una punta di ostilità verso la Chiesa, non porta da nessuna parte. La Chiesa è il luogo e il prolungamento dell’azione e della Parola di Gesù. Altrimenti il grande pericolo è che il nostro rapporto con Cristo sia alla mercé della nostra immaginazione, della nostra interpretazione, del nostro stato d’animo. Cristo sarebbe lontano e perciò sarebbe vittima della nostra interpretazione se non vivesse nella Chiesa Vivente; sarebbe totalmente soggettivo.

Cristo si fa conoscere, si rende accessibile e dunque ci dà il suo Spirito nella Chiesa, attraverso la Sacra Scrittura, i Sacramenti i ministri e il Magistero. La Chiesa è l’umanità resa nuova.

Vivere nella Chiesa è la possibilità di rivivere l’esperienza di Zaccheo; è la possibilità di sentirsi dire ogni giorno da Gesù: “Scendi perché oggi devo venire a casa tua”. Questo episodio ci fa capire che incontrare il Signore non significa, come invece molto spesso crediamo, fare quello che Lui ti dice di fare, ma consiste nel lasciarci vincere da questo incontro stesso nel quale Gesù ti invita a stare con lui. C’è un solo modo, un solo metodo, una sola strada per incontrare Cristo: vivere l’esperienza della Chiesa, perché la Chiesa è vivere con Cristo.

da donboscoland
ladymira
00venerdì 15 febbraio 2013 11:53
Non si può camminare ed avere fede in Cristo , senza la chiesa
ulisseitaca
00venerdì 15 febbraio 2013 12:16
Re:
ladymira, 15/02/2013 11:53:

Non si può camminare ed avere fede in Cristo , senza la chiesa



Appunto e allora perchè continuare a criticarla, contestarla e accusarla?
ladymira
00venerdì 15 febbraio 2013 12:55
No, ovviamente questo non si deve fare, anche se ognuno ha le proprie opinioni e la propria fede, il mondo è bello perchè è ricco e vario
ulisseitaca
00venerdì 15 febbraio 2013 13:12
Tu non immagino quante critiche, accuse e giudizi vengono alla Chiesa cattolica da parte di cosidetti credenti e persino da chi si definisce cattolico
ladymira
00sabato 16 febbraio 2013 14:35
Lo so purtroppo succede , ma non dovrebbe succedere, bacioni
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