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Catechesi prebattesimale (S.Cirillo di Gerusalemme)

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2014 12:45
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08/09/2014 20:10
 
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Catechesi prebattesimale

1.Pronti per il battesimo
Eccovi ormai, o battezzandi, tra il profumo della beatitudine; state già cogliendo i fiori spirituali con cui intrecciare corone celesti; lo Spirito Santo ha ormai esalato per voi già al vestibolo della dimora regale la sua fragranza 1 . Vi introduca in essa il Re 2 ! Sui vostri alberi sono già spuntati i fiori, possiate ormai maturare i vostri frutti!
Avete dato testé i vostri nomi, rispondendo alla chiamata per la milizia; avete prese in mano le lampade, invitati a partecipare al corteo nuziale; vi siete determinati a conseguire la beata speranza, animati dal desiderio della città celeste. Avete dato il vostro nome, perché questa è una chiamata alle armi, ma anche una lampadeforia di anime verginali anelanti a una vita celeste con un buon proposito e ferma sicurezza di conseguire quanto sperano; non mente infatti Colui che ha detto: «Tutto coopera in bene per coloro che amano Dio»
. Di fatto però Dio, largo nel beneficare, si attende che ognuno si impegni veramente; quindi l’Apostolo precisa: «per coloro che sono stati chiamati e vivono il loro proposito»
.Questo sincero proposito farà di te un vero chiamato. Di fatto, se sei qui presente con il corpo e non con lo spirito, non ne trarrai utile di sorta.
2.La catechesi non è un’occasione per saggiare curiosando
Si presentò un giorno per il battesimo anche Simon Mago. Ricevette l’abluzione, ma non l’illuminazione; immerse il corpo nell’acqua, ma il suo cuore non fu inondato dalla luce dello Spirito. Col corpo discese e risalì dalla piscina, ma con l’anima non si seppellì e non risorse col Cristo
. Ti porto questo tristo esempio perché non abbia a cadervi anche tu: sono fatti storici esemplari che riferiscono le Scritture come avvertimenti per i posteri, validi ancora oggi
. Non vorrei riscontrare tra di voi chi tenti la grazia, chi faccia rispuntare la radice amara che genera confusione
! Nessuno di voi si introduca dicendo: «Lascia che io veda cosa fanno i fedeli; fammi entrare e vedere, perché possa sapere quel che si fa». Tu speri di vedere, ma non ti aspetti di essere veduto? Credi di poter indagare ciò che si fa, e pensi che Dio non scruti il tuo cuore?

3 Non entrare come colui che trascurò d’indossare la veste nuziale
Vi fu chi così operò una volta al banchetto nuziale di cui parla il Vangelo. Vi si introdusse vestito d’un abito indegno, si adagiò a mensa e mangiò senza che lo sposo gli si opponesse. Vedendo che tutti indossavano abiti bianchi, avrebbe dovuto vestirsi anche lui alla stessa maniera; invece prese come tutti gli altri i medesimi cibi, benché non avesse né il medesimo abito esteriore né un simile comportamento interiore. Lo sposo, però, per quanto liberale non mancava di discernimento. Girando tra i singoli convitati – faceva attenzione non tanto a come mangiavano quanto a come erano vestiti –, s’accorse dell’intruso senza la veste nuziale e gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui? Che colore ha la tua veste, e quale la tua coscienza? Anche se il portiere, data la generosità del convitante, non ti ha impedito l’accesso al banchetto, benché ignorassi quale tipo di veste deve portare chi entra al convito, tuttavia hai pur visto, una volta entrato, come le vesti dei commensali risplendevano! Da quanto era pur chiaro ai tuoi occhi non dovevi trarre insegnamento? Non dovevi uscire da giusto dopo essere entrato senza colpa? Adesso invece ti tocca uscire in malo modo così come malamente sei entrato!»
. Egli ordinò quindi ai servi: «Legategli i piedi che l’hanno qui portato con arroganza, le mani che non sono state capaci di vestirlo di un abito splendido, e gettatelo come indegno delle lampade nuziali nelle tenebre esteriori». Vedi quello che allora capitò a lui, e quanto a te bada bene a quel che fai!
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08/09/2014 20:11
 
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4. Approfitta della Quaresima per esaminare la tua coscienza
Come ministri di Cristo, vi abbiamo accolti senza escludere alcuno, e come ostiari abbiamo aperto la porta a tutti. Potresti essere entrato con l’anima infangata di peccati e con intenzione non retta; ma sei entrato, sei stato giudicato degno, e il tuo nome è stato registrato; ormai puoi ammirare la nostra santa struttura ecclesiale, contemplarne l’ordine e la dottrina, sentire come vi si leggono le Scritture e vedere chi vi prende parte regolarmente secondo le sequenze didascaliche. Rispetta questo luogo, e lasciati educare da quello che è sotto i tuoi occhi; oppure esci oggi onestamente, per rientrare domani con più opportune disposizioni. Se quindi ti trovi con l’anima ricoperta dell’abito dell’avarizia, entra dopo averne indossato un altro. E spogliandoti dell’abito che avevi, non coprirlo con altro. Deponi l’abito della lussuria, di ogni impurità, e indossa la splendidissima veste della castità.
Ti avverto prima che lo Sposo delle anime, Gesù, entri e veda come sei vestito; ma non è breve il tempo che hai a tua disposizione: hai quaranta giorni di penitenza, molte buone occasioni per spogliarti e lavarti, per rivestirti e poi entrare. Se persisterai nel tuo cattivo proposito – chi ti parla non ne avrà colpa – non aspettarti di ricevere la grazia, ti accoglierà l’acqua ma non ti accoglierà lo Spirito! Chi è cosciente di essere ferito non rifiuti le fasciature, chi è caduto si rialzi. Non ci sia tra voi nessun Simone, nessuna ipocrisia, nessuna voglia di curiosare su quanto qui si fa.

5. Correggere la motivazione
Può darsi anche che tu sia venuto per altro motivo. Può anche darsi che un uomo si sia indotto a venire per ingraziarsi una donna, che questa soltanto sia la sua motivazione. Simile discorso vale altresì per le donne; anche uno schiavo spesso vuol compiacere il padrone, un amico vuole ingraziarsi l’amico. In tal caso non mi resta che cogliere l’esca dall’amo, accoglierti cioè mal motivato come sei venuto, con buona speranza che sia suscettibile di salvezza. Tu non sapevi forse dove stavi entrando e in quale rete incappavi; perché sei caduto dentro le reti della Chiesa
. Lasciati dunque prendere vivo; non sfuggire, perché è Gesù che ti prende al suo amo, per darti non la morte ma la risurrezione dopo la morte. Devi infatti morire e risorgere, secondo le parole dell’Apostolo che hai sentite: «Morti al peccato, ma vivi per la giustizia» 1
. Muori al peccato, e vivi per la giustizia fin da oggi.

6. Il catecumeno è già fedele
Guarda di quale privilegio Gesù ti fa degno. Finché avevi soltanto il nome di catecumeno, te ne riecheggiava il suono come dal di fuori. Ti chiamavano catecumeno ma eri piuttosto un periecumeno, in quanto il messaggio della speranza lo recepivi dall’esterno ma non lo conoscevi; ascoltavi un mistero che non comprendevi, sentivi parlare delle Scritture ma ne ignoravi la profondità. L’eco ormai non risuonerà dal di fuori ma dal di dentro, perché lo Spirito Santo ha posto in te la sua divina dimora e abita in te
. Quando sentirai quel che sta scritto sui misteri, intenderai quello che ignoravi. Non credere che sia un dono di poco conto quello di portare un nome che appartiene a Dio, pur essendo un misero uomo; perché, senti cosa dice Paolo, «fedele è Dio»
. Ascolta quest’altra espressione della Scrittura: «Dio è fedele e giusto»
. Lo aveva detto già prima il Salmista, quando predisse che gli uomini avrebbero partecipato a categorie divine, dicendo: «Io l’ho detto: voi siete dèi e tutti figli dell’Altissimo»
. Al nome però di fedele fa’ che non corrisponda nella tua intenzione quello di infedele. Sei entrato in lizza, accetta ora senza tentennamenti le fatiche che impone la corsa, non ci sarà per te momento più favorevole di questo. Se attendessi i giorni delle nozze, non trascureresti ogni altra cosa per darti alla preparazione del festino? Stando quindi per consacrare la tua anima allo Sposo del cielo, non lascerai le occupazioni della terra per elevarti a quelle spirituali?
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08/09/2014 20:11
 
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7. Un solo battesimo
Non vi è un secondo o terzo battesimo. Non si può dire infatti: «Una volta andato male il primo, rimedierò la situazione col secondo». Una volta infatti che sei venuto meno a quel che si riceve una sola volta, non lo si può rimediare, in quanto «il battesimo è uno come uno è il Signore e una è la fede» ; soltanto gli eretici vengono ribattezzati, perché il primo non era battesimo.

8. Retta intenzione e vera rinuncia
Di fatto Dio da noi non richiede che il buon proposito. Non domandarmi come ti saranno rimessi i peccati. Ti dico: col volere e col credere. Quale via potrebbe essere più breve? Ma se le tue labbra esprimono una volontà che il tuo cuore dice di non avere, sappi che ti giudicherà Colui che scruta i cuori. Desisti quindi fin d’ora da ogni opera malvagia; la tua lingua non pronunzi più empie parole, il tuo occhio non si conceda sguardi malvagi, la tua mente non si abbandoni a pensieri vani.

9. Esorcismi per la purificazione del cuore
Muovi sollecitamente i tuoi passi per andare alla catechesi. Sottoponiti con cura agli esorcismi: sia le insufflazioni che gli esorcismi sono mezzi di salvezza. Pensa di essere come oro grezzo o adulterato con mescolanza di diversi materiali, bronzo o stagno, ferro o piombo. Cerchiamo di essere oro puro! Ma come non è possibile purificare l’oro dalle scorie senza il fuoco, così non è possibile liberare l’anima dalle impurità senza gli esorcismi. Sono parole divine raccolte dalle Scritture divine. Le ascolterai col capo velato, perché ad esse soltanto possa prestare attenzione, né da esse divaghino sguardi erranti, cuori distratti: con gli occhi ben custoditi, le tue orecchie saranno più libere per intendere quelle parole salutari.
Gli esorcisti operano come abili artefici che lavorano l’oro soffiando sul fuoco con mantici sottili per far emergere l’oro recondito nel crogiolo: come questi esperti alitando sulla fiamma che avvolge il crogiolo ottengono il metallo da essi cercato, così gli esorcisti alitando lo Spirito divino scacciano il timore, e nel corpo come in un crogiolo restituiscono il candore all’anima: il demonio che l’avversava fugge, e sopraggiunge la salvezza, ovvero la ferma speranza della vita eterna. L’anima infine purificata dai peccati conseguirà la salvezza.
Restiamo fermi quindi, fratelli, nella speranza! Arrendiamoci al Signore Iddio, e speriamo che egli guardando alla buona volontà dai cui siamo animati ci purifichi dai peccati e ci conceda penitenza e salvezza. Dio ti ha chiamato, e sei un eletto.

10. Necessaria una frequenza attenta alla catechesi
La tua frequenza alla catechesi sia assidua. Anche se essa si protrarrà a lungo, tu continua a stare attento, perché lì riceverai le armi per difenderti dalle forze nemiche degli eretici e dei giudei, dei samaritani e dei pagani
. Hai tanti avversari bene armati, hai quindi bisogno di conoscere i modi con cui dovrai combattere, per colpire eretici, giudei e samaritani. Qui ti verranno messe a disposizione le armi, soprattutto la spada dello Spirito
. Starà a te alzare la destra della buona volontà per sgominare le potenze avversarie e uscire invitto da tutte le macchinazioni ereticali.

11. Impegno per costruire l’edificio della fede
Eccoti ora un altro avvertimento. Ascoltalo e ritienilo sempre bene a mente. Rifletti: queste omilie non sono come le solite, peraltro buone e degne di credito
. Se le trascuri oggi, non le potrai recuperare domani. Quando ti si impartirà un’ordinata dottrina sulla rinascita mistica qual è questa che oggi tu trascuri? Fa’ conto che questo sia il tempo della piantagione degli alberi. Se non scassiamo e non scaviamo in profondità e se non piantiamo bene adesso, come potremo riparare poi il mal piantato prima? Pensa alla catechesi come alla costruzione di un edificio. Se non scaviamo in profondità per porre solide fondamenta, se non raccordiamo e non rinforziamo i muri sì che non manchi la consistenza a tutto l’edificio, ogni fatica precedente risulterà del tutto vana; va accostata ordinatamente pietra su pietra, ogni angolo va raccordato ordinatamente con l’altro, e infine andranno eliminate tutte le sporgenze superflue sì che l’edificio s’innalzi liscio e uniforme. Opereremo così con te, porgendoti come pietre gli elementi della dottrina che devi apprendere: quello che devi ascoltare circa il Dio vivente, quello che devi sentire circa il giudizio, quanto devi apprendere da noi sul Cristo e sulla risurrezione, le tante altre verità che spiegheremo nel seguito del discorso, di cui ora facciamo accenno sporadico; in seguito verrà l’esposizione sistematica. La costruzione ti apparirà ben fragile se tu non parteciperai ad essa come ad un complesso organico, armonicamente memorizzando le nozioni secondo che l’architetto andrà strutturandole.

12. La disciplina dell’arcano
Nel tempo poi in cui si svolge la catechesi, un catecumeno può porre delle domande circa quello che hanno detto i maestri, ma tu non fare oggetto di discussione con gli estranei quanto essi hanno insegnato circa il mistero che ti è stato trasmesso perché ne concepisca speranza per la vita futura. Custodiscilo nel secreto per Colui che te ne darà la ricompensa! Nessuno venga a dirti: «Che male ne viene a te, se vengo a conoscerlo anch’io?». Anche gli ammalati chiedono del vino, ma se fosse loro inopportunamente concesso esso ne farebbe dei farneticanti, e si avrebbero due brutte conseguenze: per il malato che andrebbe alla malora, e per il medico che sarebbe radiato. Lo stesso si dica anche per il catecumeno che si facesse istruire da un fedele: il catecumeno non intendendo quel che ha sentito andrebbe in delirio, parlando a vanvera e ridendo di ciò che gli è stato detto; il fedele verrebbe condannato come traditore. Ti trovi infine alla soglia; guardati dal ciarlare di quello che qui si dice: non perché non sia bello ascoltarlo, ma perché le orecchie di chi ascolta non sono degne di sentirlo. Mentre eri ancora catecumeno, io non ti anticipavo quello che ora ti spiego; solo quando avrai fatto esperienza della sublimità di questi insegnamenti, comprenderai che i catecumeni non sono in grado di ascoltarli.
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08/09/2014 20:12
 
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13. La catechesi richiede raccoglimento
Con l’iscrizione al catecumenato siete già figli e figlie di una sola Madre. Una volta entrati, prima che giunga l’ora degli esorcismi, statevene tutti raccolti in pii ragionamenti
. E se manca ancora qualcuno fatelo cercare: se fossi invitato a mensa, non aspetteresti un convitato, e con un fratello non ti adopereresti fraternamente per il suo bene? Non interessarti poi di cose vane, fossero anche affari di Stato o di municipio, faccende che riguardano l’imperatore oppure il vescovo o un presbitero. Mira in alto, lo esige il tempo che stai vivendo. Sta scritto: «State tranquilli, sappiate che sono io, il Signore»
. Se vedi che i fedeli vivono non in serenità ma tanto affaccendati, sappi che essi agiscono in libertà di spirito, sicuri di quello che hanno ricevuto, della grazia che possiedono, mentre tu sei ancora come in bilico, insicuro perché non sai se sarai ammesso o no. Non voler imitare chi possiede questa sicurezza, ma coltiva pensieri di timore.

14. Ordine durante gli esorcismi
Quando poi hanno inizio gli esorcismi, finché gli altri esorcizzandi non ritornano, gli uomini se ne stiano con gli uomini e le donne con le donne. Dobbiamo modellarci sul comportamento di quelli dell’arca di Noè, che conteneva con Noè i suoi figli, sua moglie con le donne dei suoi figli
. Come lì regnava l’ordine, benché tanti stessero in una sola arca la cui porta era sprangata, così anche voi mantenete l’ordine, benché in tanti ve ne stiate insieme dentro la chiesa con la porta chiusa, gli uomini con gli uomini e le donne con le donne, perché lo strumento di salvezza non diventi occasione di perdizione. Lungi da voi ogni comportamento passionale mentre state seduti l’uno accanto all’altro, bella consuetudine istituita a scopo santo
. Quanto agli uomini, così seduti, abbiano con sé un libro utile: uno legga e l’altro l’ascolti; ovvero, se manca il libro, uno preghi e l’altro dica qualcosa di utile. Quanto alle vergini, riunite in gruppo, recitino salmi o leggano sottovoce in modo che le loro labbra parlino ma le altrui orecchie non sentano, perché sta scritto: «Non permetto alle donne di parlare in chiesa»
. Quanto alle donne sposate, seguano gli stessi comportamenti: preghino e muovano le labbra senza far sentire la loro voce, perché la tua anima sterile generi Samuele, la salvezza che viene da «Dio che esaudisce», questo il significato del nome Samuele 27 .

15. Fervore per ottenere la luce della fede
Così potrò costatare la serietà del vostro comportamento, l’impegno di ciascuno, la pietà di ciascuna. Si accenda la vostra mente alla fiamma di pii pensieri. La vostra anima si forgi come metallo, e l’incredulità dura a resistere si pieghi come ai colpi del martello, le sue squame superflue cadano dal ferro sì che rimanga ciò che è puro; il Signore vi faccia vedere nella notte avvolta nelle tenebre la luce chiara del giorno, della quale sta scritto: «Per te le tenebre non saranno buie, e la notte risplenderà come il giorno»
. A ciascuno e a ciascuna di voi allora si aprirà la porta del paradiso
, e potrete quindi godere delle acque che comunicano il Cristo e ne esalano il dolce profumo; allora riceverete il nome di Cristo e il potere di compiere azioni divine
. Ma già da ora fissate lo sguardo della vostra mente in alto, e tenete rivolti fin da ora i vostri pensieri con i cori degli angeli a Dio Signore dell’universo che in alto ha la sua sede, al Figlio Unigenito che siede alla sua destra, allo Spirito che da entrambi mai è disgiunto, ai Troni e alle Dominazioni in perenne liturgia. Immaginatevi di essere già tutti salvi, ciascuno salvo, ciascuna salva! Le vostre orecchie si aprano fin da ora alla catechesi del cielo. Anelate al sublime canto della salvezza di cui gli angeli acclameranno il compimento, secondo sta scritto: «Beati coloro cui sono state rimesse le iniquità, di cui sono state cancellate le colpe»
, cioè quando come astri della Chiesa entrerete lassù fulgidi nel corpo e splendenti nell’anima.

16. Al battesimo soglia del cielo, vigilanti in preghiera
Grande proposta quella del battesimo! Libera dalla schiavitù del maligno, rimettendo il peccato e dando la morte al peccato; rigenera l’anima, rivestendola di luce e imprimendo un sacro e indelebile sigillo 32 ; è veicolo per il cielo, aprendoci al gaudio del paradiso e introducendoci al Regno. Elargisce la grazia della figliolanza divina, ma non impedisce che il dragone tutto occhi sulla strada insidii coloro che la percorrono. Attento che non ti morda facendoti perdere la fede! Egli vede che tanti si salvano e perciò cerca chi divorare
. Tu ora cammini diritto per andare incontro al Padre degli spiriti , ma ti attraversa la strada il dragone. Cosa fare per passare immune? Calzati i piedi, premuniscili col vangelo della pace perché il serpente anche se ti morde non ti faccia male. La fede ti custodirà come una casa, la ferma speranza come un calzare resistente, perché tu possa superare il nemico e raggiungere infine il Signore
. Disponi il tuo cuore all’ascolto dell’istruzione e alla partecipazione dei santi misteri; prega con maggiore frequenza, perché Dio ti faccia degno dei misteri celesti, fonti d’immortalità. Non lasciare la preghiera né di giorno né di notte; anzi, quando il sonno s’allontana dai tuoi occhi, cogli l’occasione per tenere occupata la mente pregando; se ti accorgi che allora l’assale un turpe pensiero appigliati a quello del giudizio richiamo di salvezza.
Applicati con tutta l’anima all’apprendimento, sì che non si annidino in essa pensieri vani. Quando ti si presentasse qualcuno a dirti canzonandoti: «Stai qui per scendere tra poco nell’acqua, come se la città non avesse da tanto tempo bagni a sufficienza!», comprendi che è un tranello preparato per te dal dragone delle acque
: tu non far caso alle labbra di chi parla così, ma bada a Dio che opera nell’acqua, serbando l’animo inespugnabile, perseverante nella speranza, per essere infine erede dell’eterna salvezza.
17. Nuove piante per il giardino della Chiesa
Questo vi annunzieremo e vi insegneremo nei limiti della nostra condizione umana. Fate che l’edificio che costruiamo non serva ad ammassare del fieno o della paglia e della pula destinate alle fiamme, che l’opera nostra non vada distrutta dal fuoco e noi ne abbiamo a scontare la pena; fate invece che sia una struttura di oro e argento, di pietre preziose
. A me spetterà parlare, a te l’aderire, a Dio portare tutto a compimento. Diamo vigore alla mente, tensione all’anima, buona disposizione al cuore, perché qui sono in gioco la salvezza dell’anima e i beni eterni in cui .speriamo
. Dio che scruta i cuori e conosce chi è sincero o falso, saprà custodirvi nella sincerità o convertirvi dalla falsità alla sincerità, fare di un infedele un fedele purché gli doni il suo cuore. Voglia cancellare il chirografo di condanna concedendovi un’amnistia totale per le colpe passate; voglia piantarvi come alberi nella sua Chiesa, ascrivervi come soldati nella sua milizia cingendovi delle armi di giustizia. Vi colmi dei beni celesti del Nuovo Testamento, e vi confermi per sempre col sigillo indelebile dello Spirito Santo, per mezzo del nostro signore Gesù Cristo cui la gloria per i secoli dei secoli. Amen.
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08/09/2014 20:15
 
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PRIMA CATECHESI BATTESIMALE. LE DISPOSIZIONI DEL BATTEZZANDO

Prima catechesi dei battezzandi, di Cirillo arcivescovo di Gerusalemme, nostro padre santissimo, improvvisata a Gerusalemme, per introdurre quelli che erano incamminati verso il battesimo, dopo la lettura di Isaia: «Lavatevi, purificatevi, eliminate dalla vostra anima quanto è malvagio ai miei occhi, ecc.» 1 .

1. Messaggio di gioia
Discepoli della Nuova Alleanza, convenuti per essere iniziati ai misteri di Cristo, già compartecipi della vocazione e prossimi ad esserlo della grazia, ecco giunto il momento di rinnovarvi nel cuore e nello spirito
. Ne gioiscano gli abitanti del cielo! Se infatti, come dice il Vangelo
, il cielo gode per la conversione d’un solo peccatore, quanto maggiore gioia non gli darà la salvezza di tanti?
Avete già imboccata la via del bene, la migliore; non vi resta che percorrerla bruciando le tappe della santità. Avrete lo stesso Figlio di Dio, l’Unigenito, al vostro fianco, sempre disposto a comunicarvi la sua forza redentrice. Lo ha detto lui: «Venite, voi che siete affaticati e stanchi, e io vi ristorerò»
. Voi quindi, che indossate ancora tristi abiti peccaminosi 6 , stretti dalle catene dei vostri peccati, ascoltate la voce del profeta: «Lavatevi, purificatevi, via dai miei occhi le vostre malvagità, il male delle vostre anime»
; perché il coro degli angeli vi faccia sentire quell’altra voce: «Beati coloro cui sono rimesse le colpe e non sono più imputati i peccati»
. Avete ormai accese le lampade della fede, ora tenetele strette in mano e non lasciatele spegnere, perché Colui che su questo monte santissimo del Golgota aprì il paradiso al ladrone , in vista della sua fede, conceda anche a voi di cantare il cantico nuziale.

2. Spogliatevi dell’uomo vecchio
Mediante la fede, chiunque di voi fosse ancora schiavo del peccato si disponga presto alla rigenerazione che lo libererà e ne farà un figlio adottivo di Dio. Deporrà così la pessima servitù del peccato ed entrerà in possesso beatissimo dello stato di servo del Signore e quindi di erede del regno dei cieli. Con la confessione dunque, come sta scritto , spogliatevi dell’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, e rivestitevi dell’uomo nuovo che si rinnova nella misura che gli dà la conoscenza del Creatore. Cercate con la medesima fede la caparra dello Spirito Santo, che vi assicura l’ingresso e l’accoglienza nelle dimore eterne. Accostatevi quindi per ricevere il mistico sigillo col quale potrete vedere il Signore
. Entrate come pecorelle spirituali del santo gregge di Cristo, per poter infine essere collocate alla sua destra ed ereditare la vita che egli vi ha preparata. Allora toccherà andare da sinistra a quanti saranno rimasti con gli abiti ruvidi del peccato, non avendo raggiunto questo traguardo, la grazia della rigenerazione che Dio elargisce per mezzo del Cristo attraverso il battesimo, rigenerazione non secondo la carne ma secondo lo spirito, dell’anima: dai genitori visibili per generazione abbiamo il corpo, dallo Spirito mediante la fede siamo rigenerati nell’anima. Esso spira dove vuole
. Lo sentirai quando sarai stato trovato senza ipocrisia, di coscienza pura, degno di ascoltare quelle parole: «Vieni, è tempo, servo buono e fedele»
.
3. Cristo giusto dispensatore del sigillo di grazia
Se qualcuno dei presenti fosse venuto per soddisfare una certa sua curiosità, solo per un’esperienza della grazia che qui si riceve, sappia che s’inganna e non conosce davvero quale potere essa ha
. Accostati con animo semplice, o uomo, a Colui che scruta le reni e i cuori
! È il Signore infatti che chiama le anime a seguirlo sotto le sue insegne! Egli scruta le intenzioni delle volontà come fanno coloro che nel reclutare i soldati d’un esercito esaminano l’età e il fisico. Se Dio vede che un’anima nasconde ipocritamente altro proposito, la scaccia come non adatta all’esercito della verità. Se ne giudica degni i propositi è pronto ad elargire la sua grazia 16 , ma non dà le cose sante ai cani
! Serba invece il meraviglioso sigillo di salvezza , che i demoni paventano e cui danno credito gli angeli, per coloro che vede mossi da retta coscienza. Al vedere il sigillo spirituale di salvezza, i demoni scacciati volgono in fuga e gli angeli ne sono attratti: è ad essi familiare per la loro natura. Quanti dunque vogliono riceverlo ne debbono avere la relativa intenzione. Per essere fedele occorre la cooperazione della volontà, tanto necessaria quanto lo è per chi scrive la penna e per l’arciere la mano

4. Il battesimo fa del catecumeno un fedele
Stai per ricevere una spirituale armatura di incorruttibilità, diverrai una pianta del giardino mistico e avrai un nome nuovo: prima eri e ti chiamavi catecumeno, d’ora in poi ti chiamerai fedele
. Trapiantato tra gli olivi mistici, sarai un olivo selvatico innestato nell’olivo che porta frutti. Passato dal peccato alla giustizia e dall’impurità alla purezza sarai parte della vite santa: se rimarrai unito ad essa crescerai come suo tralcio fruttifero, se invece te ne staccherai andrai perduto nel fuoco.
Maturiamo quindi frutti degni di questa vite per non fare la fine del fico sterile contro il quale Gesù lanciò la sua maledizione
. Che alla sua venuta egli non abbia a lanciare come un tempo la maledizione contro la nostra sterilità, ma conceda a noi tutti di ripetere quelle parole: «Io mi sono affidato alla sua bontà per sempre e in eterno come olivo fruttuoso della casa di Dio»
. Non si tratta di un olivo materiale ma di quello che apporta la luce mistica: a te spetta il dovere di portare frutti, come a Dio spetta il merito di aver piantato e innaffiato. Egli infatti ti darà la grazia, tu devi accoglierla e custodirla. Guardati dal tenerla in poco conto per il fatto che ti è stata gratuitamente donata, quando l’avrai ricevuta siine geloso
.
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5. Tempo di confessione, di impegno e di tregua
Quello di oggi è il tempo della confessione
. Disponiti dunque in questo tempo propizio a confessare i peccati che hai commesso in parole e opere, sia di notte che di giorno, e ne godrai in cielo nel giorno della salvezza il frutto prezioso
. Sii assiduo agli esorcismi, frequenta le catechesi. Non dimenticare le istruzioni che ascolti, perché sono parole non solo da sentire ma soprattutto da testimoniare come segno del tuo ascolto nella fede
. Libera il tuo spirito da ogni altra preoccupazione, perché si tratta della tua salvezza ; le cose del mondo da cui ti estranei del tutto hanno ben poca importanza rispetto al grande dono che il Signore sta per elargirti: metti da parte le cose presenti e abbi fede in quelle future! Hai trascorso tanti periodi della tua vita senza darti tregua tra i vani affari del mondo, e non vorrai concederti una tregua di quaranta giorni per pensare all’anima? Lo dice la Scrittura: «Fermatevi e sappiate che io sono Dio»
. Evita di parlare di tante cose inutili, non mormorare né ascoltare con piacere quelli che sparlano , ma sii sempre più disponibile per la preghiera. Dimostra nell’ascesi il vigore del tuo spirito. Purifica il ricettacolo del tuo cuore perché possa meglio ottenere e trattenere la grazia; poiché la remissione dei peccati è data in misura uguale a tutti, ma la comunione dello Spirito Santo viene partecipata a ciascuno nella misura dello spirito di fede
. Se poco è il tuo impegno, scarso sarà il raccolto; se molto è il lavoro, abbondante sarà la mercede: corri per tuo vantaggio, bada a ciò che ti conviene scegliere. 6. Dio ti accoglierà se avrai perdonato Perdona se hai qualcosa contro qualcuno. Dal momento che anche tu vai per ricevere il perdono, non puoi assolutamente non perdonare chi ti ha offeso. Con quale faccia diresti al Signore: «Perdonami le molte mie colpe», se non perdoni le poche del tuo conservo ?
Sarai assiduo alle adunanze non solo in questo tempo in cui il clero ti richiama all’attenzione, ma anche dopo che avrai ricevuto il mistero di grazia. Se infatti è lodevole farlo prima, non lo sarà altrettanto dopo? Se prima dell’innesto ti assicuri irrigando e lavorando la terra, dopo la piantagione non farai altrettanto e meglio?
. Alimenta quindi la tua anima con le divine letture, mensa spirituale che il Signore ti ha apprestata, cantando anche tu col Salmista: «Il Signore è mio pastore, non manco di nulla: su terreni erbosi mi ha fatto abitare, mi ha nutrito lungo acque tranquille e ha convertito l’anima mia»
. Ne gioiranno con te anche gli angeli; e il grande Pontefice, Cristo, accogliendo il vostro buon proposito vi presenterà tutti al Padre, dicendo: «Eccomi con i figli che il Padre mi ha dati» 36 . Vi custodisca tutti lui nella sua grazia, perché a lui sia gloria per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

SECONDA CATECHESI BATTESIMALE. LA PENITENZA

Seconda catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sulla remissione dei peccati e sull’avversario, dopo la lettura di Ezechiele: «Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità; ma se l’empio si convertirà da tutte le sue iniquità, ecc.» 2 .

1.Male terribile ma curabile
Male terribile il peccato, malattia dell’anima davvero tremenda la trasgressione dei comandamenti! Il peccato stronca ogni sua vitalità al punto di farla cadere e di farla precipitare nel fuoco dell’inferno, poiché è un male voluto, commesso per scelta deliberata
. Che noi pecchiamo per scelta deliberata, lo dice espressamente il profeta: «Io ti avevo piantata come 47 vigna feconda, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei sciaguratamente mutata in vigna bastarda?»
. Come mai la pianta buona diede frutti cattivi? Il male è una conseguenza del libero arbitrio: chi creò la pianta è immune da colpa
. La vite sarà bruciata dal fuoco perché, sebbene piantata per produrre buoni frutti, fu libera di scegliere anche quelli cattivi. Dice l’Ecclesiaste: «Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini cercano tanti fallaci ragionamenti»
. Infatti, aggiunge l’Apostolo, siamo davvero opera sua, creati per operare il bene
. Il Creatore dunque, proprio perché buono, non ha creato che per il bene; ma la creatura si volse al male per sua scelta deliberata, commettendo come abbiamo detto il male terribile del peccato. Terribile ma non inguaribile! Terribile per chi vi si ostina, ma guaribile per chi se ne pente. È come se uno avesse voluto tenere il fuoco nelle mani; finché si ostina a tenere il carbone ardente, evidentemente non può non bruciarsi, ma se lo butta via elimina la causa della bruciatura. Chi pensasse che il peccato non scotta, ascolti quel che dice la Scrittura
: «Si può portare il fuoco sul petto senza bruciare le vesti?». No, il fuoco del peccato consuma la vita dell’anima.

2.Il peccato ha origine dalla nostra volontà
Ma ci si domanda: Cos’è infine il peccato? Una belva? Angelo o demonio? Quale la sua scaturigine? 9 . O uomo, non è un nemico dall’esterno che ti combatte, ma sei tu stesso la causa del male che fai e continui ad aumentare. Se il tuo sguardo è retto, l’occhio non concupisce; se ti contenti del tuo e non prendi la roba d’altri, la ladra avarizia è abbattuta
. Se pensi al giudizio
, non prevarranno in te né la lussuria, né l’adulterio, né l’omicidio, né qualsivoglia altra inosservanza. Quando ti dimentichi di Dio insorgono i pensieri cattivi e si commettono le trasgressioni dei comandamenti.

3.Concausa del peccato è il diavolo
Non sei però tu soltanto la causa del fatto peccaminoso, ma v’è un altro pessimo istigatore, il diavolo
. Egli tenta tutti, ma non trionfa su chi non gli cede. Perciò dice l’Ecclesiaste: «Se l’ira di un potente si accende contro di te, non abbandonare il tuo posto»
. Sprangagli contro la porta e tienilo lontano da te, non ti nuocerà. Se invece scioccamente ne accetti le suggestioni alla libidine trattenendoti con i pensieri cattivi, essa si radicherà in te e ti travolgerà incatenandoti la mente e precipitandoti nella voragine del male. Forse mi dirai: Io sono un fedele; anche se spesso mi vengono pensieri cattivi, non mi farò vincere dalla concupiscenza
. Ma non sai che una radice non estirpata, spesso spacca anche la roccia? Non accogliere dal primo momento quel seme che a lungo andare finirà col fiaccare la tua fede. Strappa dalle radici il mal seme prima che germogli, perché a causa della tua incuria iniziale non debba poi ricorrere impensierito alla scure e al fuoco
. Comincia dagli sguardi morbosi, cura per tempo la vista per non dover ricorrere al medico quando già fossi divenuto cieco.
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08/09/2014 20:16
 
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1.Satana cadde per orgoglio
Primo stratega del peccato fu il diavolo. Perciò fu il primo a generare il male. Non lo dico io, ma lo disse il Signore: «Il diavolo fu peccatore dall’inizio
. Infatti prima di lui non aveva peccato nessuno, e peccò non perché necessitato dalla sua naturale struttura, come se fosse stato costretto al peccato privo di libertà: se così fosse stato, la colpa risalirebbe a Colui che così l’avrebbe strutturato. No, Dio lo creò buono, ma per avere scelto deliberatamente il male divenne diavolo, quel comportamento gli diede questo nome: era un arcangelo e poi fu diavolo
. Ebbe questo nome perché da buon servo di Dio era caduto operando da suo nemico, questo significa il nome satana. Non è una mia affermazione, ma lo dice il profeta Ezechiele ispirato dallo Spirito Santo. Intonando infatti quella sua lamentazione sul diavolo, così l’apostrofa: «Eri stato modellato nel paradiso di Dio come sigillo della sua perfezione e aureola della sua bellezza». E poco dopo continua: «Rimanesti perfetto dal giorno in cui fosti creato finché in uno di quei tuoi giorni in te fu trovata l’iniquità»
. Molto puntuale la giuntura «in te fu trovata». Dice che il peccato non viene dal di fuori ma lo generi tu dal di dentro. Il profeta ne fa così l’eziologia: «Il tuo cuore si inorgoglì per la bellezza di cui splendevi, ma la moltitudine dei peccati di cui ti macchiasti te ne ha fatto perdere il fulgore, e perciò ti ho cacciato sulla terra»
. Le espressioni dell’Antico Testamento concordano con quelle che il Signore pronunziò secondo il Vangelo: «Io vedevo satana cadere dal cielo come folgore»
. Vedi che consonanza tra i due Testamenti! Satana trascinò con sé molti angeli apostati, e continua a farlo ancora con quanti gli danno retta eccitandone le concupiscenze, incitando ad adultèri, a fornicazioni e a qualsivoglia altro peccato. Per istigazione sua Adamo, nostro progenitore, fu scacciato da un paradiso spontaneamente prodigo di tanti frutti buoni, ed ebbe in eredità una terra irta di spine
.
5. Il peccato è remissibile
Si chiederà: Che faremo dunque? Ora che in conseguenza di quell’inganno siamo caduti, non c’è più salvezza? Non potremmo rialzarci dalla caduta, accecati riacquistare la vista, zoppi tornare a camminare diritti, risorgere insomma dopo essere morti ? Sì, mio caro, potremo ottenerlo per la potenza di Colui che richiamò da morte a vita Lazzaro morto da quattro giorni e già maleodorante
. Non potrà farlo e con meno fatica? Egli che ha versato per il nostro riscatto il suo sangue ci libererà dal peccato; non scoraggiamoci, fratelli
! Non abbandoniamoci alla disperazione, è una cosa terribile perdere la speranza della conversione! Chi, infatti, dispera di salvarsi non ha più remora, e non fa che aggiungere male a male; chi invece spera di trovare rimedio al suo male lo cerca con ogni cura. Il malfattore se dispera d’essere graziato passa di follia in follia, ma se gli balena la speranza della grazia si avvia spesso al ravvedimento
. Se persino il serpente cambia la vecchia pelle, non potremo deporre anche noi l’abito del peccato? Un campo, benché tutto coperto di spine, se ben coltivato diventa terreno fecondo di frutti! E tu credi irrecuperabile la salvezza? Dunque, la natura è suscettibile di salvezza. Ma per ottenerla si richiede una scelta della volontà!

6. Misericordia del Signore
Dio è misericordioso e non lesina il suo perdono. Non dire quindi: «Potrà egli perdonarmi e dimenticare che io ho fornicato, ho commesso non una ma tante volte adulterio e peccati d’ogni genere?». Ascolta cosa dice il Salmista: «Quant’è grande, Signore, la tua bon-tà» . Non supererà la grandezza della misericordia di Dio il cumulo dei tuoi peccati: non supererà la destrezza del sommo Medico la gravità delle tue ferite: purché a lui ti abbandoni con fiducia. Manifesta al Medico il tuo male, e parlagli con le parole che disse Davide : «Ecco, confesserò al Signore l’iniquità che mi sta sempre dinanzi». Così otterrai che si avverino le altre: «Tu hai rimesse le empietà del mio cuore»

7. Dio perdonò i peccati di Adamo e di Caino
Vuoi vedere, fin dal tuo primo accesso alla catechesi, come è misericordioso Iddio? Vuoi che ti faccia vedere come la divina misericordia sia pienezza inenarrabile di magnanimità? Senti come si comportò con Adamo. Il primo uomo creato da Dio, Adamo, non aveva voluto ascoltarlo, ed egli avrebbe certo potuto subito infliggergli la pena della morte; invece guarda cosa fece il Signore misericordioso. Lo scacciò dal paradiso 29 , che non era più degno di abitare a causa del peccato, e lo mandò a stare di fronte al luogo da cui era stato cacciato perché egli guardando a quella regione da uno stato ben diverso si potesse convertire e salvare. Il primo uomo nato da parto, Caino, il primo dei malfattori e degli autori di stragi, l’antesignano degli invidiosi, aveva ucciso il fratello; eppure a quale pena fu condannato per il fratricidio? Sta scritto: «Sarai errabondo e fuggiasco sulla terra»
. Peccato grave ma lieve la pena!

8. Dio avrebbe voluto risparmiare il castigo del diluvio
La misericordia di Dio è dunque arrivata a questo punto! Ma questa è poca cosa rispetto a quella che testimoniano gli eventi successivi. Ricorda la storia di Noè. Dopo il peccato dei giganti, poiché l’iniquità si era enormemente diffusa sulla terra , venne il diluvio da Dio minacciato già cinquecento anni prima. Il diluvio si scatenò sulla terra all’inizio dell’anno seicentesimo: dalla dilazione del tempo del castigo, cento anni, puoi misurare l’estensione della misericordia di Dio. Non avrebbe potuto fare subito quel che fece cento anni dopo? Procrastinò tanto per un preciso scopo, per dare un preannuncio del futuro dono della penitenza: vedi quanta bontà di Dio! Se gli uomini d’allora avessero fatto penitenza, non sarebbero stati esclusi dalla divina misericordia.
9. Dio perdonò a Raab la prostituta
Seguimi ora, perché tanti altri si sono pentiti e hanno ottenuto salvezza. Qualcuna di voi, ascoltatrici, a questo punto domanderà: «Ci sarà salvezza anche per me, che ho fornicato e commesso adulterio, che ho macchiato il mio corpo con tanti altri disordini?». O donna, guarda a Raab: puoi salvarti anche tu, abbi fiducia. Se si salvò lei che esercitò apertamente e pubblicamente la prostituzione, non si salverà con la penitenza e con il digiuno una che ha fornicato una sola volta, per di più prima di ricevere il battesimo? Come infatti puoi leggere, la prostituta ottenne salvezza solo per aver detto: «Sì, il vostro Dio è veramente il Signore del cielo e anche della terra»
. Menava una vita scostumata, perciò non osò dire «il mio Dio». Eppure ottenne salvezza; se vuoi, ne puoi trovare esplicita testimonianza nella Scrittura. Leggila nel salmo, dove è scritto: «Ricorderò Raab e Babilonia a tutti quelli che mi conoscono»
. Vedi la grande misericordia di Dio! La Scrittura ricorda delle prostitute, e non solo fa menzione di Raab e di Babilonia, ma aggiunge quelle parole: «a tutti quelli che mi conoscono», per dire che tanto per gli uomini quanto per le donne vi è possibilità di salvezza. Ma la si ottiene con la penitenza.
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08/09/2014 20:17
 
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10. Il popolo peccò, e anche Aronne
La potenza divina si dimostrò più grande del-l’enormità del peccato di tutto un popolo che si era fabbricato il vitello. Il Signore non cessò di essere misericordioso di fronte a tanto; gli uomini rinnegarono Dio, ma Dio non rinnegò se stesso . Dissero: «Ecco i tuoi dèi, o Israele» , e il Dio d’Israele non smentì il suo stile ma lo salvò. Non fu soltanto il popolo a peccare, ma anche il sommo sacerdote Aronne. Lo dice infatti Mosè: «Il Signore si adirò anche contro Aronne». Poi aggiunge: «Io allora pregai per lui, e il Signore gli perdonò» . Ora, se Mosè pregando per il sommo sacerdote riuscì a piegare il Signore, non riuscirà Gesù a placare il Padre, quando egli il suo Unigenito prega per noi? Inoltre, se Dio non interdisse il sommo sacerdozio ad Aronne dopo la sua caduta, impedirà l’accesso alla salvezza a te che ti sei convertito dal paganesimo? Convertiti anche tu come quelli, o uomo, e non ti sarà negata la grazia. D’ora in poi, piuttosto, ognuno abbia comportamenti irreprensibili. Dio è veramente misericordioso. Della divina misericordia nessun uomo al mondo potrà mai dire abbastanza, anche se tutte le lingue degli uomini insieme si accordassero a celebrarne le lodi. Noi infatti ne parliamo limitatamente, affidandoci a quello che della sua misericordia verso gli uomini attesta la Scrittura, ma non sappiamo quanta Dio ne abbia usata con gli angeli 37 , poiché solo Gesù che ci purifica delle nostre colpe è senza macchia: delle macchie Dio trova e compatisce anche negli angeli!

11. Esempio di Davide
Passerò adesso, se credi, a qualche altro esempio che fa al nostro caso. Partiamo da quello di Davide, tipo della santità penitente. Grave fu il peccato che commise! Passeggiando in terrazza dopo il riposo pomeridiano, sul far della sera, non sorvegliò i suoi occhi e ne sperimentò l’umana conseguenza: assecondò la passione e commise il peccato. Non gli venne però meno la saggezza . Saggiamente confessò la caduta, appena il profeta Natan venne a redarguirlo, dicendogli per sanarne la ferita: «Il Signore è irritato per il tuo peccato!» 39 . Parlava così al re un uomo senza autorità, ma il re pur ammantato di porpora non se l’ebbe a male, perché vide nell’uomo che gli parlava Dio che l’aveva mandato. Aveva attorno il suo corpo di militari; ma questo non accecò gli occhi del suo spirito, perché egli li tenne rivolti alle schiere degli angeli che stanno attorno al Signore. Tremò davanti all’Invisibile come se lo vedesse
. Perciò più che al messaggero che era venuto da lui, a Colui che l’aveva mandato rispose: «Ho peccato contro il Signore». Vedi che umiltà in un re, vedi che confessione! Era stato forse denunziato da qualcuno, o da tanti che fossero venuti a sapere della vicenda? No, aveva appena consumato il peccato, e il profeta se n’era fatto appena accusatore, ma subito egli si confessò colpevole del male fatto. Perciò il profeta Natan dopo averlo ripreso gli disse subito: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato»
. Vedi che immediata conversione del Dio di misericordia! Ma senti cosa aggiunse: «Molto hai irritato i nemici del Signore»
. Come per dirgli: Finché combattesti per la giustizia avevi molti nemici, ma ti protesse la virtù; d’ora in poi però, avendo consegnato loro la tua arma più potente di difesa, dovrai far fronte a nemici pronti a rizzarsi armati contro di te. Ecco come il profeta lo avvertì mentre lo confortava.

12. Comportamento penitente di Davide
Ma il santo re Davide, nonostante che avesse inteso molto bene che il Signore gli aveva perdonato il peccato, non ritenne meno doverosa la penitenza. Invece della porpora vestì il sacco, invece di assidersi sull’aureo trono si stese per terra e sulla cenere
. Né solo si stese sulla cenere, ma come egli si esprime, di essa fece il suo nutrimento: «Più che di pane mi nutrii di cenere»
. Fece sciogliere in lacrime i suoi occhi voluttuosi come si era proposto: «Ogni notte non farò che bagnare il mio giaciglio, inonderò il mio letto di lacrime»
. Ai principi che lo invogliavano a mangiare del pane oppose il suo rifiuto, e quel suo digiuno lo prolungò per un’intera settimana
. A tanto arrivò la penitenza di un re, mentre tu semplice suddito non senti il dovere della confessione. Dopo la ribellione d’Assalonne, invece di fuggire per una delle tante vie che gli si erano offerte, volle prendere quella che passava per il Monte degli Ulivi , profeticamente invocando il Redentore che di lì sarebbe asceso al cielo. E quando poi Semei gli lanciò amare maledizioni, non disse altro che: «Lasciatelo andare» 48 , poiché sapeva che il Signore perdona a chi perdona.

13. Anche Salomone e Acab furono perdonati
Vedi quanto fu opportuna la confessione, e quanti hanno ottenuto salvezza con la penitenza? Anche Salomone cadde, ma egli stesso dice: «Poi ne feci penitenza»
. Così pure Acab re di Samaria era stato un perfido idolatra, ingiusto, assassino d’un profeta, assolutamente empio e attentatore dei campi e delle vigne altrui ; ma quando gli si presentò il profeta Elia e lo minacciò poiché per istigazione di Gezabele aveva fatto uccidere Nabot, subito si stracciò le vesti e si coprì di sacco
. Cosa disse Dio misericordioso allora ad Elia? Gli domandò: «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me?» 52 ; e subito, per frenare lo zelo del profeta e indurlo a condiscendenza verso il penitente, aggiunse: «Perciò non farò piombare la sciagura durante la sua vita»
. Egli invero dopo il perdono non lascerà la via dell’iniquità, ma Colui che perdona l’assolve, non perché ignori il futuro ma perché dona a chi si pente la remissione che per quel momento si merita. Un giudice giusto emana sentenza conforme al comportamento che ciascuno ha avuto.

14. Il pentimento di Geroboamo e di Manasse
Passerò ora ad altri esempi. Geroboamo offrì sacrifici agli idoli sull’altare, e la sua mano divenne arida. Quando fece arrestare il profeta che lo redarguiva, riconobbe per diretta esperienza che potere avesse colui che gli stava dinanzi, e gli disse: «Prega il volto del Signore tuo Dio»
. Subito la mano gli venne restituita sana: bastò quella semplice espressione perché egli guarisse. Perciò, se per risanare Geroboamo bastò un profeta, per risanare te e liberarti dai peccati non basterà il Cristo? Anche Manasse, scellerato quant’altri mai, che aveva fatto segare Isaia, si era macchiato di ogni sorta di idolatria e aveva inondato di sangue innocente Gerusalemme ; quando poi fu tratto in schiavitù a Babilonia dalla sventura occorsagli trasse il rimedio della penitenza che lo portò alla salvezza. Come infatti dice la Scrittura, Manasse «si umiliò al cospetto del Signore, e il Signore ascoltò la sua preghiera, restituendogli il regno»
. E non potrai trovare salvezza tu cui certo non si può attribuire una colpa così grave? 57 .

15. Ezechia e Gesù: il sole retrogrado ed eclissato
Guardati dal diffidare dell’efficacia che ha la penitenza, non ne hai motivo! Vuoi sapere perché abbia tanta efficacia, quanto sia potente questa arma di salvezza? Vuoi insomma che ti dimostri quanta forza abbia in sé la confessione? Ezechia con la confessione volse in fuga centottantacinquemila nemici ; risultato già per sé di grande rilievo, ma di poco conto rispetto a quel che ti sto dicendo: con la penitenza fece revocare la sentenza che Dio aveva data. S’era infatti ammalato, e Isaia gli aveva detto: «Ordina ormai gli affari della tua casa, perché stai per morire, non vivrai»
. Che cosa sperare ancora dopo quelle parole del profeta? Nessuna speranza, eppure Ezechia non tralasciò la medicina della penitenza, ricordandosi di quanto sta scritto: «Quando ti convertirai e piangerai il tuo male, sarai salvo»
. Si voltò allora verso la parete, e dal suo letto innalzò al cielo gli occhi della mente, perché lo spessore delle pareti non gli impediva di dire elevando il cuore con la preghiera: «Signore, ricordati di me! Perché io guarisca basta che tu ti ricordi di me; sei tu, non soggetto al tempo, che misuri la nostra vita. Questa infatti non dipende dal momento della nostra nascita, né come scioccamente si dice dalla congiunzione degli astri, ma da te, che poni la misura alla vita e al tempo in cui essa deve svolgersi»
. Per Ezechia, ormai senza speranza, secondo le parole del profeta che gli aveva annunziata la sentenza, il tempo della vita si allungò di quindici anni, e il sole continuando il suo cammino lo fece a ritroso
. Fu un segno. Il sole fece una retrocessione per Ezechia, e invece si eclissò per il Cristo ; in entrambi i fenomeni di retrocessione e di eclissi, diede un segno, benché di diverso significato nei riguardi di Ezechia e di Gesù: per Ezechia fu segno della sentenza divina revocata, per Gesù fu forse segno della remissione avvenuta dei peccati. Convertiti dunque e piangi i tuoi peccati , chiudi la porta e prega di ottenere la remissione dei peccati , e di evitare le fiamme che bruciano; poiché la confessione ha il potere di spegnere il fuoco stesso, così come ha la forza di ammansire i leoni

16. Anania nella fornace confessa i peccati del popolo
Se hai ancora difficoltà a credere, richiama alla tua mente il fatto di Anania e dei suoi compagni. Da quali sorgenti fecero sgorgare l’acqua o quanti sestari d’acqua avevano in serbo per spegnere il fuoco che si elevava fino a quarantanove cubiti? Eppure man mano che la fiamma si propagava sovveniva la fede riversandosi come antincendio benefico. Tutti confessarono il peccato dicendo: «Tu sei giusto, Signore, in tutto ciò che hai fatto; sì, abbiamo peccato e commesso il male» 67 , e la loro confessione dissipò le fiamme. Se non credi che la penitenza possa spegnere il fuoco della geenna, ascolta questo insegnamento che viene dal fatto di Anania. Qualcuno di voi, ascoltatori particolarmente attenti, potrebbe obiettarmi che in quel caso fu piuttosto la loro giustizia a meritare la loro liberazione, in quanto essi non si erano piegati all’idolatria e perciò Dio comunicò loro il suo potere. Siccome non possiamo escludere sia stato così, ricorro a un altro esempio di conversione.

17. Esempio di Nabucodonosor
Che ne dici del passo biblico testé udito circa Nabucodonosor, sanguinario e crudele, fornito di libero arbitrio ma di istinti feroci come d’un leone? Hai sentito come esumò dalle tombe e mise in mostra le ossa dei re , come tenne in schiavitù il popolo? Cavò gli occhi al re dopo avergli fatto vedere sgozzati i suoi figli ! Non hai udito come mandò in frantumi non solo i cherubini – le sculture , dico, non certo i puri spiriti: lungi da te, o uomo, tale pensiero –, ma anche il propiziatorio parlando dal quale Dio faceva sentire la sua voce? come calpestò il velo di santità, arraffò il turibolo per destinarlo al tempio degli idoli , profanò tutte le offerte, diede alle fiamme e rase al suolo il tempio? Quali pene non meritava per i suoi regicidi e per i suoi incendi, per aver ridotto il popolo in schiavitù e aver fatto adoperare i sacri vasi nei templi degli idoli? Non era degno di mille morti?
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08/09/2014 20:17
 
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18. Esempio di Nabucodonosor (continuazione)
Hai visto di quale gravità furono i suoi crimini, ora passa a considerare di quale misericordia fu Iddio con lui. Aveva preso le forme di una bestia feroce e viveva nel deserto, questa la punizione che Dio gli aveva data per salvarlo: le unghie gli erano cresciute come quelle d’un leone, perché era stato predatore di cose sante; i suoi peli erano diventati come crini di leone, perché aveva aggredito urlando con ruggiti leonini; si era nutrito del fieno che mangiano i buoi, perché comportandosi come un bruto senza ragione non aveva riconosciuto chi gli aveva dato il regno; aveva esposto il suo corpo al bagno della rugiada, perché non aveva creduto alla profezia del fuoco spento dalla rugiada. Ma che cosa avvenne dopo? Lo dice egli stesso: «In seguito, io Nabucodonosor alzai gli occhi al cielo e benedissi l’Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno»
. Appena quindi riconobbe l’Altissimo e innalzò parole di ringraziamento a Dio, appena si pentì dei suoi misfatti e si rese conto della sua miseria, subito il Signore lo restituì nel regno.

19. Pietro come Nabucodonosor
Che conclusione trarre? Se Dio concesse il perdono e il regno a Nabucodonosor, peccatore pentito, non darà il perdono dei peccati e il regno dei cieli a te, convertito a una vita degna? Misericordioso è il Signore, pronto nel perdonare e tardo nel punire! Nessuno quindi disperi di salvarsi
. Pietro, corifeo e principe degli apostoli, tre volte rinnegò il Signore a causa di una servetta, ma se ne pentì e pianse amaramente
. Esprimendo con quelle lacrime il pentimento del cuore, per esse quindi non solamente ricevette il perdono della rinnegazione, ma ottenne pure e mantenne la dignità apostolica.
20. A tutti è dato di conseguire il Regno
Ecco quanti esempi avete, fratelli, di peccatori che con la penitenza hanno ottenuto salvezza. Fatevi coraggio anche voi, e confessate al Signore i vostri trascorsi per riceverne il perdono e per conseguire così, fatti degni del dono celeste, l’eredità del regno celeste: assieme a tutti i santi, in Gesù Cristo cui appartiene la gloria per i secoli dei secoli. Amen.
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08/09/2014 20:18
 
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TERZA CATECHESI BATTESIMALE. IL BATTESIMO
Terza catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme sul battesimo dopo la lettura dell’Epistola ai Romani: «Non sapete che quanti siamo battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo stati infatti sepolti con lui per il battesimo della morte, ecc.» 2 .
1. Gioia all’approssimarsi del battesimo
«Cantate, o cieli, ed esulta o terra» per quanti apprestandosi ad essere aspersi con l’issopo sono prossimi alla purificazione mediante questa mistica pianta , per la potenza di colui che nella sua passione fu abbeverato con l’issopo per mezzo d’una canna ! Si allietino le potenze celesti, e stiano pronte le anime prossime all’unione con il mistico Sposo secondo sta scritto: «Una voce grida nel deserto: aprite la via al Signore»
. Non si tratta infatti di un evento di poco conto, come quello di una consueta unione fisica cui spinge il desiderio naturale, ma di una mistica unione cui chiama la fede secondo lo Spirito che tutto scruta
. Poiché i connubi e le convenzioni del mondo non si stringono con sì retto discernimento: lo sposo terreno cede facilmente al fascino della ricchezza o dell’avvenenza, ma il Cristo non bada alla bellezza del corpo, bensì all’irreprensibilità dell’umana coscienza, non cede alle dannate ricchezze ma alle dovizie dell’anima pia.

Prepararsi all’incontro con lo Sposo
Ascoltate dunque, o figli della giustizia, l’invito di Giovanni che disse: «Raddrizzate le vie del Signore» , rimuovendo ogni ostacolo o inciampo, perché possiate andare diritti alla mèta della vita eterna. Con fede sincera disponetevi a purificare il vaso dell’anima per farne un ricettacolo dello Spirito Santo. Cominciate a purificare con la penitenza i vostri abiti, per essere trovati mondi quando sarete invitati al talamo nuziale
. Di fatto lo Sposo chiama tutti senza distinzione, perché non è gretto nel dare la grazia, e i suoi araldi a gran voce invitano tutti al raduno: sarà poi lui a giudicare chi è da ammettere alle mistiche nozze
. Non avvenga che qualcuno degli iscritti dopo aver dato il nome abbia a sentirsi dire: «Amico, come sei entrato qui senza l’abito nuziale?»
. Possiate invece tutti ascoltare quelle parole: «Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; entra per prendere parte alla gioia del tuo padrone»
. Finora infatti sei rimasto fuori della porta! Ma voglia il cielo che tutti possiate dire: «Il re mi ha introdotto nella sua stanza l’anima mia esulti nel Signore, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza e avvolto con il manto della gioia: come sposo cui abbia cinto il diadema, come sposa che egli abbia ornata di gioielli» 15 . Nessuno di voi sia trovato con l’anima macchiata da colpa, con qualche ruga o cosa del genere
: non dico prima di ricevere la grazia – sarebbe infatti impossibile, dal momento che siete stati chiamati proprio perché vi siano rimessi i peccati –; intendo dire che tutti siate trovati con irreprensibile coscienza di subito cooperare alla grazia che viene elargita

3 Evento di somma importanza e grandezza
Evento di somma importanza, fratelli! Accostatevi ad esso, vi supplico, con tutta la tensione dell’anima: ciascuno di voi sta per presentarsi dinanzi al Signore alla presenza di miriadi di angeli; sulle vostre anime sta per imprimere il suo sigillo lo Spirito Santo ; state per arruolarvi nella milizia del grande Re
. Preparatevi, dunque, predisponetevi a vestire gli abiti più splendidi, non quelli del vostro corredo materiale, ma quelli che fanno irreprensibile il vostro io interiore 20 .
L’acqua non va considerata quale semplice elemento per un comune bagno, ma come veicolo della grazia che per essa elargisce lo Spirito. Come infatti per l’invocazione degli idoli le offerte dell’altare da pure che erano per natura diventano impure 21 , analogamente ma in senso inverso per l’invocazione dello Spirito Santo, del Cristo e del Padre, la pura e semplice acqua acquista forza santificante .

4. Duplice purificazione
La purificazione è duplice in quanto l’uomo è composto di due elementi, di anima e di corpo. Vi è dunque una purificazione che non riguarda il corpo ma la natura incorporea, e un’altra corporale che riguarda la corporalità: l’acqua purifica il corpo, e lo Spirito sigilla l’anima. Potremo accostarci a Dio col corpo reso mondo dall’acqua pura e col cuore irrorato dallo Spirito
. Al momento però di discendere per il battesimo, non badare tanto all’umile elemento dell’acqua quanto alla forza salvifica dello Spirito Santo: ma non otterrai pienamente la salvezza escludendo l’una e prescindendo dall’altro. Non sono io ad affermarlo, ma lo disse il Signore nostro Gesù Cristo, e con tutta l’autorità in merito, quando di fatto affermò: «Non può entrare nel regno di Dio chi non rinascerà dall’alto», e aggiunse: «per acqua e Spirito Santo»
. Chi cioè sarà battezzato nell’acqua ma non ne sarà ritenuto degno dallo Spirito
Santo non avrà la grazia in pienezza. Sicché chi avesse operato secondo virtù ma non ricevuto il sigillo dell’acqua, non entrerebbe nel regno dei cieli: affermazione audace, ma l’ha fatta Gesù non io
! Argomenta, ti prego, a partire da quanto ricavi dalla Sacra Scrittura. Cornelio, uomo giusto riputato degno d’una visione di angeli, innalzava al cielo preghiere ed elemosine come colonna splendida che giungeva fino a Dio; ma quando venne Pietro fu effuso sui credenti lo Spirito Santo, per cui essi parlarono altre lingue e profetarono 26 ; e come dice la Scrittura, dopo che avevano già ricevuta la grazia dello Spirito, «per ordine di Pietro essi furono battezzati nel nome di Gesù Cristo»
: perché alla rigenerazione dell’anima mediante la fede partecipasse anche il corpo mediante l’acqua canale di grazia.

5. Perché Dio fece dell’acqua il canale della grazia
Chi vuol sapere perché Dio volle elargirci la grazia mediante l’acqua e non per mezzo di un altro elemento, ne potrà trovare il movente pigliando in mano la Scrittura 28 . Essa presenta l’acqua come momento di fondamentale importanza, il migliore dei quattro che costituiscono il mondo
. Se i cieli, dimora degli angeli, sono formati dalle acque, anche la terra, dimora degli uomini, proviene dalle acque che Dio creò prima di fare tutte le altre creature dei sei giorni, quando «lo Spirito di Dio aleggiò sulle acque»
. Se l’acqua fu al principio del mondo, il Giordano fu al principio dell’èra evangelica
. Come la liberazione d’Israele dalla schiavitù del faraone avvenne per la via del mare, così la liberazione del mondo dalla schiavitù del peccato ci fu data mediante il bagno nell’acqua e la parola del Signore
. Dovunque, con chiunque si stipuli un patto, troviamo l’acqua: l’alleanza con Noè fu fatta dopo il diluvio 33 , quella israelitica iniziata sul monte Sinai fu sancita con acqua, lana scarlatta e issopo
. Non mancò il segno dell’acqua quando Elia fu assunto: prima di percorrere il cielo su un cocchio trainato da cavalli passò infatti il Giordano
. Il sommo sacerdote prima di bruciare l’incenso si lava, perché Aronne prima di assumere il sacerdozio si lavò 36 : nessuno infatti potrebbe intercedere per gli altri senza essersi prima purificato; per questo nel recinto del tabernacolo misero un bacile, figura di quello battesimale

. 6. Il battesimo di Giovanni preludio di quello cristiano
Il battesimo fu il punto d’arrivo dell’Antico Testamento e diede inizio al Nuovo. Vero e proprio pioniere ne fu Giovanni, che chiudendo la serie dei profeti fu più grande di tutti gli altri «nati da donna» esistiti prima di lui 38 . «Perché tutti i profeti e la Legge predissero fino a Giovanni» , ma egli segnò l’inizio dell’èra evangelica. La Scrittura infatti, dopo aver detto: «Principio dell’evangelo di Gesù Cristo» , aggiunge subito: «Apparve e prese a battezzare nel deserto Giovanni»
. Potresti invero contrapporgli il tesbita Elia assunto in cielo , ma questi non fu superiore a Giovanni; anche Enoc fu come lui trasportato, ma non fu superiore a Giovanni
. Mosè fu il sommo legislatore e i profeti sono tutti degni di ogni ammirazione, ma non furono più grandi di Giovanni
. Non sono io a fare questo ardito confronto tra profeta e profeta, ma l’ha fatto espressamente il Signore Gesù che ha su di loro e su di noi la signoria: «Tra tutti i nati da donna non è sorto uno più grande di Giovanni!»
. Non disse «tra nati da vergine», ma «tra i nati da donna», perché non è possibile alcun confronto di grandezza e di grazia tra il grande Servo e i suoi conservi, e il Figlio non si misurò con i suoi servi! Non vedi di quale grandezza Dio volle fosse l’uomo che si scelse per dare inizio alla grazia? Visse in povertà e amò la solitudine, senza avere in odio il consorzio umano; si nutrì di locuste per fornire ali allo spirito, e si saziò di miele per annunziare un messaggio più dolce e utile del miele 46 ; indossando un indumento di peli di cammello, incarnò in sé l’ideale ascetico, fin dal seno della madre vestito dallo Spirito Santo
. Anche Geremia era stato così santificato, ma non profetò dal seno materno
. Solo Giovanni «esultò di gioia» nel grembo della madre, per lo Spirito riconoscendo il Signore che non vedeva con gli occhi della carne
. La grande grazia del battesimo doveva avere inizio con questo grande personaggio.

7. Deporre gli abiti dell’uomo vecchio
Da Giovanni che battezzava nel Giordano corse tutta Gerusalemme per godere della primizia del battesimo . La nostra città fu sempre oggetto di ogni privilegio, ma sappiate o cittadini di Gerusalemme in che modo ricevettero il battesimo quelli che a lui accorrevano
. La Scrittura lo dice: «confessavano i loro peccati» 52 . Prima essi mostravano le loro ferite, e poi egli somministrava il farmaco che dava ai credenti la liberazione dal fuoco eterno
. Il battesimo di Giovanni di fatto liberava dalla minaccia del fuoco. Se vuoi avere la prova del fatto che il battesimo di Giovanni otteneva la liberazione dal fuoco, ascolta le sue parole: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a salvarvi dall’ira che sta per venire?» . Dunque, non essere più vipera! Se finora ti sei diportato come progenie di vipere, deponi ora l’abito che ti ha intessuto la vita peccaminosa di prima, come fa .qualsiasi serpente che depone la vecchia pelle comprimendosi nel passare attraverso un’angusta strettoia, che lo affligge ma ne ringiovanisce il corpo . Anche tu, secondo sta scritto, entra per la porta stretta e angusta , affliggiti col digiuno , fatti violenza per poter eliminare tutto quello che porta alla perdizione. Deponi gli abiti e i comportamenti dell’uomo vecchio , dicendo con il Cantico dei Cantici: «Ho deposto la mia tunica, perché indossarla ancora?»
. Se poi tra di voi ci fosse qualche simulatore che, non credente nel cuore, fingesse di essere pio per piacere agli uomini, o qualcuno che, accostatosi con l’ipocrisia di Simon Mago, intendesse non partecipare alla grazia ma solo curiosare su quanto qui viene impartito, ascolti le parole di Giovanni: «Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non porta buoni frutti sta per essere tagliato e buttato nel fuoco»
. Il giudice è inesorabile, lungi da te l’ipocrisia!
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08/09/2014 20:18
 
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8. Primo segno di conversione la condivisione dei beni
Cosa fare, dunque? Quali i frutti della conversione? Quelli che insegnò lui, degno di fede perché fece per primo quel che insegnò, né mai dovette arrossire per aver detto: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha»
. La sua coscienza invero non gli impedì di aggiungere: «E chi ha di che nutrirsi faccia altrettanto» 62 . Vorresti goderti la grazia che elargisce lo Spirito Santo credendo di poter rifiutare ai poveri il cibo materiale, cercare di avere per te grandi beni senza condividere quelli di poco conto! Spera di salvarti anche dopo essere stato un pubblicano e un impudico, poiché sta scritto: «I pubblicani e le meretrici andranno innanzi a voi nel regno dei cieli»
. Lo conferma anche Paolo dicendo: «I fornicatori, gli idolatri, ecc., non avranno in eredità il regno di Dio, e tali eravate alcuni di voi; eravate tali, ora però siete stati lavati e santificati»
. Non disse «siete», ma «eravate», per indicare che ottiene remissione chi ha commesso il peccato senza averne presa coscienza, ma sarà condannato chi si ostina nel male.

9. Il battesimo cristiano nello Spirito e nel fuoco
Con giusto motivo di vanto ti appresti al battesimo, perché non di altro ti glorii che del Figlio Unigenito del Padre. Perché infatti continuare a parlare di quello amministrato da un uomo? Grande personaggio Giovanni , ma chi era rispetto al Signore? Una voce squillante, ma cos’è la voce di fronte alla Parola? Meraviglioso l’araldo, ma che cosa fu rispetto al suo Re? Persona degna chi battezzò nell’acqua, ma rispetto a Chi avrebbe battezzato nello Spirito Santo e nel fuoco quale la sua dignità? Fu il Salvatore a battezzare nello Spirito Santo e nel fuoco gli apostoli, quando: «all’improvviso dal cielo venne come un vento che si abbatté gagliardo, un rombo riempì tutta la casa dove si trovavano, e apparvero loro lingue di fuoco che si divisero posandosi su ciascuno di loro e riempiendoli tutti di Spirito Santo»
.
10. Il battesimo di sangue
Chi non riceve il battesimo non si salva. Soltanto i martiri raggiungono il Regno senza il battesimo di acqua, perché quando sulla croce il Salvatore redense il mondo, trafitto nel costato, fece uscire con l’acqua anche del sangue
. Volle infatti che fossimo battezzati in tempi di pace nell’acqua e in tempi di persecuzione nel proprio sangue
Di martirio intese parlare il Salvatore usando il termine battesimo in quell’espressione: «Potete bere il calice che debbo bere io, ricevere il battesimo col quale debbo io essere battezzato?»
. Sì, anche i martiri, rendendosi oggetto di ammirazione davanti agli angeli e agli uomini 71 , non fanno che professare la fede come fra poco la professerai tu
. Ma non è venuto ancora il tempo di parlartene.

11. Il battesimo istituito da Gesù
Quando Gesù fu battezzato santificò il lavacro. Quale empio oserà disprezzare questo lavacro, se si fece battezzare il Figlio di Dio?
. Non fu però battezzato perché gli fossero rimesse delle colpe. Era senza macchia; ma benché senza peccato, si fece battezzare per infondere grazia e dignità divina a quanti ora ricevono il battesimo. Infatti, come Gesù col suo avvento è divenuto in tutto partecipe del sangue e della carne che abbiamo in comune noi suoi figli, perché accomunati nella carne fossimo accomunati anche nella grazia divina, così si fece battezzare anche lui perché partecipando al medesimo evento fossimo associati a lui e ne ricevessimo dignità e salvezza 74 . Poiché secondo Giobbe il drago delle acque aveva inghiottito il Giordano 75 , Gesù doveva discendere nelle acque per frantumarne le teste 76 e incatenare il forte 77 e per ottenere anche a noi il potere di calpestare serpenti e draghi
. Non era un animale innocuo, ma una belva terribile! Non c’era naviglio da pesca che resistesse alla pelle coriacea e spessa della sua coda; chiunque l’affrontava incorreva nella rovina, e in essa coinvolgeva quanti incontrava nel cammino
. Ma la vita, intervenuta contro la morte, infine ne frenò l’impeto d’assalto, sicché possiamo dire: «O morte, dov’è la tua vittoria? O inferno, dov’è il tuo pungiglione?»
. Mediante il battesimo, infatti, il pungiglione della morte è stato annientato.

12. Il battesimo come morte e risurrezione in Cristo
Scendi nell’acqua carico di peccati, ma l’invocazione della grazia porrà sulla tua anima un sigillo che non ti farà inghiottire da quel drago tremendo. Disceso in stato di morte perché peccatore, risalirai vivificato nella giustizia 81 ; perché, piantato all’albero della morte con il Salvatore, sarai ritenuto degno di risorgere con lui 82 .
Come infatti Gesù, caricatesi le spalle dei peccati di tutto il mondo, morì per uccidere la morte e farti risorgere nella giustizia, così anche tu, disceso nell’acqua e in un certo modo sepolto nell’acqua come dentro la roccia, risorgerai per camminare in novità di vita.

13. Il battesimo inizia alla testimonianza
Fatto poi degno della grazia, allora ti sarà anche dato di poter combattere le potenze avverse. Come infatti dopo il suo battesimo Cristo fu tentato per quaranta giorni – anche prima non era incapace di vincere la tentazione, ma volle seguire un suo disegno preordinato –, così tu che non avevi l’animo di batterti contro le forze avverse, una volta ricevuta la grazia, dovrai lottare con piena fiducia nelle armi della giustizia 83 e, volendo, annunziare il Vangelo.

14. Il battesimo dono dello Spirito di Gesù
Gesù era il Figlio di Dio, eppure prima del battesimo non annunziò il Vangelo! Perciò, se anche il Signore seguì la successione preordinata dei tempi, noi suoi servi dovremo forse presumere di infrangerla? Gesù cominciò a predicare solo dopo che su di lui discese in forma sensibile di colomba lo Spirito Santo 84 . Gesù lo conosceva già, ben prima che scendesse in forma sensibile; non scese perché doveva vederlo lui, ma perché lo vedesse Giovanni Battista. Sta scritto infatti: «Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere lo Spirito Santo è colui che battezza in Spirito Santo» . Ebbene, se la tua pietà non è ipocrita, anche per te scenderà lo Spirito Santo e dall’alto risuonerà la voce del Padre. Non dirà: «Questi è il mio Figlio» , ma: «Questi ora è diventato mio figlio» . Soltanto di lui fu detto è, secondo sta scritto: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio»
. Di lui è detto è perché è da sempre Figlio di Dio; di te invece sarà detto: ora è diventato, perché non hai ma riceverai per adozione la figliolanza di Dio. Egli è dall’eternità, tu hai la grazia che ricevi via via.
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08/09/2014 20:19
 
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15. Il battesimo dono dello Spirito di Gesù
Per diventare dunque figlio di Dio, erede del Padre e coerede di Cristo , prepara il ricettacolo dell’anima tua. Ti preparerai degnamente progredendo dal semplice atto di fede al pieno convincimento, se ti sarai veramente deciso a deporre l’uomo vecchio . Allora ti saranno rimessi i peccati, tutti, anche quelli di fornicazione e di adulterio, trasgressioni di altro genere ma di tale gravità. Quale delitto più grave di quello di crocifiggere il Cristo? Ebbene, l’acqua del battesimo cancellò anche questo . Di fatto così disse Pietro ai tremila che avevano crocifisso il Signore ed erano accorsi da lui domandando: «Che faremo noi, o fratelli?» . Aveva infatti rinfacciato ad essi: «Avete ucciso l’Autore della vita» . Ed essi volevano dirgli: Pietro, ci hai rinfacciato il nostro peccato come male di estrema gravità; non ci sarà rimedio per sì grave ferita, un mezzo per mondarci da tale macchia, un modo di salvarci da tale disastro? Rispose: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello .Spirito Santo».
O ineffabile misericordia di Dio! Non speravano di salvarsi, e furono fatti degni di ricevere lo Spirito Santo. Hai notato quale potere abbia il battesimo? Ciò vale anche per voi: chi avesse con parole blasfeme crocifisso il Cristo, chi lo avesse con insipienza rinnegato davanti agli uomini, chi con il suo perverso agire ne avesse fatto bestemmiare la dottrina, se si converte può ben sperare, troverà infatti disponibile ancora la medesima grazia.

16. Fiduciosi e irreprensibili all’appello dello Sposo
«Abbi fiducia, Gerusalemme, il Signore eliminerà le tue iniquità
. Il Signore laverà le vostre brutture e quelle delle sue figlie con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio
; spargerà su di voi acqua pura, e sarete purificati da ogni vostro peccato»
. Già gli angeli vi fanno corona esultanti e presto canteranno: «Chi è costei che ascende immacolata, appoggiata al suo diletto?»
. Costei, infatti, è l’anima già schiava e ora libera di chiamare fratello adottivo il suo Signore, che accogliendone il proposito sincero le dice: «Ecco, ora sei bella, quanto bella! I tuoi denti hanno il fascino di greggi di pecore tosate»
. Così egli esclama alludendo ai frutti di una confessione fatta con buona coscienza, e aggiunge: «Tutte procedono appaiate»
, perché hanno una duplice grazia: dell’acqua e dello Spirito, dell’Antico e del Nuovo Testamento che annunziano. Voglia il cielo che tutti, portato a termine il digiuno
, manteniate vivo il ricordo di queste parole e ne traiate frutto traducendole in opere sante per presentarvi irreprensibili al mistico Sposo e ottenere il perdono dei peccati dal Padre, cui assieme al Figlio e allo Spirito Santo sia gloria per tutti i secoli. Amen.
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11/09/2014 12:36
 
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QUARTA CATECHESI BATTESIMALE.
DIECI O UNDICI ARTICOLI DI FEDE

Quarta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme sui dieci articoli di fede, dopo la lettura dell’Epistola ai Colossesi: «Badate a non farvi sedurre da alcuno con la filosofia e le vane fallacie che gli uomini trasmettono secondo gli elementi del mondo, ecc.» .

1.Necessario il discernimento spirituale
Il vizio contraffà la virtù come la zizzania si sforza di passare per frumento. Questa si presenta simile al grano, ma chiunque l’assapori con discernimento ne smaschera la natura. Anche il diavolo sa spacciarsi per angelo di luce , non per ritornare donde precipitò – è infatti uno spirito inflessibile come l’incudine e la sua volontà determinatasi una volta per sempre è inaccessibile alla conversione –, ma per coinvolgere nel buio della cecità e nella peste dell’incredulità quanti conducono una vita da angeli. Molti sono i lupi che si aggirano in veste di agnelli , ma di agnelli hanno la pelle, non le unghia e i denti: si coprono col vello della mansuetudine, con esso traendo in inganno i semplici; ma con i loro denti iniettano il veleno esiziale dell’empietà. È quindi necessario che con la grazia di Dio stiamo con la mente vigile e con gli occhi aperti per nutrirci di 1 frumento e non di zizzania, per non cadere vittime della mancanza di discernimento che ci fa prendere il lupo per agnello diventando sua preda; ci fa cioè scambiare per angelo operatore di bene il diavolo artefice di rovina, col rischio di essere da lui divorati. Lo dice infatti la Scrittura: «Si aggira come leone ruggente cercando di divorare» . Perciò la Chiesa vi mette in guardia, e a questo tendono sia le presenti istruzioni che le sacre letture.

2. Dottrina di fede e ortoprassi, insidie pagane ed ereticali
Il modo di onorare Dio consta di questi due momenti: istruirsi circa la santa fede, conseguentemente comportarsi bene. La dottrina senza la buona condotta non è accetta a Dio, e la condotta non ispirata alla santa dottrina dispiace al Signore. Che cosa infatti gioverebbe conoscere bene la dottrina su Dio e precipitare nella turpitudine della fornicazione, ovvero quale utilità trarrebbe chi custodisse la santa castità e cadesse nell’empietà della bestemmia? L’apprendimento della dottrina invero è acquisto preziosissimo cui bisogna tendere con animo vigile, perché molti imbonitori la deturpano con filosofie e fantasie devianti
. Mentre i greci seducono con il fascino delle parole – «dalle labbra di una meretrice stilla infatti il miele» –, quelli della circoncisione traggono in errore chiunque ad essi ricorre con le Sacre Scritture stortamente interpretate : le studiano dall’età puerile a quella senile 10 , ma non ne conoscono il senso neanche da vecchi
. D’altra parte i figli degli eretici corrompono i cuori dei semplici con le lusinghe dei loro ragionamenti e con il fascino dei loro discorsi 12 , nascondendo il veleno delle loro empie dottrine sotto il miele del nome di Cristo. Ad essi tutti si riferiva il Signore, dicendo: «Badate che nessuno vi inganni» ; e a tale scopo mirano la dottrina della fede e ogni esegesi che se ne faccia. A questo punto però, prima di esporvi la dottrina della fede nei singoli articoli, mi sembra opportuno farne un prospetto sommario, perché non sfugga alla memoria dei più semplici di voi l’insieme dei temi che andremo svolgendo ogni giorno nel lungo spazio del tempo quaresimale. Lo farò riassumendoli tutti e disseminandoli come fa coi semi il seminatore, perché li teniamo presenti nello svolgimento più ampio che seguirà, come fanno gli agricoltori. Quanti tra di voi fossero già iniziati alla conoscenza dei primi rudimenti e con l’esercizio delle facoltà di apprendimento fossero pervenuti alla piena conoscenza e al perfetto discernimento tra bene e male, abbiano la pazienza 14 di ascoltare quanto per essi è elementare o introduttorio, destinato ai lattanti 15 , perché ne possano trarre giovamento tutti: quelli che hanno bisogno della prima catechesi, e quelli che raggiunta la piena conoscenza debbono rinfrescare la memoria delle dottrine già acquisite. I. Su Dio

3. Un solo Dio e Padre
A fondamento di tutte le istruzioni che debbono far luce all’anima, anzitutto ritenete quella che riguarda Dio. Noi insegniamo che vi è un solo Dio, non creato e senza principio, senza cambiamento né mutazione, che non avendo origine da altri non darà ad altri in successione la sua vita divina: non avendo un inizio nel tempo non avrà neppure una fine. Lo proclamiamo buono e giusto, non diciamo che vi è un Dio buono e un altro giusto; quando lo senti dire da qualche eretico, sta’ all’erta e sappi discernere il veleno dell’eresia, perché alcuni hanno avuto questa blasfema temerarietà di dividere l’unico Dio e altri hanno avuto per giunta l’empia dissennatezza di distinguere un creatore e signore delle anime e un altro che lo sarebbe dei corpi . Ma come potrebbe un solo uomo essere servo di due padroni? Non leggiamo nel Vangelo che il Signore disse: «Nessuno può servire a due padroni» 17 ? Dunque, vi è un solo Dio creatore dell’anima e del corpo, creatore unico del cielo e della terra, degli angeli e degli arcangeli. L’Eterno che ha dato origine a creature molteplici ha un solo e unico Figlio, lui solo, l’Unigenito Gesù Cristo nostro Signore per mezzo del quale tutto ha creato, le cose visibili e invisibili .

4. La perfezione trascendente del Creatore
Questo padre del nostro Signore Gesù Cristo non è circoscritto in un luogo e supera comunque la vastità dei cieli, perché i cieli sono opera delle sue mani e tutta la terra sta nel suo pugno: è nell’universo e al di fuori dell’universo . Non credere che lo splendore del sole sia superiore o uguale allo splendore di Colui che ha formato il sole e quindi non può assolutamente essere che molto e di gran lunga più grande e luminoso di esso. Ancor prima che gli esseri esistessero Dio li vedeva come già creati dalla sua potenza che supera ogni altra, poiché egli è onnisciente e onnipotente, non soggetto alla successione degli eventi e delle nascite, alla fortuna o al destino. È perfetto in tutto e per tutto, e possiede tutte le specie di virtù senza diminuzione e senza accrescimento. Sempre identico a se stesso e immutabile nel suo essere, prepara supplizi per i malvagi e corone per i giusti.

5. Crediamo in un solo Dio, non in più dèi
Per vie diverse molti si sono allontanati dalla fede in un solo Dio: alcuni divinizzarono il sole, come se per essi al tramonto del sole e per tutta la notte Dio non esistesse; altri divinizzarono la luna, e così per essi di giorno non ci sarebbe Dio; altri divinizzarono altri fattori terreni, come le arti, i cibi e i piaceri – certi donnaioli hanno eretto una statua a una donna che rappresentano nuda e chiamano col nome di Afrodite, idolatrando in questa forma sensibile la loro passione –; altri, colpiti dallo splendore dell’oro, ne hanno fatto una divinità, e così hanno divinizzato altre cose materiali. Ma se uno custodisce gelosamente nel cuore la dottrina della divina monarchia , facendone il fondamento della propria fede, riduce al niente la seduzione sia della perversa idolatria che di ogni errore ereticale. Fondato dunque nella fede, prima di tutto consolida nella tua mente questo articolo del credo alla base della tua pietà. II. Sul Cristo

6. Il Figlio «in tutto simile» al Padre
Credi anche in un unico e solo Figlio di Dio, cioè nel Signore nostro Gesù Cristo, Dio generato da Dio come vita da vita, luce da luce, generato in tutto simile al Genitore . Non ricevendo l’essere nel tempo ma generato dal Padre prima di tutti i secoli, egli è dall’eternità e in modo incomprensibile l’enipostasi della divina sapienza, potenza e giustizia che siede alla destra del Padre da prima di tutti i secoli. Il trono su cui siede alla destra del Padre non lo ricevette – come dicono alcu-ni – dal Padre che in seguito alla passione e in premio della pazienza lo incoronò , ma esprime la dignità regale che ha dall’eternità, da quando fu generato, perché – l’abbiamo detto – essendo la sapienza e potenza del Padre, con il Padre regna e per iniziativa del Padre crea ogni cosa . Nulla gli manca della dignità divina, dal momento che conosce il Genitore come è da lui conosciuto
. Lo possiamo riscontrare in breve sintesi nel Vangelo, dove sta scritto: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio» .
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11/09/2014 12:37
 
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QUARTA CATECHESI BATTESIMALE.
DIECI O UNDICI ARTICOLI DI FEDE

Quarta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme sui dieci articoli di fede, dopo la lettura dell’Epistola ai Colossesi: «Badate a non farvi sedurre da alcuno con la filosofia e le vane fallacie che gli uomini trasmettono secondo gli elementi del mondo, ecc.» .

1.Necessario il discernimento spirituale
Il vizio contraffà la virtù come la zizzania si sforza di passare per frumento. Questa si presenta simile al grano, ma chiunque l’assapori con discernimento ne smaschera la natura. Anche il diavolo sa spacciarsi per angelo di luce , non per ritornare donde precipitò – è infatti uno spirito inflessibile come l’incudine e la sua volontà determinatasi una volta per sempre è inaccessibile alla conversione –, ma per coinvolgere nel buio della cecità e nella peste dell’incredulità quanti conducono una vita da angeli. Molti sono i lupi che si aggirano in veste di agnelli , ma di agnelli hanno la pelle, non le unghia e i denti: si coprono col vello della mansuetudine, con esso traendo in inganno i semplici; ma con i loro denti iniettano il veleno esiziale dell’empietà. È quindi necessario che con la grazia di Dio stiamo con la mente vigile e con gli occhi aperti per nutrirci di 1 frumento e non di zizzania, per non cadere vittime della mancanza di discernimento che ci fa prendere il lupo per agnello diventando sua preda; ci fa cioè scambiare per angelo operatore di bene il diavolo artefice di rovina, col rischio di essere da lui divorati. Lo dice infatti la Scrittura: «Si aggira come leone ruggente cercando di divorare» . Perciò la Chiesa vi mette in guardia, e a questo tendono sia le presenti istruzioni che le sacre letture.

2. Dottrina di fede e ortoprassi, insidie pagane ed ereticali
Il modo di onorare Dio consta di questi due momenti: istruirsi circa la santa fede, conseguentemente comportarsi bene. La dottrina senza la buona condotta non è accetta a Dio, e la condotta non ispirata alla santa dottrina dispiace al Signore. Che cosa infatti gioverebbe conoscere bene la dottrina su Dio e precipitare nella turpitudine della fornicazione, ovvero quale utilità trarrebbe chi custodisse la santa castità e cadesse nell’empietà della bestemmia? L’apprendimento della dottrina invero è acquisto preziosissimo cui bisogna tendere con animo vigile, perché molti imbonitori la deturpano con filosofie e fantasie devianti
. Mentre i greci seducono con il fascino delle parole – «dalle labbra di una meretrice stilla infatti il miele» –, quelli della circoncisione traggono in errore chiunque ad essi ricorre con le Sacre Scritture stortamente interpretate : le studiano dall’età puerile a quella senile 10 , ma non ne conoscono il senso neanche da vecchi
. D’altra parte i figli degli eretici corrompono i cuori dei semplici con le lusinghe dei loro ragionamenti e con il fascino dei loro discorsi 12 , nascondendo il veleno delle loro empie dottrine sotto il miele del nome di Cristo. Ad essi tutti si riferiva il Signore, dicendo: «Badate che nessuno vi inganni» ; e a tale scopo mirano la dottrina della fede e ogni esegesi che se ne faccia. A questo punto però, prima di esporvi la dottrina della fede nei singoli articoli, mi sembra opportuno farne un prospetto sommario, perché non sfugga alla memoria dei più semplici di voi l’insieme dei temi che andremo svolgendo ogni giorno nel lungo spazio del tempo quaresimale. Lo farò riassumendoli tutti e disseminandoli come fa coi semi il seminatore, perché li teniamo presenti nello svolgimento più ampio che seguirà, come fanno gli agricoltori. Quanti tra di voi fossero già iniziati alla conoscenza dei primi rudimenti e con l’esercizio delle facoltà di apprendimento fossero pervenuti alla piena conoscenza e al perfetto discernimento tra bene e male, abbiano la pazienza 14 di ascoltare quanto per essi è elementare o introduttorio, destinato ai lattanti 15 , perché ne possano trarre giovamento tutti: quelli che hanno bisogno della prima catechesi, e quelli che raggiunta la piena conoscenza debbono rinfrescare la memoria delle dottrine già acquisite. I. Su Dio

3. Un solo Dio e Padre
A fondamento di tutte le istruzioni che debbono far luce all’anima, anzitutto ritenete quella che riguarda Dio. Noi insegniamo che vi è un solo Dio, non creato e senza principio, senza cambiamento né mutazione, che non avendo origine da altri non darà ad altri in successione la sua vita divina: non avendo un inizio nel tempo non avrà neppure una fine. Lo proclamiamo buono e giusto, non diciamo che vi è un Dio buono e un altro giusto; quando lo senti dire da qualche eretico, sta’ all’erta e sappi discernere il veleno dell’eresia, perché alcuni hanno avuto questa blasfema temerarietà di dividere l’unico Dio e altri hanno avuto per giunta l’empia dissennatezza di distinguere un creatore e signore delle anime e un altro che lo sarebbe dei corpi . Ma come potrebbe un solo uomo essere servo di due padroni? Non leggiamo nel Vangelo che il Signore disse: «Nessuno può servire a due padroni» 17 ? Dunque, vi è un solo Dio creatore dell’anima e del corpo, creatore unico del cielo e della terra, degli angeli e degli arcangeli. L’Eterno che ha dato origine a creature molteplici ha un solo e unico Figlio, lui solo, l’Unigenito Gesù Cristo nostro Signore per mezzo del quale tutto ha creato, le cose visibili e invisibili .

4. La perfezione trascendente del Creatore
Questo padre del nostro Signore Gesù Cristo non è circoscritto in un luogo e supera comunque la vastità dei cieli, perché i cieli sono opera delle sue mani e tutta la terra sta nel suo pugno: è nell’universo e al di fuori dell’universo . Non credere che lo splendore del sole sia superiore o uguale allo splendore di Colui che ha formato il sole e quindi non può assolutamente essere che molto e di gran lunga più grande e luminoso di esso. Ancor prima che gli esseri esistessero Dio li vedeva come già creati dalla sua potenza che supera ogni altra, poiché egli è onnisciente e onnipotente, non soggetto alla successione degli eventi e delle nascite, alla fortuna o al destino. È perfetto in tutto e per tutto, e possiede tutte le specie di virtù senza diminuzione e senza accrescimento. Sempre identico a se stesso e immutabile nel suo essere, prepara supplizi per i malvagi e corone per i giusti.
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11/09/2014 12:38
 
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5. Crediamo in un solo Dio, non in più dèi
Per vie diverse molti si sono allontanati dalla fede in un solo Dio: alcuni divinizzarono il sole, come se per essi al tramonto del sole e per tutta la notte Dio non esistesse; altri divinizzarono la luna, e così per essi di giorno non ci sarebbe Dio; altri divinizzarono altri fattori terreni, come le arti, i cibi e i piaceri – certi donnaioli hanno eretto una statua a una donna che rappresentano nuda e chiamano col nome di Afrodite, idolatrando in questa forma sensibile la loro passione –; altri, colpiti dallo splendore dell’oro, ne hanno fatto una divinità, e così hanno divinizzato altre cose materiali. Ma se uno custodisce gelosamente nel cuore la dottrina della divina monarchia , facendone il fondamento della propria fede, riduce al niente la seduzione sia della perversa idolatria che di ogni errore ereticale. Fondato dunque nella fede, prima di tutto consolida nella tua mente questo articolo del credo alla base della tua pietà. II. Sul Cristo

6. Il Figlio «in tutto simile» al Padre
Credi anche in un unico e solo Figlio di Dio, cioè nel Signore nostro Gesù Cristo, Dio generato da Dio come vita da vita, luce da luce, generato in tutto simile al Genitore . Non ricevendo l’essere nel tempo ma generato dal Padre prima di tutti i secoli, egli è dall’eternità e in modo incomprensibile l’enipostasi della divina sapienza, potenza e giustizia che siede alla destra del Padre da prima di tutti i secoli. Il trono su cui siede alla destra del Padre non lo ricevette – come dicono alcu-ni – dal Padre che in seguito alla passione e in premio della pazienza lo incoronò , ma esprime la dignità regale che ha dall’eternità, da quando fu generato, perché – l’abbiamo detto – essendo la sapienza e potenza del Padre, con il Padre regna e per iniziativa del Padre crea ogni cosa . Nulla gli manca della dignità divina, dal momento che conosce il Genitore come è da lui conosciuto
. Lo possiamo riscontrare in breve sintesi nel Vangelo, dove sta scritto: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio» .

7. Una sola Parola rivela il mistero del Padre
Credendo il Figlio non estraneo al Padre, non confonderli entrambi facendone un solo Figlio-Padre , ma credi nel solo Unigenito di un solo Padre, nella Parola proferita dal Padre prima di tutti i secoli, pronunziata non come una parola che svanisce per l’aria né simile alle nostre parole non in sé sussistenti . Il Verbo infatti è il Figlio che dà l’essere agli esseri forniti di parola, Verbo in quanto ascoltando il Padre lo rivela. Ne parleremo più diffusamente, se Dio vuole, a suo tempo 29 ; ricordo che secondo il piano prefis-so ora non debbo fare che un’introduzione sommaria alla fede. III. La nascita verginale 8. Fu concepito nel seno della Vergine da Spirito Santo Credi che il Figlio Unigenito del Padre discese dal cielo sulla terra per i nostri peccati e assunse questa umanità passibile che abbiamo noi, generato dalla santa Vergine e dallo Spirito Santo. Non si fece uomo in apparenza, fu non un fantasma ma un vero uomo. Non passò per la Vergine come attraverso un tubo, ma prese da lei una vera carne e si nutrì del suo vero latte. Realmente mangiò come mangiamo noi, realmente bevve come beviamo anche noi 30 , perché se la sua incarnazione fosse stata una vana apparenza, sarebbe pure vana apparenza la nostra salvezza! Il Cristo fu tutt’e due le cose: visibile come uomo, invisibile in quanto Dio. Come uomo mangiò realmente al pari di noi, avendo assunto tutto quello che rende passibile la nostra carne: in quanto Dio sfamò cinquemila uomini con cinque pani ; come uomo veramente morì, in quanto Dio rianimò un morto quatriduano ; come uomo realmente dormì su una barca , in quanto Dio camminò sulle acque .
IV. La croce
9. Qui sul Golgota fu crocifisso per i nostri peccati
Egli fu veramente crocifisso per i nostri peccati. Sì, seppure ti ostini a negarlo testimonia questo luogo che è sotto i nostri occhi, questo santo Golgota dove ci siamo riuniti, perché qui fu crocifisso, da qui la sua croce ridotta in frammenti è partita per riempire di sé il mondo intero . Qui fu crocifisso perché noi fossimo liberati dei nostri peccati, non certo per i suoi ; qui dopo essere stato dagli uomini disprezzato e schiaffeggiato come un semplice uomo , fu riconosciuto dal creato come Dio, quando il sole vedendo il suo Signore vilipeso vacillò e non soffrendo più quella vista abbandonò il suo posto .

10. Da qui discese agli inferi
Come uomo fu veramente deposto in un sepolcro di pietra : per questo ogni roccia tremò e si spaccò . Discese agli inferi per liberare di là i giusti
. Dimmi: vuoi che non avesse infine ottenuto la liberazione per i figli di Adamo rimasti lì chiusi da tanto tempo, mentre tanti vivi godevano già della sua grazia e tra di essi moltissimi non erano santi? Vuoi che il re non sia disceso a liberare il profeta Isaia suo araldo che del Messia aveva chiaramente predetto tanti prodigi? Non doveva liberare, tra quanti lì si trovavano, Davide e Samuele, tutti i profeti e anche Giovanni che tramite i suoi messi gli aveva domandato se fosse lui quello che doveva venire o se ne dovesse aspettare un altro ? Vuoi che non sia disceso a liberare uomini siffatti?
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11/09/2014 12:38
 
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V. La risurrezione
11. Il terzo giorno risuscitò
Essendo disceso agli inferi, Gesù ne risalì; dopo essere stato sepolto, il terzo giorno risuscitò veramente. I giudei forse ti attaccheranno su questo punto, ma tu passa al contrattacco, interpellandoli a tua volta. Se Giona sepolto da tre giorni nel ventre del cetaceo ne uscì, non poté risuscitare il Cristo sepolto da tre giorni nel seno della terra 43 ? Se al contatto delle ossa di Eliseo un morto risuscitò , per la potenza del Padre non poté risorgere e ben più facilmente il Figlio creatore degli uomini? Sì, è risorto veramente, e dopo essere risorto è apparso ai discepoli . Dodici di essi, testimoni della sua risurrezione, ne diedero testimonianza non con parole seducenti ma con prove di fatto, persino con i tormenti e con la morte: lottarono per difendere la verità della risurrezione. E che? Non dice la Scrittura che «ogni questione è decisa dalla parola di due o tre testimoni» ? Ebbene, per la risurrezione di Cristo i testimoni sono dodici! Vuoi ancora fare resistenza dinanzi a questo articolo di fede?

12. Salì al cielo
Dopo aver percorso la via della sofferenza e avere riscattato dai loro peccati gli uomini, Gesù salì al cielo portato da una nube , scortato dagli angeli e contemplato dagli apostoli. Chi non crede a queste parole ceda almeno alla forza persuasiva dei luoghi che sta vedendo con i propri occhi. Tutti i re quando muoiono perdono con la luce della vita anche lo splendore del potere, invece il Cristo crocifisso è adorato dal mondo intero . Noi annunziamo il Crocifisso e i demoni tremano! Tanti furono crocifissi lungo i secoli, ma qual altro crocifisso è stato mai invocato e ha mai messo in fuga i demoni? 13. Gloriamoci della croce Non arrossire dunque della croce di Cristo. Tracciane il segno sulla fronte pubblicamente anche se altri lo nasconde, perché alla vista di questo segno regale i demoni tremino e fuggano lontano. Fatti il segno della croce quando mangi e quando bevi, da seduto o a letto, al momento di alzarti, mentre parli, mentre cammini, insomma qualunque cosa faccia
. Infatti Colui che qui fu crocifisso ora è lassù in cielo! Avremmo di che arrossire se, una volta crocifisso e posto nel sepolcro, vi fosse rimasto chiuso; ma egli dopo essere stato crocifisso qui sul Golgota, ascese al cielo: dal Monte degli Ulivi, da lì ad Oriente
. Così, dopo essere disceso agli inferi e risalito sulla nostra terra, ascese al cielo donde il Padre gli fece sentire la sua voce: «Siedi alla mia destra, finché avrò posto a scanno dei tuoi piedi i tuoi nemici»

VI. Sul futuro giudizio
14. Verrà a giudicare i vivi e i morti
Cristo Gesù, lo stesso che ascese al cielo, da lassù verrà di nuovo: non dalla terra! Dico non dalla terra, perché dalla terra allora verranno molti anticristi ; ma di fatto puoi aver constatato che molti da tempo hanno cominciato a dire: «Io sono il Cristo» , e che quindi già sta venendo «l’abominazione della desolazione» degli arroganti sedicenti Cristi. Quanto a te, mio caro, sta’ in attesa del vero Cristo, del Figlio Unigenito del Padre che giungerà non dalla terra ma dal cielo, che tutti vedranno venire più sfolgorante di una folgore e della luce più splendida, scortato da schiere di angeli, per giudicare i vivi e i morti e per regnare senza fine nell’eterna sua reggia del cielo. Credilo fermamente; di fatto molti vanno blaterando che il regno di Cristo avrà fine
.
VII. Lo Spirito Santo
15. Credo nello Spirito mai diviso
Credi anche nello Spirito Santo, e a lui da’ gloria come del pari l’attribuisci al Padre e al Figlio, secondo la tradizione: non secondo le contrarie dottrine blasfeme di certuni!
. Ecco invece che cosa tu devi ritenere. Lo Spirito Santo è uno e indiviso, di sì grande potenza che senza dividersi opera in molti in modi diversi; egli conosce i misteri e scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio .
Come discese in forma di colomba su Gesù Cristo nostro Signore dopo avere operato nella Legge e nei Profeti , così scenderà anche su di te al momento del battesimo, e ti imprimerà nell’anima il suo sigillo: tutti gli esseri ragionevoli hanno assoluto bisogno della sua azione santificatrice! Chi è così temerario da negarlo, bestemmiando contro di lui, non otterrà perdono né nella vita presente né in quella futura 59 . Noi gli attribuiamo infatti la gloria che tributano a Dio Troni, Dominazioni, Principati e Potestà 60 : poiché uno è Dio, il Padre del Cristo; uno è il Signore, Gesù Cristo unico Figlio del Padre, l’Unigenito ; uno è colui che tutti santifica e divinizza, lo Spirito Santo che ha parlato sia attraverso la Legge che attraverso i Profeti, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.

16. Il sigillo battesimale
Custodisci sempre al centro dei tuoi pensieri questo sigillo : per adesso basta avertene accennato per sommi capi; con l’aiuto del Signore e secondo le mie possibilità, ne farò in seguito l’esposizione argomentata desumendo le prove dalla Sacra Scrittura . Quando infatti trattiamo dei sacrosanti e divini misteri della fede, dobbiamo non dire parole a vanvera ma prendere le prove dalla Sacra Scrittura, senza falsarne il senso con discorsi infondati o argomentazioni puramente verbali. Non credere neppure a me, che pur ti parlo di questi misteri con estrema semplicità! Credi a chi te li annunzia portando le prove che desume dalla Sacra Scrittura; perché la fede ti salva, ma solo se chi te ne rende partecipe la fonda sulla Sacra Scrittura, non su argomenti di ragione.

VIII. L’anima
17. Composti di anima immortale e di corpo corruttibile
Dopo queste nozioni sulla luce gloriosa della nostra santissima fede, attento adesso anche a queste che sto per comunicarti: chiunque tu sia, conosci anche te stesso. Uomo, riconosciti di natura duplice, di essere stato creato da Dio – l’ho già detto – con due componenti: anima e corpo . Riconosci che l’anima è fornita di libero arbitrio, un capolavoro del Creatore che la modellò a sua immagine e la rese immortale. Sappi che per grazia Dio ti ha dato con la vita una ragione e ti ha destinato all’incorruzione creandoti capace di agire secondo libero volere. Se pecchi, infatti, non lo fai violentato dal destino ; dove vai a fornicare, non ti ci porta il caso; non ti dài alle impurità, perché costretto – come si vaneggia – dalle congiunzioni degli astri! Perché rifiuti le tue responsabilità, e invece di confessare i tuoi peccati ne attribuisci la causa agli astri innocenti? Credimi, non devi ricorrere agli astrologi! Di costoro dice la Scrittura: «Vengano ora a salvarti questi astrologi del cielo»
. Ed ecco cosa leggiamo nel contesto immediato: «Come il fuoco divora la paglia, anche costoro saranno ingoiati dalle fiamme, né da esse potranno scampare»

18. Prima di venire al mondo l’anima non peccò mai
Sappi anche che l’anima prima della sua venuta nel nostro mondo non commise peccato e che, venuti al mondo senza peccato, adesso pecchiamo per nostra libera scelta
. Credimi, e non dare ascolto a chi male interpreta quelle parole: «Faccio il male che non voglio»
. Presta piuttosto ascolto a chi disse: «Se lo vorrete e mi darete ascolto, potrete nutrirvi dei buoni frutti di quella terra; se invece non vorrete e non mi darete ascolto perirete di spada, ecc.» 70
. Sta anche scritto: «Come prima avete abbandonato le vostre membra in balia alle impurità e alle iniquità per soddisfare le concupiscenze, così ora vi siete decisi a raggiungere la santità mettendo le vostre membra al servizio della giustizia»
. Ricordati anche che la Scrittura rimprovera «quelli che hanno disprezzato la conoscenza di Dio» , «mentre era loro manifesto ciò che di Dio si può conoscere»
. Leggiamone il motivo: «Vollero chiudere gli occhi»
. Ricorda quelle parole di rimprovero: «Io ti avevo piantato come vigna fruttifera, del tutto genuina; ora, come mai ti sei mutata in vigna bastarda dai frutti amari?» 75 .

19. L’anima non ha sesso
L’anima è immortale. Ogni anima, di uomo o di donna che sia, non presenta differenze sostanziali; le presentano solo le membra del corpo. Non vi è una categoria di anime che peccano per natura e un’altra di anime che agiscono bene per natura; ma l’uno e l’altro modo di operare dipendono dalla libera scelta. La natura dell’anima infatti in tutti ha una medesima struttura di simili comportamenti. So bene di aver toccato un tema di ampia portata e che mi sono intrattenuto già molto. Ma qual altro tema è preferibile a questo della salvezza? Non vorrai fare questo po’ di sforzo per premunirti contro gli eretici? Non vuoi prendere visione dei sentieri che ti fanno allontanare dalla via maestra per non rischiare ignorandoli di cadere in un precipizio? Se coloro che ti istruiscono giudicano di non poca utilità per te l’apprendimento di queste verità, non dovrai anche tu da buon discepolo recepirne volentieri tutti gli insegnamenti?

20. Libertà e responsabilità
La nostra anima è dotata di libero arbitrio . Su di essa il demonio può esercitare delle suggestioni ma non una costrizione che ne violenti la volontà: non ne ha il potere. Ti suggerirà pensieri impuri: se tu vuoi li respingi, se non vuoi li accetti. Credi infatti che Dio avrebbe preparato la geenna per la tua fornicazione se vi fossi necessitato? Ti avrebbe Dio preparato ineffabili corone se operassi il bene per naturale impulso e non per libera scelta? La pecora è mansueta, ma per tale mansuetudine non ha mai ricevuto corona; perché la sua mitezza non è frutto di volontà libera ma di istinto naturale.

IX. Il corpo
21. Meraviglioso questo organismo umano
Finora, mio caro, hai potuto apprendere quello che basta sapere sull’anima; ora cerca di ritenere, per quanto ti sarà possibile, quello che ti dirò circa il corpo. Non dare retta a chi ti dice che questo nostro corpo non ha nulla a che fare con Dio. Chi lo crede estraneo a Dio e lo ritiene un ricettacolo estraneo all’anima che vi abita, di fatto se ne serve come strumento di fornicazione 77 . Ma che cosa poi trovano da condannare in questo corpo meraviglioso? Quale sua parte manca di armonia o è meno perfettamente strutturata? Come non ammirare lo splendore di luce che illumina gli occhi, la posizione delle orecchie ripiegate in modo da facilitare la percezione uditiva, la varia capacità dell’olfatto di distinguere gli odori e reagire alle esalazioni, l’utilità duplice della lingua al servizio delle facoltà della favella e del gusto, l’ubicazione dei polmoni nascosti e protetti per la continua aspirazione dell’aria? Chi diede al cuore l’impulso di battiti incessanti, distribuendone il sangue per tante vene e arterie? Chi intrecciò con sapienza le ossa con i nervi? Chi ha destinato gli alimenti in parte per il sostentamento e il resto per una decente eliminazione, e chi indusse a coprire le membra che sarebbe indecenza far vedere ? Chi volle che la specie umana si sottraesse all’estinzione perpetuandosi facilmente per via di accoppiamento?

22. Il corpo non è la causa responsabile del peccato
Non dirmi che è il corpo la causa del peccato. Se causa dei peccati fosse il corpo, perché chi è morto non ne commette più? Di fatto un morto, anche da poco spirato, seppure gli metti in mano la spada, non potrà uccidere nessuno; e un giovane pur da poco spirato non concepisce desideri sessuali di sorta dinanzi a una fascinosa sfilata di persone avvenenti. Perché mai? Perché non è il corpo in sé a peccare, ma l’anima che si serve del corpo: strumento, mantello, veste, involucro della nostra anima 79 . Il corpo diventa impuro quando l’anima l’abbandona alla fornicazione, diventa invece tempio dello Spirito Santo se aderisce a un’anima santa. Non lo dico io, ma l’apostolo Paolo con quelle parole: «Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che abita in voi?» 80 . Rispetta dunque il tuo corpo come tempio dello Spirito Santo, non insozzare con la lussuria questo tuo abito di tanta bellezza. Se l’avessi macchiato lavalo con il lavacro di conversione, purificalo finché sei in tempo.

23. Consacràti alla castità verginale nel mondo
L’ordine poi dei monaci e delle vergini che vivono nel mondo la vita angelica faccia più che mai attenzione a questo mio discorso sulla castità; e lo ascoltino al loro seguito anche tutti gli altri membri della Chiesa popolo di Dio. Per tutti voi, fratelli, è serbata una grande corona; non barattate sì grande dignità con un vile piacere 82 . Registràti tra le schiere angeliche, impegnatevi a una vita casta degna degli angeli: lo farete impegnandovi con comportamenti adeguatamente puri. Bada che il tuo nome non sia cancellato da quel registro per aver commesso fornicazione
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11/09/2014 12:39
 
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. 24. Quando la via del matrimonio è santa
Per il fatto però che tu riesci a vivere santamente in castità, non devi insuperbire di fronte a chi segue la via meno alta del matrimonio. Lo dice l’Apostolo: «Si deve onorare il matrimonio, il talamo senza macchia»
. Tu vivi seguendo la via della castità, ma non sei stato generato da coniugati? Possiedi dell’oro, non disprezzare l’argento. Possono bene sperare anche quelli uniti legittimamente in matrimonio che non ne facciano uso sfrenato e licenzioso ma moderato e santo: osservando i tempi in cui debbono astenersene per attendere alla preghiera
, partecipando alle assemblee ecclesiali senza macchia anche nel corpo e non solo nell’abito che indossano, unendosi matrimonialmente non per la soddisfazione del piacere ma per la procreazione della prole.

25. Perché sono lecite le seconde nozze Quelli che si sono sposati una sola volta non riprovino quanti si siano impegnati a vivere un secondo matrimonio. Vero è infatti che la continenza è un bene meraviglioso, ma ci vuole anche comprensione per i deboli che passano a seconde nozze per evitare l’incontinenza. Lo dice l’Apostolo: «È bene che rimangano come sono io, ma se non riescono a vivere nella continenza si sposino; è meglio sposarsi che bruciare»
. Siano però assolutamente banditi tutti gli altri cedimenti, alla fornicazione, all’adulterio e ad ogni genere di lussuria.
Il corpo va custodito puro per il Signore, perché anche sul corpo il Signore posi benigno il suo sguardo. Devi fornire al corpo gli alimenti che lo nutrano e lo mantengano in vita perché sia docile servo dell’anima, non perché sia messo a servizio delle voluttà.

26. Usare degli alimenti o astenersene per il Signore
Circa le norme alimentari tenete presente quanto sto per dirvi, poiché a proposito dei cibi molti fanno questioni su questioni. Alcuni infatti vanno a prendere quelli offerti agli idoli senza fare differenza; altri invece condannano coloro che se ne cibano solo perché essi se ne astengono per motivi ascetici. Così per la mancata conoscenza dei veri motivi della questione, le anime di quelli che ne mangiano e di quelli che se ne astengono per vie opposte rimangono macchiate
. Noi non digiuniamo né ci asteniamo dal vino e dalla carne perché aborriamo dall’uso di creature abominevoli, ma perché ce ne attendiamo la ricompensa: disprezzando dei cibi materiali, godremo di quelli spirituali alla mistica mensa; seminando oggi nelle lacrime, nella vita futura mieteremo con giubilo
. Non disprezzare dunque quelli che mangiano e si alimentano per sostenere il loro fragile corpo, non riprendere come colpevoli né riprovare come peccatori quelli che usano bere un po’ di vino per il loro stomaco e le loro frequenti infermità
. Non odiare la carne come tua nemica. L’Apostolo conobbe chi così si comportava e non approvò coloro «che come vietano il matrimonio così impongono di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati dai fedeli con rendimento di grazia»
. Se te ne astieni, dunque, non astenertene mostrandone riprovazione come di cose abominevoli, altrimenti ne perderai il merito. Piuttosto mostra considerazione per le cose buone cui rinunzi in vista di beni spirituali che sono più grandi.

27. Astensione dagli idolotiti
Non mettere in pericolo l’anima alimentando il corpo con cibi offerti agli idoli. L’astensione da tali cibi mi sta a cuore, ma l’ebbero a cuore anche gli apostoli e Giacomo il vescovo di questa Chiesa. Apostoli e presbiteri con lettera indirizzata a tutti i popoli della terra prescrissero di astenersi soprattutto dagli idolotiti ma anche dal sangue e dagli animali soffocati , perché molti sono gli uomini che mostrano istinti belluini e si comportano come i cani e come le belve più feroci che leccano con avidità il sangue. Tali uomini, lungi dall’astenersene, si rimpinzano delle carni degli animali soffocati; tu sta’ alla norma che prescrive di alimentarsi secondo misura e temperanza. Basta per quanto riguarda i cibi.

28. Come vestire
Il tuo abito sia semplice: indossalo non per fare una parata ma per il bisogno di ripararti, non per pavoneggiarti ma per proteggerti dal freddo invernale e per coprire le parti del corpo che il pudore vuole nascoste. Con la scusa di coprire le vergogne, non cadere nell’altra vergogna di futili abbigliamenti.

29. La risurrezione non è un assurdo
Abbi cura di questo tuo corpo, mi raccomando, ma sappi che alla risurrezione dei morti esso sarà giudicato con te
. Se sull’attendibilità di questo evento si insinuassero nella tua mente pensieri contrari alla fede, quasi si trattasse di cosa impossibile, ragiona a partire dalla storia della tua vita. Dimmi, dov’eri cento e più anni or sono?
. Rifletti. Da minuscolo e trascurabile embrione chi ti fece passare a tanta mole e tanto vigore, a tanta bellezza e dignità? Colui che ti fece passare dal non essere all’essere non potrà restituire all’essere la sostanza decaduta?
. Colui che ogni anno fa risorgere il chicco di grano seminato e marcito troverà difficile risuscitare anche noi per cui esso è risorto? In questa stagione non ammiri lo spettacolo che danno ai tuoi occhi gli alberi già per tanti mesi senza frutti e senza foglie ma ora finito l’inverno da morte tornati a vita? E noi non avremo la possibilità di rivivere? Sì, l’avremo e a maggior ragione; lo potremo e con più facilità!
. La verga di Mosè fu per volere di Dio mutata in serpente di natura del tutto ad essa estranea, e l’uomo abbattuto con la morte non potrà venire ristabilito nel suo essere?

30. Tutti risorgeremo ma non tutti allo stesso modo
Non ascoltare quanti vanno dicendo che non risorgeremo con questo corpo. No, risusciterà. Lo attesta Isaia che dice: «I morti risusciteranno e si alzeranno dalle loro tombe» . E Daniele vide «destarsi un gran numero di dormienti nella polvere della terra, gli uni per la vita eterna e gli altri per l’infamia perpetua»
. A tutti gli uomini quindi fu dato di risorgere, ma non a tutti nella stessa maniera
. Riprenderemo per sempre il corpo, ma non tutti allo stesso modo, perché i giusti lo riprenderanno per unirsi per sempre con i cori angelici, i peccatori per restare in eterno a scontare i loro peccati. 31. Il lavacro di risurrezione per la vita eterna Ecco perché il Signore, prevenendoci con la sua misericordia, volle darci il lavacro: ci ha voluto dare un mezzo di conversione, in quanto nel battesimo da una parte siamo noi a rigettare la moltitudine dei nostri peccati come tutto un fardello , dall’altra interviene lo Spirito Santo con il suo sigillo che ci otterrà l’eredità della vita eterna
. Questo per il momento basti per avere un’idea del lavacro. Ora passiamo a quel che resta da dire in questa introduzione elementare.

XI. Sulla Sacra Scrittura
32. Leggi i libri autentici della Scrittura
Queste dottrine ci sono insegnate dalle Scritture divinamente ispirate, dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Il Dio dei due Testamenti è infatti uno solo: nel Nuovo ci ha annunziato il Cristo e nell’Antico ce l’ha preannunziato attraverso la Legge e i Profeti, come un pedagogo che doveva guidarci al Cristo. Infatti, «prima che giungessimo alla fede eravamo come sotto la custodia della Legge» 1
, ma «la Legge ci era stata data come pedagogo per condurci a Cristo» . Se quindi ti capita di sentir bestemmiare qualche eretico contro la Legge e i Profeti, ribatti ricorrendo alle sue stesse sante parole: «Gesù non è venuto ad abolire ma a completare la Legge»
. Impegnati a distinguere i libri dell’Antico da quelli del Nuovo, stando in diligente ascolto di quanto t’insegna la Chiesa. Non leggere mai un apocrifo. Perché sprecare tempo e fatica per dottrine controverse quando ancora ignori quella universalmente riconosciuta come certa? Leggi la Sacra Scrittura, i ventidue libri dell’Antico Testamento nella traduzione dei Settanta.

33. Storia dei Settanta interpreti
Dopo la morte di Alessandro il Macedone e la divisione del suo impero nei quattro regni di Babilonia, Macedonia, Asia ed Egitto, uno dei re d’Egitto, Tolomeo Filadelfo, il re più d’ogni altro filologo che collezionò libri da ogni parte, sentì dal bibliotecario Demetrio Falereo dell’esistenza della Scrittura, della Legge e dei Profeti. Piuttosto che ottenere i libri usando la costrizione o andando contro la volontà di quelli che ne possedevano, pensò fosse meglio ingraziarseli con donativi e atti di benevolenza, ben sapendo che quanto è dato per costrizione o comunque contro volontà, spesso con l’astuzia finisce nelle mani dello spossessato, perché solo quanto è dato spontaneamente può dirsi un vero e proprio dono. Mandò quindi una grande quantità di donativi ad Eleazaro, allora sommo sacerdote, per il tempio di Gerusalemme, qui dove adesso stiamo, perché gli mandasse sei traduttori presi da ciascuna delle dodici tribù. Volle poi sperimentare l’ispirazione divina della Bibbia. Sospettando che gli interpreti a lui inviati e lì convenuti potessero manipolarla consultandosi tra di loro, assegnò a ciascuno un posto dove risiedere nella regione detta di Faro vicino ad Alessandria e li invitò a tradurre e ognuno per conto proprio la Scrittura. Essi in settantadue giorni assolsero il loro compito. E il re, messe insieme tutte le traduzioni eseguite in abitazioni diverse e senza scambio di opinioni, le riscontrò concordanti non solo nel senso ma anche nelle parole. Risultò di fatto non un lavoro di umana interpretazione o un’esercitazione letteraria, ma l’autentica Bibbia ispirata dallo Spirito Santo interpretata sotto l’influsso del medesimo Spirito Santo.

34. I ventidue libri dell’Antico Testamento
Leggi i ventidue libri dell’Antico Testamento e non avere mai a che fare con gli apocrifi. Applicati allo studio di quei soli libri che si leggono senza rischio nell’assemblea e che hanno trasmesso gli apostoli e i primi vescovi posti a capo della Chiesa con più sapienza e prudenza di altri. Questo dunque il deposito che tu, figlio della Chiesa, devi custodire senza tra-visarlo. I libri dell’Antico Testamento, che devi impegnarti a studiare, sono come ho detto ventidue. Se vuoi sapere quali siano, eccoti questo elenco: i primi cinque della Legge, scritti da Mosè: Genesi, Esodo, Numeri, Levitico e Deuteronomio; il sesto che segue di Gesù di Nave; il settimo dei Giudici, che include quello di Rut; cinque libri storici, primo e secondo dei Re che gli ebrei con-tano per uno, terzo e quarto dei Re che fanno pure un’unità; primo e secondo dei Paralipomeni considerati dagli ebrei un solo libro; primo e secondo di Esdra che anch’essi contano per uno; libro di Ester, dodicesimo della lista e ultimo dei libri storici; cinque libri poetici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste e diciassettesimo il Cantico dei Cantici; poi cinque libri profetici, uno dei dodici profeti minori, uno di Isaia, uno di Geremia che include Baruc i Treni e la Lettera, uno di Ezechiele e uno infine di Daniele che quindi è il ventiduesimo dell’Antico Testamento.

35. I libri del Nuovo Testamento
Il nuovo testamento ha solo quattro Vangeli autentici; gli altri sono apocrifi ; il vangelo secondo Tommaso, scritto dai manichei, del vero Vangelo ha l’odore e il titolo, ma è una vera rovina delle anime dei più semplici. Vanno invece recepiti gli Atti dei dodici Apostoli e le sette Epistole Cattoliche di Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda; le quattordici Epistole di Paolo che infine sigillano le testimonianze dei discepoli. Tutti gli altri scritti sono apocrifi e tutt’al più hanno valore secondario. Evita di leggerli anche per conto tuo e attieniti, come già detto, ai libri che si leggono nelle assemblee 105 . Questo ti basti. 36. Rinunziare alle opere del demonio Fuggi ogni opera del diavolo, non ascoltare il serpente che da buono che era per natura apostatò pervertendosi liberamente. Può persuadere chi gli dà retta, non costringere alcuno
. Non badare a oroscopi, auspici, presagi e neppure agli oracoli di cui favoleggiano i miti greci; non permettere neppure che ti parlino di filtri, magie, pratiche perverse per evocare gli spiriti. Evita qualsiasi eccesso. Non cedere mai alla gola o alla voluttà; domina l’avarizia e l’usura
; tieniti lontano dagli spettacoli frequentati da folle di pagani; non ricorrere mai alle fatture se sei malato; guardati dallo svilire in qualsiasi modo la tua vita frequentando le osterie. Non cadere nel samaritanismo e nel giudaismo, perché ormai sei stato liberato da Gesù Cristo. Lungi da te quindi ogni osservanza sabatica; non parlare di cibi mondi o immondi, perché i cibi sono tutti indifferenti
. Ma soprattutto detesta le congreghe degli eretici ribelli e fa’ ogni sforzo per mettere al sicuro la tua anima, digiunando, pregando, facendo elemosina e leggendo i sacri testi. Avendo così vissuto nella temperanza e nell’ascolto delle sante dottrine il tempo che ti resta da vivere nel corpo , potrai godere i frutti straordinari di salvezza che elargisce il lavacro, ascritto da Dio Padre alla celeste milizia e fatto degno della celeste corona nel nostro Signore Gesù Cristo, cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.


QUINTA CATECHESI BATTESIMALE. SULLA FEDE 1
Quinta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sulla fede, dopo la lettura dell’Epistola agli Ebrei: «La fede è fondamento delle cose sperate, dimostrazione di quelle che non appaiono; per mezzo di essa infatti gli antichi hanno dato testimonianza, ecc.»

1. Il fedele è chiamato a dignità divina
L’apostolo Paolo dice a che sublime dignità vi innalza il Signore facendovi passare dalla condizione di catecumeni a quella di fedeli, quando esclama: «Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!» . Poiché Dio è chiamato fedele, tu che assumi l’appellativo che esprime il suo attributo ricevi una grande dignità: Dio infatti è chiamato fedele come è anche detto buono, giusto, onnipotente e creatore di tutte le cose. Pensa dunque a che livello di dignità sali partecipando d’ora in poi all’appellativo di Dio.

2. Il fedele è ricco della povertà di Cristo
Sta scritto: «A ognuno ora si richiede che sia ritenuto fedele in tutta coscienza», «perché è difficile trovare un uomo fedele!»
. Non dico che tu debba rivelare la tua coscienza a me – non sarai giudicato da un uomo
–, ma che mostri la sincerità della tua fede a Dio che scruta le reni e i cuori, e conosce i pensieri degli uomini
. Gran cosa essere fedeli: rende l’uomo più ricco degli arciricchi. Il fedele infatti possiede tutti i beni del mondo 7 , in quanto li disprezza e li calpesta; al contrario, i ricchi di beni materiali, benché ne abbiano a dovizia, finiscono col mancare di quelli dell’anima. Più ne ammassano, infatti, e più si consumano per la brama di quanto loro manca. Il fedele insomma è un uomo straordinario: ricco nella sua povertà perché sa che bisogna avere solo di che coprirsi e di che nutrirsi; quindi se n’accontenta 8 , e disprezza le ricchezze.

3. Fedeli allo Sposo divino per le vie del mondo Osservare la fede è un prestigioso distintivo non soltanto per noi cristiani che di Cristo portiamo il nome, ma lo è pure per chiunque nel mondo e anche presso gli estranei alla Chiesa osserva in modo assoluto la fede data
. Vincolo di fede chiamiamo il patto che unisce nelle nozze persone estranee l’una all’altra; sicché per il patto nuziale persone già estranee vivono in comunione dei corpi e degli averi. Sulla fede si fonda anche l’agricoltore fiducioso di raccogliere i frutti, perché nessuno senza fiducia s’assoggetterebbe a fatiche. Per fede gli uomini solcano il mare affidandosi con fiducia a un piccolo legno; lasciano l’elemento più stabile, la terra, per sfidare l’instabilità e l’impeto dei flutti, e abbandonandosi a incerte speranze viaggiano sorretti dalla fiducia che li rassicura più che qualsiasi ancora. Sulla fede insomma si fonda la maggior parte degli umani negozi. Abbiamo fede non soltanto noi – l’ho detto –, ma anche quelli che ci sono estranei. Anche essi hanno fede, benché non credano nelle Scritture e in un certo senso insegnino secondo loro particolari princìpi che ritengono per fede.

4. La fede è forza e scudo dell’anima La lettura di oggi vi ha però richiamato alla vera fede, e vi ha indicato la via che dovete anche voi seguire per piacere a Dio. «Senza la fede – sta infatti scritto – è impossibile piacere a lui»
. Quando mai potrà fare secondo il proposito di servire a Dio un uomo che non creda nella sua ricompensa? . Quando mai una fanciulla abbraccerà la verginità e un giovane la castità se non hanno fede nell’immarcescibile corona che premierà una vita immacolata ? La fede secondo il profeta è l’occhio che illumina ogni coscienza e infonde intelligenza: «Se non credete, non potete neanche comprendere» 13 . Per Daniele, come leggiamo
, la fede chiuse la bocca ai leoni: «Daniele fu tirato fuori della fossa, e non si riscontrò in lui lesione alcuna perché egli aveva avuto fede nel suo Dio»
. V’è un essere più terribile del diavolo? Ebbene, non abbiamo anche contro di lui che un’arma: la fede, scudo spirituale contro un invisibile nemico che scaglia dardi d’ogni specie e colpisce chi non veglia nel buio della notte
. La fede è forte difesa contro il nemico che si nasconde. Lo dice l’Apostolo: «Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno»
. Vero è che i dardi scoccati dal diavolo spesso sono infuocati dalla concupiscenza che spinge a turpi piaceri, ma la fede spegne questo fuoco 18 raggelando il nostro spirito con una viva rappresentazione del giudizio.

5. Per la fede siamo figli di Abramo
Ci sarebbe tanto da dire sulla fede, per parlarne esaurientemente non basterebbe l’intera giornata. Ci contenteremo di ricordare l’esempio veterotestamentario di Abramo, di cui siamo figli per la fede
. Egli non fu giustificato solo per le opere senza la fede : aveva fatto tante opere giuste, ma non fu chiamato amico di Dio se non quando credette e compì ogni sua opera per fede; perché ebbe fede lasciò i genitori e perché ebbe fede abbandonò la patria, la terra e la casa
. Sarai giustificato anche tu come lui ! Egli aveva perduto ogni speranza di paternità, perché tanto lui ormai vecchio quanto sua moglie Sara vecchia anche lei non erano più nella possibilità fisica di procreare; ma ebbe fede nella promessa fattagli da Dio, che benché vecchio avrebbe avuto una posterità
. Comprendeva bene di avere un corpo che era ormai impotente, eppure non vacillò nella fede ma fece credito all’onnipotenza di Colui che gli aveva fatto la promessa
; così per le vie estinte dell’uno e dell’altro corpo miracolosamente gli nacque un figlio. In seguito, dopo aver avuto un figlio ricevette l’ordine di sacrificarlo, benché avesse sentito dirsi: «Da Isacco dovrà uscire la progenie che porterà il tuo nome»
; ed egli, ritenendo per fede che Dio può anche risuscitare i morti, offrì a Dio il suo figlio primogenito
. Piegò la sua volontà al sacrificio del figlio, e legatolo lo depose sulla legna; solo quando la bontà di Dio glielo fece lasciare vivo, lo sostituì con un agnello
. Per sì grande fede, dopo avere ricevuto la promessa che sarebbe divenuto padre di molte genti, ricevette pure come sigillo del giusto la circoncisione, segno della fede per il mondo degli incirconcisi
.
6. Il sigillo della circoncisione e quello battesimale
Vediamo ora come Abramo sia stato il padre di molte genti. Tutti facilmente concordano nel riconoscerlo padre del popolo giudaico secondo la successione della carne; ma non è necessario guardare al succedersi delle generazioni per dargli questo appellativo. Di fatto, se storicamente non possiamo tutti dire Abramo padre secondo la carne, tipologicamente lo fu secondo la fede che ci rende tutti suoi figli
. In che senso e in quale modo? Mentre gli uomini considerano non credibile l’annunzio della risurrezione dei morti e altrettanto incredibile la nascita d’un figlio da vecchi considerati quasi morti, noi invece con una fede simile a quella di Abramo crediamo che Cristo morto inchiodato sul legno della croce è risuscitato, e per la fede diventando figli di Abramo entriamo a far parte della sua stirpe di adozione. Con la fede riceviamo quindi anche un sigillo spirituale simile al suo, circoncisi col battesimo dallo Spirito Santo non nel prepuzio ma nel cuore. Così prescrisse Geremia: «Circoncidete per il Signore i prepuzi dei vostri cuori» ; e così l’Apostolo parlò della «circoncisione del Cristo che con lui ci seppellisce nel battesimo ecc.»
.
7. La fede di Pietro ci salverà sulle onde della vita
Osservando la fede eviteremo la dannazione e ci orneremo di ogni sorta di virtù. La fede dà all’uomo tanta forza da farlo camminare sulle onde restando a galla, come capitò a Pietro. Uomo soggetto alla carne e al sangue come noi, si alimentava di cibi come i nostri, eppure poté camminare sulle acque quando ascoltò Gesù che gli disse: «Vieni»
. Nella fede trovò un mezzo ben più solido sul quale reggersi camminando sulle acque e per il quale rendere il suo corpo pesante sì leggero da levarlo su per l’aria. Su tale via camminò sicuro tra le onde, finché ebbe fede; ma appena in essa vacillò cominciò ad affondare : più la fede s’allentava e più il suo corpo andava travolto in basso. Gesù, medico spirituale delle nostre passioni, conosceva quella che tentava Pietro, perciò lo corresse dicendogli: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
, e lo confortò sorreggendolo con la sua destra; sicché egli tornò alla fede, e guidato dalla mano del Signore riprese a camminare sulle acque. Lo riferisce l’Evangelista con l’espressione: «Mentre salivano sulla barca...»
. Non dice invero che Pietro risalì a nuoto sulla barca, ma lascia intendere che per raggiungere la barca rifece il percorso fatto per andare verso Gesù. 8. La fede di chi portò il paralitico a Gesù La fede è tanto potente che non salva soltanto chi crede, ma anche altri per merito dei credenti. Per il paralitico di Cafarnao ebbero fede quelli che lo portarono e calarono per il tetto, non lui di fatto malato non solo nel fisico ma anche nello spirito; non pensare che io voglia calunniarlo, lo dice anche il Vangelo: «Vedendo la loro fede – non la sua fede! –, Gesù disse al paralitico: Alzati»
. Ebbero fede i portatori, e il paralitico ne ricavò la guarigione!

9. Lazzaro quatriduano rianimato per la fede delle sorelle
Vuoi accertarti meglio del fatto che la fede di uno può salvare l’altro? Basti pensare a Lazzaro. Era morto da uno, due e tre giorni; i suoi tendini erano ormai in via di dissoluzione, aveva già il corpo in preda alla putrefazione. Poteva un morto quatriduano concepire atto di fede e invocare per sé il Redentore? Ebbene, quello che non poteva più lui morto lo fecero le sue sorelle. Quando infatti venne il Signore, la sorella gli si prostrò ai piedi e alla domanda: «Dove l’avete messo?» rispose: «Signore, già puzza perché morto da quattro giorni»; ma il Signore le disse: «Se hai fede, vedrai la gloria di Dio»
. Intese dirle: «Supplisci tu alla fede di lui che è morto». La fede delle sorelle ebbe tanto potere, che richiamò il morto dalle porte degli inferi. Tale potere ebbe in seguito chi ottenne la risurrezione dei morti avendo fede per altri, e tu non vorrai avere una fede sincera per te? Se non ne hai o ne hai poca, il Signore misericordioso è accanto a te per chiamarti a conversione; non hai che dirgli con semplicità: «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità»1 . Se invece credi di avere fede ma non ne hai raggiunta la pienezza, non puoi che dire con gli apostoli: «Signore, aumenta in noi la fede»
. La fede infatti, in parte opera tua, è in misura ben maggiore opera sua.

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11/09/2014 12:40
 
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10. La fede come verità rivelata cui assentiamo
Non per nulla il termine fede è un significante che può avere due ben distinti significati. La parola fede infatti ne ha anche un altro oltre quello suddetto, di dottrina cui l’anima aderisce come a verità. In tal senso la fede giova all’anima, e a questo tipo di fede si riferì il Signore quando disse: «Chi ascolta le mie parole e crede in colui che mi ha mandato ha la vita eterna e non sarà sottoposto a giudizio»
. Aveva anche detto: «Chi ha fede nel Figlio non sarà giudicato, ma passerà dalla morte alla vita» 44 . Vedi quanto amore Dio ha avuto per gli uomini! I giusti infatti (dell’Antico Testamento) dovettero, per essere graditi a Dio, tormentarsi per lunghi anni nell’esercizio della virtù, e tu potrai ottenere questa grazia da Gesù in una sola ora. Poiché se credi che Gesù Cristo è il Signore e che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvo 45 e portato in paradiso da colui che vi fece entrare il ladrone
. Non diffidare, è possibile perché colui che già qui sul nostro santo Golgota salvò il ladrone dopo un istantaneo atto di fede, salverà anche te se avrai fede.

11. La fede come carisma o grazia coadiuvante l’assenso
Vi è però un altro genere di fede, quella che Cristo elargisce come dono di grazia: «A uno viene concesso Quinta catechesi battesimale. Sulla fede 113 dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni»
. Questa fede quindi, che viene data come carisma dello Spirito e non solo come dottrina, infonde un’energia superiore alle possibilità umane, per cui chi la possiede può dire a questo monte: «Spostati da qui a lì», ed esso si trasferisce
. Chi infatti pronunziando questa espressione con fede, ne crede così certo l’esito da non metterlo in discussione 49 nel suo cuore, lo fa perché riceve questo carisma della fede. Ma sta anche scritto analogamente: «Se avrete fede come un grano di senapa...» 50 . Un granello di senapa è piccolo di mole ma ha la forza d’infiammare; sparso come seme di limitatissime proporzioni, stenderà grandi rami e, una volta cresciuto, potrà dare riparo agli uccelli
. Questo tipo di fede opera nell’anima coadiuvandola nel compimento delle azioni più grandi nel minimo tempo. Quando questa luce della fede illumina lo spirito, essa si rappresenta Dio godendone la visione per quanto le è possibile e s’innalza attorno ai confini del mondo contemplandone già prima degli ultimi tempi il giudizio finale e la retribuzione dei beni promessi. Custodisci in te l’impegno interiore della fede umana per ricevere da lui il dono della fede che supera le umane capacità.

12. Impara a memoria e imprimi nel cuore il simbolo di fede
Devi conoscere e professare solo la fede che la Chiesa ora ti trasmette adducendotene tutte le prove sicure della Scrittura. Poiché non tutti sono veramente in grado di leggere direttamente le Scritture, sia che l’impedimento provenga dall’ignoranza sia che esso provenga dal personale disimpegno culturale, raccoglieremo in poche linee gli articoli di fede che ne costituiscono la somma dottrinale. Voglio che li impariate a memoria parola per parola e li professiate con tutta l’attenzione per conto vostro, senza scriverli sulla carta ma imprimendoli nella memoria e nel cuore. Facendone poi lo studio, badate che nessun catecumeno ascolti quel che vi è affidato come unico e insostituibile viatico per tutti i giorni della vita. Non bisogna accoglierne altri. Non accoglietene neppure da noi se ne mutassimo i contenuti insegnando dottrine opposte a quelle che ora vi impartiamo, neanche da un angelo avversario che si trasfigurasse in angelo di luce per tentare di trarvi in errore: «Quand’anche noi stessi o un angelo disceso dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia da voi scomunicato»
. Per ora impara a memoria questi elementi della fede, ascoltandone la mia esposizione così come suona; a suo tempo sarà giusto apprenderne anche punto per punto la dimostrazione fondata sulla Sacra Scrittura. Poiché tali articoli di fede non sono stati messi insieme dagli uomini a capriccio ma opportunamente estratti da tutta la Bibbia per dare un quadro unitario e completo della dottrina di fede. Questa sintesi della fede che in poche parole abbraccia tutte le nozioni della religione rivelata nell’Antico e nel Nuovo Testamento sarà come il granello di senapa, piccolo seme che in potenza ne contiene i rami. Perciò, fratelli, state attenti e cercate di apprendere quanto la tradizione insegna e voi state per ricevere , imprimendone le nozioni nel cuore 56 .

13. Responsabilità di chi riceve il deposito della fede
State attenti perché il nemico non abbia a fare sua preda chi non sta in guardia, perché qualche eretico non abbia a stravolgere le dottrine che vi sono trasmesse. Trasmettiamo infatti la fede come mettendo denaro in banca
. L’avvertimento noi ve l’abbiamo già dato, Dio poi chiederà a voi il conto dei frutti del denaro depositato. Perciò l’Apostolo dice: «Vi scongiuro, davanti a Dio che dà vita a tutte le cose e a Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza dinanzi a Ponzio Pilato, di conservare senza macchia questa fede che vi è stata affidata»
. Ti è stato ora affidato il tesoro della vita, che il Signore ti richiederà al momento della sua manifestazione: «quando apparirà al tempo stabilito il beato e unico Sovrano, il Re dei regnanti e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere»
. A lui gloria, onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
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11/09/2014 12:40
 
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SIMBOLO DI GERUSALEMME
COMPILATO SULLA BASE DI VARI PASSI DELLE CATECHESI DI CIRILLO

Santa e apostolica fede proposta per la professione di fede dei battezzandi.
1. Crediamo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili,
2. nell’unico Signore Gesù Cristo, Figlio unigenito di Dio, Dio vero generato dal Padre prima di tutti i secoli, per mezzo del quale furono create tutte le cose, 3. incarnatosi e fattosi uomo (per opera della Vergine e dello Spirito Santo),
4. che fu crocifisso e sepolto,
5. è risorto il terzo giorno,
6. salì al cielo e siede alla destra del Padre,
7. verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti, e il cui regno non avrà fine,
8. e nello Spirito Santo Paraclito che parlò nei profeti,
9. in un solo battesimo di penitenza per la remissione dei peccati,
10. nella Chiesa unica, santa, cattolica,
11. nella risurrezione della carne, 1
12. e nella vita eterna.

SIMBOLO CONTRATTO CHE IL BATTEZZATO RECITAVA DOPO LA RINUNZIA A SATANA
Credo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e nell’unico battesimo di penitenza.


SESTA CATECHESI BATTESIMALE. LA MONARCHIA DI DIO

Sesta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sulla monarchia di Dio. Commento all’articolo di fede: «Credo in un solo Dio» e circa le eresie, dopo la lettura di Isaia: «Rinnovatevi, isole, convertendovi a me; Israele è salvato dal Signore e sarà salvo in eterno; non saranno confusi né dovranno arrossire in eterno, ecc.» 2 .

1.Una sola e medesima gloria al Padre e al Figlio
Sta scritto: «Benedetto Dio Padre di nostro Signore Gesù Cristo» , e: «Benedetto anche il suo Figlio Unigenito» . Di fatto, pensando a che cosa è Dio, non possiamo concepirlo se non come Padre , perciò facendo la dossologia celebriamo sia il Padre sia il Figlio. Non c’è di fatto una gloria del Padre e un’altra del Figlio, ma entrambi hanno una sola e medesima gloria, perché il Figlio del Padre, suo Figlio Unigenito, partecipa della glorificazione del Padre in quanto il Figlio riceve gloria dall’onore che si tributa al Padre, e viceversa il Padre buono riceve onore dalla glorificazione di suo Figlio.

2. Non possiamo spiegare che cosa è Dio
La mente percepisce Dio con la rapidità del pensiero, ma la lingua dovendo esprimersi con le parole ha bisogno di tanti discorsi interpreti del pensiero. Come l’occhio d’un sol colpo abbraccia l’immensità delle stelle nell’insieme, ma non ne distingue ognuna in particolare, quale è Lucifero, quale è Vespro o un’altra fra le tante per nominare le quali occorrerebbero molte parole; così il pensiero d’un sol colpo abbraccia la terra, il mare e quanto fino agli ultimi confini del mondo è intuito in un solo istante ma deve essere espresso con molte parole. Questo paragone dice abbastanza, ma per quanto riguarda il discorso su Dio non è più valido, perché non dice quel che dovrebbe. Non possiamo infatti dire di Dio le cose che solo lui sa, ma quelle soltanto che è possibile comprenda l’umana natura e recepisca l’umana debolezza. Non pretendendo quindi spiegare che cosa è precisamente Dio, confessiamo con semplicità che della sua natura non sappiamo proprio niente di preciso. Quando si tratta delle cose di Dio è grande scienza il riconoscere di non conoscere. «Magnificate dunque con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome nell’assemblea» 7 : tutti insieme perché uno solo non basta ; benché nemmeno riuniti tutti insieme, potremo riuscire a operare degnamente quanto dobbiamo: parlo non soltanto di voi qui presenti, ma di tutte le pecorelle del gregge universale che è la Chiesa presente e futura; se tutte insieme qui si radunassero, sarebbero incapaci di lodare degnamente il Pastore.

3. Il Dio di Abramo, unico sorreggitore del mondo Grande fu Abramo, che noi onoriamo con venerazione; ma fu grande rispetto agli uomini. Lo confessò lui stesso quando accostandosi a Dio disse candidamente questa verità: «Io non sono che terra e cenere» 9 . Non si limitò a dire «terra», attribuendosi la dignità di questo grande elemento; ma aggiunse «e cenere», reputandosi un essere deperibile e corruttibile. Perché che cosa vi è di più minuscolo e di meno solido della cenere? . Paragona infatti della cenere con un edificio, la casa con la città, il centro abitato con la provincia, tale circoscrizione con l’impero romano, l’impero romano con la terra intera fino agli estremi suoi confini e con il cielo. Questo avvolge la terra contenendola nel suo seno quale asse attorno a cui ruota 11 , e il rapporto fra terra e cielo va inteso come quello tra il perno e la ruota che gira attorno ad esso, simile a quello fra terra e cielo, il primo che noi vediamo. Pensa che è più piccolo del secondo e che il secondo è più piccolo del terzo! E la Scrittura parlando di tre cieli non ce ne ha voluto dire il numero, ma ne ha e n u m e -rati tanti quanti ci doveva essere utile conoscerne. Quand’anche con gli occhi della mente contemplassi tutti i cieli, anche essi sarebbero incapaci di giungere a lodare la grandezza di Dio quale veramente è, pure se la loro voce rimbombasse più forte dei tuoni.
Ebbene, se tante potenze celesti non possono debitamente lodare la magnificenza di Dio, come lo potrebbero terra e cenere, sì piccole e sottili entità, innalzando un inno degno di Dio, pronunziando parole degne di Colui che sorregge l’orbe terrestre col suo abbraccio e «reputa gli uomini come cavallette» ?

4. Riconosci la tua pochezza dinanzi al Creatore
Chi pretende di definire che cosa è realmente Dio si provi prima a determinare i limiti della terra
. Se vi abiti eppure non conosci i limiti della terra che è il tuo abitacolo, come potresti riuscire ad avere una nozione adeguata di Colui che l’ha creata? Contempli gli astri, ma non ne vedi il Creatore! Enumera prima gli astri che vedi, e poi ti darai ragione dell’Invisibile che «conta le moltitudini di astri e li chiama tutti per nome»
. Or non è molto, si sono abbattute su di noi piogge torrenziali, gocce dopo gocce stavano per rovinarci. Provati a contare le sole gocce cadute sulla città, anzi non sulla città, ma quelle riversatesi in un’ora sulla tua casa. Contale se sei capace, non ci riuscirai! Confessa la tua debolezza, e questa ti faccia riconoscere la potenza di Dio «che conta le gocce delle piogge» : non solo delle piogge di oggi, ma anche di quelle che sono cadute in tutti i tempi su tutta la terra! Potrai mai fissare con i tuoi occhi il sole, grande creatura di Dio ma ben poca cosa in confronto con tutto il cielo? Solo allora potresti curiosare sul Signore: «Non cercare le cose troppo profonde per te, non .indagare le cose per te troppo grandi, ma bada a quello che ti è stato comandato»

. 5. Di Dio basti sapere quanto serve a dargli gloria
Ma, si dirà, perché parli della sostanza di Dio se dici che non è comprensibile? E che? Forse perché non posso bere tutta l’acqua del fiume, non posso berne con moderazione quanta me n’occorre? Perché non ho la capacità di fissare gli occhi sull’intera massa del sole, non posso guardarlo per quel tanto che mi è necessario? Perché non riesco a mangiare tutti i frutti del giardino dove sono entrato, debbo uscirmene senza essermi sfamato? Io lodo e dò gloria a Colui che ci ha creati, perché tale è il comandamento che egli ci ha dato: «Ogni spirito lodi il Signore»
. E io ora voglio soltanto lodare il Signore, non spiegarne l’essere. So bene che non sarò in grado di lodarlo come egli ne è degno, ma credo sia dovere di pietà almeno tentare di farlo
. Nella mia pochezza mi sento confortato dal Signore Gesù, perché come sta scritto: «Dio nessuno l’ha mai visto»

. 6. Il Figlio rivela il Padre per mezzo del suo Spirito
Ma non sta pure scritto – mi si osserverà – che «gli angeli dei fanciulli vedono sempre la faccia del Padre che è nei cieli» ? Gli angeli vedono Dio non così come è, ma anch’essi per quanto ne sono capaci
. Lo disse Gesù stesso: «Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre» 23 . Gli angeli quindi lo vedono secondo il loro grado di comprensione, gli arcangeli secondo la potenza che è loro propria, i Troni e le Dominazioni più degli ordini precedenti ma in misura sempre inferiore a quanto richiederebbe la visione esaustiva che ha assieme al Figlio lo Spirito Santo. Questi infatti scruta tutto e conosce le profondità di Dio
. Sicché, come disse Gesù, conoscono il Padre, adeguatamente e alla stessa maniera, il Figlio Unigenito e lo Spirito Santo: «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo ha rivelato»
. Il Figlio Unigenito che vede esaustivamente il Padre lo rivela a tutti secondo le capacità di ciascuno assieme allo Spirito e per mezzo dello Spirito, perché solo lui assieme allo Spirito Santo partecipa della divinità del Padre: generato senza passione prima dei secoli eterni
, conosce chi lo genera come il genitore conosce il generato. Dunque, poiché gli angeli non conoscono il Padre nella misura in cui l’unico generato lo conosce, ce lo rivelerà l’Unigenito che assieme allo Spirito Santo – come già detto – rivela Dio a ciascuno secondo le sue capacità per mezzo del medesimo Spirito: nessun uomo si potrebbe vergognare della propria ignoranza. Come potremmo esprimerci con linguaggio umano sul suo modo di essere, tanto io che ora vi sto parlando quanto ogni altro che ne avrà in seguito l’opportunità? Quali parole potrei adoperare per dire dell’essenza di Colui dal quale ho ricevuto la parola? Ho un’anima, eppure non so spiegarmene le intime qualità: come potrei spiegare quelle di Colui che me l’ha data?

7. Ci basti sapere che abbiamo un Padre
Perché ci comportiamo secondo pietà, basta sapere che abbiamo un solo Dio: Dio da sempre e sempre uguale a se stesso; Padre che non ha padre al di fuori di lui e nessuno uguale a lui in forza, nessun usurpatore che possa scacciarlo dal regno
; Dio dai moltissimi nomi, di infinita potenza e di natura semplicissima 29 . Affermiamo infatti che egli è buono, giusto, onnipotente, Sabaot, ma con questo non intendiamo affermarne differenza o diversità
; con questi termini indichiamo le energie divine effuse dall’unico e medesimo principio in numero infinito. In lui non c’è qua di più e là di meno, perché egli è in tutto uguale: grande nella misericordia, non lo è meno nella sapienza; è potente quanto sapiente e misericordioso. Lungi dall’essere da una parte vedente e dall’altra non vedente, è tutto occhi, tutto ode, tutto intende. Non è come noi in parte intelligente e in parte privo di conoscenza – discorso blasfemo non degno della sostanza di Dio –, ma prevede tutto ciò che accade; santo e onnipotente, più buono e più grande di tutti, supera tutti in sapienza; non possiamo parlare né di un inizio né di una forma o d’un volto di Dio. Lo dice la Scrittura: «Non avete udito la sua voce, né avete veduto il suo volto»
. Perciò Mosè disse agli israeliti: «Tenete ben a mente e non cessate di considerare che voi non avete contemplato la sua immagine!»
. Ora, se gli israeliti non poterono farsi un’immagine di Dio
, potremo noi con la nostra mente farci un concetto della sua sostanza?
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11/09/2014 12:41
 
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8. Interpretazioni grossolane di attributi divini
Per raggiungere tale scopo, tanti si sono impegnati lavorando inutilmente di fantasia. Alcuni hanno pensato Dio come fuoco 34 . Altri interpretando in modo scorretto la corretta immagine della Scrittura: «Proteggimi all’ombra delle tue ali»
, hanno concepito Dio come un uomo alato. Avevano dimenticato che non diversa immagine aveva applicato a sé l’Unigenito, nostro Signore Gesù Cristo, con le parole che rivolse a Gerusalemme: «Quante volte io, volendo radunare i tuoi figli, ho fatto come la gallina che raccoglie sotto le sue ali i suoi pulcini, ma tu non hai voluto?»
Costoro non hanno compreso che la Scrittura adopera il termine «ali» per significare la potente protezione divina, cadendo nella grossolana interpretazione che attribuisce forme umane a Colui del quale l’uomo non può neppure intendere le connotazioni. Altri se lo figurarono con sette occhi, rifacendosi temerariamente alle parole: «Con sette occhi Dio guarda su tutta la terra» , e attribuendogli sette occhi disposti in parti diverse, come se guardando da una sola parte non potesse vedere tutto. Interpretazione sciocca e blasfema, che respingiamo perché dobbiamo credere nel Dio assolutamente perfetto che ci ha rivelato il Signore: «Il Padre vostro celeste è perfetto» ; perfetto nella vista, perfetto nella potenza, perfetto nella grandezza, perfetto nella prescienza, perfetto nella bontà, perfetto nella giustizia, perfetto nella misericordia. Non è circoscritto nel luogo il creatore d’ogni luogo! Egli è presente in ogni luogo e da nessuno di essi limitato. Sta scritto: «Il tuo trono è il cielo», quindi egli siede al di sopra dei cieli; ma leggiamo pure che «la terra è sgabello dei suoi piedi», intendendo che la sua potenza si estende fino agli inferi
.
9. Non possiamo scrutare neppure le vestigia di Dio
Vi è un solo Dio che, presente ovunque, vede e intende tutto. Egli che ha creato ogni cosa – per mezzo di Cristo, «perché tutto è stato fatto per mezzo di lui e niente è stato fatto senza di lui»
– è sorgente infinita e inesauribile di ogni bene come fiume di ogni bene e come luce perennemente irradiante il suo fulgore senza sosta. Si è umiliato fino ad assumere le nostre infermità, ma è l’Onnipotente dinanzi al quale cede ogni forza e il cui nome non siamo neppure capaci di ascoltare. Di lui Giobbe disse: «Credi forse di poter scrutare le vestigia di Dio, di riuscire a penetrare le perfezioni create dall’Onnipotente?»
. Noi dunque non giungiamo a comprendere le perfezioni create dall’Onnipotente, e come pretendere allora di comprendere lui che tutto ha creato? Sta anche scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuor di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano»
. Non riusciamo con la nostra mente a comprendere le cose che Dio ha preparato; come riuscire allora con questa stessa nostra mente a comprendere chi tutte le ha preparate? Esclamava quindi l’Apostolo: «O profondità della ricchezza, sapienza e scienza di Dio, quanto sono imperscrutabili i tuoi giudizi e impenetrabili le tue vie!»
. Come potremo comprendere Dio, se i suoi giudizi e le sue vie sono incomprensibili?

10. Contraffazioni diaboliche di Dio
Dio dunque è grande a tal punto, così grande che non potrei mai dirne quanto merita, anche se mi facessi tutto lingue in ogni singola parte del mio essere. Persino gli angeli, anche se si mettessero tutti insieme, non potrebbero dirne quanto merita. Pur essendo però Dio così grande e buono, l’uomo ha avuto la temerarietà di effigiarlo in sculture di pietra, e dire quindi a una pietra: «Tu sei il mio dio»
. È cecità grave piombare dall’alto della nostra dignità a tanta bassezza: a un legno piantato da Dio e cresciuto dalle sue piogge, che sotto l’azione del fuoco diventa cenere, dare il nome di Dio! Ma la perversione dell’idolatria ha oltrepassato i limiti, quando si è passati ad adorare dei gatti, dei cani e dei lupi invece di Dio, leoni crudelmente divoratori di uomini invece del Dio sommamente misericordioso. Alcuni hanno avuto l’improntitudine di disprezzare il creatore del paradiso, adorando il serpente e il drago, immagini di Colui che di lì ha fatto scacciare l’uomo; altri sono giunti ad adorare – mi vergogno a dirlo ma debbo denunziarlo – la cipolla! A posto di Dio alcuni adorarono Dioniso, divinizzando il vino che Dio ha dato «per allietare il cuore dell’uomo» 45 ; altri adorarono Demetra, divinizzando il frumento che fu creato «per sostentare col pane il cuore dell’uomo» 46 : da dov’altro può esser venuto tale culto che stravolge le parole della Bibbia: «La terra produca germogli, ed erbe con semi che producano semi ciascuno secondo la sua specie» 47 ? Altri ancor oggi adorano il fuoco che sprizza dallo sfregamento delle pietre, dicendone inventore Efesto; ma da dove hanno preso questa notizia?

11. Il Figlio assunse un corpo per restituirci al culto del
Padre incorporeo Ma quale fu la causa dell’aberrante politeismo ellenico? Il non credere in un Dio incorporeo. Per quale altra causa poterono attribuire l’adulterio ai loro cosiddetti dèi? Io non vorrei neppure accennare alla trasformazione di Giove in cigno, ho pudore a parlare della sua metamorfosi – davvero indegna di un dio – in un toro muggente; ma i greci non se ne vergognano affatto. A un dio attribuiscono l’adulterio; ma se è adultero non lo si dica dio!
. Di certi cosiddetti dèi poi vanno raccontando che furono soggetti alla morte, andarono incontro a peripezie, furono colpiti dal fulmine: vedi fino che punto umiliano la maestà divina!
. Per curare sì terribile piaga non scese dunque invano dal cielo il Figlio di Dio! Scese forse invano il Figlio di Dio a rivelare il Padre? Il motivo che ha mosso l’Unigenito a discendere dalla destra del trono, l’hai inteso: era vilipeso il Padre, il Figlio stesso per mezzo del quale aveva creato ogni cosa doveva scendere per riportare al suo Signore il mondo deviato dalla retta strada, sanandolo dalla piaga dell’idolatria, dal male peggiore che ci sia, adorare al posto di Dio una pietra!

12. Non vi sono due divinità, del bene e del male
Il diavolo ha ingaggiato la sua lotta non solo tra i pagani, ma anche tra tanti che falsamente si chiamano cristiani, fregiandosi a torto del soavissimo nome di Cristo, in quanto hanno avuto l’empia temerarietà di dire Dio estraneo alle sue creature: parlo della famigerata razza di eretici che empiamente odia il Cristo fingendo di amarlo.
Mostrano di essere nemici del Figlio, perché oltraggiano il Padre sfrontatamente affermando che vi sono due dèi, uno buono e l’altro cattivo. Oh, quanta cecità! Se vi è una divinità non può che essere assoluta bontà, perché se non fosse buona a che titolo la diremmo divinità? La bontà è il proprio di Dio! Ora, se è vero, come è vero, che misericordia, benignità e onnipotenza si addicono a Dio, costoro non possono che scegliere tra due vie: o dare il nome di Dio a uno cui si attribuisce come propria energia la bontà, o chiamare solo di nome Dio uno cui si vuole comunque negare tale energia.

13. Assurdità di ogni dualismo assoluto
Alcuni eretici hanno persino parlato di due dèi o di due princìpi 51 , rispettivamente del bene e del male, come di due fonti entrambe non generate e in quanto tali entrambe uguali e parimenti potenti. Dicono che la luce .distrugge le tenebre, ma in che modo? Stanno insieme o separate? Non possono esistere insieme, perché, come dice l’Apostolo, nulla hanno in comune la luce e le tenebre ; se stanno l’una lontana dall’altra, ognuna delle due parti in un posto loro proprio, in un posto assolutamente diverso, noi che senza dubbio siamo dalla parte dell’unico Dio non potremmo evidentemente che adorare lui solo, anche se consentissimo alla loro follia. Ma a prescindere da questo, domandiamo loro cosa pensano del Dio del bene: è potente o no? Se è potente, come ha potuto permettere si insinuasse e gli si contrapponesse il male sussistente che non vuole, contro la sua volontà? Se non si introdusse a sua insaputa e non poté impedirglielo, dovremmo dirlo impotente; se poteva impedirglielo e non glielo impedì, dovremmo accusarlo di tradimento! Ecco la loro follia: dicono che nella creazione del mondo il male non ebbe nulla da fare col Dio buono, ma affermano che il male occupa solo la quarta parte del mondo
. Mentre dicono che il Dio buono è Padre del Cristo e che il sole è Cristo, vengono poi a dire che il sole è opera del dio del male; perché se, secondo loro, il mondo fu fatto dal dio del male, il sole fa pur parte del mondo
. Ma come può il Figlio del Dio buono operare pur contro voglia a servizio del Dio del male? Parlando di cose simili corro il rischio di infangarvi. Ne ho parlato tanto quanto basta per evitare che qualcuno di voi qui presenti per ignoranza si impantani in questo brago ereticale. Sapevo di imbrattarmi le labbra e di offendere le vostre orecchie, ma è molto meglio sentire la confutazione di tali assurdità che cadervi per non averle conosciute. Molto meglio per te dunque fare esperienza del fango per poterlo poi avere in abominio, che cadervi per non averne avuto conoscenza. Bisogna conoscere le empie insidie dei sofismi ereticali, sono tante!
. Quando si esce dall’unica via maestra di verità, è facile cadere in precipizi.

14. Simon Mago per primo si disse emanazione di Dio
Primo autore di ogni eresia era stato Simon Mago, quel Simone che, secondo gli Atti degli Apostoli, s’era illuso di poter comprare col denaro l’inestimabile grazia dello Spirito Santo, ma si sentì dire: «Non v’è parte né sorte per te in questa cosa, ecc.»
. Era scritto di lui: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi»
. Scacciato dagli apostoli, era andato a Roma, e lì s’era unito a una meretrice di nome Elena. Qui per primo aprì la sua bocca blasfema per dirsi spudoratamente: il Padre, già apparso sul monte Sinai; Gesù Cristo, poi apparso tra i giudei sotto le apparenze di uomo
; lo Spirito Santo, che il Cristo aveva promesso di mandare quale consolatore. Riuscì a ingannare gli abitanti di Roma, a tal punto che Claudio gli innalzò una statua alla cui base fece scrivere: «A Simone, dio santo» 59 .

15. I servi di Dio che smascherano Simon Mago
Poiché l’errore si propagava, per ricondurre sulla retta via quanti vi erano caduti sorsero due eminenti personaggi, i capi della Chiesa Pietro e Paolo che lì erano sbarcati
. Ben presto poterono far vedere loro il cadavere di questo Simone che s’era fatto credere un dio. Perché Simone aveva promesso che si sarebbe innalzato al cielo su un veicolo sollevato in aria da demoni, i servi di Dio piegarono unanimi le ginocchia in preghiera, e sperimentarono la verità della promessa di Gesù: «Se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, sarà loro concessa»
. Scoccarono contro il mago il dardo della preghiera concorde e lo fecero stramazzare giù a terra. Il fatto è davvero straordinario, ma non deve destarti meraviglia di sorta. Di fatto, nessuna meraviglia provò Pietro, che aveva in suo potere le chiavi del regno dei cieli
; e nessuna ne provò Paolo che rapito al terzo cielo, nel paradiso, ascoltò parole arcane che uomo non può ridire
: fecero precipitare quell’uomo datosi per Dio dal cielo in terra, ma avrebbe dovuto essere precipitato nel profondo dell’inferno. Così a questo primo perfido drago fu mozzata la testa, ma non la radice che ripullulò: se ne sono dovute constatare tante teste!

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16. Gnostici, ebioniti, marcioniti mistificatori della fede
In seguito seguirono Simone, per la rovina della Chiesa, Cerinto e Menandro, Carpocrate e Marcione
. Marcione infatti affermò che vi sono due dèi, l’uno opposto all’altro, predicando tutto l’opposto di quanto insegnò il Figlio pregando: «Padre giusto!» . Dicendo infatti che altro è il Padre e altro il Creatore del mondo, si pose in aperto contrasto con le parole del Figlio: «Dio veste l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno... ; fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti . Si rese poi famoso per un’altra perversa invenzione. Per primo infatti si rifiutò di credere alle testimonianze dell’Antico e del Nuovo Testamento, osando espungere testi molto autorevoli 69 : abbandonato Dio, negò fede alla sua parola; e venuti così meno gli araldi della verità, corruppe la fede della Chiesa.

17. La gnosi paganeggiante di Basilide e di Valentino
A Marcione successe un altro tipo, il malfamato Basilide, uomo davvero perverso, predicatore di dissolutezza
. In perversione fu suo rivale Valentino, il predicatore di trenta dèi: i greci ne contano di meno, egli invece che si diceva cristiano senza esserlo, ne aumentò il numero fino alla cifra tonda di trenta. Ponendo a principio della sua dottrina di Bythos (= Abisso) l’abisso della sua iniquità, precisò che Abisso generò Sige (= Silenziosità), e poi unitosi incestuosamente a Sige generò il Logos (= Verbo); peggio di Giove che i greci dicono si sia unito alla sorella, perché Valentino fa di Sige la figlia di Abisso. Ecco quali assurdità propone gabellandole per dottrina cristiana! Ma aspetta un po’, e ne sentirai di più empie e odiose. Aggiunge infatti che Abisso generò otto Eoni, e questi otto ne generarono altri dieci, questi dieci ne generarono altri dodici di sesso maschile e femminile. Ma chiedo su che cosa si basi per parlare di questi trenta Eoni. Mi porta come fondamento la Scrittura che parla del battesimo di Gesù all’età di trenta anni!
. Ma, ammesso che Gesù sia stato battezzato a trenta anni
, che valore ha questo argomento? Perché invece dei trenta anni non prendere i cinque pani distribuiti a cinquemila persone per poter concludere che vi sono dieci dèi, oppure perché non prendere i dodici discepoli per poter dedurre che gli dèi sono dodici?

18. La Sapienza di Dio secondo il mito valentiniano
Ma la suddetta empietà è ben poca cosa rispetto alle altre, perché egli arriva a tal punto di temerarietà da dire che la Sapienza di Dio non è che l’ultimo Eone e per di più ermafrodita. Oh, l’empietà! La Sapienza di Dio è Cristo suo Figlio, l’Unigenito
! Il discorso di Valentino riduce la Sapienza di Dio al trentesimo e ultimo elemento di sesso femminile, aggiungendo che essa cercò di vedere il Dio supremo, ma non ne sopportò il fulgore; cadde dal cielo e fu radiata dal numero dei trenta Eoni; scoppiò in pianto e con le lacrime generò il diavolo, con il pianto versato per la caduta formò il mare. Vedi che empietà? Come può infatti la Sapienza generare il diavolo, l’Intelletto il male, la Luce le tenebre? Dice poi che il diavolo generò altri, alcuni dei quali costruirono il mondo, e che il Cristo è disceso quaggiù per distogliere gli uomini dal creatore del mondo.

19. Non intrattenerti con i valentiniani e con gli empi
Per concepire sempre più orrore di tale gente, senti anche cosa vadano blaterando del Cristo Gesù. Insegnano infatti che dopo la caduta della Sapienza, gli altri ventinove Eoni sentendo venir loro meno la pienezza dei trenta, misero insieme ciascuno una piccolissima parte di sé per farne il loro Cristo ermafrodita. Ma vi può essere empietà più grave e più deplorevole? Te ne parlo perché possa abominarne maggiormente l’errore, ma tu evita il contatto con tale empietà. Ad un eretico di tal fatta non porgere neppure il saluto , per non avere a che fare con le opere sterili delle tenebre . Non cercare di penetrare i loro segreti, né farti venire la voglia di intrattenerti con essi.

20. Mani raccolse in belle parole il fango di tutte le eresie Abbi orrore di tutti gli eretici, ma in misura particolare di colui che anche con il nome non dice che mania
. Cominciò a essere noto di recente, dal tempo dell’imperatore Probo ; e di fatto, risalendo il suo errore a circa settanta anni or sono, c’è ancora gente che l’ha potuto vedere con i propri occhi. Tu però abbi orrore di Mani non per il fatto che la sua eresia è recente, ma perché la sua dottrina è in sé e per sé empia. Abominio per questo artefice di malvagità e ricettacolo di sporcizia, che ha raccolto il fango di tutte le eresie e, per distinguersi in malizia, è andato a raccattarne da ognuna tutto il male ! Costruendo un’eresia piena di bestemmie e d’ogni sorta di iniquità, ha infangato la Chiesa o a dir vero gli estranei alla Chiesa che da lui come da un leone sono stati raggirati e divorati
. Non badare alle loro belle parole né alle loro finzioni di umiltà, perché costoro sono come serpenti, razza di vipere
. Anche Giuda disse: «Salute, o maestro», e lo tradiva
. Non badare ai loro baci, anzi guardati dal loro veleno.

21. Mani non fu mai cristiano
Perché non crediate che le mie accuse contro Mani siano gratuite, diciamo in poche parole chi fu e almeno in parte quale fu la sua dottrina. Per esporne esaustivamente tutte le immondizie non basterebbe l’eternità intera. Tieni ben a mente per giovartene a suo tempo quanto, già detto a chi vi ha preceduto, torno ad esporre per quanti mi ascoltano oggi, a chi non sa perché apprenda e a chi sa perché ricordi. Mani non fu cristiano, non sia mai! Non fu scacciato come Simone dalla Chiesa: né lui né chi ne ha anticipato la dottrina. Il suo infatti fu un saccheggio e un’appropriazione di errori di altri; senti di quali, e del modo con cui se ne appropriò.

22. Mani si appropriò dei quattro scritti di Sciziano
Uno di essi fu un tal Sciziano d’Egitto, di razza saracena, che mai nulla ebbe in comune né col giudaismo né col cristianesimo
. Risiedendo ad Alessandria, dove seguiva i princìpi della vita aristotelica, compose quattro libri: uno intitolato Vangelo – conteneva il nome di Cristo, non i fatti –, un secondo intitolato I capitoli, un terzo I misteri, e un quarto oggi tanto in voga, Il Tesoro 84
Aveva un discepolo di nome Terebinto, ma il Signore pose fine a quella cattedra di pestilenza, mandando una malattia mortale a Sciziano mentre imperversava dappertutto per la regione di Giudea dove era venuto.
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23. Cubrico-Mani erede dei libri di Terebinto
Restavano però a perpetuare l’empietà di Terebinto i suoi libri, che ereditò assieme alle altre cose la sua vedova.
Questa non avendo parenti e nessun altro, decise di comprarsi col denaro un fanciullo di nome Cubrico; l’adottò e lo fece istruire come un figlio nelle discipline persiane, acuendo così quel dardo di morte che sarebbe stato esiziale per l’umanità. Perché Cubrico pur essendo un miserabile schiavo crebbe in mezzo ai filosofi, e quando dopo la morte della vedova ne ereditò con le sostanze anche i libri, non volle più saperne del-l’umiliante nome di schiavo che portava. Si fece chiamare non più Cubrico bensì Mani, nome che in lingua persiana significa allocuzione, perché pensò che il nome di Mani lo facesse additare quale abile parlatore e ottimo oratore. Fece di tutto per avere una buona fama conforme al nome secondo l’accezione che il termine ha in persiano, ma per divina disposizione con questo nome si sarebbe suo malgrado da se stesso mal presentato: mentre cercava un buon nome in Persia, adottava un termine che in Grecia significa colpito da mania, e così si denunziava da sé come pazzo

. 24. Mani falso Paraclito e pessimo medico
Ebbe poi la tracotanza di proclamarsi il Para-clito!
. Sta scritto: «Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono»
. Egli, affermando di essere lo Spirito Santo, l’ha bestemmiato; dunque chi sta in comunione con gente che in qualche modo lo segua, veda con chi ha a che fare: quello schiavo infatti ha messo in subbuglio il mondo intero! Vero è che «fra le tre cose per cui freme la terra, anzi tra le quattro che non può sopportare, v’è lo schiavo che diventi re»
. Egli si mise in primo piano, e cominciò a promettere più di quello che può fare un uomo
. Ammalatosi il figlio del re di Persia, accorrevano attorno a lui tanti medici, e venne anche Mani. Come uomo di grande pietà, promise che l’avrebbe risanato lui mediante le sue orazioni, e i medici si ritirarono. Ma venuti meno i medici venne meno anche il fanciullo, che passando di vita smascherò l’empietà del millantatore di vita filosofica. Mani allora fu messo in carcere, carico di catene non per aver ripreso il re in nome della verità, non per aver ridotto in frantumi degli idoli, bensì per l’impostura di aver assicurato la salute del fanciullo per farlo poi non guarire ma morire per mancanza di cure mediche, perché facendo allontanare i medici dal malato l’aveva privato dell’arte che avrebbe potuto salvarlo, di fatto quindi assassinandolo
.
25. Blasfemo e schiavo, impostore e assassino, detenuto e per sesta infamia evaso
Tra le tante sue infamie voglio rilevare queste; annotale nel registro della memoria. La prima infamia fu quella della bestemmia. In secondo luogo, essendo uno schiavo simulò di essere libero, mentre l’essere schiavo non doveva per lui essere motivo d’accusa. La terza infamia fu di aver mancato alla promessa per impostura. La quarta fu l’assassinio del fanciullo e la quinta il carcere che si meritò. Ma questa ultima infamia non gli bastò, perché ad essa aggiunse quella della fuga dal carcere. Di fatto il sedicente Paraclito che si vantava di lottare per la verità, ben lungi dal seguire l’esempio di Gesù pronto ad andare incontro alla croce, invece fuggì, e per aver preso la fuga fu mandato al supplizio dal re di Persia. Infine, dopo aver procurato colpevolmente, per la sua superbia, la morte del fanciullo, Mani si rese anche responsabile, per la sua fuga, della morte dei carcerieri. Né, essendosi reso responsabile della loro morte, credette di dover intercedere per loro, come fece Gesù dicendo: «Se cercate me, lasciate andare costoro» 91 , o come fece Giona dicendo: «Prendete me e gettate me in mare, perché questa tempesta è sorta per causa mia»

. 26. Archelao confuta Mani che divide il Dio dell’Antico Testamento da quello del Nuovo
Fuggito dal carcere, andò in Mesopotamia, dove si trovò dinnanzi il vescovo Archelao, che da vero scudo della giustizia lo confutò innanzi a un tribunale di filosofi e alla presenza di un uditorio pagano, convocato da lui perché non sembrasse che i giudici parteggiassero per i cristiani
. Archelao cominciò col dire a Mani: «Esponici la dottrina che predichi». Ed egli, aprendo la bocca blasfema, come se levasse il coperchio ad un sepolcro , cominciò a vomitare bestemmie contro il Creatore del mondo, dicendo responsabile del male il Dio dell’Antico Testamento perché egli stesso disse di sé: «Io sono fuoco che consuma»
. All’affermazione blasfema il saggio Archelao replicò: «Tu affermi che il Dio dell’Antico Testamento disse di sé che è fuoco, ma allora di chi è figlio colui che affermò: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra ? Se poi biasimi chi ha detto d’essere il Signore che fa morire e fa vivere , perché lodi Pietro per aver rianimato Tabita e fatto morire Saffira ? Nel Dio dell’Antico trovi riprovevole il fatto che ha creato il fuoco, e non hai da obiettare contro chi disse: Via da me, andate al fuoco etern ? Se hai da obiettare contro chi disse: Sono Dio, io faccio la pace e creo i mali 100 , spiegami come mai Gesù abbia detto: Non sono venuto a portare la pace ma la spada 1
. Se il Dio dell’Antico e quello del Nuovo hanno fatto uguali affermazioni, una delle due: o entrambi hanno ragione, essendo identiche le loro affermazioni, o ad ogni costo giudichi sempre irreprensibili le parole di Gesù e sempre riprovevoli quelle del Dio dell’Antico Testamento».

27. Le cose di Dio vanno nascoste agli infedeli
Allora Mani gli replicò: «Chi è dunque il dio che rende ciechi, del quale parla Paolo dicendo che il dio di questo mondo ha reso ciechi i pensieri degli infedeli perché non brilli per loro la luce del Vangelo?» 1 . Archelao rintuzzò brillantemente la domanda rispondendogli: Leggi il testo precedente: Se il nostro Vangelo rimane ancora velato, lo è solo per quelli che si perdono 1
. Puoi vederlo da te, si parla di ciò che andava nascosto a quelli che volevano perdersi, perché non bisogna dare le cose sante ai cani
. Inoltre, forse che soltanto il Dio dell’Antico Testamento ha reso ciechi i pensieri degli infedeli, o non ha detto anche Gesù di parlare in parabole perché vedendo non vedessero ? Né Gesù voleva per odio che essi non vedessero. Lo volle perché essi se n’erano resi indegni tappandosi gli occhi
. Di fatto la grazia viene sospesa quando interviene la cattiva volontà dell’uomo. Secondo questa scelta «a chi ha sarà dato, e a chi non ha sarà tolto anche quello che crede di avere»

. 28. Dio acceca gli occhi per difenderli dal luccichio mon-dano o dalla sua luce ineffabile
Si può accettare anche l’esegesi, non certo priva di senso, di chi spiega Paolo dicendo che Dio accecò i pensieri degli infedeli per il loro bene, perché volle innalzare il loro sguardo ai beni di lassù. Sta scritto infatti che degli infedeli accecò non l’anima ma i pensieri, per esempio del fornicatore i pensieri di fornicazione, del ladro i pensieri di ruberia o di rapina, accecando parte dell’uomo per salvare tutto l’uomo. Ma se non vuoi accettare questa interpretazione, ve n’è ancora un’altra, quella della luce divina che come quella del sole acceca quanti hanno la vista debole o gli occhi malati: non è il sole che colpendo con la sua luce acceca, ma è l’organo della vista che non regge alla luce del sole. Così anche gli infedeli spiritualmente malati non reggono alla vista del fulgore divino. L’Apostolo non ha detto che Dio ha accecato i loro pensieri perché non intendessero il Vangelo ma perché non li folgorasse lo splendore della gloria del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo
. A tutti è dato di ascoltare il Vangelo, ma la gloria del Vangelo è riservata ai veri fedeli di Cristo; perciò il Cristo a chi non poteva intendere parlò in parabole , e illuminò particolarmente i discepoli perché reggessero allo splendore della gloria da cui gli infedeli rimanevano accecati. Così anche adesso la Chiesa espone i misteri a te che stai per lasciare la classe dei catecumeni, ma non è solita esporli ai pagani. Non spieghiamo gli arcani che riguardano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ai pagani, così come non parliamo apertamente con i catecumeni di quanto concerne i misteri. Ne facciamo tanto spesso cenno, ma in maniera velata, perché li comprendano i fedeli già istruiti, ma non ne traggano nocumento quelli che non ne sono al corrente.

29. Lo Pseudoparaclito fuggiasco, arrestato e scorticato vivo
Mani, stretto da Archelao con i suddetti e molti altri argomenti, si divincolava come una serpe; ma infine, da lui battuto, si diede alla fuga scappando di lì come prima dal carcere. Si diresse alla volta di un villaggio di nessuna importanza per sfuggire all’avversario, ma seguiva l’esempio del serpente che in paradiso lasciò stare Adamo per insidiare Eva. Archelao però, da buon pastore premuroso per le sue pecorelle, non appena ebbe sentore della sua fuga non si diede pace e subito corse a scovare il lupo. Al vedere inaspettatamente arrivare il suo avversario, Mani ebbe come un sussulto; ma poi ancora una volta, l’ultima, fuggì. Lo catturarono in fuga gli sgherri del re che lo cercavano dappertutto perché fosse eseguita quella sentenza che avrebbe dovuto ricevere davanti ad Archelao.
Mani dunque – quel Mani che i suoi discepoli adorano –, catturato, fu condotto davanti al re, che dopo avergli rinfacciato sia le menzogne sia la fuga e avere irriso alla sua condizione di schiavo, vendicò la morte di suo figlio e anche quella dei carcerieri di cui aveva causato l’uccisione.
Ordinò secondo la legge persiana che Mani venisse scorticato vivo e i resti del suo corpo fossero dati in pasto alle fiere. Quella pelle poi, ricettacolo del suo spirito perverso, fu appesa davanti alle porte come un sacco. Così finì colui che s’era proclamato il Paraclito e aveva predetto il futuro, ma non aveva saputo prevedere che avrebbe dovuto fuggire ed essere arrestato.

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30. Tommaso, Budda ed Erma. Assurdità della metempsicosi
Mani ebbe tre discepoli: Tommaso, Budda ed Erma
. Esiste un Vangelo secondo Tommaso, ma nessuno lo legga perché non è di uno dei dodici apostoli ma di uno di questi tre perversi discepoli di Mani. Nessuno corra dietro ai manichei: sono corruttori delle anime! Si danno l’aria di persone austere, perché digiunano, dormono sulle canne e si astengono dall’acqua; ma fanno largo uso degli alimenti che rimproverano a Dio d’aver creato. Proibiscono poi di tagliare erbe o piante del genere per via della loro dottrina secondo cui chi le taglia sarà in esse trasformato. Ma allora queste erbe o piante del genere sarebbero contadini o figli di giardinieri, trasformati in esse per averle recise? E se un giardiniere evidentemente ne taglia tante, in quali di esse finirebbe trasformato? Sono dottrine veramente ridicole e non solo riprovevoli, dovrebbero vergognarsene! Chi pasce delle pecore, e abbia ucciso una pecora e un lupo, in quale delle due specie animali sarà trasformato? Tanti uomini, che prendono nelle reti dei pesci e catturano a caccia degli uccelli, saranno trasformati in pesci o in uccelli?
31. Maledicono Dio mentre si nutrono dei suoi doni
Mi rispondano ora i manichei, figli dell’ozio che non lavorano ma si nutrono dei frutti dell’altrui lavoro. Accolgono con volto lieto quelli che portano loro i cibi, ma invece di benedire lanciano maledizioni, perché chi scioccamente porta da mangiare a un manicheo si sente dire: «Aspetta un po’ che prima ti benedica», ma poi gli sente rivolgere al pane che tiene nelle mani queste parole, che mi hanno confidato dei manichei pentiti: «Non ti ho fatto io!». Si scusa e maledice l’Altissimo, bestemmia il Creatore e si nutre dei cibi da lui creati! Ma se detesti gli alimenti, perché accogli con lieto volto chi te li porta? Se senti riconoscenza per chi è venuto a portarteli, perché bestemmi chi creandoli te li ha procurati? Bei ringraziamenti davvero le sue imprecazioni: «Io non ti ho seminato, sia seminato chi ti seminò; io non ti ho mietuto, sia mietuto chi ti mieté; io non ti ho cotto, sia cotto chi ti còsse»

32. Disonorano Dio con riti turpi
Le suddette perversioni sono gravi, ma di poco rilievo al confronto con le altre. Non oso esporre i particolari del lavacro che celebrano alla presenza di uomini e donne insieme; né oso specificare di che cosa sia inzuppato il fico che malauguratamente si scambiano gli uni con gli altri. Basti questo cenno, perché gli uomini pensino a quanto capita loro in certi sogni e le donne a quel che avviene loro durante le mestruazioni; ci sporchiamo davvero la lingua al solo farne cenno!
. Forse che al loro confronto ci possono apparire più detestabili i pagani, più sciagurati i samaritani, più empi i giudei, più impuri i fornicatori? Chi commette peccato di fornicazione soddisfa la concupiscenza per un’ora, e se ne pente condannando il suo operato, cosciente della sua impurità, ricorre al lavacro concependo odio per il suo comportamento; ma il manicheo crede di fare con tali sue sozzure l’offerta da deporre nel mezzo dell’altare, con essa contaminando e bocca e lingua. Da una bocca siffatta, o uomo, accoglierai degli insegnamenti? Gli andrai incontro, e persino gli ricambierai il bacio?
. Come non fuggire tale bacio empio e contaminante, delle persone che superano per scostumatezza e odiosità tutti quelli che frequentano ogni specie di postriboli?

33. La pioggia, dono di Dio e non sudore degli Arconti
A costo di toccare argomenti scabrosi, la Chiesa vuole denunziarti i loro osceni errori perché non ne rimanga insozzato. Perché tu non cada vittima di tali piaghe, essa te ne svela la presenza
; ma tu per evitarle contentati della conoscenza senza volerne fare ’esperienza. Tutti tremiamo quando Dio tuona, ma i manichei colgono l’occasione per bestemmiarlo; tutti pieghiamo a terra le ginocchia quando Dio manda i fulmini, ma essi proprio allora con lingua blasfema sfidano il cielo. È il Padre, disse Gesù, che «fa brillare il sole sui giusti e sugli ingiusti, che fa cadere la pioggia sui buoni e sui cattivi» 119 ; ma essi blaterano che la pioggia ha origine da mania erotica in cielo di una fanciulla bellissima e di un adolescente di pari avvenenza. Osano dire che la stagione dei cammelli o dell’inverno è il tempo della loro turpe concupiscenza. Il giovinetto si mette a inseguire la fanciulla che fugge, poi a furia di inseguire e di correre suda, dando con i suoi sudori origine alle piogge. Sta scritto nei libri dei manichei che ho voluto leggere indagandone le dottrine, non perché credessi a quanto essi raccontano ma per la cura che ho di rinsaldare la vostra fede.

34. Dio custodisca i suoi fedeli dall’errore
Il Signore vi difenda da tale errore! Vi conceda lui di opporvi al serpente, di calpestare la testa del drago manicheo contrattaccandolo come esso cerca di insidiare il vostro calcagno
. Ricordatevi di quanto vi ho detto. Che cosa ha in comune la nostra dottrina con la loro, la luce con le tenebre, la nobile condotta ecclesiale con l’abominazione manichea ? Qui abbiamo ordine, vera dottrina, santità e purezza di vita casta. La Chiesa condanna persino uno sguardo dato per concupiscenza a una donna , custodisce la santità del matrimonio, esalta la vita continente e la verginità angelica. Qui ci alimentiamo ringraziando dei cibi il Signore, riconoscenti al Creatore dell’universo, adoriamo il Padre del Cristo, impariamo a temere trepidanti Colui che fa piovere e a .innalzare inni di lode per Colui che manda i tuoni e i fulmini.

35. Nella Chiesa apprendiamo la verità sull’unico Dio
Non lasciare mai la Chiesa, aggregati alle pecore e fuggi i lupi. Abbi in abominio quanti si siano resi sospetti delle suddette nefandezze, né affidarti sconsideratamente ad essi se prima non ne hai per un certo tempo constatata la conversione. La Chiesa ti ha trasmesso la verità sull’unità di Dio, a te adesso di riconoscere il sano alimento dai tanti che ti si offrono, custodire la buona moneta e rigettare quella falsa, comunque ti sia presentata
. Se non l’avessi finora rigettata, adesso riconoscila e detestala, non hai altra via di salvezza. Non tornare al vomito, e odiala dal profondo del cuore. Proponiti di stare lontano da costoro, non solo con la bocca ma anche col cuore. Adora il Padre del Cristo, Dio della Legge e dei Profeti; riconosci in lui il solo e medesimo Dio, buono e giusto. Egli vi custodisca al riparo da ogni caduta e da ogni scandalo, fermi nella fede in Cristo Gesù nostro Signore, cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

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.SETTIMA CATECHESI BATTESIMALE
IL PADRE

Settima catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sul nome di Padre, dopo la lettura dell’Epistola agli Efesini: «Perciò io piego le ginocchia dinanzi al Padre, da cui ogni paternità prende nome in cielo e sulla terra, ecc.»

. 1. Crediamo alla paternità di un solo Dio
Ieri vi ho parlato abbastanza tutto il giorno sull’unità di Dio; ho detto abbastanza, non tutto quello che l’argomento avrebbe richiesto, perché esaurire sì vasto argomento non è possibile affatto a un uomo. Nei limiti delle mie povere capacità, ho cercato di ripercorrere le divergenti vie ereticali degli empi nemici di Dio, scuotendomi di dosso il fango e il loro veleno micidiale mentre ne ricordavo gli errori non a mio danno, ma per farvele sempre più detestare. Ora torniamo a noi, e disponetevi ad accogliere le verità di fede che salvano. A partire dall’unità di Dio parliamo della sua paternità. Professando infatti la fede in un solo Dio Padre, dobbiamo non solo credere in un solo Dio ma accogliere con pietà anche la fede che lo dice Padre del nostro Signore Gesù Cristo, dell’Unigenito.

2. Eleviamoci al di sopra del monoteismo giudaico
Il nostro pensiero dovrà elevarsi al di sopra di quello giudaico. Gli ebrei professano tra le loro dottrine quella di un solo Dio – perché negarlo, benché spesso l’abbiano negata cadendo nell’idolatria? –, ma non accettano quella che dice Dio anche Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Si oppongono in questo al pensiero dei loro stessi profeti che, come attesta la Sacra Scrittura, ne parlarono. Sta infatti scritto: «Il Signore mi disse: “Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato”» ; ma essi, come sta pure scritto, «fremono e complottano contro il Signore e contro il suo Cristo» ! Pensano che sia possibile essere amati dal Padre e non adorarne il Figlio ; non sanno che nessuno può andare al Padre se non attraverso il Figlio
. L’ha detto lui: «Io sono la porta» , «Io sono la via»
. Chi perciò disprezza questa via che conduce al Padre o rifiuta di entrare per questa porta, non sarà fatto degno di giungere a Dio. I giudei negano il valore anche del salmo ottantottesimo che recita: «Egli mi invocherà: “Tu sei mio Padre e mio Dio, Patrono della mia salvezza”; e io farò del mio unigenito il più potente tra i re della terra»
. Infatti, forzando il testo, alcuni dicono che queste parole sono rivolte a Davide o a Salomone oppure a uno dei loro successori. Ma allora mi spieghino perché le parole profetiche gli preannunzino un trono «splendido al pari dei giorni del cielo, quasi sole sfolgorante dinanzi a Dio, o come luna perennemente piena di luce»
; mi dicano perché non tengono in nessun conto quelle altre parole della Scrittura: «Ti ho generato dal mio seno prima del-l’aurora» , «Durerà finché il sole precederà la luna, di generazione in generazione»
. Non è un vero colmo di insipienza riferire questi testi a un uomo?

3. Dal Padre creatore proviene ogni paternità creata
Davanti a tali o simili argomenti i giudei però non deflettono dalla loro ostinazione nel non credere; e se non si fanno convincere da queste espressioni, perdiamo la speranza di guarirne l’incredulità. Quanto a noi, accogliendo quel che la fede ci insegna, adoriamo un solo Dio, il Padre del Cristo, al quale sarebbe empio non riconoscere quella dignità di padre che egli elargisce partecipandola a tutti i padri
. Ma noi proclamiamo la nostra fede in un solo Padre, in quanto vogliamo inculcare nel cuore di chi ascolta anche la fede nel suo Unigenito. Ne tratteremo nella prossima esposizione dedicata alla cristologia, inseparabile del resto dalla presente catechesi sul Padre.

4. Confessando il Figlio confessiamo il Padre
La parola e la nozione di padre sono strettamente collegate a quelle di figlio, tanto che chi dice figlio pensa senz’altro a un padre. Non c’è dubbio, in tanto uno è padre in quanto ha un figlio, e in tanto uno è figlio in quanto ha un padre.
Nessuno, dunque, creda che noi professando prima la fede «in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili», e poi aggiungendo: «in un solo Signore Gesù Cristo», siamo così empi da mettere l’Unigenito in secondo ordine per il fatto che ne pronunziamo il nome dopo quello di Dio Padre e dopo aver nominato il cielo e la terra. Lo facciamo perché dicendo noi padre, il nostro pensiero corre direttamente al Figlio, in quanto tra il Padre e il Figlio non ci sono intermediari

5. Padre dell’Unigenito dall’eternità
Vero è che diamo a Dio il nome di padre in senso lato, in quanto dà l’esistenza a tutta la moltitudine degli esseri, ma in senso stretto e non traslato egli è padre d’un solo figlio, dell’Unigenito Signore nostro Gesù Cristo, padre dunque da sempre dell’Unigenito e non divenuto padre nel tempo, quasi che prima fosse senza prole e soltanto dopo sia per sua scelta divenuto padre
. No, era padre già prima che le cose esistessero e prima che gli esseri esistenti lo percepissero, prima del tempo e prima di tutti i secoli. Perciò, da sempre possiede la dignità di padre, e per tale dignità è adorato al di sopra di tutti gli altri esseri
. Questa sua paternità si attua senza passione, non per unione di sessi che comporta uno svuotamento della conoscenza e versamenti seminali, non per via di diminuzione e di alterazione; non per nulla sta scritto che «ogni dono perfetto procede dall’alto e discende dal Padre dei lumi in cui non c’è alterazione né ombra di mutamento»
. Il Padre perfetto genera un Figlio perfetto dando tutto al generato; l’ha detto Gesù stesso: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio»
. Solo l’Unigenito quindi può onorarlo, l’ha detto egli stesso affermando prima: «Io infatti onoro il Padre mio» , poi aggiungendo: «Io osservo i precetti del Padre mio e rimango nel suo amore»
. Per questo anche noi lo invochiamo con l’Apostolo che disse: «Benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione» , e ancora: «Pieghiamo le ginocchia dinanzi al Padre da cui ha origine ogni paternità in cielo e sulla terra»
. Glorifichiamo il Padre assieme all’Unigenito, perché «negando il Padre non abbiamo a negare anche il Figlio», e «riconoscendo il Figlio possediamo anche il Padre»
. Confessiamo «il nostro Signore Gesù Cristo che è nella gloria di Dio Padre»
.
6. Padre dell’antica e della nuova Gerusalemme
Noi dunque adoriamo il Padre del Cristo che ha creato il cielo e la terra, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe in onore del quale fu costruito, qui di fronte a noi, il primo tempio
. Non vorremmo mai, infatti, fare come gli eretici che separano l’Antico dal Nuovo Testamento; ma daremo sempre ascolto alle parole che il Cristo stesso pronunziò, riferendosi a questo tempio: «Non sapevate che dovevo restare nella casa del Padre mio?» , e alle altre: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato»
. Tali espressioni dicono molto chiaramente che l’antico tempio di Gerusalemme fu la casa di suo Padre. Chi non vi credesse e volesse prove più abbondanti circa l’identità del Creatore di tutte le cose con il Padre del Cristo, ne ascolti ancora queste altre parole: «Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro che è nei cieli lo voglia»
; «Guardate gli uccelli del cielo! Non seminano, non mietono né raccolgono nei granai; e il Padre vostro che è nei cieli li nutre»; «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero»

7. Padre del Cristo per natura, Padre nostro per adozione
Per evitare ora che per ingenuità o per malizia si prenda motivo dalle parole del Cristo: «Ascendo al Padre mio e al Padre vostro» per poter ipotizzare che egli possa essere stato sì un uomo degno di onore, ma sempre un uomo benché uno tra i giusti figli dell’uomo, penso sia bene specificare il significato molteplice che in realtà ha il semplice nome di padre. Cristo lo specificò chiaramente, sì da non dare luogo a ipotesi, distinguendo a ragion veduta «Ascendo al Padre mio» da «Ascendo al Padre vostro», e non dicendo indistintamente: «Ascendo al Padre nostro». Prima disse: «Padre mio», parlando della sua relazione per natura col Padre; poi disse: «Padre vostro», parlando della nostra relazione per adozione con il Padre, così come facciamo anche noi dal momento che fatti degni di questa particolare condizione per dono della sua misericordia preghiamo: «Padre nostro che sei nei cieli»
. Siamo infatti degni di invocarlo come padre per la sua ineffabile misericordia. Non per nostra figliolanza secondo natura dal Padre celeste, ma per grazia del Padre mediante il Figlio e lo Spirito Santo siamo stati trasferiti dallo stato di schiavitù a quello della figliolanza.

8. I profeti annunziarono la paternità di Dio per adozione
Chi vuole approfondire il senso che noi diamo al termine padre quando con esso ci rivolgiamo a Dio, ascolti le parole del buon pedagogo Mosè: «Non è Dio il padre che ti ha creato, che ti ha strutturato e ti ha costituito?» , oppure ascolti la preghiera del profeta Isaia: «Ma tu, Signore, sei nostro padre, noi l’argilla e tu il vasaio; siamo tutti opera della tua mano»
. La grazia profetica dunque aveva chiaramente preannunziato che noi avremmo chiamato Dio nostro padre non per natura ma per la grazia divina dell’adozione.
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9. Lo chiamiamo Padre perché ci ha mandato il suo Figlio
Perché ti renda sempre più conto che la Sacra Scrittura non usa il termine padre solo per indicare la paternità naturale, senti come s’esprime Paolo: «Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma certo non molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo»
. Ora, Paolo non fu certamente padre dei Corinzi per generazione fisica, ma lo era perché li aveva istruiti e spiritualmente generati. Anche Giobbe, dicendo in senso simile: «Padre io ero per i poveri» , non si diede il nome di padre perché li avesse tutti generati lui, ma perché di essi egli si prendeva cura. Analogamente, quando il Figlio di Dio, l’Unigenito inchiodato nella carne sul legno della croce, vide Maria sua madre secondo la carne con il discepolo prediletto Giovanni, disse a lui: «Ecco tua madre», e poi a Maria: «Ecco tuo figlio»
. Usò questo linguaggio per dire loro quanto avrebbero dovuto amarsi, e anche per dare la soluzione all’espressione oscura di Luca: «Suo padre e sua madre si meravigliarono» 40 ; se ne sono impossessati figli degli eretici per dirlo nato da un uomo e da una donna! No, come Maria amò Giovanni come una mamma senza averlo generato, così anche Giuseppe fu chiamato padre di Cristo per la cura che ne ebbe allevandolo, non perché l’avesse generato. Lo dice il Vangelo: «Partorì suo figlio, il primogenito, senza che egli l’avesse prima conosciuta» .

10. Padre dall’eternità e nel tempo
Da questo richiamo che vi ho appena fatto, per breve digressione, prendiamo ancora uno spunto per confermare che la giuntura «Padre degli uomini» è riferita a Dio, come già detto, per metafora. Ma che bisogno c’è di altre prove quando in Isaia leggiamo detto espressamente: «Tu sei nostro Padre, Abramo non ci ha conosciuto e Sara non ci ha partorito» ? E quando il Salmista dice: «Si turbino al cospetto di Dio padre e giudice delle vedove» , non è evidente a tutti che egli chiama Dio padre degli orfani non perché li abbia generati ma perché se ne prende cura e ne assume le difese, avendo essi perduto i loro padri? Dio dunque, come detto, è in senso lato padre degli uomini, di Cristo soltanto padre non per adozione ma per natura 44 ; padre degli uomini nel tempo, padre del Cristo prima dei tempi. Lo ha detto lui stesso: «Ed ora glorificami presso di te, Padre, con quella gloria che ho avuto presso di te prima che il mondo fosse» 45

. 11. Il Padre ineffabile
Crediamo dunque in un solo Padre, che essendo imperscrutabile e ineffabile, «nessun uomo ha veduto e solo l’Unigenito ha rivelato»
, in quanto «essendo da Dio, ha veduto Dio»; mentre «gli angeli in cielo ne vedono il volto» 47 , ma ciascuno lo vede entro i limiti del proprio ordine 48 . Solo il Figlio e lo Spirito Santo lo contemplano in modo chiaro e diretto. 12. Non dimentichiamo che Dio è nostro Padre A questo punto della catechesi, richiamando alla memoria quanto brevemente detto sulla paternità di Dio nei riguardi dell’uomo, mi sento preso da un profondo stupore di fronte all’ingratitudine umana nei riguardi di Dio.
Per ineffabile amore verso gli uomini Dio si è degnato di dirsi loro padre: il Dio che è nei cieli, padre di coloro che stanno sulla terra; egli che ha creato i secoli eterni, padre di coloro che vivono nel tempo; colui che tiene in pugno la terra , padre di coloro che in essa vivono come locuste
. E l’uomo, abbandonando il Padre che è nei cieli, disse al legno: «Tu sei mio padre», e alla pietra: «Tu mi hai generato» ! Per questo, credo, il Salmista rivolse all’umanità quelle parole: «Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre»
. Tu hai scelto lui per padre, l’hai fatto per la tua rovina.

13. Da figli adottivi scegliamo di fare le opere del Padre
Alcuni hanno scelto per loro dio non tanto un legno o una pietra quanto addirittura satana, l’assassino delle anime. Ad essi rivolse il suo rimprovero Gesù, dicendo: «Voi fate le opere del padre vostro»
. Dice che il diavolo è padre di quegli uomini non perché li abbia generati, ma in quanto li ha incamminati per la via dell’errore; lo chiama padre di tutti quelli che scelgono liberamente di correre con lui la sua via. In modo analogo Paolo si disse padre dei Corinzi in quanto aveva loro insegnato a vivere secondo pietà
. Non è assolutamente accettabile, infatti, la spiegazione che alcuni danno dell’espressione: «Da ciò riconosceremo i figli di Dio dai figli del diavolo» , come se vi fossero uomini per natura destinati o alla salvezza o alla perdizione
. Non giungiamo alla figliolanza di Dio per necessità di natura, ma per libera scelta della volontà. Giuda il traditore fu figlio del diavolo e della perdizione, ma non per necessità di natura
; non avrebbe potuto altrimenti scacciare in un primo tempo i demoni nel nome di Cristo, perché satana non scaccia satana
. Neppure Paolo si sarebbe mutato da persecutore in predicatore! Vero è dunque che, come dice Giovanni, la figliolanza di Dio non viene data senza il concorso della libera volontà: «A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome»
. Sono stati fatti degni di diventare figli di Dio quelli che scelsero liberamente di credere, non prima che credessero.

14. I figli temono, amano e glorificano il Padre
Per essere figli degni del Padre, come abbiamo riconosciuto di dover essere, facciamoci mutare dallo Spirito, secondo sta scritto: «Solo quelli che si faranno guidare dallo Spirito saranno figli di Dio»
. A nulla gioverebbe avere il nome di cristiani se non corrispondessero ad esso le opere; che non dobbiamo sentirci dire anche noi quelle parole: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!»
. Di fatto, poiché col nome di padre invochiamo Colui che giudicherà le opere di ciascuno senza accezione di persone, in questo tempo del nostro pellegrinaggio, convertiti dal suo timore, non viviamo più nell’amore del mondo e delle cose del mondo, perché chi ama il mondo non ha nel suo cuore l’amore del Padre
. Figli amatissimi, impegniamoci quindi nelle opere che danno gloria al Padre che è nei cieli, sì che «tutti vedano le nostre opere buone e glorifichino il Padre che è nei cieli»
. A lui affidiamo ogni nostra preoccupazione 64 , perché il Padre sa quello di cui abbiamo bisogno

. 15. Onora non solo il Padre celeste ma anche quello terreno
Onoriamo col Padre celeste anche i genitori secondo la carne , come ha comandato il Signore nella Legge e per bocca dei profeti: «Onora tuo padre e tua madre, perché possa vivere felice e si prolunghino i tuoi giorni sulla terra» 67 . Prestino orecchio a questo comandamento



OTTAVA CATECHESI BATTESIMALE.
L’ONNIPOTENTE 1

Ottava catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sull’Onnipotente, dopo la lettura di Geremia: «Dio grande e Signore forte, grande nei disegni e potente nelle opere, l’Onnipotente, il Signore dal grande nome, ecc.» 2 .

1. Aggiungiamo «Onnipotente» Per stroncare ogni errore politeistico abbiamo spiegato la professione di fede «in un solo Dio», perché ce ne serviamo come di un’arma contro i greci e contro gli assalti degli eretici. Aggiungendo poi la professione di fede «in un solo Dio e Padre» , contro i figli della circoncisione che non credono nell’Unigenito Figlio di Dio, abbiamo spiegato ieri 4 il termine Padre, anticipando quanto diremo su nostro Signore Gesù Cristo, perché non pensiamo mai a Dio senza pensare al suo Figlio. Alle precedenti aggiungiamo ora la professione di fede nell’Onnipotente, contro greci, giudei e ogni eretico che impugni questa verità. specialmente quelli tra i presenti che hanno il padre e la madre. Obbedite, figlioli, ai vostri genitori in tutto, perché così piace al Signore
. Il Signore infatti non disse: «Chi ama il padre o la madre non è degno di me»! Non intendere male per ignoranza questo precetto scritto davvero bene, perché c’è anche la giuntura «più di me»
, la quale esclude soltanto i padri terreni che avessero pensieri contrari al Padre celeste. Quando essi non siano di impedimento alla nostra pietà e noi invece non li onoriamo perché presi da indifferenza e perché ci dimentichiamo dei benefici da loro ricevuti, allora sarà il caso di ricordare la sentenza che dice: «Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte»

. 16. Il Padre celeste premierà la pietà verso i genitori La prima virtù dei cristiani è la pietà, che comporta il dovere di onorare i genitori, di ricompensare le molestie cui sono andati incontro per averci generati, di fare il massimo perché abbiano infine sollievo e serenità; benché di fatto, anche se dessimo loro in contraccambio il massimo, non potremmo mai dar loro la vita come essi la diedero a noi
. Ricevendo peraltro da noi sollievo e serenità, essi ci sosterranno con quelle benedizioni che Giacobbe ebbe soppiantando con l’astuzia il fratello
. Il Padre che è nei cieli accolga il nostro buon volere e ci renda degni di splendere tra i giusti come altrettanti soli nel regno del Padre nostro , cui assieme all’Unigenito Salvatore Gesù e allo Spirito Santo vivificante sia gloria ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
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