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TEOLOGIA DELLA STORIA (R. Th. Calmel O.P.)

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2011 18:19
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09/09/2011 18:18
 
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4. Il sofisma del senso della storia.

È ormai divenuto corrente leggere o ascoltare delle frasi che possono essere riassunte così: " L'avvenire che si prepara è irresistibile e irreversibile; il tuo dovere di uomo e di cristiano consiste nell'impegnarti in direzione dell'avvenire e anche di accelerarlo ".
In sostanza: " Sacrificio incondizionato o piuttosto fervida cooperazione alle esigenze del Moloch dell'avvenire o dell'evoluzione, o persino (dicono alcuni) del Moloch della mutazione della specie ". Si sostiene il principio che il socialismo, il sincretismo religioso, l'occultismo e l'erotismo rappresentino le soluzioni dell'avvenire agli eterni problemi dell'uomo. Su queste soluzioni, ci si rifiuta di formulare un giudizio morale, dichiarando semplicemente che esse sono ineluttabili, mentre veniamo spinti ad assecondarle con tutte le nostre forze. Mi parlate delle novità che dovranno realizzarsi ineluttabilmente e che stanno già preparandosi. Benissimo. Ma in primo luogo, dato che sono ancora un uomo, desidero formulare un giudizio sulla validità di queste novità e confrontarle con la legge morale. Quando si tratta dell'occultismo, del socialismo e cose simili, affermo - in nome della imprescrittibile fede morale - che si tratta di aberrazioni, di mostruosità, di forme particolarmente orribili di disumanizzazione, e non ne voglio sentir parlare.
E, se mi obietterete che il mio rifiuto non ha alcuna importanza poiché ciò che definisco disumanizzazione (ed è veramente tale) si produrrà ineluttabilmente per esigenza del futuro, posso rispondervi che il vostro è un ragionamento da sofista, poiché l'avvenire, in quanto tale, non ha esigenze; non è l'avvenire (in quanto tale) che potrebbe avere l'idea e la volontà di disumanizzare gli uomini; sono le persone, persone raggruppate in società o appartenenti a partiti e sette, che hanno la pretesa di utilizzare il corso della storia per disumanizzarci. E, poiché si tratta della volontà di semplici uomini, anche se organizzati in sètte o partiti, questa volontà può essere fronteggiata dalla volontà di altri uomini, dai saggi e dai santi, dalla santa Chiesa che li raduna, dalla società cristiana che tentano di instaurare. Non esiste un avvenire onnipotente capace di imporre la disumanizzazione: esistono degli uomini, deboli, mutevoli e mortali (e convertibili) che vogliono impiegare l'avvenire per disumanizzarci. La loro potenza non è sovrumana e non possiede un potere ineluttabile.
A questo punto alcuni potranno obiettare: ma se al loro potere si aggiunge quello del demonio che da loro le idee e riduce la loro perversa volontà a un'arma al suo servizio?... Ebbene! Anche se accadesse ciò, e certo capiterà e. si è già verificato, come dice la Scrittura, anche in simile eventualità dimenticate forse che Satana " sarà cacciato fuori " (Gv. 12,31), che la Chiesa di Gesù Cristo ci sostiene, ci illumina e ci rende agguerriti, quali possano essere le forze dell'inferno?
Alla volontà degli empi si contrappone la volontà dei santi. Ma si potrà rispondere: e se i santi venissero a mancare, se la loro decisione vacillasse, se la loro perseveranza barcollasse... L'obiezione non tiene conto di un dato capitale. Non si ricordano le formali promesse di Gesù Cristo: egli rimane con la sua Chiesa fino alla fine dei secoli, egli abita per sempre la città santa colmandola di grazie sacramentali, della luce e della carità del Paraclito. In tal modo nascono i santi nella sua Chiesa, ossia dei fedeli il cui amore è sufficientemente ardente per tener fronte al male e alla persecuzione.
Poiché tali sono le certezze del cristiano (ed è sulla fede che in definitiva si basano), egli non è certo sul punto di piegare le ginocchia di fronte a questo mito di un sedicente avvenire ineluttabile (forzatamente perverso), che si ha la pretesa di imporgli con continui sofismi e persino con un sofisma a due tempi. (In un primo tempo, l'avvenire viene identificato in una specie di demiurgo dotato di onnipotenza, mentre si tratta invece di una semplice volontà umana; in un secondo tempo vengono misconosciute l'onnipotenza di Cristo e la sua grazia sempre operante nelle anime sante che rifiutano di lasciarsi fuorviare).

5. Il sofisma della storia umana battezzata storia sacra.

C'è una storia sacra; l'abbiamo studiata con il catechismo. Ricordiamo quei racconti straordinari con le grandi immagini che li illustravano. Vedo ancora la figlia del Faraone che raccoglie il piccolo Mosè abbandonato alla corrente del fiume e la cui culla si era arenata su una riva del Nilo, trattenuta dai giunchi; vedo il Mar Rosso che si è aperto, smettendo di fluire, e la grande moltitudine che avanza cantando, come attraverso un'enorme trincea, fra due pareti di mare immobile; vedo anche gli ebrei in un deserto di sabbia e di pietre che si affaccendano a raccogliere la manna nei panieri. E altre immagini ancora che mi sono rimaste impresse nella memoria.
Ma che cosa devo dedurne? Qual è la conclusione che i nostri maestri ci insegnavano a trarre? Soltanto una: era la storia di un popolo, assolutamente privilegiato, per mezzo del quale Dio Padre preparava la salvezza, che ci avrebbe data in Gesù Cristo, suo Figlio; una storia raccontata nella sacra Scrittura ed il cui compimento è Gesù Cristo, nostro Signore. Vi furono Abramo e i patriarchi, Mosè, Davide e i profeti; poi, al termine di tutto, colui che essi annunciavano e da cui ogni cosa proviene, Gesù Cristo, la stalla di Betlemme, la croce del Calvario, la risurrezione e le lingue di fuoco della pentecoste; " Gesù Cristo al quale guardano i due Testamenti: l'antico come attesa, il nuovo come proprio modello, ambedue come loro centro ". Con Gesù Cristo finisce la sacra Scrittura, poiché tutto è rivelato; la storia sacra, nel senso comune del termine, è davvero compiuta poiché la pienezza della grazia è ora accordata agli uomini nell'ambito della Chiesa, e non se ne aggiungerà un'altra; è la storia della Chiesa che incomincia, ossia la partecipazione infinitamente varia, ed ogni giorno rinnovata, alle ricchezze che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo. Da Gesù Cristo in poi c'è la storia della Chiesa che riceve tutto da Gesù Cristo e " grazia su grazia "; c'è la storia delle città sottomesse alla Chiesa e trasformate in sue nemiche, c'è " il mistero d'iniquità " che è all'opera e continua la sua storia tentando di pervertire le città e d'insinuarsi nella Chiesa. Ma non v'è più storia sacra nel significato che si da di consueto a questo termine: preparazione della salvezza in Gesù Cristo e realizzazione della salvezza con l'incarnazione redentrice. Questa preparazione della salvezza si realizzava con le rivelazioni fatte a un popolo eletto, con alcuni avvenimenti figurativi esclusivi di quel popolo, col culto celebrato in quel popolo.
Non ci troviamo di fronte a un'insignificante questione di vocabolario, ma a molto di più: è in causa la realtà stessa del mistero cristiano. Infatti, se è vero, come ci viene ripetuto da qualche tempo - persino durante le settimane religiose - che ogni avvenimento, per il fatto di essere nelle mani di Dio, meriti di venire ritenuto storia sacra, se è vero che " lo stesso e unico Spirito che parlava attraverso il libro dell'Esodo, continua oggi a forgiare la storia umana ", allora sarebbe logico concluderne che, attraverso gli avvenimenti della storia umana, lo Spirito Santo ci porta e fa progredire la rivelazione nella Chiesa come ha fatto nel popolo eletto con gli avvenimenti dell'Esodo. Attraverso gli avvenimenti della storia umana, la Chiesa riceverebbe non so quale incalcolabile supplemento di luce e di grazia che ora le mancano; sarebbe votata a continui mutamenti. Ma da questo punto di vista risulterebbe che tutto non ci sarebbe stato dato da Gesù Cristo. Mi sembra estremamente grave, oltre che aberrante, scrivere e predicare che le vere dimensioni del messaggio evangelico vengono rivelate alla Chiesa dagli avvenimenti e per mezzo della storia umana. La verità è tutt'altra, poiché le vere dimensioni del Vangelo sono state rivelate dallo Spirito di Dio nel giorno della pentecoste, e gli avvenimenti che sono seguiti sono stati soltanto un'occasione per renderle esplicite. È un'esplicitazione che si compie in virtù dello Spirito di Dio e non attraverso gli avvenimenti.
"Elevare la storia umana alla dignità di causa efficiente della rivelazione e della salvezza, porta necessariamente ad affogare la rivelazione nel flusso e riflusso delle trasformazioni della storia umana, a dissolvere la salvezza nella storia umana e a svuotarla del suo contenuto. Come si può sostenere che lo stesso Spirito, che guidava e faceva progredire la storia sacra, risiede ora nella storia umana con lo scopo di procurare la salvezza? È nella Chiesa che risiede lo Spirito Santo con la grazia e la luce che vengono date alla Chiesa nella sua pienezza. È attraverso la Chiesa che lo Spirito Santo da la salvezza e non per mezzo della storia umana. Altrimenti, la Chiesa non è più la Chiesa, messaggera unica della redenzione.
È anche un sofisma pretendere che la storia umana "riveli il volto di Dio". In realtà, è la Chiesa che rivela agli uomini, con la fedeltà della sposa, questo adorabile volto. La Chiesa lo rivela poiché è depositarla della rivelazione e della grazia del Signore; la storia umana no.
In quanto all'idea tradizionale che " Dio ci parla attraverso gli avvenimenti ", essa viene spesso interpretata ai nostri giorni in modo strano e persino falso, come se Dio, per mezzo degli avvenimenti, ci suggerisse di cedere al " flusso storico " più forte e vantaggioso, e di abbandonarci al " movimento della storia ". Dove portino questi propositi è ben noto; ci dicono che, poiché Dio si manifesta per mezzo degli avvenimenti e poiché il comunismo è uno dei maggiori avvenimenti del nostro secolo, non dobbiamo opporci ad esso ma, al contrario, assecondarlo opportunamente. Il sofisma è evidente: Dio, infatti, si manifesta con gli avvenimenti, ma a condizione che portiamo nei nostri cuori la sua luce soprannaturale per discernerli. Privati di simile luce obiettiva, immutabile e rivelata, non possiamo comprendere ciò che Dio attende da noi negli avvenimenti né cogliere il cenno che Dio ci ha fatto, anche perché Dio si manifesta in due maniere differenti e persino contraddittorie, sia attraverso gli avvenimenti, sia con le " correnti storiche ". A seconda della natura degli avvenimenti, natura che è valutata dalla ragione e dalla fede, Dio ci chiede o di opporci con tutte le nostre forze e di resistervi sino alla. morte, o di avere l'umiltà e la semplicità di cooperarvi secondo i nostri mezzi. Ma come è possibile discernere la natura degli avvenimenti e riconoscervi l'invito di Dio, se non possediamo la luce divina che li trascende e li giudica? Questa concezione dell'avvenimento come segno di Dio non è da respingere, ma deve essere energicamente svincolata dal mito della storia che la deforma e la corrompe. Finché continueremo a confondere corrente storica e redenzione, avvenimento storico e salvezza, storia umana e città di Dio, finché immagineremo una sorta di identificazione fra la storia della città di Dio e quella delle città politiche (o persino, al limite, la storia dell'Antichiesa), finché verremo irretiti in queste confusioni, saremo incapaci di capire come Dio ci parli attraverso gli avvenimenti.
" Se Dio ci desse di sua mano dei maestri, oh! Come bisognerebbe obbedir loro di buon grado! La necessità e gli avvenimenti lo sono innegabilmente ". Quando Pascal scriveva questa riflessione nel " Mistero di Gesù ", non intendeva dire che dobbiamo cedere alla corrente della storia. Lui, che si opponeva alla corrente storica del lassismo e la cui indignazione ardeva nelle " Provinciali ", era lontanissimo dall'immaginare (come i falsi profeti dei nostri tempi che rappresentano le correnti storiche del momento) l'espressione infallibile della santa volontà di Dio al di fuori di un giudizio secondo i criteri della fede.
Del resto, per riuscire a giudicare praticamente secondo i dettami della fede tanto le contingenze della vita come le vicissitudini del nostro secolo, per scoprire veramente l'invito di Dio, bisogna possedere una salda volontà di operare nel senso della generosità più vasta e della carità perfetta. Senza questa disposizione d'animo, la nostra prudenza rimarrebbe molto incerta, il nostro discernimento dell'invito divino rischierebbe di essere illusorio e disastroso. Se la nostra scelta profonda, anche se quasi inconscia, fosse stata quella della facilità, del proprio interesse, della volontà di potenza, se fossimo mancati in tal modo all'appuntamento con Gesù crocifisso, con la sua luce e il suo amore, è molto dubbio che riusciremmo a comprendere ciò che ci chiede nei confronti degli avvenimenti; non saremmo capaci, in simile circostanza, di abbandonarci a lui secondo il suo volere, affinché " tutto cooperi al bene di coloro che ama " (poiché ha nelle sue mani gli avvenimenti, con tutte le loro circostanze, per questo fine supremo che è il bene degli eletti). A questo proposito, l'esempio dei santi è più che mai rivelatore. Se i santi fondatori, come san Domenico e san Giovanni della Croce, se i santi Dottori o i santi re hanno risposto (propriamente parlando) non all'invito del loro tempo ma all'invito di Dio per il loro tempo, è soprattutto perché si erano votati completamente a Dio e ardevano di una carica eroica.
Per concludere con il sofisma della storia umana divinizzata, possiamo dire che nulla è più dannoso per la fede, più rovinoso per la vita spirituale e l'azione apostolica del guardare la storia umana supponendo che lo Spirito di Dio vi si trovi nascosto, e che esso ci apparirà e ci detterà la condotta da tenere. Al contrario, se ascoltiamo l'insegnamento della Chiesa che trascende la storia umana, se ci applichiamo nella conoscenza dei dogmi della fede, se i criteri di quest'ultima verranno da noi interiorizzati con una vita di sacrificio e di amore, allora – osservando serenamente gli avvenimenti - saremo in grado di scoprire ciò che il Signore attende da noi nei loro confronti, quale dovrà essere il nostro atteggiamento e come poter dare una risposta piena d'onore e d'amore. Questo tradizionale atteggiamento cristiano di fronte agli avvenimenti e in mezzo alle vicissitudini della storia, è esattamente il contrario di quello hegeliano o progressista; infatti coloro che seguono Hegel o il progressismo, spesso, a loro insaputa, incominciano col trascurare la dottrina immutabile della Chiesa e a sottovalutare i dogmi dichiarati; decretano che sono superati e suscettibili di revisioni; osservano la storia umana per cogliervi, come hanno la pretesa di affermare, " lo Spirito di Dio che la forgia ". Che nostro Signore Gesù, unico salvatore degli uomini e re sovrano dei secoli, che la Vergine Maria, nostra madre e nostra regina, vittoriosa di tutte le battaglie di Dio, preservino i cristiani, sia preti che laici, dal cadere vittime dei prestigi tenebrosi di quell'idolo moderno che è la storia umana.
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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