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ANEDDOTI E STORIELLE UTILI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2017 17:42
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24/09/2011 11:01
 
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Spesso si raccontano fatti, notizie, favolette che non servono, anzi che sono addirittura nocive.
Vi sono però anche raccontini utili a chi li ascolta, in quanto contengono degli insegnamenti palesi o reconditi.
In questa sezione raccoglieremo
man mano che ci capiteranno, degli aneddoti significativi.
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24/09/2011 11:02
 
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L'ORDINE

Un giorno, una donna portò il figlioletto dal Mahatma Gandhi e gli domandò: " Mahatma, digli di non mangiare più dolci". "Abbi la bontà di tornare fra tre giorni" rispose Gandhi.

Tre giorni dopo la donna tornò con il bambino e Gandhi disse al bambino: "Non mangiare più dolci!" La donna domandò: "Perchè ci hai fatto aspettare tre giorni per dire soltanto questo? Il Mahatma rispose: "Perchè tre giorni fa anch'io mangiavo ancora dolci".

Se tutti quelli che comandano, predicano, intimano, sbraitano, pretendono, sollecitano decidessero di praticare quello che chiedono agli altri questo mondo sarebbe un paradiso.

(tratto da " la Vita è tutto quello che abbiamo" – Bruno Ferrero )

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24/09/2011 11:07
 
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LA CONSOLAZIONE...

Una bambina torna dalla casa di una vicina alla quale era appena morta, in modo tragico la figlioletta di otto anni. 

"Perché sei andata?", le domanda il padre. 

"Per consolare la mamma". 

"E che potevi fare, tu così piccola, per consolarla?".

rispose la bambina:

"Le sono salita in grembo e ho pianto con lei". 

 

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27/09/2011 14:23
 
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Un giorno, in un bosco molto frequentato scoppiò un incendio. Tutti fuggirono, presi dal panico. Rimasero soltanto un cieco e uno zoppo. In preda alla paura, il cieco si stava dirigendo proprio verso il fronte dell'incendio. «Non di là!» gli gridò lo zoppo. «Finirai nel fuoco!».
«Da che parte, allora?» chiese il cieco. «Io posso indicarti la strada» rispose lo zoppo «ma non posso correre. Se tu mi prendi sulle tue spalle, potremmo scappare tutti e due molto più in fretta e metterci al sicuro».
Il cieco seguì il consiglio dello zoppo. E i due si salvarono insieme.

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27/09/2011 14:47
 
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Un giorno un uomo "single" venne a sapere che Dio stava per venire a trovarlo. «Da me?», si preoccupò. «Nella mia casa?». Si mise a correre affannato attraverso tutte le camere, salì e scese per le scale, si arrampicò fin sul tetto, si precipitò in cantina. Vide la sua casa con altri occhi, adesso che doveva venire Dio.

«Impossibile! Povero me!», si lamentava. «Non posso ricevere visite in questa indecenza. E' tutto sporco! Tutto pieno di porcherie. Non c'è un solo posto adatto per riposare. Non c'è neppure aria per respirare». Spalancò porte e finestre.


«Fratelli! Amici!», invocò. «Qualcuno mi aiuti a mettere in ordine! Ma in fretta!». E cominciò a spazzare con energia la sua casa. Attraverso la spessa nube di polvere che si sollevava, vide uno che era venuto a dargli aiuto. In due era più facile. Buttarono fuori il ciarpame inutile, lo ammucchiarono e lo bruciarono. Si misero in ginocchioni e strofinarono vigorosamente le scale e i pavimenti. Ci vollero molti secchi d'acqua, per pulire tutti i vetri. Stanarono anche la sporcizia che si annidava negli angoli più nascosti.


«Non finiremo mai!», sbuffava l'uomo. «Finiremo!», diceva l'altro, con calma. Continuarono a lavorare, fianco a fianco, per tutto il giorno. E, finalmente, la casa pareva messa a nuovo, lustra e profumata di pulito.


Quando scese il buio, andarono in cucina e apparecchiarono la tavola. «Adesso», disse l'uomo, «può venire il mio Visitatore! Adesso può venire Dio. Dove starà aspettando?». «Io sono già qui!», disse l'altro, e si sedette al tavolo. «Siediti e mangia con me!».


Dio non ci lascia mai soli nel compito di «far pulizia» nella nostra casa-anima. E' con noi, dalla nostra parte. Ci incoraggia con la sua parola, ci affianca e agisce con la sua grazia. Il sacramento della Riconciliazione è opera contemporanea di Dio e del cristiano, che si incontrano per star bene insieme e «mangiare alla stessa tavola»
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27/09/2011 21:03
 
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IL TEMPO

Un giorno il Creatore, amico curioso di tutta la sua opera, convocò il Tempo per sapere come stesse.

"Bene, ma non benissimo", furono le sue parole.

"Tu capisci, senza nessuno che mi valuti, è come se non esistessi".

L’Eterno assentì: il Tempo diceva il vero. Allora creò l’uomo.

"Adesso come va?", chiese al Tempo, trascorso un po’ di tempo.

"Magnificamente. Me ne capitano di tutti i colori. Ora volo, corro, vengo occupato, perso, persino sciupato o buttato via; c’è anche chi mi ammazza; per fortuna, vengo impiegato, guadagnato, dedicato a qualcosa; c’è pure chi mi anticipa oppure mi rimpiange; a volte sono imminente, a volte lontano. Insomma un gran bel vivere!".

Con una punta di preoccupazione, l’Eterno esclamò:

"Che tempi! Che tempi!"

 

AL CASTELLO

Il villaggio ai piedi del castello fu svegliato dalla voce dell'araldo del castellano che leggeva un proclama nella piazza."Il nostro signore beneamato invita tutti i suoi buoni e fedeli sudditi a partecipare alla festa del suo compleanno. Ognuno riceverà una piacevole sorpresa. Domanda a tutti però un piccolo favore: chi partecipa alla festa abbia la gentilezza di portare un po' d'acqua per riempire la riserva del castello che è vuota...".L'araldo ripeté più volte il proclama, poi fece dietrofront e scortato dalle guardie ritornò al castello.Nel villaggio scoppiarono i commenti più diversi."Bah! E' il solito tiranno! Ha abbastanza servitori per farsi riempire il serbatoio... Io porterò un bicchiere d'acqua, e sarà abbastanza!"."Ma no! E' sempre stato buono e generoso! Io ne porterò un barile!"."Io un... ditale!"."Io una botte!".Il mattino della festa, si vide uno strano corteo salire al castello.Alcuni spingevano con tutte le loro forze dei grossi barili o ansimavano portando grossi secchi colmi d'acqua. Altri, sbeffeggiando i compagni di strada, portavano piccole caraffe o un bicchierino su un vassoio.La processione entrò nel cortile del castello. Ognuno vuotava il proprio recipiente nella grande vasca, verso la sala del banchetto.Arrosti e vino, danze e canti si succedettero, finché verso sera il signore del castello ringraziò tutti con parole gentili e si ritirò nei suoi appartamenti."E la sorpresa promessa?", brontolarono alcuni con disappunto e delusione.Altri dimostravano una gioia soddisfatta: "Il nostro signore ci ha regalato la più magnifica delle feste!".Ciascuno, prima di ripartire, passò a riprendersi il recipiente. Esplosero allora delle grida che si intensificarono rapidamente. Esclamazioni di gioia e rabbia.I recipienti erano stati riempiti fino all'orlo di monete d'oro!"Ah! Se avessi portato più acqua...".

Ci attende una festa nella Gerusalemme Celeste….Tu quant’acqua vuoi portare?

 

 

LO SCORAGGIAMENTO

Una vecchia leggenda narra di un uomo che, persosi nella foresta, si imbatté in un grande edificio rosso. Sperando di trovare riparo dai venti e dalla pioggia che sembravano imperversare senza sosta sulla foresta, l'uomo entrò in quell'edificio completamente sprovvisto di finestre. Quando i suoi occhi si furono abituati all'oscurità, con un brivido di terrore, scoprì di essere capitato nel magazzino dove satana teneva i semi di tutte le cose cattive che avrebbe piantato nel cuore delle persone. La curiosità vinse sulla paura e, facendosi luce con un accendino, l'uomo cominciò a esplorare le cataste di semi che giacevano immagazzinate di fronte a lui. I sacchi che recavano la scritta "Semi dello Scoraggiamento" erano in quantità di gran lunga superiore a tutti gli altri.

Dopo una rapida esplorazione l'uomo era sul punto di andarsene, quando un diavolo entrò a rifornirsi di una nuova scorta di semi. Il demonio non fu meravigliato nel vedere un uomo lì dentro, così il visitatore chiese: "Perché mai una così grande abbondanza di semi dello scoraggiamento?" Il diavolo scoppiò in una risata: "Perché sono quelli più facili a piantare, crescono in fretta e producono sempre frutti velenosi!" L'uomo chiese: "I semi dello scoraggiamento crescono ovunque?" Il diavolo si rabbuiò. Guardò l'uomo e rispose con disgusto: "No. Non attecchiscono mai nel cuore di una persona riconoscente".

«In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Tessalonicesi 5, 18).

 

 

LA POZZANGHERA E IL CARBONE

C'era una volta una piccola pozzanghera. Era felice di esistere e si divertiva maliziosamente quando schizzava qualcuno con l'aiuto di un'automobile. Aveva paura solo di una cosa: del sole.

"E' la morte delle pozzanghere" pensava rabbrividendo.

Un poeta che camminava con la testa sognante finì dentro alla pozzanghera con tutti e due i piedi, ma invece di arrabbiarsi fece amicizia con lei.

"Buongiorno" disse, e la pozzanghera rispose: "Buongiorno!".

"Come sei arrivata quaggiù?" chiese il poeta.

Invece di rispondere la pozzanghera raccolse tutte le sue forze e rispecchiò la volta celeste.

Parlarono a lungo del Grande Padre, la pioggia, e del fatto che la pozzanghera aveva tanta paura del sole.

Il buon poeta volle farle passare quella paura. Le parlò dell'incredibile vastità del mare, del guizzare dei pesci e della gioia delle onde. Le raccontò anche che il mare era la patria e la madre di tutte le pozzanghere del mondo e che la vita della terra e del mare era dovuta al sole. Anche la vita delle pozzanghere.

La sera abbracciò il poeta e la pozzanghera ancora assorti nel loro muto dialogo.

Alcuni giorni dopo, il poeta tornò dalla sua umida amica.

La trovò che danzava nell'aria alla calda luce del sole.

La pozzanghera spiegò: "Grazie a te ho capito. Quando il sole mi ha avvolto con la sua tenerezza, non ho più avuto paura. Mi sono lasciata prendere e ora parto sulle rotte delle oche selvatiche che mi indicano la via verso il mare. Arrivederci e non mi dimenticare".

 

UN PEZZO DI CARBONE

Un pezzo di carbone si sentiva sporco, brutto e inutile. Decise di diventare bianco e levigato. Provò diversi prodotti chimici e varie operazioni chirurgiche. Niente da fare.

"C'è soltanto il fuoco" gli dissero.

Il pezzo di carbone si buttò nel fuoco. Divenne una creatura luminosa, splendente, calda, irradiante, magnifica.

"Ti stai consumando" gli dissero.

"Ma dono luce e calore" rispose il pezzo di carbone, finalmente felice.

 

Lasciati prendere dal sole e dal fuoco dello Spirito. Splenderai come un astro del cielo sulle rotte dell'infinito.

Autore: Bruno Ferrero

 

 

ANEDDOTO

Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt’a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare.

Più tardi – con gli animi ormai rasserenati – ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all’altro: “Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino”, disse. “Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana”.

Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l’amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi

 

 

PREMUROSI CON LE PERSONE VICINE

di Paulo Coelho

Dopo la Creazione

Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione.

C'era qualche ritocco da fare. 

C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e

mortificati. 

Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità.

Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. 

Mancava

qualcosa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo.

Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli

fischiettò qualcosa. E l'usignolo incominciò a gorgheggiare.

E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere.

Nacque così il tramonto.

Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uomo perché egli sia un uomo?

Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota,

tre piccole parole: "Ti voglio bene".

 

 

IL NASCONDIGLIO

Un giorno Dio si stancò degli uomini .Lo seccavano in

continuazione,chiedendogli

qualsiasi cosa.Allora decise di nascondersi per un

pò di tempo.Radunò tutti i suoi consiglieri e chiese loro :"Dove mi

devo nascondere?Qual è il luogo migliore?".Alcuni risposero:"Sulla

cima della montagna più alta della terra".Altri:"No ,nasconditi nel

fondo del mare ,nessuno ti troverà ".Altri:"Nasconditi sul lato

oscuro della luna;questo è il posto migliore.Come riusciranno a trovarti

là?".Allora Dio si rivolse al suo angelo più intelligente e lo

interrogò:"Tu dove mi consigli di nascondermi ?".L' angelo

intelligente,sorridendo,ri

spose: "Nasconditi nel cuore dell'uomo !E'

l'unico posto dove essi non vanno !".

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27/09/2011 21:04
 
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IL FIUME

L'acqua che scorreva nel fiume arrivò alla foce. Solo allora si accorse che doveva gettarsi nel

mare. Era immenso il mare e le sue acque erano salate. « Io non voglio perdere

la mia identità di acqua dolce! », disse sgomenta. « Non voglio annullarmi. Ho

lasciato i monti e le sorgenti da cui sono nata, la bellezza delle verdi

vallate per scomparire in una massa d’acqua salata? Non sarà mai. Io mi fermo

».« Se ti fermi

diverrai acqua stagnante », disse una voce sconosciuta. «Diverrai una palude

maleodorante se non accetterai di perderti nel mare, e sarà la tua fine ». Era

un salmone che risaliva la corrente. Proveniva dal mare dei Sargassi e andava a

deporre le uova nel grande fiume. «Talvolta», continuò il salmone, «la vita

richiede di perdere qualcosa, e magari il prezzo può essere anche alto, ma vale

la pena pur di sconfiggere il pericolo di vivere stagnanti! Nel tuo caso, sarà

solo per poco. Diverrai vapore e salirai con le nuvole. Poi ritornerai in

pioggia sulla terra e ritroverai la sorgente da cui provieni. È un viaggio.

Tutto qui ». Il salmone proseguìla risalita della corrente, mentre l'acqua del fiume rifletteva se entrare o

meno nel mare. « E ricorda! », gridò il salmone che si era allontanato di

parecchio dalla foce del fiume. « Ricorda che il viaggio riconduce sempre alla

sorgente da cui proveniamo! ».

C'è sempre bisogno di coraggio di fronte a una scelta. Poi... ritorneremo alla «sorgente »

 

 

LE MONTAGNE

C'era una pacifica tribù che viveva in pianura ai piedi

delle Ande. Un giorno, una feroce banda di predoni che aveva il covo nascosto

tra le vertiginose vette delle montagne attaccò il villaggio.

In mezzo al bottino che portarono via c'era anche un

bambino, figlio di una famiglia della tribù di pianura, e lo portarono con loro

in montagna.

La gente di pianura non sapeva come fare a scalare la

montagna. Non conoscevano nessuno dei sentieri usati dalla gente di montagna,

non sapevano come trovare quella gente o come trovare le loro tracce su quel

terreno scosceso.

Ciò nonostante mandarono un gruppo di uomini, i loro

migliori guerrieri, a scalare la montagna per riportare a casa il bambino. Gli

uomini cominciarono la scalata prima in un modo, poi in un altro. Provarono un

sentiero, poi un altro. Dopo diversi giorni di duri sforzi, erano riusciti ad

andare solo un centinaio di metri su per la montagna.

Sentendosi completamente impotenti, gli uomini di pianura si

diedero per vinti e si prepararono a tornare al villaggio giù in basso.

Mentre stavano per fare marcia indietro videro la madre dei

bambino che veniva verso di loro. Si accorsero che stava scendendo dalla

montagna che loro non erano riusciti a scalare. E poi videro che portava il

bambino in una sacca dietro le spalle. Come aveva fatto?

Uno degli uomini dei gruppo la salutò e disse: "Non

siamo riusciti a scalare questa montagna. Come hai fatto tu a riuscirci quando

noi, che siamo gli uomini più forti del villaggio, non ce l'abbiamo

fatta?".

La donna scrollò le spalle e disse: "Non era il vostro

bambino".

Dío ha detto a ciascuno di noi: "Tu sei il figlio che

amo. Tu sei il mio bambino". E niente e nessuno lo ha fermato per

riportarci a casa.

 

 

IL PECCATO DI ADAMO

In una giornata estiva molto calda, un bracciante agricolo

ricevette l'ordine di vangare il giardino del suo padrone. Si mise al lavoro di

malavoglia, e cominciò ad inveire contro Adamo che, a suo parere, era l'unico

responsabile di ogni sfruttamento. Le sue bestemmie e imprecazioni giunsero

all'orecchio del padrone. Il quale gli si avvicinò e gli disse: «Ma perché

inveisci contro Adamo? Scommetto che al suo posto avresti fatto la stessa

cosa». «No di certo», rispose il bracciante, «io avrei resistito alla tentazione!».

«Vedremo!» disse il padrone e lo invitò a pranzo. All'ora stabilita, il

badilante si presentò in casa del padrone e questi lo introdusse in una saletta

dove c'era una tavola imbandita con ogni ben di Dio. «Puoi mangiare tutto

quanto vuoi» disse l'uomo al suo dipendente. «Soltanto la zuppiera coperta al

centro della tavola non la devi toccare finché non torno». Il badilante non

aspettò neppure un minuto: si sedette al tavolo e con il suo formidabile

appetito cominciò ad assaggiare una dopo l'altra le leccornie che gli venivano

servite. Alla fine il suo sguardo fu magnetizzato dalla zuppiera. La curiosità

lo fece quasi ammattire, tanto che alla fine non resistette più e, con la

massima circospezione, sollevò appena appena il coperchio che copriva la

zuppiera. Saltò fuori un sorcio. Il badilante fece l'atto di acciuffarlo, ma il

topo gli sgusciò di mano. Iniziò la caccia, mentre il giovane rovesciava tavoli

e sedie. Il gran baccano richiamò il padrone. «Hai visto?» chiese, e ridendo lo

minacciò: «Al tuo posto, in futuro, non imprecherei più a voce alta contro

Adamo e il suo errore!».

 

 

 

COME DANZARE NELLA PIOGGIA

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo

di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al

pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.

Rilevai la pressione e lo feci sedere, ben sapendo che sarebbe passata oltre

un'ora prima che qualcuno potesse medicarlo. Lo vedevo guardare, continuamente,

il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti,

che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava

quasi guarita; andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura

e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per

caso avesse un altro appuntamento medico, dato che aveva tanta fretta.

L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla Casa di cura per far

colazione con sua moglie. Mi informai della salute e mi disse che Lei era

affetta, da tempo, dall' Alzheimer. Gli chiesi se la moglie si preoccupasse nel

caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che Lei non lo riconosceva più, già

da 5 anni. Fui sorpreso, e chiesi “E va ancora ogni mattina a trovarla, anche

se non sa, chi é lei?”. L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla,

dicendo: ''Lei non sa più chi sono io, ma io so ancora, perfettamente, chi é

Lei per me”. Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore é

l'accettazione di tutto ciò che é, é stato e sarà.

Le persone più felici non sono necessariamente coloro che

hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La

vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare

nella pioggia.

 

IL TOCCO DEL MAESTRO

Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino. Era impolverato, graffiato e scheggiato. Le corde pendevano allentate e il banditore pensava che non valesse la pena di perdere tanto tempo con il vecchio violino. Ma lo sollevò ugualmente, con un sorriso.

"Che offerta mi fate. signori?", gridò. Partiamo da...... 50 euro!". "Cinquanta euro!", disse una voce. E un altro: "Sessanta!". E un altro ancora: "Settanta!". L'asta sembrava finire lì.

Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce, come il canto degli angeli. Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: "Cinquecento euro!". E un altro: "Mille!". Fu aggiudicato a millecinquecento euro.

La gente applaudì, ma alcuni chiesero: "Che cosa ha cambiato il valore del violino?". Pronta giunse la risposta: "Il tocco del maestro!"!

Può capitare anche a noi, di ritrovarci come vecchi violini impolverati e inutili. Roba da buttare? No, c'è ancora una speranza, anzi una certezza: siamo ancora in grado di sprigionare melodie divine e operare cose meravigliose. Basta il tocco del Maestro!

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27/09/2011 21:17
 
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IL CAMMELLO E IL DROMEDARIO

   Una volta un dromedario, incontrando un cammello gli disse "ti compiango, carissimo fratello" saresti un dromedario magnifico anche tu, se solo non avessi quella brutta gobba in più" Il cammello rispose: " Mi hai rubato la parola, è una sfortuna per te avere una gobba sola Ti manca poco ad essere un cammello perfetto la natura con te ha sbagliato per difetto" La bizzarra querela durò un mattino In un cantuccio, ad ascoltare stava un vecchio beduino e tra se intanto pensava "Poveretti tutti e due ognuno trova belle soltanto le gobbe sue. Così, spesso ragiona al mondo tanta gente che trova sbagliato ciò che è solo differente .

di Gianni Rodari tratto dal Libro Degli Errori (Ed Einaudi 1964) 

 

 

IL REGALO PIU' BELLO


"Un padre e  sua figlia erano grandi amici e passavano davvero tanto tempo insieme...

...poi il padre notò un cambiamento nella giovane. Se lui andava a fare una passeggiata, lei trovava delle scuse per non andare. Il padre si angustiava di questo e non riusciva a capire. Quando venne il suo compleanno, la ragazza gli regalò un maglione squisitamente lavorato a mano e disse: "L'ho fatto per te".

Allora il padre capì che cosa aveva fatto la ragazza negli ultimi tre mesi, e disse: " Mia cara, questo maglione mi piace moltissimo, ma la prossima volta comprane uno e dammi il tuo tempo. Preferisco il tuo tempo a qualsiasi cosa tu possa farmi".

Cosi' miei cari lettori, anche il nostro Padre Celeste ci chiede parte del nostro tempo, ma quello  migliore, e questo non per puro egoismo, ma perche' solo quando daremo a Lui il meglio di noi stessi allora saremo veramente felici.... Tutto cio' che noi doniamo a Gesu' ci verra' restituito abbondantemente soprattutto in felicita' perche' e piu' felice cosa il dare che il ricevere.......

Il tempo, sapete, ha un valore inestimabile e di nessun altro talento Dio ci chiedera' conto cosi' rigorosamente come di questo.... quello che abbiamo sprecato e' perduto per sempre... ogni momento e' gravido di conseguenze per l'eternita'...

Qualunque sia il nostro campo di attivita',  la Bibbia ci esorta a non essere pigri, ma a riscattare il tempo.... tutto quello che la nostra mano trova da fare, facciamola con tutte le nostre forze....

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29/09/2011 09:05
 
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"Ti piacerebbe intervistarmi?", Dio mi domandò.
"Se hai tempo" gli dissi.
Dio sorrise.
"Il mio tempo è eterno, che cosa vuoi domandarmi?"
"Che sorprese hai per l'umanità?...".
E Dio rispose... "Siete così ansiosi per il futuro, perché vi dimenticate del presente.
Vivete la vita senza pensare al presente o al futuro. Vivete la vita come se non dovreste morire mai, e morite come se non aveste mai vissuto...".
"Avete fretta perché i vostri figli crescano, e appena crescono volete che siano di nuovo bambini. Perdete la salute per guadagnare i soldi e poi usate i soldi per recuperare la salute."
Le mani di Dio presero le mie e per un momento restò in silenzio, allora gli domandai...
"Padre, che lezione di vita desideri che i tuoi bambini imparino?".
Dio rispose con un sorriso: "Che imparino che non possono pretendere di essere amati da tutti, però ciò che possono fare è lasciarsi amare dagli altri".
"Imparino che ciò che vale di più non è quello che hanno nella vita, ma che hanno la vita stessa".
"Imparino che non è buono paragonarsi con gli altri".
"Imparino che una persona ricca non è quella che ha di più, ma è quella che ha bisogno di meno".
"Imparino che in alcuni secondi si ferisce profondamente una persona che si ama, e che ci vogliono molti anni per cicatrizzare la ferita".
"Imparino a perdonare e a praticare il perdono".
"Imparino che ci sono persone che vi amano profondamente, ma che non sanno come esprimere o mostrare i loro sentimenti".
"Imparino che due persone possono vedere la stessa cosa in modo differente".
"Imparino che non si perdona mai abbastanza gli altri, però sempre bisogna imparare a perdonare se stessi".

"E imparino che IO sono sempre qui. SEMPRE"....
[Modificato da Coordin. 29/09/2011 09:06]
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04/10/2011 18:15
 
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In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?".
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»...
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04/10/2011 18:26
 
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Un uomo aveva l'abitudine di dire ogni domenica mattina a sua moglie.
"Va' in chiesa tu e prega per tutti e due".
Agli amici diceva:
"Non c'è bisogno che io vada in chiesa: c'è mia moglie che va per tutti e due".
Una notte quell'uomo fece un sogno. Si trovava con sua moglie davanti alla porta del Paradiso e aspettava per entrare.
Lentamente la porta si aprì e udì una voce che diceva a sua moglie.
"Tu puoi entrare per tutti e due!".
La donna entrò e la porta si richiuse. L'uomo ci rimase così male che si svegliò. La più sorpresa fu sua moglie, la domenica dopo, quando all'ora della Messa si trovò accanto il marito che le disse: "Oggi vengo in chiesa con te".
Sono io, sono io, sono io, o Signore,
che ho bisogno di pregare.
Non il diacono o il mio capo, ma io, o Signore,
ho bisogno di pregare.
Non mia madre o mio padre, ma io, o Signore,
ho bisogno di pregare.
Sono io, sono io, sono io, o Signore,
che ho bisogno di pregare.

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05/10/2011 21:56
 
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Nella piazza piu' importante della citta avevano aperto un negozio nuovo. Si chiamava " Regali di Dio ". Entrai. Un angelo serviva i clienti. "Che cosa e' quello che vendi,angelo del Signore ?" "Vendo qualunque Dono di Dio". "Sei caro" ?. " I doni di Dio li diamo gratis". Guardai i grandi scaffali,erano pieni di anfore di amore,fiaschi di fede,una bottiglia di speranza,scatole di salvezza e molte cose in piu'. Io avevo gran bisogno di tutte quelle cose. Presi coraggio e dissi all'angelo : dammi per favore abbastanza amore di Dio,dammi perdono di Dio,una bottiglia di speranza,un fiasco di fede,ed una scatola di salvezza. Mi sorpresi molto quando vidi che l'angelo di tutto quello che gli avevo chiesto,mi fece un solo pacchetto,ed il pacchetto stava li sul banco,un pacchetto tanto piccolo come le dimensione del mio cuore. "Sara' possibile ?" domandai " questo e' tutto ?. L 'angelo mi spiego'; " E' tutto,Dio non da' mai frutti maturi. Egli da' solo piccoli semi che ognuno deve coltivare ".


-------------

Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino. Era impolverato, graffiato e scheggiato. Le corde pendevano allentate e il banditore pensava che non valesse la pena di perdere tanto tempo con il vecchio violino. Ma lo sollevò ugualmente, con un sorriso.

"Che offerta mi fate. signori?", gridò. Partiamo da...... 50 euro!". "Cinquanta euro!", disse una voce. E un altro: "Sessanta!". E un altro ancora: "Settanta!". L'asta sembrava finire lì.

Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce, come il canto degli angeli. Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: "Cinquecento euro!". E un altro: "Mille!". Fu aggiudicato a millecinquecento euro.

La gente applaudì, ma alcuni chiesero: "Che cosa ha cambiato il valore del violino?". Pronta giunse la risposta: "Il tocco del maestro!"!

Può capitare anche a noi, di ritrovarci come vecchi violini impolverati e inutili. Roba da buttare? No, c'è ancora una speranza, anzi una certezza: siamo ancora in grado di sprigionare melodie divine e operare cose meravigliose. Basta il tocco del Maestro!

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05/10/2011 21:59
 
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Un padre e la sua figlia erano grandi amici e passavano davvero tanto tempo insieme... ...poi il padre notò un cambiamento nella giovane. Se lui andava a fare una passeggiata lei trovava delle scuse per non andare. Il padre si angustiava di questo e non riusciva a capire. Quando venne il suo compleanno, la ragazza gli regalò un maglione squisitamente lavorato a mano e disse: "L'ho fatto per te". Allora il padre capì che cosa aveva fatto la ragazza negli ultimi tre mesi, e disse: " Mia cara, questo maglione mi piace moltissimo, ma la prossima volta comprane uno e dammi il tuo tempo. Preferisco il tuo tempo a qualsiasi cosa tu possa farmi". Cosi' miei cari, anche il nostro Padre Celeste ci chiede parte del nostro tempo, il migliore, e questo non per puro egoismo, ma perche' solo quando daremo a Lui il meglio di noi stessi allora saremo veramente felici.... Tutto cio' che noi doniamo a Gesu' ci verra' restituito abbondantemente soprattutto in felicita'... e piu' felice cosa il dare che il ricevere....... Il tempo ha un valore inestimabile e di nessun altro talento Dio ci chiedera' conto cosi' rigorosamente come di questo.... quello che abbiamo sprecato e' perduto per sempre... ogni momento e' gravido di conseguenze per l'eternita'... Qualunque sia il nostro campo di attivita', la Bibbia ci esorta a non essere pigri, ma a riscattare il tempo.... tutto quello che la nostra mano trova da fare, facciamola con tutte le nostre forze....


  Nella piazza piu' importante della citta avevano aperto un negozio nuovo. Si chiamava " Regali di Dio ". Entrai. Un angelo serviva i clienti. "Che cosa e' quello che vendi,angelo del Signore ?" "Vendo qualunque Dono di Dio". "Sei caro" ?. " I doni di Dio li diamo gratis". Guardai i grandi scaffali,erano pieni di anfore di amore,fiaschi di fede,una bottiglia di speranza,scatole di salvezza e molte cose in piu'. Io avevo gran bisogno di tutte quelle cose. Presi coraggio e dissi all'angelo : dammi per favore abbastanza amore di Dio,dammi perdono di Dio,una bottiglia di speranza,un fiasco di fede,ed una scatola di salvezza. Mi sorpresi molto quando vidi che l'angelo di tutto quello che gli avevo chiesto,mi fece un solo pacchetto,ed il pacchetto stava li sul banco,un pacchetto tanto piccolo come le dimensione del mio cuore. "Sara' possibile ?" domandai " questo e' tutto ?. L 'angelo mi spiego'; " E' tutto,Dio non da' mai frutti maturi. Egli da' solo piccoli semi che ognuno deve coltivare "

 IL TOCCO DEL MAESTRO
Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino. Era impolverato, graffiato e scheggiato. Le corde pendevano allentate e il banditore pensava che non valesse la pena di perdere tanto tempo con il vecchio violino. Ma lo sollevò ugualmente, con un sorriso. "Che offerta mi fate. signori?", gridò. Partiamo da...... 50 euro!". "Cinquanta euro!", disse una voce. E un altro: "Sessanta!". E un altro ancora: "Settanta!". L'asta sembrava finire lì. Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce, come il canto degli angeli. Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: "Cinquecento euro!". E un altro: "Mille!". Fu aggiudicato a millecinquecento euro. La gente applaudì, ma alcuni chiesero: "Che cosa ha cambiato il valore del violino?". Pronta giunse la risposta: "Il tocco del maestro!"! Può capitare anche a noi, di ritrovarci come vecchi violini impolverati e inutili. Roba da buttare? No, c'è ancora una speranza, anzi una certezza: siamo ancora in grado di sprigionare melodie divine e operare cose meravigliose. Basta il tocco del Maestro!


Quando pensi che tutto sia perso, è proprio quello il momento di ricominciare, raccogli cio' che di buono sei riuscito a creare e portalo con te, il resto lascialo. Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte. Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai. Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perchè non tendi loro l'orecchio del cuore. Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita. Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di cio' che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre... SII FELICE.


 Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini. Egli disse loro: “Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi. Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia, il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza, l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria, la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo. L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità, l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità e la fiducia. La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona.” I nipoti rifletterono su queste parole per un po’ e poi uno di essi chiese: “Quale dei due vincerà?” L’anziano rispose semplicemente: “Quello che nutri.”


Un padre e la sua figlia erano grandi amici e passavano davvero tanto tempo insieme... ...poi il padre notò un cambiamento nella giovane. Se lui andava a fare una passeggiata lei trovava delle scuse per non andare. Il padre si angustiava di questo e non riusciva a capire. Quando venne il suo compleanno, la ragazza gli regalò un maglione squisitamente lavorato a mano e disse: "L'ho fatto per te". Allora il padre capì che cosa aveva fatto la ragazza negli ultimi tre mesi, e disse: " Mia cara, questo maglione mi piace moltissimo, ma la prossima volta comprane uno e dammi il tuo tempo. Preferisco il tuo tempo a qualsiasi cosa tu possa farmi". Cosi' miei cari, anche il nostro Padre Celeste ci chiede parte del nostro tempo, il migliore, e questo non per puro egoismo, ma perche' solo quando daremo a Lui il meglio di noi stessi allora saremo veramente felici.... Tutto cio' che noi doniamo a Gesu' ci verra' restituito abbondantemente soprattutto in felicita'... e piu' felice cosa il dare che il ricevere....... Il tempo ha un valore inestimabile e di nessun altro talento Dio ci chiedera' conto cosi' rigorosamente come di questo.... quello che abbiamo sprecato e' perduto per sempre... ogni momento e' gravido di conseguenze per l'eternita'... Qualunque sia il nostro campo di attivita', la Bibbia ci esorta a non essere pigri, ma a riscattare il tempo.... tutto quello che la nostra mano trova da fare, facciamola con tutte le nostre forze....

 UNA MANO LAVA L'ALTRA

Pioveva forte ed era buio. Una macchina era ferma al lato della carreggiata: dentro c'era una signora piuttosto anziana. Aveva bucato una gomma. Renato passava di lì con la sua vettura. Vide la donna e intuì che aveva bisogno di aiuto. Si fermò, si avvicinò: bisognava vincere la sua diffidenza. Le disse semplicemente: "Sono qui per aiutarla, non si preoccupi. Mi chiamo Renato". Renato si chinò, collocò il crik e alzò la macchina. Quindi cambiò la gomma, sporcandosi non poco. Mentre stringeva i dati della ruota, la donna aprì la portiera e cominciò a conversare con lui. Gli raccomtò che non era del posto, che era solo di passaggio e che non sapeva come ringraziarlo per il prezioso aiuto. Renato sorrisee , mentre terminava il pavoro. Lei domandò quanto g li doveva. Già immaginava cosa le avrebbe potuto succedere se Renato non si fosse fermato per soccorrerla. Ma Renato non pensava al denaro, gli piaceva aiutare le persone. Questo era il suo modo di vivere. Rispose: "Se realmente desidera pagarmi, la prossima volta che incontra una persona in difficoltà, si ricordi di me e dia a quella persona l'aiuto di cui ha bisogno". Alcuni chilometri dopo la signora si fermò in un piccolo ristorante. La cameriera arrivò e le porse un asciugamano pulito per farle asciugare i capelli, rivolgendole un dolce sorriso. La donna notò che la cameriera era circa all'ottavo mese di gravidanza, ma lei non permetteva che la tensione e i dolori cambiassero il suo atteggiamento e fu sorpresa nel constatare come qualcuno che ha tanto poco, possa trattare tanto bene un estraneo. Allora si ricordò di Renato. Dopo aver terminato la sua cena, mentre la cameriera si era allontanata, la signora uscì dal ristorante. La cameriera ritornò curiosa di sapere dove la signora fosse andata, quando notò qualcosa scritto sul tovagliolo, sopra il quale aveva lasciato una somma considerevole. Le caddero le lacrime dagli occhi leggendo quello he la signora aveva scritto. Diceva: "Tieni pure il resto!....Qualcuno oggi mi ha aiutata; alla stessa maniera io sto aiutando te. Se tu realmente desideri restituirmi questo denaro, non lasciare che questo circolo d'amore termini con te, aiuta qualcuno". Quella notte, rincasando, stanca, si avvicinò al letto. Suo marito stava già dormendo e non voleva svegliarlo, perché sapeva che prima di addormentarsi era stato preda di mille angosce; quindi, rimase a pensare al denaro e a quello che la signora veva scritto. Quella signora, come poteva sapere della necessità che suo marito e lei avevano di quel denaro: con il bebé che stava per nascere, tutto sarebbe diventato più difficile. Pensando alla benedizione che aveva ricevuto, fece un grande sorriso. Ringraziò Dio e si voltò verso il marito, che dormiva al suo lato. Lo sfiorò con un leggero bacio e gli sussurrò: "Andrà tutto bene! Ti amo, Renato!".
[Modificato da Credente 19/11/2011 23:23]
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06/10/2011 09:47
 
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86400 al Giorno

 

Immagina che esista una Banca che ogni mattina accredita la somma di 86.400 sul tuo conto.

Non conserva il tuo saldo giornaliero.

Ogni notte cancella qualsiasi quantita' del tuo saldo che non sia stata utilizzata durante il giorno.

Che faresti?

Ritireresti fino all'ultimo centesimo ogni giorno,ovviamente!!!!

Ebbene, ognuno di noi possiede un conto in questa Banca.

Il suo nome? TEMPO.

Ogni mattina questa Banca ti accredita 86.400 secondi.

Ogni notte questa Banca cancella e da come perduta qualsiasi quantita' di questo credito che tu non abbia investito in un buon proposito.

Questa Banca non conserva saldi ne' permette trasferimenti. Ogni giorno ti apre un nuovo conto.

Ogni notte elimina il saldo del giorno.

Se non utilizzi il deposito giornaliero, la perdita e' tua.

Non si puo' fare marcia indietro.

Non esistono accrediti sul deposito di domani.

Devi vivere nel presente con il deposito di oggi.

Investi in questo modo per ottenere il meglio nella salute, felicita' e successo.

L'orologio continua il suo cammino.

Ottieni il massimo da ogni giorno.

Per capire il valore di un anno, chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.

Per capire il valore di un mese, chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.

Per capire il valore di una settimana, chiedi all'editore di un settimanale.

Per capire il valore di un ora, chiedi a due innamorati che attendono di incontrarsi.

Per capire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno.

Per capire il valore di secondo, chiedi a qualcuno che ha appena evitato un incidente.

Per capire il valore di un milionesimo di secondo, chiedi ad un atleta che ha vinto la medaglia d'argento alle Olimpiadi.

Dai valore ad ogni momento che vivi, e dagli ancor piu' valore se lo potrai condividere con una persona speciale, quel tanto speciale da dedicarle il tuo tempo e ricorda che il tempo non aspetta nessuno.

Ieri? Storia.

Domani? Mistero.

E' per questo che esiste il presente!!!

Ricorda ancora, il tempo non ti aspettera'.

Dai valore ad ogni momento a tua disposizione.

Lo apprezzerai ancor di piu' se potrai condividerlo con qualcuno che sia speciale.

Autore: Marc Levy - Libro: Se Solo Fosse Vero

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09/10/2011 10:24
 
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C'era una volta un uomo seduto ai bordi di un'oasi all'entrata di una città del Medio Oriente. Un giovane si avvicinò e gli domandò: "Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?".

Il vecchio gli rispose con una domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?".


"Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là".


"Così sono gli abitanti di questa città", gli rispose il vecchio.


Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo egli pose la stessa domanda: "Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?".


L'uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?".


“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli".


"Anche gli abitanti di questa città sono così", rispose il vecchio.


Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: "Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?".


"Figlio mio", rispose il vecchio, "ciascuno porta il suo universo nel cuore. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici nell'altra città troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro"...
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23/10/2011 23:14
 
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Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato. Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.

Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra. L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e dai colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza. Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.

Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco.

L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. "Forse, voleva farle coraggio" disse.

Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare oggi. La vita è un DONO, è per questo motivo che si chiama PRESENTE!
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20/11/2011 21:33
 
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L'UOMO CHE VENIVA DA LONTANO.

Tanto tempo fa una famiglia molto numerosa viveva in un villaggio, era una famiglia povera ma dignitosa e viveva di quello che riusciva a produrre, ma non era molto.
Padre, madre, 10 figli, con i nonni e due zii.
Coltivavano ortaggi, vivevano di pesca, e poco altro. Un giorno alla loro porta bussò un uomo che chiedeva ospitalità. Tutti gli dissero di andare via perchè non c'era posto, e gli spiegarono che non avrebbero avuto abbastanza cibo per sfamare anche lui. Era quasi all'unanimità, tutti tranne uno: il più piccolo che disse una frase che fece ragionare tutti: "forse potrebbe essere utile a tutti noi e noi a lui. Ospitiamolo per qualche tempo".
Poiché era inverno e faceva freddo, decisero di ospitarlo.
Aveva con se una piccola sacca e poco altro.
Nei giorni successivi si rese utile ed iniziò a trasferire la sua sapienza a tutta la famiglia: insegnò loro come accatastare meglio la legna, costruì delle trappole con cui raddoppiarono la selvaggina catturata e si sfamarono al meglio, fece vedere come il suo popolo riusciva a conservare la carne lavorandola con il sale. Con l'arrivo della primavera piantò delle sementi che aveva con sé e fece scoprire loro nuove piante, frutti e ortaggi. Piantò diversi filari di vitigni, insegno ai più giovani a cacciare con metodi diversi, raccontò loro storie di paesi lontani cariche di saggezza e contenuti che aiutarono i più piccoli a comprendere i veri valori, come l'amicizia, il rispetto, la saggezza, l'onestà, l'aiuto reciproco, l'amore.
Passò la primavera e l'estate, arrivò l'inverno e l'ospite un giorno disse che era arrivato il tempo di andare.
Tutti gli chiesero di restare, lo implorarono, ma lui molto serenamente disse che era tempo di andare e che altre famiglie come la loro avevano bisogno del suo passaggio.
Fu allora che uno dei bambini più piccoli lo ringraziò per tutto quello che gli aveva insegnato, perché la loro vita non era più la stessa e tutto era migliore. Fu allora che capirono che se gli avessero rifiutato ospitalità avrebbero perso molto, fu allora che capirono che se si fossero fermati a pensare che erano troppi, che non c'era spazio per tutti, avrebbero perso tante cose, fu allora che compresero che aiutando gli altri... aiuti te stesso.
Il viandante proseguì il suo viaggio e, con la sua piccola bisaccia sulle spalle prese un sentiero a nord, camminando verso nuove terre, nuovi paesi, nuove famiglie da incontrare.
Da allora, si dice, questa famiglia fece tesoro di ciò che aveva imparato e tutti i figli quando crebbero furono portatori di questo principio ed insegnarono a tanta gente a vivere meglio e in armonia.
Tante volte ci fermiamo a pensare a cosa gli altri possono portarci via, ci fermiamo a pensare solo a quello che possiamo perdere, non ci poniamo dall'altra parte e non comprendiamo che un giorno potremmo esserci noi, dall'altra parte. Non pensiamo mai che il prossimo in difficoltà che ci troviamo di fronte potrebbe diventare una risorsa.
Mio nonno diceva che un giorno sei incudine e un giorno sei martello, ma la vita è una ruota... gira.
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20/11/2011 21:37
 
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Il bambino e il gelato
Qualche tempo fa,un gelato costava molto meno di oggi,un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino.
Una cameriera gli portò un bicchiere d'acqua."Quanto costa un ghiacciolo con ripieno alla panna?"chiese il bambino.
"un euro" rispose la cameriera.
Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle.
"Bene,e quanto costa invece un ghiacciolo semplice?"In quel momento c'erano altre persone che aspettavano e la cameriera cominciava un po'a perdere la pazienza.80 centesimi !"gli rispose in maniera brusca.
Il bambino contò le monete ancora una volta e disse :"allora mi porti un ghiacciolo semplice!"
La cameriera gli portò il gelato ed il conto.Il bambino finì il suo gelato,pagò il conto alla cassa e uscì.Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo,cominciò a piangere perchè lì,ad un angolo del piatto,c'erano 20 centesimi di mancia per lei.Il bambino aveva rinunciato al suo gelato preferito,proprio per riservare la mancia alla cameriera.
Quante volte ci arrabbiamo proprio con le persone che ci amano di più!.
Quante volte non sappiamo apprezzare i piccoli gesti,che dietro racchiudono un grande amore!
Facciamo così con gli uomini,ma anche con Dio.
Come questo bambino seppe rinunciare per fare del bene a quella cameriera,così Cristo ha rinunciato alla Sua giovane vita per fare del bene a me e a te!
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27/02/2012 22:12
 
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Un giorno un ragazzo chiese al vecchio saggio del paese
quale fosse la cosa più forte al mondo
Il saggio dopo qualche minuto gli rispose:
"Le cose più forti al mondo sono nove:
Il ferro è più forte, ma il fuoco lo fonde.
Il fuoco è forte, ma l'acqua lo spegne.
L'acqua è forte ma nelle nuvole evapora.
Le nuvole sono forti ma il vento le disperde.
Il vento è pure esso forte ma la montagna lo ferma.
La montagna è forte, ma l'uomo la conquista.
L'uomo è forte ma purtroppo la morte lo vince".
"Allora è la morte la più forte!",
lo interruppe il ragazzo
"No", continuò il vecchio saggio ,
"L'Amore ... sopravvive alla morte!
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03/04/2012 23:22
 
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Un saggio era giunto in prossimità del villaggio e si stava sistemando sotto un albero per la notte, quando un abitante del villaggio arrivò correndo da lui e disse: «La pietra! La pietra! Dammi la pietra preziosa!». «Che pietra?», chiese il saggio. «La notte scorsa il Signore mi è apparso in sogno - disse l’abitante del villaggio -, e mi ha detto che se fossi venuto alla periferia del villaggio al crepuscolo avrei trovato un saggio che mi avrebbe dato una pietra preziosa che mi avrebbe reso ricco per sempre». Il saggio rovistò nel suo sacco e tirò fuori una pietra. «Probabilmente intendeva questa - disse porgendo la pietra all’uomo - l’ho trovata su un sentiero nella foresta qualche giorno fa. Puoi tenerla senz’altro». L’uomo osservò meravigliato la pietra. Era un diamante, probabilmente il diamante più grosso del mondo perché era grande quanto la testa di un uomo. Prese il diamante e se ne andò. Tutta la notte si rigirò nel letto, senza poter dormire. Il giorno dopo, allo spuntare dell’alba, svegliò il saggio e disse: «Dammi la ricchezza che ti permette di dar via così facilmente questo diamante!».
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04/04/2012 12:21
 
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Un maestro viaggiava con un discepolo incaricato di occuparsi del cammello. Una sera, arrivati a una locanda, il discepolo era talmente stanco che non legò l'animale.

"Mio Dio - pregò coricandosi - prenditi cura del cammello: te lo affido".

Il mattino dopo il cammello era sparito.

"Dov'è il cammello?", chiese il maestro.

" Non lo so ", rispose il discepolo. " Devi chiederlo a Dio! Ieri sera ero così sfinito che gli ho affidato il nostro cammello. Non è certo colpa mia se è scappato o è stato rubato. Ho esplicitamente domandato a Dio di sorvegliarlo. "Lui è il responsabile. Tu mi esorti sempre ad avere la massima fiducia in Dio, no ? ".

"Abbi la più grande fiducia in Dio, ma prima lega il tuo cammello", rispose il maestro. " Perché Dio non ha altre mani che le tue ".
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06/04/2012 08:01
 
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LA BILANCIA 

Una donna, vestita sobriamente, con il volto triste, entrò in un negozio, si avvicinò al padrone e umilmente gli chiese se poteva prendere alcuni alimenti a credito.

Con delicatezza gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva lavorare e i loro sette figli avevano bisogno di cibo. 

Il padrone non accettò e le intimò di uscire dal negozio. Conoscendo la reale necessità della sua famiglia la donna supplicò: «Per favore, signore, glielo pagherò non appena posso».

Il padrone ribadì che non poteva farle credito, e che lei poteva rivolgersi ad un altro negozio.

In piedi, vicino al banco, si trovava un giovane sacerdote che aveva ascoltato la conversazione tra il padrone del negozio e la donna.

Il sacerdote si avvicinò e disse al padrone del negozio che avrebbe pagato quello che la donna avrebbe preso per il bisogno della sua famiglia.

Allora il padrone, con voce riluttante, chiese alla donna: «Ha la lista della spesa?» La donna disse, «Si, signore».

«Bene!» disse il padrone. «Metta la sua lista sul piatto della bilancia e le darò tanta merce quanto pesa la sua lista».

La donna esitò un attimo e, chinando la testa, cercò nel suo portafoglio un pezzo di carta, scrisse qualcosa e poi posò il foglietto su un piatto della bilancia.

Gli occhi del padrone e del sacerdote si dilatarono per lo stupore, quando videro il piatto della bilancia, dove era stato posato il biglietto, abbassarsi di colpo e rimanere abbassato.

Il padrone del negozio, fissando la bilancia, disse: « E' incredibile! » Il giovane sacerdote sorrise, e il padrone cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull'altro piatto della bilancia. 

Pur continuando a mettere molti alimenti, il piatto della bilancia non si muoveva, fino a che si riempì. Il padrone rimase profondamente stupito.

Alla fine, prese il foglietto di carta e lo fissò ancora più stupito e confuso ...

Non era una lista della spesa! 

Era una preghiera, che diceva: «MIO DIO, TU CONOSCI LA MIA SITUAZIONE E SAI CIO' DI CUI HO BISOGNO: METTO TUTTO NELLE TUE MANI!»

Il padrone del negozio, in silenzio, consegnò alla donna tutto ciò che aveva messo nel piatto della bilancia.

La donna ringraziò e uscì dal negozio. Il giovane sacerdote, consegnando una banconota da 50, disse al padrone: «Ora sappiamo quanto pesa una preghiera.» 

Il nome di quel sacerdote era Karol Wojtyla.
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12/05/2012 10:40
 
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ACCADE UNA VOLTA CHE UN MEDICO....

è entrato in ospedale subito dopo essere stato chiamato urgentemente alla chirurgia d'urgenza.

Ha risposto alla chiamata non appena possibile, si è messo il camice ed è andato direttamente al blocco chirurgico. Davanti alla sala... operatoria trova il padre del bambino che gli grida: "Perché è venuto così tardi, perché tutto questo tempo, non sa che la vita di mio figlio è in pericolo, non hai il senso di responsabilità?"

Il dottore sorride e dice: "Mi dispiace, non ero in ospedale e sono arrivato velocemente per come ho potuto, dopo aver ricevuto la chiamata... Ed ora, vorrei che si calmasse in modo che io possa fare il mio lavoro!"

"Devo stare calmo? Cosa succederebbe se suo figlio si trovasse in questo momento nei panni del mio bambino, starebbe tranquillo?" - Dice il padre arrabbiato.

Il dottore sorride e risponde: "Le voglio dire quello che ha detto Giobbe nella Bibbia: "Dalla polvere siamo venuti e in polvere ritorneremo, sia benedetto il nome di Dio! Noi medici non possiamo fare sempre miracoli! Stia tranquillo, comunque faremo tutto il possibile per suo figlio!"

"Dare consigli quando non siamo in questione è così facile!" - mormora il padre.

L'intervento dura qualche ora, alla fine esce dalla sala operatoria felice e dice al padre: "Grazie a Dio suo figlio è salvo!" e senza attendere la risposta del padre guarda l'orologio e va via di fretta mentre dice: "Se vuole sapere altro chieda all'infermiera!".

"Perché così arrogante? Non poteva aspettare qualche minuto e dirmi di più sullo stato di mio figlio? dice il padre all'infermiera.

Infermiera con le lacrime al viso gli risponde:

"Il figlio del dottore è morto ieri in un incidente stradale, e il medico era al funerale quando l'abbiamo chiamato per l'urgenza e ora che il suo bambino è fuori pericolo e sta bene, lui è corso a vedere la sepoltura di suo figlio!

Non giudicare mai nessuno, perché non sai cosa sta vivedendo realmente chi hai davanti a te ! .
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15/05/2012 23:30
 
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Raccontano una volta che il grande Mahatma Gandhi correva per prendere il treno in corsa e al momento di salire perse una scarpa. Ad un tratto, sensa esitare un momento, prese la seconda scarpa è la gettò al seguito dell'altra. I suoi amici, gli chiesero il motivo di tale gesto e il saggio Gandhi rispose "ho preferito che un povero come me, usifruisca di entrambe le scarpe, altrimenti nessuno dei due ne usufruirebbe".
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16/07/2012 07:38
 
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Le croci della vita.

Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime.

Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un Crocifisso, se ne lamentò con il Signore così:

"Ah! Signore, io ho imparato nel catechismo che tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti...

ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci!

Me ne hai data tante e così pesanti che io non ho più la forza di portarle".

Il Signore però gli disse:

"Vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra ed esaminiamole un poco.

Ecco, questa è la più grossa e la più pesante; guarda che cosa c'è scritto sopra".

Quell'uomo guardò e lesse questa parola: sensualità.

"Lo vedi?" disse il Signore, "questa croce non te l'ho data io, ma te la sei fabbricata da solo.

Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, golosità,

di divertimenti...hai pensato che nella vita bastasse

questo per essere felice ed invece hai trovato il vuoto , la povertà e i rimorsi".

"Purtroppo è vero, soggiunse l'uomo, questa croce l'ho fabbricata io!

E' giusto che io la porti!".

Sollevò da terra quella croce e se la pose di nuovo sulle spalle.

Il Signore continuò: "Guarda quest'altra croce.

C'è scritto sopra: ambizione.

Anche questa l'hai fabbricata tu, non te l‘ho data Io.

Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti,

di stare al di sopra degli altri... e di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni".

"E' vero, è vero! anche questa croce l'ho fabbricata io!

E' giusto che io la porti!".

Sollevò da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle.

Il Signore additò altre croci, e disse:

"Leggi. Su questa è scritto: gelosia, su quell'altra: avarizia, su quest'altra..."

"Ho capito, ho capito, Signore, è troppo giusto quello che tu dici".

E prima che il Signore avesse finito di parlare,

il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se l'era poste sulle spalle.

Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l'uomo la sollevò per porsela sulle spalle esclamò:

"Oh! Com'è piccola questa! E pesa poco".

Guardò quello che c'era scritto sopra e lesse queste parole: "La croce di Gesù".

Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore ed esclamò:

"Quanto sei buono!" Poi baciò quella croce con grande affetto.

E il Signore gli disse:

"Vedi figlio mio, questa piccola croce te l'ho data io, ma te l'ho data con amore di Padre;

te l'ho data perché voglio farti acquistare merito con la pazienza;

te l'ho data perché tu possa somigliare a me e starmi vicino per giungere al Cielo, perché io l'ho detto:

Chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

Ma ho detto anche: il mio giogo è soave e il mio peso è leggero".

L'uomo delle croci riprese silenzioso il cammino della vita;

fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio.

Le croci più grosse e più pesanti caddero, una dopo l'altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Gesù.

Questa se la tenne stretta al cuore fino all'ultimo giorno della sua vita,

e quando arrivò al termine del viaggio,

quella croce gli servì da chiave per aprire la porta del Paradiso



A volte ci lamentiamo delle croci della vita.

Ma spesso queste croci le costruiamo noi..
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09/08/2012 22:40
 
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LETTERA DI UN PADRE AL FIGLIO

    Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.

   Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc;

quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere 
 con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

  Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio.
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12/08/2012 22:23
 
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LA ZANZARA E IL LEONE
Favole Esopo (mg)

C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una dis
tratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno".
Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.
La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.
'Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura,proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolato in quell'infida ragnatela l'insetto scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo:
"Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.

Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi ma inciampano spesso nelle difficoltà più piccole

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10/09/2012 12:36
 
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Un vecchio saggio stava cercando affannosamente un ago davanti all'uscio di casa sua. Gli amici provarono ad aiutarlo e cercarono anche loro, ma ormai si faceva buio e nessuno trovava l'ago smarrito.
Allora uno di loro chiese al vecchio saggio: "Di preciso, dove hai perso l'ago?". "Dentro casa", rispose l'uomo. "Ma allora, perchè lo cerchi qui fuori?", gli chiesero. E lui: "Perchè qui fuori c'è luce, mentre dentro c'è buio".
Allora, un po' stizziti, gli dissero: "Ma è assurdo quello che dici. Non troverai mai l'ago che cerchi qui fuori, visto che non c'è. Piuttosto accendi una lampada dentro casa e allora potrai trovare l'ago che hai perso".
Il vecchio saggio allora si mise a ridere e replicò: "E' una buona idea questa! Allora perchè voi continuate a cercare al di fuori quello che avete perso dentro? Cercate Dio nel mondo esteriore, come se l'aveste perso da qualche parte al di fuori di voi stessi. Però è assurdo e sciocco cercare fuori di voi, ciò che solo in voi potete trovare". E lasciatili lì confusi, rientrò in casa.
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15/12/2012 09:52
 
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la leggenda del pastore dalle mani vuote---
La notte in cui nacque Gesù, gli angeli portarono la buona notizia ai pastori. C’era un pastore tanto povero che non aveva nulla. Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta portando qualche
dono, egli diceva: “Io non posso venire, sono a mani vuote, che posso fare? ”.Ma gli altri lo convinsero. Così arrivarono dov’era il bambino, con sua Madre e Giuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sorrideva, vedendo la generosità di chi offriva i propri doni.Vide il pastore che non aveva nulla e lo chiamò. Egli si fece avanti imbarazzato. Maria, per avere le mani libere e ricevere i doni, depose il bambino tra le braccia del pastore che era a mani vuote e così l'uomo non era più a mani vuote ma aveva tra le braccia tutto ciò di cui aveva bisogno
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